¬Il¬ Trentino a Dante Alighieri : ricordo dell'inaugurazione del monumento nazionale a Trento ; 11 ottobre 1896
che, oltre agli espositori ufficiali, altri leggessero contemporaneamente in pubblico il Dante: così son tolte di mézzo le coincidenze di date, e si spiega come, nel 1431 p. e., compaiano nelle memorie del tempo i nomi di tre pubblici lettori; come, men tre frate Antonio è nominato lettore di D. nello Studio per il 1432, un Antonio da Castello S. Niccolò com menti in quello stesso anno il Poema al popolo nella .chiesa del /Beato Fiorenzo (cfr. Wesselofski, Il Paradiso degli Alberti
, v. I, F. I, p. 215; Ferrazzi, Lettori dì Dante cit., p. 50). (11) Oratio de laudibus Dantis coram fiopulo habìta III Kal. ìulii 1432, in Sepulchrum Dantis cit -> P- 35 sgg. li anonimo autore di questo opuscolo scrive (p. 8} che quel discorso, fatto recitare dal Filelfo a un suo scolare, fu causa al primo della minaccia d’esilio per parte della repubblica: ci basti osservare che il discorso fu tenuto nel 1432, e le persecuzioni contro il Filelfo, cui si accenna, av vengono nell’anno precedente; ben altre furon
è intitolato Or al ione d' uno discepolo del Filelfo in laude e chonmendatione dello illusi riss, poeta Dante, mentre nel discorso non v' è accenno al Poeta, ma si parla delle virtù dell’ uomo prudente. Di simili orazio ni morali, tenute in S. M. del Fiore da scolari dello Studio, si ha un altro esempio nel cod. Palai, di Firenze n.o 598 c. 40 a. Conviene notare che il famoso tempio, in quel tempo non del tutto finito, fu consacrato solo nel 1436 da papa Eugenio IV (cfr. Guasti, La cupola di S. M. del
Fiore, Firenze 1857, PP* 9*37*89); dèi resto, la maggior chiesa fiorentina continua ancor per qualche tempo ad essere il santuario della vita civile (si pensi al Certame Coronario del 144il, finché, nella seconda metà del sec. XV, co mincia a prenderne il posto il palazzo della Signoria, (12) Del Lungo, Esilio di Dante , doc. XIV. (13} Tempie - Leader e Marcotti, Giovanni Acuto, Firenze 1889, pp. 219 sg., 232 sg. E da notarsi, che anche il monumento marmoreo all’ Acuto, decretato nel 1393 con una
Provvisione che ricorda il tenore di quella per ì poeti fiorentini del 1396, non ebbe, come questa, esecuzione; c che per il celebre condottiero, come per Dante, la Signoria si contentò di fame dipingere molti anni più tardi 1' effigie ilei Duomo. (14) Del Lungo, o. c„ doc. XI. Provvisione dei 23 dicembre 1396, approvata con 151 fave nere contro 51 bianche. (15) Cfr. Voigt, Die Wiederbelebung des classischen AUerihums, 3.a ediz., Berlin 1893, voi. I, p. 282 sgg. (16) Cosi confessa lo stesso Niccoli nel