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Schlern
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Page 22 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
e Livinallongo) con la sola esclusione dei ladini della provincia di Trento (Val di Fassa) mandö su tutte le furie il senatore nazionalista Ettore Tolomei 37 il quäle protestö con veemenza, ma non riusci ad estrometterli dal diritto all’opzione. Afferma nel 1948 nel suo saggio sull’Opzio- ne sudtirolese colui che durante il ventennio fu lo storico dei regime in Sudtiro- lo Mario Ferrandi: Fu nello score io dei novembre 38 che gli organi nazisti dilatarono il loro sguardo fuori dalla cerchia atesina. Non

assimilazioniste di Tolomei e quelle di Mussolini erano d’altronde note. Giä nel 1926/27 quando si istitui la provincia di Bolzano e si scelse di lasciare alla provincia di Trento il territorio mistilingue di Egna, Tolomei replicö che mistilingue doveva essere tutto il Sudtirolo da Salomo al Brennero, amputarne una parte voleva dire indebolire l’obiettivo complessivo di snazionalizzazione dei territorio. In quel caso Mussolini cosi scrisse al prefetto di Bolzano Ricci in merito ai contestati confini

Heft Option Zeitgeschichte Non si sapeva ad esempio come classificare i casi in cui il padre era di origine italiana e la madre tedesca o viceversa, in quanto le norme all’articolo 1 parlava- no sommariamente di „cittadini germanici e di allogeni tedeschi originari di tali territori“. L’inclusione nei limiti di validitä territoriale dei ladini della provincia di Bolzano (Val Gardena e Val Badia) e gli ex comuni asburgici della provincia di Belluno (Cortina d’Ampezzo, Colle S. Lucia

provinciali: Sappia e faccia sapere che sono immutabili. Bisognava abolire la Stretta di Salorno, per- che bisognava abolire questo che i tedeschi hanno sempre considerato un „confine“, e non solo fra due province! E quindi perfettamente inutile che il senatore Tolomei pur cosi benemerito della causa dell’Alto Adige faccia Propaganda in senso contrario. 4 ' 05 DERSCHLERN 20 Mussolini, creando la Provincia di Bolzano senza pero includervi il mandamento di Egna, mirava a ridurre l’estensione dei territorio

bastava piü il territorio dell’Alto Adige, non bastava I’Unterland fra Laives e Egna, non bastava l'anticamera della val di Fiemme. Vollem anche assorbire Cortina d’Ampezzo, la zona dl Pieve di Livinallongo, la valle dei Fersina e, ad un cer- to punto, chiesero persino l’Alta Anaunia, Fondo e Ftuffre compresi. Di questo passo avrebbero praticamente realizzato la marcia su Verona . 39 La Germania premeva per allargare il territorio ove l’Opzione avrebbe potu- to esercitarsi. Significativo a riguardo

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Page 46 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
, Deila storia e della condizione del Trentino nell'antico e nel medioevo, Trento 1840. Cfr. Bertelli S., Tirolesi, italiani, tren- tini, in: Nuova storia contemporanea, anno XII, n. 6, nov-dic. 2008, p. 126. 12 Toscano M., II Patto di Londra, Bologna 1934. 13 Afferma giustamente Ernest Gellner (1925— 1995): „La sua economia dipende dalla mo- biiitä e dalla comunicazionetra gli individui, ed un livello che puö essere raggiunto sol- tanto se questi individui sono stati socializ- zati e inseriti in una

abitual- mente una lingua diversa, questa sarä og- getto di Studio, in ore aggiunte." 19 Cfr. Leonardi A., Una stagione „nera“ per il credito cooperativo, casse rurali e Raiffei senkassen tra 1919-1945, Bologna 2005. 20 La Provincia di Trento, detta anche Venezia Tridentina, comprendeva ancora nel mo- mento dell'emanazione delle predette nor- meTrentino e Sudtirolo. 21 Gatterer C., In lotta contro Roma, IV, la mor- te civile delle minoranze, pp. 542-569. 22 Bolzano nel ventennio divenne il fulcro del

ministero degli Esteri, il conso le ad Innsbruck Romano. E sulla presenza di Mastromattei, il ministro degli Esteri Ciano cosi annota nel suo diario il 21 giugno: „Par- tono per Berlino i funzionari che dovranno far parte della Commissione per il rimpatrio dei Tedeschi che risiedono nell'Alto Adige. C'e stata un po' di incertezza da parte del Duce sull'opportunitä o meno di far partire Mastromattei: qualcuno potrebbe criticare il fatto che un prefetto va a rapporto a Berlino. <D DER SCHLERN 44

rurale, dal clero e da parte della borghesia e la DFR il partito liberale espres- sione degli intellettuali e della borghesia cittadina, si unirono nell'ottobre del '19, pur continuando ad esistere come partiti singo- li, nel Deutscher Verband, per rappresentare piü adeguatamente gli interessi comuni nei confronti di Roma. II partito socialdemocrati- co non aderi al DV ma si presentö anch'esso come rappresentante della minoranza, come partito dei sudtirolesi. 15 Significativo della liceitä che sui

la politica di snazionalizzazione fascista. Con l'avvio delle grandi opere pubbliche e l'in- grandimento della zona industriale, nume- rosi furono gli immigrati che provenivano per la maggior parte dalle Zone piü povere del Veneto come il Polesine. La popolazio ne passö dalle 25.000 persone del 1910 alle 37000 nel 1931 e raggiunse le 60.000 nel 1940. 23 La scritta non e rivolta alla popolazione lo cale, come spesso e stato inteso. Essa riven- dica l'antica romanitä, che per il fascismo voleva dire

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Page 23 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte grafico sfibrandone la compattezza politica. Al contempo, amputando l’appendice meridionale del Sudtirolo che restava inglobata nella provincia di Trento, rendeva il confine etno-linguistico non coincidente sotto il profilo della competenza am- ministrativa. Il senatore Tolomei, all’unisono con i legionari trentini, sosteneva invece che l’opera di assimilazione del Sudtirolo dovesse awenire con la provincia unica di Trento approfittando cosi della prevalenza deH’elemento

italiano. Il testo delle norme di applicazione dell’accordo italo-tedesco del 23 giugno 1939 approvato il 21 ottobre, venne pubblicato il 26 ottobre in italiano a piena pagina sul quotidiano fascista La Provincia di Bolzano e sul quotidiano fascista Alpenzeitung in lingua tedesca. Su entrambi i giomali un riquadro in alto a sinistra in grassetto, a firma del prefetto di Bolzano Giuseppe Mastromattei e del Conso- le generale di Germania a Milano Otto Bene, stigmatizzava in sintesi obiettivo e principi

generali del prowedimento, vale a dire: • Che gli accordi di Berlino del 23 giugno 1939 hanno come obiettivo di risolvere definivamente la questione sudtirolese; • Che le norme in questione tengono giusto conto degli interessi singoli e generali di coloro che per loro spontanea decisione vogliono diventare cittadini germanici; • Che, mentre il Governo germanico garantisce ampia ed efficace assistenza a coloro che „ritornano“ a far parte della grande Patria tedesca, il Governo italiano si impegna

(Das Reichskommissariat für die Festigung deutschen Volkstums , in sigla RFKdV) con sede a Berlino sotto la direzione del capo delle SS, Heinrich Himmler. L’organismo si suddivideva in vari reparti ed era investito della pianificazione e organizzazione di tutti gli spostamenti di popolazioni che il Terzo Reich stava concertando con gli stati europei. Ulrich Greifelt ne era il direttore generale. Al RFKdV erano subordinati in Sudtirolo gli Uffici germanici di immigrazione e rimpatrio (Amtliche Deutsche

l’Hotel Bri stol, alla congiunzione tra la via della Rena/Raingasse e via Grappoli/Weintrau- bengasse. L’ufficio si suddivideva in settori e filiali operative dislocate nei grandi centri del Sudtirolo: cn DERSCHLERN 21 Heft

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
e gli altri organi ne delibe- rino, in base agli statuti dellAssociazione, il trasferimento in Germania."lbid. 48 Cfr. AA..VV., Option Heimat Opzioni, Bolzano 1989, p. 276. 49 Archivio comunale Trento, BCT56, fase. 7, Fondo Rasmo, verbale della riunione di Bol zano, presso la direzione del Regio Archivio di Stato, nei giorni 31 luglio e primo agosto 1940. 50 Cosi il verbale della riunione „A tale propo- sito il maggiore SS Sievers dichiara che il Führer ha manifestato il massimo interesse perche

agli allogeni emigranti venga dato la piü ampia possibilitä in seguito alla loro emigrazione, di poter portare con loro nel la nuova patria il patrimonio artistico, che e un patrimonio nazionale tedesco di valore. Queste dichiarazioni vengono prese a cono- scenza dal dott. Rusconi il quäle aderisce." Archivio Comunale Trento, Fondo Nicolö Rasmo, Verbale della riunione della commis- sione culturale italo-tedesca,Trento Castello del Buonconsiglio, 1° agosto 1940. 51 Ibid. 52 Sottolineato nel testo

Option Zeitgeschichte fu costituito „per favorire la partecipazione delTrentino alla storica rigenerazione delle alte valli atesine" II Brennero del 5.5.1942, cit. da Faustini G., II fascismo nel Trentino, Trento 2002, p. 112. 45 Dice di lui. Io storico di regime in Sudtiro- lo Mario Ferrandi: „Era un diplomatico per modo di dire, in quanto proveniva dalla pattuglia che aveva fiancheggiato Hitler nei suoi primi e falliti tentativi insurrezionali del 1923. A Monaco aveva partecipato alla famosa

adunata, detta della birreria, nella quäle fu fondato il partito nazionalsociali- sta. Otto Bene era quindi una figura politica di qualche rilievo, in quanto uomo di fidu- cia di Hitler..." Secondo il Ferrandi la prima proposta del trasferimento in blocco di tutti i sudtirolesi di lingua tedesca la fece Hitler a Bene, per poi ripeterla a Mussolini nel collo- quio di Palazzo Venezia il 7 maggio 1938. Cfr. Isarco (ps. di Mario Ferrandi), Opzioni 1939, Bolzano 1948, pp. 26/27. 46 Art. 27, Norme per

29 giugno 1939 a cura della Landesführung (Direzione provinciale) del VKS, in AA.,VV., Option Heimat Opzioni, cit., p. 152. 60 Cfr. a riguardo l'annotazione di Karl August Fischer (presidente del VDA della Baviera) in: Steurer L., ibid., p. 338. 61 Archivio VKS-ADO, Rapporto Sulla situazio- ne del 20 luglio 1939, tratto da Steurer, ibid., p. 339. 62 Steurer L., Südtirol zwischen Rom und Ber lin 1919-1939, 1980, pp. 329-341. Si veda altresi: Pallaver G., Englands Angebot der Selbstbestimmung: Südtirols

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Page 21 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte Per i Sudtirolesi di lingua tedesca invece, era istituita l’opzione, vale a dire la scelta, sulla carta, „volontaria 36 “, di restare cittadini italiani oppure di emigrare in Germania. II territorio dove poteva esercitarsi l’opzione comprendeva la pro- vincia di Bolzano, i comuni mistilingui della bassa atesina che all’epoca appar- tenevano alla provincia di Trento, i comuni ladini della provincia di Belluno, Cortina d’Ampezzo, Colle e Livinallongo e la Val Canale

(Tarvisio) in provincia di Udine. Venne stabilito dove si avrebbe potuto optare: nei comuni di residen- za o presso gli uffici germanici per l’immigrazione e il „rimpatrio“ (ADERSt) all’uopo istituiti, e come sarebbe awenuto il trasporto dei beni mobili e la ven- dita dei beni immobili: direttamente sul mercato a cura dell’optante oppure per tramite dell’Ente nazionale per le Tre Venezie, previa stima dell’immobile da parte della commissione paritetica italo-tedesca di valutazione. La cessione degli

immobili all’Ente nazionale per le Tre Venezie era esente da tasse, imposte e contributi. Per compensare il costo piii caro degli immobili e della vita in generale nel Reich rispetto all’Italia si addivenne ad un cambio speciale a favo- re di chi emigrava di 1 marco per 4 lire e 50 quando il cambio ufficiale era di 1 marco per 7,63 lire. L’Italia avrebbe pagato la differenza, vale a dire 3 lire e 13 centesimi. Non fu una differenza di poco conto. L’art. 37 della Convenzione stabiliva inoltre per gli

operai e gli impiegati la corresponsione dei 50°/o della liquidazione prevista nei contratti collettivi per lo scioglimento dei rapporti di lavoro. Se da una parte il governo italiano ci rimetteva 3,13 lire col cambio speciale a tutto favore della Germania, dall’altra recuperava in parte la somma trattenendosi il 50% della liquidazione dei lavoratori dipendenti che avevano deciso di lasciare il Sudtirolo. Venne infine fissato il termine ultimo per esercitare l’opzione: il 31 dicembre 1939, mentre

il trasferimento doveva concludersi entro il 31 dicembre dei 1942. Al clero e ai relativi dipendenti, qualora vivessero sotto lo stesso tetto, fu conces- sa una proroga fino al 30 giugno 1940. Detta proroga di sei mesi valeva inoltre per gli aventi diritto domiciliati fuori dall’Italia e per tutti coloro i quali per cau sa di forza maggiore non fossero in grado di presentare la propria dichiarazione entro il 31 dicembre 1939. Ma l’opzione non generava de iure acquisizione della cittadinanza germanica, gli

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Page 79 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte ADT Supplemento al Promemoria del 27 luglio 1939 Bolzano, 9 Agosto 1939 Nella rivista „Athesia Augusta“ e apparso un articolo sul trasferimento degli altoa- tesini, articolo che evidentemente proviene dalla fonte piü autorevole della Provincia (Vedere allegato). I chiarimenti contenutivi ammettono le piü opposte interpretazio- ni come tutte le precedenti comunicazioni ufficiose nella stessa materia. Ora e stato pubblicato anche il testo del disegno di legge relativo

possibilitä di guadagno. Registriamo, a modo d’esempio, che attualmente la Cassa di Risparmio della Provincia di Bolzano, che e la centrale di tutte le cas[s]e (sic.) di risparmio della Provincia, da la disdetta a tutti i nativi di lingua tedesca che tengono in affitto terreni o masi appartenenti alla Cassa di Risparmio. Questa misura non colpisce soltanto i numerosi fittavoli per lo piü nullatenenti, ma ha anche un effetto intimi- datorio su tutti quei proprietari fondiarii che amerebbero restare

in patria. Inoltre in questi ultimi tempi awiene sempre piü spesso che - evidentemente in seguito ad un cenno reale o immaginario delle Autoritä - sono privati della rappresentanza ed in seguito anche del guadagno i rappresentanti nativi delle Ditte italiane. Da parte germanica si fa proclamare sempre piü vigorosamente da numerosi agitatori fino nei piü remoti casolari della Provincia che negli accordi di Berlino fu decisa l’evacuazione totale della popolazione altoatesina tedesca e che e la volontä

al trasferimen to degli altoatesini che dovrä esser presentato alla camera dei Fasci e delle Corpora- zioni il giorno 11 c. m. per l’approvazione (Vedere allegato). Se questo disegno di legge sostiene alla pari dell’articolo sopra citato della „Athesia Augusta“ che saran- no trasferiti verso la Germania soltanto quei nativi che si decideranno spontanea- mente per l’emigrazione nel Reich, sta perö di fatto che oggi come prima numerosi nativi sono costretti all’emigrazione a mezzo della sottrazione della

irremovibile del Reich e del „Führer“ che la stessa sia assolutamente eseguita. Que sto volere di Hitler manifestato senza incontrare contraddizione crea nelle popola- zioni una nefasta psicosi migratoria. Il 2 agosto il Reichsleiter Himmler, capo della polizia germanica, convocö ad Innsbruck per una conferenza segreta dei rappresentanti dell’ organizzazione na- zionalsocialista locale (vale a dire dei cittadini italiani). Anche Himmler ha dichia- rato inevitabile il trasferimento di tutti gli altoatesini

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Page 50 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
competenti della Provincia di Bolzano e dalle quali si poteva anche desumere che era imminente a Berlino una conferenza decisiva tra rappresentanti del Governo germanico e dell’italiano, alla quäle tra gli altri doveva prender parte anche il Pre- fetto di Bolzano. Nel frattempo si seppe che il cancelliere germanico Adolfe Hitler aveva da to l’ordine preciso per il trapiantamento degli altoatesini e che aveva incaricato dell’esecuzione la SS. In una conferenza appositamente convocata Hitler defini

prowedimenti di polizia (campi di concentramento ecc.). Il 22 giugno S. E. il Prefetto di Bolzano partiva per Berlino per Pannunciata conferenza. Questa ebbe luogo sotto la presidenza di Himmler, Capo della Polizia e delle SS. Da parte italiana vi presero parte tra altri: Pambasciatore Attolico, il Prefetto Mastromattei di Bolzano ed altri delegati del Governo italiano, da parte tedesca oltre il presidente Himmler, il Barone Weizsäcker, Sottosegretario di Stato agli Esteri, ed il Console Generale germanico

Zeitgeschichte Option Documenti Allegati Allegato 1 II canonico Gamper perora il vescovo Endrici affinche intervenga sul papa Pio XII per scongiurare il trasferimento del popolo sudtirolese nel Reich. Archivio diocesano di Trento, Acta Episcopalia Endrici Celestino, fascicolo „l'arci vescovo Celestino Endrici e le opzioni in A.A., 1939/40'.' Eccellenza Reverendissima! Signor Principe Vescovo Bolzano, 1 luglio 1939 Facendo seguito all’udienza graziosamente concessa da Vostra Eccellenza

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Page 16 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
della toponomastica unicamente in lingua italiana il fascismo fu assai solerte, sin dal 1923, l’uso del nome Tirol e Südtirol furono proibiti e nel 1926 col decreto legge n. 17 del 10 gennaio il regime raggiunse il parossismo della sua paranoia snazionalizzatrice. Il decreto portava come tito- lo „Restituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di Trento“. 20 Si trattava di italianizzare, o meglio secondo il regime di ri-italia- nizzare quei cognomi che si suppone

Zeitgeschichte Option I due dittatori in una foto di Propaganda. Archivio del Museo storico del Trentino,Trento. Alle autonomie comunali, come nel resto d’Italia, venne sostituito il podestä di nomina prefettizia e quindi direttamente controllato dal potere centrale, cosi la temuta dirigenza politica locale fii destituita. Furono abrogati gli enti e le asso- ciazioni indipendenti che operavano nei settori della cultura, della vita sociale, dell’economia, come le casse rurali in Trentino

furono analizzate le misure da intra- prendere al fine di realizzare la morte civile delle minoranze etno-linguistiche comprese sul territorio nazionale. 21 Nel 1928 venne eretto un monumento a Bolzano 22 fermamente voluto da Be nito Mussolini, il monumento che, in Stile imperiale, celebrava il decimo an- niversario della Vittoria italiana nella prima guerra mondiale. Del progetto fu incaricato il piü noto architetto del regime, Marcello Piacentini. Un tale monumento aveva lo scopo di depri mere

il sentimento nazionale sudtiro lese e di sugellare l’awenuta italianiz- zazione della citta. Una grande scritta campeggia ancor oggi alla sommitä del monumento sotto la dea della vittoria in atto di scagliare la freccia fatale:

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Page 47 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
. Spostamenti forzati di popolazioni in Europa 1939-1955: Settant'anni dopo le „opzioni" in Alto Adige/Umsiedlung und Vertreibung in Europa (1939-1955): Zum 70. Jahrestag der Südtiroler „Option " Bolzano, 6/7 febbraio 2009. 40 Archivio Comunale Trento, BCT56, fase. 7, Fondo Nicolö Rasmo. Si tratta di documenti conservati nei fondo „Rasmo" conservato nell'archivio della Biblioteca comunale di Trento, sezione Nuovi Manoscritti. II fondo e dono di Ada Barbieri Rasmo (1995). 41 La citazione e tratta da Rasera

Option Zeitgeschichte Ma non si tratta di questo: egli e membro esperto che va a far parte di una Commis- sione. D'altro lato sembra che i tedeschi vo- gliano fare sul serio. Non conviene quindi esser noi a mettere i bastoni tra le ruote.” Ciano G„ Diari 1937-1943, pp, 311/312. 29 Di particolare interesse il verbale italiano della riunione da cui risulta che Himmler propose di trattare separatamente i tre casi, vale a dire: i cittadini del Reich, eccettuato il Tirolo, i cittadini italiani

sudtirolesi di lingua tedesca possedenti terreni, i cittadini italiani sudtirolesi di lingua tedesca non possedenti terreni. Archivio Centrale di Stato, Min. In terno, Dir. Gen. RS., Div. affari generali e ris. (1920-1945), 1939. 30 Nei confronti dei sudtirolesi il vocabolario della nomenklatura fascista usa il termine di allogeni, vale a dire stranieri che si sono in- filtrati su suolo italico provenienti da Nord ai quali ora si chiede di tornare ai paesi d'ori- gine (sic) al di lä delle Alpi. Ora, come

di confine, Trento 1998. 38 In realtä il territorio degli accordi fu definito nelle norme del 21 ottobre. 39 Isarco (pseudonimo di Mario Ferrandi), Op zioni 1939, Bolzano 1948, pp. 57/58. Per un approfondimento del fenomeno del coinvol- gimento nei diritto all'opzione di popolazioni al di fuori del territorio degli accordi si veda il mio contributo, Staatsbürgerschaftsoptio nen außerhalb des Vertragsgebietes vom 23. Juni 1939: Der Fall der Fersentaler, Lu- serner und Fassataler, in: Atti del Convegno

questi giorni parlando con degli altoatesini, egli si sente affatto sicuro del successo della sua attivitä." Vedi allegato n. 2, p. 56. 43 L'Ente Nazionale per leTre Venezie fu sop- presso e posto in liquidazione con decreto legge del 18 agosto 1978, n. 481, convertito in legge il 21 ottobre 1978, n. 641. 44 Cfr. II Brennero del 7 maggio 1940. Due an ni piü tardi sempre il Brennero celebrando l'avvio del ripopolamento del Sudtirolo con elementi italiani, scrisse che l'lstituto per Io sviluppo

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Page 36 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
e nell’autunno del 1939 la discrimi- nazione fu estesa anche a livello dei lavoratori piü precari e quindi piü vulnerabili e ricattabili, i raccoglitori della frutta. Cosi scrisse il canonico Michael Gamper nel suo rapporto di fine luglio al vescovo della diocesi di Trento Celestino Endrici: Ogni anno al tempo della raccolta della frutta migliaia di nativi disoccupati trovano lavoro. Quest’anno invece fu proiblto ai grandi Consorzi dl frutticoltori di assumere nuovamente i provati operai nativi. A questa

Option Zeitgeschichte E, sempre secondo Ferrandi, la proposta del trasferimento sarä ripresa in mano qualche mese piü tardi dal console germanico a Milano Otto Bene. Fu dalle assemblee del 15 e del 22 luglio che il VKS prese uffcialmente la decisione di spendersi a favore dell’emigrazione in Germania. 69 Con l’Opzione il regime fascista intendeva liberarsi degli elementi piü scomodi, piü ostili al regime. Il govemo fascista era contrario ad un esodo massiccio della popolazione sudtirolese

, ad una soluzione etnica radicale. Si auspicava un indeboli- mento etnico della popolazione con la partenza di circa 60.000 persone tra le quali dovevano per forza rientrare quegli elementi irredentistico-separatisti, quegli irridu- cibili che ostacolavano i piani di snazionalizzazione. In questo senso si espresse il federale Macola il 20 agosto a Bressanone in un’assemblea dove erano convenuti podesta e membri del partito. 70 Rivelatore che queste e non altre erano le mire del regime fu il fatto

gente cui la piccola Patria rifiuta il lavoro ed il pane, altro non resta per rimediare alla loro necessitä momentanea che di abbandonare per sempre la loro terra. 7 ' Discriminazione sul diritto al lavoro dunque, ma anche disparita nelle regole per l’acquisto dei terreni. Dal 1935 l’acquisto di terreni era reso arduo ai sudtirolesi in quanto ci voleva il nulla osta del prefetto. Nei mesi precedenti e posteriori all’ac- cordo del 23 giugno, le richieste di acquisto presentate da sudtirolesi

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Page 26 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Italiana Bolzano Prefetto di Commissariato per le migrazioni e le Bolzano colonizzazioni Roma Ente Tre Venezie Roma, filiale a Bolzano Istituto per lo sviluppo economico della Venezia Tridentina, sede a Trento DER SCHLERN 24 Ol & <D

Zeitgeschichte Option Da parte italiana il prefetto di Bolzano Mastromattei fu incaricato speciale di Mus solini per il trasferimento degli optanti e dall’inizio 1940 fii sostituito da Agostino Podestä, il quäle dal settembre 1941 assunse 1’incarico di Alto Commissario per il trasferimento. AlPacquisizione dalla DAT dei beni che gli optanti a questa societä avevano alienato ed alla successiva vendita degli immobili sul mercato italiano fu preposto l’Ente Nazionale per le Tre Venezie istituito

con legge del 27.11.1939, n. 1780, quäle evoluzione dell’Ente di Rinascita Agraria (ERA) che fa fondato nel 1921 43 . L’Ente Nazionale per le Tre Venezie aveva sede a Roma, un ufficio distacca- to era stato aperto a Bolzano in piazza Gries. Braccio operativo non direttamente dipendente dell’Ente Nazionale per le Tre Venezie era l’Istituto per lo sviluppo economico della Venezia Tridentina costituito nel maggio 1940. 44 In particolare, l’istituto diretto da Aldo Zippel e presieduto da Pietro

de Francisci (vice presidente Giovanni Botta) aveva come missione la stedeschizzazione del territorio favorendo l’immigrazione in Sudtirolo per lo piü di contadini trentini. La „conquista della terra“ aweniva attraverso l’acquisizione degli immobili dagli optanti sudtirolesi e una successiva vendita ad acquirenti di lingua italiana. Struttura degli uffici italiani predisposti all’emigrazione degli optanti Sottosegretario agli interni Ufficio per l'Alto Adige Roma DEFI Delegazione Eco nomica Finanziaria

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Page 19 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Option Zeitgeschichte Partenza per Berlino. In viaggio parlo con Mastromattei, prefetto di Bolzano, al quäle mostro il testo del trattato. Afferma che il preambolo, cot riconoscimento definitivo delle frontiere, darä una grande scossa all’lrredentismo atesino . 27 Il 23 giugno 1939 venivano siglati a Berlino gli accordi sul trasferimento della po- polazione sudtirolese con l’obiettivo - dichiarato di comune accordo - di dare „soluzione definitiva del problema sudtirolese“. I delegati italiani

e tedeschi si riu- nirono nella sede del Comando delle SS, sotto la presidenza del Reichsführer delle SS Heinrich Himmler nominato solo una settimana prima „Commissario del Reich per il rafforzamento della nazionalita tedesca“ ( Reichskommissar für die Festigung deutschen Volkstums). In quell’incontro 28 durato non piü di due ore venivano stabiliti i punti essenziali dell’operazione di „ricomposizione fondiaria etnica“ 29 , punti che sarebbero stati via via perfezionati sino alla firma definitiva delle

tre convenzioni del 21 ottobre, da parte del console generale di Germania a Milano Otto Bene e del prefetto di Bolzano Giuseppe Mastromattei. Vennero date alla stampa soltanto le „Norme per il rimpatrio dei cittadini germanici e per l’emigrazione di allogeni 30 tedeschi dall’Alto Adige 31 “ mentre le altre due convenzioni riguardanti le questioni economiche del trasferimento furono secretate. Tre giorni prima, il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano cosi annotava nel suo diario: Con Clodius

d’Acciaio tra i governi di Italia e Germania. Il patto era stato sottoscritto il 22 maggio 1939 proprio da colui che mal sopportava una alleanza cosi Stretta e coercitiva con la Germania, Galeazzo Ciano, e dall’omologo ministro Joachim von Ribbentrop. Il Patto d’Acciaio che tra l’altro, per volontä italiana, sanciva l’inviolabilita della frontiera del Brennero, obbligava i due stati a fornire reciproco aiuto politico e diplomatico, aiuto che sarebbe stato esteso al piano militare qualora si fosse

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Page 5 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
dell’accordo S. 17 3.2.4 L’apparato tecnico-organizzativo S. 21 3.2.5 II patrimonio artistico-culturale S. 25 3.2.6 DV e VKS di fronte all’Opzione S. 28 3.2.7 Restare o andarsene. Alternativa obbligata S. 31 3.2.8 Italia e Germania: eterogenesi dei fini S. 33 3.2.9 II trasporto nel Reich dei malati psichici e dei disabili S. 39 4. La tine della liceitä dei trasferimenti di popolazioni S. 42 Documenti (Allegati 1-18) 1 Can. Michael Gamper al vescovo di Trento, Celestino Endrici, 1° luglio 1939

S. 48 2 Rapporto Gamper al vescovo di Trento, Celestino Endrici, 27 luglio S. 50 3 Memorandum Endrici a papa Pio XII S. 69 4 Supplemento promemoria Gamper al vescovo Celestino Endrici, 9 agosto S. 77 5 Volantino nazista a favore dell’opzione S. 78 6 Bozza di volantino a non optare S. 79 7 II vescovo Endnci al prefetto Mastromattei S. 81 8 S. E. Endrici al cardinale L. Maglione S. 83 9 Otto Bene alla casa editrice Athesia S. 84 10 S. E. Endrici al card. Maglione (presunta opzione Geisler e censura Gestapo

in diocesi di Trento) S. 105 LITERATURRUNDSCHAU 110 Rainer Seberich Operationszone Alpenvorland: Kollaboration und Widerstand Di Michele, Andrea/Taiani, Rodolfo (Hg.), Die Operationszone Alpenvorland im Zweiten Weltkrieg (= Veröffentlichungen des Südtiroler Landesarchivs/Pubblicazioni dell’Archivio pro- vinciale di Bolzano, Bd. 29), Bozen 2009. 115 Erika Kustatscher Von der Dialektik der Geschichte Brigitte Mazohl/Bernhard Mertelseder (Hg.), Abschied vom Freiheitskampf? Tirol und ,1809

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Heft Option Zeitgeschichte I generici enunciati di „collezioni ed archivi privati che si riferiscono alla cultura germanica“, e „oggetti posseduti dalle Associazioni dei Musei riferentesi alla cultura germanica“ contenuto nelle norme del 21 ottobre all’art. 27, non manch di provoca- re accese disquisizioni tra i delegati italo-germanici della commissione cultura pre- posti a decidere nel concreto cosa dovesse rientrare nell’accezione „cultura germa nica“ e quindi potesse essere esportato

in Germania. Nelle riunioni appositamente convocate per dirimere la questione, i rappresentanti italiani cercarono di restringere il campo semantico del termine di cultura alla sola creazione dell’ingegno. Da parte germanica, si cercö invece di estendere al massimo il significato della parola Kultur comprendendo oltre al concetto astratto di produzione dell’ingegno, anche la sua realizzazione indipendentemente dal fatto che si trattasse di realizzazioni di ordine privato o a carattere pubblico

o se a quella romanza, se dovesse prevalere il criterio della „territorialitä“ o quello della vicinanza alla „nazione“. Non se ne veniva a capo finche non si andava a definire con precisione i concetti di „cultura/Kultur“. Il verbale della riunione del 31 luglio e 1° agosto 1940 tenutasi presso l’Archivio di stato di Bolzano si conclude- va con un nulla di fatto: Osservato che tutte queste questioni derivano soprattutto dalla diversa interpretazione delle espressioni cultura-Kultur, che si trovano nei due

testi dell’accordo italo-germanico, mentre verrebbero quasi automaticamente eliminate se si fosse d’accordo sulla definizione cultura-Kultur, si determina, preliminarmente, di rimettere alle Autoritä competenti di diri mere tale divergenza, impartendo in seguito ai rappresentanti le istruzioni del caso. Fatto letto e sottoscritto in due originali tedeschi e due italiani. Franz Hüter Carlo Gallia Carmelo Trasselli 49 La sera dello stesso giomo si riuniva a Trento nel Castello del Buonconsiglio

agli optanti emigrati di poter portare nel Reich il loro patrimo- nio artistico, patrimonio della nazione tedesca. 50 Ma anche in questa riunione si incappö nella vastitä semantica del termine cultura/Kultur e del derivato patrimonio culturale. Ringler avrebbe voluto che fosse defmito precisamente e cito ad esempio l’artista sudtirolese Michael Pacher. Rusconi controbatte che „l’opinione italiana e tedesca circa l’appartenenza nazionale dell’arte di Pacher divergono“ a cui Ringler replicö

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Page 51 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
sacrosanto diritto questo popolo ripone tutta la sua speranza nel comune Padre di tutti i Cristiani, nel Capo della Chiesa, alla quäle conserva fedeltä ed affetto oggi come al tempo dei suoi padri e dei suoi an- tenati. Le fermezza nella Fede cattolica di questo popolo di montagna e servita di esempio ad altri popoli tante volte nella storia. La Chiesa non poträ rimanere indif ferente alla sorte terribile che si vuole infliggere a questo popolo. Percio preghiamo i Reverendissimi Presuli della Provincia

e stabilito il termine di tre mesi. In un secondo momento sarä la volta degli altri sudditi germanici. Per i cittadini germanici che hanno proprietä immobiliare e disposto un termine di sei mesi. Finalmente awerrä il trapianta mento degli altoatesini tedeschi di nazionalitä italiana, e precisamente, a quanto si apprende, nello spazio di due anni. Per prowedere al trapiantamento con la maggior energia possibile fu eretto al- cuni giorni fa nel palazzo della dieta di Innsbruck un ente per il trapiantamento

sulla revoca della cittadinan za, che per vero dire furono create contro i nemici dello stato, e dalla legge di espropriazione dei 1937. Circa 17 anni fa i greci viventi nell’Asia Minore furono scambiati verso i turchi stabiliti in Grecia. Lo scambio che procurö miserie indescrivibili a quella popola- zione e che fu definito lo scandalo dei secolo, sarebbe superato di gran lunga nella sua vergognositä ed ingiustizia se la medesima sorte ad essere inflitta ad un popo- lo colto vivente nel cuore

dell’Europa. L’esecuzione dei piani sopra esposti signi- ficherebbe ne piü ne meno che l’estirpazione dei nostro popolo che da un millen- nio e mezzo abita questa terra e con l’opera delle sue mani ne ha fatto un paradiso di Dio. Spiantando piü di 200.000 uomini si distruggono tutte quelle forze con- servatrici che di questo popolo hanno fatto durante tutta la sua storia un baluardo contro tutte le tendenze sowersive, una truppa scelta della Fede e della Chiesa cattolica. All’infüori di Dio e dei suo

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Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Balcani come conseguenza dell’indebolimento progressive dell’Impero Ottomano awiatosi giä nella prima meta del XIX secolo. Il primo accordo che prevedeva uno scambio di popolazione tra due Stati si ebbe con la convenzione di Adrianopoli, siglata nel novembre del 1913 tra la Bulgaria e l’ormai fatiscente Impero ottomano, in seguito alla Seconda guerra balcanica. Secondo la convenzione, la popolazione che viveva all’intemo della fascia di 15 chilometri dalla frontiera che divideva i due Stati do- veva

essere scambiata: i turchi di Bulgaria, di religione mussulmana, dovevano tra- sferirsi nell’Impero, i bulgari della Tracia, di credo cristiano, in Bulgaria. L’accordo riguardava 48.570 turchi (9714 famiglie) e 46.764 bulgari (9472 famiglie). Di fatto, la maggior parte della popolazione oggetto dell’accordo si era giä trasferita prima della sigla dell’accordo. La convenzione aveva soltanto lo scopo di rendere „uffi- ciale“ lo scambio e di sancime cosi l’irreversibilitä. 7 Anche con la Grecia

vi fu in questo periodo un preaccordo di scambio di popolazione 8 . I turchi della Grecia si trasferirono verso la Turchia e i greci di Turchia si spostarono ad ovest della Tracia e dall’Anatolia. Questo scambio fu di dimensioni ridotte. Vennero anche in questo caso intavolate delle trattative, tra il primo ministro greco Venizelos e il governo dei Giovani Turchi per la firma di un trattato analogo a quello turco-bulgaro, ma lo scoppio della guerra mondiale fece fallire questi progetti. Per uno scambio che

coinvolse 356.000 greci musulmani e 290.000 ottomani dellAnatolia bisognerä attendere la fine della Grande guerra. Il primo problema che si pose alle potenze vincitrici il primo conflitto mondiale fu quello dell’ela- borazione dei principi da cui far discendere un nuovo ordine intemazionale. Il presidente degli Stati Uniti, il democratico Woodrow Wilson aveva cercato, sin dal suo famoso discorso dei 14 punti pronunciato davanti al Congresso 1’8 gen- naio 1918, di fomire una sua proposta, rifacendosi

ai due principi che le forze democratiche occidentali avevano posto alla base della guerra, vale a dire il prin- cipio di nazionalitä e il principio di autodeterminazione dei popoli. 9 Purtroppo, l’enunciazione dei principi wilsoniani non solo dava adito ad interpretazioni di- vergenti, non solo si scontrava contra la difficoltä insormontabile di tracciare in Europa nette linee di confine tra diversi gruppi etnici e linguistici, ma anche e soprattutto non poteva soddisfare le diplomazie dei maggiori

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Page 30 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
all'ltalia e vennero modificati da papa Paolo VI con la bolla „Quo Aptius" il 6 agosto 1964, sem pre nel senso della coincidenza politico- amministrativa. Elaborazione grafica: Gabriele Weber & Emanuele Curzel; da: I. Rogger, Storia della Chiesa diTrento. Da Vigilio al XIX secolo, II Margine, Trento 2009 DERSCHLERN 28

Zeitgeschichte Option 3.2.6 DV e VKS di fronte all’Opzione I gruppi politici sudtirolesi che dovettero confrontarsi col progetto di opzione era- no due: il Deutscher Verband e il Völkischer Kampfring Südtirol. Entrambi avevano da tempo subodorato dei piani per la risoluzione definitiva della questione sudtirole se. Il DV era stato fondato in Sudtirolo subito dopo l’annessione, nel 1919. Fu isti- tuito con lo scopo della difesa unitaria della minoranza nazionale tedesca inglobata entro i confini

del Regno d’Italia. In esso si congiunsero il vecchio partito popolare di indirizzo cattolico e il vecchio partito liberal-nazionale di indirizzo laico, i quali superarono le loro differenze ideologiche in funzione della compattezza di gruppo. Giä con le elezioni del 1921, il DV rappresentava la quasi totalitä dei sudtirolesi 56 . II VKS fu invece un’associazione politica di persone piü giovani fondata nel 1933 in seguito all’awento del nazionalsocialismo in Germania. Il VKS era legato a dop- pio

filo con le posizioni di Hitler, il quäle era visto come il possibile liberatore del Sudtirolo dall’oppressione del fascismo 57 . II 2 maggio 1818 il papa PioVII fissö con la bolla „Ex imposito" la circoscrizione della diocesi diTrento, venendo cosi incon- tro all'imperatore Francesco I che voleva la coincidenza della circoscrizione ecclesiastica con i tre capitanati circolari diTrento, Rovereto e Bolzano. I confini delle diocesi diTrento e Bressanone resta- rono tali anche dopo l'annessione

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Page 15 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
che i trasferimenti di popolazioni erano prowedimenti ritenuti leciti da tutta la comunitä politica intemazionale, non solo dagli stati dittatoriali. 3.2.1 La snazionalizzazione del Sudtirolo E del 23 ottobre del 1923 il decreto del prefetto della Venezia Tridentina Giuseppe Guadagnini che ordinava l’uso esclusivo della lingua italiana per tutti gli organi politici, negli uffici pubblici e in tutti gli enti pubblici, istituti, stabili- menti ed opere pie, consigli e consorzi che stessero sotto

il controllo di un’auto- rita statale, provinciale o comunale. Ed il 28 ottobre, un altro decreto prefettizio prescriveva la lingua italiana nei manifesti, segnalazioni, tabelle, cartelle, insegne, ammettendo la traduzione accanto al testo italiano solo in quei comuni dove „la lingua d’insegnamento nella scuola popolare non e ancora interamente l’ita- liana“. Il Regime fascista diede cosi inizio ad una graduale opera di demolizio- ne e rimozione della cultura autoctona. Si cominciö col sistema scolastico

che impose la lingua nazionale su tutto il territorio del Regno e quindi anche nelle Volksschulen. La didattica scolastica venne impartita esclusivamente nella lingua dello stato italiano 18 con la possibilita di poter fruire di ore aggiuntive di seconda lingua, vale a dire di lingua madre „nei comuni ove si parli abitualmente una lingua diversa“. Per ottenere l’insegnamento della lingua madre di tre ore alla settimana, all’inizio dell’anno doveva essere prodotta domanda di iscrizione al corso dai

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Page 12 of 138
Date: 01.09.2009
Physical description: 138
Heft Zeitgeschichte Option L’opzione deI marito implicherä quella della moglie e t’opzione dei genitori quella dei figli minori di 18 anni. Coloro che hanno esercitato questo diritto, dovranno, entro i dodici mesi se- guenti, trasportare il proprio domicilio nello Stato a favore dei quäle avranno fatto l’opzione. Potranno conservare i beni immobili che posseggono nel territorio dello Stato in cui avessero il proprio domicilio prima dell’opzione, e portar con se i propri beni mobili di ogni

specie, senza che sia loro imposto perciö alcun diritto o tassa, di uscita o di entrata. Articolo 79 Coloro che sono chiamati a votare in un plebiscito, a norma dei presente trattato, avranno facoltä, durante sei mesi dopo l’attribuzione definitiva della regione in cui il plebiscito e avvenuto, di optare per la cittadinanza dello Stato al quäle la regione non e attribuita. Le disposizioni dell’articolo 78 relative al diritto di opzione si applicheranno all'esercizio dei diritto riconosciuto in que

sto articolo. Articolo 80 Coloro che hanno la pertinenza in un territorio facente parte dell’antica Mo- narchia austro-ungarica e che differiscono per razza e per lingua dalla mag- gioranza della popolazione potranno, entro sei mesi dall’entrata in vigore dei presente trattato, optare per l’Austria, per l’ltalia, per la Polonia, per la Romania, per Io Stato serbo-croato-sloveno o per Io Stato czeco-slovacco, secondo che la maggioranza della popolazione vi sia composta di persone che parlano

-lingustica dello sta to nazionale rimaneva un principio irrinunciabile anche nell’ideologia delle poten- ze vincitrici. L’unitä tra stato e cultura continuava ad essere condizione fondativa della nazione proprio come aweniva anteriormente alla Grande Guerra. Indi per cui, brutalmente detto, se non si parlava la lingua dello stato nazionale nel quäle dopo il trattato di pace ci si era venuti a trovare, se si voleva, si poteva andarsene nello stato della propria razza (sic.), dove si parlava la stessa

lingua. Negli artico- li sopraccitati vige ancora in modo netto il principio della primazia dello stato nazionale monoetnico sui diritti delle persone ad abitare il territorio natale. Lo ius sanguinis continuava a prevalere sullo ius solis, poco importava che quelle de- terminate minoranze etniche abitassero quel territorio da sempre. C’era di mezzo la difesa di un principio costituivo della nazione che non doveva essere indeboli- to da nazionalitä minoritarie, le quali, facendo appello al diritto

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