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Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 107 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
Giorgio riprese il suo potere: ma il Trentino non ebbe pace, perchè continuò la sua guerra contro i conti del Tiralo. Cosi, anche senza volerlo, i vescovi di Trento difendendo la loro podestà, furono di continuo ostacolo alle mire ambiziose dei conti del Tirolo nella vallata dell’Adige ed impe dirono validamente che una signoria veramente tedesca si stabilisse, sino alla fine del secolo scorso, in questa regione. E mentre dalla parte del nord i vescovi principi'di Trento tenevano testa alla invasione

sconfitta — nella quale peri il duce dei Veneziani, Roberto Sànseverino — il cui corpo rinvenuto dai vincitori sul campo di battaglia ebbe per deliberazione del Comune di Trento onorevole .sepoltura, nella cattedrale della città, ove anche oggidì presso la porta orientale se ne scorge il mausoleo, eseguito, secondo la fama, da Luca Moro. Al disastro di Calliano i Veneti poterono riparare, con piccole vittorie, negli anni seguenti: ma passata la signoria del Tirolo nelle mani di Massimiliano

.del vescovo, taglieggiatiti in modo indegno i cittadini, sbalza dal trono Giorgio di Lichtenstein, principe e vescovo; e lo mette prigione nella Torre Vanga. Guidava la rivolta popolare un Rodolfo de’Bellenzani, che fece proclamare la repubblica: ma la fazione del vescovo avendo per l’energia ed il valore di Arrigo di Rottemburgo, fedele al Lichtenstein, ripreso il sopravvento, il tribuno popolare, Bellenzani, fu trascinato sulla piazza maggiore ed ivi decapitato. Dopo questo latto il vescovo

tedesca, a mezzodì dovevano difendersi contro gli attacchi della Repub blica di Venezia, che dal Veronese e dal Vicentino, aveva cominciato ad insinuarsi nel loro * * ■ ' rr-\ i?| territorio, tanto che nel 1416 era già padrona della valle Lagarina, e minacciava Trento: mentre d’altra parte estendevasi a Riva, nella valle di Ledro, e avanti fino a Brescia ed a Bergamo. I conti • d’Arco, impauriti dallo estendersi della potenza veneta in territori sui quali vantavano diritti feudali, ricorsero insieme

al vescovo di Trento, del quale erano più che di fatto, virtualmente, vassalli, per aiuti al conte del Tirolo: Sigismondo d’Austria. Questi vedendo gli antichi nemici mutarsi in amici non lasciò sfuggire l’occasione: e da lui datò la prima ingerenza diretta degli Austriaci sulle cose del Trentino., La lotta dei Veneziani contro gli imperiali durò parecchi anni sanguinosa, dapprima con fortuna dei Veneti, indi col trionfo degli Austriaci, che inflissero loro, il io agosto 1487 a Calliano, una sanguinosa

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 128 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
di Trento, detto nuovo, perchè la prima sede del Comune fu da molti anni abbandonata e trasformata in istituto scolastico commerciale, sorge in via Larga, nella località ove un tempo sorgevano le case della famiglia Bellenzani — una fra le più illustri che siano rammentate nella storia tridentina, e dalla quale usci quel Rodolfo, già da noi menzionato, tribuno del popolo contro .la tirannide vescovile del Lichtenstein, proclamatore della repubblica trentina, eppoi vinto, decapitato sulla piazza maggiore

Si sa che in questa sta la parte più povera della popolazione tridentina: ma la più povera è anche la più densa, e un Municipio oculato come per molte prove ha dimostrato d’essere quello di Trento, non può, non deve tardare .nell’opera di salutare trasformazione cui tende la civile e gentile sua città, di volgere la sua attenzione sui sacrilegi igienici, edilizi, che ognuno può di leggieri riscontrare visitando il quartiere dei meno abbienti, massime quando la cattiva stagione fa trasudare

l’umido da quelle meschine casupole: ed un po’di pioggia cambia in torrentelli le stradicciuole in declivio, e le piccole piazze in gore stagnanti. Toltone questo inconveniente della parte bassa, che ci dà purtroppo un’idea della Trento del passato, quando ancora la chiudevano tutto all’intorno le alte mura di Teodorico, e. quando nessuna cura o ben poca si aveva dei precetti fondamentali dell’igiene pubblica — inconve niente del resto comune, ed in proporzioni ben più allarmanti e tristi, a tante

simpatia per il soggiorno di questa città attiva e laboriosa, nella quale- sentite d’essere in patria e fra . gente della vostra gente. E se il visitatore vuol convincersi meglio che qui tutto spira il sentimento della patria italiana, non - deve obliare di fare una breve visita al Municipio, ove tra il Museo, la Biblioteca e gli Archivi, sono raccolti quanti documenti si ponno desiderare sulla italianità non mai smentita di Trento e delle popolazioni e terre che la circondano. . Il palazzo municipale

. — Fu dapprima pro prietà è residenza dei conti di Tono o Thunn, quando questi 'avevano parte nella storia della città e le diedero due principi vescovi. In questo palazzo ai tempi del Concilio abitarono i cardinali Ercole Gonzaga e Giovanni Morone. Nella grande sala delle adunanze della rappresentanza cittadina, si conserva un altro quadro del Concilio, simile a quello che non si può vedere in Santa Maria Maggiore, ed un altro -, rappresentante la Guardia Civica tridentina — istituzione francese — del 1801

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 142 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
di Trento, esso conta parecchi laghi, e sono: i laghi di Toblino, di Cavedine e di Terlago, dei quali abbiamo già parlato passando pel distretto di Vezzano: il lago di Molveno nel distretto di Mezzolombardo: i laghetti montani di Pine, alla Serraia, alle Piazze, a Lases, ed il lago Santo, tutti e quattro nel distretto di Civezzano, e dei quali ci occuperemo in breve, nella rapida scorsa sulle condizioni di quei territori. Se del punto. di vista touristico — mi si perdoni la barbara

, ma necessaria e comprensiva espressione — il circondario di Trento presenta un interesse di primaria importanza, non è per questo meno interessante da studiarsi anche sotto l’aspetto geologico; e la sua confor mazione fu ognora oggetto di accurati studi di scienziati paesani e stranieri. Intorno alla conformazione geologica del circondario di Trento, scrive quell’appassionato cultore delle cose patrie che è T’Ambrosi, nella sua pregevole Guida trentina: «I monti che fiancheggiano e dividono il circondario

di Trento formando, la valle ,del- « l’Adige colle valli inferiori del Fersina, del basso Avisio, del bacino inferiore del Non, del « Buco di Vela, le Sarche, e la valletta di-Vaisorda, constano dì rocce sedimentarie, ad ecce- « zione di quelle che sono ad oriente di Trento e formano le valli del Fersina e del basso « Avisio, che partecipano delle formazioni cristalline di Valsugana, di Fiemme e di Fassa. Colà ■ « il porfido quarzoso domina Estesamente insieme cogli schisti che si dispiegano alla sua

Trentino grande importanza, pochi essendo data la conformazione del suolo, i minerali utili che vi si ponno raccogliere e sfruttare. Anti camente, lavorati da tedeschi venuti nella metà del secolo XIV, esistevano nella valle del Fersina, iì) quel di Pergine, filoni di rame schistoso, di piombo solforato e rame greggio- ma quelle miniere, probabilmente poco rimuneratrici, cominciarono, or son due secoli, a perdere

base, « cogli strati di Werfen e il Verrucano che si tengono d’ordinario tra gli schisti suddetti e il « calcare conchigliare; formazione che in direzione di Civezzano, Susà e Ccnta fanno la base k alla massa dolomitica dei monti Maranza, Sconuppia e Lavarone. — La dolomia si estende 1 « a tutti , questi monti; ricompare verso Mezzotedesco, fiancheggia Mezzolombardo e va tra « due linee parallele di giura inferiore a formare le montagne Paganella e Gazza a maèstro « di Trento. — Le alture poi che

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 108 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
sussidiate dalle tedesche spedite subito dal Tiralo: mentre i capi di essa finivano misteriosamente nelle prigioni ed in pubblici supplizi. Il punto culminante dello splendore per il principato di Trento fu durante il reggimento del cardinale Cristoforo Madruzzo, conosciuto nella storia più specialmente pel soprannome di Cardinale del Concilio (1539-1567)- Il Cattolicismo, minato da un lato dalla Riforma che in Germania e nei Nord guadagnava terreno a passi di gigante, e dall’altro dai costumi

anche per opera di Giovanni Morone vescovo di Modena, nuncio pontificio alla corte imperiale, si stabili di fissare in Trento. Il Concilio, sui fasti e sull’opera del quale — deleteria per ogni progresso ijmano — rimandando i lettori a quello che ne dice fra Paolo Sarpi nella sua storia immortale, mi astengo di portare un giudizio diffuso, perché non entra nell’oggetto di quésto librò,'s’aprì il 15 dicembre 1545 e si chiuse nel 1563 nel di 4 dicembre: dopo molte interruzioni e sospen sioni: dopo

esser stato traslocato una volta, nel 1547, a Bologna — per suggestione di papa Pàolo IIP Farnese, e perchè a molti padri non conveniva il soggiornare in Trento: poi per la volontà perentoria di Carlo V e per l’accondiscendenza del nuovo papa, Giulio III, succeduto al Farnese, riportato a Trento nel 1550. In questo periodo del Concilio, al cardinale Cri stoforo Madruzzo, toccò l’onore di ospitare nella suà Trento, al Castello di Buon Consiglio, nella sua villa sontuosa delle Albere, pontefici

emanata da Roma, gli andavano creando, da molto tempo provava il bisogno di rattoppare i propri panni. Era sentito il bisogno*nella confusione babelica, nello sbigottimento delle coscienze, nell’incertezza degli animi creata dalla Riforma e dai disordini che si avveravano in Roma, di un fatto solenne che rialzasse il prestigio della religione e del papato ogni di cadente più in basso, con grande discapito degli interessi dell’alto clero e dei prelati, che nella diminuzione e nella sfiducia del gregge

e cardinali, i vescovi ed i prelati più insigni ■ del Cattolicismo e di distrarli dalle noie delle lunghe discussioni teologiche e metafisiche, con trattenimenti e sollazzi notturni che ben di sovente non erano in armonia coi deliberati e le proposizioni risolute dai padri nelle riunioni diurne del sacro Concilio. Papi, imperatori, principi, passarono per Trento durante i lunghi dibattiti del Concilio, ed il cardinale Madruzzo

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 145 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
dr Porgine, divezzano, Cembra, Lavis, Mezzo lombardo e Vezzano — del quale ultimo s’é già estesamente parlato. AH’infuori del capoluogo, i paesi del distretto di Trento non presentano per loro stessi grande interesse nè importanza.. Gardolo, Monte Vaerino, Villamontagna sono piccoli paesi, cui unico pregio è l’amena posizione nella quale sorgono : il primo, verso il piano di Lavis, e non molto lungi del punto di confluenza dell’Adige: il secondo, sovrastante al primo, nel declivio settentrionale del

Monte Calisio: il terzo invece nel declivio meridionale dello stesso monte, verso Trento — in posizione amenissima fra tutti, e ricco di. graziose villette, fresco e gradito soggiorno dei ricchi trentini durante i calori estivi; Povo, che prende il nome dalla famiglia dei signori di Povo, che teneva l’antico castello eretto sul Dosso di Sant’Agata a cinque- centocinquantotto metri sul' livello del mare, e del quale oggidi non rimangono che i ruderi: Povo comprende nella sua giurisdizione i paesi

famiglia ed al suolo della patria che nel pensiero, per quante sieno state le delusioni degli ultimi anni e le pressioni del domi natore austriaco, non può disgiungere dalla gran patria italiana: e sospira ad essa come ad un bene che si sa proprio, che si vede lì a portata della mano e non si può, trattenuti dalla possanza di un inesorabile destino, toccare. Amministrativamente il circondario di Trento è diviso nei distretti seguenti: il distretto capitanale di Trento: ed i distretti giudiziali

di Panté, Gabiolo, Oltrecastello, Sprè e Salè, tutti sui colli che si innalzano ad oriente di Trento, sulle estreme falde della cupa Maranza. La strada di Val Sugana corre fra questi colli, fiancheggiando il Fersina, e prima di arrivare ad Oltrecastello, la vallata passa sul famoso Pontalto (346 metri) da cui si gode completo 10 spettacolo della bolgia nella quale, con spaventoso ribollimento e spumeggiante, si. precipita 11 Fersina,. per uscirne azzurro e limpido a valle, nella piana detta il Deserto

, prima di per dersi in Adige. La speculazione s’è impossessata della cascata: una birraria è sorta ai piedi di essa: ed una gradinata, costrutta dal proprietario della birraria, permette ai visitatori, nume rosissimi nella state, di aggirarsi nelle spaccature del burrone per ; osservare la cascata sotto k i. vari suoi aspetti. Avviso agli amatori degli orridi non disgiunti dai'comodi della vita: alla rispettabile categoria, cioè, dei touri'stes da salotto e da carrozza. Dirimpetto alla cascata

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 106 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
, perchè alla sua' volta venne cacciato da Trento da un nuovo vicario imperiale, Mastino della Scala. Questo periodo, forse il più turbolento ed agitato della storia tridentina, è parallelo, a quel periodo di lotte intestine, di convulsioni politiche, che segna per tutto il secolo tredicesimo in Italia, il punto acuto della discordiafra Guelfi ,c Ghibellini; del dissidio, cioè, fra la podestà chiesastica, che retrocedeva e la podestà civile, che sentivasi tratta dal progresso nato colla libertà

comunale a più grande avvenire. Siamo sempre nella grande orbita della storia nazionale; ed il guelfismo dichiarato dei principi vescovi di Trento, contro i vicari imperiali e contro i tedeschi conti del Tiralo, che avrebbero voluto stabilire la loro supremazia nel Trentino, sfata le argomentazioni di coloro che a questo punto vor rebbero attaccare il Trentino alla. tradizione ed al diritto imperiale. Per circa un secolo (il XIII) Trento fu soggetta a tutte le. alternative delle fazioni che allora

di Baviera tenne in Trento nel 1327 un parlamento, ove convennero i capi del partito ghibellino, ed i loro delegati, compresi,, quelli, di Gastruccio Castracane, che allora teneva nel suo pugno le sorti di Toscana. Gli avvertimenti ed i con sigli dei Ghibellini italiani non giovarono nelPanimo basso e repulsivo di quel principe, che rimarrà sempre nella storia con una nota di vergogna, per non dire d’infamia,, e nel quale ben presto i Ghibellini stessi s’accorsero d’aver riposto-a'torli) le loro speranze

che in un editto del 1182 gl’imponeva di non eleggere più i suoi consoli, di cessare da ogni , atto di sovranità e di prendersi un vicario imperiale. Trento non obbedì alla volontà impe riale, e ventura fu per lui che altri eventi distogliessero il fulvo imperatore dai propositi di vendetta formati contro questo ed altri comuni, del pari gelosi di lor prerogative e disob- . bedienti alla suprema autorità imperiale. Molti anni dopo, Federico II, ad imporre ai trentini le volontà dell’avo

: e Trento che lo aveva visto scendere in Italia da trionfatore, lo rivide ben. presto ..risalire il Brennero, umiliato, cacciato, fuggente, quasi avesse subita una irreparabile sconfitta, inseguito dalle male- dizioni della parte più forte d’Italia, le cui speranze aveva deluse, tradite. : Sui primordi del quattrocento, una rivoluzione popolare contro le esosità degli ufficiali

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 95 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
— per dar moto a molini, a ferriere, a piccole *. i'* officine, che si veggono giù nella stretta infossatura del declivio, come iti gradinata gli uni sulle altre — è tosto dimenticato per la vaghezza dello spettacolo, ognora crescente, dato dalla valle dell’Adige,.'e dallo spuntare de’primi pinacoli,-delle prime torri di 'JYento, fra il velo opalino e sottile della nebbia che s’alza nel fondo della vallata dal letto, del fiume. - Perchè non lo dovrei dire? L’apparizione di Trento nel fondo della

vallata: di Trento cogliente i purpurei riflessi del sole presso all’occaso, ha destato nel mio interno ùm’emozione ■ che'difficilmente in altre circostanze- ho provato. Perchè? Non lo so spiegare: forse era per il complesso delle circostanze nelle quali andava compiendo il mio viaggio^; forse per il cumulo dei .pensieri .che la vista improvvisa della graziosa città mi andava suscitando nella mente; . forse per-impressione passeggera del momento? Non lo sd| certo che ammutolii, non badai * . * 4

da una parte e continuiamo per la nostra strada. A percorrere la stretta del ‘Buco di Vela nella sua lunghezza, quantunque la carrozza pel forte pendìo vada veloce, occorre quasi una mezz’ora — una mezz’ora nella quale vi sembra ii ' “ di dover discendere nel centro della terra e vi sentite come oppresso, schiacciato da quelle pareti di macigno bigio, trasudanti qua e là a lunghe striscie l’umidità viscosa, e che si acca vallano Luna contro l’altra come bisonti giganteschi al momento dell’attacco

. Senonchè, a qualche centinaio di metri, oltre le ultime murate del forte, comincia a dileguarsi l’illusione della discesa entro terra:, uno spiraglio d’orizzonte che s’intravvede.davanti, fra il cupo delle rocce, dice subito che altro ci vuole per discendere nelle viscere della ferra, e che anzi si è alti, ben alti; e che per arrivare alla meta, a Trento, in fondo della grande vallata, sarà d’uopo discendere e discendere molto. A questo punto il cambiamento del paesaggio-si fa rapidamente e quasi per

un succedersi dì sorprese. Le immani pareti del c Buco di Veld, dalle quali' soffia perenne una corrente d’aria umida e gelida, si staccano aH’improvviso e prendono l’apertura fuggente dei lati d’un angolo ottuso : — l’orizzonte, da un lembo che era, si fa sconfinato: una immensa vallata percorsa nella sya lunghezza da una grande strìscia bianca dai riflessi argentei e un panorama imponente-di nuovi monti chiudenti- l’orizzonte, dì nuove vallate aprentisi nella valle maggiore, si affacciano all’occhio del

8
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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 133 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
Manrico, durante il Miserere, canta l’estremo addio ad Eleonora, e dove, come cantava quel tale comprimario « D’estate gelano i prigionieri ». Dalla Tor Vanga, passando per la piazza di Santa Maria Maggiore, il ritorno verso il centro e nella piazza del Duomo si fa in pochi minuti. Non è certo 1 rento la citta dulie grandi distanze. Prima di dire, addio a questa bella piazza, alla quale il Duomo fa da superbo sfondo, non obliamo di dare uno sguardo all’antico palazzo del Pretorio, del quale

il segnale della ribellione ai tempi di Rodolfo de’ Bellenzani, e dopo ancora della guerra rustica— lui, che aveva suonato per imperatori e papi — che aveva annunziato la ragunata del Concilio e la lettura delle sue decisioni — lui, che suonò a festa tanto per le vittorie dei Francesi, che per il ritorno degli Austriaci: per la proclamazione del Régno Italico e per la restaurazione definitiva del 1815 — lui insomma, che ebbe la sua parte, e non ultima, nella storia tridentina, se ne sta là dentro come

umiliato, ferito nella sua dignità di campana storica messa a riposo, e aspetta, per far sentire per tutta la valle Trentina, che la sua voce grave e sonora, di baritono sfogato fra le campane, non s’è ancora constimata nel suonar messe e benedizioni, mattutini e vespri, il giorno in cui potrà salutare, colla partenza delle truppe austriache, lo sventolare della bandiera tricolore, emblema della Patria e della libertà. Il palazzo del Pretorio era l’antica residenza dei principi vescovi, prima .che

facessero rimodernare il Castello del Buon Consiglio: ed il cronista tridentino Michelangelo Mariani lo ritiene tanto antico, da affermare, senza timore di sparare qualche grossa frottola, che in esso' « vi furono persino i predecessori di,San Vigilio ». All’autore del libro Trento con il Sacro Concilio et notabili, lascio l’intera responsabilità della sua affermazione. * Degli edifici pubblici moderni di Trento, il più notevole per la grandiosità, lo splendore, direi quasi, col quale venne costrutto

, é il Palazzo nuovo della Giustizia — sede dell’impe riale e reale Tribunale distrettuale, della Procura di stato e della Pretura urbana — eretto nella via nuova, che da piazza di Fiera va in piazza d’Armi. I primitivi disegni di questo maestoso e severo edificio furono dati dall’architetto trentino Ignazio Liberi: il Ministero dei lavori pubblici di Vienna li modificò, in molte parti, ed in ispecie nella tecnica, per quello che riguardava le annesse prigioni. Occupa la non piccola superficie di tredicimila

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 132 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
di questa — una vera sepoltura, in terreno che essendo costituito del l’antico alveo del fiume, è permeabile ed aquitrinoso, stillante, di continuo umido — non poteva darsi. Oggidi la Tor Verde è chiusa: e colla singolarità del suo tetto a punta, coperto di pia strelle in cotto smaltate in giallo e verde — causa del nome che fino a noi l’ha seguita — muta testimone d’un passato triste e fortunatamente irrevocabile, sorge cupa ed isolata fra la Trento moderna che si rinnova e ringiovanisce, sperando con

patriottica fermezza — ammiranda nelle delusioni presenti — in un avvenire migliore. • Più recente, anzi perfettamente mcdioevale, meno singolare nella sua fofrria tozza e qua drata, tutta in mattoni, ma non meno celebre della Torre Verde, nella storia tridentina, è la Torre Vanga, che sorge proprio alla estremità opposta della città e della stessa via, nella quale è la Tor Verde. La cinta murata di Trento, che si staccava dalle pareti bagnate e corrose dal tempo della Torre Verde, giungeva con una linea

quasi retta fino alla Torre Vanga, presso la quale aprivasi l’antica Porta Bresciana — ingresso a Trento per quanti attraversate le giogaie di Vela o di Bondone giungevano dalla Lombardia e dalla valle del Sarca. La guardia di questa porta si estendeva fino alla testa dell’antico ponte detto di San Lorenzo, sull’Adige. Il nome di Vanga venne a questo massiccio torrione da una illustre famiglia tridentina che cosi si chiamava-: e che molto probabilmente ne fu la edificatrice. Fra i molti cospicui

cittadini dati alla patria dalla famiglia Vanga — ora estinta — figura anche il principe vescovo Federico, del quale si conserva nella Biblioteca un pregevole codice, da lui appunto detto Vanghiano. Anche la Torre Vanga, nei suoi bei tempi, funzionò da prigione, certo più umana della sua sorella la Tor Verde — e quivi nella rivolta popolare provocata dalla tirannia del principe .vescovo Giorgio di Lichtenstein, e dalla esosità degli ufficiali tedeschi da lui assoldati, scop piata nei primordi del

quattrocento, fu appunto rinchiuso quel vescovo caduto in potere del popolo, capitanato da Rodölfo de’ Bellenzani. . La prigionia del principe mitrato non fu lunga: perchè Enrico di Rottemburgo seppe vincerci rivoltosi e togliere di mezzo il loro capo; ma fu pero un buon ammonimento per il vescovo stesso e per i suoi successori, che tennero in seguito sistemi di governo più miti ed umani; Quantunque entri nel novero degli edifici pubblici di Trento, la Tor Vanga, come la - consorella Verde, attualmente non

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 105 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
persone, fra le quali si doveva scegliere il podestà o pretore, l’autorità suprema insomma, a cui s’affidava la giurisdizione civile e criminale della città e territorio. Gli antichi statuti e le cronache tridentine stabiliscono e narrano il solenne cerimoniale col quale il podestà nuovo eletto veniva introdotto nella città, che doveva stare per un anno sotto il suo governo — cerimoniale pomposo, superato solo da quello dell’ingresso del principe vescovo, quando questi in tale qualità veniva

per la prima volta in Trento. Insistiamo su queste, consuetudini comunali, che in Trento durarono ancora più che non nelle altre città italiane, perocché esse rivestono un carattere di si aperta italianità, che gli stessi stranieri, oggi padroni di Trento, non ponno contestare o negare. Secondo il sistema adottato dal maggior numero dei Comuni italiani, la persona scelta al supremo grado di podestà, doveva essere nata non solo fuori del Comune, ma ben anco della diocesi principesca, né doveva

avere attinenze di parentela, di affari, d’amicizia con alcuno dei cittadini. Una volta nominato, il podestà entrava in Trento al suono dell’antica campana del Comune, detta retigli: preceduto da trombetti, araldi e littori coi fasci consolari d’argento — continua la tradizione romana — dai consoli, e seguito dai banderali colle imprese e gli stemmi del Comune, delle terre a questo soggette, del casato del podestà, degli anziani, del clero e del popolo. Percorrendo la via maggiore della città

della propria amministrazione ad un sindacato di tre cittadini anziani e censiti, due dei quali venivano nominati dal Magistrato-consolare e l’altro dal principe vescovo. Insieme al podestà, fungeva da vicepodestà un dottore in diritto del Collegio dei giureconsulti tridentini. La giurisdizione podestataria di Trento comprendeva un vasto territorio, e si distingueva in interna, per la città colle frazioni o terre di Piedicastello, Ravina, Romagnano, Mattarello, Columello, Vaisorda, Sardagna

il corteo entrava in Duomo, ove il neo-podestà pregava e giurava, sull’altare di San Vigilio, fedeltà alla costituzione cittadina: indi faceva, entro tre giorni, a seconda del proprio censo, un’offerta all’altare di detto santo. Allora i consoli lo presentavano al principe vescovo che gli rimetteva lo scettro, insegna del comando e riceveva, da lui il giuramento di fedeltà. Come si è detto, il podestà rimaneva in carica un anno: e prima di rassegnare 1’uffi.cio il podestà doveva sottoporre gli atti

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 121 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
Trento ed il Trentino ri 7 colle quali il Papato pose argine al dilagare della Riforma ed aggiogò al suo carro da nume indiano per altri tre secoli buona parte della civile umanità. Nelle tombe, che tante volte meglio di qualunque altro monumento narrano la storia vissuta del paese, contenute dalla cattedrale tridentina, .vanno distinte quella più o meno autentica del vescovo sant’Adalpreto, primo predicatore del Cristianesimo in questa vallata, difesa da una densa inferriata, con una placca

di Liduino Piccolomini, preposito del Capitolo tridentino e della stessa famiglia sanese dalla quale era uscito Enea Silvio— pure canonico nella cattedrale di Trento— che' fu poi Pio II, animo d’artista, dotto e mite: letterato più fortunato, che non pontefice e politico. E di questo basta. Usciti dal Duomo, sia per la porta maggiore, sia per l’antico portale che è sulla fiancata settentrionale, se attraversiamo la piazza e prendiamo la via che corre un po’ divergente dalla via Larga, arriviamo in pochi

Australem sensit in arma Ducem, Ter proceres Veneti bello petiere Tritientmn, Ter victi, bic vinctus ecce Robertus adest. Altri monumenti sepolcrali che si coordinano alla storia tridentina sono quelli dei principi vescovi: Giorgio di ' Lichtenstein nella navata meridionale, c Cristoforo Sizzò di Noris nella navata settentrionale: poi le arche funerarie di Pier Andrea Mattioli, sanese, medico del car dinale Bernardo Clesio, scienziato chiarissimo per quei tempie commentatore di Dioscoride: poi quella

dorata coll’episodio a cesello del martirio del santo: e quella più interessante, perche veramente autentica, di Roberto Sanseverino, duce dei Veneziani alla battaglia di Calliano contro Sigismondo d’Austria. Questo monumentò di mediocre disegno, dovuto secondo gli eruditi del paese ad un Luca Moro, oltre del ritratto del valoroso guerriero porta due epitaffi, l’uno 'in tedesco e l’altro in latino: quest’ultimo, abbastanza contorto, dice cosi: Italiae victor, Severina Stirpe Robertus Sigmundutn

minuti a Santa Maria Maggiore, fra gli edifici sacri tridentini il più cospicuo, dopo la cattedrale — ma lontano già le cento-miglia dall’avere ih valore architettonico, artistico di questa. Non c’è confronto- possibile. Questa chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta per volontà del cardinale Bernardo- Clesio, non ha nulla che la distingua dalle tante costruzioni di questo genere del secolo XV e del XVI. È di una f sola navata-: ampia, spaziosa, e' suo maggior valore è d’aver servito di teatro

12
Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 114 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
, ed il palazzo Galasso con una piccola chiesa a sinistra. 'Questa via della Stagione sbocca subito ad angolo retto nella Via Lunga, ch’è l’arteria principale della città, o almeno la via sui fianchi della quale, in linee più o meno parallele, si diparte tuttodì sistema delle vie di Trento, cominciando dalla importante via Larga che porta nel cuore — per mo’ di dire — di Trento, nella piazza del Duomo.

altri più celebri, è il Doss Trento, o 'Verruca, guardante la vicina città — di cui già abbiamo parlato — antica sede (dice la Guida dell’Ambrosi) di una rocca eretta dai Romani « a freno dei Barbari ». Purtroppo la rocca romana non ha impedito ai barbari di stanziarsi validamente nella prima gentile città italiana, che é oltre il confine della Germania : e la rocca che sopra il Doss Trento ora sorge, non sta più a freno dei barbari, scendenti dall’Alpe in Italia, ma degli Italiani che

, che si gode da questo piazzale, è quanto di più pittoresco si possa desiderare: ed è specialmente dalla stazione o dalla finestra dell’Hotel Trento, che si può ammirare da vicino, senza scomodarsi, nella sua prospettiva migliore, in tutta la stranezza della sua forma il già tante volte menzionato Doss’ Trento. Tutto ciò però é suburbio immediato: non città. Si entra in Trento per una via larga, fiancheggiata da platani alti e fronzuti, detta della Statione, e dopo aver passato, sopra un ponte

e merlate siccome quelle' d’un vecchio castello del romanticismo. Dove sorgevano le antiche mura — delle quali sono ancora in piedi alcuni avanzi nella parte occidentale ed a mezzodì- della città — con grande vantaggio della pubblica igiene, c’è oggi una larga ed ariosa spianata: con filari di alberi rallegranti la vista ed ossi genanti l’aria. Nell’interno della città, la via della Stagione,h breve. Due soli edifici la fiancheggiano : quello vastissimo delle scuole civiche, a destra di chi entra

volessero, non salire le Alpi — ché passò il tempo di tali pretese per gli Italiani — ma riunirsi ai loro fratelli di questa vallata, coi quali hanno comuni cielo, avi e lingua. Giungendo dalla strada di Riva — quella da me percorsa — o dalla ferrovia, Trento si presenta nel miglior modo possibile, colle vesti di città elegante, pulita, moderna. Passato il ponte dell’Adige, ed oltre il piazzale della stazione ferroviaria, si offre al vian dante un magnifico squadre a giardini inglesi, nel cui mezzo

13
Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 138 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
di fare stazione per qualche giorno a Trento, ove è sicuro di trovare molte occasioni di svago per la mente e di benessere per il corpo. Allora, nella stagione estiva, la città a cui ogni arrivo di corriera, dalla vai Sugana, dalla valle di Non, da Tione, e dalla ferrovia, apporta sempre nuovi forastieri, prende una fisonomia più gaia del consueto. I suoi esercizi prolungano la chiusura fino alle ore tarde della notte : la banda musicale del reggimento di. presidio suona, or sulla spiinata

le faccie rotonde e paffute dei birrai e degli albergatori, per la maggior parte degni discendenti di Arminio e di Re Gambrino. Sono capitato in una Trento condensata e seria: pulitamente borghese: che va per una parte di buon mattino alle funzioni in chiesa: per un’altra parte in piazza delle Erbe, ove c’è mercato di ortaglie, di pesce, di carne macellata di castrato e di maiale; di frutta, di castagne e di ogni altro genere che entri nella grande categoria delle cose mangereccie: mercato variopinto

, caratteristico, perchè ti dà agio a vedere i tipi delle bellezze muliebri delle valli circostanti: bianche e rosee, bionde e cogli occhi bene azzurri: e quelli delle servotte, delle popolane e delle signore, non dissimili nella loro espressione generale, dal tipo e dal linguaggio di quelle dònne che fanno si bello, vario e curioso il mercato nella mirabile piazza delle Erbe di Verona. Son capitato infine, in una Trento pulitamente-borghese, che fa i suoi affari come tutte l’altre città: ove i ragazzi, come

dovunque, prima di entrare nella scuola trovano mezzo di fare qualche biricchinata fra di loro od ai passanti: ove le funzioni della vita si svolgono tutte con quella monotona regolarità/ con quella specie di meccanismo metodico, che proprio è ingenito nell’organismo della stessa vita sociale nelle piccole città. Ed a proposito dei ragazzi che vanno a scuola, ho notato che Trento, piccola città di

della stazione, ora in piazza del Duomo: c quando questa non può suonarcela banda cittadina dà nelle stesse località i suoi concerti. Poi c’é stagione d’opera o di commedia al Teatro Sociale: e nelle birrarie frequentate assai dal pubblico tedesco e dai militari, non è difficile trovare delle buone orchestrine, delle allegre e facili kellnerinen, e delle pseudo-cantanti scollacciate e imbellettate che eseguiscono con pose e scambietti molto arrischiati le più pruriginose canzoni degli studenti e dei

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Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 251 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
comandante militare, furono riunite nella persona del capitano, nominato a tempo indeterminato dai duchi, al quale capitano spettava d'invigilare su tutti gli uffici e di presiedere ai due Consigli. A lato del capitano stavano due vicari giu risperiti, ai quali era affidata l’amministrazione della giustizia: l’uno (col titolo di vicario, e durante l’assenza del capitano, suo luogotenente) pel civile; l’altro (giudice dei maleficii) per il penale. Un sindacato composto di cinque sindaci nominati dal

* * * Nella pregevole sua monografia sul Litorale (1) il dott. Benussi scrive: « Trieste dopo la sua dedizione alla casa d’Absburgo, non fu incorporata ad altre pro- vincie austriache, mtf continuò ad essere in certo modo uno staio a sé, tributario all’Austria, ed in certo modo autonomo con proprio statuto. Un solo cangiamento avvenne nell’amministrazione del Comune per la sua dedizione all’Austria: cioè, cessò il podestà fino allora eletto dal Consiglio, e le sue giurisdizioni, come queile del

Consiglio maggiore fungeva qual tribunale di seconda istanza, al quale si poteva appellare delle sentenze del capitano e dei suoi vicari. L’antica distinzione fra nobiltà e plebe durava sempre anche in Trieste, ed ai nobili soltanto era riservato il Consiglio maggiore, di centosessanta membri, dai quali si eleggeva il Consiglio minore, o pregadi, di quaranta membri, nel quale erano proposte, discusse le que stioni da portarsi al Consiglio maggiore. La cosidetta serratura del Consiglio (2) diede maggiore

autorità al patriziato; la plebe fu ristretta all’arengo; gli uffici però, erano divisi fra nobili e plebei. « Il Consiglio maggiore nominava i suoi tre giudici e rettori, scelti dal suo'seno, per quattro mesi, i quali sopraintendevano alle cose politiche ed economiche, convocavano i consigli, deliberavano sulle proposte da farsi (che poi venivano presentate al capitano preside del Con siglio) ed avevano parte - della giudicatura a norma dello -statuto. Si creavano inoltre due prov veditori

ed un procuratore generale. Magistrature plebee erano il cancelliere del palazzo, il cava liere del Comune, i capi dei sei rioni ed altri. A titolo di censo il Comune dava aj principe ogni anno, ai due di novembre, cento orne di ribolla. » Tutto questo, contro la tesi dei fautori dell’Austria, prova che la dedizione dì Trieste, nel 1382, se fu un atto di momentanea opportunità politica — intorno al quale le discussioni e gli apprezzamenti postumi sono perfettamente inutili — non fu però tale da variare

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Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 271 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
capoluogo, fu chiamata Intendenza di Trieste. Nell’amministrazione interna i mutamenti furono grandi: innanzi tutto, fu soppresso lo statuto, col quale, salvo le avvenute riforme, Trieste si reggeva sin dal, 1295: le -attribu zioni del Comune furono ristrette ad un piccolo Consiglio, con incarichi edilizi ed annonari; fu introdotta la legislazione francese — ciò che allora su questo rapporto costituiva un grande progresso^— tanto per il civile che per il politico ed il penale : fu levato (con grande

case. La pace di Schönbrunn (Vienna) firmata il 14 ottobre 1809 produsse degli importanti, radicali cambiamenti in tutta la regione del Litorale. L’Austria perdette in virtù di quel trattato anche questi suoi dominii. La Francia entrò quindi in possesso del Goriziano, di Trieste, dèlia ^contea d’Istria, del Circolo di Villaco (Carinzia), di tutta la Carniola cli’é al di qua della Sava, di tutta la Croazia civile, di parte della Croazia militare : della Dalmazia, di Ragusa e delle Bocche di Cattaro

del Regno Italico, fu incorporata essa •pure nelle provincie- illiriche. Il maresciallo Marmont, nominato all’uopo duca di Ragusa, dipendente direttamente dal l’imperatore e dal ministero di Parigi, amministrava col titolo di governatore civile e militare le vaste provincie con sede a. Lubiana, proclamata capitale deH’Illirio. Ogni altra provincia aveva per capo un 'intendente, agli ordini del governo di Lubiana: e ITstria, costituita insieme al Goriziano in una sola provincia, con Trieste per

Fu quello un momento' ben triste per Trieste, poiché oltre all’imbarazzo che avrebbe recato il dover pagare quella somma enorme, al timore di vedere da un momento all’altro gli ostaggi fucilati, si aggiungevano le apprensioni pel pericolo in cui la città correva di essere coinvolta nella lotta che gli Inglesi e gli Austriaci, i primi còlla flotta dal mare, i secondi dalla parte di terra, mostravano di voler impegnare coi Francesi. E vi furono invero parecchi fatti d’armi nelle vicinanze della

città: e due volte la flotta inglese si mostrò all’orizzonte coll’intenzione di intraprendere un bombardamento. Ma le vittorie francesi sul Danubio risol sero presto la. situazione: e la tregua che precedette la pace di Schönbrunn,, scongiurò da Trieste il grave pericolo; frattanto la città aveva pagato metà della grossa taglia: e Napo leone, contento la graziò del rimanente: gli ostaggi furono rilasciati, ed i due famosi batta glioni di volontari sciolti ed amnistiati furono rimandati alle loro

16
Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 109 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
ebbe ad albergarli nel suo castello, nel suo palazzo, con tale munificenza che ne rimase fama nella storia. Ciò portò molto in alto il prestigio e la potenza di casa Madruzzo: sicché, alla morte del cardinale Cristoforo, avvenuta in Tivoli presso Roma nel 1567, gli fu nominato a suc cessore nel principato vescovile di Trento, il suo congiunto Lodovico, che tenne il vescovado per la bellezza di trentadue anni. A lui succedettero, come per diritto di eredità acquisita, altri membri di casa

della rivoluzione francese, sotto il cui passaggio si sfasciavano le putredini della vecchia Europa monarchica e semi-feudale, giunsero a Trento il 5 settembre 1796, ultima tappa di quella marcia epica, cominciata a Dcgo e Montenotte, che fondò la fortuna di Bonaparte e collocò in alto il suo nome gettando le basi del cesarismo moderno : marcia trionfale, che nella storia del nostro secolo non ha peranco avuto riscontro, e speriamo per bene dell’umanità non l’avrà più; e se mai dovesse averlo, sia

per lo stesso principio, contro la coalizione dei privilegi e delle reazionarie dinastie d’Europa. Le necessità della guerra in Lomba.rdia e nella Venezia, fecero ritirare dopo due anni d’occupazione le truppe francesi da Trento: e tosto gli Austriaci vi si insediarono, «istituendovi-uh I. R. Consiglio d'ammini strazione- Ma pochi mesi dopo, vinti gli Austriaci a Rivoli (1 6 gennaio 1797), Bonaparte mandò Joubert a rioccupare Trento: che rimase.cosi sotto il governo dei Cisalpini, con un Consiglio

centrale per gli affari interni e della regione, altri tre mesi-Rialzatasi, colla partenza di Bona parte dall’Italia, la fortuna degli Austriaci, Trento fu nell’aprile del 1797 di nuovo sgombrata dai Francesi e rioccupata dagli Austriaci, che vi stettero per più di tre anni, fino a che la eco e le (Conseguenze luminose della vittoria repubblicana di Marengo, non li ricacciarono G. Chiesi — Italia Irredenta. H

infirmata dal papa l’elezione di questi e gli altri suoi gradi ecclesiastici, ed egli rinun ciando di buon grado a tutto, lo stesso capitolo eleggeva un altro tedesco, Ernesto conte di Harrah, cardinale ed arcivescovo di Praga: indi Sigismondo Alfonso di Thunn — alla morte del quale ci fu una pausa pegli austriaci e vennero eletti dei nazionali, cioè: Francesco degli Alberti di Poja, Giuseppe Vittorio degli Alberti di Enno, Gian Michele conte di Sporo, Benedetto dei Gentilottr (in tutto dal 1677,fino

17
Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 102 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
, dell’arte, del piacere, della vita di questo mondo, della natura. Ed il Cristianesimo, portato fra i pagani della Gallia Cisalpina da predicatori venuti- dall’Oriente, è introdotto nella valle trentina da Ermagora d’Aquileja : ed un tal Giovino è il primo vescovo di Trento — continuatore dell’opera d’evangelizzazione di Ermagora, e precursore del famoso Vigilio, canonizzato protettore dei Trentini. Il Cristianesimo non salva il mondo romano dalle invasioni dei barbari e dalla.barbarie susseguente: anzi

municipali — e questo non fu poco nello sviluppo civile, morale ed economico di cotesta regione chiusa fra i monti — furono riconosciute a Trento, come per tutte l’altre città italiane obbe dienti a Roma. Memorie antiche e monumenti rinvenuti parlano dello splendore cui era salito il municipio di Trento ai tempi dell’imperatore Claudio. Vedi, fra gli altri, la famosa tavola clesiana, trovata nei Campi neri di Cles, in valle di Non o Anaunia nel 1869, e spiegata da uno che é troppo in. alto

nelle scienze' della storia e della archeologia per soffrire di parti- gianerie o prendere abbagli: nientemeno che Teodoro Mommsen. È un editto di Claudio conferente la cittadinanza, romana ai popoli dell’Anaunia, emanato l’anno 46 di Cristo, ai 15 di marzo, e nel quale il Municipio di Trento, a cui gli panauniesi dovevano sempre restare obbe- ■ dienza, è qualificato per splendido. ' Nel travolgimento dellTmpero Romano, la sorte del .Trentino non è disgiunta per nulla a quella, di tutta l’Italia

nè 'bellicosi dei Goti ■—chiamati dalla .vendetta di Narsete, l’eunuco che assaporata.la voluttà della,gloria e del potere non voleva ritornare al gineceo, Trento diventa con tutto il resto dell’Italia superiore, Longobardia: ed Alboino, a guardare il passaggio delle. Alpi, vi mette per duca Evino, uno dei suoi più fidati ' generali. Continua sempre, come si vede, indissolubile il nesso fra la storia particolàre di Trento e il gran quadro della storia generale d’Italia.' , Nè diverso accade per l’irruzione

superiore. I barbari calano su di esso come sulle altre città: rovinando nel loro passaggio tutto quello che la grandezza romana aveva creato. Coi barbari, in quello , straordinario sconvolgimento di razze, di popoli, tramonta il Paganesimo illuminato ed epicureo, cui fondamento era la scienza della vita, il culto delle forze ignote e palesi della natura, e vi bsrllddossa il Cristianesimo, spostato dalle sue fonti di rivoluzione sociale, astruso, mistico, fanatico, ignorante, disprezzatore del bello

18
Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 130 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
in cuore l’orgoglio della razza offesa, e sulle labbra la lingua della Patria: quei migliori insomma che senza nominarli, queste popolazioni conoscono e sanno, e dai quali, nella comune sventura, se non il meglio, sanno di potere sperare il meno peggio. 1 Comuni italiani del Trentino, ed in ispecie quelli maggiori di Trento e di Rovereto — i più cospicui della regione — divennero quasi istintivamente centro e focolare di quella resistenza or latente or attiva, che ne’ suoi atti di assimilazione trovò

notevoli le collezioni di minerali, tanto del Trentino che di fuori, nonché quelle delle con chiglie marittime, lacustri e terrestri. Nella sala attigua a questa, dedicata alla storia naturale della regione, sono raccolte le antichità etnische e romane, lasciate dal fondatore Giovanelli; quelle egiziane e medioevali del Tonelli: infine, parecchi oggetti preistorici rinvenuti nel Trentino e nelle stazioni lacustri di Lombardia, del Mantovano, del Modenese. Il più insigne fra questi acanzi

dell’età passata e di un effettivo valore storico, è la famosa lapide o tavola clesiana — rinvenuta nei Campi Neri di Cles, in valle di Non — della quale abbiamo fatto cenno, e che oltre aver fornito materia di studi'agli scienziati ed archeologi di Trento, meritò di essere illustrata da Teodoro Mommsen. Dopo vengono alcuni vasi e- stoviglie etrusche ben conservati: piatti di Faenza: vetri di Murano, ecc., ecc. La sala giapponese del Grazioli non manca d’interesse per molte particolarità: ma dopo

pel buon volere dei cittadini che concorsero ad istituirlo, ed il Municipio che costantemente si adopera per ordinarlo, arricchirlo di nuovi oggetti ed accrescerne il lustro. E giacché sono in argomento, non posso tenermi dallo spendere qualche parola intorno alla istituzione municipale di Trento, istituzione del tutto-italiana, la quale forma il presidio maggiore, che moralmente e materialmente lo spirito nazionale della cittadinanza possa opporre all’invadenza soverchiarne dello straniero. Per

sempre la politica del governo di Vienna. I Comuni, e quello di Trento in ispecial modo, a controbilanciare l’influenza dello straniero che per tante ragioni, non escluse quelle di fortissimi interessi, si impone, si adoperarono con costanza — ammirabile di fronte ai pericoli ed agli ostacoli ogni di sorgenti — in tutti i modi onde tenere vivo ed alto

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Books
Year:
1889
Medicaeum tridentinum : id est syllabus medicorum civitatis ac dioecesis Tridentinae interjectis etiam chirurgis omnis aevi ac meriti collectum
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Page 167 of 216
Author: Tovazzi, Giangrisostomo / cura et labore P. Ioannis Chrysostomi Tovazzi
Place: Tridenti
Publisher: Marietti
Physical description: 212 S. : 1 Portr.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Trentino ; s.Medizin ; z.Geschichte
Location mark: II 109.569
Intern ID: 202873
castello di Trento al nostro vescovo il Cagliostro colla carrozza e servitù del barone Martino Klotz di Trento, essendo insieme col consigliere cavalier Giuseppe Festi, del quale si è già letto nella gazzetta di Salisburgo, che egli favorisce il Cagliostro. Intanto continuano i discorsi pro e contro intorno a costui, del quale il Monauni non vuol parlare sinora nella sua gazzetta trentina. Due giorni dopo ho inteso che il conte è stato dal consiglier Lutti ; ed ho pur anco veduto una scrittura

che dicesi del cavaljer dementino Vanetti di Roveredo intitolata: «Liber memorialis Caliostri », fatta sul dialetto evangelico, ed anzi con qualche profanazione dei detti evangelici. « Finalmente nel « Postiglione di Trento », gazzetta così de nominata, 21 nov. 1788 fu posta la seguente data : « Trento 21 nov. Il rinomato sig. conte Cagliostro, di cui han cotanto parlato le gazzette, trovasi da alcuni giorni in questa città, ed è intenzionato di intertenervisi per tutto l’inverno. Egli secondo

il suo noto costume presta alle persone più indigenti assi stenza e medicamenti senza riceverne alcuna mercede, facendo in tal maniera smentire le voci ingiuriose sparse contro di lui : anzi al dire della gazzetta di Roveredo, ove dimorò per qualche tempo, egli ha colà eseguito diverse guarigioni, e tra le altre quella nella persona di Paolo Lionelli ufficiale del magistrato civico di detta città, il quale per il corso di 5 e più mesi giaceva in letto per un’escrescenza ossea cariosa in una gamba

avressimo mai creduto (così scrive il novellista inglese) di dover in questo nostro foglio far menzione del misera bile Balsamo, dapoicchè (sic) Fabbiamo scacciato vergognosamente dallTnghilterra, e confinato nella piccola città di Brieuue. Dovendo esso vivere colà stentatamente coll’elemosina del banchiere Sarra pino, 1’avressimo di buon grado donato all’intiero obblio in quel l’angolo della terra, quallor (sic) non fossero sopraggiunti -quei

, con gravissimi dolori ». Così il citato Postiglione d’ordine del nostro vescovo, senza dubbio dato ad istanza e persuasione del cavalier Festì. A me è stato detto però che lo sbirro Paolo Lionelli sopra nominato già stava per guarire prima che il Cagliostro capitasse a Roveredo. « Ai 28 novemb. nelle « Notizie universali di Roveredo » fu però stampato il seguente articolo tolto dal « Corriere di Londra », ove era giunta già la notizia della dimora del Cagliostro in questi nostri paesi. « Non

20
Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 87 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
Trento ed il Trentino cotesto Aliprando, inspiratore di versi tanto pietosi e gentili da meritare d’essere tramandati fra i secoli, di generazione in generazione. Alla morte del principe vescovo Carlo Emanuele — quello stesso coinvolto nella pietosa leggenda di Claudia Particella e di Castel Toblino — ultimo di casa Madruzzo, la proprietà del castello rimasto feudo della Mensa vescovile di Trento passo per trattative alla lorenese Carlotta di Lenoncourt: indi da questa alla famiglia del

Carretto da Finale — che ne vendette, dodici anni or sono, gli avanzi ad un signore di Trento, il dott. Francesco Larcher. Quale fosse questo antico castello, per tante ragioni rammentato nella storia del Trentino, ancora due o tre secoli or sono, vai la pena di trascriverlo da ciò che ne riferisce il crona chista Mariani, in un brano curioso del suo: Trento con-il sacro Conalio. « Castel Madrutio — scrive il Mariani — è posto sul sentiero del monte che domina « vai di Cavedine. È di fabbrica in isola

s’è devoluto questo castello, per linea « femminile ne’marchesi di Lenoncourt che lo ritenevano dallà Mensa Episcopale di Trento, « Patrona del dominio diretto. Cosi un castello stato per. tanti anni da fama e il fasto de’Ma- « drutiani Principi, e dove soggiornarono i figli dell’imperatore Ferdinando primo, in tempo che '« il baron Giovanni Gaudentio Madrutio fu loro aio, al presente non tiene altro di Madrutio « che il nome. Tanto , è vero, che Omnia oria occidunt, et aucta senescunt, dice

tendente al quadro; et con essere tutto un corpo « si rende doppio, Castel vecchio cioè, et Castel nuovo. Il vecchio che ha forma di regolare « foltezza, fu edificato su l’antico da Gompardo o Gomperto Madrutio l’anno 1161 . . . . Il « nuovo, che serve anzi di palaggio, fu o aggiunto o. rimodernato al tempo del Cardinal Cri- «'stoforo Madrutio: indi ampliato et abbellito da gli altri cardinali e principi della famiglia, « che in luogo di Castel Nan, tennero questo per loro forte ritirata e meliciosa

di buon metallo: arma bellissima, e di cui si « tien essere un’altra simile in Castel di Milano, fattavi gittare in tempo che colà fu gover- « nator il Cardinal Cristoforo. Hor quest’arma Madrutia non ha potuto difendersi, che non sia « disfatta, per farne soldo: c se ne son. gittate anche per la chiesa di Borgo due campane; .« ma queste, cosa notabile, rottesi ben tosto, han fatto credere non convenirsi-istromenti di « guerra al sacro tempio (sic!). « Dopo la morte del V. P. Carlo Emanuele Madrutio

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