tutta l’Europa centrale : un preludio a quella lega di Cambrai, che poco più d’un secolo dopo, invano, dalla coalizione papale, imperiale, monarchica e signo rile fu opposta alla fortuna ognor trionfante di Venezia. E fu quella la famosa guerra detta di Chioggia. Genova fu la prima a rompere le ostilità. La sua flotta, comandata da Luciano D’Oria, risali l’Adriatico: sconfisse la flotta veneta a Pola c si impadroni di una parte della riva istriana, fino ad Umago. Parve ai Triestini quello il momento
buono per scuotere il giogo che li opprimeva: e sollevatisi, mentre infieriva la sfortuna veneta nell’Istria, cacciarono di nuovo governatore e presidio veneziani, e distrussero i forti che questi avevano eretto. Venezia tenace non abban donò la preda, che già cominciava a costarle cara: e sebbene Trieste si fosse di nuovo data ai patriarchi d’Aquileja, sperandone aiuto, appena potè avere un istante di miglior fortuna mandò con navi e soldati Domenico Micheli, che bloccò la città, disperse le truppe
che mai la fortuna di Venezia. Il trionfo di Chioggia, ed altre vicende fortunate per le armi veneziane, sgominarono gli alleati che cominciarono ad intavolare pratiche pacifiche, chiamando per intermediario ed-arbitro Amedeo VI di Savoia, il conte Verde, il quale con un' lodo emanato il 24 agosto 1381 in Torino, e rimasto famoso nella storia per l’importanza sua, definì le questioni che fin allora avevano tenuto in armi Venezia e gli alleati suoi nemici, stabilendo, fra Taltre cose, che