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Category:
History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 477 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Le tappe della libertà Orbene, la determinazione concreta di questi gradi è tema della filoso- fia dello spirito. Per quel che conceme questa determinazione speculati- va, Hegel spiega nella Filosofia della Storia come il primo grado, in quan- to grado immediato, cade nell’ambito della situazione, onde lo spirito è ancora immerso nella naturalità, in cui esiste solo in singolarità non libera (uno solo è libero). II secondo grado è il suo emergere venendo alla co- scienza della sua libertà

. Questo primo elevarsi è però incompleto e par- ziale (alcuni sono liberi), provenendo dall’immediata naturalità e restan- do con ció ancora in rapporto con essa, che continua ad aderirgli come un suo momento. II terzo grado è l’emergere da questa libertà ancora parti- colare alla pura universalità (l’uomo come tale è libero), all’auto-coscien- za e all’autosentimento dell’essenza della spiritualità (10). La prima epoca, dunque, in cui si considera lo spirito, è paragonabile, secondo Hegel, allo

spirito infantile, e corrisponde al mondo orientale. In questo mondo, domina l’unità dello spirito con la natura. Tale «spirito na- turale» (natürlicher Geist) è quello che è ancora presso la natura, non pres- so di sé, che dunque non è ancora libero, che non ha ancora percorso il processo della coscienza della libertà. Anche in questa fase iniziale dello spirito abbiamo religione, arte, stati, i primordi della cultura e della scien- za: ma tutto eiò sta sul piano della natura. II momento dello

spirito è qual- cosa di sostanziale, a cui l’individuo si aggiunge solo come un accidente. Alla volontà dell’uno sono legati gli altri, come bambini, come sotto- posti, ovvero dipendenti senza autonomia. Si realizza perció l’esperienza della sostanzialità: l’uomo esperimenta se stesso come parte del tutto, co- me momento della totalità, la quale è la sola realtà che è in sé e per sé. Si deve perciò dire che non c’é differenza ontologica fra Dio e il mondo, fra l’uomo e la natura, fra la persona

e il genere, ma solo nel mondo ebraico è presente l’inizio di questa differenza con le nozioni di Dio come unico spirito e della creazione. II secondo comportamento dello spirito è quello della separazione, del- ladifferenza, mediante l’autoriflessione: l’emergere dallamera ubbidien- za e fiducia. Tale comportamento, alla luce della filosofia, significa «l’espansione dello spirito nella coscienza della libertà» (11). Ed esso, dal punto di vista della successione cronologica, contiene la storia del mondo

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 279 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
sa da Kant alla ricerca filosofica, resta tuttavia uno iato difficile da col- mare tra la condizione suprema della moralità e l’esperienza fattuale dell’agire morale. In altre parole, di fronte alla maestà della legge che la volontà dà a se stessa, la coscienza vuole tuttavia sapere se ció che essa compie, e quindi l’azione nella sua singolarità, sia intrinsecamente buo- na. La coscienza infatti possiede nelia legge solo Luniversale, mentre Lagire è sempre individuale. Cosi quando la legge

comanda: «agisci in base ad una massima che possa valere a un tempo come legge universa- le», la difficoltà non consiste tanto nell’intendere come una massima, sempre soggettiva, possa trasformarsi in una legge oggettiva. L’autoedu- cazione della volontà all’universalità si realizza infatti nel passaggio dairuniversalità soggettiva della massima all’universalità oggettiva della legge, ma sempre all’intemo del terreno dell’universale. II passaggio dall’una all’altra è reso possibile dal fatto che

entrambi sono «principi pratici» e quindi «contengono una determinazione universale della vo- lontà» (51). Di tutt’altranatura è invece il passaggio all’azione: qui l’uni- versale deve saltare oltre se stesso in ciò che gli è qualitativamente oppo- sto, nell’unicità singolarizzata dell’azione. Anche quando viene invocato l’intelletto, come la facoltà capace di mediare l’applicazione della legge morale «agli oggetti della natura» (52), questo non ha altro da offrire che la pura forma della legge

di natura come il «tipo» della legge morale. Ma con ció non viene ancora attuata mediazione alcuna tra uni- versalità e singolarità: il «tipo» è sempre qualcosa di universale e la dif- ferenza qualitativa con la singolarità dell’azione resta incolmabile. Se l’essenza del comandare consiste nel potere dirigere e padroneg- giare l’efficacia dell’agire, il comando della ragion pratica rischia di ri- manere svuotato della sua essenza finché non si trova il passaggio dall’universale al singolare. II bene che

dovrebbe essere reso possibile daH’autodeterminazione della volontà finisce per non raggiungere mai la singolarità dell’azione, la quale si trova cosi sguamita della possibilità di sapersi come buona e cattiva. Beninteso qui non si tratta di pretendere dalla ragion pratica ciò che essa non puó offrire, se non cessando di essere «pratica» per se stessa e non in vista di altro da sé; non si chiede cioé che essa offra schemi di azione o principi da applicare alle situazioni e regole per quest’applicazione

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 287 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Interventi sulla relazione II Prof. Pietro FAGGIÖTTÖ svolge le seguenti considerazioni: «II tema della li- bertà puó essere trattato, e viene effettivamente trattato in questo Convegno, da mol- teplici punti di vista: dal punto di vista storico, da quello linguistico, da quello let- terario. Ciascuno di questi punti di vista introduce una particolare prospettiva e con- tribuisce a illuminare la problematica della libertà nella sua interezza. II Prof. Chiereghin ha scelto il punto di vista

filosofieo, anzi specificamente me- tafisico, che potrebbe apparire a prima vista troppo astratto, troppo lontano dalla concretezza della vita umana, ma che in realtà è intimamente connesso con questa perché è rivolto a sondame in qualche modo la profonda stmttura ontologiea. È pos- sibile alTuomo un atto di libertà che si affranchi dal meccanicismo dominante nel mondo naturale? II Prof, Chiereghin si è soffermato sulla risposta che a questo problema è stata da- ta dalla metafisica kantiana. Sono

d 5 accordo con il relatore che debba parlare di una metafisica kantiana, come vera e propria forma di conoscenza teoretica e non come semplice postulato della ragion pratica. Tradizionalmente la filosofia kantiana è pre- sentata come una forma di antimetafisicismo che nega la possibilità che la metafisica possa costituirsi sul piano della ragion pura. Ma, come cercheró subito di spiegare, questa interpretazione tradizionaie va ridimensionata. Come è noto, la risposta di Kant al problema della libertà

umana si articola sulla base della distinzione tra fenomeno e noumeno. Dal punto di vista fenomenico il comportamento delTuomo è sottoposto, come qualunque altro processo naturale, al piu rigoroso meccanicismo. «Se ci fosse possibile avere del modo di pensare di una persona, quale esso si manifesta nelle azioni inteme non rneno che esteme, una ve- duta cosi profonda da svelarci ogni suo movente, anche minimo, conoscendo insie- me tutte le occasioni esteme che agiscono su quel modo di pensare

, si potrebbe pre- vedere il comportamento di una persona in futuro con la stessa certezza di una eclissi di luna e di sole» {Kritik der praktischen Vernunft, ediz. dell’Accademia di Berlino, vol. V, p. 99). Questa visione meecanicistica alla Laplace, che sembrerebbe essere la negazione piú radicale e totale della libertà, vale peró soltanto sul piano della Erscheinung, del fenomeno. Sul piano invece del noumeno, cioé dell’essenza piú profonda, intelligi- bile della realtà umana, la nostra condotta è per

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 294 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
cetto di libertà, Nelle Lezioni sulla storia della filosofia Hegel afferma che relativa- mente al concetto di libertà Kant aveva posto il piede sull’ultima cima. Anche se le Lezioni derivano dagli appunti degli scolari e quindi non costituiseono un testo pro- priamente hegeliano, mi piace pensare che quella frase sia stata effettivamente pro- nunciata da Hegel, Chi ama e pratica la montagna puó apprezzare a fondo la metafora impiegata da Hegel: Kant ha posto il piede su una cima che non era

stata ancora con- quistata da nessuno; ma non basta, perché quella era anche Yultima cima che restava inviolata. Da parte di Hegel si tratta di un riconoscimento non da poco: ció significa che per Hegel stesso non rimanevano altre cime da conquistare, ma semmai si trattava di rielaborare e rifondare I’intero cammino della tradizione filosofica occidentale. Relativamente poi al problema della differenza che sussisterebbe tra l’oggettività di un bene che attira a sé, propria della concezione classica

, e il principio della sog- gettività che domina invece nell’etica kantiana, non v’ è dubbio che le differenze so- no radicali. Tuttavia se andiamo a vedere i caratteri strutturali con cui si presenta il rapporto che il principio trascendente intrattiene col divenire, ad esempio in Aristo- tele, e il principio della libertà che trova espressione nella legge morale in Kant, pos- siamo trovare delle non trascurabili affinità. Si sa come Aristotele, per poter spiegare come possa accadere che il principio del

tutto è ragione del divenire senza essere per questo inficiato in qualche modo dal mu- tamento, traspone arditamente dal piano dell’esperienza psicologica al piano cosmico il rapporto di desiderio e di amore. Come ció che si ama ci attira senza che in esso nulla muti, altrettanto un primo motore puó essere causa del movimento come ogget- to del desiderio e dell’amore, senza essere esso stesso mosso. All’intemo della costi- tuzione soggettiva deil’uomo, Kant si trova di fronte a un problema analogo

: si tratta di spiegare come la legge morale possa agire sulla parte sensibile dell’uomo senza essere inficiata dalle sue limitazioni. Quando Kant indica nel sentimento puro del ri- spetto (e il sentimento appartiene alla sensibilità) l’unico indubitato «movente» mo- rale, egli mette in campo una stmttura profondamente affine, formalmente, alla fun- zione svolta dal desiderio e dall’amore aristotelici. Infatti l’imperativo etico attiva nel sentimento di rispetto un rapporto della sensibilità alla legge

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 293 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
del Giudizio con quando è detto nella Critica della ragion pratica non possiamo non avvertire un’incongruenza, Nella terza Critica la libertà appartiene agli scibiiia, è una resfacti, una Tatsache, sottratta sia ail’arbitrio dell’opinione sia al soggettivi- smo della fede, dimostrabile mediante le leggi pratiche della ragion pura e nelie azio- ni che vi si conformano e quindi nell’esperienza. Nella seconda Critica la libertà compare invece tra i postulati, anche se in una posizione piú defilata

rispetto ai po- stulati deirimmortalità dell’anima e dell’esistenza di Bio. Credo tuttavia che l’in- congruenza si possa sciogliere se guardiamo a quello che della libertà diventa og- getto di postulato, La libertà che viene postulata è quella necessaria come condizione di realizzabilità del sommo benc, si tratta quindi dell’effettiva possibilità da parte del libero arbitrio di resistere agli impulsi e di uniformarsi al comando della legge morale. L’uso della libertà da parte deH’arbitrio come

di un «potere» di compiere realmente ciò che comanda il «dovere» è qualcosa che non appartiene agli scibilia né alle Tatsachen, bensi alle Glaubenssachen, ai postulati della ragion pratica. Non c’é dubbio, poi, come osservava il Prof, Bertoni, che nel gioco che s’istituisce tra libertà umana e libertà divina, l’assolutezza con cui la forma della legge si presenta in Kant potrebbe indurci a far coincidere questa assolutezza con la non- libertà e quin- di con una vera e propria negazione della libertà. Penso

tuttavia che anche qui bisogna ricorrere ad una distinzione che diventa fondamentale nelle ultime opere di Kant, nel- la Religione nei limiti della pura ragione e nella Metafisica dei costumi, vale a dire ia distinzione tra Wille e Wilikttr, tra volontà e arbitrio. Della volontà nella Metafisica dei costumi Kant dice con apparente paradosso che essa non puó essere concepita né come libertà né come non libertà, mentre propriamente libero è solo l’arbitrio. Che la volontà non si possa dire né libera

né non libera ha fatto pensare a molti interpreti a un clamoroso capovolgimento dell’atteggiamento dell’ultimo Kant, che avrebbe fatto coincidere volontà e necessità, In realtà penso che le cose stiano altrimenti. La volontà non è né libera né non libera perché è fondamento della libertà delLarbitrio; come principio di libertà essa giace al di là dell’alternativa tra l’essere libero o non hbero; ció non significa che allora essa sia identica alla necessità, ma al contrario che essa è condizione

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 328 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Riassunto in lingua italiana KARL EGON LÖNNE LA «RELIGIONE DELLA LIBERTÀ» IN CROCE Nella sua «Storia d’Europa nell’Ottoeento» Benedetto Croce ha rappresentato lo sviluppo storico sotto il segno della libertà. Egli vedeva la libertà come elemento co- stitutivo della storia, come la sua vera essenza, il suo vero impulso. Inoltre la defi- niva come postulato etieo-politico attraverso cui gli spiriti piu nobili di tutta Europa si orientavano e si entusiasmavano. Diventando convinzione operante

la libertà non rimaneva soltanto principio di sviluppo della storia e postulato etico, ma diventó re- ligione della libertà che per i suoi seguaci divenne il senso piü importante della loro vita. Cosi Croce riconobbe il compito vero ed essenziale della storiografia nella rap- presentazione dello sviluppo della libertà nelle sue espressioni concrete cosi come è stata sempre realizzata nuovamente ed a seconda delle condizioni storiche a dispetto di tutte le contestazioni e resistenze. Per Croce

il grandioso disegno della religione della libertà fu il centro dispensa- tore di energie della sua opposizione al regime fascista del suo paese. Contempora- neamente fu peró anche una tappa nello sviluppo del suo pensiero che il filosofo por- tó avanti nel contenzioso con correnti spirituali del suo tempo e con le loro conse- guenze etico-politiche. Si pensi alla critica crociana del marxismo cosi come alla sua lotta contro il positivismo che peró non condusse principalmente solo nel campo dell’estetica

e della scienza della letteratura. Già queste ma anche altre discussioni Croee incentró su aspetti della libertà; sulla libertà di pensiero rispetto alla cono- scenza resa assoluta soggettivamente, sulla libertà del giudizio estetico rispetto a metri consolidati, sulla libertà di azione rispetto a dottrine politiche di salvazione. Tenendo presente questo impegno a favore di richieste di libertà di vario tipo, non c’é da meravigliarsi che il disegno di Croce di una religione della libertà rappresenti

il culmine del suo impegno battagliero per la libertà, ma non la sua fine. Lo sviluppo della lotta per la libertà lo condusse piuttosto verso un’opposizione spirituale sempre attiva contro il fascismo ed il nazionalsocialismo ed infine, dopo la loro caduta, ver- so una decisa presa di posizione contro il marxismo visto come nucleo di una mi- naccia politica che stava prendendo forma e che immediatamente dopo la seconda guerra mondiale comportó il pericolo di un’espansione dell’influenza russa anche

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 273 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
senza che sia mai possibile raggiungerlo né, identificandosi con esso, pa- reggiare la sua perfezione. 3. Credo che l’esame dei caratteri costitutivi della nozione kantiana di li- bertà offra una giustificazione sufficiente della necessità di fronte a cui Kant venne a trovarsi di collocare l’etica come metafisica dei costumi airintemo del sistema della ragion pura. Ma il principio della libertà consente d’intendere la metafisicità dell’etica non semplicemente come una parte del sistema, che

si colloca accanto alla filosofia della natura, ma di assegnare all'etica una funzione fondativa nei confronti dell’intero sa- pere metafisico. Se ci riferiamo alla formulazione piu matura data da Kant del concetto di libertà, contenuta nel paragrafo 91 della Critica del giudizio, troviamo che la libertà, lungi dall’essere solo un’ipotesi o un’esigenza pratica, deve essere annoverata tra le resfacti, tra le Tatsa- chen, non certo di natura empirica, bensi come un fatto, e quindi una re- altà oggettiva

, della ragione. Cose di fatto sono gli oggetti dei concetti, di cui puó essere provata la realtà oggettiva sia mediante la ragione sia me- diante l’esperienza. Ora «ciò che è molto notevole», afferma Kant «é, che tra le cose di fatto si trovi anche un’idea della ragione (che in sé non è ca- pace di alcuna esibizione dell’intuizione, e quindi di nessuna dimostra- zione teoretica della sua possibilità); ed è questa l’idea della libertà, la cui realtà, come una specie particolare di causalità (il cui

concetto sarebbe trascendente dal punto di vista teoretico), si puó dimostrare mediante leg- gi pratiche della ragion pura e, conformemente a queste, nelle azioni reali, e quindi nell’esperienza. Tra tutte le idee della ragion pura è l’unica di cui l’oggetto sia una cosa di fatto, e debba essere messa tra gli scibilia» (27), come oggetto di sapere, quindi, e non di mera opinione o credenza. Nonostante sia impossibile esibire un’intuizione corrispondente al concetto della libertà (e l’esibire ha appunto

il significato del dimostrare in senso teoretico), la libertà deve avere tuttavia uno specifico modo di accessibilità, che si caratterizza proprio come sapere, dotato di non mi- nore cogenza dimostrativa di quella legata all’intuizione empirica in sede teoretica. Tale forma di accessibilità si rende visibile solo se ci volgiamo ai caratteri dell’atto della ragione che sta unitariamente alla base tanto della ragione teoretica quanto della ragion pratica. «La ragion pratica» in- fatti, afferma Kant, «ha per

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Page 491 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
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sere temporale. Con questo si introduce in essa l’organizzazione. Ella è il Regno di Dio, il presente conquistato, la vita, conservazione e piacere dello Spirito» (90). In questa misura la Chiesa ha eliminato dall’intemo l’indirizzo polemico della comunità iniziale riguardo ad una mondanità esistente fuori di essa e ha re-introdotto le istituzioni dell’eticità: la fami- glia, la proprietà, le leggi e il governo. Quindi: «si tratta che si configuri dal seno della stessa Chiesa una vita libera

, una vita politica e di diritto privato a partire da principi etemi, un impero razionale mondano confor- me all’idea della libertà e all’assoluto del diritto». Non si tratta di una teocrazia. Infatti: «nella misura in cui la legge, il razionale e l’universale appartengono cosi al mondano, alla Chiesa le resta la cura delle anime dei singolari, della soggettivitàparticoiare; l’universale mondano si converte in una cosa autonoma» (91). Secondo le Lezioni del 1824 la realizzazione della fede cristiana

nella storia porta nel presente mondano quella riconciliazione che nel piacere eucaristico si proiettava in un aldilà, in un cielo ultraterreno, in un passato e in un futuro. Tuttavia per arrivare a tale riconciliazione nel presente mondano «il Regno di Dio nella comunità» deve traversare la tripla og- gettività del cuore, delTintelletto e del Concetto. Nell’oggettività del cuo- re, cioé nel rude mondo medievale la Chiesa lotta con il mondano e cade corrotta dalla mondanità. Nella oggettività della

riflessione si presentano due tappe. Nella prima, le istituzioni dell’eticità (famiglia, proprietà e Stato) ottengono «la testimonianza dello Spirito di essere rapporti essen- ziali», contro Tautorità della Chiesa che rivendica i tre aspetti della vita monacale (castità, povertà e ubbidienza). Nella seconda tappa non solo si discute Tautorità della Chiesa ma anche la sua dottrina. II dogma della Trinità, il processo della grazia, Tunità della natura divina e umana sono eliminati in nome delTidentità

astratta della religione maomettana (92) e della religione dellTllustrazione (93). Davanti a questo svuotamento pro- dotto dalla riflessione «il contenuto religioso si fuga nel concetto» per trovare li la sua giustificazione o, per contro, si rifugia «nella forma del sentimento o della sensazione... rinuncia a sapere un contenuto, di manie- ra che la santa Chiesa non possiede già piú nessuna comunione (Gemein- schaft) e si disgrega in atomi» (94). In quest’ultimo caso il sentimentali- smo

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Page 20 of 564
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Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
nel modo migliore ed esprime l’augurio di un proficuo lavoro. La Dr. MARIA SERENA POMPILI porge un cordiale saluto a no- me del Commissario del Governo della Provincia di Bolzano spia- cente di non essere presente per motivi di salute. «II suo interesse per i convegni culturali organizzati dalLAccade- mia è sempre stato altissimo e la mia presenza qui è testimonianza di questo, soprattutto quando le cose vengono fatte ad un un cosi alto li- vello quale quello espresso in questa sede

All’inaugurazione del eonvegno internazionale di studi italo-tede- schi, il Sindaco di Merano GIUSEPPE ROSSI porta ai convenuti il saluto della città: «Città che è orgogliosa di poter annoverare fra i tanti momenti di cultura anche questo convegno di studi italo-tede- sehi, arrivato alla XXI edizione. Un’edizione nel corso della quale l’argomento che verrà trattato ed approfondito è un argomento a tutti molto caro, quello della libertà». II Sindaco è certo che Merano accoglierà i convegnisti

». La dottoressa Pompili conclude rinnovando i saluti alle Autorità e ai congressisti e augurando buon esito ai lavori di studio. Prende la parola il Dr. THIETMAR BACHMANN Vice Console della Repubblica Federale di Germania a Milano: «Signor sindaco, egregi partecipanti, signore e signori, è un grande piacere per me poter essere presente all’apertura del XXI congresso dell’Accadenqa degli Studi italo-tedeschi di Merano in rappresentanza del Console Generale della Repubblica Federale di Germania il quale

, purtroppo, è stato trattenuto da altri impegni. II congresso verte sul te- ma «II pensiero della libertà nelle culture dell’area italiana e tedesca». Lo spunto in virtü del quale proprio questo tema è stato scelto per il simposio dell’anno 1989 dev’essere ricercato in un avvenimento che trae la sua origine al di fuori delle culture dell’area linguistica italiana e tedesca ma che successivamente le ha influenzate in modo duraturo. Quest’anno si celebra il 200esimo anniversario della Rivoluzione Fran

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Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 288 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
La posizione della realtà fenomenica è infatti logicamente connessa in Kant con la posizione della realtà noumenica: la natura del fenomeno è tale da implicare la di- pendenza da qualcosa che non è fenomenico, da una realtà in sé, noumenica. Ora, per il fatto stesso che il meccanicismo naturale è limitato da Kant alla sfera feno- menica, l’uomo nella sua essenza noumenica, è già sottratto a tale meccanicismo, è già riconosciuto nella sua piena autonomia, nella sua intrinseca, assoluta libertà

. II modo di «apparire» dell’azione umana nel tempo è soggetto al meccanicismo, ma la radice ultima di ogni azione umana è fuori del tempo, è una scelta unica, assoluta, quella «scelta del destino» che già Platone adombrava nel mito di Er. Ripeto che qui l’affermazione della libertà umana, operata da Kant, non è un sem- plice, se un pur pregnante, postulato morale, ma una schietta inferenza teoretica, una vera e propria asserzione metafisica. Tale asserzione metafisica ha tuttavia in Kant un limite

, e giustamente pertanto il Prof. Chiereghin parla della metafisica come conoscenza del limite. II limite è questo: che, pur potendo noi conoscere 1’esistema di una nostra radice noumenica - e l’esi- stenza in essa della nostra libertà - non possiamo conoscere la sua intrinseca costitu- zione (innere Beschajfenheit). Ma qui bisogna intendere bene ció che vuol dire Kant quando parla di conoscenza delTintrinseca essenza di un oggetto. È necessario rife- rirsi alla conoscenza matematica. Noi possiamo, ad esempio

, conoscere l’intrinseca costituzione di un triangolo, perché noi stessi lo costruiamo, e da questa sua costru- zione possiamo dedurre tutte le sue proprietà con assoluta necessità logica. Questo tipo di conoscenza non è però realizzabile in una metafisica che assume come oggetti l’io noumenico, il sostrato intelligente della natura e Dio, perché la loro intrinseca es- senza non è stata certo costruita da noi e non possiamo quindi conoscerla esaustiva- mente e dedume tutte le proprietà. Nel caso della

libertà possiamo riconoscere l’esi- stenza, ma non possiamo vederla scaturire daila nostra essenza noumenica. Ma allora è chiaro che la metafisica che Kant nega è la metafisica del razionalismo modemo, in particolare la metafisica di tipo spinoziano che pretendeva realizzarsi more geometrico. Non era questa la pretesa della metafisica classica, che era ben consapevole del proprio limite. Pertanto, nell’atto di negare la possibilità della meta- fisica come scienza di tipo geometrico, Kant non viene

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Category:
History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 489 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
infinito, perché è oggetto della grazia divina» (77). Hegel conclude che mediante la fede, l’amore e la grazia «la riconciliazione deve cosi avve- nire non solo nell’unico individuo divino-umano, ma in tutti; cosi avviene che Cristo abita nella sua comunità ed entra nei cuori di tutti» (78), ed in tal senso Egli (Cristo) è lo spirito, lo Spirito Santo. Siamo al momento culminante della concezione hegeliana del cristianesimo come il vero scopritore dell’ultima e radicale fase della libertà

mediante tutta la sua dogmatica, ma specialmente per la dottrina della grazia come inhabitatio dello Spirito nell’anima (79). In questo senso, il cristiano, anche col dogma del peccato originale co- nosce l’infinita rottura (Bruch) della soggettività, «cioé della soggettività separata da esso» (80). DaH’inquietudine deH’infinito dolore, sorge il movimento verso la conversione, e perció, per Hegel «l’infelicità diviene comprensibile: è l’infelicità felice, la beatitudine della sfortuna» (81). II tema

fondamentale della religione cristiana è quindi I’infinitezza della grazia di Dio e dello Spirito, la sua elevazione nel «regno di Dio» quale unico mondo vero, con la posposizione di tutti i vincoli mondani (82). Lo spirito come libertà nel cristianesimo Hegel, dunque, esalta il cristianesimo come il portatore dei valori fon- damentali dello spirito (Geist), che l’ebraismo e l’ellenismo avevano ap- pena intravisti ignorandone la piü autentica realtà: la conoscenza e l’amo- re di Dio Uno e Trino

, la creazione e la provvidenza dell’ordine della na- tura e della grazia, la libertà di Dio e quella di tutti gli uomini perché da Lui creati a sua immagine e tutti ugualmente figli suoi nel Figlio, mentre l’antichità discriminava gli uomini in liberi e schiavi, in maschi e femmi- ne, in ebrei e gentili (83). Questa somma coscienza della libertà del cristiano passa, quindi, per Hegel, a produrre conseguenze nel mondo. L’uomo ha una nuova capa- cità, dynamis, in quanto è punto di partenza come Ansichsein

«di queW energeia nuova dello Spirito» (84). La prima conseguenza di questa nuova energeia nei riguardi della realtà temporale è l’abolizione della schiavitü, già ricordata. Per Hegel, «questa (la schiavitü) è impossibile nel cristianesimo, perché nell’uomo si vede ora ciò che esso è in sé (85). Ed Hegel aggiunge che contro ciò non si puó quindi nemmeno obiettare che ancora oggi sussiste schiavitú, e neppure appellarsi al modo in cui es- sa è cessata, perché in realtà: «essa non è stata soppressa

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 276 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
diante una legge apodittica della ragion pratica, costituisce ora la chiave di volta dell’intero edificio di un sistema della ragion pura, anche della speculativa» (39). La libertà svolge quindi la funzione della chiave di vol- ta di un arco, in cui vanno a saldarsi le due parti del sistema della ragion pura, la metafisica della natura e la metafisica dei costumi, simboleggiate dalle due parti deH’arco. Ciascuno degli elementi delle due parti dell’arco (i «conci», nel linguaggio della scienza

delle costruzioni) 11011 è in grado di reggersi da solo finché manca la chiava di volta; solo quando questa è presente, allora i conci stanno su per mutuo contrasto che è la chiave di volta stessa a determinare; questa infatti puó generare il contrasto proprio perché è príncipio e non parte del sistema di contrasto. Altrettanto, nel si- stema della ragion pura, la metafisica della natura e dei costumi si oppon- gono in un mutuo contrasto che è attivato proprio dal comune riferimento all’idea della

libertà: il mondo della natura e le categorie che lo determi- nano sono indeterminate moralmente e condizionate empiricamente, mentre il rnondo dei costumi e le categorie della libertà sono determinati dalla legge morale ed empiricamente incondizionati. Nell’arco Í singoli conci ricevono la loro stabilità dal fatto che la chiave di volta scompone il peso di ciascuno di essi in due forze, delle quali la chiave di volta assorbe la componente orizzontale e i pilastri di portata la componente obliqua

: la risultante è un sistema statico di forze che appaio- no reciprocamente equilibrate in virtu delia loro opposizione. È quanto descrive Kant eon analogia perfetta: grazie al concetto della libertà, «tutti gli altri concetti (quelli di Dio e dell’immortalità), i quali, come semplici idee, nella ragione speculativa rimangono senza sostegno, ora si uniscono ad esso e ricevono con esso e per mezzo di esso la stabilità e la realtà og- gettiva, ossia la loro possibiiità è dimostrata dal fatto che la libertà

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Category:
History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 492 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
fede ha diviso la comunità cristiana in tre stamenti: quello deila religione ingenua e della fede, quello deirintelletto e dell’Illustrazione e quello della comunità filosofica. Emerge cosi l’evidenza della finalità e della ne- cessità della filosofia della religione: «mostrare la ragione della religio- ne... riconciliare la ragione con la religione nelle sue varie configurazioni, riconoscere queste almeno come necessarie» (95). Nelie Lezioni del 1827 le tappe della realizzazione spirituale

della co- munità cristiana (96) si trovano meglio ordinate che nelle Lezioni prece- denti. Nell’inizio del processo si pone l’esigenza che la riconciliazione non resti solo neH’ambito del cuore ma che arrivi al mondo in generale (97). Questa premessa si sviluppa in tre momenti: nell’astrazione mona- cale la riconciliazione si ottenne nel ripiego essenziale del cuore davanti alla mondanità (98); cosi si configura un equilibrio instabile fra Chiesa e mondanità, nel quale i termini opposti si succedono

in un rapporto di do- minazione senza arrivare a una riconciliazione (99). Questa si reaiizzerà solo quando «il principio deila libertà» penetri nelle istituzioni dell’eti- cità in modo che queste divengano «divine peró non saere», come lo era- no le istituzioni monacali (100). Questa riconciliazione col mondo non si realizzó nella cristianità medievale; Hegel qui non specifica, come in altri passaggi (101), che essa cominció a operarsi nella riforma luterana. Tut- tavia il principio della libertà deve

essere plasmato non solo nella realtà etica ma anche nell’idealità del pensare e qui torna a configurarsi una nuova antitesi: quella del pensare astratto deH’illustrazione e del senti- mento pietista, i quali si sono accordati per svuotare il contenuto del dog- ma cristiano (102). In questo momento «il contenuto si rifugia nel con- cetto e riceve la sua giustificazione del concetto (hegeliano)» (103). In margine a questa riconciliazione per la filosofia sono rimasti gli stamenti della religiosità

immediata e deH’Hlustrazione (104). Tuttavia le prospet- tive pessimistiche del Manoscritto (105) sono cambiate: lo spirito finito «arriva a questa riconciliazione e la produce nella storia mondiale». In aperta sfida all’interpretazione luterana di Filippesi 4,7, Hegel proclama con audacia che la menzionata riconciliazione è «la pace di Dio che non è superiore a ogni ragione» (106). Nelle Lezioni del 1831, Hegel propone una sintesi del processo della realizzazione della comunità nel mondo, dei due cicli

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 449 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
l’uomo può nutrire allo scopo di orientare il proprio comportamento pra tico. Dal primo punto di vista, quindi, i temi della pace, del progresso e della libertà divengono degli interrogativi rispetto ai quali la filosofia è chiamata a proporre una risposta, Dal secondo punto di vista, invece, do- po aver posto in luce le possibili soluzioni negative e positive presenti nella storia umana, rileva, per i grandi temi indicati, la natura teleologica che li colloca appunto sul piano delle speranze

deH’umanità; ciò, peró, viene compiuto senza far perdere importanza a tali tematiche e senza re- legarle neirambito velleitario delle utopie. Le argomentazioni kantiane delle quali ci stiamo occupando vengono elaborate in una serie di scritti minori di carattere politico e giuridico, nei quali accanto al problema della libertà, Kant affronta i temi della pace, del significato da attribuire airilluminismo e della filosofia della storia. In tali scritti, quindi, abbiamo una trattazione di confine tra

la filosofia del diritto e la filosofia della politica, tra l’antropologia e la filosofia mo- rale; perciò Lelemento, per cosi dire unificante, è dato appunto dal tenta- tivo di elaborare una filosofia della storia fondata sul duplice riferimento alla natura dell’umanità e alia coscienza morale del singolo uomo. Iniziamo, quindi, la trattazione specifica concemente la filosofia della storia, riferendola al saggio «Idea di una storia universale dal punto di vi- sta cosmopolitico», per continuarla poi

attraverso l’esame di altre opere riferite in nota di volta in volta, Nel predetto saggio, riferendosi alla storia delLumanità, Kant pone in luce come in essa sia presente un lento pro- gresso verso la libertà interiore della coscienza umana; da tale punto di vista, egli sostiene che «la storia, che si propone di narrare queste mani- festazioni, per quanto profondamente occulte possano essere le loro cau- se, fa tuttavia sperare di essere in grado di scoprire nel gioco della libertà umana, considerato

in grandi proporzioni, un ordine per cui ció che nei singoli individui si rivela confuso e irregolare, nella totalità della specie possa riconoscersi come sviluppo continuato e costante, anche se lento, delle sue tendenze originarie» (1). Questo sviluppo, perció, fa presuppor- re come per il filosofo di Könisberg ci sia un effettivo miglioramento del- la storia stessa; ció, d’altra parte, viene ribadito in molti punti delle sue opere, anche se il discorso è molto prudente e si traduce spesso nell’evi

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 490 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
da disposizioni estrinseche, ma è lo Spirito che l’ha eliminata» (86). L’altra novità, la seconda, è il principio deH’interiorità dell’uomo in rapporto all’accidentale. Hegel spiega cosi questo principio dell’interio- rità: «L’umanità sta su questo terreno di libera spiritualità in sé e per sé, e da essa deve procedere ogni cosa. II luogo in cui lo Spirito divino deve abitare ed essere presente è l’interiorità spirituale, e diventa il luogo della decisione rispetto ad ogni accidentalità

» (87). Da ció segue che quanto già considerammo presso i Greci e gli Orientali come principi della mo- ralità, non è piú orientato, nel mondo cristiano, secondo la medesima con- notazione, ma secondo il principio della libertà assoluta in Dio. La libertà greca era quella della felicità e del genio, era ancora condizionata da schiavi e oracoli: ora invece si fa innanzi il principio della libertà sogget- tivaradicale dello Spirito. La libertà degli Orientali, incluso gli Ebrei, era quella della dipendenza nel

timore servile: l’uomo cristiano invece non è piú in situazione di dipendenza, ma in quella dell’amore, nella coscienza di appartenere per la grazia di Cristo all’Essere divino. La terza conseguenza nei riguardi della realtà temporale, secondo He- gel, è l’emergere di due mondi: «da un lato un mondo sopra-sensibile, ma che appartenendo alla coscienza soggettiva, sta allo stesso tempo sulla terra, e si lega all’esistenza, la Chiesa; dall’altro la terra mondana, lo Stato che anzitutto è deputato

al reggimento della realtà finita» (88). Né l’elle- nismo, né del resto l’oriente, incluso anche l’ebraismo, erano consapevoli di questa differenza fra la Chiesa e lo Stato. Infatti, in un certo senso per il primo tutta la realtà umana si realizzava all’intemo della realtà Stato- città, e per il secondo non c’era altra dimensione per la realtà temporale che quella immediatamente religiosa. La realizzazione della libertà cristiana Tuttavia, la realizzazione temporale di questa nuova energia del cristia

- no con le conseguenze storiche menzionate ha anche una progressione che viene indicata da Hegel in modo speciale nelle Lezioni di Filosofia della Religione. Secondo il manoscritto del 1821, la comunità formata a partire dell’inabitazione dello Spirito, esplicita la sua fede in una dottrina sulla base della Bibbia e della Tradizione e per la sua propria «autorità per... determinare progressivamente la sua dottrina» (89). Questa comu- nità formata è la Chiesa «la quale, in quanto esistente, è diffusa

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 451 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
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Intern ID: 62158
recchie generazioni successive. Intanto, questo cammino, che per la spe- cie intera va dal peggio al meglio, non è precisamente lo stesso per tutti gli individui» (5). Dobbiamo rilevare che, in effetti, in questa affermazio- ne, sono già chiari i termini kantiani della questione consistente, appunto, nel voler contemperare le esigenze teleologiche della storia con quelle della moralità del singolo uomo ed, inoltre, le istanze della perfezione della specie con quelle della libertà morale della

coscienza individuale. Su tale linea, perció, il perfezionamento è da attribuire alla natura e non all’uomo; ribadisce cosi il nostro pensatore che «la storia della natura co- mincia col bene, perché essa è opera di Dio; la storia della libertà comin- cia col male, perché essa è opera dell’uomo. Per l’individuo che, nell’uso della sua libertà, non mira che a sé stesso, questo mutamento fu una per- dita; fu un guadagno per la natura, la quale non ha di mira che la specie» (6). Qui la specie e l’individuo

- te dell’umanità nel divenire storia. Se torniamo, dunque, ad osservare il progresso nelle costituzioni poli- tiche degli stati, troviamo che, secondo Kant, la guerra è un male per gli uomini, ma è giustificata per il progresso della specie; cosi, una pace pre- matura può produrre per i popoli una rovina piü grave in futuro; perció la pace stessa, che nel suo vero significato deve essere l’emergere definitivo della ragione nella storia, puó costituire soltanto lo stato finale dell’uma- nità nel suo cammino

valutazione dell’importanza da attribuire agli eventi accaduti. Anche in questo caso, siamo di fronte al solito metodo kantiano in base al quale ció che vale dipende dall’universalità della ragione e non dall’og- 433

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¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 421 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
politica e alla società fini per arruolarsi nell’ar- mata prussiana come semplice soldato. La sua autobiografia è preziosa per diversi motivi: include la descrizione di un mondo che di solito ci rimane nascosto (osterie, bordelli, il mondo degli umili...). Descrive gli avvenimenti della Rivoluzione francese osservandoli con gli occhi di colui che vive in provincia e questo è una rarità. Come disertore (in realtà col com- pito di convincere le truppe della città di Landau alla resa) era arrivato

1987). In questa autobiografia Laukhard racconta la sua caduta lungo i gradini della scala sociale - una novità in campo autobiografico, dove di solito l’autore si compiace a illustrare la sua ascesa sociale. Dopo lo studio della teologia (comprendente le lingue antiche e la filosofia) Lauk- hard divenne professore universitario, ma per il troppo amore per Bacco e Venere e per la sua abitudine di dire alle persone ció che ne pensava e di non nascondere le sue idee intomo alla religione, alla

della libertà. Di quale libertà si tratta? Non del libero arbitrio, né delle libertà politiehe (libertà di opinione, di religione ecc.). Si tratta della libertà di agire senza costrizione da par- te dello stato o della società. II capitano sostiene la tesi (in origine probabilmente di Rousseau) secondo cui l’azione morale è possibile soltanto in assenza di qualsiasi costrizione istituzionale. In questo contesto assume un nuovo significato specifico 403

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Page 28 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
tedesca abbiano valutato la Rivoluzione Francese, e ció non soltanto per l’interesse intrinseco a queste due tematiche, ma anche perché sarà possibile, confrontando la diversa reazione della storiografia ita- liana e tedesca nei confronti di questo avvenimento centrale del pen- siero della storia contemporanea, ritrovare motivi di feconda recipro- cità tra la cultura tedesca e quella italiana. Concludo ricordando l’espressione di un umanista tedesco che par- iando della cultura latina

si esprimeva utilizzando una frase di Ca- tullo: «Nec tecum, nec sine te vivere possum». Attorno a questa e- spressione potremmo cogliere aspetti anche drammatici della storia di tanti secoli, ma anche scoprire una vocazione comune che forse l’orizzonte di una cultura europea, nel quadro di una ormai imminen- te unificazione europea, ci suggerisce di meditare e di considerare nelle sue particolarità. Grazie. FERDINAND HOLBÖCK Vicepresidente delFAccademia Gentili signore e signori, anch’io come

vicepresidente dell’«Acca- demia di Studi Italo-Tedeschi» vorrei dare Loro il benvenuto. II con- vegno tratta questa volta un tema particolarmente importante: cioé la libertà della quale fa essenzialmente parte anche il tema della libera- zione dato che l’uomo si trova sempre nel pericolo di essere sotto- messo e di perdere la sua libertà. Come teologo mi permetto di far notare che - in particolare nell’America latina - si è formata negli ultimi due decenni una vera e propria teologia della liberazione piena

di malintesi e perció abbiso- gnevole di correzioni da parte del Magistero della Chiesa contenute soprattutto nell’Istruzione della Congregazione della fede papale «Libertatis nuntius» su alcuni aspetti della «Teologia della liberazio- ne» e nell’«Istruzione sulla libertà e liberazione cristiana» del 22.3.1986. Nell’introduzione si legge: «La coscienza della libertà e dignità umana unita all’affermazione dei diritti inalienabili della persona e dei popoli è una delle principali caratteristiche del nostro

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 263 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Rlassunto in lingua italiana HANS SCHMIDT LA RIVOLUZIONE FRANCESE NELLA STORIOGRAFIA TEDESCA Fin dail’inizio il grandioso evento della rivoluzione francese colpi i tedeschi col suo fascino. Presto anche loro stessi si dovettero occupare delle sue conseguenze. Pertanto dalla fine del Settecento inizió sulle vicende in Francia una vasta discus- sione letteraria alla quale parteciparono anche storici come il famoso studioso di GÖttingen L. Th. Spitteler. Solo peró all’epoca della restaurazione

, dopo il 1815, inizió in Germania la sto- riografia scientifica della rivoluzione e deli’epoca della rivoluzione, Essa costituisce l’argomento della reiazione. Dall’inizio sono riconoscibili modeili di interpretazio- ne differenziati ed in parte anche pesantemente contrastanti. Cosi le descrizioni pre- liberali di Karl von Totteck e Friedrich Christoph Schlosser, che signifieativamente vengono dalla Germania sud-occidentale, cioé dall’ex territorio delia lega renana, sono caratterizzate dalla aperta

simpatia per la rivoluzione e i suoi scopi, almeno nel- la sua fase liberale fino al 1792. In questo trattato manca anche ogni antifrancesismo. Sulla stessa linea è la storia della rivoluzione del liberale tedesco Christoph Friedrich Dahlmann, scritta alla metà del secolo e che significativamente finisce con l’anno 1792. In Dahlmann veramente sono già visibili le riserve nei confronti della Francia. Queste interpretazioni liberali sono in contrappösizione a quelle monarchico- conservatrici scritte tra

il 1826 ed il 1860, soprattutto le lezioni del 1829 di Barthold Georg Niebuhr, famoso storico arcaico di Bonn. Àntifrancesismo e rifiuto degli ide- ali illuministici constituiscono la base della sua critica. Veramente dalla metà del secolo nessuno degli storici tedeschi che si sia occupato della rivoluzione contesta che essa abbia permesso alle basi dell’autocoscienza po- litica ed anche della vita politiea del tempo di affermarsi, cioe di ancorare i diritti di libertà personali, di garantire

l’uguaglianza di fronte alla legge e di assicurare la pro- prietà personale. Cosi anche naturalmente il diritto alla libera espressione d’opinio- ne. Cosi Leopold von Ranke intende la rivoluzione, di fronte alla quale assume un atteggiamento molto scettico, come avvenimento fondamentale per la storia del suo tempo. E Wilhelm Wachsmuth fa altrettanto. Sono da mettere in particolare risalto tre opere storiografiche della metà del se- colo perché presentarono per la prima volta impostazioni interpretative che

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History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 277 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
grazie all’idea di libertà che ora il sistema è in grado di sopportare il peso delle domande fondamentali che provengono daH’esistenza umana, man- tenendosi al tempo stesso radicato al terreno deU’esperienza storica. 4. Tuttavia proprio intomo a questa chiave di volta, in cui culmina e su cui si regge l’edificio della metafisica, si addensa piú spessa che altrove la caligine dell’incomprensibilità, La libertà infatti resta per Kant una «facoltà imperscrutabile» (41): se da un lato noi

conosciamo «la sua ne- cessità assoluta come concetto problematico nell’uso completo della ra- gione speculativa», dall’altro siamo anche costretti ad ammettere «la sua totale incomprensibilità» (42), Quest’impossibilità di rendere compren- sibile la libertà, la quale, pur essendo una resfacti e quindi qualcosa di scibile, resta nondimeno un «fatto assolutamente inesplicabile con tutti i dati del mondo sensibile e con tutto l’ambito dell’uso teoretico della ra- gione» (43), si riflette su tutte

le articolazioni della ragion pratica. La ragione, infatti, «violerebbe tutti i suoi limiti se avanzasse la pretesa di spiegare il modo in cui la ragion pura puó essere pratica, il che equi- varrebbe e pretendere di spiegare in qual modo la libertà sia possibile» (44). Cié vale anche per il rapporto della legge morale alla volontà: «co- me una legge possa essere per sé e immediatamente un motivo determi- nante della volontà (il che è pure essenziale di ogni moraiità) è un pro- blema insolubile per la ragione

umana e identico a questo: come sia pos- sibile una volontà libera» (45), Questa impossibilità soggettiva di spiega- re la libertà della volontà è pari all’impossibilità per noi uomini di spiegare «come e perché ci interessi V universalità della massima in quanto legge, quindi la moralità» (46); altrettanto impenetrabile resta per la ragione speculativa l’influsso che l’idea semplicemente intellettuale della libertà possa avere sul sentimento, al punto da suscitare il sentimen- to puro a priori del

rispetto (47). Tuttavia questa caligine d’incomprensibilità, che assedia da ogni lato l’idea di libertà, non significa affatto che la chiave di volta, cui sta sospe- so l’intero edificio della metafisica, sia destinata ad affondare nell’irra- zionale o abbia nell’irrazionale la propria radice (48), A1 contrario, essa ribadisce che il compito piu intenso della filosofia comincia là dove il pensiero perviene al limite di ogni possibile uso della ragione, Relativa- mente alla libertà, tale limite

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Category:
History , Philosophy, Psychology
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 484 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
da se stessa (40). Si tratta che «lo spirito non ha ancora per strumento se stesso: la sua attività non ha ancora nello spirito stesso il materiale e l’or- gano per la sua manifestazione; per manifestarsi, esso ha bisogno dello stimolo naturale, della materia naturale» (41). Onde si spiega, secondo Hegel, eome ai Greci la divinità sia apparsa soltanto nelle immagini della fantasia umana e realizzata esteriormente nel marmo, nel metallo, nel legno, secondo la determinazione della mol- teplicità

(42). Nella terminologia di Hegel, in Grecia non c’é il monotei- smo perché non c’é ancora la libertà infinita (43). Peró, per Hegel, questa particolarità, come molteplicità di differenze esistenti nella divinità, non diminuisce il valore della libertà della Grecia in confronto alla religione monoteistica dell’unico spirito degli Ebrei (44). In fondo, secondo Hegel, i Greci non hanno saputo cogliere l’essenza propria della libertà, ossia che essa è un volere niente altro che se stessa, la libertà, e che

lo spirito è ciò che è originariamente libero, di modo che la libertà è la sua natura e il suo concetto. E qui Hegel manifesta l’incom- piutezza radicale della nozione greca di libertà: «Essi (i Greci) non hanno ancora riconosciuto lo spirito come l’In-sé nella sua universalità, ma solo nell’aspetto del suo prodursi. Non hanno ancora avuto la rappresentazio- ne che l’uomo è fatto ad immagine di Dio. Non hanno perció avuto ancora l’idea cristiana dell’unità della natura umana e divina, non hanno cono

è in sé» (46). Espressione, poi, di questa incompiutezza della libertà, è per Hegel, il constatare presso i Greci la credenza nella necessità (.Notwendigkeit) e l’esistenza degli oracoli (Orakel). Hegel presenta la necessità, il fatum, come la realtà ultima e la vera unità soggiacente alla pluralità degli dei Greci (47): «l’uomo non puó avere ancora la volontà di attingere da se stesso la decisione; egli non ha ancora colto il principio della decisione come realtà sua propria e, nell’ambito in cui lo possiede

, lo possiede piut- tosto nella forma di un arbitrio, di una sacrilega usurpazione» (48). Inoltre, segno ed effetto della menzionata incompiutezza della libertà 466

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