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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
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1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 255 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
nell’amore della sposa o meglio nella mistica della sposa, nell’amore divino, nella mistica francescana e domenicana come anche nella reli- giosità laica della «devotio moderna», formando una nuova sintesi. Nel contesto della mistica della sposa dell’alto e tardo Medioevo, non si puó fare a meno di accennare alle numerose donne misticamente se- gnate, come anche all’amicizia spirituale da loro curata con i relativi padri spirituali (maschili). Dal 1935 e con Herbert Grundman, l’attento

interesse per le donne coinvolte nei movimenti religioso-caritativi del Medioevo è divent'ato una componente fissa dei temi di cui si occupa la medievistica moderna. Particolarmente produttivo, per questa indagine storica su spirito, religione e mentalità di detti movimenti, risultó l’accesso attraverso la concreta esperienza mistica della immediata vicinanza di Dio e della sua traserizione nella cosiddetta «letteratura delle visioni». Fra l’altro si cercó anche di fissare una tipologia dei dif- ferenti

aspetti della mistica femminile, quale forma di amicizia con Dio vissuta particolarmente da vicino, chiedendosi anche se la mistica teori- ca (maschile) dev’essere distinta dalla mistica vissuta (femminile). Ed anche se la risposta pare non dequalifichi la forma femminile, come invece era successo tempo addietro, il ruolo della donna sembrava esse- re immancabilmente quello della «guidata», dell’«accudita» ed all’uomo spettava quello piú qualificante di consigliere spirituale. Infatti la maggior

presenza di queste donne pie è documentata in terra fiamminga e nella zona del basso Reno, dove l’ordine dei cistercensi costituiva la piú importante forma di organizzazione socio-spirituale ed anche nella zona dell’alto Reno, dove piú diffuso era l’ordine dei dome- nicani. Va sottolineato che la Francia, nonostante la sua tradizione della «schola caritatis» - ma forse per l’esempio «negativo» di Giovanna d’Arco - fu quasi ignorata da questo movimento mistico. Anche se le donne, in generale, non erano

molto portate a tematizzare la propria femminilità e ad interpretare in chiave femminile fonti centra- li della storia della salvazione, esistono tuttavia alcune eccezioni signi- ficative: si pensi ad una Hildegard von Bingen, che interpretó un testo di Paolo nel senso della parità fra uomo e donna, o ad una Brigitta di Sve- zia che piü volte sottolineó l’importante presenza delle donne in occa- sione della Resurrezione e della Pentecoste, interpretandola come segno tangibile dell’amicizia di Dio

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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
Quale simbolo religioso, la rosa compare nell’Antico Testamento (Si- racide, 24, 14), simbolo della Sapienza che si manifesta in una partico- lare casta, quella sacerdotale, Nel cristianesimo, la rosa è simbolo della virtü dei Martiri, del Sangue di Cristo, della verginità (e la Vergine viene definita dalla devozione mariana Rosa mistica). NelTAlchimia, è uno dei principi originari. Nel frammento in esame, le Rose del titolo simbo- leggiano le virtú proprie della nuova aristocrazia che deve

occupare il vertice della gerarchia sociale. «Zarathustra felice perché la lotta delle classi bfinita ed è finalmente venuto il tempo per una gerarchia degli individui. L’odio per il sistema di livellamento democratico è solo una facciata: in realtà è lietissimo che esso sia giunto a tanto. Puó ora adempiere alla sua missione. I suoi insegnamenti erano finora rivolti solo alla casta dominante delVavvenire. Questi signori della terra dovranno ora sostituire Dio e procurarsi la fiducia profonda

e assoluta dei dominati. Anzitutto: la loro nuova santità, la loro rinuncia allafelicità e al benessere. L’aspettativa della felicità la danno agli infimi, non a se stessi. Redimono gli individui falliti con Tinsegnamento della morte rapida, offrono religioni e sistemi a seconda della gerarchia» 19 . Come si puó facilmente rilevare, i fondamenti della legittimazione vengono rinvenuti nelle qualità morali proprie dei signori della terra, al di là di ogni consenso esprimibile da parte dei dominati. Questo

deriva, evidentemente, dal fatto che in Nietzsche non esiste una sfera del Politi- co autonoma, e l’azione politica trova i suoi fondamenti nell’etica, e forse nell’estetica 20 . Tali branche della filosofia sono per Nietzsche il fondamento privilegiato per assumere che solo chi sa puó essere non solo Soggetto politico, ma Soggetto tout court. L’urlo di Zarathustra, che contempla il ritomo eterno dell’ Ultimo Uomo, del Ciandala 21 , e- sprime l’intollerabilità di ogni sistema che attribuisca a tutti

, indiscrimi- natamente, lo stesso diritto sostanziale di partecipare agli affari politici, essendo riservata la possibilità dell’autentico dialogare (quello che non si risolve in vuota chiacchiera) solo ai «Signori». In tale ottica, le posizioni sostenute da autorevoli pensatori, come ad esempio Richard Rorthy, per il quale la crisi della filosofia la rende suc- eube del nuovo a priori postilluministico rappresentato, secondo il pen- satore americano, dalla democrazia 22 , sono destituite da ogni

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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
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1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
Se Rorthy, con emotiva franchezza yankee, definisce Nietzsche poli- ticamente un pazzo (!), il filosofo tedesco lo avrebbe considerato l’incarnazione tipica dell’ Ultimo Uomo. Rorthy, infatti, in base alle sue stesse assunzioni di principi, non puó considerare la democrazia come il termine ultimo della Storia senza fare una mera operazione (nietzschea- namente) antiquaria, non essendo sostenuta da una filosofia della storia metafisicamente fondata. A1 tempo stesso, Rorthy non possiede gli stru

- menti per fondare un’assiologia nella quale la democrazia abbia un posto privilegiato rispetto a tutti quei valori sui quali si è basata la rifles- sione filosofica. La proposta di Nietzsche, per la quale il Potere deve spettare a chi puó porre sulle proprie spalle il peso della creazione dei nuovi valori, supportando, con la rinuncia personale alla felicità, il do- minio sulla plebe filistea, ha il merito di essere fondata su una lettura teoretica della crisi dell’ontologia e della dissoluzione del

Soggetto. Solo sul piano filosofico le posizioni di Nietzsche possono essere di- scusse, ed eventualmente contestate. Tali conclusioni della riflessione nietzscheana aiutano a comprendere le affermazioni contenute nell’Epistolario, secondo cui la vera amieizia esiste solo inter pares. E da notare come tale considerazione è seguita, nell’Epistolario, dalla ostensione, da parte del filosofo, della sua anima desiderosa d’amicizia 23 . E si comprende, perché la vera amicizia è in Nietzsche il segno della

avvenuta trasformazione morale, della rinascita dell ’ aristocratico. In Al di là del Bene e del Male, neH’aforisma 260 - uno dei piu lunghi dell’opera, significativamente inserito nel capitolo nono (Che cos’é ari- stocratico?) - si possono leggere queste significative parole: «La capa- cità e l’obbligo di una lunga gratitudine e di una lunga vendetta - le due cose solo entro la sfera dei propri simili - la sottigliezza nella rappresa- glia, l’affinamento dell’ideale di amicizia, una certa necessità

di avere dei nemici (come canale di deflusso, per cosi dire, per la passione dell’invidia, della litigiosità, della tracotanza - in fondo per poter esser buoni amici): tutti questi sono caratteri tipici della morale aristocratica, la quale, come ho accennato, non è la morale delle ’idee moderne’, ed è per questo che oggi risulta difficile sentirla ancora, come pure dissep- pellirla o discoprirla» 24 . È da notare che l’idea di amicizia, inscindi- bilmente unita a quella di inimicizia, rivela

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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 694 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
i propri rapporti per meglio tutelare gli interessi dei singoli e dei gruppi. 4) La forma piü alta di società è quella della persona collettiva (Ge- samtperson): in essa si attua Lunità di ogni singola persona, come una autonoma individuale spirituale persona comunitaria. Questa forma è nata storicamente dal cristianesimo, reso a conciliare il valore della sin- gola persona creata da Dio e la'comunità del corpus christianus, che supera il tipo di comunità razziale propria del giudaismo. Nella comu

- nità personale ogni persona finita è contemporaneamente individualità e membro della comunità personale: la legge fondamentale che la regola è il principio della corresponsabilità del singolo per tutti e di tutti per il singolo, espressione dell’amore della carità che si fa politica. II princi- pio cardine è quello della solidarietà morale, fondata su ciò che è bene in se stesso per i singoli e per la comunità, e cerca di attuare nell’ordine tutti i valori, trovando il proprio supremo fondamento

nel valore del sacro, in Dio, amore supremo. Qui la persona morale cerca il raccordo tra la parte e il tutto, tra mem- bro e comunità, nella solidale tensione di tutti ad attuare i valori morali propri della persona: l’amore anima tutto l’agire, il comandare e l’obbedire, il promettere e il mantenere, l’adorare e il pregare. Questa solidarietà nell’amore è l’apriori morale, in cui si esprime e si collega l’essere della persona e del tutto, è il fondamento di ogni possibile comunità e della loro

storia. Due sono le forme principali in cui si attua questa comunità persona- le: la nazione in quanto portatrice dei valori culturali, e la Chiesa in quanto soggetto di valori religiosi. Lo Stato è solo lo strumento sociale della nazione per l’attuazione del diritto, del potere e del benessere (so- cietà come strumento della comunità); non è quindi né nazione, né po- polo, ma solo un’organizzazione del potere in funzione del popolo e della nazione. Poiché la religione ha il suo valore autonomo

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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 583 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
del contemptus mundi che possa accentuare il distacco tra cielo e terra: il momento negativo del «contemptus mundi» è superato dal valore posi- tivo della caritas che ricongiunge perché crea e rinnova il senso autenti- co della comunità umana e dell’appartenenza al mondo 39 . L’ideale etico classico, fecondato dalla caritas e illuminato dalla reli- giosità cistercense, prefigura una societas christiana in cui l’amicizia è restituita al suo stato originario di apertura incondizionata verso

l’altro, non piú alterato dagli egoistici interessi dell’ordine feudale. II nuovo significato si presenta arricchito dalla consapevolezza dell’appartenen- za ad una comunità monastica unita dall’amore e nell’amore di Dio, capace di superare tutte le barriere sociali del mondo. Sia la riscoperta del soggetto nella sua dimensione interiore e inten- zionale sia il valore della caritas e dell’amicizia, che scandiscono alcuni momenti essenziali della spiritualità del secolo XII, costituiscono un messaggio

sogget- to personale nell’unità viva ed operante della coscienza e della caritas, che si innesta sullo slancio della fede e riassume ogni affetto ed ogni forma di amicizia terrena. NOTE 1) E. GILSON, Le moyen Age comme «Saeculum modernum», in AA.VV., Concetto, storia miti e immagini del Mediovo, a cura di V. Branca, Firenze 1973, pp. 1-18, 2) Su questo tema cfr. E. BERTOLA, II problema della coscienza nella teologia monastica del secolo XII, Padova 1970; M.D. CHENU, II risveglio della coscienza nella

civiltà medievale, trad. it. I. Biffi, Milano 1982 - nuova ed. 1991; C. MORRIS, La scoperta dell'individuo «1050-1200», trad. it. di R. Magiar - A.Sturzo, Napoli 1985. 3) Cfr. M.D. CHENU, II risveglio della coscienza, cit., p.32. Per un’analisi piü approfondita si rinvia a O. LOTTIN, Psycologie et morale aux XII 6 e XIII e siécles, Louvain-Gemblox 1954, pp. 320 ss. 4) Sull’influenza esercitata da Salomone si veda J. LECLERCQ, I monaci e l’amore nella Francia del XII, trad. it. G.Barone, Roma 1988

, pp. 41-81. 5) Cfr. M. D.CHENU, II risveglio della coscienza..., cit., p. 37. Su questo tema, lo Chenu rinvia ai pregevoli studi del Leclercq, del Gilson ecc... Su di un altro versante la letteratura cortese 555

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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
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1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 561 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
di apprezzare la fedeltà (di una città, Andria, dirà, come per un blasone di gloria, facendo incidere il detto sull’architrave della porta: «Andria fidelis, adfixa nostris medullis»), non seppe riconoscere l’amicizia e fu spietato e ingiusto con il suo intellettuale/segretario. Dante, poeta e intellettuale costretto dalle vicende dell’esilio a farsi cortigiano anche lui e consigliere di Principi, tomerà piu volte sulla que- stione, rievocando figure quali Currado Malaspina, Cangrande della

Scala, Guido da Polenta, nei confronti dei quali poté nutrire quell’aspirazione ricondotta quasi sempre, nonostante l’alone della ri- conoscenza e della poesia, nei limiti della subordinazione cortigiana. Solo con Carlo Martello, rampollo dell’eredità angioina, l’amico degli studi e degli anni giovanili, poté nutrire il vagheggiamento dell’ami- cizia. Ma la morte prematura del giovane Principe, già re d’Ungheria, troncò quella aspirazione e vanificó gli svolgimenti che ne sarebbero venuti. Non

e civili. Tornarono con gli exempla degli antiqui scriptores, dopo la ferrea età medioevale, i valori nobili dell’amicizia, dell’antica filia, che tenes- se luogo della fides feudale. II maestro del Principe tomava a proporsi quale amico, secondo gli esempi classici di Chirone/Achille e di Aristo- tele/Alessandro. Lo stesso sentimento epicureo dell’amicizia poteva ac- crescer valore alla pratica deWotium quale spazio della riflessione intel- lettuale, da farne partecipe e donarne al Principe, per

il bene comune, nel miraggio di una società governata mediatamente dai filosofi. Era la riscoperta di Cicerone, di Seneca, dei fondamenti etici della società, del- la virtus e della probitas, della società dei boni viri. Gli esempi non mancano. Petrarca ne è precursore, nel rapporto con i Principi amici, Giacomo Colonna, i vescovi Filippo di Cavassole, Gui- do Sette e tutti gli amici/signori della sua vita di grande intellettuale e consigliere di Principi. Quella confidenza ed affettuosa amicizia che

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1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 318 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
rituali del primo Romanticismo c’é una notevole sensibilità verso la fi- losofia trascendentale inaugurata da Kant e da Fichte. II fascino che promana da tale posizione filosofica risiede, secondo la formulazione di Kant, nel «compito della ragion pura», cioé nel proble- ma della «possibilità della metafisica come scienza»: la filosofia non deve essere un «mero brancolare»; i suoi giudizi devono essere contras- segnati dai criteri di «necessità di pensiero» e di «assoluta universalità» dei

giudizi filosofici. Solo in tal modo la filosofia imbocca «la via sicura di una scienza» e merita - «in considerazione della preminenza del suo oggetto - la tradizionale designazione onorifica» di «regina di tutte le scienze». Fichte concepisce la metafisica kantiana come «dottrina della scien- za», la cui problematica è quella filosofico-trascendentale: che cosa «deve essere pensato necessariamente come fondamento della coscien- za» e, pertanto, che cosa c’é alla base della coscienza e la rende

possibi- le»? Se il procedere metodologico si svolge per il tramite del puro pensie- ro, sarà immediatamente evidente che i risultati della conoscenza cost ottenuti, possiedono il carattere di universalità, che esclude ogni relati- vizzazione. La filosofia si costituisce nel suo procedere come «indipen- dente da ogni esperienza», come «scienza della ragion pura». In qual modo gli scritti già pubblicati di Kant e di Fichte, e in partico- lare le lezioni filosofiche di Fichte, siano stati accolti dai

grande entusiasmo per Fichte e per il suo sistema della filosofia trascendentale traspare da una lettera che Schelling invia da Tubinga all’amico Hegel: «Fichte solleverà la filosofia ad altezze sublimi, di fronte a cui perfino molti dei seguaci di Kant proveranno le vertigini». «Ho ricevuto ora l’inizio dello scritto di Fichte, la ”Grundlage der 290

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¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 577 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
Chiaravalle e ad Aelredo di Rievaulx, autorevoli rappresentanti dell’Or- dine cistercense e finissimi interpreti della Charta Caritatis, Di certo, Tesperienza comunitaria della vita claustrale, per i Cister- censi, è il luogo dove trova pratica attuazione l’ideale contemplativo, in un itinerario spirituale che ha il suo cardine nella caritas e che si snoda - al di fuori dello spazio e oltre il tempo - fino ai rapimenti estatici della mente. La scelta dello stato monacale è una scelta fatta

interiormente, voluta e perseguita contro tutti gli ostacoli del mondo esterno, è dedizio- ne assoluta ad una missione ricevuta da Dio stesso. Nei chiostri situati al di là della cerchia muraria delle città e negli eremi piú inaccessibili, immersi in una natura medievale incontaminata e lussureggiante, le scelte radicali di vita trovano un adeguato contesto in cui Tideale della contemplazione e l’esercizio della meditatio possono pienamente espri- mersi: al riparo delle occupazioni mondane che «altro non

sono che afflizioni dello spirito, strazio dell’anima e perdita della grazia» 10 . L’aspirazione piú forte e piu stabile dell’anima rimane quella di amare Dio, per unirsi a Lui in un mistico abbraccio. Da posizioni come queste discende l’impegno di Bernardo per una riflessione approfondita e con- tinua, che risale dalle proprie esperienze personali di vita fino alle realtà ultime e supreme: «Tutta la mia alta filosofia -giunge ad esclamare- con- siste nel conoscere che Gesü è, e che è stato

crocifisso» 11 . L’itinerario lungo il quale si svolge la ricerca e i tratti piú caratteristici di essa attingono nella dottrina della caritas, elaborata nel De Diligendo Deo, il loro vertice e Tespressione piú compiuta. «Nessuno pensi - am- monisce Bernardo - che io consideri qui la carità come una qualità o come qualche accidente, altrimenti direi - Dio non voglia - che in Dio c’è qualcosa che non è Dio. Io invece affermo che la carità è la sostanza stessa di Dio e dico che non è né nuova né insolita

, poiché lo stesso Giovanni dice: Deus est caritas (1 Gv. IV, 8)» 12 . II brano consente di comprendere non solo la profondità della dottrina dell’amore, ma anche i termini del rapporto fra uomo e verità. II concetto di caritas esplica tutta la sua rilevanza come fondamento di tale rapporto, in cui avviene una conversione della verità nell’amore e una consumazione del co- noscere e del volere nell’amare: «Causa diligendi Deum, Deus est; mo- dus, sine modo diligere» 13 . S. Bernardo, mistico

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Page 110 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
per «Hausfreund» che normalmente significa «l’amico della moglie» mentre «Freund des Hauses» significa «l’amico della casa». Intervento del Prof. Dieter NERIUS: Riferendomi a quanto esposto dal prof. Plangg a proposito della se- mantica della parola «amicizia» mi permetto di ricordare altri due signi- ficati della parola da lui non menzionati, che forse in questa sede non sono noti. Si tratta di due significati-prestito dal russo che erano diffusi nell’uso linguistico dell’ex DDR e che oggi

, con la caduta del sistema politico di questo stato e delle sue istituzioni, con la scomparsa dunque del denotatum, sono di nuovo usciti dall’uso linguistico della Germania orientale. Si tratta intanto della definizione «amicizia» nel suo significa- to di formula di saluto all’interno dell’organizzazione giovani comuni- sti FDJ (Freie Deutsche Jugend); inoltre la definizione «amicizia» servi- va anche come nome collettivo per la totalità dei membri risp. gruppi dell’organizzazione bambini comunisti

«Giovani pionieri» presso una scuola. (vedi anche Duden. Das groBe Wörterbuch der deutschen Spra- che, II ed., vol. 3, pg. 1164; Mannheim, Leipzig, Wien, Ziirich 1993) Intervento del Prof. Italo BERTONI; Chiedo scusa per la mia specifica incompetenza, ma non resisto alla tentazione di approfittare della presenza del prof. Plangg la cui relazio- ne, come al solito, lancia intelligenti frecciate che rompono le nostre incrostazioni culturali e la nostra pigrizia intellettuale. Abbiamo letto nella Sacra

Scrittura e precisamente nei Vangeli una espressione che è poi un epiteto rivolto a Pilato: lo si chiama «amico di Cesare». Ora, se per i giudei poteva essere una forma di ironia particolarmente minaccio- sa, per i latini non puó essere certo amico, nel senso comune del termi- ne, uno che viene mandato a fare il governatore della Giudea, una delle 82

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Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 320 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
della coscienza e della realizzazione della libertà? La teoria dell’interpersonalità concepita di Fichte arriva alla seguente conclusione: «L’essere razionale non puó porsi come tale, a meno che su di lui non agisca la sollecitazione di un altro io, al libero agire». Ció vuol dire: «L’uomo (...) diventa tale solo tra gli altri uomini». «Questa non è una opinione accettata arbitrariamente oppure fondata sull’espe- rienza o su una qualsiasi probabilità, ma è una verità rigorosamente de- ducibile

dal concetto stesso di uomo.» Se la reciproca interazione di piü libertà non è semplicemente un dato constatabile nell’esperienza e se l’io non è pensabile senza un altro io, vedremo che l’amicizia non puó esser considerata come un qualsiasi accessorio dell’esistenza. Se la relazione interpersonale risulta essere costitutiva, l’amicizia puó essere intesa solo come manifestazione ideale e ineliminabile dell’es- sere uomo. III Un approccio al problema della concezione e realizzazione dell’idea

- le dell’amicizia, risiede nella dimensione dell’interazione reciproca di piü libertà. Senza tale interazione, l’amicizia sarebbe impensabile. La riflessione sulla realizzazione della relazione interpersonale rivela la libertà dell’altro io e il rispetto verso di esso, come irrinunciabile pre- messa dell’amicizia. Ma il rispetto dell’altrui libertà non equivale sic et simpliciter all’amicizia. Come dobbiamo concepire l’amicizia, al di là di una caratterizzazio- ne puramente formale della relazione

interpersonale? Qual è il suo si- gnificato per la realizzazione dell’esistenza umana? Come premessa della relazione interpersonale su cui si fonda l’amicizia, bisogna ammettere tre momenti: 1. il rispetto della libertà dell’altro; 2. l’impegno e dedizione verso l’altro; 3. la concordanza nell’intenzione del volere e dell’agire, cioé l’iden- tità del fine da raggiungere tramite il comune volere e agire. La precisazione in termini filosofici dell’amicizia, in considerazione della predetta triplice premessa

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 659 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
cimento completo, il vantaggio funzionale di essere piú continuativo, duraturo, meno esclusivo e, come tale, assai utile alla società. Freud è talmente persuaso della fondatezza della sua teoria «amplia- ta» dell’amore (che compendia in sé eros e libido), da esser convinto che essa non dica nulla di originale, tant’é che ne indica la «perfetta coincidenza» sia con la teoria platonica dell’eros sia con quella paolina dell’amore, senza rendersi conto di avere totalmente alterato il signifi- cato

al prevalere di ostacoli intemi o estemi non meglio precisati, tali comun- que da non lasciar presagire il profondo significato elettivo dell’approccio. Avendo dapauperato l’amicizia della sua autonomia ge- netico-strutturale, Freud non si preoccupa di enucleare le ragioni della stima e della considerazione dell’amico, né, tanto meno, di porre in luce quell’affinità originaria che gli avrebbe permesso di vedere l’amicizia come momento positivo e libero della crescita del sé, oltre che dell’altro

. L’amicizia, in tal modo, è destinata a seguire le sorti dell’amore: en- trambi desumono sia il momento genetico sia quello strutturale dall’esclusiva ricerca intenzionale dell’autogratificazione; entrambi non vanno al di là dell’incontro dell’io con se stesso. NOTE 1) I-II, 28, 15. 2) I-II, 26, 1. 3) La disposizione alla nevrosi ossessiva (1913), in FREUD, Opere, a cura di C. Musatti, Tori- no 1967 ss., vol. VII, p. 243. 4) Wiesbaden 1911, p. 536. 5) II disagio della civiltà, vol. X, pp. 600,628

; L’avvenire di un ’illusione, vol. X, p. 437; Consi- derazioni attuali sulla guerra e la morte, vol. VIII, 129 sg. 6) II disagio della civiltà, vol X, p. 571. 7) Considerazioni sulla guerra e la morte, vol. VIII, p. 130. 8) II disagio della civiltà, vol. X, p. 590. 9) Ibidem, p. 560. 631

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 558 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
fondato in concreto sostanzialmente su presupposti di utilità e di subordinazione, quanto dire lontano dalla sfera dell’amicizia ch’é rapporto di amore disinteressato fra pari. Ma se è vero che l’utopia è lievito della storia, l’aspirazione a qualco- sa non puó essere tenuta fuori dalla definizione del concetto della cosa. Cosi nella dialettica del rapporto tra offerta e richiesta di beni non materiali quali sono quelli dell’ingegno, dell’intelligenza, della cultura, della progettualità e della

sfera della parità e del reciproco amore, che è piu della devozione e della riconoscenza. Inutile dire che una tal aspirazione risulta ricorrente assai piú negli intellettuali e meno nei Principi che in ció offrono poche eccezioni d’esempio. Proprio nel presupposto aristotelico dcWEtica Nicomachea, fonte di tanti scrittori dell’età classica e del medioevo sull’amicizia, essa si trova strettamente collegata con la virtú e con la socialità, fuori da ogni tenta- zione isolazionista di rifugio

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 574 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
autori che della caritas e dell’amicizia sono stati testi- moni di eccezione durante il Medioevo latino, con un messaggio che, ancor oggi, continua ad arrivarci. Nel volgere del 1100, un rinnovato fervore di vita culturale e religiosa pervade l’Occidente europeo: non vi è dubbio che la riscoperta della logica nella sua dimensione critica e metodologica apra nuovi orizzonti alla ricerca, ma solleva anche inquietanti interrogativi sul problema di una delimitazione dell’esercizio della ratio nell’ambito

delle verità di fede. Sono gli anni travagliati in cui si delineano aspre contrapposizioni: da un lato abbiamo i cultori della dialettica, di cui Pietro Abelardo è rappresentante di spicco, che parrebbero riaffermare come prioritarie le esigenze della ragione, dall’altro i monaci e i mistici piú rigorosi, di cui Bernardo di Chiaravalle è figura emblematica, che sono esponenti della schola caritatis, una delle espressioni piú intense della spiritualità me- dioevale. Sulla filosofia, sulla teologia

e sulla spiritualità di tale epoca le inter- pretazioni e le valutazioni storiografiche sono molteplici e talvolta di- vergenti, ma crediamo che possa essere in gran parte condiviso un giu- dizio di preliminare importanza espresso dal Gilson, il quale ha presen- tato tale epoca come un saeculum modernum, in quanto, a suo avviso, sia Pietro Abelardo sia Bernardo di Chiaravalle sia tutti gli altri autori loro contemporanei, hanno cominciato a prendere coscienza della diver- sità e delle distinzioni tra

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 576 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
, Ugo, l’autore del Didascalicon, che ha eleborato il progetto pedagogico della scuola ed una riorganizzazione enciclopedica del sapere, scrive le pagine intense del De substantia dilectionis et cha- ritate ordinata, per spiegare che l’amore ha origine divina e che le Sacre Scritture prospettano una gerarchia di valori spirituali che culminano appunto nell’amore del Summum Bonum: «mediante l’amore, l’uomo puó gustare le gioie della felicità che lo attende e se ne sente attratto con un desiderio

davvero incolmabile» 6 . Sulla luce benefica e rigeneratrice della caritas scrive anche Giovan- ni di Salisbury, il quale ha studiato presso la Scuola di Chartres: «Proxi- mo - egli afferma - impedit caritatem; celestibus, qui vultui Dei semper assistunt, reverentiam et amorem.,.» 7 , L’uomo associandosi al movi- mento della carità divina, la trasforma cosi in carità fraterna fra le perso- ne e riafferma un vincolo ed una continuità tra cielo e terra, testimo- niando il valore che la trascende

, in attesa della visione beatifica. La dinamica dell’amore verso il prossimo s’intreccia con l’intensità dell’atto contemplativo, evidenziando una complementarietà tra ordine intellettivo e ordine caritativo «Haec etenim contemplatio - afferma in- fatti - quadripartitum parit fructum, utilitatem sui, caritatem proximi, contemptum mundi, amorem Dei» 8 . II primato del valore della caritas è riaffermato dallo stesso Abelardo che, nel Dialogo tra un Fílosofo, un Giudeo e un Cristiano, con Agosti

- no ammonisee: «Dove è la carità, che cosa puó mancare? Ma dove essa manca, che cosa può giovare? Infatti la pienezza della legge è l’amore (Rm, 13, 10)». Di essa si diee, tra l’altro, che sopporta ogni peso e sa resistere a tutto, come del resto Cristo ricorda: «Nessuno ha un amore piú grande di questo: dare la vita per i propri nemici (Gv. 15,13)» 9 . Dopo questa rapida rassegna di autori appartenenti all’ambiente sco- lastico, la nostra ricerca vuole rivolgere la propria attenzione su alcuni aspetti

della vita monastica e, in particolare, vuole riferirsi a Bernardo di 548

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 81 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
Intervento del Prof. Italo BERTONI: II prof. Scotti in uno dei momenti, a mio giudizio, veramente piü in- tensi e felici della sua relazione, ha fatto un riferimento al testo vichiano proponendo un’ ipotesi interpretativa particolarmente raffinata. Io vor- rei che dal livello della raffinatezza intellettuale si passasse ad una even- tuale discussione critica in proposito. La proposta del prof. Scotti è stata questa: Vico contrappone la eccessiva frequentazione dei corpi e la con- seguente

, ha insistito come egli ci abbia richiamato alla biografia della no- stra anima. Su questa linea critica vorrei allora chiedere: «La biografia della nostra anima è oggi veramente avviata verso l’amicizia?» Se si, il discorso allora puó aprirsi proprio sull’ipotesi suggestiva del prof. Scotti, ma se noi rispondiamo no, allora mi domando se esistono, al di là della raffinatezza, della sensibilità profonda della proposta del prof. Scotti, margini possibili, oggi, per una discussione intorno all’amicizia

piú statale, ed uso questo termine per definirla sempre piü incapsulata, organizzata nelle forme proprie dello stato, vale a dire nelle forme pubbliche che investono con cogente indifferenza tutti gli individui. In questa dimen- sione di organicità quasi oppressiva, comunque totalitaria della giustizia che di fatto elimina, anzi vuole eliminare il rapporto interpersonale, io 53

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 645 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
quaerebatur, sed sola regnandi libido. Nostrorum autem omnes labores, omnia pericula, omnia denique inflicta suscepta est pro deo, pro fide proque augenda Christiana religione». 15 (A Greci e Romani poco im- portava della giustizia o di qualsiasi segno di valore, a loro interessava solo l’avidità di potere. Noi invece ci siamo fatti carico di tutte le dif- ficoltà, i pericoli, le controversie e l’abbiamo fatto per Dio, per la fede e per la diffusione della religione cristiana.) Vi è l’orgoglio

di possedere doti di cui gli antichi erano stati portatori, ma che i popoli che a loro seguirono non riuscirono a mantenere. Da qui la convinzione di essere giunti al momento in cui la nazione germanica deve uscire dalla mino- rità e dar prova delle sue intrinsiche virtü. Ma per giungere a questo bisogna conoscere la propria storia. Ai Tedeschi mancano gli storici. Le esagerazioni cui era giunto il Bebel nel decantare l’identità della nazio- ne sono un segno in questa direzione. La mancanza di fonti

germaniche dirette impedisce una comprensione della storia e costringe ad abbando- narsi solo alle fonti della classicità antica. Si sa a questo proposito cosa ne pensasse uno degli umanisti piú noti del tempo, Wilibald Pirkheimer, discendente da una famiglia che molto aveva dato agli studi delle huma- nae litterae. «Quid enim Graeci praeter fabulas de Germanis scripse- runt? Romani vero, quoniam ubique fere propriae studuerunt gloriae, non tam gesta sua maximis extulerunt landibus, quam incommoda

silvicolae» come Konrad Celtis sottolinea in un rifacimen- to parafrastico della Germania di Tacito. Ecco un umanista animato dall’ambizione di dare alla Germania una nuova poesia latina degna di competere con quella italiana ed al tempo stesso impegnato a dare un’identità alla propria nazione tramite la geografia. La Vistola, il Reno, il Danubio e a Nord il Baltico questi i confini della Germania ed esorta i giovani a conoscere «il sito della propria terra, le sue stelle, i suoi fiumi e i monti

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 491 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
sperienza anche l’attenta trattazione che, nella forma del dialogo, esa- mina i comportamenti e le responsabilità dell’individuo entro il proprio ambiente familiare e nei rapporti con la società. Egli immagina che il dialogo si svolga a Padova, dove la sua famiglia è in esilio; qui, in uno di quei momenti di difficoltà che piú inducono a ripensare e a riflettere su vicende e comportamenti del passato, si ritrovano gli anziani di vari rami della casata, convenuti per salutare un loro congiunto

gravemente ammalato, ed essi parlano, pensosi eppur fiduciosi, ai giovani, cercando di trasmettere ad essi il consiglio della loro esperienza e della acquisita saggezza. I primi tre libri del trattato, scritti probabilmente verso il 1434 e ritoc- cati negli anni seguenti, tratteggiano i criteri di vita che sono stati guida per la grande ed estesa famiglia Alberti: essa, che nella mercatura e nella finanza ha sviluppato la propria attività, ha visto trionfare i propri aífari, ha moltiplicato le sue

ricchezze e accresciuto il proprio prestigio, ma che ha subito anche i contraccolpi di disgrazie politiche ed ha dovuto temporaneamente allontanarsi da Firenze, puó ben essere assunta ad e- sempio e simbolo delle grandi casate mercantili che erano state ed anco- ra erano la forza propulsiva dello sviluppo economico italiano e della nuova società fondata sulla sagacia e sulla controllata audacia del mer- cante-imprenditore. Tra Trecento e Quattrocento, nella propria città esse coordinavano e spronavano

Taffinamento della produzione artigiana, ne seguivano o ne creavano le vie in ogni parte d’Europa per la diffusio- ne e l’affermazione dei suoi splendidi prodotti, la sostenevano con un’accorta e complessa politica finanziaria. Ed in ogni centro europeo di mercato erano create «fattorie» autonome eppur collegate alla casa madre, gestite da altri membri della famiglia o da persone amiche e fida- te: nasceva e si saldava una consorteria che a ciascun nucleo familiare lasciava spazi di iniziativa ma che dal

comune ceppo in cui affondava le proprie radici e dallo stretto collegamento di interessi traeva la recipro- ca fiducia e la saldezza dello sviluppo comune. Era la grande impetuosa affermazione della borghesia italiana che instaurava un nuovo modo di vivere nel quale ricchezza e cultura coníluivano, mentre con la sua pro- duzione raffinata e molteplice cambiava il volto dell’Europa. II suo dise- gno di vita non si esauriva infatti nell’accumulo attento della ricchezza e nello sprone per un esperto

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 342 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
RICCARDO SCRIVANO L’AMICIZIA NELLA POESIA E NELLA LETTERATURA ITALIANA «Sentimento vicendevole di affetto, comprensione e fiducia (conci- liato da consuetudine di vita in comune e da affinità di carattere, interes- si, aspirazioni), fra persone che sono o, in forza di questo sentimento si considerano, pari, riconoscendosi gli stessi diritti e doveri reciproci». È questa la definizione che segue il lemma in questione nel Diziona- rio della lingua italiana edito dalla torinese Utet e vulgato

sotto il nome del suo primo direttore, Salvatore Battaglia. Della nozione s’incontrano, nei numerosi dizionari della lingua esistenti, definizioni che puntano su altri elementi, il volere e l’operosità comuni, per esempio, ma dif- ficilmente se ne troverà un’altra siffattamente icastica e cosi ben fondata su una tradizione vocabulistica letterariamente appoggiata. Vi conflui- scono di fatto molte cose che cosi la varia trattatistica attinente, come la pratica letteraria di riferimento hanno svolto

nel corso dei secoli. II dato piü antico è forse quello relativo alla dimensione affettiva che l’amicizia possiede, cosi come Cicerone aveva affermato nel Laelius: «Amor, enim, ex quo amicitia nominata est, princeps est ad benevolentiam co- niungendam». Ma non meno rilevante v’é il tema della parità tra gli amici, che era al centro della riflessione di Torquato Tasso nel dialogo dedicato al Manso in proposito dell’amicizia, proprio in conseguenza della grande amicizia esistente tra di loro

. In questo testo, composto dal Tasso negli ultimi anni della sua esistenza e terminato nel settembre 1592 (sarà pubblicato postumo, solo nel 1596, data da ristabilire rispetto al 1586 fissata nell’edizione critica dell’opera), il tema della parità, o equalità, è al centro deli’intero discorso, considerando questo, da una parte, che amicizia possa esservi solo tra «due persone eguali non sola- mente di libertà, ma d’età, di merito, di valore e di degnità», ma dall’altra che invece diversi erano personaggi

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Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
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1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 507 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
le e nel silenzio e nel posare e nell’operare» 35 . Le regole proposte dal Galateo possono a noi sovente apparire scontate, nella evidenza della loro opportunità, ma non sempre si dimostra poi facile l’attuarle: esse richiedono un autocontrollo continuo, soprattutto un distacco che fini- sce con il coincidere con il disinteresse per quanto avviene intomo a noi e agli altri. In questo costante e distaccato autocontrollo non vi è posto per una vera amicizia né vi è alcun accenno ad essa: essa non

sfiora mai il suo pensiero, Le convinzioni esposte nel Galateo ci appaiono umanamente aride e sembrano riflettere una società che ha ormai perso molti valori ed è in- capace di slanci. Esse sono tuttavia ben radicate nello spirito del Della Casa: l’opera fu composta negli ultimi anni della sua vita, tra il 1551 e il ’55, e pubblicata postuma, ma già cinque anni prima egli aveva pubbli- cato il trattatello De officiis inter tenuiores et potentiores amicos, una operetta che forse egli stesso tradusse

con il titolo Trattato degli uffici comuni tra gli amici superiori e inferiori. Subito ci colpisce, come una stridente contraddizione, la giustapposizione di «amici» e della specifi- cazione «inferiori e superiori». E infatti non di amici egli tratta. Dopo aver premesso, seguendo la tradizionale distinzione aristotelica, che gli uomini sono indotti «a vivere e dimorare insieme» da tre motivi: dal piacere (e «piaceri sono le cose che dilettano i sentimenti del corpo, e le altre le quali Piaceri

sono chiamate») o dall’utilità (su cui si fondano tutte le società per reciproca sicurezza e per cui si stringono i rapporti tra i singoli «per guadagnare e acquistare»), o perché «accesi dalla bellezza dell’onestà e dallo splendore della virtú (...) si uniscono uomini non volgari e meceanici ma virtuosi e buoni, quando quello che è onesto e lodevole non per l’utile alcuno ma per la sua propria forza-e dignità, gli uomini della virtú amatori con fortissimo legame insieme annoda e strin

- ge» 36 , conclude questo alato discorso con una considerazione che ci ap- pare un poco riduttiva ed egoista: questo legame è importante per il «sa- vio» perché lo sottrae alla solitudine. Offerto questo rapido tributo alla tradizionale immagine della amici- zia, il Della Casa passa immediatamente a trattare dei legami utili, e tra questi egli si sofferma sui comportamenti che devono essere tenuti dagli inferiori, servi o dipendenti, nei confronti di chi a loro comanda per ricchezza o per posizione gerarchica

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Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
realizzato il piano concepito nella Critica e ha attuato in modo sistema- tico l’idealismo trascendentale abbozzato da Kant» 9 . E, rivolgendo un chiaro ed esplicito invito a Kant, il Meusel cosi concludeva subito dopo, nello stesso capoverso: «Come è perciò naturale il desiderio del pubbli- co che l’autore della Critica si pronunci pubblicamente sull’impresa del suo piü degno aílievo (über das Unternehmen seines würdigsten Schii- lers, il corsivo è mio), sul fondatore (Urheber, il corsivo

è mio) della filosofia trascendentale!» 10 . Kant accolse l’invito e di li a qualche mese rispose nel Bollettino della stessa rivista, nel n° 109 del 28 agosto 1799, con una Erklarung in Beziehung aufFichtes Wissenschaftslehre, dato che col termine « Unter- nehmen» è proprio alla Dottrina della scienza che il Meusel si riferiva. E dopo aver affermato: «lo considero la Dottrina della scienza di Fichte un sistema totalmente insostenibile» 11 , e questo perché «la pura dottrina della scienza non

è niente di piú, o niente di meno, che mera logica, la quale con i suoi principi non attinge il materiale della conoscenza, ma, in quanto logica pura, astrae dal suo contenuto» 12 , sicché «ricavare da essa un oggetto reale è un’impresa vana, e proprio per questo giammai tentata» 13 ; con esplicito riferimento a Fichte, al suo «entourage», e forse anche a Herder, Kant cosi concludeva: «Un proverbio italiano dice (ein italienisches Spriichwort sagtf. «Gott bewahre uns nur vor unsern Freunden, vor unsern

Feinden wollen wir uns wohl selbst in Acht neh- men’» H . E aggiungeva: «Ci sono amici buoni, ben disposti nei nostri confronti, ma che con tutto ció si comportano in modo sbagliato (goffo, tölpische) nella scelta dei mezzi adatti a favorire i nostri disegni; ma a volte ci sono anche sedicenti amici, ingannatori (betrügerische), subdo- li (ihinterlistige), che macchinano la nostra rovina e tuttavia usano il lin- guaggio della benevolenza ...: da loro e dalle trappole (,Schlingen) che apprestano non

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 383 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
Quello che allora amareggiava la mia beatitudine era la salutare predi- sposizione a rendermi meno gravoso il mio stato attuale. Temprato alla severa scuola della rassegnazione io sono ancora piú sensibile per la consolazione che colgo nel vedere, nella nostra separazione, un lieve sacrificio per pagare al destino il debito della gioia della nostra futura riunione.» 52 Ma Schiller lirico, storico, filosofo, letterato di vaglia e di grande pre- stigio, fu soprattutto drammaturgo, il piu grande

della letteratura tede- sca; ed è soprattutto nel dramma che il tema deH’amicizia viene pro- posto e sviluppato. Non c’é traccia di amicizia nella prima, giovanile tragedia, Die Rauber, tutta segnata dalla violenza per un errato senso della giustizia, calpestata e quindi risanata con le piü nefande atrocità. Eppure, tutta la tragedia è traversata da una delle componenti essenziali dell’amicizia e della fratellanza, cioé dalla solidarietà, vissuta da uomini brutali in maniera brutale ma anche per

questo integralmente sentita. Agli 80, solo 80 banditi accerchiati da 700 uomini in armi con la media- zione di un frate viene offerto totale perdono, libertà piena e decorosa occupazione purché consegnino vivo e legato il loro capo, il grande masnadiero Karl Moor; ma Roller, uno dei malviventi, poco prima sot- tratto da Moor alla forca con la distruzione della città dove era stato arrestato e condannato e con lo sterminio di tanti innocenti, grida: «Chi non è un cane salvi il capitano!» E tutti gli

fanno eco: «Salviamo, salvia- mo, salviamo il capitano!» 53 Piú oltre, il diabolico Spielbeerg, che è Punico che ha sempre tramato contro Moor e negli scontri si è compor- tato da vile, tenta di coinvolgere gli altri nella sedizione; e Schweizer, il fedelissimo, non esita a trapassarlo con la spada, a conferma della sua solidarietà col capo. E solidarietà è ancora quella che lo porta al suicidio quando, promesso a Karl di portargli vivo il maligno fratello Franz, lo trova invece già a sua volta

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