IL che non togLie' che il contrabbando tanto da una parte che dall’altra non sia,da anno verarsi -fra le industrie più attive del paese : e che gli spalloni portanti in Italia alcool, colo niali, prosciutti, carne suina e tabacco, non rientrino carichi di vino, di seterie e di altri generi estremamente grayati dalle dogane austriache. Ciò äd onore e gloria dei finanzieri delle due nazioni ! « * * # La Riva* dell’oggi è una piccola e pulita cittadina, che neH’interno delle vie, nelle costruzioni
, nel sistema di vita, in tutto, ha spiccato il carattere delle piccole citta o grosse borgate del Veneto, del Veronese in ispecial modo. Ha ben poco che ci parli della Riva dei tempi remoti, dell’antichità, quando era prosperosa colonia della tribù Fabia, o quando, prima ancora — sprofortdandoci addirittura nella notte delle origini' italiche — era possesso della gente Benacense — la popolazione della misteriosa Benaco, la città - che la leggenda vuole inghiottita dal lago, al quale essa diede
il primo nome, ma intorno a cui le indagini degli studiosi rimasero ognora senza ' frutto, come-senza tracce di -lei restò il terreno presso Toscolano, sul quale la tradizione, passata fra cento e cento generazioni, vuole sorgesse d’antica metropoli del lago. - . ,■ Qualché frammento di .cippo, di colonna, qualche pezzo di lapide, una abbastanza buona iscrizione dell’età romana, riguardante il collegio de’nocchieri — quando Riva era probabil mente- il centro maggiore della navigazione lacustre e che
, al tedesco dominatore dell’oggi, il fasto della propria origine romana! - . ... Vedremo in seguitò, di ciò, più d’un esempio. Nelle vicendé medioevali Riva subì la sorte di tutte le piccole terre che-chiuse fra signori potenti e rivali furon soggette all’àlternarsi della fortuna di quelli. Cosi, or la vediamo preda de’ Veronesi- e degli Scaligeri — ora dei Vescovi, principi di Trento': poi vi passano più d’una volta Tedeschi e Bresciani: i Veneziani vi si spingono e vi stanno per mojto tempo-. Indi
, declinata la fortuna di Venezia, il principato vescovi^ di Trento ricupera Riva, e della Rocca, oggi caserma _e prigione in piena trasformazione, ne fa uno de’suoi migliori propugnacoli: ^ • • ; . ■ un rifugio in tempo di pericolo: un luogo di sverno, di ristoro, quando nella gran valle dell’Adige soffiano troppo algidi i venti del nord. ■ *