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Books
Category:
History
Year:
1988
Principe Eugenio di Savoia = Prinz Eugen von Savoyen : 1663 - 1736 ; 1986 - Celebrazioni nel 250. anniversario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 9 )
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Page 41 of 104
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XI, 81 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Subject heading: p.Savoyen-Carignan, Eugen ¬von¬ ; f.Kongress ; g.Meran <1986>
Location mark: II 128.057
Intern ID: 62096
ed avanzate, l’Inghilterra si alleava al Portogallo e minacciava i Borboni nella penisola iberica. La situazione sembrava capovolta. Ma Eugenio si rendeva conto che le posizioni sud dello schieramento asburgico erano molto deboli, che verso l’Ungheria e l’Italia non si po- teva far conto su collegamenti preziosi con gli alleati ed ancora si im- poneva una scelta di priorità. II 1705 fu l’anno d’Italia. I francesi che in Italia avevano due eserciti, l’uno in Piemonte, dove poche città an- cora resistevano

, l’altro agli sbocchi del Trentino, ora li avevano con- centrati entrambi nella Lombardia orientale, decisi a sbarrare la strada e a schiacciare l’ipoteca asburgica sull’Italia. Ancora una discesa di Eu- genio per vie inattese, la traversata del Garda su barche, un anno di ra- pidi spostamenti attraverso i monti, tra le prealpi, tra il Garda e ITseo poi verso l’Oglio; avanzate e ritirate stategiche, cercando di aprirsi una strada verso il Piemonte, mentre i fiumi si intagliavano, barriere natu- rali

, a sbarrare le vie. E, nell’anno seguente, l’abile marcia di ripiegamento verso il basso corsQ del Po, lo spostamento del grosso dell’esercito sul lato destro del fíume, la rapidissima avanzata verso il Piemonte lungo la piú libera sponda meridionale del grande fiume. Ancora una volta un audace pia- no strategico e tattico, attentamente studiato per sfruttare ogni varco — 25

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Category:
History
Year:
1988
Principe Eugenio di Savoia = Prinz Eugen von Savoyen : 1663 - 1736 ; 1986 - Celebrazioni nel 250. anniversario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 9 )
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Page 35 of 104
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XI, 81 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Subject heading: p.Savoyen-Carignan, Eugen ¬von¬ ; f.Kongress ; g.Meran <1986>
Location mark: II 128.057
Intern ID: 62096
appoggiato nelle sue scelte, ne aveva controllato i comportamenti attra- verso i suoi rappresentanti diplomatici ed era rimasto in costante cor- rispondenza con lui. Stretta l’alleanza del Piemonte con l’Austria, por- tati i Savoia nella grande lega antifrancese, Eugenio rimase ín Italia con le forze imperiali, dapprima con incarichi subalterni, poi con piena re- sponsabilità del proprio contingente inserito in quell’esercito in cui si riflettevano la complessità e le difficoltà del discorso

politico e militare europeo: squadroni asburgici, spagnoli, savoiardi affiancati, ciascuno con propri capi, azioni brillanti di singoli corpi, ma nel complesso, as- senza di una chiara ed unitaria direzione che consentisse di mantenere o di sfruttare i successi conseguiti. In una vicenda militare che ora si spostava dal Piemonte alla Provenza ad Eugenio fu attribuito il merito della presa di Cuneo. Ma, soprattutto, in questi anni, dopo l’esperienza delle irruenti guerre balcaniche, egli fece

’94 le pressioni francesi si facevano piú suasive e tentavano lusin- gare il Piemonte offrendogli la restituzione delle terre a cui esso aspi- rava per staccarlo dalla lega e spostare o chiudere questo fronte. Le trattative condussero all’illanguidirsi della lotta e alla pace separata del ’96. L’esercito imperiale abbandonó l’Italia nel ’97, e mentre si intrec- ciavano gli ultimi scontri che tenevano ancora impegnati sul Reno i piú prestigiosi generali d’Europa, la guerra già si era riaccesa nei Ralcani

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