Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco
Le miniere ovviamente appartenevano ai Principi (di Bressanone e del Tirolo), i quali perö le appaltavano a banchieri ed imprenditori privati che, sfruttandole, ne ricavavano denaro sonante con il quäle rifornivano le casse erariali dei Signori. Hans e Jörg Stöckl, ricchi "Gewerken” ("imprenditori minerari”) di Schwaz, agli inizi del Cinquecento avviarono per primi presso la cittadina sull'Isarco una fonderia con due forni; a loro si aggiunse qualche tempo dopo l’imprenditore di Augusta Hans
Paum- gartner. Costoro si proponevano di trasformare - cosi uno degli Stöckl e Paumgart- ner al Principe tirolese nel 1513 - "la piccola e trascurata miniera" dello Pfunderer Berg in una industria in cui si potessero impiegare "alcune centinaia di uomini”. Benche avesse fatto di Schwaz il centro commerciale del proprio impero del rame, 378 la grande famiglia imprenditrice dei Fugger 379 non rinunciö, a sua volta, alla possibili- tä di aprire a Chiusa una propria filiale, quantunque di importanza
fluitare verso la confluenza del rio Funes con l’Isarco. Intorno alla metä del Cinquecento i Fugger riunirono tutte le loro imprese minerarie sparse nel Tirolo dando vita al “Berghandel zu Klausen”, al "Commercio minerario di Chiusa”, con lo scopo di produrre e smerciare su larga scala piombo, argento e rame. Grazie alla partecipazione agli utili delle miniere sfruttate dai grandi banchieri d'Oltralpe, nelle casse del Principato vescovile fluivano tali somme di denaro che 378 La cittadina di Schwaz
, nella Bassa Valle dell'Inn, conobbe una rapida crescita economica dopo il 1409, anno della scoperta dei primi giacimenti di rame ed argento del Falkenstein. "L’attivitä mineraria e quella metallurgica intorno al 1500 fecero di Schwaz, con i suoi 20000 abitanti, la localitä piü popolosa del Tirolo e la madre di tutte le miniere” (E.Egg, Das Tiroler Unterland. Die Bezirke Kufstein, Kitzbühel und Schwaz, Verlag St.Peter, Salisburgo 1971, p. 167, Tr.d.A.). 379 „Jakob II Fugger (1455-1525), nelle cui
miniere sudtirolesi lavoravano fino a diecimila mi- natori stagionali, aveva nelle sue mani quasi tutto il mercato europeo del rame, senza di cui non si poteva condurre nessuna impresa bellica. Lutero coniö il giuoco di parola Fug gerei: Wucherei; la cittadella ben munita dei Fugger ad Augusta era la cittadella dell’usura” (L.Mittner, Storia della letteratura tedesca, cit., p.577). Nella seconda metä del Cinquecento, quasi tutta l'attivitä mineraria in Tirolo, da Schwaz a Chiusa a Vipiteno e Colle