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History , Linguistics
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 29 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
vuoi perché l’autore prescelto è indicativo di un ben preciso momento storico-culturale, vuoi perché le sue idee sono risultate determinanti nell’imporre una certa prospettiva ai contemporanei o quanto meno nel suggerire suggestioni con le quali si è poi dovuto, in un modo o nell’altro, fare i conti. Questo non è il caso di Dante Alighieri. Per Dante non puó trattarsi che di un omaggio alla sua eccezionale personalità di poeta, in quanto l’idea che egli ebbe di Roma in nessun modo potrebbe

essere as- sunta come esemplificatoria del suo tempo, neppure parzialmente, e neppure come momento di transizione tra il concetto che di Roma ebbe il Medioevo e l’idea che ne ebbe Í’Umanesimo: anzi, come vedremo, tin- gere di proto-umanesimo la concezione romana di Dante sarebbe un eser- cizio sopravvenuto e pericoloso. Né d’altro canto le formulazioni dante- sche influirono in modo, non dico rilevante, ma appena tangibile nei suc- eessivi sviluppi, strette d’appresso dalla ben diversa impostazione

petrar- chesca, che forse dall’Alighieri ereditó qualche linea ma certo dandole tutt’altro significato e tutt’altro sbocco. Semmai, un’incidenza del pen- siero dantesco puó essere avvertibile nel Risorgimento, quando l’esalta- zione di Roma nella nostra tradizione letteraria, e quindi anche in Dante, fu letta in chiave nazionale («Ahi serva Italia...»); ma si trattava ormai di mito, e per giunta mistificatorio. Ben s’intende, l’affermare la singolarità dell’idea dantesca di Roma non vuol significare

in Dante solo all’altezza del quarto ed ultimo libro del Convivio (1306 - 07): essa pre- siede ad una svolta decisiva nell’ideologia politico-religiosa del poeta, e permea di sé le opere successive, cioè il poema e il trattato politico. E’ anzi notevole osservare come negli scritti anteriori all’esilio Roma sia del tutto assente, se non per un paio di cenni neutri (la «corte di Roma» per indicare la Curia papale, in Fiore XCII11 - se quest’operetta é, come pa- re, di Dante: Sigieri di Brabante mori

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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 36 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
suoi pastori, «i nuovi Farisei» (Inf. XXVII 85) che fomentano con la si- monia e la loro privata cupidigia di denaro e di potere le divisioni e le lot- te. L’invettiva esplode violenta nel canto dei simoniaci, in un passo che la predizione della morte ormai prossima di Clemente V induce a ritenere aggiunto in extremis, poco prima della pubblicazione della prima cantica nella sua interezza, appunto nel 1314: «Di voi pastor s’accorse il Vange- lista...» (Inf. XIX 106 - 117). In essa Dante

intomo pronte...» (Purg. XXXII 148 - 150). Quando discese in Italia Arrigo VII Dante credette di poter riconoscere in lui il Veltro atteso per il riscatto di quella Italia «nunc miseranda etiam Saracenis» (Ep. V 5), misera, sola, abbandonata in preda ai privati arbitrii dacchè il soglio augusteo è vacante e il pilota della barca di Pietro e i suoi rematori dormono (Ep. VI3). Arrigo VII, venuto in Italia per farsi incoro- nare nell’Urbe e nel contempo ribadire i diritti imperiali, si presentava

co- me l’Imperatore di tutti, dei Guelfi come dei Ghibellini; e Dante si illuse che egli potesse restaurare in modo definitivo l’ordine imperiale e che ciò gli riaprisse la via ad un ritomo glorioso in Firenze. Le tre epistole poli- tiche a noi note che il poeta scrisse in quel periodo chiariscono cosa il poeta vedesse nella figura deH’Imperatore: non solo il detentore di diritto del potere civile, autonomamente dal potere sacerdotale (come voleva del resto la tradizione giurisdizionalista di parte imperiale

e ghibellina), ma altresi l’Unto del Signore. Arrigo è salutato da Dante come un secondo Mosè (Ep. V 4), si che prostemandosi ai suoi piedi per il dovuto omaggio il poeta ripetè dentro di sè le parole che il Battista aveva dette di Cristo: «Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi» (Ep. VII10; cfr. Ioann. 129). Questo nè il piü fazioso ghibellino nè il piü tenace difensore dei di- ritti imperiali era mai arrivato ad asserire. Per capire compiutamente chi sia l’Imperatore per Dante occorre pensare, piü

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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 43 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
Zusammenfassung in deutscher Sprache GIORGIO PADOAN ROMIM DENKEN DANTES Dantes Rom-Idee ist absolut einzigartig und kann nur mit dem Blick auf die auBergewöhnliche Personlichkeit des Dichters untersucht werden, insofern sie in keiner Weise als beispielhaft für seine Zeit gelten kann, auch nicht teilweise und nicht einmal als ein Übergangsmoment zwischen dem Begriff, den das Mittelalter von Rom hatte, und der humanistischen Rom-Idee. Das Problem stellt sich Dante erst im vierten Buche

des »Convivio« (1306-07). In den Schriften, die vor der Ver- bannung entstanden waren, fehlt Rom ganz und gar, und Dante Alighieri scheint die weitverbreitete Gleichgültigkeit gegenüber dieser Stadt zu teilen (aus politischen Griinden, aber auch angesichts der beklagenswerten wirtschaftlichen und urbanisti- schen Verhaltnisse, in denen Rom sich befand). Auch nicht einmal der diplomatische Auftrag in Rom von 1301 beeinfluBte diese Haltung der Kalte: das Urteii, das der Dichter in dem Werk »De vulgari

eloquentia« über den römischen Dialekt aus- driickt, ist nicht nur radikal schroff, sondem enthalt auch eine ironisch-verachtliche Meinung über die Gebrâuche und das Gehabe der römischen Einwohner. Der Mythus des antiken Rom entstand für Dante in einer blitzartigen Erleuch- tung, die ihn dazu führte, daB er im Imperium die einzige Lösung für die endemische politische Krise der stadtischen Gesellschaft sah und daher in der Geschichte Roms und seines Reiches das Zeichen der Vorsehung »entdeckte

(die daher diese Vision heftig vemrteilen). Für Dante ist nicht nur das jüdische Volk auserwâhlt, auch das römische Volk ist heilig. Àneas und David, die Àneis und die Bibel, Reich und Kirche bewegen sich auf zwei verschiedenen, aber providentiell einander zustrebenden Ebenen: Gott hat die Juden in ihren Kampfen ebenso unter- stützt, wie er die römischen Siege bewirkt hat. Der Imperator nimmt daher in den Augen Dantes nicht nur die Autoritat der Macht auf Erden an, sondem auch die Sa- kralitat

des Gesalbten des Herm: eine Gestalt, die eher an den biblisehen König in unmittelbarer Beziehung zur Gottheit (man denke an Moses, David, Salomon) erin- nert. Von hier aus entwickelt sich eine ganz einzigartige und völlig persönliche In- terpretiemng der römischen Geschichte und Welt, die Dante ohne Zögem bis zu den 25

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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 20 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
anche in futuro unafunzione storica. Nel senso sopra esposto e per avere un quadro generale degli argomenti svolti, il presente volume tratta il tema del convegno sotto cinque aspetti re- trospettivamente senza dimenticare tuttavia l attualità delle somiglianze e Roma come centro della religiosità. Nel primo aspetto si pensa a Roma, airuniversalismo medioevale, all’in- terpretazione personale di Dante. V idea che Dante ebbe di Roma viene stu- diata in relazione alla eccezionale personalità del poeta

. «II mito di Roma nasce in Dante in uno con lafolgorazione che lo portà a vedere nell’Impero l’unica soluzione alla endemica crisi politica della società comunale e a sco- prire percià nella storia di Roma e del suo Impero il disegno provvidenzia- le». La sua perciò è una personale interpretazione politico-religiosa. II secondo aspetto si riferisce al mito di Roma nel Rinascimento, come P e- trarca cominciò a rappresentarlo e come si configuró nella tradizione uma- nistica. Si rileva che nel secolo XIV

lo studio della latinità (giàfiorente du- rante il Medio Evo) appare diffuso e approfondito attraverso l’opera di Dante, di Petrarca, di Boccaccio, di A. Mussato, di C. Salutati, e che nel se- colo XV Vamore per ii mondo latino e greco diventa universale. Nel secolo XVI anche i rappresentanti principali della cultura umanistica e rinasci- mentale italiana guardano a Roma e alla sua storia. Basta ricordare Ma- chiavelli. II terzo aspetto tratta l’idea del Sacro Romano Impero e la sua espressio- 2

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¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 37 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
distinzione dei due poteri non ha di certo in Dante alcun sapore di tema- tiche modeme; né è possibile confondere la posizione escatologica deH’Alighieri con quelia costituzionalistica di Marsilio da Padova. Nel fremito d’ira per la proterva ribellione dei Fiorentini e di quanti si oppon- gono ad Arrigo, e persino contro Arrigo stesso accusato di indecisione, il linguaggio di Dante si anima dei colori dell’invettiva e della profezia bi- bliche, e stretta si fa l’identificazione tra la triste

sorte che per volere di- vino colpi i colpevoli e i nemici del popolo ebraico e del popolo romano e la giusta punizione che ora Dio non mancherà di riservare a chi pretende di opporsi ad Arrigo, all’Imperatore, all’Inviato di Dio. I fatti di Israele e di Roma antica sono evocati con ancora maggior pregnanza di insegna- mento e di ammonimento per i contemporanei. È la storia di Roma che continua, che vive; e non ha importanza alcuna - tanto che il problema non è da Dante neppure toccato, in omaggio

, se- condo un disegno provvidenziale che piú radicalmente avrebbe inciso nella storia dell’umanità. Ed intanto l’esule si trovava a riaffrontare gior- no dopo giomo le ansie della sua amara avventura terrena, mentre, as- sommando nuove preoccupazioni e nuovi problemi, lo avevano raggiun- to nell’esilio i figli, man mano che compivano il quattordicesimo anno d’età. La morte di Clemente V e il conseguente Conclave riaprirono via all’illusione: e Dante invié ai Cardinali italiani un’epistola fremente

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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 28 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
GIORGIO PADOAN ROMA NEL PENSIERO DIDANTE Quando mi è stato proposto di parlare sul tema «Roma nel pensiero di Dante» ho avuto - non lo nascondo - un attimo di perplessità: che cosa si poteva ancora dire su un argomento come questo, da sempre riconosciuto come problema centrale e dominante nel pensiero delTAlighieri, e con il quale pertanto ha dovuto fare i conti l’infinita schiera degli esegeti e dei lettori della Commedia! La bibliografia riferibile specificamente a questo tema è oltremodo

ricca, piu che per qualsiasi altro autore riguardo a que- sto medesimo argomento, e forse piú che per qualsiasi altro tema riguardo a Dante; né di per sé si pongono questioni di aggiornamento, dacché - per indicare, tra i contributi strettamente specifici, solo quelli con i quali piú occorre fare i conti - del 1957 è Tottimo volume di Charles Till Davis, Dante and the idea ofRome; del 1966 sono gli Atti del Convegno Dante e Roma, tenutosi nell’ambito delle celebrazioni centenarie, cui sono

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History , Linguistics
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 34 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
interpretazione provvidenziale della storia del Romano Impero costituisce il fondamento stesso e della Comedia e del trattato politico. Essa è apertamente discor- dante dalla posizione assunta dalla Patristica ed in particolare dalla linea agostiniana, anche perché in ultima analisi esalta come «divino» quellTmpero che aveva pur massacrato migliaia di cristiani (si noti che quando Dante fa cenno diretto al martirio dei primi cristiani è per denun- ciare la corruzione papale: Non fu la sposa di Cristo allevata

ne è la radice: esso è definito, senza mezzi termini, fallace, pazzesco, addirittura diabolico; per cui Dan- te è accusato di essere in realtà un «vas dyabuli» che porta alla perdizione etema le anime dei suoi lettori. Se Dante produee come prove dell’inter- vento divino i fatti miracolosi avvenuti ai tempi dei re di Roma (caduta degli ancili dal cielo, ecc.), il Vemani ribatte non negando la veridicità dei fatti, bensi attribuendoli ad azione diabolica. Ai fini di questo discorso rimane da constatare che

dell’Impero - che per Dante non puó essere che Romano - già acquisita lucidamente nel quarto libro del Convivio, si spie- ga, rilucendo di nuove tonalità, nella prima cantica, pubblicata nel 1314 16

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¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 42 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
to/u’siede il successor del maggior Piero» (vv. 23 - 24) della strada Dante ne ha fatta. Spero che da questa esposizione siano apparsi con chiarezza i motivi che mi hanno indotto all’inizio a dichiarare che l’idea che Dante ebbe di Roma è assolutamente singolare, e che comunque non puó certo essere presentata come anticipatrice di idee umanistiche. E del resto umanisti- che non furono né la visione politico-religiosa né l’impostazione cultura- le delPAlighieri, fondate sulla profonda

critica dantesca è stato il ritenere che la parte derivata dalla mitologia e dalla storia antica fosse in Dante esclusi- vamente eredità letteraria ripresa per intendimenti semplicemente poetici e rettorici, e non anche ideologici. Altrimenti, per fare un solo esempio chiarificatore, rimarrebbe inspiegato come mai nel regno degli spiriti pur- ganti, che è regno di fede, siano gridati, si intende per volere divino, come esempi di sollecitudine al bene: «Maria corse con fretta a la montagna;/e Cesare

, per soggiogare Ilerda,/punse Marsilia, e poi corse in Ispagna» (Purg. XVIII100 - 102); per cui la rapidità militare di Cesare è accostata alla sollecitudine della Vergine a render visita ad Elisabetta. La simbiosi di mitologia antica e di racconto biblico, di storia romana e di storia cri- stiana opera in Dante perché è intesa come l’espressione della volontà di- vina, del suo unico disegno provvidenziale. Perció Roma pagana divenne imperiale e fu cristiana; ma Roma cristiana non puó percio

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Page 21 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
Durchschlagkraft habe, um auch in Zukunft eine historische Funktion auszuüben. In diesem oben angeführten Sinn und um ein Gesamtbild der behandelten Themen zu liefern, entwickelt der vorliegende Band das Thema der Tagung rückblickend unter 5 Gesichtspunkten, ohne jedoch dabei die Aktualitàt der Âhnlichkeiten und Rom als Zentrum der Religiositàt aufier acht zu lassen. Unter dem ersten Gesichtspunkt denkt man an Rom, an den mittelalterii- chen Universalismus, an die persönliche Auslegung von Dante. Die Mei- nung

, die Dante von Rom hegt, wird in bezug zur aufiergewöhnlichen Per- sönlichkeit des Dichters untersucht, »Der Mythos von Rom entsteht in Dante gleichzeitig mit der Erleuchtung, die ihn dazuführte, im Reich die einzig mögliche LÖsung zur endemischen politischen Krise der Kommunalgesell- schaft zu sehen und daher in der Geschichte Roms und seines Reiches den Plan der Vorsehung zu entdecken«, Es ist dies deshalb eine persönliche po- litisch-religiöse Interpretation. Der zweite Aspekt bezieht

sich auf den Mythos von Rom in der Renais- sance, wie Petrarca ihn darzustellen begann und wie er sich in der humani- stischen Tradition gestaltete. Es wird hervorgehoben, dafi im XIV. Jahrhun- dert das Studium der Latinitàt (das schon wàhrend des Mittelalters blühte) durch das Werk von Dante, Petrarca, Boccaccio, A. Mussato, C. Salutati verbreitet und tiefgründig erscheint und dafi im XV. Jahrhundert die Liebe zur griechischen und lateinischen Welt universell wird. Im XVI. Jahrhundert richten

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Page 31 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
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Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
renze eomunale. Era l’esempio proverbialmente piu trito del grado di de- cadenza cui potesse arrivare la grandezza terrena: «Li Romani suggiogó- no tutto il mondo: divisione tomati hali a neente, quasi», scrive Guittone d’Arezzo nell’epistola agli infatuati e miseri Fiorentini; ed anche nel De- cameron si ribadisce: Roma «la quale come è oggi coda, cosi già fu capo del mondo» (V 3,1); ma di frasi analoghe, da Aicuino in poi, si potrebbe riempire un volume. Quel viaggio ispiró anzi a Dante

, in hac eradicatione sive di- scerptione non inmerito eos aliis preponamus (...) Dicimus igitur Roma- norum - non vulgare sed potius tristiloquium - ytalorum vulgarium om- nium esse turpissimum; nec mirum, cum etiam morum habituumque de- formitate pre cunctis videantur fetere» (I XI 2). Questo è tutto quel che Dante Alighieri riteneva, ancora intomo al 1305, di quella sua esperienza romana: i Romani essere gente dai pessimi costumi, volgare nella loque- la; giudizio che traeva ragione parte dalla

realtà dei fatti parte dall’orgo- güo del fiorentino (Funica città che sorrida sempre alla mente di Dante è la sua bella Firenze), ma soprattutto - avendo riguardo alle reazioni psi- cologiche proprie dell’Alighieri, non sarà ipotesi arrischiata - dalla sven- tura sofferta proprio in occasione del soggiomo romano, poiché a Roma appunto l’aveva raggiunto la condanna alFesilio per la quale egli non sa- rebbe piú rientrato in patria, tanto piú che del disastro politico che aveva travolto la Parte Bianca

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Page 35 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
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Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
ma stesa (tranne alcuni ultimi ritocchi) negli anni immediatamente suc- cessivi al 1308. Nella crisi politica e morale in cui è caduta la società ci- vile, cui allude la selva selvaggia, la sfrenata cupidigia impedisce di salire il colle che porta, attraverso l’ordine civile, alla grazia divina, e quindi vieta l’acquisizione della salvezza etema; tutti ne sono impediti: anche chi, come Dante, ha pure aperto gli occhi ed è desideroso di riseatto. Piú innanzi, descrivendo nel Paradiso terrestre

la discesa agli Inferi di Enea si che il Redentore nascesse nell’Im- pero augusteo, e Lucifero maciulla nelle sue bocche col traditore di Cristo i traditori di Cesare e dell’Impero, il fmtto piú cospicuo dell’Impero Ro- mano è la Roma cristiana e papale (Inf II23-24: «fu stabilita per lo loco santo/u’ siede il successor del maggior Piero»). Dante dunque sembre- rebbe qui non porsi ancora con risolutezza il problema di Roma come se- de stabile del potere imperiale, di per sé posto fuori discussione dalla

do- nazione di Costantino: che il poeta biasima ma ritiene realmente avve- nuta e la cui legittimità solo piu tardi egli inficerà. L’attenzione di Dante batte con vigore sul versante deila decadenza spirituale della Chiesa e dei 17

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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 38 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
Mi pare di poter dire che dal fallimento dell’impresa di Arrigo per larga parte dovuto all’influenza francese sul papa avignonese, Dante fu indotto a proporsi con forza la questione della residenza romana, del pontefice in primo luogo: donde l’accorato appello ai cardinali italiani per l’elezione di un papa che ricondueendo la Chiesa sulla retta via riportasse altresi la sede pontificia in Roma, non in nome dei diritti acquisiti per la donazione di Costantino (al proposito Dante tace) ma perchè

dell’Imperatore è a Roma: «Vieni a veder la tua Roma che piange/vedova e sola, e di e notte chiama:/’Cesare mio, perché non m’accompagne?’» (Purg. VI 112 - 114). All’amara e- secrazione per il disordine e le lotte che a causa della colpevole inerzia imperiale regnano nella «serva Italia, di dolore ostello» (Purg. VI76 ss.) ora Dante unisce in termini anche piü aspri il biasimo alla Chiesa non solo per aver tratto frutto tanto marcio dalla improvvida donazione di Costan- tino, ma perchè dovrebbe «lasciar seder

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Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
al canto V del Paradiso, per il noto inciso: «ut iam dixi in Paradiso Comedie»). Nella Monarchia Dante riprende, esponendoli con sistematicità e procedimento sillogistico, i principi già dichiarati nel poema: la predestinazione provvidenziale di Enea e deH’Impero Romano, dimostrata dai miracoli che hanno sorretto quel popolo «sanctus, pius et gloriosus» (Mon. IIV 5) nel corso delle pro- ve che dovette superare per acquisire di diritto il potere imperiale, in quanto tale esteso a tutto il mondo

. La forma stessa del trattato permette una piú precisa e rigorosa puntualizzazione delle questioni. Se nell’epistola ai Fiorentini Dante si era avvalso della metafora del Sole e della Luna a significare i due poteri - metafora tradizionalmente addotta per sottolineare la maggior dignità ed importanza del potere pontificio dal quale l’altro riceve luce - già nel Purgatorio, XVI107, parla, ad ogni buon conto, di «due Soli», ed ora nel- la Monarchia, IIIIV 2, si sofferma a confutare puntualmente la teoria

del luminare maggiore e del minore. II trattato insomma recepisce il momen- to conclusivo dell’ideologia politico-religiosa deH’Alighieri, ed esplicita quel che nel poema, ancorché si trattasse di conseguenze chiare, restava in certo modo sottinteso: in primo luogo l’assoluta repulsa della teoria della «translatio Imperii», tanto diffusa e cara alla trattatistica moraleg- giante quale esempio della vanità e caducità dei beni terreni. Per Dante l’Impero è stato ed è e puó essere soltanto Romano

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Category:
History , Linguistics
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 33 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
ogni cupidigia poiché egli tutto possiede - lo scrittore afferma nel libro quarto del Convivio puó porsi come arbitro e garante di pace e di giusti- zia; e la mancanza dell’ordine imperiale è la causa prima delle lotte civili e dell’anarchia. Se un cavallo è privo del cavaliere se ne vedono gli effet- ti: e cosi «spezialmente ne la misera Italia, che sanza mezzo alcuno a la sua govemazione è rimasa» (Conv. IV IX10). Questa convinzione si co- niuga subito nelia mente di Dante ad un’altra, ben

piú singolare e gravida di conseguenze: Dio ha voluto l’Impero per preparare il mondo alla ve- nuta del Messia, e perció ha scelto il popolo romano e ne ha sorretto e vo- luto le vittorie. Lo stesso Dante dichiara neíla Monarchia che questa è sta- ta l’intuizione decisiva: «Admirabar equidem aliquando romanum popu- lum in orbe terrarum sine ulla resistentia fuisse prefectum, cum, tantum superficialiter intuens, illum nullo iure sed armomm tantummodo violen- tia obtinuisse arbitrabar. Sed postquam

creando con l’Impero romano le condizioni necessarie alla diffusione universale del Verbo - il popolo eletto da Dio non viene quasi ad essere piü solo l’ebraico, ma anehe - e sia pure per compiti diversi - il romano, moventisi entrambi su piani con- vergenti. Dante afferma anzi perentoriamente che «fu in uno temporale che David nacque e nacque Roma, cioé che Enea venne di Troia in Italia, che fu origine de la eittade romana, si come testimoniano le scritture. Per che assai è manifesto la divina

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History , Linguistics
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 30 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
Nuova, XLI: «in quello tempo che molta gente va per vedere quella im- magine benedetta la quale Jesu Cristo lasció a noi per essemplo de la sua bellissima figura»). Benché gli scritti danteschi anteriori all’esilio non siano quantitativamente tali da permettere di trarre per ció conclusioni so- verchiamente rigide, pare indubbio che anche Dante partecipasse di quel- la indifferenza per Roma iargamente diffusa nell’Italia comunale del sec. XIII. Del resto allora il problema di Roma come sede

o deplorevole, almeno finché il trasferimento della Curia ad Avignone non assunse carattere ufficiale e non transitorio. Assai rilevante mi pare il fatto che neppure dopo il viaggio a Roma nell’ottobre 1301, quando fu inviato per un’ambasceria assai delicata ai papa Bonifacio VIII, Dante mostri di guardare con particolare interesse alla città capitolina e alla sua storia. Roma è ricordata dallo scrittore solo per conferire maggior lustro alla sua Firenze, «la bellissima e famosissi- ma figlia di Roma» (Conv

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Category:
History , Linguistics
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 39 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
segno» dell’aquila; ed il poeta non si perita di affermare - dichiarazione contro la quale si scaglieranno indignati i teologi - che Dio volle che l’im- peratore Tito con la distruzione di Gerusalemme sancisse la giusta ven- detta della morte di Cristo. In questa terza cantiea Dante oppone con mag- giore insistenza ed incisività la Roma antica, imperiale e del primo Cri- stianesimo, alla decadenza e alla corruzione della Roma presente. Ora - direi, in questo senso per la prima volta

orba dei due soli, nella ter- za cantica invece non ricorrono piü accenni alla questione, resa almeno temporaneamente vana dai fatti, della residenza papale ed imperiale in Roma. C’é un luogo vacante: ma nella rovente invettiva che Dante fa pro- nunciare a San Pietro al cospetto del regno dei beati, in un ennesimo ac- costamento delTimmagine dell’antico cimitero dei martiri all’odiema cor- ruzione papale, si fa ben altro che questione di sede (Par. XXVII22 - 27): Quelli ch’usurpa in terra il luogo

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