Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
Page 316 of 648
Author:
Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Place:
Merano
Publisher:
Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description:
XXIII, 619 S.
Language:
Deutsch; Italienisch
Notations:
Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Subject heading:
p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark:
II 341.268
Intern ID:
611988
, di questa verità, la quale non si puo a patto alcuno chiamar in dubbio; che questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono ritmovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana”. (ivi, pp. 541-542). 7) Qui si possono naturalmente richiamare le ben note “degnità” VI e VII. “La filo- sofia considera l’uomo quale dev’essere, e si non puó fruttare ch’a pochissimi, che vogliono vivere nella repubbllca di Platone, non
rovesciarsi nella feccia di Romolo. La legislazione considera l’uomo qual é, per fame buoni usi nell’uma- na società” (cf. ivi, pp. 496-497). 8) La teoria del vemm-factum, si presenta, nella sua originaria formulazione, all ’ In- temo della fondazione metafisica del sapere, annunciata già nel De nostri temporis studiorum ratione e ripresa e piu teoreticamente rielaborata nel Liber metaphysicus del De antiquissima italorum- sapientia. Già nel De Ratione, comunque, si profi- la, dal punto di vista
gnoseologico, la critica di alcuni presupposti della filosofia cartesiana. Tuttavia, la questione del metodo, come ben sanno i lettori e gli stu- diosi di Vico, non è finalizzata soltanto ad una presa di distanza dal criterio eono- scitivo delle idee chiare e distinte, ma anche e soprattutto all’esigenza di rinveni- re una organizzazione metodica ed epistemica del sapere civile (la pedagogia, la storia, la scienza delle umane utilità). “La scienza umana - scrive Vico nel De Antiquissima - è nata dunque
íuttavia le “pruove filologiche servono per farci vedere di fatto le cose meditate in idea d’intorno a questo mondo di nazioni (...); ond’é che, per le pruove filoso- fiche innanzi fatte, le filologiche, le quali succedono appresso, vengono nello stesso tempo e ad aver confermata Fautorità loro con la ragione ed a confermare la ragione con la loro autorità” (ivi, pp. 553-554). 6) Le “dense tenebre” sono quelle che awolgono le antichità remote dei primi popoli greci e che nella diplntura
da un difetto della nostra mente, ossia dalla sua estrema limitatezza, per cui è fuori da tutte le cose che aspira a conoscere, e, poiché non le contiene, non traduce in effetto le cose vere che si sforza di rag- giungere. Ma scienze certissime sono quelle che espiano il vizio di origine, e per mezzo delle operazioni diventano simili alla scienza divina, in quanto vero e fatto si convertono. Da quanto si è sinora dissertato, si puó senz’altro concludere che il criterio e la regola del vero consiste nell