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Title A - Z
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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 494 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
af- fronti il tema dell’amicizia con i principi 10 : un rapporto importante per i ricchi uomini d’affari i quali erano direttamente coinvolti nel nuovo esi- gente sviluppo delle finanze statali che caratterizzava l’epoca. II buon rapporto con il principe consentiva di aprire nuove vie ai propri investi- menti; di continuo erano richiesti prestiti o donazioni necessarie ai prin- cipi per sostenere le spese dello Stato o lo splendore del principato, ed anche le donazioni erano poi remunerate in vario modo

, soprattutto in- diretto, ma non per questo meno interessante o lucroso. Ed i mercanti a propria volta avevano necessità dell’appoggio e della benevolenza del sovrano per poter liberamente e proficuamente sviluppare i propri traf- fici entro lo Stato: «e le amicizie de’ principi massime si voglion acqui- stare e aoperare per accrescere e amplificare a’ suoi e alla famiglia sua nome e buona fama, e degna autorità e laude». Per ottenere la fiducia del principe è necessario all’uomo d’affari osservare

«a lungo conservano l’iniziata e cresciuta grazia e benevolenza». Gli esempi di fortunate e- sperienze che avevano aperto buone possibilità di affari agli uomini del- la sua famiglia, in diverse occasioni ed a contatto con principi dai carat- teri e dalla personalità differente, sono illuminanti. Ma, potremmo ob- biettare, si puó considerare questa vera amicizia? O non piuttosto l’instaurarsi di un interessato rapporto, sovente instabile e volubile? Soffermiamoci dunque sulle pagine seguenti là dove

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 749 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
presenza, con una certa leggiadria e venustà piena di modestia». Non la posso «con parole esprimere [...]. E forse chi persuadeva le amici- zie avere occulti e quasi divini principi e radici era da udirlo» (p. 268). Di qui certe amicizie fra le piante e fra gli animali, nell’intero mondo della vita, descritte da Columella, Pomponio Mela, Plinio il Vecchio, Cicerone. «Celeste beneficio e divino dono»: sono le radici occulte di questa propensione ai legami e all’amicizia, cose che hanno

un’estensione universale (p. 269). E per questo non ci dispiacciono quegli «scrittori antiqui» che «per altri loro principii e processi dimo- strano prima la vera amicizia nulla essere altro che coniunzione di tutte nostre divine cose e umane, consentendosi insieme e amandosi con aper- ta e somma benivolenza e carità» (p. 286). Anche Aristotele aveva inco- minciato rVIII libro deWEtica Nicomachea, dedicato con il IX all’amicizia, richiamandosi agli antichi fisiologi, come Empedocle con i suoi principi

esplicito al versante teologico cristiano della charitas: «Sem- pre a me piacque quella nostra appresso de’ nostri sacerdoti sacra e divi- na sentenza, quale comanda tanto ami el prossimo quanto te stessi» (p. 303). Gli esordi sono dunque nel legame universale che congiunge tutte le cose. Ma come diviene esso cosa umana e, appunto, legame d’amicizia? Posto fra eros e charitas, principi assoluti e trascendenti, quali sono in- vece le condizioni terrene dell’amicizia? Dall’amico ci si aspetta, e si spera

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 561 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
di apprezzare la fedeltà (di una città, Andria, dirà, come per un blasone di gloria, facendo incidere il detto sull’architrave della porta: «Andria fidelis, adfixa nostris medullis»), non seppe riconoscere l’amicizia e fu spietato e ingiusto con il suo intellettuale/segretario. Dante, poeta e intellettuale costretto dalle vicende dell’esilio a farsi cortigiano anche lui e consigliere di Principi, tomerà piu volte sulla que- stione, rievocando figure quali Currado Malaspina, Cangrande della

il bene comune, nel miraggio di una società governata mediatamente dai filosofi. Era la riscoperta di Cicerone, di Seneca, dei fondamenti etici della società, del- la virtus e della probitas, della società dei boni viri. Gli esempi non mancano. Petrarca ne è precursore, nel rapporto con i Principi amici, Giacomo Colonna, i vescovi Filippo di Cavassole, Gui- do Sette e tutti gli amici/signori della sua vita di grande intellettuale e consigliere di Principi. Quella confidenza ed affettuosa amicizia che

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