Egò riberius de rally na imp. auet. not. hiis interi oi et rogata» seripsì». Riberto di Rama è probabilmente lo stesso notaio che pochi anni prima, nel 1322, rogò il costituto della congiura contro il Rottenburgo., Cai darò entra nella lista dei possessi e dei fitti del vescovo del 1335 con Mezo Vecchio, Nuovo, Pinè ecc. (Rep., 28, 15); nel 1376 Nicolò di Roccabruna, canonico di Trento, pievano di 8. Lorenzo (Sar- nonico) e chierico del elencato di. 8. Vittore di Taio, ed Ulrico di Cal- daro
capitolo di Trento riuscì ad ottenerne il patronato. Il Tovazzi {Parochìale Trid. C. 16) dice che già il vescovo Àltemanno la conferì al capitolo di Trento nel 1147,. lo Schneller Feder, asserisce invece che fu Clemente VI ad incorporarla, al capitolo {Beiträge zur G. des B. Trient , Zeitschrift, des Ferd. III 40, p. 275). I parrochi noti sono':' Nolperto (1191), Isenardo, pievano di Dambel e vicario di Caldaro (1242), G-islimberto di Erentonico (1307), Bernardo, che nel 1336 intervenne al concilio
diocesano, e che è detto vicario, perchè vi faceva le veci del capitolo, Bussello di Parma (1353), Cesio di Piacenza (1362) — dopo di questi, i nomi dei parrochi sono per lo più tedeschi, specie dopo che il conte del Tirolo ottenne il pa tronato contrastato a lungo col capitolo di Trento (v. Rep. 46, 38 e NI seguenti). Il Tovazzi (1. c.') scrive che visitò Caldaro ai 21 luglio del 1753 e dice caratteristicamente «comnniòr eins lingua est germanica». Credo che se l’avesse visitato un trecento anni prima
avrebbe trovato come lingua più cornane l’italiana. L’Inama ( Archiv. treni. , XIII, p. 236) parlando d’nn matrimonio civile fra Leonardo e Bàita l’uno e l'altra della nobile famiglia dì Malosco conchiuso nel 1373 riferisce, che fra i beni situati in Caldaro, che la sposa portava In dote al marito uno era alla pontara, uno a. pozo J ) e conciando che «Caldaro difatti era in quel tempo paese schiet tamente italiano, che solo verso la fine del secolo XVI e XVII co i) Illalosco avevano nel 1391 anche