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Page 46 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
abitual- mente una lingua diversa, questa sarä og- getto di Studio, in ore aggiunte." 19 Cfr. Leonardi A., Una stagione „nera“ per il credito cooperativo, casse rurali e Raiffei senkassen tra 1919-1945, Bologna 2005. 20 La Provincia di Trento, detta anche Venezia Tridentina, comprendeva ancora nel mo- mento dell'emanazione delle predette nor- meTrentino e Sudtirolo. 21 Gatterer C., In lotta contro Roma, IV, la mor- te civile delle minoranze, pp. 542-569. 22 Bolzano nel ventennio divenne il fulcro del

, Deila storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medioevo, Trento 1840. Cfr. Bertelli S., Tirolesi, italiani, tren- tini, in: Nuova storia contemporanea, anno XII, n. 6, nov-dic. 2008, p. 126. 12 Toscano M., II Patto di Londra, Bologna 1934. 13 Afferma giustamente Ernest Gellner (1925— 1995): „La sua economia dipende dalla mo- biiitä e dalla comunicazionetra gli individui, ed un livello che puö essere raggiunto sol- tanto se questi individui sono stati socializ- zati e inseriti in una

trasferi- menti di popolazione vigeva nella prima parte del secolo scorso, di una concezione dell'uomo come merce trasportabile ed in- terscambiabile a piacimento, la proposta di risolvere la problematica sudtirolese spo- stando gli svizzeri ticinesi in Sudtirolo e vi- ceversa. Cfr. Lichtenstädter S., Südtirol und Tessin. Zwei nationale-internationale Fragen mit einer gemeinsamen Lösung, Diessen 1927. 16 Schmidt U., Die Umsiedlung der Deutschen aus Bessarabien im Herbst 1940, in: Atti del Convegno

. Spostamenti forzati di popolazio ni in Europa 1939-1955: Settant'anni dopo le „opzioni“ in Alto Adige/Umsiedlung und Vertreibung in Europa (1939-1955): Zum 70. Jahrestag der Südtiroler „Option" Bolzano, 6/7 febbraio 2009. 17 Cit. in: Naimark N., La politica dell'odio. La pulizia etnica nell'Europa contemporanea, Roma 2002, p. 130. 18 Cosi l'art. 4 del RD 1° ottobre 1923, n. 2185: „In tutte le scuole elementari del Regno l'in- segnamento e impartito nella lingua dello Stato. Nei Comuni nei quali si parli

italianitä, del Sudtirolo, e l’opera di civilizzazione che da qui si propagö in Eu ropa con l'espansione dell'impero romano. 24 Denominato cosi in quanto fu stipulato nella capitale britannica e firmato dal marchese Guglielmo Imperiali, ambasciatore a Londra in rappresentanza del governo italiano, Sir Edward Grey per il Regno Unito, Jules Cam- bon per la Francia e dal conte Alexander Benckendorff per l'lmpero russo. L'accordo fu firmato in tutta segretezza per incarico del governo senza che il Parlamento

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Page 48 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte fu costituito „per favorire la partecipazione delTrentino alla storica rigenerazione delle alte valli atesine" II Brennero del 5.5.1942, cit. da Faustini G., II fascismo nel Trentino, Trento 2002, p. 112. 45 Dice di lui. Io storico di regime in Sudtiro- lo Mario Ferrandi: „Era un diplomatico per modo di dire, in quanto proveniva dalla pattuglia che aveva fiancheggiato Hitler nei suoi primi e falliti tentativi insurrezionali del 1923. A Monaco aveva partecipato alla famosa

adunata, detta della birreria, nella quäle fu fondato il partito nazionalsociali- sta. Otto Bene era quindi una figura politica di qualche rilievo, in quanto uomo di fidu- cia di Hitler..." Secondo il Ferrandi la prima proposta del trasferimento in blocco di tutti i sudtirolesi di lingua tedesca la fece Hitler a Bene, per poi ripeterla a Mussolini nel collo- quio di Palazzo Venezia il 7 maggio 1938. Cfr. Isarco (ps. di Mario Ferrandi), Opzioni 1939, Bolzano 1948, pp. 26/27. 46 Art. 27, Norme per

e gli altri organi ne delibe- rino, in base agli statuti dellAssociazione, il trasferimento in Germania."lbid. 48 Cfr. AA..VV., Option Heimat Opzioni, Bolzano 1989, p. 276. 49 Archivio comunale Trento, BCT56, fase. 7, Fondo Rasmo, verbale della riunione di Bol zano, presso la direzione del Regio Archivio di Stato, nei giorni 31 luglio e primo agosto 1940. 50 Cosi il verbale della riunione „A tale propo- sito il maggiore SS Sievers dichiara che il Führer ha manifestato il massimo interesse perche

agli allogeni emigranti venga dato la piü ampia possibilitä in seguito alla loro emigrazione, di poter portare con loro nel la nuova patria il patrimonio artistico, che e un patrimonio nazionale tedesco di valore. Queste dichiarazioni vengono prese a cono- scenza dal dott. Rusconi il quäle aderisce." Archivio Comunale Trento, Fondo Nicolö Rasmo, Verbale della riunione della commis- sione culturale italo-tedesca,Trento Castello del Buonconsiglio, 1° agosto 1940. 51 Ibid. 52 Sottolineato nel testo

il rimpatrio dei cittadini germanici e per l'emigrazione di allogeni tedeschi dall'Alto Adige in Germania, parte seconda, disposizioni di carattere economi- co, Roma, tipografia riservata del ministero degli affari Esteri, 1940. 47 „Possono inoltre essere esportati: pietre e monumenti tombali privati; collezioni pri vate ed archivi privati che si riferiscono al la cultura germanica; gli oggetti posseduti dalle Associazioni dei Musei („Museums vereine"), riferentesi alla cultura germanica, quando i membri

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Page 16 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
furono analizzate le misure da intra- prendere al fine di realizzare la morte civile delle minoranze etno-linguistiche comprese sul territorio nazionale. 21 Nel 1928 venne eretto un monumento a Bolzano 22 fermamente voluto da Be nito Mussolini, il monumento che, in Stile imperiale, celebrava il decimo an- niversario della Vittoria italiana nella prima guerra mondiale. Del progetto fu incaricato il piü noto architetto del regime, Marcello Piacentini. Un tale monumento aveva lo scopo di depri mere

Zeitgeschichte Option I due dittatori in una foto di Propaganda. Archivio del Museo storico del Trentino,Trento. Alle autonomie comunali, come nel resto d’Italia, venne sostituito il podestä di nomina prefettizia e quindi direttamente controllato dal potere centrale, cosi la temuta dirigenza politica locale fii destituita. Furono abrogati gli enti e le asso- ciazioni indipendenti che operavano nei settori della cultura, della vita sociale, dell’economia, come le casse rurali in Trentino

della toponomastica unicamente in lingua italiana il fascismo fu assai solerte, sin dal 1923, l’uso del nome Tirol e Südtirol furono proibiti e nel 1926 col decreto legge n. 17 del 10 gennaio il regime raggiunse il parossismo della sua paranoia snazionalizzatrice. Il decreto portava come tito- lo „Restituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di Trento“. 20 Si trattava di italianizzare, o meglio secondo il regime di ri-italia- nizzare quei cognomi che si suppone

- va essere di origine italiana o latina e che erano stati „deformati“ con grafia straniera o con l’aggiunta di suffisso straniero. Il decreto non fu mai con- vertito in legge, segui il 5 agosto un decreto ministeriale in cui si dispone- va la procedura attuattiva di quanto ordinato, ma l’italianizzazione dei co gnomi awenne solo parzialmente. Nel luglio del 1927 si svolse una riu- nione dei segretari del PNF (Partito na- zionale fascista) delle province di con- fine, presieduta dal duce, nella quäle

e le Raiffeisenkassen in Sudtirolo che furono sostituite da nuove istituzioni fasciste 19 . Ma fu nella seconda par- te degli anni Venti che il regime mise in campo le disposizioni antisudtirolesi piü subdole. La stampa di lingua tedesca subi un energico giro di vite. Nel giro di due anni tra il 1925 e il 1926 vennero chiuse sette testate giornalistiche: la Bozner Zeitung, le Bozner Nachrichten, la Brixener Chronik, Der Burggräfler, Der Tiroler, la Meraner Zeitung ed il Volksrecht. Sul fronte dell’introduzione

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Page 47 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
di confine, Trento 1998. 38 In realtä il territorio degli accordi fu definito nelle norme del 21 ottobre. 39 Isarco (pseudonimo di Mario Ferrandi), Op zioni 1939, Bolzano 1948, pp. 57/58. Per un approfondimento del fenomeno del coinvol- gimento nei diritto all'opzione di popolazioni al di fuori del territorio degli accordi si veda il mio contributo, Staatsbürgerschaftsoptio nen außerhalb des Vertragsgebietes vom 23. Juni 1939: Der Fall der Fersentaler, Lu- serner und Fassataler, in: Atti del Convegno

Option Zeitgeschichte Ma non si tratta di questo: egli e membro esperto che va a far parte di una Commis- sione. D'altro lato sembra che i tedeschi vo- gliano fare sul serio. Non conviene quindi esser noi a mettere i bastoni tra le ruote.” Ciano G„ Diari 1937-1943, pp, 311/312. 29 Di particolare interesse il verbale italiano della riunione da cui risulta che Himmler propose di trattare separatamente i tre casi, vale a dire: i cittadini del Reich, eccettuato il Tirolo, i cittadini italiani

ben sappiamo il Sudtirolo fu interessato fin dal VI secolo ad un'ondata di immigrazione ba- juvara, sieche giä in questo periodo remoto iniziö a diffondersi la lingua tedesca. Da notare che il corrispettivo tedesco per designare i sudtirolesi non e quello di Frem dstämmige. che avrebbe suonato offensivo nei loro confronti, bensi il termine di in- venzione nazionalsocialista Volksdeutsche, vale a dire di tedeschi situati al di fuori dei confini del Reich. Di questo periodo e anche l'utilizzo

deviato e Strumentale alla Propa ganda nazifascista dei termini „rimpatrio/ Heimführung',' come se i sudtirolesi optanti facessero ritorno verso una presunta patria. 31 II nome Alto Adige e di invenzione napoleo- nica ed e stato imposto dal fascismo come unico toponimo. Le denominazioni come Tirolo, Südtirol o Deutsch-Südtirol sono vie- tate a partire dal 23 agosto 1923. Noi oggi preferiamo adottare la dicitura Sudtirolo: ci sembra la piü neutra ed aderente alla storia del territorio. 32 Diplomatico

tedesco. 33 Ciano G., Diari 1937-1943, p. 360. 34 Acta episcopalia Endrici Celestino, Riserva- to 2, Alto Adige: varia Alto Adige: Opzioni 1939/40. II vescovo Endrici conosceva bene la vicenda dei „germanici" presenti in Sudti rolo. E tra l'altro informato sulla loro Sorte tramite il primo rapporto sulla stituazione in Sudtirolo all'indomani dell'accordo del 23 giugno 1939 di Michael Gamper. Afferma il canonico Gamper nei rapporto del 1° luglio: „La prima tappa sarä costituita dall'allon- tanamento

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Page 9 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte di Vienna il principio di nazionalita era stato l’awio ispiratore di movimenti di liberazione che combattevano contro l’ordine costituito e si era collegato all’idea di sovranitä popolare alleandosi col liberalismo e con i principi della democrazia rappresentativa, le cose cambieranno nella seconda parte del secolo dove l’appar- tenenza etnico-linguistica ad una nazione finirä per costituire il collante che terra assieme i cittadini al loro Stato. Osserva acutamente

“. E coloro che non si riconoscono nella nazione, che rivendicano spazio alla propria identitä etnco-linguistica, divengono agli occhi del popolo di maggioranza elementi spuri, non affidabili, non organici alla nazione. E in questo contesto politico-culturale che puö trovare terreno fertile l’idea deH’assimilazione violenta delle minoranze o d’un allontanamento forzato dallo Stato nazionale dei cittadini di diversa nazionalita che non intendevano assi- milarsi alla nazione monoetnica. 2 L’idea dello

spostamento forzoso di popolazioni L’idea di un trasferimento forzato di popolazione per causa di diversita etnico- linguistica da uno stato nazionale ad un altro, non fu una scelta politica che ebbe origine nel XX secolo. Era all’opposto una linea di pensiero che andö comune- mente a consolidarsi e ad essere accettata in maniera diffusa nella seconda parte dell’Ottocento, con l’irruzione nella storia, del lavoro industrialmente organizza- to e il conseguente awento della societä di massa sullo sfondo

minoranze etniche da uno Stato ad un altro che diverranno pratiche diffuse nella prima parte del secolo scorso. Il 17 maggio 1817 infatti, la Gran Bretagna e la Tur- chia firmarono a Janina una convenzione che era diretta conseguenza del trattato di Parigi del 5 novembre del 1815 e che fissava la Sorte delle sette isole ionie. La convenzione consistente di soli 4 articoli, stipulö la cessione della cittä di Parga e dei suoi dintorni alla Turchia e gli abitanti „che avessero l’intenzione di espatriare

. 5 Ma, per forza di cose, se il criterio etnico tende a divenire l’unico criterio di appartenenza ad una comunitä, ed il territorio, in difesa di questo criterio, deve tendere alFomogeneizzazione etnica, si vanno a mobilitare solo una parte, ancorche maggioritaria degli abitanti, e si alienano tutti coloro i quali, parlanti una lingua diversa, non si riconoscono nella nazione identificata con lo Stato e rivendicano per la propria lingua lo stesso ran- go, la stessa dignitä della lingua „ufficiale

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Page 23 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte grafico sfibrandone la compattezza politica. Al contempo, amputando l’appendice meridionale del Sudtirolo che restava inglobata nella provincia di Trento, rendeva il confine etno-linguistico non coincidente sotto il profilo della competenza am- ministrativa. Il senatore Tolomei, all’unisono con i legionari trentini, sosteneva invece che l’opera di assimilazione del Sudtirolo dovesse awenire con la provincia unica di Trento approfittando cosi della prevalenza deH’elemento

italiano. Il testo delle norme di applicazione dell’accordo italo-tedesco del 23 giugno 1939 approvato il 21 ottobre, venne pubblicato il 26 ottobre in italiano a piena pagina sul quotidiano fascista La Provincia di Bolzano e sul quotidiano fascista Alpenzeitung in lingua tedesca. Su entrambi i giomali un riquadro in alto a sinistra in grassetto, a firma del prefetto di Bolzano Giuseppe Mastromattei e del Conso- le generale di Germania a Milano Otto Bene, stigmatizzava in sintesi obiettivo e principi

generali del prowedimento, vale a dire: • Che gli accordi di Berlino del 23 giugno 1939 hanno come obiettivo di risolvere definivamente la questione sudtirolese; • Che le norme in questione tengono giusto conto degli interessi singoli e generali di coloro che per loro spontanea decisione vogliono diventare cittadini germanici; • Che, mentre il Governo germanico garantisce ampia ed efficace assistenza a coloro che „ritornano“ a far parte della grande Patria tedesca, il Governo italiano si impegna

a garantire l’intangibilita dei diritti acquisiti di coloro che vorranno rimanere cittadini italiani. • Che la decisione di restare o partire ha carattere inequivocabile ed irrevocabile; • Che la scelta va operata secondo libera coscienza; • Che ogni operazione deve compiersi nel modo piü sereno, nell’in- teresse dei due popoli amici. 3.2.4 L’apparato tecnico-organizzativo Il 7 ottobre 1939 fu istituito II Commissariato del Reich per il consolidamento del carattere nazionale germanico

(Das Reichskommissariat für die Festigung deutschen Volkstums , in sigla RFKdV) con sede a Berlino sotto la direzione del capo delle SS, Heinrich Himmler. L’organismo si suddivideva in vari reparti ed era investito della pianificazione e organizzazione di tutti gli spostamenti di popolazioni che il Terzo Reich stava concertando con gli stati europei. Ulrich Greifelt ne era il direttore generale. Al RFKdV erano subordinati in Sudtirolo gli Uffici germanici di immigrazione e rimpatrio (Amtliche Deutsche

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Page 43 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
da funzionari nazisti di concerto col regime fascista il quäle sfruttö l’accordo sulle opzioni per mandar via dagli ospedali psi chiatrici italiani i pazienti di lingua tedesca. 85 Si trattava dei manicomi trentini di Pergine e di Nomi, dell’Ospedale psichiatrico di Udine, dell’Istituto psichiatrico di Gemona e l’Istituto ergoterapico „Stadlhof“ di Bolzano. Nella notte del 26 maggio 1940 parti dalla stazione di Pergine un convoglio carico di 299 sudtirolesi, alcuni dei quali saranno uccisi a Hartheim

. 86 Emilio Löss, classe 1920, all’epoca sergente del 61° reggimento di fanteria „Trento“, ricorda Fevento con straordinaria luciditä. Al momento del trasferimento dei pazienti psichiatrici, egli si trovava alloggiato con un battaglione in un capannone dimesso di un’azienda di imballaggi a ridosso del campo sportivo di viale Dante. In un tardo pomeriggio dl maggio 1940 abbiamo visto sui blnarl della stazione ferrovlaria due vagoni con le flnestre sbarrate, come I cellulari che trasportano i detenutl

Option Zeitgeschichte disabile fisico, come qualsiasi altro „diverso“, perche la diversitä era causa di paura paranoicale. Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie de- signate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione e eutanasia sviluppa- te poi nella Sboah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti, riguardarono proprio la persecuzione e i campi di uccisione dei disabili, vestibolo di quelli che di li a poco saranno i campi di concentramento

poi il resoconto al Comitato di medici del Reich appositamente istituito che selezionava i bambini da trasferire negli oltre venti reparti pediatrici di ospedali dislocati nel Reich. Qui i bambini venivano usati come cavie per esperimenti ed uccisi somministrando loro barbi- turici - soprattutto morfina-scopolamina, luminal e veronal - oppure venivano semplicemente lasciati morire di fame. Di li a poco il Führer ordinö anche Feliminazione degli adulti disabili e Foperazio- ne ebbe a chiamarsi

T4 seguendo le modalitä burocratiche consolidatesi per i bam bini. Per Feliminazione degli adulti, che erano piii numerosi dei bambini, il regime passö dalla somministrazione di farmaci alle camere a gas. Per tenere nascosto lo sterminio, il regime organizzö la predisposizione di falsi certificati e di lettere di condoglianze volti ad ingannare i parenti delle vittime. Quando si diffuse la no- tizia di quanto aweniva, ed erano giä state eliminate circa 80.000 persone, Hitler ordinö nell’agosto del 1941

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Page 27 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte I contatti tra i due Stati awenivano attraverso il ministero degli Esteri il cui rappresentante in Sudtirolo fu il console a Milano Otto Bene 45 . Come rappresen- tante del govemo tedesco per il trasferimento dei sudtirolesi il console fu attivo fino aü’ottobre 1941. Poi, una volta che l’Italia nominö un alto commissario per il trasferimento, anche da parte tedesca si nominö un alto commissario nella persona del console di Genova, Ludwig Mayr-Falkenberg, cui successe nel

nuovi territori di insediamento degli optanti. A ca- po della Kulturkommission fu posto l’SS-Obersturmbannfiihrer Wolfram Sievers il quäle nella primavera del 1940 venne in Sudtirolo a prendere contatti col capo del servizio cultura dell’ADO Norbert Mumelter. La Kulturkommission divenne opera- tiva dall’estate del 1940 e si awalse secondo i dati del primo rapporto del febbraio 1941, di 30 addetti germanici e di 26 sudtirolesi suddivisi in 15 sottogruppi. 48 05 05 DERSCHLERN 25 Heft

Esteri Ciano per l’Italia prevedevano che gli optanti potessero asportare con se tutta una Serie di beni mobili. Le persone ... possono portare seco in Germania, in esenzione da diritti, dogana e spese di trasporto ferroviario, tutti i beni mobili in loro possesso alla data del 23 giugno 1939, restando inteso che le spese di trasporto ferroviario sul tratto italiano sono a carico del Governo italiano e tutte le spese dal confine del Reich saranno a carico del Governo ger- manico. (...) I beni mobili

da muro, antichi rivestimenti di pareti, stufe di maiolica, ecc.j. Inoltre le vetture di uso personale nonche gli utensili di artigiani e o di artisti. Gli oggetti da esportare non saranno considerati nella stima. 46 Ohre agli oggetti di uso personale le norme prevedevano anche l’esportabilita degli oggetti posseduti dalle Associazioni dei musei che si riferivano alla „cultura germani ca“. 47 Per mettere in pratica quanto stabilito, Himmler emanö un decreto con il quäle si demandava alla

16" commissione delle SS (Ahnenerbe 16) di prendersi carico del patrimonio culturale, sia materiale che spirituale degli optanti sudtirolesi. II ruolo della commissione era duplice: da una parte essa era chiamata a reper- toriare e catalogare, mettere al sicuro e spedire in Germania i beni culturali degli optanti, ora visti come legittime proprietä del Reich, dall’altra essa aveva il compito di studiare gli aspetti folcloristici del territorio sudtirolese per poterli riprodurre il piu fedelmente possibile nei

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Page 29 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
che tali forme sarebbero Sorte anche altro- ve per esempio nella valle d’Aosta, ma che nessuno si sognerebbe di dire che sono francesi. Qualche mese piü avanti si addivenne ad una piu precisa regolamentazio- ne, ma le questioni del patrimonio artistico non forono di fatto mai disciplinate con precisione, d’altronde sarebbe stata un’impresa folle intraprendere un’analisi induttiva di ogni oggetto col fine di assegnarlo o meno alla cultura romanza o a quella germanica. I documenti del fondo Nicolö

Rasmo testimoniano comunque del grande interesse che il Reich riservö alla esportazione il piü possibile massiccia e capillare del patrimonio artistico-culturale sudtirolese. Una insistenza irrefrenabile al punto che il soprintendente Rusconi ebbe a chiedere aiuto al ministro dell’edu- cazione Bottai dichiarando cio che mai avrebbe potuto osare dire ai rappresentanti germanici della Kulturkommission : E superfluo ripetere che tutta l’arte attoatesina, sempre attraverso i secoli sotto t’inftuenza

dell’arte italiana e di carattere intimamente mediterraneo e latino, costituisce un blocco a se stante ben distinguibile dall’arte delle altre regioni italiane come dei paesi tedeschi che la circondano non meno di quella zona alpina del Piemonte che nessuno oserebbe chia- mare francese per il fatto che quella popolazione da secoli usa assieme all’italiano anche tale lingua. Comunque, qualora fosse intendimento del nostro Governo di eliminare dall’Al to Adige tutto quello che potrebbe ricordare

la dominazione tedesca, non e da dimenticare che a Trento esiste un Museo Nazionale net quäle possono venire, come in qualsiasi altro museo, seguendo anche il solo criterio della qualitä, raccolti e conservati anche oggetti d’arte attoatesina senza timore che possano compromettere l’italianitä della provincia e con minor danno che permettere la dispersione nei Musei germanici dei tesori d’arte della nostra regione o la loro raccolta in un unico grande museo germanico, di cui da tempo si parla, a vivo ricordo

facendoci bale- nare il pericolo di pressioni da parte delle autoritä germaniche per la revisione degli accordi in base al temuto programma di massima. Comunque in proposito si poträ essere piü pre- cisi dopo awenute le riunioni tra il Delegato italiano e quelli germanici fissate per la fine del mese corrente. In ogni modo sarebbe opportuno conoscere fin d’ora se e fino a che punto l’Ecc. Bocchini, rispettivamente il Governo Italiano, abbiano preso effettivamente impegni in materia col Governo Germanico

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Page 79 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte ADT Supplemento al Promemoria del 27 luglio 1939 Bolzano, 9 Agosto 1939 Nella rivista „Athesia Augusta“ e apparso un articolo sul trasferimento degli altoa- tesini, articolo che evidentemente proviene dalla fonte piü autorevole della Provincia (Vedere allegato). I chiarimenti contenutivi ammettono le piü opposte interpretazio- ni come tutte le precedenti comunicazioni ufficiose nella stessa materia. Ora e stato pubblicato anche il testo del disegno di legge relativo

in patria. Inoltre in questi ultimi tempi awiene sempre piü spesso che - evidentemente in seguito ad un cenno reale o immaginario delle Autoritä - sono privati della rappresentanza ed in seguito anche del guadagno i rappresentanti nativi delle Ditte italiane. Da parte germanica si fa proclamare sempre piü vigorosamente da numerosi agitatori fino nei piü remoti casolari della Provincia che negli accordi di Berlino fu decisa l’evacuazione totale della popolazione altoatesina tedesca e che e la volontä

irremovibile del Reich e del „Führer“ che la stessa sia assolutamente eseguita. Que sto volere di Hitler manifestato senza incontrare contraddizione crea nelle popola- zioni una nefasta psicosi migratoria. Il 2 agosto il Reichsleiter Himmler, capo della polizia germanica, convocö ad Innsbruck per una conferenza segreta dei rappresentanti dell’ organizzazione na- zionalsocialista locale (vale a dire dei cittadini italiani). Anche Himmler ha dichia- rato inevitabile il trasferimento di tutti gli altoatesini

e di farnelo promotore. Si accenna alla pretesa determinazione del Reich, di creare degli abitati piü compatti che possibili di altoatesini nel Reich. Si pretende „di voler osservare le caratteristiche e le tradizioni della popolazione atesina negli abitati del Reich“. Del fatto che si intenderebbe di trasferire intere comunitä come tali risulterebbe la pos sibilitä di erigere delle apposite parrocchie per la popolazione altoatesina nel Reich. Allegato 4 Supplemento al promemoria per il vescovo Endrici del

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Page 31 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
cosi a divenire il gruppo po litico piü impegnato nella Propaganda a favore del trasferimento in un presunto e soltanto promesso insediamento chiuso, dove il VKS sarebbe divenuto l’uni- co gruppo politico di riferimento. In un rapporto del 20 luglio il VKS aveva, quantunque obtorto collo, preso ormai netta ed inequivocabile posizione a favore dell’Opzione: Die Führer der Bewegung haben zu ihrem Schmerz eingesehen, dass der Boden nicht mehr zu retten ist, wenn kein Wunder geschieht. Daher

Option Zeitgeschichte Nell’aprile del 1939 si recö a Monaco una rappresentanza del VKS e del DV dove Himmler li mise al corrente di quanto si stava profilando e del „sacrificio“ che loro veniva richiesto. Entrambi i gruppi politici rifiutarono il progetto di trasferimento considerando la proposta in contraddizione con il motto hitleriano gridato fin dal- la costituzione del Terzo Reich: Blut und Boden, sangue e suolo, che nell’ideologia nazionalsocialista, erano un tutt’uno indivisibile

. Ma il regime di Hitler non era disposto a discutere. L’asse Roma-Berlino aveva per il Führer un interesse strategico imprescindibile, per cui nonostante il diniego dei rappresentanti del DV e del VKS si arrivö all’accordo di Berlino del 23 giugno. Che fare ora che l’accordo era stato sottoscritto? Di fronte alla sorditä di Hitler, la prima reazione del DV e del VKS fu quella di opposizione all’idea di abbandonare la propria terra per emigrare nel Reich. Il 28 giugno infatti gli esponenti del VKS e del

DV si erano incontrati a Bolzano per la prima volta da due anni a quella parte in riunione congiunta dove si concordö una presa di posizione comune rispet- to all’accordo di Berlino. Da quella riunione scaturi che a nessuna condizione i due gruppi politici accettavano il trasferimento del popolo sudtirolese nel Reich 5 *. Ma giä un giomo piü tardi si capisce da un volantino come il gruppo irredentista sudtirolese piü vicino a Hitler non se la sentisse di venir meno alla giurata fedeltä al Führer

sull’Opzione ed il 30 giugno la notizia si diffuse capil- larmente in tutto il Sudtirolo provocando incredulita e sbalordimento. 60 Dopo un primo categorico rifiuto del DV e del VKS dell’accordo sull’Opzione, le strade dei due gruppi politici si divaricheranno diametralmente. Il DV andö a divenire il gruppo politico catalizzatore dei Dahleiher, coloro i quali rifiutavano il trasferimento nel Reich. Dall’altra parte il VKS 1’8 luglio dichiarö ufificialmente al DV di schierarsi a favore dell’Opzione andando

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Page 15 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
che impose la lingua nazionale su tutto il territorio del Regno e quindi anche nelle Volksschulen. La didattica scolastica venne impartita esclusivamente nella lingua dello stato italiano 18 con la possibilita di poter fruire di ore aggiuntive di seconda lingua, vale a dire di lingua madre „nei comuni ove si parli abitualmente una lingua diversa“. Per ottenere l’insegnamento della lingua madre di tre ore alla settimana, all’inizio dell’anno doveva essere prodotta domanda di iscrizione al corso dai

Option Zeitgeschichte tevano ancora la possibilita, per le popolazioni di nazionalita tedesca residenti in Polonia, Cecosiovacchia e Ungheria, di un loro trasferimento verso la Germania, a condizione che l’immigrazione verso la Germania awenisse in modo ordinato ed umano. £ il punto 13 del trattato, riguardante espressamente il trasferimento delle popolazioni tedesche: I Tre Governi, avendo esaminato la questione in tutti i suoi aspetti, concordano sul fatto che l’evacuazione verso la Germania

che i trasferimenti di popolazioni erano prowedimenti ritenuti leciti da tutta la comunitä politica intemazionale, non solo dagli stati dittatoriali. 3.2.1 La snazionalizzazione del Sudtirolo E del 23 ottobre del 1923 il decreto del prefetto della Venezia Tridentina Giuseppe Guadagnini che ordinava l’uso esclusivo della lingua italiana per tutti gli organi politici, negli uffici pubblici e in tutti gli enti pubblici, istituti, stabili- menti ed opere pie, consigli e consorzi che stessero sotto

il controllo di un’auto- rita statale, provinciale o comunale. Ed il 28 ottobre, un altro decreto prefettizio prescriveva la lingua italiana nei manifesti, segnalazioni, tabelle, cartelle, insegne, ammettendo la traduzione accanto al testo italiano solo in quei comuni dove „la lingua d’insegnamento nella scuola popolare non e ancora interamente l’ita- liana“. Il Regime fascista diede cosi inizio ad una graduale opera di demolizio- ne e rimozione della cultura autoctona. Si cominciö col sistema scolastico

genitori o da chi ne faceva le veci. Il corso, una volta richiesto, aveva carattere di obbligatorietä. Fu cosi, che come risposta ai prowedimenti inibitori del Regime fascista si diffusero un po’ in tutto il Sudtirolo giä a partire dal 1924 le Katakombenschulen (le scuole nelle catacombe), istituzioni clandestine fondate dal canonico Michael Gamper (1885-1956) volte all’insegnamento agli scolari in lingua tedesca. Furono circa 30.000 gli studenti che ne usufruirono. Le scuole d’infanzia furono

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
e tedeschi si riu- nirono nella sede del Comando delle SS, sotto la presidenza del Reichsführer delle SS Heinrich Himmler nominato solo una settimana prima „Commissario del Reich per il rafforzamento della nazionalita tedesca“ ( Reichskommissar für die Festigung deutschen Volkstums). In quell’incontro 28 durato non piü di due ore venivano stabiliti i punti essenziali dell’operazione di „ricomposizione fondiaria etnica“ 29 , punti che sarebbero stati via via perfezionati sino alla firma definitiva delle

Option Zeitgeschichte Partenza per Berlino. In viaggio parlo con Mastromattei, prefetto di Bolzano, al quäle mostro il testo del trattato. Afferma che il preambolo, cot riconoscimento definitivo delle frontiere, darä una grande scossa all’lrredentismo atesino . 27 Il 23 giugno 1939 venivano siglati a Berlino gli accordi sul trasferimento della po- polazione sudtirolese con l’obiettivo - dichiarato di comune accordo - di dare „soluzione definitiva del problema sudtirolese“. I delegati italiani

tre convenzioni del 21 ottobre, da parte del console generale di Germania a Milano Otto Bene e del prefetto di Bolzano Giuseppe Mastromattei. Vennero date alla stampa soltanto le „Norme per il rimpatrio dei cittadini germanici e per l’emigrazione di allogeni 30 tedeschi dall’Alto Adige 31 “ mentre le altre due convenzioni riguardanti le questioni economiche del trasferimento furono secretate. Tre giorni prima, il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano cosi annotava nel suo diario: Con Clodius

32 ho definito le ultime clausole dell’accordo per l’Alto Adige che verrä fir- mato entro domani. Ho cercato ancora di contentare anche alcune sue richieste di na tura economica e per facilitare il transito. Sono d’avviso che convenga fare tutto quan- to e possibile in favore dei Tedeschi pur di esimerci dal dover prestare la solidarietä militare . 33 Il ministro degli Esteri italiano spera ancora che l’Italia possa chiamarsi fuori rispetto alle imprese belliche del Führer nonostante la firma del Patto

d’Acciaio tra i governi di Italia e Germania. Il patto era stato sottoscritto il 22 maggio 1939 proprio da colui che mal sopportava una alleanza cosi Stretta e coercitiva con la Germania, Galeazzo Ciano, e dall’omologo ministro Joachim von Ribbentrop. Il Patto d’Acciaio che tra l’altro, per volontä italiana, sanciva l’inviolabilita della frontiera del Brennero, obbligava i due stati a fornire reciproco aiuto politico e diplomatico, aiuto che sarebbe stato esteso al piano militare qualora si fosse

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
e nell’autunno del 1939 la discrimi- nazione fu estesa anche a livello dei lavoratori piü precari e quindi piü vulnerabili e ricattabili, i raccoglitori della frutta. Cosi scrisse il canonico Michael Gamper nel suo rapporto di fine luglio al vescovo della diocesi di Trento Celestino Endrici: Ogni anno al tempo della raccolta della frutta migliaia di nativi disoccupati trovano lavoro. Quest’anno invece fu proiblto ai grandi Consorzi dl frutticoltori di assumere nuovamente i provati operai nativi. A questa

Option Zeitgeschichte E, sempre secondo Ferrandi, la proposta del trasferimento sarä ripresa in mano qualche mese piü tardi dal console germanico a Milano Otto Bene. Fu dalle assemblee del 15 e del 22 luglio che il VKS prese uffcialmente la decisione di spendersi a favore dell’emigrazione in Germania. 69 Con l’Opzione il regime fascista intendeva liberarsi degli elementi piü scomodi, piü ostili al regime. Il govemo fascista era contrario ad un esodo massiccio della popolazione sudtirolese

, ad una soluzione etnica radicale. Si auspicava un indeboli- mento etnico della popolazione con la partenza di circa 60.000 persone tra le quali dovevano per forza rientrare quegli elementi irredentistico-separatisti, quegli irridu- cibili che ostacolavano i piani di snazionalizzazione. In questo senso si espresse il federale Macola il 20 agosto a Bressanone in un’assemblea dove erano convenuti podesta e membri del partito. 70 Rivelatore che queste e non altre erano le mire del regime fu il fatto

, come giä abbiamo pocanzi accennato, che nelle norme attuattive dell’Accordo sottoscritte il 21 ottobre 1939, l’Italia aveva posto una cifra massima di spesa per il pagamento dei beni degli immobili degli optanti al corso agevolato pari a 1 miliardo di lire, vale a dire grosso modo soltanto un quindicesimo del pa- trimonio di proprietä dei sudtirolesi tedeschi. La snazionalizzazione del Sudtirolo, la totale italianizzazione era un obiettivo finale che si sarebbe conseguito attraverso il processo

il Regime aveva gia posto in essere. Fu in questo modo che da parte italiana si intese favorire l’emigrazione. La norma che si andö ad inasprire fu quella dell’esclusione dei sudtirolesi dal diritto al lavo- ro. Nel pubblico impiego si assumevano quasi esclusivamente cittadini di lingua italiana provenienti dalle vecchie province del Regno ed al medesimo cirterio si at- tenevano gli uffici di collocamento quando si trattava di occupare posti di lavoro resisi vacanti nelle aziende private. Nell’estate

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
si espone tutta una Serie di argomentazioni contro i piani di trasfe- rimento del popolo sudtirolese che i due dittatori stavano ponendo in essere e si insiste sulla fedeltä, disciplina ed obbedienza al Führer che il popolo sudtirolese non gli aveva mai fatto mancare. In esso vi si afferma chiaramente che nel settem- bre 1938 in concomitanza con la conferenza di Monaco nella quäle Hitler soste- nendo il diritto aH’autodeterminazione dei tedeschi sudeti ne richiese l’annessione del territorio al Reich

Zeitgeschichte Option Che i due gruppi politici sudtirolesi si trovarono di fronte ad un’altemativa impo- sta dall’alto, ga va sans dire. Ma non vi era nessun’altra via d’uscita? Erano costretti nelle angustie di un forzoso prendere o lasciare? Da un rapporto del VKS dell’apri- le 1939, indirizzato alla Volksdeutsche Mittelstelle (VOMI), vale a dire la Sezione cen trale dei tedeschi fuori dal Reich, pubblicato per la prima volta da Leopold Steurer nel 1980 62 sembrerebbe di no. Nel rapporto

, agenti dei servizi segreti inglesi muoventesi in chiave anti asse Roma-Berlino presero contatto con esponenti del DV e del VKS non solo per sostenere azioni di terrorismo contro la dittatura fascista. A quanto emerge il Secret Service formulö anche la proposta di un fattivo sostegno nel caso in cui i due gruppi politici avanzassero apertamente la richiesta di un referendum per l’autode- terminazione: Das Südtiroler Volk steht mit beispielloser Disziplin und mit einer Geduld, die oft als Schwäche

mit der schwebenden sudetendeutschen Frage auch ihr Selbstbestimmungsrecht vor der Weltöffentlichkeit zu fordern, hat die Volksgruppe darauf verzichtet. Nur die Rücksicht auf die politischen Notwendigkeiten des Reiches gaben den Ausschlag. 63 E la presenza dei servizi inglesi in Sudtirolo e altresi richiamata nel 1940 da Franz Pisecky, il direttore della stampa del Gau Tirolo-Vorarlberg, il quäle in una brochure di Propaganda nazista, cosi affermava: Aus dem sicheren Hinterhalt eines neutralen Staates warfen

die Agenten des englischen Geheimdiestes ihre Köder und spielten sich als Beschützer der deutschen Volksgruppe in Südtirol auf. 64 Certo, questa vicenda raccontata da Steurer e ripresa da Pallaver avrebbe bisogno di essere ulteriormente corroborata da un riscontro incrociato con atti ufficiali dei servizi segreti britannici. Nell’aprile del ’38 Hitler, perfino per alcuni componenti del DV, e ancora visto come il potenziale liberatore, il protettore della minoran- za tedesca oppressa dal fascismo

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
, da parte di fascisti venuti da fuori, costitui il prodromo della politica di assimilazione che con la caduta dello stato liberale parlamentare nell’ottobre del 1922, il governo fascista andö ad attuare negli anni successivi. 3.2 Gli spostamenti di popolazione nel periodo tra le due guerre In sintonia con lo spirito del trattato che le potenze vincitrici firmarono nella reggia di Versailles chiamate a ridisegnare la carta politica del vecchio continente stravolta dal crollo di quattro imperi (austro

Zeitgeschichte Option no del 1921 fino al 1923, circa il 90% dei ferrovieri, i quali dovettero emigrare nel Tirolo del Nord. Inizialmente furono costretti ad alloggiare in vagoni di emergenza sul binario morto della stazione di Innsbruck. II personale venne rimpiazzato dal massiccio arrivo di ferrovieri italiani. Questo evento, assieme all’uccisione, il 24 apri- le 1921, dell’insegnante di Marlengo/Marling Franz Innerhofer durante una sfälata in costume in occasione della fiera di Bolzano

-ungarico, russo, tedesco e turco) si andarono ad attuare nel periodo tra le due guerre una Serie impressionante di trasferimenti di popolazione. Cosi in applicazione di una convenzione firmata tra Grecia e Bul- garia il 27 novembre del 1919 si attuö uno scambio di popolazione dove 37.215 persone greche di nazionalitä bulgara si trasferirono in Bulgaria e 33.810 persone di nazionalitä greca lasciarono la Bulgaria per trasferirsi in Grecia, operazione che si concluse solo a fine maggio 1927. Negli anni

forzato di popo- lazioni. 15 Nello stesso periodo vi fu uno scambio tra greci e bulgari che coinvolse all’incirca duecentomila persone, scambio che era giä stato deciso nel trattato di pace di Neuilly del 1919. E nel successivo trasferimento di popolazioni, quello del 1936 tra la Turchia e la Romania, che vide la diaspora di 67.000 turchi dalla Roma nia verso la Turchia, cosi pure negli accordi riguardanti il trasferimento di centinaia di migliaia di Volksdeutschen sovietici all’intemo del Reich

. Si applicö lo spirito del trattato di Losanna, il quäle fungerä da fondamento giuridico, da paradigma per la soluzione etno-nazionalista dei casi a venire. E cosi che 180.000 Volksdeutsche ven- nero trasferiti verso il Reich dalla Volinia e dalla Galizia, 130.000 dalla Bucovina e dalla Bessarabia 16 , 113.000 da Lettonia, Lituania ed Estonia, 55.000 dalla Romania e circa 76.000 dal Sudtirolo. Il trasferimento di popolazione non fu un’esclusiva di govemi dittatoriali o di giovani democrazie. Il primo

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Page 65 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
tu Paaqua , tra la popolaalone rurale del fondo della valle 11 novud&tto i* . Tutta la vita rurale 6 inquadrata nell* «celesiustico , anche la vita profane d elevata nella sfers sacra della fede cattolica . lila stesaa vita del rurali attinge la consacrazione ed 11 suo valo» re . Coal sl apiega ohe anche alle tradizioni tramandate dal padri ed ai oostu..<i popolari 6 inerente un certo quäle carattere religiöse . Yi prehde parte anche la lingua del popolo. L’attac* camento alla lingua materna non nasce

da qualohe attag r iaaento sciovinietlco. La lingua , nella quäle 1’altoatesino imparb lt BUc prim; orazioni dslln i adre, la lingua , nella quäle ogni dornenica gli 6 annunciata la parola di Di , la lingua , nel* la quäle da aecoli si fanno le divozionl dcneatiche , la lin* gu - che 4 la chiave del suo aniac altrimenti cosi Chinau, gli sembra qualehec>aa di aacro, rinußciarvi gli aembra qaalehecosa dl talmente ontrario alLa tradizione conaacrata , ehe adeaso, redend sl posto di fronte alla tr menda

Optio Zeitgeschichte - 14- w interroape 11 luvoro ln oaapagan per reeltare la au u preghie» " ra . u tutte 1« sere , per quant 11 fialoo aturnso per 11 auro lavoro della glcrnata irrvochi 11 rip ao, 11 ooatadlac ol iagiauc« ehia nella stanssa comun.» della fumiglia eon i f i fc H a la st ritt par reeltaro anaora n roa&rio, Rai cuiauni di a^ntagiui queeto uao eaiste tuttor* eomo al teape degli anteuati . II oento 000 degli abitanti dei comuni dl aontagna adeaple fadelmente 11 dovere domenleale

, um sende che era tntto fandsto in Diu, Christo, nella Ofciesa. U >to crclio ofee aworrt per la teta* u u l ioI u> » i- ts a

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Page 28 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
testi dell’accordo italo-germanico, mentre verrebbero quasi automaticamente eliminate se si fosse d’accordo sulla definizione cultura-Kultur, si determina, preliminarmente, di rimettere alle Autoritä competenti di diri mere tale divergenza, impartendo in seguito ai rappresentanti le istruzioni del caso. Fatto letto e sottoscritto in due originali tedeschi e due italiani. Franz Hüter Carlo Gallia Carmelo Trasselli 49 La sera dello stesso giomo si riuniva a Trento nel Castello del Buonconsiglio

agli optanti emigrati di poter portare nel Reich il loro patrimo- nio artistico, patrimonio della nazione tedesca. 50 Ma anche in questa riunione si incappö nella vastitä semantica del termine cultura/Kultur e del derivato patrimonio culturale. Ringler avrebbe voluto che fosse defmito precisamente e cito ad esempio l’artista sudtirolese Michael Pacher. Rusconi controbatte che „l’opinione italiana e tedesca circa l’appartenenza nazionale dell’arte di Pacher divergono“ a cui Ringler replicö

Heft Option Zeitgeschichte I generici enunciati di „collezioni ed archivi privati che si riferiscono alla cultura germanica“, e „oggetti posseduti dalle Associazioni dei Musei riferentesi alla cultura germanica“ contenuto nelle norme del 21 ottobre all’art. 27, non manch di provoca- re accese disquisizioni tra i delegati italo-germanici della commissione cultura pre- posti a decidere nel concreto cosa dovesse rientrare nell’accezione „cultura germa nica“ e quindi potesse essere esportato

in Germania. Nelle riunioni appositamente convocate per dirimere la questione, i rappresentanti italiani cercarono di restringere il campo semantico del termine di cultura alla sola creazione dell’ingegno. Da parte germanica, si cercö invece di estendere al massimo il significato della parola Kultur comprendendo oltre al concetto astratto di produzione dell’ingegno, anche la sua realizzazione indipendentemente dal fatto che si trattasse di realizzazioni di ordine privato o a carattere pubblico

o se a quella romanza, se dovesse prevalere il criterio della „territorialitä“ o quello della vicinanza alla „nazione“. Non se ne veniva a capo finche non si andava a definire con precisione i concetti di „cultura/Kultur“. Il verbale della riunione del 31 luglio e 1° agosto 1940 tenutasi presso l’Archivio di stato di Bolzano si conclude- va con un nulla di fatto: Osservato che tutte queste questioni derivano soprattutto dalla diversa interpretazione delle espressioni cultura-Kultur, che si trovano nei due

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Page 45 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
-190. 3 Hobsbawm E. J., op. cit., p. 170. 4 Corni G., Spostamenti di popolazione nella Seconda guerra mondiale. Una nuova fön te sulle opzioni in Sudtirolo (1939-1943), in: Demokratie und Erinnerung Südtirol - Österreich - Italien, in: Hartungen (von) C./Heiss H./Pallaver G./Romeo C./Verdorfer M. (edd.), Innsbruck 2006, p. 163. 5 Hobsbawm E. J., op. cit., p. 172. 6 Institut national de la statistique et des etu- des economiques, Les transferts internatio- naux de populations, Paris, 1946

, pp. 22/23. 7 Cfr. Pianciola N., L'Europa degli spostamenti forzati di popolazione (1912-1953), in: Har tungen (von) C./Miori F./RosaniT. (edd.), Le lettere aperte 1939-43: l'Alto Adige delle Opzioni, Bolzano 2006, pp. 40-41. 8 Si tratta della nota ottomana n. 3.563 del 22 giugno-5 luglio 1914. Cfr. Les transferts internationaux de populations, op. cit., p. 25. 9 „II mondo deve essere reso sicuro per ogni nazione pacifica che, come la nostra, deside- ra vivere la propria vita, stabilire liberamen- te le sue

istituzioni, essere assicurata della giustizia e della correttezza da parte degli altri popoli del mondo, come pure essere assicurata contro la forza e le aggressioni egoistiche. Perciö il programma della pace del mondo e il nostro stesso programma; e questo programma, il solo possibile secon- do noi, e il seguente. 1 Pubblici trattati di pace, conclusi apertamente, dopo i quali non vi sa- ranno piü accordi internazionali privati di qualsivoglia natura, ma la di- plomazia procederä sempre francamente

e pubblicamente. 2 Libertä assoluta di navigazione sui mari, al di fuori delle acque territo- riali, sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra. 3 Soppressione, nei limiti del possibile, di tutte le barriere economiche e stabilimento di condizioni commerciali uguali per tutte le nazioni che consentono alla pace e si accordano per mantenerla. 4 Garanzie sufficienti che gli armamenti nazionali saranno ridotti all'estre- mo limite compatibile con la sicurezza interna del paese. 5 Composizione libera, in uno

spirito largo e assolutamente imparziale, di tutte le rivendicazioni coloniali, fondata sul rigoroso rispetto degli inte- ressi delle popolazioni interessate. 6 Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni concernenti la Russia, per assicurarle una sincera accoglienza nella So- cietä delle Nazioni libere sotto un governo che essa stessa avrä scelto. 7 II mondo intero sarä d'accordo che il Belgio debba essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo di limitare

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Page 13 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
nella Prima Guerra Mondiale, dieci mesi dopo l’inizio delle osti- litä in Europa. Chi non possedeva questi requisiti, circa trenta mila persone, aveva facoltä di optare per la cittadinanza italiana, in base all’articolo 22 del trattato di Saint Germain, con apposita domanda da presentare presso i Comuni. La gran par- te di queste persone erano impiegati, ferrovieri, insegnanti che si erano trasferiti in Sudtirolo provenienti da ogni parte dell’impero. Il diritto di opzione, come awerrä anche nel

dell’awento del lavo- ro industrialmente organizzato e della societä di massa. A chi, per non conformitä etnico-linguistica, non voleva o non sapeva adeguarsi, i trattati di pace firmati dalle potenze alleate, stabilivano la possibilitä di lasciare il proprio tetto, i legami, gli affetti, per ricongiungersi in uno Stato dove la „razza“ e la lingua del minoritario erano invece la maggioranza, erano la compattezza e la forza di un’altra nazione. 3.1 Le prime opzioni Con l’articolo 80 del trattato di Saint

veniva a diventare cittadino dello Stato serbo-croato- sloveno, avrebbe potuto optare per ricongiungersi al popolo rumeno. Coloro i quali non avessero esercitato il diritto di opzione andavano ad acquisire automaticamente, in base aH’art. 70 del trattato di Saint Germain la cittadinanza del nuovo stato, pur- che fossero domiciliati con diritto di residenza in un comune del Sudtirolo almeno a partire dal 24 maggio 1915, il giorno in cui l’Italia entrava in guerra contro gli Imperi centrali, gettandosi

social- democratico di cui i ferrovieri costituivano il pemo del movimento. Discriminate furono anche quelle persone che piü in generale si erano esposte durante la guerra con iniziative contro l’Italia. La categoria di lavoratori piü colpita dal rifiuto di otte- nere la cittadinanza italiana fu quella dei ferrovieri, una categoria invisa alle autoritä italiane, ma anche concorrente del Deutscher Verband, il neo movimento di matrice cattolico popolare e liberale difensore primo della causa

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Page 35 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte ticolareggiati pro memoria dattiloscritti. Gamper sapeva leggere con lucidita quelle che erano le poste in gioco, quali erano i fmi del Duce e quali quelli del Führer e per conto di chi parlavano gli agitatori dell’una e dell’altra parte che irruppero nell’evento, sapeva come si muoveva il govemo fascista e come quello nazionalso- cialista. Nei suoi rapporti egli stigmatizzava le subdole misure contro i nativi sudti- rolesi di lingua tedesca e sbugiardava la Propaganda

attivi della Propaganda a favore dell’opzione per il Reich fos- sero i fascisti. Erano i fascisti che volevano una volta per tutte risolvere il proble- ma dell’irredentismo sudtirolese, loro avevano la difficoltä „in casa“, non i nazisti. Con l’annessione dell’Austria (13 marzo 1938) da parte di Hitler, il regime del duce preso in contropiede e accusato lo choc, mosse la propria diplomazia con un obiet- tivo primario e irrinunciabile: la difesa della frontiera del Brennero e lavorö inten- samente

in questo frangente afifmche si arrivasse al piü presto ad una forte e netta dichiarazione di rinuncia ad ogni pretesa espansionistica in Sudtirolo da parte degli amici oltralpini. Dichiarazione sull’intangibilitä del confine del Brennero che il Führer pronunciö a Roma neanche due mesi dopo. Era il 7 maggio 1938. Voi ed io divenuti immediati ed ammaestrati dall’esperienza di due millenni intendiamo riconoscere la frontiera naturale che la provvidenza e la storia hanno palesemente tracciato fra i nostri

ne risulterä un avvenire glorioso e prospero. 67 La dichiarazione sull’intangibilita del confine del Brennero rafEgurö l’epitaffio del le aspettative sudtirolesi di liberazione territoriale dal regime fascista da parte del grande Reich. Per l’irredentismo sudtirolese fu una vera e propria mazzata che apri di li a poco la strada alla soluzione radicale del problema sudtirolese: il trasferimen- to nel Reich della popolazione. All’indomani della dichiarazione del 7 maggio, non mancarono all’interno del VKS

divisioni e persone che misero in dubbio la fedelta al Führer. Erano il gruppo che faceva riferimento al giä sindaco di Bolzano Julius Perathoner ed una ffangia di aderenti i quali avevano in Ossi Clara il loro leader. La fronda resto pero confinata al contesto bolzanino e non intaccö la compattez- za del movimento nazionalista nelle valli. Secondo lo storico ufficiale del regime fascista in Sudtirolo Mario Ferrandi, il quäle suppone avere notizie di prima mano, fu proprio nell’occasione della solenne

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