Alessandro Manzoni : 1785 - 1873 ; 1973 - Celebrazioni nel I. anniversario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 7 )
titudine si estende a tutti gli enti e non è determinata a nessuno» (Car- teggio, p. 52; cfr. l’utile studio dei rapporti biografici ed epistolari fra Manzoni e Rosmini condotto da U. Colombo in Itinerario manzoniano, Milano, 1965). Che Manzoni abbia fmito coll’aderire alla dottrina rosminiana dell’idea innata dell’essere, è dimostrato non tanto dalla testimonianza del Cantu, ma dagli scritti manzoniani, tenendo sempre presente che il principio dell’innatismo dell’idea dell’essere (connesso
alla sua inde- terminatezza, trattandosi di un puro lume intellettuale non derivato da alcun ente reale percepito, e perciò appunto innato), questo principio è cosi interno a tutta la filosofia rosminiana, che, crollato quello, crolla anche questa. Ma non possono esservi dubbi sul finale consentimento del Manzoni al pensiero del RosmÍni. La seconda Morale Cattolica, del 1855, risente fortemente, rispetto alla prima, come bene aveva mostrato, seguito poi da altri, Domenico Bulferetti, dell’influenza
è accaduto che, mentre gli studiosi del Rosmini hanno piu che esaurientemente, a mio awiso, mostrato la piena adesione cui per- venne il Manzoni rispetto a quella filosofia (Cfr. in partic. G. Bozzetti, L’innatismo nel dialogo «DelVinvenzione», in Rivista Rosminiana, giugno 1930; ID., Del rosminianismo di M., ibid., luglio-sett. 1942; E. Pignoloni, Sul rosminianesimo di M., ibid., ott.-dic. 1961), quegli stu- diosi che non nutrono o non sembrano nutrire verso il Rosmini una rilevante simpatia dal punto
di vista teoretico, hanno ritenuto che il Manzoni non sia mai pervenuto ad una adesione totale. A mio awiso l’unica obiezione degna di nota al pieno rosminiane- simo del Manzoni si trova in un rilievo di Romano Amerio; il quale, a proposito di una nota sul Locke contenuta nel cap. III della seconda Morale Cattolica, ha rilevato l’affermazione che nella mente umana non c’é «nozione innata di sorte veruna»; «dunque — commenta l’Amerio — nemmeno la nozione universalissima dell’essere alla maniera
di Rosmini» (vol. I dell’op. cit., p. XLVI). L’osservazione, a prima vista, sembra giusta e perció sconcertante, se si pensa che per altro verso il Manzoni si dimostra discepolo fedelis- simo del Rosmini. Ma il fatto è che «nozione» non è sinonimo di «idea», e tanto meno di un’idea indeterminatissima come la rosmi- 14 —