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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 211 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
risorse di argento del monte Calisio vicino a Trento. Josef Riedmann ravvisa in questi fatti il motivo che spinse il vescovo Federico ad impegnarsi nella costruzione di fortilizi. s Degno di nota e anche il fatto che il vescovo Federico nel 1214 diede l'autorizzazione a costruire una fortificazione a Castellaz. Gli abitanti di Termeno l'avevano chiesta al loro principe territoriale per poter avere un rifugio in caso di guerra. Non e perciö da escludere che le stesse considerazioni valessero per

feudo ai conti di Tirolo. Da quel momento ebbe inizio l'ascesa di questi ultimi nell'ambito del principato vescovile di Trento. Nel corso della seconda metä del 12°secolo i Signori di Enna cominciano ad espandere il loro potere ai danni del vescovo sul versante orografico sinistro della Bassa Atesina. 4 Durante il periodo di governo del vescovo Federico Vanga il nipote, conte di Tirolo, non esercitö mai alcuna minaccia nei confronti della Chiesa, anche perche ne era l'«avvocato>>. Ciononostante

il vescovo Federico non aveva dimenticato che proprio suo nipote, durante il biennio di interregno (1205-1207) che precedette la sua elezione, aveva cercato in tutti i modi di approfittare della conseguente vacanza di potere e aveva governato la cittä di Trento in qualitä di podestä (la stessa cosa successe anche dopo la sua morte). Federico era inoltre interessato a rafforzare la potenza del suo principato e quella dei suoi fratelli Albero e Bertoldo. In ciö fu favorito dallo sfruttamento delle rieche

di Enna e forse neppure su quella dei conti di Appiano, abbia inteso costruire un solido baluardo a difesa degli interessi della Chiesa di Trento e dei Signori dei Vanga. A questa decisione non fu certamenta estranea neppure la valutazione dell'importanza strategica del vicino transito fluviale e stradale. Secondo Piper, il quäle si basa su un manoscritto del conte Stolberg, conservato nel Museo germanico di Norimberga e contenente la relativa autorizzazione del vescovo di Trento e dei conti

di Appiano, il castello di Laimburg fu costruito da Raimprecht von Boimont. In tal modo il suddetto Raimprecht von Boimont, che nel 1228 fece ricostruire anche il castello che porta il suo nome, si sarebbe sottomesso ai conti di Appiano, di cui era Capitano. 7 Questo richiamo e certamente tratto dal documento del 3 agosto 1228, col quäle il vescovo Corrado di Trento ed il Capitolo del Duomo da una parte nonche i conti Ulrico ed Enrico di Appiano dall'altra pongono termine alla contesa che interessava

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 219 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
di restituire la Pieve ed il Giudizio di Caldaro al vescovo di Trento. Questa restituzione riguardava i territori, fra i quali c'erano anche Laimburg e Caldaro, di cui si era appropriato Ludovico di Brandemburgo, e costituiva l'atto di riparazione preteso fin dal 1357 dal papa, quäle prezzo per l'annullamento della scomunica comminata a Margherita e a Ludovico Wittelsbach. Il prezzo del pegno del 1362 risultava quindi formato in parte dall'equivalente del riscatto dei Giudizi di Caldaro e Termeno in pegno

nobili locali, dovettero rinunciare a favore del nuovo sovrano Rodolfo IV d'Asburgo a diverse rendite acquisite illegalmente negli ultimi anni di regno di Margherita, fra cui al censo di 640 ettolitri di vino di Termeno. Il vescovo di Trento peraltro nominö Enrico di Rottemburgo suo Capitano regionale. Per via del Giudizio di Caldaro sorse una contesa fra il vescovo ed il principe del Tirolo Leopoldo. La Chiesa di Trento aveva sempre considerato i Giudizi di Appiano, Caldaro-Laimburg ed Enna come

propri feudi imperiali. In un documento del 3 aprile 1391 Enrico V di Rottemburgo dichiarava che il Giudizio di Caldaro gli fu ceduto in pegno per 25 anni dal vescovo Alberto di Trento (1363-1390); tale pegno fu trasformato dal vescovo Giorgio in vitalizio a favore del suddetto Enrico e dei suoi figli. 60 Il duca Leopoldo IV nel 1396 riconfermö ad Enrico V i feudi di Laimburg e Castelchiaro. Secondo Stolz di quest'atto si e conservato solo un frammento. 61 Dal momento che il Giudizio di Laimburg era

investito di potestä giurisdizionale minore, i casi piü gravi fino alla pena di morte erano di pertinenza del magistrato di Caldaro al quäle andavano trasmessi per competenza. Laimburg era per cosi dire un tribunale sussidiario. Nel 1387 viene citato anche un Giudizio di Vadena, ma questa denominazione deve intendersi riferita per estensione a quello di Laimburg. 62 Dall'urbario menzionato in precedenza apprendiamo che nell'omonimo castello esisteva una cappella che fruiva della rendita di 2 misure

principesco. Giä nel 1405-1406 la discordia fra Federico e il Rottemburgo indusse il primo ad esonerare il secondo dalla carica di Capitano all'Adige. Dopo una prima riconciliazione nel 1407, in base alla quäle Federico riassunse al suo servizio il Rottemburgo con un compenso annuo di 500 marchi veronesi, Enrico fece causa comune col vescovo Giorgio di Trento. Prima che scoppiasse la rivolta trentina del 1410 il suddetto prelato si rifugiö a Caldaro dal Rottemburgo, il quäle

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 134 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
. A questo punto, nasce spontanea la domanda se nella massiccia presenza di armi «galliche» della necropoli di Vadena siamo in grado di riconoscere veri guerrieri celtici, che si erano stabiliti tra la popolazione indige- na - eventualmente come mercenari. Da un punto di vista storico questa ipotesi non sarebbe da escludere, poiche si tramanda che una parte dei Celti (Cenomanni) si sia insediata, durante la loro migrazione obre le Alpi verso l'Italia, nella zona di Verona e Trento agli inizi del

, perö, che siano da porre in relazione con influssi o azioni esterne (cioe di culture straniere). Ciö appare in modo assai evidente nella cosiddetta «necropoli sud» di Vadena («sepolcreto gallo-romano») nelle forme delle armi fortemente influenzate dalla civiltä celtica, cosi come nel possesso stesso di armi risp. nel corredo di armi. Del resto, una progressiva celtizzazione si puö notare anche nelle forme dei monili e di altri oggetti di corredo dell'area cimiteriale del Ferro recente di Vadena

riguarda gli elmi di Vadena 699 e Castelrotto 700 , Ulrich Schaaff pote dimostrare 701 che questi pezzi compaiono prevalentemente nella zona cen trale delle Alpi e che furono prodotti in officine locali, anche se si rifanno a veri modelli celtici, perciö qual- cosa di simile potrebbe valere anche per le spade. Analogo fenomeno e osservabile anche nelle forme dei monili del periodo Latene (fibule, anelli e altri); le forme di partenza sono essenzialmente celtiche, ma, ad un'osservazione piü attenta

raggiunse il suo punto piü alto, nel nostro territorio, nel periodo comprese tra il 5° e il 2° sec.a.C. L'adattamento alla tecnica celtica della produzione di armi significa, per lo meno, che il periodo delle grandi migrazioni dei Celti del 4° sec.a.C., che precipitarono l'Italia nella paura e nel terrore, non tras- Tav. XXIII. 1 Veduta dal costone dei Rosszähne verso nord con VAdige presso Vadena 2 Parte del vallo del castelliere Hohenbühel sui Monte di Mezzo

Un insediamento, sicuramente fortificato, di questo periodo si trovava sullo Hohenbühel, l'altura piü alta del Monte di Mezzo ; imponenti resti preistorici di valli fortificati (talvolta anche con torre quadrangolare, - se antica? - come sui «Rosszähne»), la cui destinazione non sappiamo sempre indicare con sicurezza, si pos- sono vedere sui «Rosszähne» e nell'area di Castelchiaro/Leuchtenburg. Una residenza «nobile» del Ferro recente, con vallo di cinta allungato ed un interessante corridoio

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 162 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
esempio a Salomo o ai Pochi, dove non si trova alcun riferimento a materiali piü antichi, cioe del periodo Latene. Che fibule romane a coda di granchio, con arco liscio o costolato, compaiono associati nello stesso ritrova- mento - quin di siano coeve - si desume dagli inventari tombali di Vadena; anche nella tomba 104 di Salorno si presentava un'analoga situazione 863 , ma quelle «unitä tombali» sono da valutare, come e noto, con estre- ma prudenza. Nella tomba di Salorno compaiono, come

corredo, anche un orecchino ripiegato a forma di B con attacco spiraliforme di filo metallico ed un pendaglio a «lunula». Un analogo orecchino (d'oro) si ritrova anche nella necropoli di Vadena, il quäle, in base al contesto tombale, si puö collocare nel primo Impero; anche per il pendaglio a «lunula» sono noti confronti del l°sec.d.C. 864 . Per quel che riguarda la cronologia delle fibule a coda di granchio, ancora oggi nella letteratura archeologi- ca 865 circola 866 l'idea di Noll, cioe che tale

3°sec.d.C. Maggiori riserve suscita la valutazione cronologica («fine 3°sec.d.C.») della fibula a coda di granchio del Dos dei Carpeni di Zambana (TN) 870 , poiche l'interpretazione di questi reperti come contemporanei non appare sufficientemente assicurata dal rinveni- mento del «tesoretto» 871 . Accanto alla fibula fortemente profilata, molto simile al modello che si incontra anche nella necropoli di Tires 872 , la fibula sudalpina ritrovata nella tomba XXVIII di Vadena, con staffa rialzata

le numerose attestazioni - soprattutto nel Trentino - 875 , difficil- mente si presentano (ad eccezione di Vadena) ritrovamenti integri che permettono di datare con precisione questo tipo di fibula. In aiuto ci vengono, perö, gli inventari di una necropoli romana, scoperta di recente 876 vicino a Salö (BS), dove, nella tomba 151, venne ritrovata una fibula del nostro tipo 877 insieme a ceramica 878 della fine del 1° o inizi del 2°sec.d.C. Un'altra fibula di questo tipo, invece, proveniente dalla necropoli

forma di fibula sia stata portata per oltre 500 anni dai rozzi Reti. E' vero che la fedeltä ad un tipo antico di fibula del medio-tardo Latene e di per se notevole e parla a favore di una continuitä del popolamento dell'area della Valle dell'Adige, ma - come abbiamo visto - la struttura della fibula non e rimasta invariata 867 . La tarda fibula a coda di granchio con sei Serpentine poste su entrambi i lati dell'appendice della testa, e da datare essenzialmente al primo periodo romano; ciö viene

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 62 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
come ricorda esplicitamente Franz v. Wieser nella rivista del Ferdinandeum del 1892 24 - venne rinvenuto «nel 1891 presso Vadena, e precisamente isolato (non nella famosa necropoli sita nelle vicinanze dello Stadelhof)«. Deila collocazione cronologica e tipologica di questo reperto si e occupato Hermann Müller-Karpe giä nel I 94925 j n uno studio fondamentale per la cronologia dei coltelli dei campi di urne. Caratteristici dei coltelli con lingua da presa definiti come «coltelli di Vadena« sono

di Matrei». Nella composizione della decorazione saltano all'occhio soprattutto le somiglianze tra «tardi coltelli di Matrei», precisamente di Grünwald 29 e di Cles 30 , e la «Variante nordtirolese» del «coltello di Vadena». Anche alcune altre peculiaritä, che si trovano occasio- nalmente in coltelli nordtirolesi con elemento intermedio, come la sezione della lama, la parte arcuata all'attaccatura della lama di un coltello del tipo di Vadena da Volders 31 , la «tarda decorazione di Matrei della lama

« 32 in un pezzo con elemento intermedio e tratteggio proveniente da Volders 33 , la decorazione del dorso a linee parallele puntinate e croci in diagonale su un coltello della stessa necropoli 34 , la decorazione tratteg- giata ad archetti inclinati con circoletti del «coltello di Vadena» proveniente da Trento 35 e del coltello di Missiano 36 , sono certamente da considerarsi nel senso di una Stretta connessione tra le officine del Tirolo, che fabbricavano i «tardi coltelli di Matrei» e quelle che producevano

i «coltelli di Vadena». Che l'influenza fosse reciproca, e evidente dalle analogie presenti nella decorazione delle lame e del dorso e dall'unico ribat tino all'attaccatura della lingua da presa in entrambi i tipi di coltello. Questo presuppone di sicuro, perö, che «tardi coltelli di Matrei» e «coltelli di Vadena» vennero prodotti parallelamente in un unico spazio di tempo - certo nel periodo finale della fase Hallstatt A2 37 dei campi di urne enucleato da H. Müller-Karpe. Al contra rio, nella successiva

fase Hallstatt Bl sembra sia stata continuata solo la produzione dei «coltelli di Vadena» 38 . Riproduzione del disegno acqueiellato di C. Pescosta (1851) rappresentante in alto la sezione attiaverso il «tumulo» di tombe nella necropoli di Vadena-Maso Stadio, da ovest a est in basso la sezione da nord a sud

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 126 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
un comune inizio cronologico - intomo alla metä del 7° sec.a.C. Se si considera, inoltre, che nella zona dell'Adige 640 le asce dell'antica etä del ferro (ca. 8° sec.a.C.) si diffe- renziano chiaramente dal gruppo appena menzionato, anche sotto quest'ottica le asce di Vadena non si po- tranno datare prima del 7° sec.a.C. Anche le altre asce ad alette del deposito di Vadena, che in parte presen tano una spalla poco pronunciata, e i frammenti di lame dai bordi piuttosto ricurvi si configurano all'interno

proprietario 642 . Lo scalpello a cannone 643 del deposito di Vadena/Caldaro si colloca ancora del tutto nella tradizione del periodo dei campi di ume. Sebbene siano poco noti parallelismi diretti tanto per questo pezzo quanto per il

del sito di ritrovamento, sul pendio tra lo Stadlhof/Maso Stadio e Laimburg, potrebbe parlare a favore di questa ipotesi, ma non sono da escludere altre possibili interpretazioni. II ripostiglio di Vadena/Caldaro 623 , oltre ai due vasi in lamina di bronzo (situle), conteneva tre asce di bronzo, sedici o diciasette frammenti di ascia, uno scalpello con impugnatura piena, uno scalpello con impugnatura a cannone, dieci grandi dischi di lamina bronzea con borchia centrale, due dischi a calotta

, un semplice disco di lamina, il frammento di un'asticella a sezione quadrata ed un'ascia a cannone costolata (Tav. XIX). II ritrovamento sembra essere stato smembrato giä poco dopo la sua scoperta (verso il 1873); una metä fu donata 624 dalla proprietaria, la contessa Therese Thun, al Vincentino di Bressanone, l'altra metä arrivö a Trento 625 . Una prima presentazione, sintetica ma incompleta, la dobbiamo a Paolo Orsi 626 , quasi 40 anni piü tardi Gero v. Merhart ne diede un'ampia descrizione 627 ; nel

1971 l'autore ha trattato brevemente il deposito di Vade- na 628 ; solo nel 1973 Hans Nothdurfter ha messo chiaramente in luce l'appartenenza dell'ascia costolata al deposito 629 . L'ambito cronologico dei bronzi, provenienti dal ripostiglio di Vadena/Caldaro, e in certo quäl modo ben chiaro, anche se la datazione precisa della deposizione pone ancora qualche dubbio. Le forme del deposito sono molto limitate: le asce ad alette costituiscono il grosso dei reperti, numerosi sono anche i dischi lami

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 258 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
Vescovato di Trento nella zona di Bolzano. 32 A norma dello statuto di fondazione il Beneficio di Castelfirmiano era obbligato a far officiare la santa messa a Vadena 12 volte all'anno. Ulteriori dettagli riguardanti la proprietä del vescovo di Trento sono trattati nel capitolo dedicato al maso Mover. Rivolgiamo ora nuovamente la nostra attenzione alla vecchia chiesa di S. Maria Maddalena. Per prima cosa colpisce la sua ubicazione sull'indifeso fondovalle che non fu mai risparmiato da nessuna delle

del Benificio ai Gesuiti di Trento in cambio dell'impegno decennale di dire messa e tenere funzioni religiöse in tutti i giorni festivi comandati; il vescovo emise a tale scopo un apposito atto di investitura. Zeiler si trovö di fronte ad un urbario in pessime condizioni, in quanto non erano chiaramente indicati quali fossero i beni gravati e inoltre mancava qualsiasi riferimento ai rispet- tivi confini. Egli chiese pertanto al principe regionale il permesso di procedere alla compilazione ex novo

i seguenti 5 masi di Vadena: Cervo, Frizzi, Birti, Castello e Rosi. Il 12 dicembre 1634 i succitati masi vennero convocati ad una riunione e solo dopo lunghe trattative la contesa fu appianata in senso favorevole al Beneficio. Una simile dipendenza dei masi di Vadena da Castelfirmiano si spiega solo rammentando che durante il Medioevo i vescovi di Trento erano stati proprietari di terreni in Val d'Adige. Castel «Formigar», piü tardi detto Castelfirmiano, era infatti la fortezza piü importante del

La ragione per cui si procedette alla elaborazione del suddetto urbario fu lo stato di grande indeterminatezza in cui si trovavano le rendite, i censi, le decime e quant'altro di pertinenza del Beneficio di S. Udalrico e di S. Biagio di Castelfirmiano. Per tale motivo il principe Leopoldo diede incarico al Dr. Cristof Zeiler, ammi- nistratore dei Liechtenstein, di por mano alla loro completa e radicale revisione. Nel 1629 il suddetto princi pe regnante, in veste di patrono, conferi le rendite

del medesimo. 31 Possiamo dedume che da tempo ormai i masi interessati di Vadena si sottraevano all'obbligo di pagare il censo, ma che i padri Gesuiti insistevano affinche venissero confermati i loro diritti. Alla fine il padre supe- riore dei Gesuiti, Josef Feuerstain, esibi una copia dell'urbario del Beneficio risalente al 1608, il cui originale del 1577 e conservato negli archivi di Innsbruck. In base a detto urbario erano soggetti alla decima sul vino e sui cereali a favore di Castelfirmiano

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Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 238 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
Proprietä terriera ed affittanze Le liste tributarie del Vescovo di Trento (cfr. capitolo dedicato al maso Mair/Mover), e quelle dei signori di Rottemburgo e del Principe regionale ei forniscono utili notizie circa la proprietä fondiaria dei masi di Vadena. Giä verso il 1181 ci imbattiamo nei primi proprietari, i conti di Appiano, i quali si sottomettono al Vescovo di Trento e vengono da questi infeudati. Nei documenti del XIII secolo 1 sono ancora citati il «mairus» e il «villicus

di Trento in quel di Bolzano e Firmiano viene esautorato dal preposto all'amministrazione dei beni vescovili. Dai castaldi derivano i giudici locali. 3 In tale veste di preposto vesco- vile a Bolzano incontriamo nei 1237 un certo Emesto. Per conto del Vescovo egli amministra anche i tributi di numerosi masi di Vadena, retti da fittavoli, anche se non e chiaro se trattasi o meno di affittuari ereditari. Come coeredi degli Ultimi conti di Appiano i nobili di Egna diventano proprietari di entrambi i masi

«beim Urfahr» (= presso Urfahr) in Vadena, i quali nei 1270 passano a Hainricus Laianus 4 e successivamente, tra- mite Mainardo, pervengono ai Rottemburgo. Nei XIII secolo, contemporaneamente al consolidarsi della potenza dei conti di Tirolo e Gorizia, gli uomini del loro seguito, primi fra tutti i Rottemburgo, diventano ben presto proprietari terrieri nella zona di Bolzano. Nei 1304 il duca Otto sembra aver ceduto ad Enrico II di Rottemburgo il maso Castello di Vadena 5 e nei 1350 Enrico IV figura

nei corso della seconda metä del sec. XVI venne soppianta- ta da quella del mais o granoturco. 10 Una particolare forma di soggezione legava poi i servi della gleba ai padroni." Essa consisteva anzitutto nella fomitura di prodotti dell'allevamento zootecnico: polli, uova, capponi, oche, maiali, prosciutto, capretti e agnelli.

». NeH'ordinamento curtense questi due termini stanno ad indicare la persona che in qualitä di massaro di un grosso proprietario terriero risiede in un maso (= scaria). Il mairus (ted. = Meier) poteva essere sia un servitore del proprietario, che un uomo libero. La sua relazione con il proprietario non si basava su un rapporto di affitto o di appalto verso un corrispettivo, bensi su una condizione di dipendenza personale; egli era un incaricato alle dirette dipendenze del padrone. Il mairus doveva anche curare

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 210 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
la data di costruzione del castello di Laimburg mi sembra importante tenere conto di una registrazione del 1350 finora trascurata e contenuta nell'urbario di Enrico IV di Rottemburgo. Essa cosi recita: «La decima riguardante Laimburg appartiene per due terzi ai Rottemburgo e per un terzo alla parrocchia di Caldaro. Questa decima e stata costituita dal vescovo Federico di Trento a favore del castello di Laimburg ed e documentata da un atto in possesso di Nikolaus Reifer.» 1 Il menzionato Reifer

di Bolzano compare piü volte citato quäle cofondatore dell'Ospizio dello Spirito Santo. 2 L'esistenza di questa decima e confermata e ribadita anche negli urbari dei Rottemburgo del 1352 e del 1380. Ma chi e questo Federico vescovo di Trento? Prima del 1350 puö essere solo Federico Vanga, rampollo dell'omonima famiglia patrizia di Bolzano e Sarentino, il quäle resse l'arcidiocesi di Trento dal 1207 al 1218. I Signori dei Vanga possedevano i castelli di Bellermont, Runkelstein (Castelroncolo), Ried

(Novale) e Rafenstein (Sarentino), una torre a Trento ed un'altra a Bolzano ed inoltre il castello Reams nei Grigioni.’ Federico era zio del conte Alberto III di Tirolo, a quel tempo in forte ascesa. Se il vescovo Federico istituisce un censo a favore di Laimburg, cioe lo dota di una rendita fondiaria, significa che nel 1218 il castello giä esisteva. Solo Laimburg invero poteva considerarsi una «Haus» (domus) perche i masi confinanti, e cioe il maso Gereut (Greit) e il maso Stadl (Stadio), erano

che quello di Castelchiaro intorno alla prima metä del 13° secolo (Weingartner). Possiamo pertanto fondatamente ritenere che il castello di Laimburg sia stato fatto costruire dal vescovo Federico Vanga (1207-1218). C'e peraltro da chiedersi perche proprio il vescovo Federico avrebbe fatto costruire tale castello. I territori di Vadena e di Caldaro appartenevano invero ai conti di Appiano, feudatari del vescovo di Trento; essi perö fin dalla fine del 12° secolo erano in fase di declino economico

II Giudizio ed il Castello di Laimburg e Castelchiaro Le prime notizie sui due castelli sono di molto posteriori a quelle riguardanti Vadena. Dopo Vatina che compare giä nell'atto di donazione del 950 circa, Vadena figura anche in documenti datati 1181, 1185 e 1211. La prima specifica citazione di Laimburg (Castel del Varco) risale invece al 1269, mentre Castelchiaro e nominato per la prima volta solo nel 1339. Si puö perciö a buon diritto ritenere che, a prescindere dai ritrovamenti di origine

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Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 110 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
ceramica di Vadena della fase Fe Ha. Benche la forma del boccale presupponga di per se un ripido attacco della parete ed un'altezza adeguata, perö nella spalla rialzata, arrotondata o a spigoli e nella forma dell'orlo - per quanto espanso in maniera meno accentu- ata - si manifestano sicure corrispondenze tra i profili dell'orlo del «tardo» Luco e quelli delle «classiche urne di Vadena» con decorazione impressa o a trattini contrapposti (ad es. tomba 26, tomba 147); ulteriori legami compaiono anche

nella composizione dell'argilla, nella fattura, nel colore bruciato e - sporadicamen- te - nella nera superficie color fumo della ceramica 443 . Anche nella decorazione ritornano alcuni motivi, simili o leggermente variati, sia sugli uni che sugli altri vasi; perö la ceramica tipo Luco presenta sempre dei legami piü stretti con la tradizione. I due elementi decorativi essenziali dei boccali del «tardo» Luco sono - come giä detto - fasce angolari a zig- zag e gruppi d trattini contrapposti; le fasce

caso - partendo dai pezzi sicuri - con l'aiuto della forma del beccuccio, del profilo e deH'ornamentazione e tramite un confronto con Meluno (dove non compare nessun boccale tipo Luco con decorazione a ghirlande e bugnette geminate) si potrebbe riuscire ad isolare l'«orizzonte del primo Meluno» dalla «fase del tardo Luco». Per quanto concerne la collocazione cronologica relativa dei boccali del «tardo Luco», si offrono diversi spunti ornamentali e tipologici in rapporto ad altre forme della

angolari si rifanno a modelli piü antichi e passano di moda - come la decorazione «a falsa cordicella» - giä nel corso della fase Fe Ha. I gruppi di trattini contrapposti, invece, proprio durante questa fase diventano il motivo ornamentale preferito e si conservano ininterrotta- mente - su ceramica di Meluno - fino alla prima etä del ferro inoltrata. Le tombe 123 e 138 offrono i migliori confronti con la decorazione a trattini contrapposti, spesso bordati da una Serie di punti incisi, dei boccali del

«tardo» Luco 444 e quelli delle urne di Vadena. L'urna con spalla rialzata arrotondata e orlo leggermente esoverso della tomba 123 445 e chiaramente associabile alla fase Fe Ha grazie ai frammenti di un rasoio semilunato e di uno spillone a doppio disco di bronzo. L'uma della tomba 138 (Tav. XV. 13) 44Ä , la cui curvatura della spalla, a confronto di quella della tomba 123, sta piü verso il cen- tro del vaso, e databile, in base al pendaglio ad uccello ritrovato insieme ad essa, al passaggio

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 120 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
mercati «nord o estalpini», che rifomivano anche Hallstatt di fibule ad occhiale - accanto alla destinazione di chiusura del vestito aveva solo una pura funzione decorativa. Insieme alla fibula ad occhiale, nella tomba di Vadena fu rinvenuto un altro insolito fermaglio da abito - una fibula di forte filo di ferro con archetto a tortiglione, staffa semilunga e solo una serpentina come molla per l'ago. Ne a Vadena ne altrove si ritrovano analogie con questa fibula. Si tratta probabilmente di un pezzo

unico di un fabbro desideroso di sperimentare le sue conoscenze nella nuova arte della lavorazione del ferro ; deve, perö, essersi almeno servito di precisi modelli, poiche la staffa semilunga con portadiglione leggermen- te ricurvo e chiaramente ripresa da forme di fibule italiche della prima etä del ferro 544 . Perciö anche il nostro complesso tombale non si poträ datare prima degli inizi del 7° sec.a.C., anche se e sicuro che i primi oggetti di ferro (come coltelli con codolo e spilloni

a globetti) compaiono a Vadena, sporadicamente, giä nella fase Fe Ila (8° sec.a.C.). Un impiego precoce del ferro per la produzione di attrezzi (ad es. coltelli, asce) e monili (come ad es. spillo ni, fibule, collane) lega del resto Vadena con Rasun di Sotto 545 e con i gruppi alpini dell'etä del ferro del Tirolo orientale 546 , della Carinzia 547 , della Stiria 548 , Salisburgo 549 e dell'Austria superiore 550 . Gli altri corredi della tomba 30 di Vadena sono cronologicamente poco comparabili

. Tradizionali del periodo dei campi di urne sono il dischetto di lamina decorato a sbalzo ed i tubetti spiraliformi di filo di bronzo, che completavano collane snodate. Anche se il fulcro della moda di queste collane si situa a Vadena nella fase Fe EP, uno sguardo alla necropoli di Rasun di Sotto 551 mostra che questi tubetti venivano utilizzati ancora nel vero e proprio periodo di Hallstatt. Come abbiamo giä esposto in altra parte, si poträ datare anche la tomba 138 di Vadena, in base al corredo

degli spilloni sono da valutare, e non da ultimo, le riparazioni ed i raccomodamenti, che si osservano di frequente,- ma a questo riguardo, bisogna considerare che proprio gli spilloni ad occhiale presentano parecchi punti deboli, soprattutto nella zona dell'attacco delle spirali. La produzione di questi spilloni presuppone un alto grado nella tecnica di lavorazione del metallo. Partendo da una barra grezza di rame o di bronzo, da una parte veniva ricavata l'asta dell'ago, mentre il centro veniva

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 112 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
della spalla un po' piü accentuata, della tomba 56 - tanto piü che anche i due vasi concordano ampiamente per foggia, colore di cottura e nella superficie nerastra e catramosa del vaso. Perciö, anche il vasetto ansato della medesima tomba 56 si poträ assegnare a questa fase, cosa che del resto viene suggerita anche dalla sezione dell'ansa. Il vasetto con spalla accentuata della tomba 24 (Tav. XV. 2) di Vadena 4 “ e molto simile, nel profilo, a questo vaso ansato. Sebbene in questo caso dal contesto

di ritrovamento non si possano trarre conclusioni cronologiche 467 , la decorazione a tacche angolari impresse in verticale dimostra che ci muoviamo nel momento dei boccali del «tardo« tipo Luco, quindi nella fase Fe Ila. Se tipologicamen te i vasetti a spalla di Meluno si allontanano un po' dai modelli di Vadena, sotto l'aspetto cronologico non dovrebbero essere molto distanti l'uno dall'altro e probabilmente si poträ risalire, come per i boccali del «primo» Meluno, fino alla fase di transizione Fe Ila-IIb

(intorno al 700 a.C.). Questi vasetti a spalla, del resto, compaiono con fattura simile, anche sul Piperbühel a Collalbo 468 e nella necropoli di Rasun di Sotto 469 , rinvenuti in un contesto stratigrafico sicuro e posti cronologicamente tra Fe Ila e Fe III. Proprio in un confronto con Meluno, e sorprendente per Rasun di Sotto l'estrema scarsezza di boccali di Meluno: un unico, sicuro beccuccio tipo Meluno con profilo arcuato e listello verticale molto ribassato 470 venne purtroppo recuperato senza

contesto, ma potrebbe essere attribuito, in base al suo aspetto, al gruppo del Meluno «recente» (Fe III). Dopo che, attraverso il nostro scavo sul Doss dei Pigui in Val di Fassa (1979), per la prima volta venne forni- ta la prova che i boccali tipo Meluno (sporadicamente) compaiono ancora in contesti del primo Latene ( 5 °_ 4 ° sec a .C.) 471 , ci si puö aspettare che anche nella necropoli omonima la produzione di questa forma di boccale si sia protratta quasi oltre l'intero periodo di frequentazione

recente, che del resto trova riscontro in un frammento della stipe votiva di S. Maurizio, rinvenuta nel 1930 474 , sono emersi punti di riferimento piü precisi solo alcuni anni fa in seguito alla scoperta di una necropoli della recente etä del ferro presso il «Felsenkeller» a S. Maurizio 475 . Nella tomba 8 di questa necropoli ad ume, infatti, fu rinvenuto un boccale del «tardo» tipo Meluno insieme ad una tazzina con profilo ad S schiacciata e con decorazione a solchi

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 111 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
il Renon (Collalbo) questo tipo di ceramica e ben rappresentato. Le forme tarde del «boccale tipo Meluno» sono infine documentabili in ampie aree del Alto Adige - dalla Bassa Atesina fino alla conca di Vipiteno e dalla Val Venosta alla Val d'Isarco 459 e la Val Pusteria fino oltre il Tirolo orientale; punti di concentramento si profila- no nella Valle dell'Isarco inferiore (Rungeregg a Siusi) 460 . Mentre la determinazione tipologica delle singole fasi della ceramica di Meluno e in un certo quäl modo

ben chiara, la sua delimitazione cronologica nell'attuale Schema della cronologia del Alto Adige presenta ancora grosse difficoltä, soprattutto per la carenza di corredi tombali intatti. Nella necropoli di Vadena venne recu- perato solo un unico boccale tipo Meluno da un contesto sicuro - nella tomba 21 - (Tav. XVI. 20), ma gli altri oggetti di corredo di questa tomba non furono considerati adeguatamente. Secondo Ghislanzoni, l'urna sepolcrale schiacciata aveva la parte inferiore a cono rovesciato

I beccucci della fase del Meluno «antico» sono 450 in genere decorati con impressioni a forma di chicco d'orzo o rotonde, che accompagnano spesso il listello verticale e i cordoni marginali rialzati - decorati di frequente con incisioni oblique 451 . Non di rado il listello del beccuccio e diviso, a mo' di freccia, da cordoni decorati paralleli all'orlo (Cfr. Tav. XVI. 12, 13) 452 . Un motivo decorativo particolarmente diffuso a Vadena 453 , ma anche a Meluno 454 , sui beccucci da entrambe

le parti del listello verticale, e la «ruota solare»; questa inter- pretazione puö apparire troppo arrischiata se si osserva il semplice «motivo a occhi di dado» del frammento di Meluno; i tre pezzi di Vadena con cornice radiale, indicano, perö, questa direzione (cfr. Tav. XVI. 14) 455 . Ma la disposizione simmetrica dei cerchi non esclude neppure che si tratti di una trasformazione lineare del motivo «a bugnette geminate» del tipo Luco - un motivo al quäle senza dubbio fin dall'inizio 456 venne attri

- buito un significato non solo decorativo e che noi - in base al paragone delle bugnette geminate con i seni femminili - potremmo interpretare come simbolo di offerta alla fertilitä 457 . II boccale tipo Luco, perciö, sarebbe da considerare soprattutto come vaso per le libagioni rispettivamente per le Offerte di bevande. Fino ad ora rimane del tutto incomprensibile, perche in un determinato momento alla «composizione figurativa di Luco» subentrö lo «Schema di Meluno» e se, perciö, fu mutato anche

13
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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 74 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
da quell'area. Tranne questo reperto, i rimanenti coltelli di Vadena formano - nonostante la varietä dei manici - un grup po a se stante per forma e decorazione ed indicano bene l'esistenza di una officina per la lavorazione del bronzo, che operava nella zona di Vadena. Nella necropoli di Vadena sono testimoniati, nel complesso, 13 119 coltelli di bronzo, piü o meno integri o frammentarii; di questi Otto provengono dai vecchi scavi e cinque da quelli piü recenti. In base alla forma del manico, si devono

distinguere tre tipi principali di coltello: coltelli con lingua da presa, coltelli con impugnatura ad asta e coltelli con presa a codolo. Purtroppo i pochi contesti tombali 120 ci danno appena un'indicazione su quali coltelli sono da attribuire alla fase I (ca. 9° sec.a.C.) e quali alla fase II a (ca. 8° sec.a. C.). Ma, in base al quadro generale degli altri reperti, si puö supporre che il fulcro della produzione di questi coltelli bronzei si situi in un tardo momento del primo periodo o nella prima fase

di Vadena alla fase Fe IP corrisp. Hallstatt B3. Del resto rimandano ad una colloca- zione piü tarda all'interno della cultura dei campi di urne i piccoli uccelli acquatici decorativi presenti su alcuni coltelli (Tav. VIII), che trovano puntuali analogie nella tarda spada ad antenna di Bothenheiligen in

Un elemento ornamentale raro, che compare sia nelle tombe bolognesi di S. Vitale che a Vadena, e il diviso- re per collane di perle (Tav. D. 15) 108 . Questi oggetti a forma di prisma, che servivano a tenere separati l'uno dall'altro i fili, muniti di fori passanti nella parte Stretta, in genere sono di osso, piü raramente di ceramica; il pezzo di Vadena e in osso, ma rivestito di una sottile lamina bronzea e decorato sul dritto da modanature plastiche e cerchielli. Cronologicamente questi

divisori per perle sembrano comparire nella I a fase di Bologna per raggiungere la IP fase. Per analogia, ciö varrä anche per Vadena. Coltelli Anche i caratteristici coltelli in bronzo, unici nel loro genere, di Vadena sono da attribuire parte ancora al 9° sec.a.C., parte all'8° sec.a.C. Tra i piü antichi tipi di coltello di Vadena (Fe I a) potremmo includere, prima di tutto, quella lama di coltel- lo, semifusa 109 , la cui decorazione di linee parallele al dorso, con sottostanti serie di ghirlande

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 194 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
si era posto di traverso. Tale piena danneggiö quasi tutti i ponti di legno esistenti fino a Trento. Nella zona di Vadena la distruzione dei ponti di servizio fu particolarmente grave perche interruppe il collegamento fra i cantieri di lavoro e le cave di pietra situate ai piedi del monte. Il ponte fu prontamente seppur provvisoriamente ricostruito, ma giä nella notte del 18 agosto 1891 fu distrutto dall'ennesima piena. La sistemazione del primo tratto dell'Adige fu portata a compimento nel 1892

sulla base del progetto elaborato da Heinrich Böhm ed Hermann Ritter von Schwind. Nel 1893 furono ultimati anche i lavori di regolazione del fiume e dei canali della I sezione. Con una legge del 31. 10. 1893 la manutenzione degli argini dell'Adige nella sezione Ia, a cominciare cioe 650 m a sud della lingua di terra che lo separa dall'Isarco fino al ponte ferroviario in localitä Monte, nonche dei fossi di scolo fu accollata al Consorzio di bonifica. Il relativo protocollo di affidamento del

spostare l'alveo deirAdige dal maso Rosi fin verso le falde del monte, in corrispondenza del quäle il fondo- valle era piü basso di 10-12 piedi (= da 3 a 3,6 m) e quindi anche del letto del fiume. 27 Il nuovo ponte fu inesorabilmente travolto dalla piena del 13 luglio 1890 insieme al ponte di servizio costruito dalla ditta Zadra & Sarcletti. Quest'ultimo attraversava l'Adige 1,5 km a nord del ponte di Vadena (al km. 33,2); esso venne divelto dalla furia delle acque perche un enorme pioppo gli

13 e 14 novembre dello stesso anno contiene una precisa elencazione dei lavori eseguiti e dei relativi immobili. 28 Alla sua realizzazione avevano contribuito lo Stato, la Regione, la Compagnia ferroviaria del Sud e numerosi privati. Il ponte di pietra a 5 volte, fatto costruire dalla Compagnia ferroviaria nel 1858, era troppo basso ri- spetto al livello delle acque in piena. Le inondazioni del 1882, 1885, 1888 dimostrarono che presso Monte si formava facilmente un grande ristagno di acque. Per tale motivo fra

i lavori del piano di regolazione dell'Adige era prevista anche la sua sostituzione con un ponte in ferro piü elevato. Lo sfocio della fossa di © Prolungamento dell'argine che separa l’Isarco dall’Adige alla confluenza (1956). ® La zona di confluenza dell’Adige e dell’lsarco a nord di Gufl in base alla cosiddetta carta di Claricini del 1845. © Lo sbocco della fossa detta « Stockgießen » nell’Adige a settentrione del maso Frizzi come appare dalla carta del Claricini del 1845. La fossa prima del maso

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 109 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
il pollice mentre si versava. E' sorprendente che proprio queste protuberanze appartengano agli elementi formali piü duraturi nella tradizione di Luco e di Meluno e si conservino sempre, dal bronzo finale fino alla fine del periodo di Hallstatt. Nei boccali del «tardo» Luco queste estremitä sono per lo piü semplici e triangolari; le forme con rinforzi a corna non compaiono piü; da questa fase (Le Ha) non sono piü comuni anche i listelli che scendono verticalmente o diagonalmente dall'estremitä dell'orlo

e che terminano nella costolatura della spalla. Al loro posto compaiono ora comunemente appena sotto l'ansa le liste decorative, che corrono in diagonale verso il basso; una lista verticale puö partire anche dalla parte infe riore a spigolo dell'ansa. Queste anse del tardo Luco con attacchi a lista sono attestate, oltre che a Vadena 433 , anche a Collalbo sul Renon 434 e nella provincia periferica di Luco dell'Engadina inferiore 435 . Li, sul Kirchhügel di Scuol, vennero ritrovati, in un contesto

del ferro i beccucci delle fasi Fe Ila e Ilb diventano notevolmente piü grandi e spesso assumono un profilo linguiforme; sono abbastanza erti e solo vagamente incurvati nella parte interna ed esterna. La parte interna e talvolta ricurva ai bordi e forma, cosi, un largo e regolare canalino di versa- mento. Dalla parte esterna i beccucci presentano sempre un listello stretto, che dal vertice scende in vertica le fino all'altezza della spalla; il listello puö essere liscio, smussato o inciso

simmetricamente, puö avere una sezione a triangolo o semicircolare e aggettare fortemente verso il basso,- sporadicamente si incontra nella parte inferiore del listello un foro largo ca. 3 mm. Non e ancora chiaro a che cosa servisse questa aper- tura, che diventa regola fissa soprattutto nei boccali del «tardo» Meluno. E' possibile, perö, che in origine vi fosse appeso un sonaglio o qualcosa di simile; le due piccole aperture rotonde - di per se senza funzione - presenti su un beccuccio del tardo Luco

delimitate verso il basso da Serie di trattini trasversali; nello stesso tempo, perö, compaiono comunemente anche forme di anse non decorate. Strettamente legate alla tipologia dei boccali tipo Luco sono le piccole protuberanze, che si alzano da en- trambi i lati dell'ansa. Come per i beccucci del versatoio, cosi si poträ presumere anche in questo caso un valore simbolico di questa forma cornuta; nello stesso tempo, perö, esse assolvevano anche allo scopo prati- co di mantenere in posizione

16
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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 289 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
IMasi Nella descrizione dei masi di Vadena seguiremo l'ordine dei numeri fissati dal Catasto teresiano del 1776. 1 Le particelle fondiarie a loro volta corrispondono alla mappa catastale del 1858. Questa descrizione risulta perciö invertita rispetto all'ordine adottato dalle liste tributarie nel periodo 1633-1749. Essa inizia dal maso Oberurfer, prosegue verso sud fino al maso Monte (Gmund) e continua dalla parte del lago di Caldaro fin sü al maso Greit. I piü antichi di essi non sono sempre

identificabili con assoluta certezza a causa soprattutto del continuo cambiamento del corso del fiume Adige. Vadena risulta densamente abitata fin dal medioevo. Lo si deduce da numerose citazioni, le quali tuttavia raramente consentono di attribuire con attendibilitä ai vari masi le persone citate. Ciö vale, ad esempio, per Waltmann, figlio di Konrad Wolf di Vadena. A questo Waltmann nel 1237 Ernesto, amministratore del ves- covo di Trento, concede in affitto perpetuo una casa con campi e prati. 171

di Gufl era un ministeriale, vale a dire una persona al servizio del conte Enrico di Appiano. Questi, per propiziare la salvezza della propria anima, fece dono al convento di S. Michele all'Adige di un maso. Nel 1234 il maso fu trasferito dal vescovo Alderico di Trento all'Ordine teutonico di Bolzano: «mansus ad Coalum subtus Formigario», coltivato da Giovanni Ciagelarius. Nel 1236 il papa Gregorio conferma all'Ordine teutonico la proprietä del maso, «curia que Guuele (Gufel) vulgariter appella- tur

». 3 Il 4 aprile 1242 i beni allodiali e i feudi del defunto Otto di Weineck vengono divisi tra le sue tre figlie, Otto Pfaffe e Kunz di Firmiano. 4 In base a questo documento metä del maso Gufl costituisce feudo del vescovo di Trento, «dimidium mansus ad Cuvale, que colitur per Bertoldum», ed b coltivato da un certo Bertoldo. Tale mezzo maso viene assegnato ai fratelli Otto Pfaffe e Kunz di Firmiano. L'altra metä b invece allodio del defunto Otto di Weineck e come tale viene suddivisa tra le di lui figlie

Lo stesso anno incontriamo anche Jacobus filius condam Alberti de Vatene, vale a dire Giacomo, figlio del defunto Alberto di Vadena. l/3 Nel 1242 Conradus Moserius, Ropretus, i fratelli Jacobus ed Heinz, figli di Albert Schimiliger, Federico di Vadena, insieme a Konrad e Rubert Maier (vedi maso Mover) attestano che il suddetto amministratore Ernesto incassa rendite fondiarie da due masi. 1/3 Nello stesso anno viene anche fatto il nome di un certo Wolfrad. 1/4 Nel 1295 Kunzlin, figlio del defunto Otto

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 13 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
Paul Stacul Costituzione geologica del territorio II Comune di Vadena nella Bassa Atesina, con i suoi 13,51 km 2 di superficie, e uno dei meno estesi dell'Alto Adige. Comprende la parte occidentale della Val d'Adige tra la foce dell'Isarco a nord e Monte a sud estendendosi, in corrispondenza delle stazioni ferroviarie di Laives e di Ora, anche ad est dell'Adige; fanno parte del terri torio comunale, inoltre, l'erto versante orientale della parte settentrionale del Monte di Mezzo, la zona

soltanto nell'area cen trale, ed in particolare ad est dell'Adige tra Merano e Ponte Gardena a nord , Trento e la Valsugana a sud; gli affioramenti a ovest dell'Adige sono invece limitati alla dorsale del Monte di Mezzo, al basamento della Mendola tra Lana e Termeno, al Monte Luco, alla Val Rendena e alla zona del Lago d'Iseo. Il vulcanismo era attivo 270 milioni di anni fa, durante il Permico inferiore, e si manifestö prevalentemente in eruzioni lineari di carattere esplosivo. Causa ne furono le forti

sollecitazioni di trazione cui era sottoposta la crosta terrestre nell'area attualmente occupata dalla parte centrale delle Alpi Meridionali, allora costitui- ta da blandi rilievi metamorfici 4 rispondenti ai resti di un'antica catena montuosa smantellata dagli agenti atmosferici. I prodotti dell'attivitä vulcanica presentano notevole varietä. La ragione principale va individuata nella pro gressiva trasformazione del carattere chimico del materiale fuso , da intermedio ad acido 5 , con conseguente parziale

succesivamente traboccano e defluiscono piü o meno calme le lave 7 che solidificano formando brevi colate e piccoli domi. Del tutto diversa e invece la fuoruscita dei materiali fusi di chimismo acido che sono caratterizzati da ele- vata viscositä e da notevole contenuto di gas. Il degassamento avviene molto lentamente e gli elementi vola- tili si accumulano nella parte superiore della massa fluida dove si forma un sistema bifase simile alla schiu-

di Kreith (Novale), che mette in comunicazione la Val d'Adige con l'Oltradige, nonche l'intero tronco meridio- nale del Monte di Mezzo (fig. 1); con due strette propaggini il territorio comunale si estende anche al di lä della sella di Laimburg fino alla sponda nord-orientale del Lago di Caldaro ed entro la piana bonificata a sud dello stesso. Le quote sono comprese tra i 215 e i 675 m. A torto l'area in esame non ha richiamato sinora la particolare attenzione dei geologi, tant'e vero che pochis- sime

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Books
Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 381 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
. Il suddetto Dr. von Ferrari e un nipote del Dr. Eduard von Ferrari, a suo tempo Capitano distrettuale di Bres- sanone, il quäle era il proprietario del maso Caneve cui apparteneva la vigna nella quäle fu rinvenuto il ripo stiglio. Tale vigneto era situato sulle pendici del Monte di Mezzo e il tesoro monetale giaceva sotto una gran- de lastra di pietra. Meta delle monete ed il vaso che le conteneva rimasero in possesso del proprietario del terreno, una parte di esse andö ad arricchire la raccolta del conte

e cu- stodite nel Museo di Trento nella sua opera sui soldi veronesi. 6 In base alle piü recenti conoscenze sulla cro- nologia di queste monete si deduce trattarsi di veronesi coniati intorno al 1152. Stabilire con esattezza la da ta di coniazione risulta particolarmente arduo perche le leggende sono quasi tutte costituite da lettere estre- mamente incomprensibili e di difficile decifrazione. Solo il nome di Verona e chiaramente leggibile sul rove- scio. Il nome dell'imperatore HENRICVS riprodotto sul

coniato nella zecca del duca Ottone I (1156-1183). 10 Poiche la circolazione delle suddette monete e documentata giä prima del 1160", si puö ritenere che l'occultamento del tesoro monetale di Vadena risalga all'incirca al 1160. A differenza del Murari, il quäle non ha approfondito l'esame dei due «sottili» bavaresi e per la loro datazione si e basato esclusivamente su varianti di veronesi il cui peso medio si aggira sui 0, 46 g (il peso massimo raggiunge i

II ripostiglio monetale di Vadena Benche il ripostiglio monetale di Vadena costituisca uno dei ritrovamenti del genere piü cospicui del Tirolo e sia avvenuto ben oltre cento anni orsono, precisamente nel 1885, esso fino a poco tempo fa 1 non era ancora stato studiato in modo esauriente. Il valore scientifico di siffatti reperti consiste fondalmentalmente nel fatto che essi sono particolarmente adatti a fornire informazioni in ordine alla diffusione e alla circolazione di determinate monete

in certi terri- tori. A tal riguardo notevole importanza assume il momento del ritrovamento. Per gli Studiosi di numismati- ca assai preziosi sono poi quei ripostigli i cui contenitori di ceramica in essi rinvenuti risultano databili. Dal momento che un recente e approfondito Studio di questa materia, che va dal 12° al 18° secolo e com- prende Austria e Alto Adige, menziona solo due contenitori del genere in tutto il territorio del vecchio Tiro lo 2 , lo scrivente autore ritiene che la presentazione

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 78 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
, che racchiudono una o piü coppelle (Tav. XIII. 1). La forma di quest'uma e del tutto insolita e a Vadena compare una sola volta. Analoghi profili di vasi ci sono noti dalle necropoli di Bismantova in Emilia 138 , dove e comune anche la decorazione a scanalature con trapposte e coppelle inscritte 139 . Questa decorazione e attestata anche nell'area sudalpina e nella zona dall'Adige inferiore, tra il resto a Vadena, tomba 106, ai Montesei di Serso 140 e a Frattesina (Rovigo) 141 . Da quanto risulta

dal contesto di ritrovamento, questa forma decorativa resta circoscritta tra la fine dell'etä del bronzo e la prima etä del ferro (ca. 10°-9° sec.a.C.). Ad una datazione antica dell'urna della tomba 108 di Vadena riportano anche le prese a nastro arcuate, che ritomano con fattura del tutto simile, ad Angarano 142 . Ed infine, anche il coltello con manico ad anello, ritrovato nella medesima tomba, appartiene ad un tipo che t testimoniato in Tirolo 143 ed in Trentino 144 sin dall'etä del bronzo

si limita ad una striscia sull'orlo con solchi tutt'intomo, sotto la quäle sono presenti gruppi simmetrici di trattini o triango- li, rettangoli e coppelle inserite l'uno nell'altra. Anche queste ciotole riportano a forme precedenti del bron zo finale 145 , in seguito, perö, si sviluppano soprattutto nell'etä del ferro iniziale e nella prima etä del ferro 146 . Ciotole decorate di questo tipo appaiono essenzialmente limitate all'etä del ferro iniziale. E' vero che non esistono confronti per le forme

zione della tomba 95 di Vadena alla nostra I 1 fase (ca. inizi del 9° sec.a.C.) e possibile, infine, tramite la pre- senza in essa di un coltello con lingua da presa e elemento intermedio scanalato diagonalmente. Forse un po' piü recente, ma sempre all'intemo del periodo 1°, e l'uma della tomba 42. La decorazione a bande incise a zig zag, rombi e Serie di coppelle, e caratteristica della ceramica della prima etä del ferro dell'area sudalpina e si trova di frequente nei «boccali tipo Luco

recente»» 136 . Anche il reperto in metallo della tomba 42, uno slanciato rasoio semilunato, che ricorda i tipi della fase Hallstatt B2 137 , sembra confer- mare questa datazione. Sono, inoltre, da attribuire al periodo 1°: vasi conici a bocca larga con fondo ampio, spalla alta ed erta, orlo leggermente esoverso, con breve tesa verso l'interno; sulla spalla due manici simmetrici arcuati, che sono orlati da gruppi di coppelle: nella parte della spalla una fascia marginata da scanalature contrapposte

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Category:
Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher
Year:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Page 171 of 404
Author: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Place: Bolzano
Publisher: Casa Ed.Athesia
Physical description: 395 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: 1 Karte
Subject heading: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Location mark: II 122.101
Intern ID: 134910
.C2 294 V. Podborsky, v. nota 85, 165, fig. 28; H. Müller-Karpe, v. nota 293 tav. 331.G3 295 V. Podborsky, ibid., 170, fig. 29.7 296 Un filetto si trova nella raccolta del Vincentino di Bressanone, l'altro nel Museo di Trento, cfr. E. Ghis lanzoni, v. nota 8, fig. 107a, b 297 In entrambi i filetti di Vadena, in parte fusi, la con- giunzione tra estremitä estema e anello della briglia e rotta 298 Giä E. Ghislanzoni (1940), F.-W. v. Hase (1969) e l'Autore (1974) hanno messo in rilievo le analogie tra

. 12.8 271 Cfr. anche Rasun di Sotto. R. Lunz, v. nota 42, tav. 58.2 272 Un esemplare nella raccolta del Convento Muri- Gries 273 Cfr. Fontanella. L. Salzani, v. nota 48, fig. 3.10; fig. 15.1-3, 5, 6, 13; Angarano. E. Bianchin Citton, v. nota 49, 188, fig. 127-129; Garda. L. Salzani, v. nota 146, fig. 13.A5 274 Vadena, tomba 100 e reperto sporadico della raccolta del Convento Muri-Gries 275 H. Müller-Karpe, v. nota 37, tav. 60. L. Degna di nota e la grande concordanza dell'ornamento lineare

, v. nota 40, tav. 13.8 309 E. v. Sacken, v. nota 304, 188, fig. 11 310 L. Franz, v. nota 40, tav. 15.1, 2 311 R. Pincelli-C. Morigi Govi, v. nota 101, tav. 130-131; tav. 222.6 312 C. Morigi Govi, v. nota 123, 231, fig. 2 313 Nella raccolta del Vincentino di Bressanone 314 Cfr. la bella illustrazione a colori della cintura della tomba bolognese 543. C. Morigi Govi, v. nota 101, fig. pag. 28 315 Roma. Cfr. J. Dechelette, Manuel d'archeologie II, 1928, 131, fig. 177.3 3,6 C. Morigi Govi, v. nota 101, fig

e Golasecca. «Origines» 1975, tav. 6.B4; cfr. anche il catalogo della mostra Padova Preromana 1976, tav. 46.Bl 266 Cfr. St. Kanzian-Brezec. Catalogo della mostra Prei- storia del Caput Adriä. 1983, 144, tav. 41. 2,4 267 Ljubljana. I. Pus, Das vorgeschichtliche Umengräber feld in Ljubljana. 1982, tav. 20.8; tav. 45.2, 5, 6 268 Ad es. Bismantova. H. Müller-Karpe, v. nota 37, tav. 85.D17, 18 269 Ad es. Fontanella. L. Salzani, v. nota 48, fig. 14.9 270 Ad es. Tomba 20; cfr. anche L. Franz, v. nota 40, tav

dell'armilla di Vadena con quello del coltello (Hall statt Bl) dal campo di ume di Volders. Cfr. A. Kasse roller, v. nota 110, tav. 31.10a 276 Raccolta del Convento di Muri-Gries 277 Ad es. Linz. H. Müller-Karpe, v. nota 37, tav. 139.13, 14 278 Raccolta del Convento di Muri-Gries 279 Asta di uno spillone a doppio disco? 280 Mus. di Bolzano 281 L. Franz, v. nota 40, tav. 13. 7 282 Ad es. Rasun di Sotto. R. Lunz, v. nota 42, tav. 50.6 283 E. Ghislanzoni, v. nota 8, fig. 31.h 284 Per anelli da dito

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