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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 364 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
commerciale ed agricola, ' come emporio di traffici transalpini e transmarini, qual era stata con Roma, Aquileja era morta. . • Ma una forza finallora se non ignota, certo non valutata, covava' in lei, e le preparava nuovi destini. Quella forza era la sua Chiesa: dopo la Chiesa di Roma, lapiù illustre della, cristianità — tanto, che vi è un momento nella storia ecclesiastica, nel quale si vede che i fedeli sono incerti se debbano guardare a Roma o ad Aquileja: il fascino imperiale e magico del nome

di Roma anche quella volta ha vinto, e ne venne il Papato; ma in questa vittoria la Chiesa di Aquileja rimase subito dopo quella di Roma ed i suoi vescovi nominatisi patriarchi — il maggior grado, dopo quello di pontefice, nell’antica gerarchia dei pastori del gregge cri stiano — ebbero un’autorità sconfinata, specie nel settentrione d’Italia ed in Oriente. Costoro, meglio di Teodorico e di Narsete, compresero i tempi: gli avvenimenti succe dutisi in Italia e nel rimanente d’Europa, le trasmigrazioni

' di ecclesiastico e militare. E vi riescirono, assecondati per molto tempo dalla fortuna. Il patriarcato d’Aquileja fu uno de’maggiori principati teocratici-militari del medio evo, se non il maggiore addirittura. Come principato ecclesiastico era centro d’una vasta diocesi che dallo Spluga e dal Po si estendeva sino alla Drava ed ai confini dell’Ungheria: e la Chjesa d’occidente considerava nel patriarca d’Aquileja il suo primo dignitario, dopo il pontefice romano. Quale principe secolare, il patriarca

d’Aquileja, specie dopo le concessioni di Corrado il Salico, era principe' dell’Impero, rispetto al quale, cioè, andava esente da ogni aggravio feudale e dall’obbligo militare. Il patriarca d’Aquileja doveva prestare all’imperatore semplice omaggio feudale, giurargli devozione e fedeltà. La corte de’patriarchi d’Aquileja fu delle più splendide q celebrate nel medio evo: mutò varie volte di residenza: stette dal 617 al 717 al castello

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 203 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Ma anche la stretta di Serravalle, dopo avere ben bene intronate le orecchie de’ viag giatori, finisce. E quando l’orizzonte si allarga in una vasta conca, e l’Adige si distende meno gorgogliante in un letto più ampio, vi appare subito allo sguardo sulla sponda destra del fiume, appoggiato alle falde del Baldo, dalle case bianche e pulite, dagli orti e dai giardini graziosi, attraente il paesello di Pileante. Una volta Pikante era sulla strada romana ohe alla destra del fiume giungeva fino

Pikante, e lasciatolo di poco alle spalle il treno rallenta ed in breve si ferma sotto la spaziosa tettoia d’una stazione. E Ala la stazione internazionale, ove per la prima cosa veggo in attesa del treno le giallo gallonate divise dei doganieri italiani, pronti a precipitarsi sulle valigie e sui bagagli dei viag giatori che vegnenti dalla Germania, dopo una corsa di tutta la notte, ancora assonnati, non si aspettano il molesto risveglio della visita doganale, dell’aria fresca e delia luce d’un sole

e di recriminazioni nei viaggiatori, e facciamo, se il lettore lo consente, una rapida corsa nei dintorni di Ala; più interessanti del lavoro dei doganieri. Ala più che una città — come la sì dice — è una grossa borgata dì quasi tremila abi tanti, capoluogo del distretto e sede del relativo giudizio. È antichissima, ed essa pure, come la maggior parte delle terre di questa plaga, di origine romana. Vuoisi che il suo nome, al tempo dei Romani, Ad ‘Palatium, non sia che una corruzione dell’antico, il quale nella

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Jahr:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Seite 342 von 379
Autor: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Ort: Milano
Verlag: Aliprandi
Umfang: 374 S. : Ill.
Sprache: Italienisch
Signatur: III 79.502
Intern-ID: 333735
Ma. venne anche per lei il momento della risurrezione. Dopo gli eventi del 1848, com preso il governo austriaco della necessità di crearsi una marina da guerra, cominciò a cercare il luogo più acconcio ove questa potrebbe,trovare il suo focolare, il suo centro generatore. Si pensò a Trieste: ma considerazioni politiche, commerciali e militari,. fecero abbandonare al governo di' Vienna l’idea di impiantare il futuro arsenale della marina austriaca alle porte . di Trieste, nel vallone di Muggia

dopo potevano uscire dall’arsenale di Pola quelle navi, che comandate dal Tegetthoff, dovevano vincere nella guerra dello Schleswig-Holstein, ad Helgoland, e Sylt, a Flòr e poi* nel 1866 a Lissa. Dai progressi dell’arsenale, l’incremento della prosperità cittadina, il rinnovamento, la costruzione anzi di una nuova città — che ora si dice la Pola tedesca. Le antiche mura furono atterrate, e alle falde orientali dello Zarro, livellato con mine ed opere immense di sterro il terreno prospiciente

in Roma dopo la vittoria di Farsaglia, portasse in capo, un serto di lauro tolto 'dall’albero consacrato agli dei immortali, che allora custodivasi sul monte Zarro: e che — è sempre la leggenda che parla — conservossi ancora per molti secoli nel convento dei Francescani,- sino dal, secolo tredicesimo sórgente sul colle. IL convento per ragioni militari venne soppresso, in gran parte rifatto, trasformato ed adibito ad uso di

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