¬Medio Evo e crisi del Medio Evo: San Bonaventura di Bagnorea(1221-1274), San Tommaso d'Aquino(1225-1274), Francesco Petrarca(1304-1374) nei mondi culturali di lingua italiana e di lingua tedesca e nel quadro dell'unità culturale europea : atti del XIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 6 aprile 1974
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Author:
Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <13, 1974, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place:
Meran
Physical description:
XIII, 150 S.
Language:
Deutsch; Italienisch
Notations:
Parallelsacht.: Mittelalter und Krise des Mittelalters: Bonaventura von Bagnorea(1221-1274), Thomas von Aquin(1225-1274), Francesco Petrarca(1304-1374) in der italienischen und deutschen Kulturwelt und im Rahmen der europäischen Kultureinheit
Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading:
p.Thomas <von Aquin> ; f.Kongress ; g.Meran <1974>
p.Petrarca, Francesco ; f.Kongress ; g.Meran <1974>
p.Bonaventura <Heiliger> ; f.Kongress ; g.Meran <1974>
Location mark:
II Z 759/13(1974)
Intern ID:
62130
estese chiose marginali, ma ad esso aveva affidato annotazioni particolari, fra le quali, vergato sul verso del foglio di guardia, il necrologio di madonna Laura, Necrologio discutibile altrettanto quanto i consimili richiami poetici, tuttavia con qualche riserva. Quando, nel 1795, per ragioni di manutenzione, l’Ambro- siana, che possedeva il codice dal 1600, procedette a scollare dall’assicella della rilegatura quel foglio di guardia, si vide che sul recto, oltre ad alcune interpre- tazioni
indurre sia veritiera anche l’annotazione, dianzi ricordata, del verso dello stesso foglio? Fra altro essa dice; «Laura, propriis virtutibus il- lustris et meis longum celebrata carminibus... apparve per la prima volta agli occhi miei nel primo tempo della mia adolescenza, nell’anno del Signore 1327, il giorno 6 di aprile nella chiesa di Santa Chiara in Avignone, nell’ora mattutina, e nella stessa città, nello stesso mese di aprile, nello stesso giorno 6, ma dell’an- no 1348, da questa luce quella
della prima egloga virgiliana vergate in alto, c’erano piü in basso annota- zioni stese dal Petrarca quando infieriva la peste del 1261: a sinistra, a lunghe righe, era ricordato che il morbo aveva strappato al suo affetto il figlio Giovanni venticinquenne e Pamico intimissimo Luigi da Kempen. Sventure che avevano potuto richiamame alla memoria altre e che, insieme, a lui ormai alle soglie della vecchiaia, sempre piu confermavano quanto incalzante risultasse Pammonimen- to estremo, quanto urgente
, religioso musico e poeta, e del vescovo amatissimo Filippo di Cabassoles, aggiungendo che a Gesü erano raccomandati, non soltanto i primi sette, ma tutti e nove. In seguito, la notizia del Cabassoles risultò errata, ma non la corresse: è forse una comprova che quelle annotazioni non le aveva scritte per il pubblico, bensi per sé, disperate conferme della fatale vanità umana. Se altrove il Petrarca puó e deve essere sospettato di artifici, qui c’è da pensare sia stato verace. E conse- guentemente si puó
luce fu tolta... Quel corpo castissimo e bellissimo fu seppellito in acconcio luogo dei Frati Minori, nel medesimo giorno della mor- te, sul vespro... Animam quidern eius, ut de Africano ait Seneca, in celum, unde erat, redisse mihi persuadeo». Diremmo: anche se, circa l’indicazione tempora- le, o qui o nel poetico accenno al primo incontro con lei, vi puó essere stato un assestamento, almeno l’oggetto dell’attestazione, madonna Laura, non puó es- sere esclusiva (e macabra) fantasia; tanto