59 esistevano ed in Verona, in quella cioè di loriche, e in questa di scudi ('), Riva, terra già di qualche importanza sotto ai Romani, venne per donazione di Carlo Magno, in una colle Giudi- carie, aggregata al ducato o marchesato di' Trento. Del 4349, con Tenna, valle di Ledro, e Tignale passò in dominio degli Scaligeri data a pegno da Giovanni III di Pistoja, principe di Trento, a Mastino II della Scala per 4000 ducati d’oro. Del 1405, ricuperata dal vescovo Giorgio, non andò molto che venne
occupala dà Giovanni Galeazzo Visconti. Verso la metà del secolo quintodecimo, le convenne sostenere un assedio da parte dei Veneziani, e cadde anche in loro potere; ma colla pace di Brussel- les, 4 516, fu di bel nuovo aggiudicata al naturale suo principe. Il cardinale Bernardo Clesio ottenne in perpetuo la restituzione della città e prefettura di Riva dall’ impe ratore Carlo V. D’allora in poi ella soggiacque sempre, fino alla secolarizzazione dei principati ecclesiastici, al Principe di Trento
, e corse da quell’ epoca la fortuna della sua città capitale. Scorsa la città, e veduto quanto havvi di buono in edifici ed in tele f), non intralascierà il viaggiatore , se gli è propizia la stagione, di visitare anche i bei contorni di Riva. Si rivolga da prima a vedere la ricca ed ele gante Chiesa dell'Inviolata t a pochi passi fuori della porta che mette in Arco. È dessa un edificio di forma ottan golare con buone tele di Palma il vecchio, del Crafjfonara (') Filiasi. Memorie storiche dei Veneti