sottomettere tutto quel territorio alpino. Non era questo compito tanto facile, poiché i Reti contavano delle tribù molto nume rose .ed estese, ed alcune di esse godevano fama di singolare ferocia e valore. Nella valle superiore dell’ Adige, finitimi coi Vennoneti, erano i Venosi! (Ve- nostes),* che lasciarono il loro nome alla valle da loro abitata, (Val Venosta, Vint- schgau), che in carte del medio evo era, come ora, chiamata vali in Vetmsla 3 . Senza dubbio i Venosf.es occupavano anche tutti le valli
per uccidere tutti i merendanti che transitavano di lì; e, soggiunge Dione 1 2 , dal (pialo rileviamo tutti questi particolari, non venivano risparmiate nemmeno le donno gra vide, poiché, se per mezzo di loro divinazioni, venivano a scoprire che. portavano in seno un maschio, le uccidevano. Non contenti di commettere queste enormità entro i contini del loto territorio, facevano continue incursioni e rapine sul suolo italico e gallico. Perciò Augusto di spose di far loro una guerra regolare per
formate dai piccoli confluenti dell’ Adige superiore, e quindi tutta la regione a mezzodì del gruppo del- 1’ Oetztlml. Più numerosa ed estesa era la tribù degli Isarci (Inarchi) 4 , che, come è indicato dal loro stesso nome, abitavano la valle dell’ Eisack, 1 ’ Isarcus 5 dei latini, V Isargus, 1 ’ Isarchus 6 , e 1’ Ysarche 1 * 7 8 del medio evo, e forse 1’ ‘Iadoag di Strabene s . Essi quindi si stendevano dal Brenner fino a Klausen, occupando tutto il ter ritorio circostante, confinando ad occidente
coi Venosti, cioè colle sommità delle Sarn- thaler Àlpen, specialmente coll’ Hiinger Spitz e col Weisshorn. Quindi alla vigilia della guerra retica, tutta la regione che va dalle Alpi cen trali fino al confine italico, era occupata dalle due tribù dei Venosti ad occidente e dagli Isarci ad oriente. Le tavole itinerarie pongono in questo tratto di territorio retico lo stazioni Sublavione, Sebatmn (Schabs) e Vipiteno (Sterzing). Veramente il Dauin 9 10 pone gli Isarci dal ponfluente dell’Eisack fino
, primeggiavano sui declivi meridionali della catena centrale alpina, due altri, detti illirici da Strabono 14 , e Vin- 1 54, 22. 2 Pus., in, 22; C. I. L.. III. pag. 5SS e V, pag 747. 3 Cf. Molili, Cod-, I, n. 1)3, anno 967,in atto di donazione fatto «.la Ottono I a Vittore, vescovo «li Curia, è delta Vallisi Venusta. In documento del 931 in pago Vcivusta. Cf. Hormayk, GchkIi. Tiro/'s f, 1, pag. 35; Zkuss, 0. c., pag. 237. Da mi, Zar Urolischcn AttcHlnunskundr, pag, 13 li confonde coi Velinone» o Vennoneti