la Lagarina, e non so che duca o marchese per giun ta, lasciò erede la figliuola Sofia, che, sposata ad un Castelbarco, gli recò in dote, tra il resto, anche il ca stello di Lizzana; castello, che, con altri della stessa valle, doveva più tardi essere occupato dalle genti scaligere. Intanto, i Castelbarco, già forti, erano cresciuti in potenza, come quelli che conoscevano per bene l’ar te di barcamenare tra i più forti e più potenti ; come i conti del Tiralo, i vescovi di Trento, i signori di Verona
, (di che nessuno può dar loro biasimo), e la scuola di parteggiare, non di rado, per i nemici di Trento, (di che, certo, nessuno vorrà loro dar lode) vessata a que’ tempi or dai conti di Gorizia e del Tiralo, ora — e più ferocemente — dagli Ezzelini, ora dagli uni e dagli altri insieme, non esclusi i vescovi stessi, pur troppo. Era, del resto, cosa naturalissima che anche ai signori di Verona premesse 1’ amicizia de’ loro potenti ( i ) '• Ricerche storiche sull’ origine dei Castelli della Lagarina etc
22 ronesi e trentine, che, in proposito, danno più polvere che notizie. Quasi certa è però la sua origine ger manica, come di Germania si vuole che sien calati gli stessi Scaligeri ; qualche scrittore trentino poi, igno ro con quanto fondamento, indicherebbe per culla dei Castelbarco la Boemia. Ma già un secolo prima di Dante v’ erano dei Castelbarco nella valle Lagarina. Nel se colo XII (narra i\ J^aranz) (i) il guelfo Iacopino, conte di Lizzana, signore di Rovereto, padrone di quasi tutta