4.389 risultati
Ordina per:
Rilevanza
Rilevanza
Anno di pubblicazione ascendente
Anno di pubblicazione discendente
Titolo A - Z
Titolo Z - A
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_18_object_5690618.png
Pagina 18 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
giurisdizioni, di quella di Nomi, Castellano e Castelnuovo, Castelcorno e per certe case e orti situati sotto di Pomarolo della podestaria di Rovereto, L’arciduca Sigismondo Francesco con diploma in data Inns- bruck 4 febbraio 1665 elevava Michele Fedrigazzi al baronato del sacro romano impero col -titolo di Nomi, e l’imperatore Leo poldo I con un altro diploma, in data 24 giugno 1678, gli con feriva il titolo di Barone di Nomi, e la matricola tirolese in data 24 gennaio dello stesso anno lo iscriveva fra

1677 in secondi con Piena Margareta de’ Martini di Galliano, figlia del dottor Gio Maria e di Caterina Camelli. Nella sala del palazzo nuovo di Nomi è conservato il ritratto ad olio di Michele colla scritta: L • B • MICHAEL FEDRIGÀT1VS D NVM1 AETATIS LUI ANO D MDCLX1I11. Dalla prima moglie procreò undici figli, nati tutti ad Inns- bruck, dei quali sopravissero Francesco, Adamo Domenico, Gio vanni e Anna Isabella e dalla seconda Maria Elisabetta. Francesco seniore della famiglia, nato il giorno

di Pomarolo o Vaisorda, coi paesi di Nomi, Chiusole e parte di Pomarolo, La giurisdizione di Castelcorno si estendeva a tutto il terri torio dal rivo di Brancolino a Bordala fino ai confini del vicariato di Nomi e della giurisdizione dì Cresta compresi i paesi Brancolino in parte, Marano, Isera, Patene, Lenzima, Manzano e Nomesino. La parte curiosa di questo documento riguarda la villa di Pomarolo, che ebbe in forza del. medesimo il suo territorio co munale alla dipendenza di quattro diverse

i suoi membri. ( 1 ) In favore dei sudditi della giurisdizione di Nomi soggetti alla podestaria di Rovereto, per ordine dell’ eccelso governo di Innsbruck, Michele Fedrigazzi con atto 15 settembre 1666 stabilì colla città di Rovereto una • convenzione presenti i provveditori Giorgio Betta dal Toldo, D. r Giulio Pizzìni e Nicolò Rosmini. All’atto è unito l’elenco delle famiglie che ne erano.soggette. ( 2 ) Michele morì nell’anno 1686. Si era sposato nel 1630 in primi voti con Maria degli Scolari, nel

14 luglio 1638, fu investito della contea di Nomi, dopo la morte del padre, 6) Consulta araldica di Vienna. 0 Archivio di Luogotenenza in Innsbruck, Feudi tirolesi A fol. 744,

1
Libri
Anno:
1900
Elenco cronologico dei libri, opusculi ecc. stampati a Rovereto : (dal 1673 al 1898).- (Materiali per una bibliografia roveretana ; P. 1)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/328337/328337_27_object_5382144.png
Pagina 27 di 191
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: 196 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Programma dell'i.r. Scuola Reale Superiore Elisabettina di Rovereto ; 37-40 (1895-1899). - Mehr nicht erschienen!
Segnatura: II 102.601/1
ID interno: 328337
avanti il suo Altare eretto nella Chiesa di S. Giuseppe^ Oratòrio della Confraternita della Carità di Roveredo. Roveredo 1755. Per Franeescantonio Marchesani. Con Licenza de’ Superiori.- ' 1756 .' ?: !f/ Antimaco Filalete (pseudonimo) e Iaìazzari Michele. Confutazioni di alcuni errori del Dottor Don Bernardino Zannetti nella Storia del regno de’ Longobardi distribuite in sei lettere. Li Roveredo 1756. Per Franeescantonio .Marchesani Stampatore Oesareo-Regio. Con Licenza de’ Superiori pag, 20 e 187

27 Padr, sua stimatissi). In Rovereto. Presso Franeescantonio Mar chesani. Con Licenza de’ Superiori (1753) pag. 36 in 8°. Le costituzioni, e ’1 catalogo degli Accademici Agiati di Roveredo sotto i felicissimi Sovrani Auspicj di Maria Teresa Augustissima Imperati-. Regina ec. ec. ec. L’Anno IV della fon dazione. In Roveredo, 1753, Appresso Franeescantonio Marchesani, pag. 32 in 8°. 1754. Istruzione per i Capitani costituiti nei Circoli del Principato e Contea del Tirolo. In Roveredo. Nella

Stamperia di Fran- cescantònio Marchesani (1754). 1755. Anonimo. — Lettera di N. N. al Signor Proposto Gian-Fran cesco Soli Muratori intorno al giudizio che vien dato nel Tomo V. del librò del- Padre Vittorio da Cavalese Minor. Osserv. Rifor mato in difesa del voto sanguinario. In Bologna, ed in Roveredo, 1755.- Per Franeescantonio Marchesani. Con Licenza, de’ Supe riori. pag. 38 in 8°. Anommo. — Sacra Novena in Apparecchio alla Festa del l’ìnclito Taumaturgo S. Francesco di Paola solita praticarsi

in 4°. Epistola 8. 8. D. N. Benedicti Papvs HV ad Clerum Gal licarum. Romse, et Robòreti 1756. Ex Typographia, Francisci Antonii Marchesani Bibliopolae. Superiorum facultate, pag. 15.in 4°. Lazzari Michele. — Vedi : Antimaco Filalete (pseudonimo) e Lazzari Michele, — , Confutazioni di alcuni errori eco. ecc. Trilier Daniel Guglielmo. :— Vedi .Vannetti Cav. Giu seppe V&Ierianot Rime burlesche eoe. ^ s : ^ Vannetti Cav. Giuseppe Valeriane. — Rime burlesche

3
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/330812/330812_45_object_5434232.png
Pagina 45 di 250
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Italienisch
Commenti: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Soggetto: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.602
ID interno: 330812
. N. 98. - 1438. - 27 Aprile. - In Rovereto. Il comune di Ro vereto a mezzo de’ suoi massari affitta ad Antonio figlio di Oristano da Pozzacchio un casale scoperto sito nel borgo di Rovereto nella località alla porta del Fornesata, ed una cam pagna nella medesima località. — Miscellanea I Cari, 8. Al documento che viene eretto in casa di Maestro Giovanni fu M.° Ramengo sono presenti: Ognibene detto Mauro (?) fu An tonio da Rovereto, Ser Donato fu Frizzo (?) da Rovereto, Anzio fu Michele .... da Pozzacchio

, ed Antonio di Pietro di abitante a Rovereto. I confini del casale sono: l’abitazione del Fornesata, Marco Baldano, la via comune e Bonomo da Gar dumo: quelli della campagna sono: Bonomo da Gardumo, la via ed il Fornesata. L’affitto viene stipulato per l’annuo importo di 25 soldi, (cioè una libra e 5 soldi di moneta veronese piccola). N. 99. — 1438. — 27 Aprile. — In Rovereto. Il comune di Rove reto a mezzo dei suoi massari affitta ad Anzio fu Michele da Pozzacchio dimorante a Rovereto un casale parte

— 40 — qui prò tempore erti. Et istud idem servetur in omnibus aliis locis nostris a parte terra e. N. 96. — 1436. - 16 Maggio. — Venezia. Il doge Francesco Fo- scari omologa il contratto di vendita del bosco di Vaicipri aria stipulato fra i commissari della repubblica ed il Comune di Serravalle li 19 Novembre 1434 e scritto dal no taso Bortolo dalla Spada fu Pietro da Venezia. — Volumi N. 25. Cari. 222. Vegyasi in proposito l’articolo al N. 92. N. 97. — 1438. — 27 Aprile. Risultano quali

massari, sapienti e governatori di Rovereto i seguènti individui: Domenico Ba- zegino fu Bertoldo, Maestro Giovanni tessitore fu Maestro Ramengo, Antonio sarto fu Parolino da Manzano abit. a Rovereto, Pietro Paolo figlio di Bonomo da Gardumo abi tante a Rovereto, Michele figlio di Iacopo Cordone da Ro vereto, Gianipasio Pelizzaro, Azzerino beecajo figlio di Mar tino, Donato Concelino e Marco Baldano. — Miscellanea I Cari, 8 e 9. Questi dati risultano dai documenti segnati ai N. 98, 99 e 100

coperto e parte scoperto, nonché un vigneto in località detta sotto la roza. — Miscellanea I Cari, 8. Sono presenti all’erezione dì questo rogito ì medesimi testimoni apparenti al A. 98. LI casale ha per confinanti gli eredi del fu.,..

4
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_10_object_5690610.png
Pagina 10 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
Michele Fedrigazzi era stato accusato di aver esorbitato nel l’esercizio della giustizia nelle giurisdizioni di Nomi e Telvana e di aver fatto assassinare due uomini in Valsugana; perciò fu man data sul luogo dall’arciduca una commissione arciducale. Due persone, Matteo Mattel e Antonio Meschini dietro compenso e istigate dai nemici di Michele dichiararono di aver assassinati i due uomini per mandato del Fedrigazzi, onde il suo arresto nel dicembre del 1660 e la traduzione nelle prigioni

estorsione di denaro a Michele Fedrigazzi. 11 Fedrigazzi intanto prosciolto dall’accusa d’omicidio il giorno 15 marzo 1661, dopo sedici mesi di prigionia, usciva bensì libero dalle carceri di castel Ivano, non però senza passare ad una transazione forzata colla corte enipontana la quale, giustizia turca, gli impose l’aggravio della confisca del castello della Pietra, della casa che possedeva in Innsbruck e di tremila fiorini, per risarcire il fisco

e suggestiva per riguardo ai testimoni che cercò di subornare con minacce ed altri modi che essi in timoriti deposero secondo l’intenzione del conte d’Arco e del suo degno giudice Scudellari, cioè il falso. Senonchè più tardi il Matte! e .il Meschini si pentirono del malfatto e ritrattarono le loro de posizioni, furono tradotti nelle carceri di Rovereto e dal pretore Pietro Barbi, con sentenza dei 3 novembre 1661, condannati alla galera’per la durata di dieci anni; ma anche il dottor Scudellari

5
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Saibante di Verona e Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 8)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165263/165263_30_object_5690928.png
Pagina 30 di 43
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 38 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/8
ID interno: 165263
Per colpa del padre diseredato, neppur uno dei suoi succes sori fu ammesso al godimento dei feudi ecclesiastici del Trentino, che passarono interamente ai rami di Verona, come ne fanno fede le numerose investiture. Gio. Nicolò lasciò numerosa prole; Francesco parroco di Folgaria, Agostino provveditore della città di Rovereto negli anni 1556 e 1559, Armerina, moglie a Paolo Lazzarini, la quale testò ai 17 ottobre 1578, a rogiti G. Resmini. Da Michele altro figlio di Gio. Nicolò, ammogliatosi

in secondi voti con sua cugina Lucia, figlia di Francesco Saibante, nacquero Girolamo, Francesco, Gio. Nicola e Carlo Nicolò. Michele, testò ai 13 settembre 1576, a rogiti G. Resmini. Francesco fu eletto provveditore nel 1571 e 1574. Girolamo, che occupava la medesima carica nel 1603 e 1618, lasciò un unico figlio Michele, che sposò nel 1604 Barbara di Valentino Pandini. Un curioso documento, riguardante la famiglia Saibante di Rovereto, è allegato al rogito 8 ottobre 1576 foglio 413, del notaio Setti

nell’archivio notarile di Rovereto. È un'ordine, diretto al capi tano del castello di Rovereto, Cristoforo Altspaur, che riporto letteralmente: Ferdinando per la Iddio grazia Arciduca d’Austria. Fidel diletto ! Sapiamo per cosa certa che li Saibanti et li suoi servitori ahi quali nui per alcune cause urgenti havevamo clementemente concesso la licentia di portar schioppi s sono molto periculosi, et che li portano con li cani artassadi in su le rode in tutti li loghi, si in le chiese come nelle case

, et in questo farai la nostra volontà. Dato nella nostra Città Innspruck il 27 Settembre 1576. Ferdinando Ad mandatimi Serenissimi D.ni Archiducis. Da Girolamo e Barbara nel 1609 nacque Girolamo, ch’ebbe per moglie Anna Caterina di Beno del Bene, della quale esiste la carta dotale, a rogiti Antonio Malinverno, in data 1 dicembre 1636.

6
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_13_object_5690613.png
Pagina 13 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
da parte di Michele Fedrigazzi e in proposito abbiamo decisioni in data 5 ottobre 1660, 22 dicembre 1675 e 17 marzo 1676 tutte favorevoli alla chiesa di Trento. In data 8 maggio 1676 ih principe vescovo di Trento, Sigismondo Alfonso dei conti Thun, ordinava a Michele Fedrigazzi di lasciare entro quindici giorni la giurisdizione, ma il Fedrigazzi fece il sordo. ( x ) Nell’archivio dei baroni Moli di Nomi trovatisi ì processi della famiglia Tabarelli contro i Fedrigazzi in data 1705, 1719, 1722

e 1723, la contesa fu chiusa nel 1724. Dagli atti da me com pulsati non risulta che i Tabarelli abbiano preso formale possesso della giurisdizione di Nomi, sebbene usassero il titolo di signóri di Vigolo e di Nomi. Nella -seduta capitolare dei 8 agosto 1755 dietro domanda dell’imperatrice Maria Teresa il capitolo rinunciò a favore di essa al conferimento del feudo di Nomi. (-) I Lodron vantavano dei diritti su quella parte del feudo di Nomi che'va dal covelo di Aldeno fino al ponte Plantander

e al termine Preabot e avevano fino dal 1484 protestato sebbene inutil mente contro l’usurpazione, cosicché continue furono le discordie, guerriciole fra i Lodron e i feudatari di Nomi. Michele Fedrigazzi che desiderava vivere in pace coi suoi vicini ebbe varie conferenze preliminari col conte Francesco Ni colò Lodron, una in data 20 giugno 1651 in casa ^Lardellati di Rovereto, alla quale erano presenti col conte Francesco Nicolò, Ferdinando Castner, canonico e commissario di Castelnuovo e Castellano

, Girolamo Raiter, segretario del conte Cristofóro Lo dron, il capitano Priamo e Paride Madernini ; da parte del Fedri gazzi si trovarono presenti Paolo Liberi, Antonio Benvenuti e Cristoforo Adami, come si rileva da un documento, a rogiti-Gu glielmo Marini, conservato nel nostro archivio notarile. :;: - Finalmente il giorno 23 gennaio 1657 fu stipulata ad Inns- bruck la convenzione fra i conti Lodron e il barone Fedrigazzi; è un documento che qui riporto letteralmente data la sua grande importanza nelle

7
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_8_object_5690608.png
Pagina 8 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
signore del castello di Vigolo, e discendente da una,Castelletti di Nomi per sè e suoi successori della giurisdizione di Nomi, e anche il vescovo Sigismondo Alfonso dei conti Thun con lettera 23 gen naio 1671 rinnovava quella investitura al figlio di Ottavio, Ber nardino Tabarelli. (*) , ,Sorse perciò un contrasto fra il vescovo dì Trento, e l’arci duca Ferdinando , Carlo, il quale con lettera 26 aprile 1655 pre gava il vescovo di voler infeudare Michele Fedrigazzi della contea di Nomi

e a questo scopo mandava al vescovo il consigliere di reggenza Giovanni Cattaneo. Con una seconda lettera in data 30 giugno 1655 l’arciduca confermava al vescovo la lettera 16 maggio e lo pregava di voler quanto piima rimuovere le difficoltà del- l’infeudazione. ( 2 ) Per compensare Michele Fedrigazzi della perdita della contea di, Nomi, fino a tanto che non fosse stata appianatala questione, l’arciduca Ferdinando Carlo con lettera 28 novembre 1653 ló in vestiva della giurisdizione di Telvana

in Valsugana, conservandogli però il titolo di signore di Nomi, cosicché da quest’anno in poi il Fedrigazzi si chiamava signore di Nomi e di Telvana. ( a ) Dopo la partenza del Fedrigazzi da Nomi, per ordine del capitano di Trento, baron Carlo Colonna Vòls, signore di Sie- chenberg, colonnello e delegato arciducale e dietro richiesta dì Marc’Àntonio Bertelli, signore di castel Volsana, che di nuovo era stato nominato capitano ed amministratore della contea di Nomi, si fece l'inventario dei beni mobili

e delle scritture esistenti nel palazzo nuovo e vecchio, in data 11 aprile 1654, a rogiti Matteo Segala, presenti Francesco Cavalcabò, burgravio della città di Trento e Gio Battista Comenduno di Chiusole, sergente delle milizie. ( 4 ) Michele Fedrigazzi nominava i seguenti personaggi a diri gere la giurisdizione di Telvana: 1653. Gio Battista Endrici de Cilà, consigliere arciducale, capitano, Baldassaro Ippoliti, vice capitano e commissario fiscale, Dottor Giulio Francesco Ceschi, provicario

8
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/109550/109550_25_object_5690397.png
Pagina 25 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
1697 settembre 28. — Giovanni Michele conte di Spaur, principe vescovo di Trento, mentre conferma a Antonio Betta il diploma del suo antecessore principe vescovo, Carlo Emanuele Madruzzo, e quelli di re Ferdinando e Carlo V imperatore, gli conferisce dei privilegi estendendoli, compresa la nobiltà del principato, a Gio. Battista e Bartolomeo de Betta di Revò e loro di scendenti legittimi. 1698 gennaio 22. — Giovanni Michele conte de Spaur, principe vescovo di Trento, conferma a Antonio de Betta

fratello Giovanni Bonifacio. 1772 settembre 29. -- Cristoforo Sizzo, principe vescovo di Trento, con ferisce a Francesco de Betta seniore e procuratore di Giuseppe de Betta la regola neria maggiore della pieve di San Sisinio. 1776 settembre 11. — Genealogia fedele della nobile famiglia de Betta di Castel Malgolo proveniente da Milano, Arco e Revò, coll’elenco dei documenti relativi esistenti nell’ archivio del Castello, vidimata dai notai Domenico Widmann di Coredo e Michele Alvise Mendini di Sanzeno

figlio di Bonifacio, la regolaneria mag giore della pieve di San Sisinio per sè, suoi figli e loro discendenti legittimi. 1738 marzo 29. — Domenico Antonio conte de Thun, principe vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta figlio del fu Antonio come an ziano della famiglia il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1758 dicembre 6. — Francesco Felice dei conti Alberti di Enno, principe e vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta qual

seniore della famiglia la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio per lui e per il nipote Giuseppe Francesco, figlio postumo di Francesco Antonio fratello di lui. 1759 maggio 23. — Francesco Betta viene laureato nel collegio di Santa Agnese di Mantova e nominato dottore di diritto canonico e civile. 1764 ottobre 6. — Cristoforo Sizze, principe vescovo di Trento, conferma a Giuseppe Francesco de Betta il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisiìiio in nome anche del

e riveduta dall'Assessore delle Valli di Non e di Sole Lodovico Giovanni de Lutti. 1777 ottobre 25. — Pietro Vigilio dei Conti Thun e Hohenstein, conferma a Francesco de Betta e fratelli la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1787 giugno 5. — In causa pretensa Civitatis a nob. D£2 Iosepho de Betta coram II1.™> magistratu consiliari Tridenti. Archivio Civico 3778. — Copia di Pietro de Negri Notaio del Magistrato Consolare. 1788 giugno 4. — Ingressus nobilis ed Excelentissimi Dm Iosephi filii

9
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_6_object_5690606.png
Pagina 6 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
vescovili di Trento e con diploma 13 settembre 1642 gli fu dall’arciduchessa Claudia de Medici, contessa del Tiralo, conferito il titolo di aulico mercante. (-) . L’arciduca Ferdinando Carlo con diploma dei 20 marzo 1647 conferiva a Michele Fedrigazzi la nobiltà dell'Impero, lo stemma gentilizio e l’esenzione dai giudizi ordinari, privilegio di foro. ( !J ) Il sunnominato arciduca con documento redatto in Innsbruck in data. 4 del mese di giugno 1650, firmato da Ercole Widmann vendeva a Michele

La famiglia Fedrigazzi è oriunda da Massone, paesello presso Arco, c sino dall’anno 1270 era nominata fra i gentili, cioè fra gli uomini liberi dipendenti esclusivamente dal principe vescovo di Trento, col solo obbligo verso lo stesso del giuramento feudale e di seguirlo ad ogni sua richiesta armati ed a cavallo. Da Giovanni e Bona Segalla il giorno 8 maggio 1611 nacque a Massone Michèle Antonio Fedrigazzi che avviatosi al commercio si procurò un censo invidiabile. Si stabilì da prima a Salò

Fedrigazzi il castello e la contea di Nomi per l’importo di fiorini settantacinquemila da sessanta crucigéri (caran- tani) con tutti i beni feudali è allodiali annessivi tali quali l’arci duca li aveva ereditati da Ferdinando Castelletti. ( 4 ) Il giorno 29 settembre 1650 Michele Fedrigazzi, proveniente da Trento a cavallo ed accompagnato dal suo seguito dalla parte di Àldeno, faceva solenne ingresso a Nomi. Nominava a suo vi si) Protocollo di consiglio di Innsbruck. ( 2 ) Archivio Moli di Nomi

10
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/330812/330812_47_object_5410700.png
Pagina 47 di 250
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Italienisch
Commenti: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Soggetto: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.602
ID interno: 330812
postilla messa dal Doti. Parolini in margine al libro dice che questa, casa venne poscia (1500 circa ) destinata alVofficiale inca ricato dì convocare i consiglieri alle sedute. N. 103. — 1438. - 18 Maggio. - Rovereto. Il Comune di Rovereto a mezzo dei suoi massari affìtta a Francesco fu. Turata di Rovereto due campagne situate a Rovereto. — Miscellanea Cari. 10. La prima delle campagne affittate giace in l. d. Rum ardo ed ha- per confini la via comunale, gli eredi del fu Michele

. Brano di resa di conto dei massari e sapienti di Rovereto. - Miscellanea I Cari. I. B brano è scritto in volgare. Fra i massari risulta Michele da 8. Bario (?) Il comune aveva fra altro un reddito di li bre 108.10 per il fieno di'Campomarzo e di libre -68.8 per la calce. Sembra che un avanzo della gestione di libre 35.3 il Mas saro Michele lo abbia piagato al Podestà p/clla -costruzione (?) del poggiolo, ovvero a ser Donà dal Paz (?) per il poggiolo f trito alla camera di sopra. Altre spese vennero

(?) da S. Bario, Bonomo da Gemiamo e Gianpasio.: Valtra campagna trovasi a Breone ed ha per confinanti Bono da S. Bario, Gian- pasio, la via consorkde ed il lavino . L’affitto annuo è di soldi 45. Da un’annotazione posta in calce al - documento rì$uUa< che nel giorno di S. Lucia 13 dicembre dell’mino i massari Cancel lino, Pietro Paolo fot Bonomo da Gardumo ed Antonio fattore (?) del comune, ridussero di 5 soldi l’affitto annuo suddetto . N. 104. - 1438. - 18 Maggio. - Rovereto. li comune di Rovereto a mezzo

dei suoi massari affitta per cinque anni a Francesco fu Turata di Rovereto una campagna a -Rovereto, sita a Pozzo. — Miscellanea I Cari, 10. La campagna per la quale ■ è fissato un affitto annuo di 3 libre (?) ha per confinanti Saldano (?) Giorgio beccaio e Donato Cigolino. Questa, campagna era ima- volta affittata à Martino beccaio fu Antonio. Da .annotazione esistente in calce e poi can cellata sembrerebbe che tal documento-.avesse la data del 1441 (?) N. 105. - 1438. - 18 Maggio. -.Rovereto

11
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_7_object_5690607.png
Pagina 7 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
di Trento, il quale nella seduta dei 14 giugno 1650, presenti il decano Giu> seppe Gelfo, Ernesto baron Trapp, Gerolamo conte Wolchenstein, Bernardino Malanotte e Francesco de Alberti, protestava contro il vescovo Carlo Emanuele Madruzzo, per l’intenzione che aveva di infeudare Michele Fedrigazzi della contea di Nomi, senza aver prima ottenuto il consenso del capitolo della cattedrale. ( s ) Il principe vescovo Madruzzo accolse la protesta del capitolo e nell’anno seguente 1651 investiva Ottavio

cario Filippo Chiusole e confermava a delegato Paolo Liberi e a cancelliere Massimiliano Chiusole, ( x ) Prima ancor della sua venuta Michele Fedrigazzi con atto 20 giugno 1650, a rogiti Antonio Benvenuti ( 2 ), investiva Antonio Sartori, Francesco Fasanelli e Nicolò Petri della decima dei grani grossi e minuti e delle uve della campagna di Pomarolo verso la consegna al palazzo di Nomi di centocinque stala di grani e brente sessanta di uva, Con atto datato' da Innsbruck il giorno 2 luglio 1652

, ( :i ) l’arciduca Ferdinando Carlo vendette il castello e la giurisdizione della Pietra, tenuti in pegno da Bortolameo. conte Wolkenstein, benemerito capitano di quel castello, a Michele Fedrigazzi per l’importo di ventiduemila fiorini, (f) Ma a quanto sembra il Fedri gazzi deve averne tenuto possesso per poco tempo, perchè lo stesso arciduca in data 9 dicembre 1653 ( 5 ) cedette il castello ad Antonio Girardi di Castello, suo consigliere e capitano di Trento, per lo stesso importo. Il Girardi poi lo rivendette

a Michele Fedrigazzi in data Innsbruck 14 aprile- 1657( u ) per l’importo di ventitremila e seicento fiorini e ne rilasciò la quietanza in data 4 maggio dello stesso anno; O e un documento scritto su cartapecora, che inco mincia: Wir Anton Girardi von Casiell Freiherr ziwi Staiti am Gallian, Herr za Gleben and Randlstein, ecc. Siccome la contea di Nomi era feudo della chiesa di Trento, l’arciduca Ferdinando Carlo non aveva nessun diritto di venderla, e di questo parere fu il capitolo della cattedrale

12
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/330812/330812_222_object_5410875.png
Pagina 222 di 250
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Italienisch
Commenti: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Soggetto: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.602
ID interno: 330812
. b) Cfr. la pari. 108. i dove è scrìtto però — ma certo erroneamente — haeredes magi stri Michele in luogo di Michele. Il piazzale di S. Giorgio nella sua dimensione attuale esisteva già cinque cento anni fa. o) Il primo confine è dato forse dalla pari. 108. m, il secondo dalla p. 54. b, il terzo manca completamente. d) Alla pati, di Benedetto beccaio manca l’accenno di confine. e) Mancano i confinanti. f) Netto stabile che Donato del Castello ha in Vallunga (61 i) ri salta come confinante

— 139— . Questo Nichelo era da Folgaria e tanto desumiamo dalla pari. 97. b. Dì un Conzio fu Mastro Nicolò (tedescamente Nichelo ) da Folgaria abbiamo notizia in Reg. I. 108. e 109 dove apparisce nel 1439 quale affittitale „ del Comune. Nel 1441 un mastro Nicolò di Folgaria (ma più probabilmente i suoi eredi ) sono proprietari di stabili Reg. L 131 , 133 e 134. a) Dì questo stabile mancano i confinanti e l f accenno alla località, ma- è- quasi certo che si trovava nella regola della Campagnola

un Pellegrino da Marco. Potrebbe darsi che questo stabile fosse quello adiacente atta campagna di Nichele e che Biagio e Pellegrino da Marco appartenessero ad una sola famiglia. Che si trattasse forse di quel Nicolò fu Marcolino di cui parla la posta 95 ? 115. Beili di Cristallo teutonico. a) Per una pezza di terra vignata e zappativa alla Pietra presso i diritti di S. Maria di Rovereto, Donato del Castello e di sotto gli eredi di Ta- inielo . . . . , . . . . L. — s. 3 S> L. — s7~B Dal Reg. I. 144 apparisce

che nel 1449, un Crìstano teutonico a mezzo del suo rappresentante Antonio Bazegino comperò all’incanto t beni del ribelle Nicolò Cigalino. Altre notizie riguardo a questo cernita ci mancano. a) La campagna era certamente in vicinanza della prea foghera. in questo caso il confine con Donato sarebbe quello apparente atta piati. 61 } d ed il confine con Tamiello quello della p. 83 f:

13
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_25_object_5690625.png
Pagina 25 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
Dopo la morte del barone Adamo Domenico, ultimo ram pollo della famiglia Fedrigazzi, si presentarono come pretendenti al feudo: 1° Le tre sorelle dell’estinto; Elena nei Manteufel, Brigida Teresa nei Gonzales e Carolina nei Ceselli. 2° I fratelli Gio Battista e Prospero Cosmi, discendenti da Anna Isabella, figlia di Michele Fedrigazzi. 3° Sigismondo Zanata e sua zia Livia Camozzi-Zanata, discendenti da Teodora Elisabetta, e Pietro Antonio Fedrigotti, discen dente da Amelia Caterina, figlie

e vi aggiunsi una tavola collo stemma gentilizio. . Stemma. Lo stemma gentilizio concesso a Michele Fedrigazzi dall'arci duca Ferdinando Carlo,, conte del Tirolo, in data 20 marzo 1647 era: d’azzurro alla fascia caricata di tre stelle a sei raggi d’oro accompagnata in capo d’oro all’ aquila nera membrata e linguata di rosso e in punta d’argento ad un leone passante volto a destra di rosso e colla zampa anteriore sinistra rialzata. Elmo da torneo coronato. Cimiero una stella a sei punte. Lambrecchini oro

dì Adamo Domenico Fedri gazzi seniore. 4° Gio Pietro Baldironi, figlio di Èva Eleonora Fedrigazzi de! qm. Adamo Domenico Fedrigazzi seniore. Dopo una lunghissima lite, della quale il nostro archivio notarile, sezione dei nobili, possedè circa quattromila documenti, la corte suprema di revisione in data 18 giugno 1790 pronunziò sentenza favorevole alle tre sorelle, che definitivamente entrarono in possesso del feudo. Nell’albero genealogico ho riunito tutti 1 membri della famiglia Fedrigazzi

14
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
¬La¬ famiglia Fedrigazzi di Nomi.- (Famiglie nobili trentine ; 16)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165295/165295_19_object_5690619.png
Pagina 19 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 23 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 14, 1908, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/16
ID interno: 165295
, dopo la morte di Massimiliano Chiusole. Questi, can celliere già fin dal 1651, aveva sposato Domenica, figlia di Iseppo Fedrigazzi di Massone, zio del baron Michele. Nell’estate del 1686 moriva improvvisamente il baron Francesco senza prole e intestato. Francesco era consigliere dell’eccelsa Reggenza di Innsbruck. Anna Isabella, figlia del baron Michele, il giorno 20 aprile 1671, sposava Gio Battista, figlio di Cosmo Cosmi della nobile famiglia roveretana. Siccome i due coniugi erano ancor

per sè e suo fratello Adamo Domenico, dall’imperatore Leopoldo I, in data 28 novembre 1686. (’) Francesco sposava nel 1685 Anna Margareta, figlia del conte Gio Antonio Spaur e di Maria Giuditta contessa di Àrsio e Vasio. Presente il vicario di Nomi, dottor Gio Francesco Martinelli, che già dal 1673 era insignito di questa carica, Francesco Fedrì- gazzi nomina con atto 29 aprile 1687, a rogiti Adamo Adami, ( * 2 ) cancelliere della contea, Pietro Chiusole e a suo coadiutore Pietro Benvenuti

minorenni, per assicurarne la dote e contraddote fu loro deputato un com missario, Gio Maria Martinetti e un procuratore nella persona del fratello baron Francesco Fedrigazzi, d’accordo coll’eccelsa Reggenza dell’Austria superiore, a rogiti Gio Udalrico Eisenberg di Innsbruck in data 9 ottobre 1671. Questo documento è annesso al documento di dote in data 7 gennaio 1672, a rogiti Massimiliano Chiusole. ( 8 ) Dalla carta di dote si rileva quanto ricca fosse la famiglia Fedri gazzi, basta dire che soltanto

15
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/330812/330812_238_object_5410891.png
Pagina 238 di 250
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Italienisch
Commenti: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Soggetto: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.602
ID interno: 330812
— 155 — 143. Beni di Michele dalla porta. a) Per un vegro ai Sabbioni presso mastro Tomeo, mastro Ramengo, Conzio mugnaio . . L. — s. 2 S. a L — s. 2 Questo censita dimorava certamente presso la porta di S. Tomaso. a) Alla posta di Tomeo di Ramengo non trovasi alcun accenno a Michele dalla Porta. Quando Consto mugnaio sia identico al Conzio da Pederagno che risulta alla part. 87. allora lo stabile di confine potrebbe essere quello apparente alla lettera a sito al Magazzolo. 144. Beni di Ser

Bonaventura da LizzaneUa. a) Per una pezza di terra zappativa ed arativa in . Valle, confinante da una parte con Ronzano, dall’atra con donna Margherita dalle guaine, da un capo con la via consortale , . . . L. sTh. a) Cfr. le pari. 35. b e 145. a. 145. Bèni di donna Margherita dalle guaine, a) Per una pezza di terra arativa e vignata in Valle, confinante da una parte con Bonaventura da Lizzanella, dall’altra con gli eredi di Guglielmo Frizzo, da un capo coi diritti del Comune, dal l’altro con la via

. . . . . . L. 8C L. Trattavasi probabilmente di una fabbricatrice di guaine da col tello. Dove la stessa avesse la sua dimora non si ptiò desumere. a) Alla partita di Delfino fu Guglielmo Frizzo (2 d) trovasi uno sta bile in Valle, dove come confinante risulta una certa Plazadea. ; Che sia costei questa Margherita ? Ecco un altro indovinello .del l’estimo. — s. 8 — 8. 18 1 s. 5 1 s. 5

17
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1904
¬La¬ famiglia Betta dal Toldo.- (Famiglie nobili trentine ; 3)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/109552/109552_44_object_5690469.png
Pagina 44 di 58
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 54 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 10, 1904, fasc. 1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/3
ID interno: 109552
degli Alberti, l’investitura dei feudi goduti dalla famiglia Betta. Andrea morì a Tierno nel 1688 lasciando un’unica figlia Claudia che sposò Francesco Salvadori di Mori. Paolo Betta figlio di Bartolomeo Paolo, che pure aveva preso stabile dimora a Tierno è ricordato in un documento del 1649 coma vicario di Mori, carica che deve aver occupato per molti anni, perchè in un altro documento del 1694 n’era ancora insignito. Nel 1698 il 12 aprile, il principe vescovo di Trento, Giovanni Michele conte

partì non molto dopo col suo reggimento per Napoli e nel 1716 fu nominato tenente maresciallo di campo; ivi Bartolomeo rimase fino alla sua morte. Nei protocolli dell’Archivio di guerra a Vienna il nostro Bartolomeo è inscritto col titolo nobiliare di Bar tolomeo baron Beda de Toldy. Bartolomeo morì nell'estate del 1720, luogotenente generai marescial di campo, consigliere aulico di guerra e colonnello proprie tario d’un reggimento. Con testamento fatto a Napoli ai 25 mar zo 1720

e controfirmato da otto testimoni e dal generai auditor cesareo Giuseppe Wolfango Braumiller, Bartolomeo lasciava tutta la sua cospicua sostanza al nipote (era suo cugino) Bartolomeo Betta dal Toldo figlio di Paolo, usufruttuari Luigi e Paola Betta dal Toldo, fratello e sorella del maresciallo. Questa sostanza, con sisteva di un capitale di trentamila fiorini imprestati alla comunità di Brentonico, di venticinquemila fiorini depositati nel banco di Vienna, una casa a Hòtting dTnnsbruck, seicento doppie di Spa

gna, che teneva nella cassa, argenteria, mobili e numerosi crediti, dei quali dava l’elenco. Lasciava alla sorella di Bartolomeo, Eleo nora (della quale non si ricordava neppure il nome) sei mila fiorini e vari legati ai suoi servi ed agli amici. Andrea Betta dal Toldo figlio di Giorgio aveva presa stabile dimora a Tierno e abitava nella contrada di San Michele dove tutt’ora sopra la porta si vede lo stemma di famiglia. Con lettera 25 novembre 1686 ebbe dal principe vescovo di Trento, Francesco

18
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/330812/330812_53_object_5410706.png
Pagina 53 di 250
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Italienisch
Commenti: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Soggetto: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.602
ID interno: 330812
— 48 — N. 121. - 1441. - ITebbi'aio 25. — Rovereto. II Comune di Ro vereto a mezzo del suo sindaco, notajo Antonio fu Pietro, che agisce con licenza degli altri sindacì, affitta a Donato fu Oi gali no da Rovereto una campagna a 8. Giorgio. — Mi scellanea I Cari. 15. La località a S. Giorgio chiamasi in valdo (?) Come affitto non è esposto pel primo anno alcun importo, essendo trascorso il tempo per la coltivazione della campagna . Pel tempo futuro dovrà indicare annualmente se intenda o meno

lavorarla, e pagare, nel caso la lavorasse, l’annuo canone di 15 soldi. N. 122. — 1441. — Sfarzo 19. — Rovereto. Il Comune di Rovereto a mezzo del suo sindaco, notajo Antonio fu Pietro, che agi sce con licenza di Donato Concelino, altro sindaco, affitta a Giovanni Lautsdorfer tessitore di Àiemagna un vignale. - Miscellanea I pag. 14. Non consta dove fosse questa campagna la quale una volta era lavorata da Baldino di Trento. Le singolari condizioni del contratto sono che Raffittitale per il primo anno

. Il Comune di Rovereto a mezzo dei suoi smelaci Pietro Paolo fu Bonomo da Gar dumo, Mastro Ricolò barbiere fu Martino speziale di Rove reto e Conzio dalle pecore, genero del fu Nicolò dalle pe core affitta a Gasparino fu Matteo da Corgnano abitante a Rovereto, una campagna situata nella regola di S. Giorgio. — Miscellanea 1 pag. 14. La campagna h a per confini : la via comune, la via consor- sortale s Pietro Paolo (da Gardumo?). L’affittanza segue per anni 9, rinnovabile di anno in anno, ed il locatario

dovrà pa gare a S. Michele od- entro l’ottava di S. Michele , Vaffitto dì una libra e di 5 soldi di buona moneta mata nella terra di Rovereto, mettendo in pegno a garanzia dei suoi obblighi tutti i suoi beni tanto presenti, quanto futuri.

19
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1904/08)
Pubblicazione della Società Museo Civico di Rovereto ; 41 + 44.- Regesto dell'archivio comunale della città di Rovereto ; 1/2
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/330812/330812_213_object_5434268.png
Pagina 213 di 250
Luogo: Rovereto
Editore: Tipogr. Roveretana
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Italienisch
Commenti: Fasc. 1 und 2 geb. in 1 Bd.
Soggetto: c.Rovereto / Stadtarchiv ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.602
ID interno: 330812
— ISO — vanni Nichelo, gli eredi di Giarmantonio e la via eonsort. Misura ì f 2 piovo . . . . L. — s. 10 r) Idem per un vegro a S. Giorgio presso gli eredi di M. Michele e le vie. Misura circa 2 piovi . L. — s. 1 l) Idem per un orto alla roza , presso i diritti del comune di Rovereto, la roza, e la via com. . L. — s. 5 m) Idem per una pezza di terra arat. e vignata al Frassino presso Anzio da Z. Ilario, gli eredi di m. Marco calzolaio e la via com. Misura 1 piovo L. - s. 12 S. a L. 7 s. 17 Non

li abbiamo alle pari. 88. g (dove ci si presenta una Borzegina che certamente era un’ erede di Antonio ) 100. b (al quanto dubbio però ) e 46. £ (pure dubbio). g) Veggasi atte pari. 111. g e 113. f. li) È difficile stabilire quali degli stabili di Ritinaldo (p. 46) si tro vasse atte Ghiaie : forse quello alla lett. c. Giovanni di Mastro Nichelo ( nell’estimo sta scritto a diverse riprese ed erroneamente : Michele ) non ha stabili nei pressi del Lem (p. 114). TJ ultimo confine lo abbiamo forse alla p. 89. d.

dalla p. 109. a. b) Cfr. la pari. 107. b e 111. a, quantunque ambedue i confini pos sano essere dubbi. c) Veggami le poste 16. g (che però è motto dubbia ) e 59. a. d) I confini sono dati con molta probabilità dalle poste 34. c, 60 d e 63. a. (Qui netta posta 60. d abbiamo il caso detto scambio del nome Borzegin in quello di Bazegin). e) Veggasi pel primo la pari. 80. b. Osservammo ancora che il Bar betta od i suoi eredi non appariscono come proprietari di sta bili in questo estimo. f. I confini

20
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
¬La¬ famiglia Pizzini di Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 10)
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/165265/165265_10_object_5690864.png
Pagina 10 di 44
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 40 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto ; Ser. 3, Vol. 12, 1906, fasc. 3/4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/10
ID interno: 165265
. Da Giovanni Michele Dusini, vicario generale del principato vescovile di Trento, con pergamena dei 26 gennaio 1676, Ebbe di quella chiesetta il gius patronato alla condizione che fosse sottoposto e vincolato perpetuamente un fondo equivalente al va lore di ragnesi cento da troni quattro e mezzo l'uno.

nella chiesa dei reverendi padri di San Michele. Fece il primo testamento nel 1679 senza indicarne la data, il secondo addì 28 marzo 1686, che fu letto all'ammalato in presenza dei consoli della regia vecchia città di Praga: Domenico Martinelli, Gio. Giorgio de Funken, Pietro Trentini e Giorgio Costantino Lausan.. Il testa mento fu poi iscritto nei libri testamentorum volume IV, foglio 115 della detta città. Dall'inventario della sostanza lasciata da Giovanni in Praga, si rileva che essa

ammontava a fiorini del Reno (ragnesi), da cinque troni l’uno, 72.903 pari a troni 353.515, somma assai ri levante per quei tempi. Di questa sostanza, oltre a molti pii le gati, Giovanni lasciava due terzi alle nipoti Bartolamea, moglie ad un Mazzocchi e a Caterina sposata Pizzini, figlie di Gian Giacomo, ma nulla a Bartolomeo, pure figlio di Gian Giacomo, ma bensì a figli di lui, un terzo alla moglie Elisabetta. Giovanni possedeva in Praga tre case, una situata nella Dwostelgasse al N.° 252, un’altra

sul Fandelmark, e la terza con giardino vicino alla torre nel Heinrich-Viertel. Giovanni istituì amministratore dei beni dei suoi pronipoti suo cugino il dottor Giulio Pizzini senza obbligo di renderne conto, non volle affidarne la tutela al nipote Bortolameo per mancanza di attitudine. 11 dottor Giulio poi in seguito comperava tutta l'azienda di Praga, che passò così alla gestione del ramo roveretano della famiglia Pizzini. I figli del dottor Giulio ottennero dalia regia città di Praga

21