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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 16 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
di ^ ''' ^ enosta, dove scorre con un'inclinazione inedia inferiore al 15 °/o 0 pei poi saltare nella conca di Merano con un dislivello del 60°/ 0 o* Q u b ricevute le acque del Passirio e del Valsura (Valtschauerbacb in Val d'Ultimo) impigrisce con una livelletta di poco superiore al 2 °/ 00 , nel tratto fra Merano e Bolzano, sotto la quale città confluisce coli'Isarco, dopo un percorso di 98 km, dalla sorgente; mentre dopo altri 28 km. di coi so lento e paludoso entra in territorio di Trento alla stretta

di Ladino sotto Salorno. Il suo bacino imbrifero proprio, eon esclusione cioè di quelli della lliénza e dell'Isarco, si stende nel nostro terri torio per kmq. 2963, il 40,7 % dell'intera superficie idrografica dell'Alto Adige. Ir 'Isarco, con un'area idrografica di 2120 kmq- (2(U% dell'intero Alto Adige), nasce poco lungi dal Monte del Sasso (Steinjoch) a m.l99i ad occidente del passo del Brennero, e con una serie di. i«*P'de, c ^ e raggiungono una inclinazione media del 274 %«, scende nella conca

. 4. IDEOGRAFIA. — L'Adige, clie per estensione complessiva del suo bacino (kmq. 14 604) è il terzo fiume d'Italia, e il secondo per lo sviluppo completo del suo corso (km. 404), ha quasi esatta mente la metà del suo bacino imbrifero (4.9,8 °/„ entro i limiti della nostra regione. I 1 suo sistema idrografico è rappresentato dalla, rete a ventaglio dei suoi affluenti, alle cui acque contribuiscono ben 155 ghiacciai, che hanno una superficie complessiva di 223 kmq. Tale si stema presenta una notevole simmetria

bilaterale, data dai due rami maggiori dell'Adige e dell'Isarco, che confluiscono a. Bolzano nel cuore della regione, nonché dalle valli longitudinali della Posterìa e della 'Venosta agli estremi, e dal corso trasversale del Passiri .0 e dell'alto Isarco, rispettivamente sopra Mera.no e Bressanone. L Adige nasce a m. 1571 ad oriente del passo di Bésia, e dopo attraversato il lago omonimo e quelli di Mezzo (Mitter See) e della Muta (Haider See), con una pendenza, elei 65 % 0 scende sul fondo

di Vipiteno (Sterzen), dove ricevuti numerosi affluenti s'incassa ram ° re 8'- giando nella stretta di Mules (Mauls) con una pendent < 1<; 1 12 A» e

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Year:
1919
Piave, Cadore, Carnia.- (Guida dei campi di battaglia); 3)
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Page 316 of 337
Physical description: VIII, 327 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Location mark: II 219.331/3
Intern ID: 402919
rone monte Tomba—Monfenera catturando oltre mille pri gionieri, e seppe mantenere la posizione contro i contrat tacchi del nemico. Dopo Vettorazzi si attraversa la parte principale del Comune di Cavaso, graziosamente adagiato ai piedi delle pendici del Tomba e del Pallone, nella bella conca formata da questo con le colline del l'Asolano, Scorre nella conca il torrente Ponticello, che si getta nel Piave di fronte a Bigoline: un affluente di esso solca il vallone risalito dalla strada che

al monte Pallone; a sinistra, coperte di vegetazio ne, le leggere ondulazioni, che salgono verso le basse vette del Mon- fumo, del monte Collalto, del monte Sulder. Possagno (3 - 58,8) Ha l'aspetto di vera cittadina, con vie comode, e qualche casa civile. Consta di due parti, una su un pianoro in lievissimo declivio, e l'altra un po' più bassa, sul ciglio del pianoro. Le due parti sono unite da un largo viale diritto, in salita, che attraversato la parte più alta del paese sbocca sull'ampio piazzale

dov'è il tempio di Canova. Possagno fu la patria del grande scultore Canova, il freddo e vigoroso segua ce dei puri artisti greci, e quel tempio, nella sua solitudine, con il suo gran colon nato dorico, sembra racchiuderne l'idea. Oltre Possagno la strada scende un poco, indi, attraversato il gruppo di case di Rover, risale per oltrepassare il colle che dal ver-

va da Vettorazzi all'osteria Monfenera, ed è descritta in questo itinerario. Attraversato il paese di Cavaso, la strada prosegue per Possa- gno, lasciando a destra il paesello di Qblede, che si arrampica colle ultime case sulle pendici di monte Pallone, mentre con le altre si sten de sul leggero declivio che raccorda il monte al fondo della valle del Ponticello. Anche da questa strada si gode un pittoresco paesaggio: a destra molte casine sparse sulla montagna; davanti, il colle che unisce i monti dell'Asolano

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 65 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
costruire da Silvestro Soldà nel 1536. Vuole la tradizione che il Soldà fosse un guerriero che con una compagnia di militi si distinse nella guerra di Carlo V con tro i Turchi e ritornò in patria con ricco bottino, dove si stabilì a S. Giovanni nella casa sita sul colle oltre il rivo di S. Gio vanni (ora di proprietà Bernardi). Fu appunto in questa casa, che il Soldà fece dipingere il serraglio del Sultano e non nella casa in Vigo, dove hanno sede gli uffici governativi, come venne fal samente indicato

in parecchie guide. Il Soldà è ricordato anche nella tradizione che si conserva attorno alla fusione della grossa campana di S. Giovanni (chia mata la gràna) avvenuta nell'anno 1549. Raccontasi, che detta campana venne fusa sulla piazza di S. Giovanni e che tutte le donne della valle portarono all'uopo i loro ori, onde il suono riescisse più perfetto ed argentino. La moglie del Soldà, all'insaputa di lui, gettò nel forno un vaso pieno di monete d'oro e d'argento. Accortosene, egli montò sulle furie e giurò

Albergo dolomiti. L'edificio della chiesa contiene una cappella sotterranea detta «del Rosario» ed è a questa che probabilmente si riferisce una antica memoria, secondo la quale la chiesa fu costruita nel l'anno 962. La chiesa attuale è di epoca posteriore, probabil mente del tredicesimo secolo. Sulla porta laterale della chiesa, verso sera vi è uno stemma del cav. Sommaripa colla data del 1434; sulla porta maggiore lo stemma del vescovo di Bressanone e quello di Michele Somvigo,. colla data

1491. L'interno della chiesa è a tre navate sostenute da colonne di sienite dei Monzoni. La pala dell'aitar maggiore è di Antonio Longo di Varena; è una copia del battesimo di S. Giovanni in Laterano e porta la data del 1790. Gli altari ed il pulpito sono di legno dorato; quest'ultimo con figure ad alto rilievo dipinte. Sulla-parete sinistra del presbiterio è pure appeso un quadro del celebre Amalteo Veronese dipinto nel 1687 rappresentante i Misteri del S. Rosario. Il battisterio venne fatto

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 20 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
1. TEMPERATURA. — Nella sezione occidentale, il tratto ate sino fra Salonio e Bolzano e fin oltre Merano, gode di ottimo clima per il buon schermo dei venti settentrionali ai piedi delle alte pareti valli ve. risentendo invece, attraverso la Val d'Adige, gli influssi del clima submedi terraneo. Così a Merano (m. 320) la inedia- temperatura del mese più freddo (gennaio) è di 0° 6, quella del mese più caldo (luglio) 21° 4 con irmi escursione annua di 20° 8; Bolzano (Gries, m. 290) in posizione

più aperta ha una media del gennaio di 0° 1, del luglio di 22° 5. sebbene non manchino giornate fredde dovute ad alcuni venti locali. Le condizioni termiche di questo tratto di Val d'Adige sono quindi migliori del tronco più a valle dell'Adige stesso, dove a Trento, nel gennaio, troviamo una temperatura media di — 1° 0 e in luglio di 23° 8 con escursione di 24° 8. Merano e Bolzano quindi sono celebri luoghi di residenza'invernale per i forestieri d'oltralpe. Del resto l'isoterma annua

grande catena venostana, con tempe rature quasi meridionali, che a Oorzes (Kortseh) a m. 793 sopra Silandro, scendono nella media del gennaio solo a —• 0° 6 e 19° 0 in luglio, mentre a Montemarfa (Marienberg), nell'Alta Venosta sopra Malles, a m. 1320, non si hanno in genere temperature inferiori a —2° 2 e bisogna salire a Solda (Sulden) a 1840 m., ai piedi dei ghiacciai dell'Órtles-Oevedale per trovare le rigide temperature del gennaio di — 7° 1. Queste temperature, nel loro complesso, ricordano

, a m. 530, ha una media del gennaio di solo —2° 5 e 19' 4 in luglio, Lusón (Lüsen), a m. 950, ha — 3° 8 in gennaio e 17° 5 in luglio e Longomós (Lengmoos) sull'altipiano di Eenón, a ben 11.50 m., conta — 3° 9 nel gennaio e 16° 4 in luglio. Del resto anche a S. Martino in Passiria, chiuso fra i monti a ni. (530 s. m., il termometro non scende in media nel gen naio sotto —0° 9 e sale a 18° 8. in luglio. La Val Venosta poi, in prevalente disposizione longitudinale, lia il Iato a, solatio a riparo della

quelle di molte vallate del Trentino, assai più basso in latitudine, ma la loro escur sione annua è meno marcata, essendo quassù più freschi gli estati-

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 32 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
, con lingua e diritto latino lino ai sec. xni e xiv. Così nel tratto atesino gli stessi possessi fondiari appartenevano in gran parte ad italiani, che dichiaravano di vivere secundum Curiam romanam, e nella stessa città di Bolzano, durante il sec. xv la maggioranza della popolazione parlava italiano. Fu nei sec. xv i e xyii che ac- . cresciuti di numero e di potenza i coloni tedeschi, per la protezione della Casa d'Asburgo padrona della contea del Tirolo, l'elemento tede sco venne alla riscossa

contro gli italiani ostacolando la cultura e la immigrazione dell'elemento trentino, sopratutto attorno a, Bolzano. Tuttavia, l'importanza dell'elemento italiano tornò ad aumentare nei sec. xvn e xvin per il commercio della seta e l'industria dei tra sporti sulla piazza commerciale di Bolzano, che si regolava comple tamente all' italiana. Anzi durante tutto il periodo della Controriforma, Bolzano sotto l'egida elei vescovi di Trento, divenne un posto avan zato di difesa della romanità e del

di usare nella chiesa la lingua ladina, il ro mancio continuò a parlarsi in parecchi villaggi, fino ai primi del sec. xix. Si comprende, che quando nel 1S10 il Tirolo meridionale venne unito al Kegiio italico, il tratto da Bolzano a Sai orno era ormai in gran parte riguadagnato all'elemento italiano, e tali condizioni rima sero inalterate, anzi migliorarono in tutta la prima metà del sec. xix, per l'insediarsi nella regione di agricoltori trentini della Val di Non, sulle terre abbandonate e paludose

cattolicesimo, contro l'invasione germanica e protestante transalpina. In questo periodo, ad onta dell' antica germanizzazione della re gione, l'elemento italiano ebbe notevole incremento anche in P usi eri si. per il commercio coli'Ammezzano e il Cadore, sopratutto all'epoca dello splendore di Venezia, che per la « strada d'Ai emagna » inviava in Germania i propri commercianti e ambasciatori ; mentre in Venosta, ad onta dell'editto del 1610 del conte di Tirolo principe Massimiliano d'Asburgo che proibiva

attorno a Bolzano. Ma dopo le guerre dell'Indipendenza italiana i tedeschi vennero alla riscossa coll'aiuto del potere centrale, resero del tutto tedesca la scuola, tolsero l'uso della lingua italiana negli uffici pubblici e nei

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 152 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
, che a memoria d'uomo, partendo sopra Sottoguda dalla vai Ciamp d'Arèi (vedi sub D 1) saliva a oriente del passo di Fedara e costeggiando il versante meridionale del sottogruppo del Monte Mèsola fino ad oriente della Cima Rossi continuava fra questa ed il Sasso Becé attraversando poi i pascoli del Pordoi. Di qui discendeva nella valle delle Lastìes del gruppo di Sella per risalire al passo omonimo, donde costeggiava tutto ii versante occidentale e quello meridionale del gruppo del Sassolungo per

molada: i campi di ghiac cio di questa, i due Ver- nè! e le Punte delle Cor- nade, mentre nello sfondo sorride d'un bel verde il pianoro di Fedaia. Dietro a noi vediamo il gruppo di Sella. Nuovo quadro quando si raggiunge la forcella al Sasso Cappello. Ritorna alla vista la bastiglia del gruppo di Sella, mentre giù nel fondo si vede la bella valle di Li- vinallongo e più in là minac ciano superbe le rosse creste del gruppo di Fànes. Col nome di Via! del Pan i terrazzani intendono il sen tiero

giungere infine alle malghe Molignóni nella montagna di Siùsi. Vuole la tradizione che negli antichi tempi quando la valle di Fassa era ancora in grande parte coperta da boschi e priva di strade, le poche abitazioni ed i pochi terreni coltivati giaces sero non nella valle ma più in alto lungo le coste dei monti. Per questa ubicazione delle loro case i Fassani erano sprovvisti di molini e per la macinazione dei grani dovevano ricorrere oltre la montagna, sul versante di Gardena, nella località che essi

chia marono per ciò Molignoni. Il sentiero del quale si servivano per il trasporto dei grani ai Molignoni venne dai Fassani più tardi prolungato verso Fe- Fot. E. IURANEK Il Gran Vernèl dal Vial del Pan.

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 108 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
il passo dei Molignoni, salendo per sentiero fra ghiaioni e sassi staccati dal monte, in una mezz'ora (tenersi a sinistra; perii sentiero a destra si perviene per il passo della montagna di Tìres, al Monte Sciliär, rispettivamente nella valle di Tìres). Dal passo dei Moli gnoni si può discendere in brevi serpentine nella valie di Ca mìn, 3 / i d'ora. Ad un crocevia che si trova nella valle, il sen tiero a sinistra sale alla Sella del Principe; quello a destra esce per la valle, guadagnando in 20 minuti

tanto che vorrei chiamare la Cima della Palaccia una tavola oro grafica del gruppo. 4. Da Campestrino: Valle di Dona — Camerlòi — Rifugio d'Antermoia — Passo di Antermoia (ore 4). Lasciato il villaggio presso la chie setta, si risale la valle di Dona per una comoda carrereccia, che la percorre dapprima attraverso boschi, quindi per una balza roc ciosa, per superare la quale si passa sulla costiera occidentale ; da ultimo la strada continua fra prati fino a che si perviene alle prime malghe

di Dona (m. 2080); ore 2 l / 4 . Proseguendo quindi fra prati e casare, dapprima verso nord-ovest, di poi verso ovest sempre in direzione della valle, si guadagna l'alpe di Camerlòi. (ore l / 2 ). Da qui si continua come sub 3. 5. Da Campitello: A) Valle del Durone. — Passo del Durone — Camerlòi. — Ri fugio d'Antermoia. — Passo d'Antermoia (ore 5). Giunti quasi alla fine della valle del Durone (vedi gruppo del Sassolungo),. per un ripido sentiero si sale fra cespugli la costa meridionale della valle

fino al passo del Durone (Va ora dalla valle). Da qui si continua per il sentiero, che sale per Camerlòi (vedi a pag. 97). B) Valle del Durone. — Passo dei Molignoni — Valle di Camìn. — Dalla valle del Durone si sale per un sentiero attra verso prati al Giogo del Molignón (da non confondersi col pas so dei Molignoni) (m. 2168). Da qui si perviene in pochi minuti al Rifugio Monte di Siüsi (m. 2142; con servizio d'albergo; aperto dalla metà di giugno alla fine di ottobre). Dal rifugio si guada gna

il Rifugio del Principe (vedi sotto a pag. 103).

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Year:
1919
Isonzo.- (Guida dei campi di battaglia) ; 2)
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Page 174 of 387
Physical description: VIII, 375 S.
Language: Italienisch
Location mark: II 219.331/2
Intern ID: 402921
Allora, ed in seguito passando ai conti di Pusterla e di Lumi, Gorizia fu sempre dominata da vassalli tedeschi. I conti di Gorizia, divenuti poi anche pala tini di Lienz, e i maggiori dignitari della Patria del Friuli, rimasero sempre di sen timenti tedeschi e signori di terreno conquistato in terra straniera. Furono infatti i peggiori nemici del Patriarcato e della quiete nella Patria del Friuli, suscitando, per gelosie e per semplici ripicchi, sanguinose guerre intestine, Più che altro però

li animava il desiderio di signoreggiare su tutto il Friuli, toglien do al Patriarcato il potere civile e lasciandogli soltanto il potere religioso, A tale scopo si valsero dell'astuzia e dell'intrigo e, ove astuzia e intrigo fu rono insufficienti, usarono apertamente la forza, non arretrando anche dinanzi all'as sassinio. L'anno 1319 segna il loro apogeo e fu quando Enrico li, conte di Gorizia, ebbe domìnio dalle Giulie sino a Padova e Bassano in nome dell' imperatore Fe derico, riunendo nelle sue mani

anche il comando delle truppe del Patriarcato, Enrico II, che aveva sposato nel 1297 Beatrice di Camino, donna di singo lare bellezza, mori nel 1323, sembra consunto dal troppo ardore della sua giovane sposa '). Dante parla di Gaia, sorella di Beatrice di Camino, da lui conosciuta in una corte bandita da Can Grande della Scala. Dopo Enrico II, la fortuna dei conti di Gorizia decadde rapidamente per i loro vizi e per le loro dissipazioni, giungendo al massimo invilimcnto con Enrico IV, che di aspetto

ributtante per gli occhi lacrimosi, per il petto villoso sempre nudo, per le vesti sozze ed unte, per il rozzo dialetto carinziano che ciangottava nella ebrezza quasi continua procuratagli dalle frequenti libazioni, svegliava di notte ì suoi bambini per ubriacarli e, se questi piangevano o ne ammalavano, batteva la moglie gridando all'adulterio che « certo non suoi potevano essere dei figli che a- vessero così poco amore al vino e scarsa resistenza nel berlo ». La moglie per que ste stravaganze riuscì

a farlo arrestare. Sfuggito alla prigionia, Enrico IV scacciò la moglie, ma ben presto cadde in mano di Taddeo d'Este, capitano veneto, che, im padronitosi del castello di Gorizia, lo costrinse a recarsi in piazza San Marco a protestare la sua eterna devozione alla Serenissima. I discendenti di Enrico IV, pur continuando a presidiare Gorizia colle loro truppe, si ritirarono nel castello di Lienz, ove Leonardo conte di Gorizia, che a- veva ceduto la maggior parte delle terre all'Austria, morì

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 36 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
In un annuario della Società A. Tr. troviamo invero parec chie poesie in fassano raccolte dal D.r Venturi ; anche queste non furono tuttavia mai patrimonio del dialetto di Fassa, se non nella loro forma originaria della lingua o del dialetto Trentino; e chi le presentò al D.r Venturi le deve o aver tradotte da sè oppure fatte tradurre da altri per soddisfare in qualche modo all'incarico avuto di trascrivere un piccolo florilegio di poesie fassane. Dissi sopra come unici saggi letterari del

nella tecnica di esse, determinata questa dalle condizioni locali. Rispetto alla tecnica le note caratteristiche delle mascherade derivano 'dall'essere esse in origine destinate a venir rappresen tate in case private senza alcun apparecchio scenico. Questa cir costanza che ci addita la genesi di simili spettacoli, rappresen tati da compagnie giranti in carnovale di casa in casa, costrinse ad escogitare un mezzo per corrispondere anche senza apparati scenici al bisogno d'un eventuale cambiamento del

dialetto fassano sono alcune produzioni drammatiche dette « mcischerade » (nel l'alta valle «mascherèdes») così chiamate dal camuffarsi che fanno gli attori con abiti da maschera. È mia convinzione però che anche queste rappresentazioni siano di influsso italiano, perchè esse sono di epoca posteriore a quella in cui in Fassa si diedero le prime rappresentazioni nella lingua colta su teatri pubblici, dei quali dirò più sotto. II lato originale delle « mascherade s lo si trova, a mio parere, soltanto

luogo del l'azione. Vi si riuscì combinando il cambiamento del luogo colla fine degli atti, cosa che poteva venir indicata dagli attori, non essendovi sipario, coll'allontanarsi dalla camera del trattenimento. Resta sempre la mancanza irrimediabile della scena, che però vien resa meno sensibile dalle indicazioni locali, annunciate nel prologo e contenute nel dialogo, ed ancor più dalla circo stanza che l'azione si svolge in luoghi ben noti al pubblico fassano. Naturalmente la difficoltà tecnica d'un

cambiamento del luogo dell'azione si ripercuote sulla scelta degli argomenti, che viene con ciò ristretta di molto. Conseguenza della forma ori ginaria delle « mascherade » è pure la presenza del prologo e del

10
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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 11 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
.no i dialetti ladini. I Longobardi, costituito nel vi e vii secolo il Ducato Trentino, contesero ai Bajuvari il dominio di Bolzano e del Merenese. Il do minio ecclesiastico di Ingenuino (605 d. 0.) vescovo di Sabiona (vesco vato trasportato attorno al mille a Bressanone) si stendeva come oggi fin oltre il Brennero ed era considerato come vescovato italiano. Nel 1027 furono eretti i principati ecclesiastici di Bressanone e di Trento, quest'ultimo considerato come feudo d'Italia, e i suoi con fini

si estendevano ad occidente oltre tutta la Val Venosta, tino a Ponte Alto dell'Imi, e ad oriente fino alla Chiusa. Quando nel .1363 si es ti use la famiglia dei Mainardi, conti di Tirolo, avvocati del Principe vescovo di Trento, la contea princi pesca del Tirolo passò ai duchi d'Austria, che favorirono con ogni mezzo la germanizzazióne della regione, ed estesero detta Contea alla Pusteria e oltre Brennero. L'Ampezza.no invece vi venne incluso sol tanto dopo le guerre combattute, fra il 1508 e il 1516, coi

Vene ziani. Nel 1531 al principato ecclesiastico di Trento veniva sottratto il territorio di Bolzano, restando invece la diocesi a.i vecchi limiti, cioè ormai più estesa del principato. Ad ogni modo esso durò, con una certa autonomia, fino al 1802, anno della secolarizzazione dei prin cipati ecclesiastici all' epoca della conquista francese, conservando inalterati i suoi confini fino a Rovere della Luna e lungo lo spar tiacque del Noce e dell'Avisio. Nel 1803 i principati vescovili di Trento

da quello del Trentino sopra il passo delle Palade, per scen dere al di sopra di Kalles ; comprendeva G-arga-zone e Terlano, risaliva

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 114 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
Cinque Dita (m. 2996), quindi nella stessa dire zione la Punta di Orohmann (m. 3111). Dopo questa la catena piega ad occidente. Prima si unisce la Punta Pian deSass (m. 3072), quindi la Cima del Dente detta anche Cima Zana (m. 2997) e finalmente il Sasso Piatto (m. 2960), la cui cresta corre quasi parallela a quella del Sassolungo. Tutte le singole punte sono divise da marcate insellature, e precisamente: la forcella del Sassolungo che ho accennata più avanti, la sella delle Cinque Dita fra questa

di qualsiasi vegetazione; diviso in due parti da una cresta di rocce, che si stacca dalla Punta Pian de Sass e corre in direzione nord per elevarsi nella sua estremità colla Punta di Antersàss, ha in realtà l'aspetto di due conche affatto separate che i primi esploratori del gruppo distinsero col nome di Conca del Sasso Piatto quella ad occidente, e Conca del Sassolungo quella ad oriente. La parte più interna della Conca del Sassolungo fra la cre sta che divide questa da quella del Sasso Piatto, la Punta

pendìo, senza i solili detriti di ghiaia e di speroni di roccia, le nude pareti con una altezza meravigliosa. Tutto il gruppo pare quasi un maestoso modello di rocce dolomitiche trasportato in una regione che non dovrebbe essere la sua. Ha la forma di un enorme ferro di cavallo aperto verso nord-ovest. La parete nord-est è tutta occupata dal colossale Sassolungo (m. 3178); separata da questo con una profonda in senatura (forcella del Sassolungo) segue in direzione sud-ovest la Punta delle

e la Punta di Groh- mann, la sella di Grohmann fra la punta omonima e la Punta Pian de Sass, la sella della Cima Zana fra questa e la Punta Pian de Sass e la forcella del Sasso Piatto fra il Sasso Piatto e la Cima Zana. Di queste insellature è però di comodo accesso e permette un facile passaggio da un versante all'altro del gruppo solo la forcella del Sassolungo; le altre non vengono praticate se non in occasione di ascensioni. L' enorme vallone formato dal cerchio è ripieno di detriti e mancante

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 141 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
Punte delle Cornade (sono sei; le quattro più aite m. 2835, 2832, 2888, 3036; quest'ultima è la più orientale); il Grati Vernèl (m. 3205); la Roda del Mulón, posta a settentrione del Gran Ver nèl (m. 2878); ad oriente del Gran Vernèl : la forcella del Vernèl, il Piccolo Vernèl (m. 3042), la Jorcella della Marmolada e la Marmolada (m. 3344). La Marmolada, chiamata la regina delle Dolomiti, è la cima più elevata delle Dolomiti veneto-trentine. E un'enorme costru zione calcarea, che precipita

in pareti a picco sul suo versante meridionale, mentre verso nord scende con un declivio ripido, ricoperto per quasi due terzi da un campo di ghiaccio. Il ghiacciaio misura ehm.-' 3.35 ed ha un'inclinazione di 23.°. Si distende uniforme e quasi senza interruzioni nella sua parte più elevata ed in quella di mezzo; nella parte inferiore invece si scinde in colate distinte di cui le due principali scendono verso l'origine della valle dell'Avisio, mentre l'orientale acquapende verso il Cordevole

. La Marmolada culmina in due punte: la orientale detta Marmolada di Rocca (m. 3309), la occidentale chiamata Marmo lada di Penìa; questa segna il punto più elevato del massiccio (m. 3344). Il ghiacciaio è serrato ad oriente da una cresta detta Seràuta (noto di essa la Punta Seràuta, m. 2946 ed il Pizzo Seràuta, m. 3037); i crestoni che tagliano in tre rami la parte inferiore del ghiacciaio sono chiamati Sasso del Mezdì quello ad oriente e Sasso di Mezzo quello ad occidente. Più a occidente di queste ultimo

si eleva il Col di Bòus, dal quale si diparte l'altipiano di Ciamorciàa che si estende fino al .Vernèl e forma barriera al ghiacciaio. II. Sottogruppo del monte Mèsola. Designiamo così la catena di monti posta a settentrione dei due rami principali. Lo confinano a nord e est il valico del Pordoi e l'alta valle del Cordevole fino a Pieve di Livinallongo; a sud la valle di Fedaia e la valle di Davedino, a ovest l'alta valle di Fassa, da Canazei a Penìa. Raramente le creste di questo sottogruppo culminano

in rocce od in punte aguzze e sono nella massima parte co- La Valle di Fassa. 9

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 17 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
si apre poi nella, conca di Bressanone per ricevere la Riénza, dopo 45 km. dì corso. Dì qui, con una pendenza media dell 'S°/no convoglia le sue acque, alimentate da numerosi altri affluenti, sopratutto del lato sinistro, attraverso la stretta valle della Chiusa e giunge a Bolzano per confluire col Talvera (Talfer Bach), che scende dai monti Sarentini, e poco sotto questa città si getta. nell'Adige, dopo un corso comples sivo di 85 km- La liiénsa (bacino idrografico di kmq. 2197, il 30,1

% dell'Alto Adige) si forma dalla riunione dei due Bin. il Nero ohe scende dalla Forcella di Sesto, il Bianco da sotto le Cime di Lavaredo in terri torio del Begno. A Dobbiàco la Riénza volge ad ovest e percorre la Pusterìa, ricevendo nella cour di Brunico i suoi maggiori affluenti, l'Ama alla, sua destra (Ham. Bach di Valle Aurina/ ' e il Gader di Val Badia, a sinistra, che scoi de dalle Dolomiti. Alla, sua confluenza coll'Isarco sotto Bressanone la Riénza ha. ormai raggiunto 80 km. di corso

. Neil'Ampezza.no scorre il Bàite affluente di destra del Piave, che ha principio a nord-est di Podestà,gno, dalla riunione dell' acqua di Campo Croce e dell'Acqua di Fanés, e dopo un percorso di 18 km. colla -pendenza media, del 30°/oo eil t ra ,n territorio del Regno alla lo calità di Acqua Bona, (bacino imbrifero circa kmq. 241). La valle di Livinallongo è attraversata per 10 km. dal Oordévole, affluente pure di destra, del Piave, che nasce sotto il passo del Pordoi, e con una inclinazione media, del 55 7oo

entra, nel confine politico d'Italia presso Caprile, sopra il lago di Älleghe (bacino imbrifero kmq. 12f> circa). Il regime idrometrico dell'Adige, al suo ingresso in territorio tren tino, dopo ricevuti tutti gli affluenti del suo bacino superiore, è quello di tipo glaciale-alpino. Infatti dato, come vedremo, il regime delle pre cipitazioni della regione, le inagre del fiume si hanno dal dicembre al marzo e l'assoluta in febbraio, in cui il fiume è sotto la media di magra. Coll'a,pi -ile e col

maggio il livello del fiume comincia a, salire con grande rapidità, coincidendo l'aumento delle pioggie primaverili collo scioglimento delle nevi, raggiungendo il suo massimo nel giugno, si mantiene poi con portate quasi costanti fino all'ottobre, dove si ha un'altro breve massimo, dopo del quale scende lentamente sotto il medio livello invernale. Il Boi te e il Cordóvole hanno invece un regime torrentizio subalpino, con due massimi, uno primaverile ed uno autunnale, separati da due magre estiva

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 64 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
— 62 — e il 1867, originariamente ad un solo binario, ora in gran parte rad doppiato. lì. ima delle poclie ferrovie transalpine, clie supera il cri nale a cielo scoperto, con una massima pendenza del 44 °/oo f' ra Colle Isa,reo (Gossensass) e il Brennero. Entro i confini dell'Alto Adige essa non è che un tronco della linea di grande traffico intemazionale: Verona- Ala-Trento-Bolzano-Bressanone-Imisbruck-Kufstein-Mónaco; la linea più diretta che unisce l'Europa centrale con quella meridionale

, non possiede che la sola linea trasversale della Val Sugana (Trento-Bassano-Venezia). Le ferrovie secondarie dell'Alto Adige, se sono invece numeri camente assai più numerose di quelle del Trentino, non ne hanno però l'importanza, economica. Infatti se si tolgono le linee Bolzano-Oaldaro, Merano-Lana, Bressanone-Vania, Brunìco-Sand e la ferrovia del llenón, iu complesso una rete di non oltre 60 km., le quali servono anche al movimento locale, riunendo i principali centri agricoli ai loro rispet

; il suo movi mento quindi è in gran parte di transito e supera le corone 90000 per km. Ma oggigiorno, oltre questa grande arteria trasversale, abbiamo pure due grandi linee longitudinali: quella della Pusterfa, lungo il corso della Eiénza, che si stacca, dalla linea del Brénnero alla For tezza (Franzensfeste), fino a Dobbiàco, da dove prosegue per Sfllian- Lfenz-Villach-Klagenfurt; d'importanza regionale sopratatto per l'Au stria, perchè serviva di raccordo fra le due linee trasversali del Bren nero

dell'Alto Adige risulta, che se il reticolato delle ferrovie principali è abbastanza rado, a causa della montuosità della regione, è però assai completo, stendendosi lungo tutte le valli principali; mancando per ora soltanto in Val Passìria, dove tuttavia v'è in progetto una ferrovia fra Merano e Vipiteno, sotto il Passo del Giovo, onde unire direttamente la Venosta al Brénnero; cosicché ferroviariamente è una regione molto più completa del Tren tino, il quale oltre la linea longitudinale del Brénnero

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 67 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
costruita, predomina solo attorno ai eentri maggiori (Bolzano, Merano e Bressanone) oppure verso le località dove si sviluppò l'industria del forestiero, specie nella regione delle dolomiti, essendo invece, nel 1900, intere vallate, come la Venosta, ancora sprovviste di comunicazione telefonica. CITTÀ PRINCIPALI E LORO DINTORNI (T av . XV). La maggiore città. dell'Alto Adige, così per numero d'abitanti che per importanza commerciale e amministrativa è Bolzano, situata nel cuore della regione atesina

, ma altri centri cittadini in via di rapidem sviluppo civile ed economico sono Merano e Bressanone; mentre per situazione ed importanza storica sono notevoli jBrunico, Vipiteno (Sterzing), Dobbiàco, La Chiusa ed altri minori. 1. BOLZANO. — Capoluogo dell'Alto Adige questa bella e ricca città, situata all'incrocio delle principali vie di comunicazione per l'Italia e i paesi transalpini, deve appunto alla sua situazione l'impor tanza e la supremazia che ha sempre avuto nella regione. Costruita sulla

conoide del territorio Tälvera alla confluenza col- l'Isarco (m. 265) entro una delle più soleggiate e meravigliose conche montane verdeggiante di vigne e di frutteti, sede di Capitanato, di Tribunale, di Corte d'Appello, di Camera di Commercio e di nume rose scuole ed istituti, Bolzano contava nel 1910 una popolazione pre sente o di tatto di 2412G ab., fra i quali certo più di 5000 italiani residenti. L'origine latina di questa città, oltre che dai resti romani disot terrati, viene confermata anche

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 116 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
in direzione sud-est il rivo di Salei che pure non è affluente diretto dell'Avisio, ma si uni sce nella valle di Mortìc, quasi contemporaneamente col rivo di di vai Piana (detto rivo di Val), al rivo di Antermónt che generato nel gruppo di Sella sbocca nell'Avisio sotto Canazei. Nel ver sante settentrionale nutrito dai tre piccoli ghiacciai del gruppo ha origine il rivo di Confìn, che discendendo in direzione nord ovest va a finire nel rivo di Saltaria. Sullo stesso versante a nord-est del Sassolungo nasce

detto rivo di Fossèl. Attraversato questo, si sale dap prima fra boschi, quindi fra prati e pascoli fino alla base del Col Rodella, che resta ad oriente. Il sentiero piega poi verso occidente (fino al sentiero, che porta lungo il versante meridio nale del gruppo, che si lasc a a sinistra), quindi nella sua ultima parte in direzione orientale e continua fra prati fino alla forcella di Rodella (m. 2308). Da qui si discende in un quarto d'ora al

IDROGRAFIA Essendo il gruppo di piccola estensione e chiuso all'esterno in gran parte da pareti a picco, non dà origine ad acque di im portanza, ma solo a parecchi poveri rigagnoli che dopo breve corso si uniscono ai rivi che scendono dai vicini gruppi di Sella e del Catinaccio. Al passo di Fassa nasce il rivo Pégna, che corre sul ver sante meridionale del gruppo e raccoglie le acque di alcuni ri gagnoli per gettarsi nel rivo del Durone ad un'ora sopra Cam- pitello. Dal passo di Sella discende

il rivo d'Ampezzàn, che sbocca nel rivo di Gardena sopra S. Cristina. ACCESSI E TRAVERSATE I. Sul versante orientale del Gruppo: a) da Campitello al passo di Sella (ore 3). Si percorre la carreggiabile che conduce per la valle del Durone fino all'estremità del paese. Qui si piglia il sentiero, che si dirama a destra e si sale verso la frazione di Piàn, che si la scia pure alla destra. Presto sopra Piàn il sentiero continua per qualche tratto in direzione della valle del Durone fino ad un ri gagnolo

19
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Year:
1919
Isonzo.- (Guida dei campi di battaglia) ; 2)
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Page 67 of 387
Physical description: VIII, 375 S.
Language: Italienisch
Location mark: II 219.331/2
Intern ID: 402921
il fuoco e all'alba del 5 due battaglioni della Bri gata Granatieri, vincendo la viva resistenza degli austriaci, traghettarono con barche sull'altra sponda ed occuparono Pieris. Subito dopo furono gettati ì ponti, ed a mezzogior no tutta una divisione era passata sulla riva sinistra del fiume. Il ponte di Pieris fu sempre battuto dalle artiglierie nemiche. Papariano (2 _ 116,8) Borgata di 539 abitanti. Fu occupata dalle truppe italiane il 28 maggio 1915. Durante la guerra, la popolazione civile restò

. Fu sede di Comando di Presidio, di reparti sussidiari e di ospedaletti. Villa Vicentina (2,7 - 119,5) Fu uno dei domini dell'Austria nella Patria del Friuli, durante la domina tone austriaca. Vi sorge la bellissima villa col glande parco, nella cui quiete E- Baciaceli! cercò dimenticare il dolore dell esilio. Da villa Vicentina I ardila donna partì per Vienna, sotto spoglie maschili, per voler rapirei! Duca di Reichstädt (Re di Roma) e farlo Re di Francia. In delta villa abitò anche la figlia di Elisa

ni dopo la dichiarazione di guerra, le ricognizioni degli ita liani avevano già determinato i punti di passaggio, e Pieris, dove già esistevano i resti di un ponte di ferro distrutto in qualche arcata dagli austriaci, fu uno di questi. Ma le vio lente piene dell' Isonzo fermarono gli italiani per sei giorni, 11 4 giugno F Isonzo cominciò a decrescere. Si iniziarono subito le operazioni di passaggio a Pieris e più a sud, Alla sera del detto giorno, tutte le artiglierie del Settimo Corpo aprirono

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Books
Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Page 61 of 172
Author: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Place: Trento
Publisher: Tridentum
Physical description: 155 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Fassatal;f.Führer
Location mark: II 226.586
Intern ID: 387715
LA VALLE. Premetto brevi accenni al paese di Moena, perchè oltre ad essere punto di partenza per la nostra valle, lo è anche, volen dosi, per il gruppo del Catinaccio e per quello della Marmolada ed occorrerà quindi citarlo nella descrizione di questi due gruppi. Moena (m. 1181, abitanti 2000) è l'ultimo paese della valle di Fiemme. 11 grosso di esso siede parte sulla destra e parte sulla sinistra dell'Avisio, nel punto in cui in esso sboccano, l'uno quasi di fronte all'altro, il rivo

di Costalunga, che viene da ovest ed il rivo di S. Pellegrino, che discende da est. Al paese sono territorialmente unite le due frazioni di Sòrt e Soméda, poste l'una sul versante occidentale della valle, l'altra su quello orien tale, nonché il piccolo gruppo di case di Pezzé, al quale si ac cennerà più sotto. Alberghi: Corona, Stella, Alpino, Ancora, Al Cava letto. Moena è patria del bravo pittore Valentino Rovisi; alcuni suoi quadri si possono ammirare nella chiesa parrocchiale del paese. Essa ha pure

belli altari di legno ad intaglio e due cam pane del 1543; l'organo è del famoso Callido. Interessante è la chiesuola di S. Voifango (attigua a quella parrocchiale), eh'è ritenuta l'edificio più antico del paese. Ricorderò anche, che i Moenesi si avvicinano per il loro dialetto più ai Fassani, che non a quelli di Fiemme. A Moena v'è ufficio postale, telegrafo e telefono, una scuola di intreccio, una agenzia della Banca Cooperativa di Trento ed una fabbrica di cemento.

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