. Poi una mirabile figura di fanciulla, anima del Purgatorio, si slancia al Paradiso: a’suoi piedi, un gio vinetto si sporge per veder Dante, Virgi lio e Sordello che s’incontrano nel Pur gatorio. E questo il più bel gruppo del lavoro; e ne diamo, come del Minosse, il disegno. A destra, i superbi con la nuca fiaccata sotto enormi macigni; indi figure di neghittosi e à.’avari. — Dopo il Pur gatorio, il Paradiso. Beatrice, raffigurante non già la Teologia, ma l’amorosa donna, si libra fra gli angeli
; questi ultimi, soavi figure, ricordano il Beato Angelico: E, so pra, Dante! Il gran poeta esprime nel volto la fierezza ghibellina, temprata da benevolenza verso il popolo che si af fida al suo patrocinio'; e al popolo stende la mano patema. Il Beato Angelico, Giot to, Dante rivivono insieme in questa crea zione dello Zocchi. La statua è alta cinque metri. Sulla base di granito rosa, a tergo, si legge: Affermazione e simbolo — acl pensiero italiano — questo monumento del le genti tridentine — eretto
all' altissimo Poeta — veniva oggi affidato alla custodia del municipio di Trento —11 ottobre 1896. E dinanzi: A Dante, Al Padre, il Tren tino, col plauso e l’ajuto, ■della Nazione. E qui vogliamo dire una cosa che nes suno iia detta e eh'è giustizia segnalare: L'Austria ha permesso il monumento al sommo Italiano in Trento, come ha per messo testé quello a Nicolò Tommaseo in Sebcnico: al Tommaseo che, nel 48, a Venezia, con Daniele Manin, fu a capo d’un popolo insorto contro l’Austria stessa
. A nessuno sfugge questa larghezza di concetto, degna dei tempi nuovi. CESARE ZOCCHI autore del monumento a Dante in Trento è diventato l’idolo dei Trentini, che lo hanno acclamato con entusiasmo concor de pel suo mirabile capolavoro. È nato a Firenze il 7 giugno 1851. Il padre suo era un marmista di lapidi sepolcrali, ohe vagheggiava pel figlio una via più ele vata, più allegra, più lucrosa: quella dell’ingegnere. Ma il giovinetto al cal colo preferiva il disegno artistico: dise gnava e modellava
di Firenze ; molti busti e monumenti sepolcrali nei cimiteri di Ravenna, Ce sena, eoe. Ma l’eccellenza egli la toccò nel monumento a Dante, il cui caratte re e il cui poema studiò a fondo. In descrivibili le onoranze che gli tributa rono i Trentini, tanto eh’ egli ^pianse a calde lagrime per la commozione. In una cena d’onore al Circolo trentino lo su bissarono d’entusiasmo; il ministro Gian- tufico gli annunciò la commenda con uh telegramma in cui rendeva onore “ all’ar tista chè aveà saputo con alta