al giogo del crudelissimo et superbissimo tiranno, per ritenerli in fede et devótione verso S. M. Più difficile ancora fu la.sua mis sione presso il Gran Turco, di cui parlano a lungo le sue relazioni e ■die offrirebbero materia di trattarne a parte. Massimo onore egli ebbe, quando dopo la partenza di Carlo Vili di Francia dal reame di Napoli, Tenne mandato come oratore al Re Federico di Sicilia, Questi gli diede un segno particolarissimo della sua stima, nella lettera che gli accompagnava
monili in laudem et honorem JBeatissimae Virginis a Se renissimo D.no Ferdinando de Aragonia clarae memoriae, excel lentissimo Rege Aragonu?n, Siciliae eie. proavo nostro instituta, harum tenore de voluntate nostra ac motu proprio donamus « ecc. 3 , Coincide colla legazione di Napoli, la concessione fatta a Giovanni del capitanato di Fiume e dell’ ufficio di Castua, coll’ob-, bligo di tenere il castello di Fiume in buona custodia a Sue spese, ricevendo in pagamento le rendite del detto ufficio
di Castua *. V . ’ : 1 Àrdi, di Duino, Apogr. B pagi 114. . ' 5 Ivi, dato a Puteoli, ultimo di febbraio 1498. ' >• • 3 Ivi, 1498 , 18 febbrajo, Castello di Capua. Secondo il Cibrario, Or dini cavallereschi li, 357 citato dall’ erudito Goffredo Cav. di Crollalanza nella suà Enciclopedia araldico-cavalleresca, l’Ordine sarebbe stato fondato nel 1489 dal He Alfonso di Napoli, che lo conferì a Guidobaldo (li Montefeltro duca d’Urbino, a Roberto Sanseverino conte di Cajazzo, a Vittorio Concila e a ventidue