ceneri, di cui è ricoperto il paese, la puoi stu diare perfino nel mutevole temperamento di un popolo, che da se medesimo si chiama “ figlio del Vesuvio. „ Ma la storia del Vesuvio è, come quella di tutti i dominatori di Napoli, un cumulo di morti, strazii, inccndii e devastazioni. Lo precede il fuoco e dietro a lui il paese rimane deserto! À guisa di Cesare trionfatore, esso passò senza pietà sopra le cittadette di Stabbi, di Ercolano e di Pompei, senza arrestarsi davanti ai marmi rovesciati dei
templi c dei teatri, ohe crepitavano sotto le zampe de’ suoi cavalli di fuoco, rubicondo in polvere le tarlate abitazioni de’ poveri, abbruciando coi mozzi delle sue ruote roventi gli alberi, disseccando sulle verdi pendici i tralci della vite. Esso agita tra lo nubi la- fiaccola , che gl’ illumina 1’ opera di distruzione , e muta in chiaro giorno la oscurità della notte. So vi ponete sopra un’altura a occidente o a settentrione di Napoli e guardate verso i campi, da dove il Vesuvio s’alza isolato
. non una nuvoletta navigare nel mare dell’ etere ; perchè quello, che ondeggia sulla cima del monte, è prodotto del fuoco, è fumo. E quelle supposte ombre son le fatali correnti di lava, la cui traccia la miracolosa natura, malgrado la decorrenza di secoli, non ha saputo cancellare dal suo incantevole aspetto. Ma que’ paeselli alla riva del mare, comin ciando da Napoli, Barra, S. Joreo, S. Geortjio, Portici, Basino., Torre del Greco, Torre Annun ziala con Bosco Tre 'case e Bosco Reale stanno quasi
tutti a guisa di isole in un mare di lava, sopra un terreno di lava, i loro campi e giardini sono antichi e recenti strati di cenere. Altrettanto vale di quelli, che più dappresso circondano il monte come 8 . Sebastiano, che è il più vicino a Napoli, indi Mussa di Somma , Pollena, S. Anastasia, Somma e Ottaviano e innumerevoli altri gruppi di case a occidente. Essi hanno giù tutti gravemente sofferto, e i più vecchi del pari che i più giovani tra i loro abitatori possono raccontare molti esempi