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Realtà sudtirolese
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Pagina 1 di 12
Data: 10.06.1961
Descrizione fisica: 12
di esprimere in argomento la no stra opinione. Ammettiamo anzitutto, non nascon dendo la nostra soddisfazione, che da Milano a Klagenfurt un progresso è stato fatto. A Milano la diplomazia italiana riteneva tattica opportuna il rifiuto pe rentorio e categorico di entrare nella discussione della questione. A Klagenfurt la tattica seguita a Milano fu abbandona ta. A Klagenfurt da parte italiana si di scuteva, anzi ci si addentrava nei detta gli della questione, anche in quelli di se condaria importanza

a Zurigo la diplomazia italiana potrebbe forse tentare di guada gnare tempo. Riteniamo però che dovrebbe essere interesse della diplomazia italiana con cludere quanto prima, perché ormai la questione del Sudtirolo va incancrenen dosi. Guadagnar tempo potrà essere una ricetta valida in altra situazione e con altre premesse. Nel caso del Sudtirolo, perdurando ormai il problema da troppo IN QUESTO NUMERO TROVERETE: Mantova benemerita Revoca della cittadinanza “Berg-Isel-Bund„ e “Dante Alighieri» Bilancio

gravi pre occupazioni. Difatti non basta la buona disposizione di discutere; essenziale deve essere, specie per noi sudtirolesi che sia mo pars in causa, non tanto come si di scuta bensì di cosa si discuta. Senza mez zi termini diremo che a Klagenfurt da parte italiana non si è discusso affatto della modifica dello statuto di autonomia vigente e men che meno si è accettata la discussione del petit sudtirolese per una effettiva e sostanziale autonomia per il Sudtirolo in base al disegno di legge pre

sentato nel lontano 1958 dai parlamen tari sudtirolesi ai consessi legislativi ro mani. A Klagenfurt la parola d’ordine della diplomazia italiana suonava: rifiu to categorico e perentorio alla modifica dello statuto di autonomia. Comoda la posizione della diplomazia italiana a Klagenfurt; per essa lo statu to di autonomia vigente doveva rimane re tale e quale ed i necessari migliora menti ad una situazione insoddisfacente, anzi insostenibile, dovrebbero avvenire unicamente in sede regionale, a Trento

quindi. A Klagenfurt poi la diplomazia italiana si limitava ad una semplice elen cazione di ipotesi, assicurando nello stes so tempo e tardivamente lo studio delle relative possibilità. Sempre però inchio dandosi sulla regolamentazione in sede regionale. Si arrivava persino al punto da attribuire alla regolamentazione in sede regionale una portata più impegna tiva per quanto attiene le necessarie ga ranzie di durata e di consistenza delle concessioni. Possiamo esimerci da ulterio ri commenti, sicuri

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Pagina 11 di 12
Data: 10.10.1960
Descrizione fisica: 12
tenutosi sabato 24 e do menica 25 settembre, alla fine dei lavori era stato approvato un telegramma da in viare al capo della delegazione italiana alFOnu così concepito: TELEGRAMMA “Dirigenti associazione reduci prigio nia, riuniti convegno Bolzano, presente presidente nazionale, interpretando ansie et sentimenti nostra collettività residen te Alto Adige et intero popolo italiano, ardentemente auspicano ferma et decisa azione delegazione italiana difesa sacro santi diritti Italia, respingendo tentativi

applicate le leggi dello Stato contro i sobillatori interni an che se investiti di cariche pubbliche, e contro tutti coloro che si rendessero inde gni di poter mantenere la cittadinanza italiana da essi liberamente richiesta,,. TELEGRAMMA dell’Associazione combattenti e reduci: Il presidente della Federazione com battenti e reduci di Bolzano, Roncador, linite, con il compito, di essere a dispo sizione delle delegazioni degli Stati mem bri deirOnu per delucidazioni ed infor mazioni. Il petit austriaco

all’Onu consi ste notoriamente nella richiesta della con ila inviato il 21 settembre il seguente telegramma all’on. Martino, capo della delegazione italiana all’Onu. On. Gaetano Martino - delegazione ita liana Onu - New York. “Combattenti provincia Bolzano rappre sentanti tutta Italia nel ricordo sanguino si sacrifici guerra 1915-18 per unità Ita lia confidano illuminato pensiero incrol labile fermezza vostra in difesa buon di ritto Italia intangibilità confine Brennero difesa civiltà lavoro italiano

Alto Adige. Presidente provinciale ANCR Roncador,,. UN ALTRO TELEGRAMMA dell’Associazione nazionale mutilati di guerra alla delegazione italiana all’Onu, nell’imminenza della discussione del ri corso austriaco sull’Alto Adige: “Delegazione italiana Onu New York. Mutilati guerra italiani auspicano preci so chiarimento reale situazione Alto Adi ge confidando illuminata et energica di fesa dignità et interessi nazionali et in viano delegazione italiana Onu fervido augurio pieno successo — Pietro Ricci

,,. cessione di una effettiva autonomia re gionale al Sudtirolo. Gli osservatori no minati dalla svp per seguire sul posto lo svolgimento del dibattito, sono i due vi cepresidenti della svp dott. Friedl Volg- ger e dott. Alfons Benedikter, nonché il senatore dott. Luis Sand. E’ stata la stampa regionale di lingua italiana e precisamente i quotidiani “Al to Adige,, e “L’Adige„ a gridare allo scandalo, a parlare di tradimento e a in vocare provvedimenti. In sede nazionale Veco non si fece attendere. Iniziava

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Realtà sudtirolese
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Pagina 5 di 12
Data: 25.11.1960
Descrizione fisica: 12
Le carte in regola Amministrazione sudtirolese corretta Sui giornali di lingua italiana della re gione e conseguentemente sulla stampa nazionale si poteva particolarmente ne gli ultimi mesi leggere di frequente che i sudtirolesi, una volta ottenuta l’autono mia integrale per la provincia di Bolza no, farebbero i cittadini di lingua italia na oggetto di sopraffazioni, di vessazioni, di oppressione, e via dicendo. Ci si sforza quindi nel fare le più ne re previsioni circa paventate ingiustizie

che da parte dei sudtirolesi dovrebbero essere commesse in futuro ai danni de gli elementi di lingua italiana. Nel contempo si ribadiva che l’attuale ordinamento regionale era la soluzione migliore, dove la maggioranza di lingua italiana amministrerebbe con senso di giustizia e costituirebbe l’elemento equi libratore nelle controversie fra i diversi gruppi etnici conviventi in regione. E’ evidente che con tali affermazioni la stampa italiana tende ad incoraggia re e a mantenere viva l’opposizione

con tro la concessione di una autonomia in tegrale alla provincia di Bolzano. Ma tali prese di posizione della stam pa di lingua italiana ci offrono lo spuntò per fare alcuni paragoni tra il compor tamento dell’amministrazione provincia le di Bolzano, con maggioranza di lingua tedesca, e l’amministrazione regionale, con maggioranza di lingua italiana. All’uopo giova far precedere un breve esame della struttura burocratica dello ente provincia (Bolzano) e dell’ente re gione (sede Trento). ’ E’ noto

provinciale di Bolzano non esistano impiegati di lingua italiana, oppure, solo in numero esiguo. In base alla legge presso l’amministra- zione provinciale di Bolzano due terzi dei dipendenti devono appartenere al gruppo linguistico tedesco ed un terzo a quello italiano. Presso l’amministrazione regionale il rapporto è inverso, e cioè, due terzi del gruppo linguistico italiano, ed un terzo di quello tedesco. Nelle seguenti tabelle vediamo come questo criterio è stato rispettato. Amministrazione Prov.le

italiana. Amministrazione Regionale di Trento Totale posti: 853. Posti spettanti in base alla legge: Gruppo linguistico tedesco: 276; grup po linguistico italiano: 552; gruppo lin guistico ladino: 25. Posti effettivamente occupati dai sin goli gruppi linguistici: a) Carriera direttiva: Unità 121 di cui 25 al gruppo lingui stico tedesco; 95 al gruppo linguistico italiano; 1 al gruppo linguistico la dino; b) Carriera di concetto: Unità 167 di cui 30 al gruppo tede sco; 135 al gruppo italiano; 2 al grup

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Pagina 10 di 12
Data: 10.09.1960
Descrizione fisica: 12
La mano (CONTINUAZIONE DALLA 1. PAGINA) fido degli italiani di Bolzano; difesa di ufficio che in ultima analisi va a pro di certi interessi di una sparuta schiera di professionisti di patriottismo pro doma sua. Di tutto questo essi non devono preoc cuparsi, perché purtroppo Vopinione pub blica italiana è stata lavorata anzi mon tala da molti anni e crede quindi cieca mente. Non nutriamo eccessive illusioni. Assol viamo semplicemente al nostro dovere se riportiamo di seguito le autorevoli non

ché impegnative dichiarazioni fatte re centemente da rappresentanti qualificati del popolo sudtirolese; dichiarazioni che hanno come tema il rapporto di convi venza tra i sudtirolesi e gli italiani resi denti in provincia di Bolzano. Ci limiteremo a riportare le dichiara zioni fatte ultimamente come segue: DOTT. SILVIUS MAGNAGO (Presidente della SVP) al Congresso straordinario del Partito tenutosi a Bolzano il 7 mag gio 1960. . . . Da parte italiana si dichiara e si ri pete con insistenza, che non

può essere concessa l’autonomia regionale al Sudti- rolo, perché i sudtirolesi, che detengono ancorsempre la maggioranza (nella pro vincia di Bolzano) opprimerebbero i cit tadini di lingua italiana immigrati nei quarantanni trascorsi, minando la loro esistenza. Questa motivazione è una scusa oltre modo comoda — già si fa di tutto per trovare un pretesto! Con questo prete sto si arreca però a noi sudtirolesi grave offesa. E’ poi un ragionamento di mera oppor tunità il presupporre da parte italiana

continue rebbero a far parte integrante della na zione italiana, che avrebbero quindi a di sposizione l’apparato dello Stato ecc. Non si può obiettivamente parlare nel loro riguardo di una minoranza che dovrebbe godere con norme internazionali di spe ciali garanzie. Questa impostazione da parte italiana si basa su due valutazioni errate: — anzitutto o si ritiene di essere mi gliori e più giusti e ci si attribuisce quin di capacità delle quali noi sudtirolesi di difetteremmo; — o si presume che da parte

sudtiro lese si adotterebbero gli stessi criteri di trattamento dell’altro gruppo linguistico, criteri come purtroppo finora furono perseguiti da parte italiana nei nostri confronti. Nel primo caso si pecca di una vana su perbia, perché si ritiene di essere miglio ri dei sudtirolesi. Nel secondo caso si ar reca offesa al popolo sudtirolese. Ragio nando così non c’è via d’uscita. Io sono fermamente convinto che i con cittadini di lingua italiana nel Sudtirolo avrebbero da lungo tempo compreso

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Pagina 3 di 12
Data: 10.12.1960
Descrizione fisica: 12
I MATRIMONI MISTI lllllllllllllllllllllllllllllHIIIIIIIIIHIIIIHIIIIIIIIIIIIIIIIItllllllllllllllllllllllllllI. Il "razzismo,, sudtirolese: ; mi ■■ 111111111111 ■ 11111111 ■ 1111111 ■ 111 ■ ■ 11 ■ 11 i 111 i i ■ li 11111 ■ i ■ ■ imi iimiiiimimiiiiimT Da anni la stampa italiana e specie quella nazionalista monta l’opinione pub blica accusando i sudtirolesi di razzismo e nazismo nonché di intolleranza nei con fronti della popolazione di lingua italia na residente nel Sudtirolo. Denigrazioni

al cospettoxdeH’Onu Recentemente si è dovuto constatare un crescendo impressionante in tale di rezione e cioè in occasione del dibattito sulla questione del Sudtirolo davanti alle Nazioni Unite. Quanto dalla stampa era stato prefabbricato, in quell’occasione, fu fatto irresponsabilmente proprio dalla più responsabile diplomazia italiana nel dibattito stesso all’Onu. Difatti tanto il ministro degli esteri Antonio Segni quan to il capo della delegazione italiana all’Onu Gaetano Martino in piena se duta

,,. voluto appellare sia alla vasta schiera dei delegati di stati ex coloniali, come pure fare leva sulla tuttora persistente osti lità nei confronti del nazismo. Nel mentre dobbiamo constatare che la diplomazia italiana, a corto di argo menti più probanti, non si peritava di lanciare accuse talmente gravi senza es sere nemmeno in grado di dare concreta dimostrazione delle accuse stesse, null’al- tro ci resta che deplorare simili metodi. Non crediamo, poi, che in vista di uno sperato temporaneo successo

la di plomazia italiana così agendo abbia fat to il reale interesse dell’Italia. Infatti non sono questi i sistemi per accattivar si la fiducia ormai tramontata dei sud tirolesi. E non saranno certamente i sud tirolesi a dimenticare accuse inventate di sana pianta come quelle formulate con tro il popolo sudtirolese dai rappresen tanti italiani all’Onu. Sappiamo peraltro che accuse di tal fatta sono atte a far presa solo in un ambiente quale è quello dell’Onu. E’ ne cessario quindi, se non altro per taccia

re di falso gli argomenti fasulli portati in campo dalla diplomazia italiana, a chiarire il più obiettivamente possibile la realtà delle cose nel Sudtirolo, tale quale essa si presenta a qualunque osservatore dotato di un minimo di obiettività. Visto siffatta impostazione dovrebbe essere facilissimo di comprendere, come noi sudtirolesi non possiamo in propo sito essere per nulla d’accordo. Perché i problemi etnici non si risolvono con la assimilazione forzata di un gruppo etnico compatto come quello

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