7,869 items found
Sort by:
Relevance
Relevance
Publication year ascending
Publication year descending
Title A - Z
Title Z - A
Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/611988/611988_316_object_5805638.png
Page 316 of 648
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXIII, 619 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II 341.268
Intern ID: 611988
, di questa verità, la quale non si puo a patto alcuno chiamar in dubbio; che questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono ritmovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana”. (ivi, pp. 541-542). 7) Qui si possono naturalmente richiamare le ben note “degnità” VI e VII. “La filo- sofia considera l’uomo quale dev’essere, e si non puó fruttare ch’a pochissimi, che vogliono vivere nella repubbllca di Platone, non

rovesciarsi nella feccia di Romolo. La legislazione considera l’uomo qual é, per fame buoni usi nell’uma- na società” (cf. ivi, pp. 496-497). 8) La teoria del vemm-factum, si presenta, nella sua originaria formulazione, all ’ In- temo della fondazione metafisica del sapere, annunciata già nel De nostri temporis studiorum ratione e ripresa e piu teoreticamente rielaborata nel Liber metaphysicus del De antiquissima italorum- sapientia. Già nel De Ratione, comunque, si profi- la, dal punto di vista

gnoseologico, la critica di alcuni presupposti della filosofia cartesiana. Tuttavia, la questione del metodo, come ben sanno i lettori e gli stu- diosi di Vico, non è finalizzata soltanto ad una presa di distanza dal criterio eono- scitivo delle idee chiare e distinte, ma anche e soprattutto all’esigenza di rinveni- re una organizzazione metodica ed epistemica del sapere civile (la pedagogia, la storia, la scienza delle umane utilità). “La scienza umana - scrive Vico nel De Antiquissima - è nata dunque

íuttavia le “pruove filologiche servono per farci vedere di fatto le cose meditate in idea d’intorno a questo mondo di nazioni (...); ond’é che, per le pruove filoso- fiche innanzi fatte, le filologiche, le quali succedono appresso, vengono nello stesso tempo e ad aver confermata Fautorità loro con la ragione ed a confermare la ragione con la loro autorità” (ivi, pp. 553-554). 6) Le “dense tenebre” sono quelle che awolgono le antichità remote dei primi popoli greci e che nella diplntura

da un difetto della nostra mente, ossia dalla sua estrema limitatezza, per cui è fuori da tutte le cose che aspira a conoscere, e, poiché non le contiene, non traduce in effetto le cose vere che si sforza di rag- giungere. Ma scienze certissime sono quelle che espiano il vizio di origine, e per mezzo delle operazioni diventano simili alla scienza divina, in quanto vero e fatto si convertono. Da quanto si è sinora dissertato, si puó senz’altro concludere che il criterio e la regola del vero consiste nell

3
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
2005
¬La¬ cultura europea: metodo e creatività : atti del 27. Convegno Internazionale di Studi Italo-Tedeschi, Merano, 8-10 ottobre 2004
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/24068/24068_71_object_5787000.png
Page 71 of 420
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien (27 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / Accademia di Studi Italo-Tedeschi, Merano. Con la collab. del Centro Studi Interculturali dell'Università di Verona. [Sotto la direzione di Roberto Cotteri] [ed. sotto la dir. di Roberto Cotteri ...]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXI, 393 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ europäische Kultur: Methode und Kreativität Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Literaturangaben
Subject heading: g.Europa ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II Z 759/27(2004)
Intern ID: 611993
La formalità di questa razionalità viene in luce con evidenza nel pensiero di Hobbes, che inaugura la nuova scienza politica che si pre- senta nella veste del diritto naturale e che ha una rilevanza nella sua diffusione ben superiore a quanto possono credere coloro che nell’am- bito del giusnaturalismo lo criticano, senza magari accorgersi che la loro critica non tocca Lassetto fondamentale del nuovo pensiero della politica, che ha operato una rottura epocale nei confronti di una tradi- zione

delle opinioni, non puó portare che a situazioni conflittuali e all’im- possibilità di un ordine stabile. Ció a cui tende Hobbes, come dice nella prefazione del De cive, è di giungere ad una concezione univoca del giusto, valida per tutti, e costante, non variabile continuamente a secon- da del contenuto del comando e del punto di vista soggettivo di chi pretende di giudicare. In questa direzione diviene giusto ubbidire alle leggi. Si badi bene che in tal modo si presenta un nuovo concetto di legge

, âl patto sociale in cui si costituisce nello stesso tempo la persona civile e colui che la rappresenta. È il sovrano-rappresentante che, a partire dal patto, sarà l’unico ad esprimere la volontà della perso- na civile e dunque del soggetto collettivo, del popolo. Questo incarna la figura deWunico giudice, che per tutti i giusnaturalisti costituisce la figura necessaria affinché ci sia pace, ordine e una condizione stabile in cui sia prevedibile che tutti si comportano secondo la legge. Anche se le 47

millenaria, nella quale si possono bensi rintracciare differenze anche notevoli, ma che si collocano tutte alLinterno di un altro modo di intendere l’uomo, la comunità, l’ordine e il comando. Obiettivo pole- mico esplicito di Hobbes è quella tradizione della filosofia etica che da una parte si pone il problema inevitabile della giustizia e dall’altra offre a questo problema soluzioni diverse e opposte tra loro. Che ci sia la possibilità per tutti di giudicare ciò che è giusto, considerando la diver- sità

, che, come si vede dalla definizione, è fondamento di questa solu- zione moderna della questione della giustizia. Ha il carattere di legge il comando di colui che è stato autorizzato ad esprimerlo per tutto il corpo politico. Lo sviluppo del ragionamento del Leviatano attraverso tre stadi è noto: dallo stato di natura, in cui gli uomini sono pensati come uguali e liberi, alle leggi di natura, che, me- diante il calcolo razionale, indicano la via della pace e della cessione del diritto a tutto

4
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1998
¬L'¬ Europa multiculturale : filosofia, pedagogia, metodologia, economia, filologia ; atti del XXIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 11 - 13 maggio 1998 = Philosophie, Pädagogik, Methodologie, Soziologie, Ökonomie, Philologie ; Akten der XXIV. internationalen Tagung deutsch-italienischer Studien, Meran, 11. - 13. März 1998
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/8696/8696_411_object_5809115.png
Page 411 of 756
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <24, 1998, Meran>/Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Merano
Publisher: Hauger
Physical description: XXII, 728 S.
Language: Deutsch
Notations: Parallelsachtitel: ¬Das¬ multikulturelle Europa Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zs.fassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Multikulturelle Gesellschaft ; f.Kongress ; g.Meran <1998> s.Europäische Integration ; s.Kulturelle Identität ; f.Kongress ; g.Meran <1998>
Location mark: II 172.117
Intern ID: 201519
nostra stessa area culturale - è quello monogamico. E la preoccupazione di difendere tale principio é, nel nostro ordina- mento, cosi forte, da prevedersi non solo la sanzione civile della nul- lità del secondo matrimonio contratto in costanza e nella validità del primo (art. 124 cod. civ.), con tutte le conseguenze che ne derivano sul piano dei rapporti personali e patrimoniali, ma da disporsi addirittura una grave sanzione penale, configurandosi nel caso il reato di bigamia (art. 556 cod. pen

cesso di integrazione ispirato alla accennata direttiva di valore, cioé dell’assimilazione nella diversità? Trattasi di un interrogativo che toc- ca un problema evidentemente assai delicato, come del resto ogni problema attinente alla pur legittima apposizione di limiti in materie che toccano libertà individuali e collettive. Per rendere piú evidente la rilevanza ed i termini della questione, si può ricorrere ad un esempio. Ci si puó domandare se, in presenza di individui e gruppi appartenenti

a culture poligamiche, in nome del diritto alla diversità si debba riconoscere loro anche il diritto a contrar- re piú matrimoni. A ben guardare al quesito si deve dare una risposta negativa, nel senso che si è dinanzi a materia nella quale determinati valori, sottesi all’ordinamento giuridico dello Stato, devono primeggiare sul “diritto alla diversità”. Stando al diritto vigente, il principio caratterizzante il sistema matrimoniale italiano - come del resto quello di tutti gli Stati appartenenti alla

.). A questi limiti che il diritto positivo italiano pone all’accoglimento del matrimonio poligamico, non puó obiettarsi che essi null’altro sa- rebbero che il riflesso, sul piano normativo, di una certa cultura qual è quella occidentale ed europea in particolare; non può cioé obiettarsi che il mantenimento di quei limiti anche nei confronti di individui immigrati appartenenti a diversa cultura, per i quali la poligamia è legittima, costituirebbe una sorta di inaccettabile forma di “colonizza- zione

culturale”, viziata di illegittimità se rapportata al “diritto alla diversità”. Si deve osservare al riguardo che certamente tali limiti incarnano valori propri della nostra cultura; ma che altrettanto certamente tali valori attengono, piú oltre che le determinazioni del legislatore posi- 385

5
Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/1111/1111_323_object_5783738.png
Page 323 of 540
Author: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
Intern ID: 615266
Beginn des 17. Jahrhunderts, nella versione ridotta pubblicata in Rotella, E. / Schiera, P., Lo stato moderno, Bologna 1976-77. 15 Cfr. Ruffilli, R., Introduzione, in: Ruffilli, R. (cur.), Crisi dello stato e storiografia contemporanea, Bologna 1979, p. 11. Nella prospettiva di una storia non solo di ideali ma di questi connessi con strutture materiali emergono nella critica di Troeltsch a Spengler alcuni nodi essenziali dell’indagine sia sul problema dell’origine stoica del “disciplinamento

di Spengler e che viene ripreso piú volte, con accenti simili, nella filosofia continentale del primo Novecento. II “relativismo” è rivendicato dalle fdosofie che fiancheggiano i regimi totalitari (cfr. la posizione di Adriano Tilgher fatta propria da Mussolini in Gentile, E., Le origini dell’ideologia fascista, Roma-Bari 1975, pp. 229 e sgg). II suo oltrepassamento ha una forte connotazione teorico-politica (cfr. Sasso, G., Tramonto di un mito. L’ideadi “progresso”fra Ottocento e Novecento, Bologna 1984

). Nelle scienze della religione essa si mostra con le posizioni teologico-politiche assunte nei decenni successivi da Barth e Bonhoeffer. Cfr Conci, A. / Zucal, S. (cur.), Dietrich Bonhoeffer: dalla debolezza di Dio alla responsabilità dell’uomo, atti del Convegno tenuto a Trento dal 5 al 7 aprile 1995, Brescia 1997. 17 “Ein bedeutsames Kulturdokument aus der Zeit einer geistigen Krisis der deutschen Wissenschaflt”. Cfr, “Historische Zeitschrift”, n. 120, 1919, p. 281. 18 In: Anni decisivi, Milano

sociale”, sia sul problema dell’origine e validità della relazione tra ideale etico e condotta di vita. Cfr. Koehler, E., Bildungsbiirgertum und nationale Politik, Eine Studie zum politischen Denken Otto Hintzes, Bad Homburg 1970; e gli scritti raccolti in Prodi, P., Disciplina dell'anima, disciplina del corpo e disciplina della società tra medioevo ed età moderna, Bologna 1994. 16 Bisognerebbe discutere la relazione tra la duplicità della “connessione di senso” etica e pragmatica e la duplicità

dell’etica dell’intenzione e della responsabilità. Ad illuminare il vissuto di tali connessioni puó contribuire il dissidio “pratico” che oppose nel 1915 Troeltsch a Weber, a causa della regolamentazione delle visite ai prigionieri francesi, I due sfiorarono una completa rottura. Cfr. Weber, M., Max Weber. Una biografia, cit. p. 606. Sui rapporti tra Troeltsch e Weber cfr. pp. 306, 359, 445 e passim. La duplicità menzionata va ricondotta al problema della morale nella storia con cui si chiude il lavoro

6
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1998
¬L'¬ Europa multiculturale : filosofia, pedagogia, metodologia, economia, filologia ; atti del XXIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 11 - 13 maggio 1998 = Philosophie, Pädagogik, Methodologie, Soziologie, Ökonomie, Philologie ; Akten der XXIV. internationalen Tagung deutsch-italienischer Studien, Meran, 11. - 13. März 1998
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/8696/8696_440_object_5809144.png
Page 440 of 756
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <24, 1998, Meran>/Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Merano
Publisher: Hauger
Physical description: XXII, 728 S.
Language: Deutsch
Notations: Parallelsachtitel: ¬Das¬ multikulturelle Europa Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zs.fassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Multikulturelle Gesellschaft ; f.Kongress ; g.Meran <1998> s.Europäische Integration ; s.Kulturelle Identität ; f.Kongress ; g.Meran <1998>
Location mark: II 172.117
Intern ID: 201519
civile. Non a torto Carl Schmitt denunziava, già negli anni ’30 (dal suo peculiare punto di vista) la strutturale incompatibilità fra ció che egli considerava lo Stato nella sua essenza ed il pluralismo, allorché affermava che “una teoria pluralistica o è la teoria dello Stato propria di uno Stato giunto a unità attraverso un federalismo di gruppi sociali minori, oppure solo una teoria del superamento e della fine delto Stato” (7) . Ma appunto di questo si tratta: i timori e le preoccupazioni

”, che per un verso riduce progressivamente la sua sfera di inter- vento, limitandola alle essenziali funzioni di organizzazione del corpo sociale, per un altro verso accoglie ed armonizza al suo interno le varie e talora contraddittorie espressioni del corpo sociale, nella plu- ralità delle etnie, delle appartenenze religiose, degli insediamenti loca- li. Non piü il Kulturstaat, e cioè lo Stato che è fonte di “cultura”, e piü propriamente di “civiltà”, e dunque di valori; ma semmai lo Stato delle

culture, all’intemo del quale, cioè, vi è spazio per le diverse culture, come espressione di gruppi umani che hanno eguale diritto di cittadinanza nel corpo sociale. In questa linea, lo Stato pluralista finisce per coincidere con la forma la piú elevata possibile di Stato democratico: “Stato minimo”, se si vuole, quanto a diretta gestione della società civile; ma anche “Stato massimo” sotto il profilo dell’animazione e della promozione della vivacità e della ereatività del corpo sociale in tutte

le sue epres- sioni. La società civile non nasce daH’impulso ad essa fornito dall’esterno dallo Stato, ma ha bisogno di alcune fondamentali strut- ture portanti di garanzia e di ordine che l’immunizzino contro i rischi del frammentarismo, della divaricazione, dei particolarismi, dei loca- lismi esasperati. Lo stesso “mercato” non nasce né persiste da solo, 414

nei riguardi del pluralismo dei teorici dello Stato moderno erano piú che legittimi, anche se errato era il loro punto di partenza, e cioé che l’ottocentesco Stato sovrano fosse l’unica possibile forma di Stato moderno. Dopo il superamento tanto dello Stato-nazione quanto deilo Stato etico, il nuovo Stato pluralista non è semplicemente una riedizione dello “Stato minimo” dell’antico liberalismo (anche se alla migliore tradizione liberale esso deve non poco), ma piuttosto uno “Stato selet- tivo

7
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre
Year:
2001
Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/611990/611990_164_object_5806426.png
Page 164 of 292
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XVII, 266 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading: p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Location mark: II 341.266
Intern ID: 611990
A1 di là del fatto che non sono sorti dalle ceneri del teatro antico, il teatro inglese e spagnolo moderni hanno, secondo Schlegel, molti tratti in comune: in negativo, il fatto che non rispettano le unità di luogo e di tempo pseudo-aristoteliche - non piú di Manzoni, che si espresse in proposito nei suoi scritti teorici, soprattutto nella prefazio- ne a II Conte di Carmagnola (1816-19), nella Lettera al signor Chau- vet sull ’unità di tempo e di luogo nella tragedia, 1820, e nei Materiali

reagi, nella lettera del 28 aprile 1865 a Léon Escudier, ai rimproveri mossigli per il Macbeth, indignazione che esprime la serietà e la passione con le quali egli si poneva nei confronti del grande modello rappresentato dal teatro shakespeariano). A proposito del rapporto di Verdi col dramma antico si cita sempre la sua lettera del 22 aprile 1853 al librettista Antonio Somma, nella quale il compositore non solo riconosce il primato di Shakespeare sui tragici greci, bensi critica anche la ‘monotonia

’ dell’opera italiana coeva. Si ricordi che Alessandro Manzoni, nella summenzionata Léttre del 1820 s’era espresso piú cautamente sulla commistione del comico e del serio, del tono ‘basso’ con quello sublime, sebbene egli ricono- scesse senza limitazioni la genialità di Shakespeare. Schlegel, da parte sua, definisce l’essenza dello spirito romantico, in contrapposizione all’antichità classica, nei termini seguenti: “Die antike Kunst und Poesie geht auf strenge Sonderung des Ungleichartigen, die romantische

estetici, pubblicati postumi; in positivo, il fatto che essi mescolano la componente comica con quella tragica e sono entrambi permeati dallo spirito della poesia romantiea, la quale, come annota Schlegel, “dra- matisch ausgesprochen wird”, Siamo giunti cosi a toccare un com- plesso centrale di idee, sul quale hanno meditato sia Verdi che Wagner. La commistione di generi teatrali differenti, fra loro contrastanti, ope- rata da Verdi, una eommistione che negli anni Quaranta del XIX se- colo suscitava

ancora scalpore e che trovó in Rigoletto la sua piu alta espressione artistica - Le Rois s ’amuse destó uno degli scandali teatrali piu grandi del secolo, in seguito al quale si intentó addirittura un processo contro Lautore -, è notoriamente una componente della dram- maturgia shakespeariana, che Verdi e il suo tempo acquisirono attra- verso la mediazione del dramma ‘romantico’ di Victor Hugo (Shake- speare era peró familiare a Verdi sin dall’infanzia, il che spiega l’indignazione con la quale egli

8
Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1985
Raffaello Sanzio : 1483 - 1520 ; 1983 - Celebrazioni nel V. anniversario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 5 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62091/62091_24_object_5807456.png
Page 24 of 158
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XV, 134 S. : zahlr. Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Subject heading: p.Raffaello <Sanzio> ; f.Kongress ; g.Meran <1983>
Location mark: II 128.053
Intern ID: 62091
neille, alla desolata grandezza della introspezione giansenistiea. Di piú, in Poussin i personaggi di Raffaello ritornano, sempre dai famosi cartoni della Sistina, inquadrati e sorretti, verrebbe da dire potenziati, nella loro funzione emblematica, dal serrato organismo di una com- piuta «architecture moralisée»: e questa, a saldare il cerchio, ben spesso si awale testualmente del «montaggio» di brani estrapolati quasi di peso dalle tavole del famoso «Trattato» palladiano del 1570. Si vedano

«prontezza». Basti ricordare il veneziano «Boschini»:.nella sua «Carta del navegarpitoresco», edita nel 1660, egli rinfaccia al Maestro presunti, necessari ausilii venutigli dal Bramante a tracciar la prospettiva della «Scuola d’Atene» o, tirando in ballo pro- prío il soffitto della «Sala di Psiche» alla Farnesina, stigmatizza la di lui «provata» incapacità a tracciar di scorcio pitture di soffitto. La pole- mica culmina nel riportare, dalla testimonianza di Salvator Rosa, la sconcertante confessione del

Velasquez, «gran sugeto/ del Catolico Re pitor perfeto»: questi non avrebbe esitato a dichiarare, «piasendome esser libero e sincero», che quanto a Raffaello, «stago per dir che nol me piase niente». Torneranno, fatalmente, i «Neoclassici», strenui disce- poli del credo di un Winckelmann nella ricerca del «Bello ideale», a tri- butare il loro ossequio convinto al cinquecentesco pittore del «Par- naso». E senz’altro, nella feconda corrente di gusto, un Maratta, un Mengs - l’«imitatore» per eccellenza nel

opere poussiniane del sesto decennio quali la «Rebecca al pozzo», la «Morte di Saffira», il «Cristo che risana il cieco di Gerico» del Louvre o íl «Mosé affidato alle acque», dell’Ashmolean Museum di Oxford. Solo i piu convinti assertori dell’empito sonoro e della melodram- matica teatralità del «Barocco» nutriranno per la composta euritmia dell’Urbinate un malcelato disprezzo, atteggiamento ritenuto giusto verso uno «stile» affetto di eccessiva «diligenza» contrapposta alla fresca vivacità della

«Parnaso» di Villa Albani - fanno testo; quantunque possa esser utile ricordare, in argomento, per quel tanto di piú alto, e, in fondo, «moderno» che vi si esprime, un curioso «repêchage» di Ingres: intendiamo il «doppio ritratto» di Mon- sieur e Madame Kàviére (1804-1805), ora al Louvre. La derivazione dal dittico raffaellesco di Agnolo e Maddalena Doni (1506 c.) agli Uffízi, rimane di una evidenza palmare, pur se virata nella borghese solidità d’impianto della posa di «monsieur» e nella trepida

9
Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
1995
Giambattista Vico : (1668 - 1744) ; nel 250° anniversario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 17 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/103866/103866_46_object_5783257.png
Page 46 of 204
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Physical description: XI, 181 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. ital. und dt.
Subject heading: p.Vico, Giambattista ; f.Kongress ; g.Meran <1995>
Location mark: II 143.265
Intern ID: 103866
primitiva, istintiva. Gli imprenditori sono i ’bestioni’ di fantasia ’corpolentissima’ che Vico elogia nella Scienza Nuova. La pianificazione, sogno di razionalità, resta un sogno»(28). Nella Scienza Nuova del 1725 Vico determina i tre sensi comuni del genere umano, che altro non sono che le idee uniformi di cui si è già parlato: «primo, che vi sia provvidenza; secondo, che si facciano certi figliuoli con certe donne, con le quali siano almeno i principi d’una religion civile comuni, perché da’ padri

filologo è quella di dire che in esse debbon potersi rintracciare i segni della Verità. Questo debbon, infatti, significa nella visione vichiana, come già visto, la coscienza del certo, oggetto della filologia: secondo Vico, infatti, «La filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia osserva l’autorità dell’umano arbitrio, onde viene la coscienza del certo»(25). L’importanza per lo studioso di filosofia della politica di questa concezione vichiana è evidente

scelto, non mi convince del tutto: il buon senso non tormen- ta alcuno, temo; bisogna corrergli dietro e pregarlo insistentemente che si occupi di noi e non ci lasci in balia della ragion pura, la quale ci droga il cervello»(27). Non per niente Ricossa si richiama esplici- tamente a Vico allorché scrive nella medesima sua recente opera che: «E’ irrazionale voler sempre razionali. L’uomo razionale tende a para- lizzarsi da sé. L’uomo d’azione non puó essere razionale oltre misura, se non in forma

, se solo si pensi che ia Scienza Nuova del 1725 si apre fondando il diritto naturale delle nazioni sul senso comune{26). E’ una concezione che ai giomi nostri sembra rinascere a nuova vita; recentemente l’economista Ser- gio Rieossa, mistico piu che teologo deireconomia di mercato, ha riproposto il valore fondativo del senso comune, ribattezzandolo sem- plicemente buon senso: «’cercó tutta la vita di essere un economista, ma il buon senso continuó a tormentarlo’. L’epitaffio, che Meade dice di essersi

e dalle madri, con uno spirito, i figliuoli si educhino in conformità delle leggi e delle religioni tra le quali sono essi nati; terzo, che si seppelliscano i morti»(29). Nell’importantissima sezione dedicata al Metodo della Scienza nuova del 1744 Vico, in nome del certo dell’autorità, ribadisce l’importanza 29

10
Books
Category:
Literature
Year:
1979
Dante Alighieri : 1265 - 1321.- (Studi italo-tedeschi ; 1 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62075/62075_28_object_5807014.png
Page 28 of 120
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Physical description: 99 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Subject heading: p.Dante <Alighieri> ; f.Kongress ; g.Meran <1965>
Location mark: II 128.049
Intern ID: 62075
- le del secolo di Dante. II cristiano, nella solitudine della cella del convento o nella solitaria contemplazione dei misteri divini puó ricevere la visita di Dio che sotto forme diverse appare nella sua anima, scendendo e salendo. Dio stesso rimane sempre inconoscibile, ma l’anima pura concentrando gli occhi dello spirito su Dio puó ricevere quella grazia di vedere improvvisamente, per un breve momento, il volto di Cristo. Si parla molto di tali visioni nelle rac- colte di storie edificanti del medio

evo. E per non lasciar nessun dubbio sulla natura della teofania che del resto è un fenomeno puramente psicologico e spirituale, ci sia permesso di menzionarne qui una che abbiamo trovata nel De bono universale di Tomrnaso di Cantimpré e che Dante ha certamente sfruttata nella scena del Grifone. L’abbadessa di un monastero di donne delle Fiandre, visitando la chiesa vi vede in un canto oscuro una delle sue suore che, col velo che le copre la testa, sta assorta nella contemplazione. Per un ge- sto

e onnipotente raggiare. Ma negli occhi della sua amata puó tran- quillamente godere della visione beatificante e prepararsi al momento solen- ne. Scoto fa chiaramente, delle teofanie, del prelibare il cibo celeste, la prepa- razione della deificazione. Sotto quali forme Dio appare dunque a Dante? Non le vorrei citare tutte. Nel paradiso terrestre, c’é íl Grifone; nella croce di Marte vediamo «balenar» Cristo (14,104): 10

«Pensa, lettor, s’io mi maravigliava, quando vedea la cosa in sé star queta e ne l’idolo suo si trasmutava» Nel Paradiso Dante rappresenta, prima del momento solenne della deifica- zione del protagonista, una serie di teofanie o apparizioni di Dio. Sarà dun- que necessario, se non vogliamo escludere dalle bellezze immortali del poe- ma il semplice lettore privo di erudizione scolastica, di dire in poche e sempli- ci parole che cosa sia una teofania. E’ soprattutto l’esperienza religiosa centra

Donna Gesü Cristo è visibile. E’ una beata. Ma a Dante, da protagonista, non è ancora concessa la visione diretta diDio, soltanto negli specchi degli occhi di Beatrice, per un mo- mento, vede Dio, ne ha quello che chiama in un’altra occasione «il secondo aspetto.» E’ quella precisamente una delle funzioni di Beatrice: direi che è la sua funzione drammatica. L’anima del protagonista è ancora troppo debole per sopportare lo splendore di Dio, sarebbe distrutta se non fosse protetta da quel mistico

11
Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
1985
Karl Jaspers : 1883 - 1969 ; 1983 - Celebrazioni nel I. anniversario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 6 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62093/62093_46_object_5807636.png
Page 46 of 78
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: 56 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Subject heading: p.Jaspers, Karl ; f.Kongress ; g.Meran <1983>
Location mark: II 128.054
Intern ID: 62093
di possibile, sebbene in fugaci situa- zioni. La possibilità stessa di ciò che in quell’istante puó avvenire annulla l’esclusività del trascendimento infmito. Se, sia pure per un momento, il trascendere si arresta nella fruizione del compimento, anche la «fede filosofica» di Jaspers scompare nella pienezza con- templativa. La frase riportata conclude l’ultima parte del capitolo, esaminato sopra, intitolato: Ventà come comunicabilità. II nucleo del discorso è che «la verità per l’uomo esiste come verità

», ma è destinata al «naufragio» poiché il suo compimento comporterebbe l’attingere ad un «Uno, la verità, in forma per noi inaccessibile». Lo scacco del comunicare, comunque, non è un limite tragico che ci respinga nell’indeterminato, ma ci sospinge «verso una rivelazione sconfinata perché l’incomunicabilità si mostri nella sua vera essenza entrando nella comunicazione» (10). Rigorizzando il discorso si con- figura una situazione patologica ove la sconnessione tra soggetto ed 0 gg e tto non si risolve nemmeno

nella sospensione (im Schweben) che caratterizza l’«operazione filosofica fondamentale»: anche la sospensione, infatti, non è che un attimo in cui non ci si puó fer- mare. Le considerazioni fatte possono servire da chiave di lettura di un altro testo di Jaspers, un testo minore ma molto significativo, ove il tema dell’istante e della comunicazione, della storicità e del silenzio ntorna canco di conseguenze: Philosophie und Ojfenbarungsglaube. Ein Zwiegespràch (ii), un dialogo tra Jaspers e Heinz

Zahrnt, noto teologo protestante. Vi è un passo nella conclusione del dialogo, un 28 —

influisca decisamente sull’essenza dell’uomo, ed è incomunicabile, perché la comunicazione lo attirerebbe nei modi dell’essere omni- comprensivo nei quali sarebbe frainteso. La sua esperienza è assolu- tamente storica: nel tempo, eppure al di là del tempo. È per esso che si può parlare, ma non si puó parlare di esso. Per il pensiero come per la comunicazione il punto d’arrivo è il silenzio (8). L’istante e quanto avviene nell’istante è qualcosa del tutto ecce- zionale, ma tuttavia è qualcosa

12
Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/611988/611988_301_object_5805623.png
Page 301 of 648
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXIII, 619 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II 341.268
Intern ID: 611988
centro del ragionamento vichiano si pone il concetto di “fiiosofia civi- le”, si pone, cioé, l’esigenza di fondare un metodo di studio ed interpre- tazione della realtà non solo fisico-naturale ma anche morale. II nesso tra filosofia pratica e filosofia civile costruito da Vico vuol significare che la dottrina morale non ha ad oggetto soltanto le passioni, la virtú e la condotta di vita degli uomini, ma anche la politica e lo Stato. II nesso tra filosofia e filologia è, com’é noto, tra

. Essi hanno bisogno di potersi riferire alle strutture concettuali del pensiero, cioé al lavoro del- la filosofia. La verità del fatto non è separabile dal farsi storico del vero. La storia ideale eterna non resta immobile nel cielo della metafi- sica, ma si svolge, come afferma Vico, lungo le determinazioni tempo- rali delle nazioni umane. I principi stessi deH’incivilimento delle socie- tà (religione, famiglia, diritto) hanno certamente un carattere universa- le, ma essi si traducono nella

storicità dei costumi umani e delle istitu- zioni civili. Per questo, uno dei motivi fondamentali dell’ermeneutica filosofica di Vico sta nel concetto di senso comune 9 il quale, piú di ogni giudizio di carattere astratto e matematizzante, aiuta a capire l’indi- spensabile relazione tra filosofia e filologia. II tema del senso comune è presente già nelle prime opere di Vico (specialmente nelle Omzioni inaugurali) e testimonia anch’esso, anco- ra una volta, della centxalità che assumono, nella

riflessione del filoso- fo napoletano, ie questioni della filosofia pratica, considerata nel dop- pio aspetto della definizione del vero - cioè di ció che appartiene alla scienza del giusto - e del ritrovamento del certo - cioè di ció che appar- tiene alla storia, al diritto e all’equità naturale. Per Vico la socievolezza della natura umana si fonda sul diritto naturale delle genti e questo di- ritto, pur avendo come ogni altro aspetto della realtà una origine divina, si radica nella consuetudine

i percorsi fonda- tivi del pensiero vichiano, quello che ha maggiormente focalizzato — forse anche troppo in relazione agli altri principi ispiratori - l’attenzio- ne degli interpreti. Per capire tale nesso, bisogna partire dal generale principio che sta a base della teoria vichiana della conoscenza: la convertibilità veruni/fcictutn 8 . II ritrovamento dei fatti della storia e, in generale deiragire umano, il loro significato, non restano legati soltan- to ad una pur necessaria dimensione filoiogica

13
Books
Category:
Literature
Year:
2011
Francesco Petrarca : 1304 - 1374 ; atti del XXVI Simposio internazionale di studi italo-tedeschi Francesco Petrarca nel 700°anniversario della nascita = Akten des XXVI internationalen Symposiums deutsch-italienischer Studien "Francesco Petrarca zur 700. Wiederkehr des Geburtstages".- (Studi italo-tedeschi ; 27 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/555321/555321_256_object_5804610.png
Page 256 of 360
Author: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) / [ed. curata dall#015#226#128#153Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Ivo de Gennaro ...] #014
Place: Merano
Publisher: Walter
Physical description: XXIII, 329 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading: p.Petrarca, Francesco ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II 307.659
Intern ID: 555321
Riassunto in lingua italiana THORSTEN FITZON CONFORTO ED ESEMPIO - LA RICEZIONE PETRARCHESCA DI STEFAN GEORGE Già a 14 anni, quando frequentava il ginnasio di Darmstadt, Stefan George copió a mano alcuni sonetti del Petrarca (Canz. 2 e 3). L’avvici- namento al Petrarca in giovane età è documentato da George una ventina d’anni dopo nella sua antologia dei primi versi, pubblicata nel 1901 sotto il titolo Fibel, che costitui il primo volume dell'opera omnia. La posizione speciale occupata dal

Petrarca nell’edizione auto-storicizzante della poesia giovanile di George, è sottolineata, oltre che dal Sonetto secondo iiPetrarca, dall’inserimento del facsimile della copia dei sonetti nei Saggi calligrafici dell’appendice. All’incirca nella stessa epoca, Ge- orge si fece ritrarre nel suo studio con un post-incunabolo per bibliofili delle Rime - un omaggio fattogli da Wolfskehl nel 1897 - dal fotografo Jacob Hilsdorf. L’opera del Petrarca, ostentata nella fotografia, confer- ma la posizione

canonica accordatagli da George fino al 1910 circa. In queste pose, George assume, per cosi dire, l’atteggiamento del lettore e del successore del Petrarca, volgendo lo sguardo ora al libro aperto tra le sue mani, ora all’obiettivo della macchina fotografica, nella stessa direzione in cui guarda anche la eopertina del volume. Nel Preludio al Teppich des Lebens del 1899, George celebra i tragiei greci, Shakespeare, Dante e - nell’espressione antonomastica “colono di Valclusa” - anche il Petrarca, come

“maestri supremi” che fungono da “conforto ed esempio”. Questa venerazione, per lo piu stilizzata dal George trentenne, raggiunse l’apice verso il 1900, ed ebbe anche una certa risonanza nella sua cerchia di amici. Alla stima del Petrarca, che George ebbe da giovane, fondata sull’affermazione della propria identità estetica che quest’ultimo trasse dai rigorosi schemi formali del Canzoniere, segui poi, negli anni Venti, seppur pronunciato soltanto indirettamente da Edith Landmann, un netto declassamento

del Petrarca a “scribacchino di second’ordine”, da cui si puó desumere una ridefinizione del ruolo del poeta in senso eroico. 230

14
Books
Category:
Literature , Philosophy, Psychology
Year:
2002
Hermann Hesse (1877 - 1962) nel 40° anniversario della morte : XXIV Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Hermann Hesse (1877 - 1962) zur 40. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 24 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/611989/611989_216_object_5806186.png
Page 216 of 292
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Hesse, Hermann ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (24 : 2002 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XIX, 263 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading: p.Hesse, Hermann ; f.Kongress ; g.Meran <2002><br>s.Multimedia ; s.Kommunikation ; s.Solidarismus ; s.Gewalt ; f.Kongress ; g.Meran <2002><br>s.Anthropozentrismus ; f.Kongress ; g.Meran <2002>
Location mark: II 341.267
Intern ID: 611989
II modo di essere del pensiero occidentale - nella forma del coloniali- smo e del nazionalismo - ha sempre considerato la propria way of life come unica possibile, come la forma di civiltà da esportare magnanimamente nei paesi non ancora civili, instaurando per ció stesso una gerarchia di valori sia nella forma idealistica del “buon selvaggio”, sia nella forma esotica del viaggio in terre lontane, sia nella forma piú aggressiva della conquista e della civilizzazione forzata degli estranei. Tale

modello si basa sull’opposi- zione "dentro fuori" e nella riproposizione di un modello unico di civiltà, di pensiero, di organizzazione della vita. AlTinizio del secolo scorso il nazio- nalismo ha accentuato tale contrapposizione sino a demonizzare tutto ció che fosse “altro” dalla specificità nazionale, dipingendo gli estranei come “selvaggi”, come una razza inferiore, a cui era lecito - e forse anche dove- roso - imporre con la forza la “vera civiltà”. II pensiero e la cultura dell’e- straneo erano

incomprensibili, inaccessibili, erano percepiti come una minaccia da eliminare o con l’assimilazione o con la semplice distruzione. Hermann Hesse ha reso accessibile finaccessibile, ha svelato l’estra- neo che è in noi per riconoscere il familiare nell’alterità e ha smorzato i toni aggressivi e altisonanti del nazionalismo nella ricerca di un dialogo - reso sempre e comunque possibile - dal collocarsi in quelle zone intermedie, in quelle zone limitrofe, che fanno delle sue opere delle eterotopie oggi ritor

imperi o di inveterate con- vinzioni, ma anche con tecniche e apparati che stravolgono il nostro vivere quotidiano - egli parla di “risvegli” ossia della presa di coscienza e della scelta fondamentale che il singolo individuo è chiamato a compiere, su cui si fonda la sua responsabilità personale, giacché le grandi trasformazioni e le catastrofi - a cui.la storia del secolo scorso ci ha abituato e che sono, pur- troppo, una “norma” piú che urf'cecezione” - non sono ineluttabili. Appare oggi piú che

mai inadeguata la mbricazione delf opera hessiana sotto la categoria del “sentimentalismo” e del “disimpegno” come la spiegazione 192

15
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
2005
¬La¬ cultura europea: metodo e creatività : atti del 27. Convegno Internazionale di Studi Italo-Tedeschi, Merano, 8-10 ottobre 2004
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/24068/24068_27_object_5786922.png
Page 27 of 420
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien (27 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / Accademia di Studi Italo-Tedeschi, Merano. Con la collab. del Centro Studi Interculturali dell'Università di Verona. [Sotto la direzione di Roberto Cotteri] [ed. sotto la dir. di Roberto Cotteri ...]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXI, 393 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ europäische Kultur: Methode und Kreativität Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Literaturangaben
Subject heading: g.Europa ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II Z 759/27(2004)
Intern ID: 611993
procedere nell’ipotesi secondo un tipo di rigore che sia adatto alla natu- ra dei fatti cui si riferisce. Giustamente Martin Heidegger osserva in Che cosa è la metafisica? che l’idea di rigore della matematica non puó essere applicata alle discipline storiehe e umanistiche poiché estranee alla esattezza. La metodica è quindi un’idea di rigore adeguata alla na- tura del tema cui si riferisce. 3. Possibili convergenze Se consideriamo il metodo non solo nella sua definizione, ma nel suo concreto

esercizio, vediamo che nella sua dinamica la contrapposizione tra metodo e creatività si riduce e talvolta i due termi- ni convergono in una sintesi feconda. L’elemento creativo del metodo è infatti l’ipotesi, che, anche sul terreno scientifico fisico-matematico, presenta analogie con 1’immaginazione produttiva. La genialità nella formulazione dell’ipotesi è un atto creativo che anticipa la conoscenza oggettiva nella congettura e quindi nella interpretazione. E’ ció che av- viene nella pratica del

‘‘libero gioco delle facoltà”, di cui parla Kant nella Critica del Giudizio, ove ad una mentalità illuministica si sovrap- pone una creatività “romantica”. D’altra parte la stessa scienza nelle forme piü avanzate della fisica contemporanea è ben lontana dalle sec- che naturalistiche del primo positivismo, La scienza si rivela sempre di piü una nostra rappresentazione della realtà, rappresentazione sempre provvisoria, secondo Popper. Lo confermano la scoperta della relatività con Einstein e quella dei

e nell’altrettanto concreto impegno a dare un senso alla propria esistenza, non sono due termini di una dicotomia ma due diffe- renti disposizioni interiori che nella concretezza del vissuto disegnano 3

16
Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
1989
Arthur Schopenhauer : 1788 - 1860 ; nel 200. anniversario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 11 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62101/62101_73_object_5808137.png
Page 73 of 104
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XI, 84 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Subject heading: p.Schopenhauer, Arthur ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II 128.059
Intern ID: 62101
, che la voce che vediamo nell’occulto viene da un luogo luminoso». (HN I 14). Queste righe furono scritte nel settembre del 1811, all’incirca sette anni prima dell’uscita del Mondo come volontà e rappresentazione, ma la convinzione che nell’agire morale si manifesti un principio trascen- dente non fu piú abbandonata da Schopenhauer. Certo il sentimento morale sarà allora da Schopenhauer posto nella compassione, ma la compassione sarà intesa come resa possibile da una penetrazione nel profondo

to Kant ha posto il principio delTetica nella ragione, ma la ragione è fa- coltà vuota e formale capace di assumere contenuti diversi senza pro- durne nessuno: il fondamento dell’etica non è nella ragione tout court, ma nella «coscienza migliore», e puó essere nella ragione solo in quanto quest’ultima invece di porsi come riflesso dell’esperienza sensibile si pone come riflesso della coscienza migliore. II fondamento della virtú deve essere cercato piu in alto che nella ragíone, nella coscienza

miglio- re appunto, in quanto solo dal punto di vista dell’eterno è possibile an- nullare ogni impulso egoistico ed agire per il puro principio dell’amore del prossimo. L’impulso puro alla morale in noi, in cui è da ricercarsi il principio della morale, diventa cosi la testimonianza d’un principio trascendente e l’uomo che agisce moralmente abbandona ogni sua con- trapposizione agli altri, si ritrova in un mondo di «fenomeni amici», in cui l’ardore della volontà egoistica viene meno. «C’é una

consolazione» dice Schopenhauer «una speranza sicura, e ne abbiamo esperienza nel sentimento morale. Quando esso parla in noi cosi chiaramente: quando noi nell’interiorità sentiamo un cosi grande impulso ai piu grandi sacri- fici, che stanno in completa contraddizione con il nostro bene apparen- te, allora abbiamo la vivida intuizione che il nostro bene è un altro, in conformità del quale noi dobbiamo agire contro tutti i beni terreni; che il gravoso dovere è indice di una felicità piú alta cui corrisponde

dell’essere che ne trascenda la dimensione spazio-temporale, come sentimento vivo dell’unità dell’essere e del dolore che tutto lo percorre e Schopenhauer nel saggio Sulfondamento delia morale (1840) finirà con il riconoscerle una qualità mistica. La compassione come sentimento morale presuppone che l’indivi- duo superi le barriere che lo dividono dagli altri per soffrire con loro: da un tale sentimento vivo del dolore altrui provato come proprio sor- gono la giustizia e l’amore, non solo la decisione

17
Books
Category:
Literature
Year:
1979
Dante Alighieri : 1265 - 1321.- (Studi italo-tedeschi ; 1 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62075/62075_20_object_5807006.png
Page 20 of 120
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Physical description: 99 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Subject heading: p.Dante <Alighieri> ; f.Kongress ; g.Meran <1965>
Location mark: II 128.049
Intern ID: 62075
Forse ci inganniamo, ma ci pare che nelle celebrazioni dantesche italiane e in quelle di altri paesi, tutti i collaboratori siano segretamente intenti a non parlare del reale contenuto del poema. Nella mole ingente della bibliografia dantesca ci sono tanti libri e saggi per altro pregevoli che non parlano mai del reale contenuto del poema, come se fosse qualchecosa di inferiore, qualcosa di poco peso in confronto ai pensieri altissimi che attribuiscono al poeta. Ci sono tante interpretazioni

del Duecento. Non ci fermeremo qui a menzionare due illusioni che troppo spesso ci dan- no l’erronea idea che la Commedia sia capita: primo la satira, i versi satirici ed altri consacrati ai contemporanei del poeta. E’ un elemento marginale che può talvolta presentar un interesse locale e magari storico, ma che non è la Commedia. L’altra illusione è quella dell’ Umanesimo di Dante. Io ho ripetutamente di- chiarato questo: nella Divina Commedia non c’é la minima traccia di umane- simo. Ora

, l’insigne studioso Carlo Bo, in un articolo dell’Europeo, dice che questa è un’affermazione gratuita. Ebbene, io invito ognuno che sappia legge- re un testo medioevale, di mostrarmi ,un solo passo nella Divina Commedia che non sia umanesimo medioevale, cioé elemento classico apportato dalla po- tente corrente classica nelle immaginazioni e nei pensieri degli uomini del medio evo e trasformato, alterato, interpretato in un modo ben poco antico. II migliore esempio di quell’umanesimo che non lo è sarebbe

la figura del Catone dantesco che é, nella sua vera e propria realtà poetica, un eremita cri- stiano, capo di un popolo di penitenti in un’isoletta pietrosa perduta nel lon- tano oceano. Non possiano trattenerci dal ridere di quello che i dantisti di tutti i paesi hanno fatto dal famoso episodio di Ulisse e Diomede nella fiamma, divisa Ín due al capo. Dei versi: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza essi fanno come una dichiarazione umanistica del poeta. Ma non parlano

che hanno per cosi dire dimenticato l’opera che dovevano spiegare, che hanno dimenti- cato il periodo storico, lo spirito dell’epoca alla quale l’opera di Dante si rial- laccia con mille catene: il Duecento cristiano. Sono convinto che dappertutto nel mondo ed anche in Italia è venuto il momento di leggere la Commedia, quella reale, realissima: quei 100 canti nati nel primo decennio del Trecento e pieni ftn all’orlo degli elementi culturali che costituivano la cultura stessa dell’Alighieri, uomo

18
Books
Category:
Literature
Year:
2011
Francesco Petrarca : 1304 - 1374 ; atti del XXVI Simposio internazionale di studi italo-tedeschi Francesco Petrarca nel 700°anniversario della nascita = Akten des XXVI internationalen Symposiums deutsch-italienischer Studien "Francesco Petrarca zur 700. Wiederkehr des Geburtstages".- (Studi italo-tedeschi ; 27 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/555321/555321_339_object_5804693.png
Page 339 of 360
Author: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) / [ed. curata dall#015#226#128#153Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Ivo de Gennaro ...] #014
Place: Merano
Publisher: Walter
Physical description: XXIII, 329 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading: p.Petrarca, Francesco ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II 307.659
Intern ID: 555321
XXVII Seminario internazionale di studi italo-tedeschi XXVII. Internationales Seminar deutsch-itaiienischer Studien Problemi attuali della giustizia penale internazionale Aktuelle Probleme der internationalen Strafjustiz 26-27 ottobre - 26.-27. Oktober 2007 Otto Triffterer (Universitât Salzburg) „Ursprung, Entwicklung und gegenwartiger Stand des Völkerstrafrechts und einer V ölkerstrafgerichtsbarkeit“ “L’origine, lo sviluppo e lo stato attuale del diritto e della giustizia penale intema

- zionale” Mauro Catenaeci (Università di Teramo) “II principio di legalità e sistema delle.fonti nello Statuto della Corte Penale Interna- zionale” „Das Gesetzlichkeitsprinzip und die Quellen des Völkerstrafrechts im Statut des In- temationalen Gerichtshofes“ Enrico Amati (Università di Bologna e Udine) “L'ordine del superiore” „Handeln auf Befehl" Kai Ambos (Universitat Göttingen) „Rettungsfolter und Volkerstrafrecht“ “L’uso della tortura di necessità e diritto penale intemazionale” Emanuela Fronza

(Università di Trento) “II principio di complementarità” „Das Komplementaritatsprinzip“ Matteo Costi (Sostituto procuratore alI’ICTY) “L’art. 11 bis e la completion strategy nei Tribunali ad hoc” „Art. 11 bis und die completion strategy bei den ad-hoc Tribunalen“ Roberto Wenin (Università di Trento) “La responsabilità individuale nel diritto penale internazionale” „DÍe individuelle Verantwortlichkeit im Völkerstrafrechf ‘ 313

19
Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1988
Donatello : 1386 - 1466 ; 1986 - Celebrazioni nel VI. centenario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 10 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62099/62099_14_object_5807954.png
Page 14 of 124
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XIIII, 102 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Subject heading: p.Donatello ; f.Kongress ; g.Meran <1986>
Location mark: II 128.058
Intern ID: 62099
PREFAZIONE Nella prima metà del Quattrocento si pongono le basi del Rinascimento artistico per virtu di Brunelleschi, Donatello e Masaccio; concetto che ver- rà esteso a tutto quel vasto e profondo movimento culturale dei secoli XV e XVI, iniziatosi con l’«Umanesimo» letterario (vale a dire al culto delle «litterae humanae», allo studio dei classici greci e latini in cui l’uomo tm- vava una nuova formazione) e sviluppatosi con l’«Umanesimo» filosofico che aspirava al sapere e al conoscere

, a formarsi una nuova coscienza mo- rale (distaccata da quella del Medioevo), a vedere l’uomo costruttore del proprio destino, l’ uomo nella sua concretezza aspirante al reale e alla sua indipendenza spirituale. La concretezza del Rinascimento nell’arte si determina mediante la prospettiva che viene ad assumere valore di nuova scienza. Nell’architet- tura (proprio con la prospettiva) si giunge ad una spazialità di proporzio- ne definita (in opposizione a quella indefinita del Gotico); nella scultura

- ra interpretazione fantastica del nuovo linguaggio spaziale, come nella cantoría del museo dell’Opera del Duomo, ma si distinguerà soprat- tutto nell’arte statuaria, illustrata ampiamente nelle tre relazioni correda- te da ricche tavole fotografiche. Non possiamo tuttavia non ricordare alcuni suoi capolavori e rilevare lo stato d’animo dell’artista, il cui intuito mette in risalto gli elementi plastici particolari vivendo nella forma umana momenti emotivi di som- mo scultore. Neí periodo 1416-1430 Donatello

la statuaria giunge ad un piú coerente e articolato plasticismo grazie alla prospettiva e all’intervento della luce; nella pittura si dà risalto al rappor- to di proporzione tra figura e ambiente. In questo quadro di riflessioni introduttive si colloca la figura di Dona- to di Nicoló di Betto de’ Bardi, detto D o n a t e 11 o. Egli non innalza edifici come il Brunelleschi, benché, sin datt’inizio della sua produzione artistica, dimostri già in opere di decorazione architettonica una sua libe

dimostra il senso deiia propria ricer- ca, in cui la luce è protagonista della spaziaiità e nella quale ie forme si pongono secondo la necessità dei dettato fantastico. X

20
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Arts, Archeology
Year:
2002
Natura ed artificio in prospettiva europea : atti del 25. Convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 15-17 ottobre 2001
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/2222/2222_379_object_5784924.png
Page 379 of 420
Author: Convegno internazionale di studi italo-tedeschi (26 ; 2002 ; Merano) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XIX, 393 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Gesamttitel: Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 25 Parallelsachtitel: Natur und Künstlichkeit in einer europäischen Perspektive Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Intern ID: 615267
Lassicurazione del primato del procedimento rispetto all’ente (natura e storia) che, di volta in volta, è oggetto nella ricerca” (6) . Con questo primato del procedimento Hei- degger ha individuato, a nostro avviso, la vera radice dell ’ artificiosità della scienza, e cioé la sua tendenza a manipolare l’ente, facendo prevalere l’operatività scientifica rispetto ad esso. Proprio per questa operatività poi la scienza tende al dominio della natura, la certezza nel calcolo tende alLassicurazione nella previsione

del decorso ulteriore dei processi naturali, cosicché essa trapassa senza discontinuità nella tecnica, che non è qualcosa di accessorio e di estrinseco rispetto alla scienza ma ne costituisce la naturale destinazione. Nella tecnica l’artificiosità diventa fattore di disturbo degli equilibri naturali, il che fa sorgere i problemi ecologici attinenti alla conservazione dell’ambiente naturale e aH’equilibrio fra l’uomo e il suo habitat. II primato del procedimento - o potremmo anche dire del metodo

- sull’oggetto è poi il primato del soggetto sull’ente, il che significa che i fondamenti ontologici della scienza moderna vanno ricereati in una filosofia che non pone piú al centro la sostanza ma la soggettività, come è accaduto nel pensiero occidentale a partire da Descartes: “La scienza come ricerca si costituisce soltanto se la verità si è trasformata in certezza del rappresentare. È nella metafisica di Cartesio che per la 355

che sono rese possibili dai precedenti risultati, essa ha una carattere operativo. L’operativismo, il Betrieb, non è un semplice accumulo di risultati ma un’interazione fra risultato e procedimento di ricerca. “Esso, piuttosto, organizza di volta in volta, col sussidio dei suoi risultati, un nuovo procedimento. Cosi nella attrezzatura meccanica necessaria alla scomposizione dell’atomo è contenuta tutta la fisica dalle origine ad oggi” (5) . La scienza poi non è semplice cura dell’erudizione

, che puó avere anche un carattere puramente indivi- duale e quindi solitario, ma un attivo procedere che ha bisogno di un supporto organizzativo, cioé di istituti di ricerca. Se progettualità, operatività e organizzazione sono i caratteri fon- damentali della scienza, allora appare chiaro che proprio l’attività in quanto procedimento è in essa Lelemento fondamentale: “Che cos’é che si annunzia nell’estensione e nell’approfondimento del carattere di istituto della scienza? Nient’altro che

21