restituito al nuovo vescovo Alberto di Grtenburgo, ma con tali restrizioni, die il Principato sembrava secolarizzato. Fu durante questo tempo delle vessazioni del Brandeùbur- ghese che la giurisdizione di Mezo Corona tornò sotto il dominio dei Conti del Tirolo, non comparendoci più come giurisdicente il Principe Vescovo, ma solo come supremo Signore del noto feudo comunale, e dei feudi vescovili che il casato dei Mez e poi Mezo- corona, Cronmetz o Schenk aveva ab antico. Così si trova (Codice desiano
, II, p. 2), che nel 1363 Alberto di Ortenburgo investì il nobile uomo Leonardo del fu Svicherio di Mete-corona per sé e posteri (sono nominati : Jost, Tegen et Herardus) dei loro feudi e delle decime in Mays, Ep- piano, Termeno, Cor taccia, Magrè, in durone “ alla preda in Cortina, Grumès, Faedo, Cembra, Bugnana (presso Caldaro, come di sopra all’ anno 1256), Caorla, in Grimo, pievato di Metzio, in Metzio s. Pietro, in Metzio Corona, in Baselga di Livo sotto Alta- guardia. in Corano ecc. Lo stesso fa nel 1365
del feudo comunale, alla cui inve stitura si richiama poi quella fatta posteriormente dal vescovo Giorgio nel 1391 (ivi, II, p. 16). Lo stesso vescovo Alberto diede nel 1385 al noh. Federico di Grifenstein (sic), parente del fu Enrico di Sennano, ed a Gia- nessino Starehenbergen in enfiteusi una scaria posta in villa Mecij de Corona (scaria già riscontrata) con tutti i beni, terre, viti, prati e boschi annessi, verso un annuo pagamento di 130 àia di spelta a misura trentina. Detto Enrico era morto