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History
Year:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Page 30 of 39
Author: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: 37 S.
Language: Italienisch
Notations: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Subject heading: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Location mark: II 102.610
Intern ID: 234972
29 — stelfondo, rimanendo fi castello medioevale sempre sede della giurisdizione e primo centro amministrativo della località, anche dopoché fa rovinata la vecchia chiesa par rocchiale di 8. Maria sul dosso presso il castello e che ne venne rifabbricata una nuova sulla vecchia di 8. Nicolò sita a Melando, l’odierna, conservò il nome di par rocchia di Castellando cambiando soltanto il titolare di S. Maria in quello di 8. Nicolò. In altre parole castel Tono perdette cQll’abbandono fattogli dai

suoi proprietari il nome che si dava alla parrocchia del suo circondario, e Castellando lo conservò. Il prof. Vig. Inama (Archiv. Treni, XV, II) nel suo recente articolo il € castello e la giurisdizione di Castelfondo nella valle di Non » ritiene pure che il nome di Ca- stelfondo provenga al comune ed alla pieve da un Castrimi fumimi romano, nei cui dintorni essi sorsero, nome che venne poi dato anche al castello di Castelfondo, al castello cioè medioevale, che ritiene a ragione posteriore

a Castelfondo pieve e comune, ma non crede ad uno speciale villaggio o frazione situata nei pressi del castello col l’omonimo nome di Castelfondo, come suppose forse indotto anche da me il D.r Àus- serer. L’Inama ritiene che il comune e la parrocchia di Castelfondo, consistenti delle tre frazioni di Melango, Rama e I)avena, siano anteriori al castello di Castelfondo (di- fatti questo è quasi sempre cosi chiamato nei documenti medioevali), e che il nome di Castelfondo sia passato posteriormente alla frazione

di Melango, chiamata poi sempre con tal nome dal secolo XVI in poi. Non ammette l'ipotesi che vicinissimo al castello abbia esistito un altro villaggio denominato Castelfondo, e che questo sia stata la primitiva sede cosi del Comune come della Parrocchia, e che alluno e all’altra abbia dato il suo nome. Questo supposto villaggio (supposto dal D.r Ausserer) sarebbe stato sul dosso su cui sta l’attuale castello e su cui sta la chiesetta di 8. Maria, che era anticamente la chiesa parrocchiale. Il villaggio

un villaggio sia scomparso senza lasciare alcun ricordo di se non pare verosimile: certo di un villaggio denominato anticamente Castelfondo non'si ha alcuna lontana memoria ». Forse i documenti non danno ragione all’illustre professore. Anch’egli ammette (p. 139 in nota) che sul dosso, nei pressi del presente ca stello si trovarono resti di muraglie, che però non ritiene i fondamenti delle case del supposto paese di Castelfondo, ma dei resti di mura che cingevano il castello. È però ivi memoria che oltre

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History
Year:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Page 29 of 39
Author: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: 37 S.
Language: Italienisch
Notations: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Subject heading: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Location mark: II 102.610
Intern ID: 234972
Note al documento. 1 ) Queste due parole sono sbiadite del tutto nel documento originale, e non ■si rede che ..... is; lo spazio però intercluso corrisponde a summitate iurris, frase che si ripete nella seconda parte del documento. — Anche l’atto di rinunzia del ca stello di Castelfondo fatto a Mainardo II nel 1265 è stato redatto «in suino turi» (sic). Inama , 1. c. p. 147. Il locale superiore della torre del castello di Castelfondo serviva dunque di cancelleria, e qui anche di sala

di giustizia cogli apparati della tortura. 2 ) Castelfondo. Il nome deriverà da un cast-rum fmulimi romano, intorno al quale sorsero dei gruppi di case con nomi speciali (Melange, Rama e Dovena), che formarono collaudar del tempo un solo comune ed una parrocchia e portarono il nome dell'antico castello romano come località centrale e ricordo storico. La cosa ha ri scontro quasi dappertutto nell'antichità e nel medio evo. in quei luoghi fortificati, ove per maggiore sicurezza intorno alle castella

si formarono villaggi e città, che presero il nome del castello. L’odierno Castelfondo può derivare eziandio da un villaggio speciale, formatosi nel luogo dell’antico castrumfunclum romano, cioè da un villaggio sorto sulla piccola spianata rocciosa intorno al castello medioevale, come crede il D.r Äusserer (p. 82), ed il cui nome passò poi a dinotare Melango, cioè una delle ville componenti ora il comune e la parrocchia di Castelfondo, ed ora villa di Castelfondo. Fuori di questa supposizione, che potremo

forse dimostrar vera, si deve inten dere quando si parla di Castelfondo sino dalle più antiche memorie, Castelfondo co mune e parrocchia, come è ora, perchè anche presentemente nessuno, fa per un tal concetto differenza fra le tre frazioni che lo compongono, ma con questo nome le abbraccia tutte e tre. Un riscontro si avrebbe nel primo caso in Rumo, che dal nome del castello di Rumo prende il nome per tutte le frazioni formanti oggi la comunità e la curazia, senza che per questo vi sìa una villa con

questo nome speciale. Più corrispondente è ancora il riscontro del comune e della pieve o parrocchia di Tono detta così fino al secolo XVI dall’antico castello di Tono, che era sul colle ora di 8. Margherita ■ al l’entrata della valle di Von. Anche qui cartel Tono diede il nome al comune ed alla parrocchia, la cui an tica chiesa di 8. Maria sorgeva nelle sue vicinanze, come quella, pure di S. Maria, sorgeva nei pressi del castello eli Castelfondo. Tanto nell’uno, che nell'altro caso, finché le due

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History
Year:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Page 31 of 39
Author: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: 37 S.
Language: Italienisch
Notations: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Subject heading: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Location mark: II 102.610
Intern ID: 234972
30 — •che tre lati; il quarto, quello ài settentrione, è interamente crollato, in conseguenza forse de' forti terremoti, che scossero nel secolo XVII più volte le valli del Tirolo e del Trentino (v. Maffei, Perìodi istorici ecc. p, 37), e dice che il palazzo dubitazione inforno alla torre lo trova la prima volta nel 1297. Il castello è nominato la prima volta nel 1172 (trovo però un dominus... Gnarwardm de Castrofono in un documento anteriore, di cui però non si sa l'anno preciso (Bqxeltu

, II, 352): Castrofono, che non si sa, se sia castel di Castelfondo, o Castelfondo villaggio, comune o parrocchia) con un dominus Enrkus. figlio di dominus Zoannes de Castrof'lindo (p. 145), che sono i più antichi signori del castello. Ultima discendente di questa famiglia fu Elica , che sposò Godescalco di Cagno, il quale vendette 1' avito castello della moglie al conte Mainardo II nel 1265. D’allora in poi il castello di Castelfondo rimase possesso tiro lese, ed i conti del Tirolo lo conferirono, non

si sa precisamente quando, ma pare verso il 1315 alla famiglia dei Bottenburgo, come capitani della annessa giurisdizione (p. 149 e seg.), i quali la ebbero fino al 1410, fino cioè che Enrico VI di Bottenburgo si sollevò contro Federico tasca vuota, da cui fu debellato, ed il castello colla giuris dizione allora furono incamerati e dati dai duchi d’Austria a vari capitani, finché lo ebbero i Thun, odierni possessori. Per veder questi passaggi non occorre che noi fac ciamo aggiunte, e rimandiamo il lettore alla

chiara esposizione dell' Inama e dell’Äusserer, ritornando noi al presunto o supposto o reale villaggio di Castelfondo. È ammesso che la chiesa parrocchiale di S. Maria- di Castelfondo era sul dosso ivi presso il castello, ove si trovò fino al principio del 1400. È una delle moltissime parrocchie erette ab immemorabili, ed è da ritenere cbe esistesse prima del castello; ma come si può credere, che se la sua sede era, come era, nelle vicinanze del poste, riore castello, non abbia avuto la chiesa

intorno a sè, nelle sue immediate adiacenze un villaggio, che portava l’antico nome romano di Castelfondo? Perchè non si chiamò di Melange, di Baìna o di Dovena, se non esisteva questo villaggio di Castelfondo e nemmeno il castello medioevale? 0 prendeva essa sola il nome romano? Ma non è ammissibile che non esistendo nè un villaggio- detto Castelfondo (e posto ce n’è e ce n' era sulla spianata peninsulare ove, sì deve credere, sorgeva il eastramfundum, che sbarrava la valle della Novella

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Year:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Page 32 of 39
Author: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: 37 S.
Language: Italienisch
Notations: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Subject heading: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Location mark: II 102.610
Intern ID: 234972
— 31 di due passi di terra nella contrada di 8. Martino per l’affitto annuo di venti solidi veronesi da pagarsi a 8. Martino (Archivio della Prepositura di Trento, N. 32 del* regesto). Qui Casteìfondo non è nè parrocchia, nè comune collettivo, nè castello, nè Melange; o dev’ essere il villaggio omonimo, o tutto il circondario, ciò che non credo. Anche dal documento di Caldaro riportato di sopra, dell’anno 1296, si rileva un Amorigo di Casteìfondo, che deve essere del villaggio omonimo, perchè

, un villaggio di tal nome non abbia esistito. La prova più chiara dell’esistenza di Casteìfondo villaggio ce la dà il nostro documento. Esso distingue: la torre di Casteìfondo (castrifundi), castello; Aerilo, vi cario in castrofundo, che si può prendere tanto per dinotare il castello, che la giu risdizione; poi dice che Ortolfo, uno dei testi, è habitator castrifundi. Questo castrifundi non è nè il castello, nè la parrocchia, la quale qui del resto non c’ entra a che fare, nè la giurisdizione di Casteìfondo

, perchè il documento man tiene ben distinte le parti che formavano la parrocchia ed il comune, cioè distingue Maina diverse volte, poi Melango (non monta se il documento non accenna a Doveva), quindi questo Casteìfondo abitato dal teste deve essere il villaggio nei pressi del ca stello, cosa cbe viene ripetuta quando l’imputato Ottoimo, cbe era dì Maina, confessa ■di aver ucciso Corczollo de Castrofundo. La stessa distinzione trovasi nel seguente regesto di un documento del 1339 fatto «nel castello

di Casteìfondo », dove compariscono diversi testimoni, fra i quali un Cristoforo di Vasio, figlio del fu sig. Yarvardo di Casteìfondo, e nel quale è detto che era vicario in Casteìfondo Bertoldo, notaio di Caldès, e capitano in Casteìfondo Altono di Boymont (certamente per i Mottenburgo), il quale ricevette un pagamento dal notàio Francesco de Marchadenti di Trento, massaro delle valli per il vescovo Nicolò (Rep. 26, 10). Qui il castello prende, è evidente, il nome da Casteìfondo, villaggio presso cui

sorgeva, e che è la patria di Yarvardo, mentre il vicano ed il capita/no di Casteìfondo devono intendersi della giurisdizione o del castello di Casteìfondo. Nei 1393 trovo un nobile Guamardo del fri Cristoforo di Casteìfondo, abitante in Marc.cna di Bruno investito ivi della decima dal vescovo Giorgio (Codex des., III. p. 193) ed anche questo Casteìfondo dovrebbe dinotare il villaggio presso il castello trovandosi contemporaneamente separato ancora Melango e Maina, come nel nostro documento del 1322

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Category:
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Year:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Page 36 of 39
Author: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: 37 S.
Language: Italienisch
Notations: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Subject heading: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Location mark: II 102.610
Intern ID: 234972
e Guglielmo, conti di Flavon (ivi, 32 b) ; vari piccoli feudatari erano pure in Seio (ivi, 4 a); anche a Malosco trovo Trentino del fu Bor dato investito di im ! arimannia a Fondo (ivi, 85), altra ne aveva per sè e pei figli Mino e Salvatore in Malosco (ivi), un Valente del fu Lorenzo di Fondo venne inve stito dei feudi, specialmente dell' arimannia vendutagli da Delaido di Castelfondo (ivi, 89 a). Con questo Delaido ritengo di nuovo di aver a che fare con un feuda tario non del castello o della pieve

(p. 146) ritengono che essi siano deH'antica famiglia del castello di Castelfondo. Ma come avviene ciò, se essa lo aveva venduto a Mainardo già nel 1265? Il codice dice semplicemente «...figli q.mi domini Albani de Castro/nndo, trìd. diocc.y Siano pure della vecchia famiglia, ma nel 1307 non erano più in possesso di castel Castelfondo, che era dei conti del Tirolo, i quali lo face vano amministrare da vicari, onde i tre suddetti saranno stati, come Ottolino di Rama e gli altri nominati domini

, vassalli vescovili non più del venduto castello, ma abitanti della villa di Castelfondo, perchè se fossero stati vicari nel castello anomedi Mainardo II o dei suoi figli, il documento lo direbbe. Certo che la cosa si chiarirebbe, se ci fossero noti i vicari di costoro, ma non ne conosciamo che uno e dubbio anche questo, cioè Zeno di Castelfondo, il quale era uno dei più caldi fautori di Mainardo II

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