4.360 risultati
Ordina per:
Rilevanza
Rilevanza
Anno di pubblicazione ascendente
Anno di pubblicazione discendente
Titolo A - Z
Titolo Z - A
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1988
Donatello : 1386 - 1466 ; 1986 - Celebrazioni nel VI. centenario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 10 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62099/62099_69_object_5808009.png
Pagina 69 di 124
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XIIII, 102 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Soggetto: p.Donatello ; f.Kongress ; g.Meran <1986>
Segnatura: II 128.058
ID interno: 62099
Grabmal, Dom, Siena Tino da Camaino, Fronte del Sarcofago della tomba Petroni, Duomo, Siena Donatello, Markus, Or San Michele, Florenz Donatello, Marco, Or San Michele, Firenze Donatello, David, Bargello, Florenz Donatello, David, Bargello, Firenze Donatello, Zuccone, Domopera, Florenz Donatello, Zuccone, Museo de'll’Opera del Duomo, Firenze Donatello, Magdalena, Domopera, Florenz Donatello, Maddalena, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze Donatello, Sakramentstabernakel, St. Peter, Rom Donatello

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 VERZEICHNIS DER ABRILDUNGEN ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI Donatello, Drachenkampf des hl. Georg, Or San Michele, Florenz Donatello, San Giorgio contro il drago, Or San Michele, Firenze Nanni di Banco, Eligiuswunder, Or San Michele, Florenz Nanni di Banco, II miracolo di S. Eligio, Or San Míchele, Firenze Donatello, Gastmahl des Herodes, Baptisterium, Siena DonateUo, II banchetto di Erode, Battistero, Siena Ghiberti, Der zwölfjâhrige Jesus im Tempel

, Tabernacolo, S. Pietro, Roma Donatello, Cosciamonument, Baptisteríum, Florenz Donatello, Monumento di Coscia, Battistero, Firenze Gtabmal Neri Corsiní, Sto. Spirito, Florenz Tomba Neri Corsini, SantO' Spírito, Fírenze Donatello, Grabmal Pecci, Dom, Síena Donatello, Tomba Pec'ci, Duomo, Siena Donatello, Cantoria, Domopera, Florenz DonateUo, Cantoria, Museo dell’Opera del Duomo, Fírenze — 51

3
Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1934
Guida della stazione climatica Merano
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/346742/346742_61_object_4616730.png
Pagina 61 di 80
Luogo: Merano
Editore: Poetzelberger
Descrizione fisica: 68 S. : Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Meran;f.Führer
Segnatura: I 211.711
ID interno: 346742
un sentiero che, sempre per prati e frutteti, si eleva fino a 'Marlengo (m 366) in circa 15 minuti di cammino; op pure, valicato il ponte, continuare per la carrozzabile fino alla -diramazione per Marlengo che segue poco dopo. Ali tri itinerari per iMarlengo sono: Viale del Piave, Viale S. Michele del Carso, ponte sull'Adige e poi come sopra; oppure Lungo Passirio Alessandro Manzoni fino alla con fluenza con l'Adige e quindi lungo l'argine dell'Adige al ponte. Senza salire a Marlengo si possono

combinare due itinerari per una comoda escursione circolare di circa ore 1 Yì - 2. A Marlengo si trovano parecchi buoni ristoranti ed al berghi. Non si deve tralasciare di recarsi nel recinto del cimitero, presso la chiesa, da dove si apre uno dei pano rami più belli e più completi della stazione climatica, sullo sfondo del maestoso Picco Ivigna. Da (Marlengo si può seguire a ritroso il canale di irriga zione che termina nei pressi di Tel. E' preferibile tuttavia scendere in vista degli stabilimenti

co stantemente la linea tramviaria, tranne al passaggio del l'Adige che avviene per il nuovo ponte di Marlengo. In automobile o vettura a cavalli si può seguire la strada descritta oppure, prolungando il percorso: 1) seguire la strada statale per Bolzano fino a Postai e piegare quindi a destra nella diramazione per Lana di sotto, Lana di mezzo e Lana di sopra; 2) seguire la strada statale per lo Stelvio fino a Foresta e piegare a sinistra nella strada per Marlengo, raccoman dabile per il panorama che

4
Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1979
Dante Alighieri : 1265 - 1321.- (Studi italo-tedeschi ; 1 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62075/62075_88_object_5807074.png
Pagina 88 di 120
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Descrizione fisica: 99 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; f.Kongress ; g.Meran <1965>
Segnatura: II 128.049
ID interno: 62075
della Sodetà Dantesca, gli Studi Danteschi fondati dal Barbi dopo la cessazio- ne del Bollettino. Tra i tanti studiosi che sarebbero degni di ricordo due nomi emergono irre- sistibilmente: Ernesto Giacomo Parodi e Michele Barbi. Del Parodi resta esemplare il volume Poesia e storia nella Divina Commedia (1921) che, pur essendo una raccolta di articoli precedentemente pubblicati in varie riviste, costituisce un unitario modello di critica radicata in una completa informa- zione storica ed aperta

alla piú articolata valutazione della poesia: esemplare resta specialmente il capitolo sulla rima nella Divina Commedia. Azione di direzione e di esempio anche di maggior estensione, è stata eser- citata dalPattività di Michele Barbi: con tutti i suoi numerosi lavori, in parti- colare con la direzione degli Studi Dantesci (1920-1941) egli ha dilfuso un co- stume di misura e di modestia negli studiosi di Dante; nessuna pretesa di ri- solvere univocamente quelli che sono armai destinati a restare gli

«enigmi» danteschi; uno studio puntuale e positivo degli elementi a disposizione, non per ricostruire nuovi e diversi «sistemi» interpretativi, bensi per accertare, con cautela e con prudente coraggio, qualche punto non ancora chiarito; il Barbi ha awiato e consolidato il costume di proporre le congetture come congettu- re, valide nei loro discutibili limiti, senza la pretesa di trasformarle in dimo- strazioni. L’opera complessiva del Barbi puó apparire talvolta troppo fredda e cauta; ma ha avuto

argomenti: un particolare accenno richiedono peró quelle rela- tive alla «filosof'ia» di Dante, dovuta specialmente alPinesausta aggressività giovanile di Bruno Nardi, che, eccezionale conoscitore della filosofia medie- vale, si è fatto un punto d’impegno nel segnalare (talvolta forse oltre i limiti obbíettivi) tutto ció che di non tomistico, o addirittura di non ortodosso, si possa trovare nel pensiero di Dante. Gli studi del Nardi, tuttavia, sono sem- pre utili e stimolanti anche quando le conclusioni

possono apparire eccessive 17). Impossibile nominare, poi, tutti i commenti alla Divina Commedia pubbli- cati in questo periodo: mi sia consentito peró ricordare quello del Torraca (1905) che awió il gusto del lettore alla valutazione artistica e non alla sola interpretazione letterale; meno nutrito di riferimenti storici e culturali, ma di una finissima sensibilità (che talvolta appare troppo Ímpressionistica) quello del Momigliano (1945) che ha il valore di un continuo saggio critico su ogni parte

5
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1985
Raffaello Sanzio : 1483 - 1520 ; 1983 - Celebrazioni nel V. anniversario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 5 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62091/62091_73_object_5807505.png
Pagina 73 di 158
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XV, 134 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Soggetto: p.Raffaello <Sanzio> ; f.Kongress ; g.Meran <1983>
Segnatura: II 128.053
ID interno: 62091
- paratorio degli Uffizi, Raffaello rappresenta il cavallo rifacendosi a un modello già da lui utilizzato in precedenti disegni: uno dei cavalli del gruppo dei Dioseuri al Quirinale. Confrontato con i disegni prece- denti, il foglio degli Uffizi rivela, nella grafia estremamente sciolta e libera e nell’impeto dell’immagine, una assimilazione molto piú matura dello stile grafico di Leonardo. La tavola con S. Giorgio e il drago, insieme con quella raffigurante S. Michele e il drago, fu eseguita per la corte

di Urbino a celebrare un evento di grande importanza dina- stica: l’adozione da parte di Guidobaldo da Montefeltro, che non aveva figli, del nipote Francesco Maria Della Rovere. Nei due dipinti i santi Giorgio e Michele ricordano rispettivamente l’Ordine della Giar- rettiera, di cui erano stati insigniti Federigo e Guidobaldo da Monte- feltro e l’Ordine di S. Michele di cui erano stati insigniti Giovanni e Francesco Maria Della Rovere. A quando possono risalire i rinnovati rapporti con Leonardo prece

- denti il trasferimento dell’artista a Firenze alla fine del 1504? Vasari dice che mentre Raffaello si trovava a Siena per collaborare col Pintu- ricchio all’esecuzione di Modelli per gli affreschi della Libreria Picco- lomini (il periodo dovrebbe corrispondere agli ultimi mesi del 1503), venne raggiunto dalla notizia che gli ambienti artistici fiorentini erano in subbuglio perché incominciavano ad essere noti i primi disegni di Leonardo per la Battaglia di Anghiari. Vasari aggiunge che allora

Raffaello si recò a Firenze. È molto proba- bile che il racconto di Vasari sia veritiero e che il soggiorno che ebbe inizio alla fine del 1504 sia stato preceduto da un piú breve periodo tra- scorso da Raffaello a Firenze all’inizio dell’anno. Ho ricordato in pre- cedenza la lettera di presentazione, indirizzata al Gonfaloniere di — 53

8
Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/611988/611988_606_object_5805928.png
Pagina 606 di 648
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIII, 619 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.268
ID interno: 611988
unidimensionale del tempo neH’antichità”, proposta da Antonio Ponsetto. Nelle loro analisi temporali, rilevava il relatore, Husserl e Heidegger distinguono, dal tempo vissuto in modo originario o autenti- co, una forma derivata o inautentica del tempo. In Husserl, si tratta del tempo oggettivo, a differenza del tempo della coscienza temporale inte- riore, mentre in Essere e tempo di Heidegger si parla del tempo volgare, a differenza del tempo estatico del Dasein autentico. II tempo oggettivo

e il tempo volgare sono accomunati dal fatto di essere misurabili. II tempo misurabile ha il carattere del numero, e proprio tale carattere è il segno della sua non-originarietà. Per questo motivo, la definizione aristotelica del tempo, in cui quest’ultimo viene determinato come nu- mero, è citato da Heidegger come esempio paradigmatico del concetto volgare di tempo. Tuttavia, affermava Ponsetto, tale svalutazione del carattere numerico del tempo resta alla superficie della comprensione del tempo

in Aristotele; infatti, dietro alla equiparazione aristotelica di tempo e numero sta, nascostamente, un pensiero dell’analisi del tempo sviluppata nel Timeo platonico, che Heidegger non ha notato. Inoltre, Pesclusione del numero dal fenomeno originario del tempo è fenomenologi camente insufficiente rispetto alla struttura del tempo stes- so. Husserl e Heidegger non hanno visto che, nella definizione aristotelica del tempo, il numero è inteso come identità mossa o in mo- vimento. Ciò è potuto accadere perché

essi non hanno svolto in modo fenomenologicamente radicale Panalisi fenomenologica della defini- zione del tempo in Aristotele. Quest’ultimo pensa il tempo come rap- porto fra due poli. Se si intende in questo senso il carattere numerico del tempo, si deve dire, contro Heidegger e Husserl, che tale carattere non è una determinazione secondaria del tempo, ma, al contrario, ne costituisce il nucleo essenziale. Dunque, Heidegger e Husserl non han- no visto come nella definizione del tempo, fornita

da Aristotele, sia contenuta la concezione del tempo della fenomenologia. In altre parole: la comprensione fenomenologica del tempo si pone in una continuità rispetto a quella dell’antichità. Con il contributo di Roberto Cipriani, “La concezione sociologica 580

10
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1984
Andrea Palladio : 1508 - 1580 ; 1980 - Celebrazioni nel IV. centenario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 4 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62090/62090_26_object_5807356.png
Pagina 26 di 102
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: 80 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Soggetto: p.Palladio, Andrea ; f.Kongress ; g.Meran <1980>
Segnatura: II 128.052
ID interno: 62090
chiesa di S. Michele; attorno al 1533 il portone di palazzo Conti a S. Stefano; nel biennio 1534-36 Paltar maggiore della cattedrale; del 1537-38, il monumento tombale di Giovanni da Schio, vescovo di Vasone, sempre nella Cattedrale: cose tutte rientranti in toto, quanto alle re- sponsabilità meramente esecutive ed amministrative, nei limiti del- la «équipe» dei Pedemuro, ma nelle quali già scorgiamo una diversa e piú alta qualificazione, Pacerbo apparire, insomma, di quello che sarà piu tardi

«rinascimentale» dei Pedemuro ed allargandolo sia mediante piu ampi contatti con gli evoluti circoli padovani di Alvise Cornaro e del Falconetto sia con la Verona «archeologica» e sanmicheliana. E intanto, a partire dal 1530, la sua personalità cominciava ad emergere traendosi con fatica, ma non senza qualche successo, dall’indistinto fondale delP«atelier». Del 1531 avevamo avuto il portale di S. Maria dei Servi, in piazza delle Biade; nel 1532-33 la cappella ed il monumento funerario Godi nella distrutta

il tipico «modus operandi» di Andrea. Da ultimo, i Pe- demuro approdavano appunto alla trissiniana Cricoli, unici «impre- sari» in loco di mezzi ed abilità tali da soddisfare nell’occasione le particolari esigenze del committente. La sequenza lungo la quale, al di fuori di ogni sovrastruttura agio- grafica, abbiamo cercato di scandire le tappe ragionevoli di quelli che dovettero essere stati i progressivi contatti tra Pesordiente An- drea, di venti in trenf anni, ed il letterato cinquantenne - era nato

nel 1478 - si conclude nel febbraio 1538, allorché un documento del giorno 9 attesta la prima effettiva presenza del giovane in casa di Giangiorgio Trissino al Pozzo Rosso. Subito dopo, cessano gli ac- cenni ad una sua partecipazione nella officina dei vecchi maestri; fi- nalmente, in due carte d’archivio del 25 febbraio e del 10 marzo 1540, Andrea non compare piu indicato con il genitivo paterno, de- nuncia della sua modestissima origine, ma con Pappellativo di «Pal- ladio». L’origine del termine

11
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1985
Raffaello Sanzio : 1483 - 1520 ; 1983 - Celebrazioni nel V. anniversario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 5 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62091/62091_27_object_5807459.png
Pagina 27 di 158
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XV, 134 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Soggetto: p.Raffaello <Sanzio> ; f.Kongress ; g.Meran <1983>
Segnatura: II 128.053
ID interno: 62091
Paolo Uccello del «Miracolo dell’Östia», nella predella della tavola di Giusto di Gand già alla chiesa urbinate del Corpus Domini, È solo in seguito, e su queste basi ormai saldamente gettate, che soprawengono le grazie, anche troppo risapute, del Perugino, cui il padre Giovanni Santi si era, da parte sua, accostato fin dal 1490. Un apprendistato, questo di Raffaello presso il Vannucci, che non sarebbe, con tutta pro- babilità, mai awenuto nel senso tradizionale del termine e attorno a cui

si è amato eccessivamente insistere, sulla scorta del racconto vasa- riano: ma che andrà ridimensionato e inteso, semmai, piú quale un meditato accostamento del giovane neofita al piu anziano maestro che come un autentico discipulato. Prova ne sia che, laddove si trova oggi assai poco credibile una presenza effettiva di Raffaello, appena uscito di puerizia, presso la bottega peruginesca, il momento della sua «mas- sima adesione» - stiamo alle parole del De Vecchi - ai modi del Peru- gino cadrà solo piú

, lo «Sposalizio» di Brera, proveniente da S. Francesco di Città di Castello (1504), mostra un ventenne sicuro della propria strada: oltre le figure, ai nostri scaltriti occhi moderni qua e là magari un po’ leziose, lo spazio, architettonica- mente scandito e dominato dalla mole del tempio a pianta centrale, appare qui l’indiscusso protagonista di una «composizione» studiatis- sima, e tale da assurgere a paradigma. In questa luce, gli innegabili quanto inevitabili contributi attinti dall’artista durante

il soggiorno fiorentino, andranno valutati con prudenza e liberati, direi, da ecces- sivi entusiasmi fuorvianti. La «Madonna del Granduca», forse degli ultimi mesi dello stesso 1504, appena dopo l’arrivo a Firenze, rivela netto l’ascendente di Leonardo nella morbidità degli «sfumati», nella fígura luminosa, lieve emergente dal coinvolgimento delle ombre; la «Madonna del Prato», del 1506, al Kunsthistorisches di Vienna, quella «del cardellino», agli Uffizi, o «La bella Giardiniera» del Louvre, del 1507

, si awalgono di decise ricerche «monumentali» nello sfruttare uno schema piramidale di indubbi precedenti leonardeschi. Ma si badi come già la «Sacra Famiglia Ganigiani», dell’Alte Pinakothek di Monaco, denunci chiaro, tra 1507 e 1508, nel lavorio di allargamento del «repertorio» disponibile, l’insinuarsi pericoloso di una crisi. La — 7

14
Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2001
Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/611990/611990_243_object_5806505.png
Pagina 243 di 292
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XVII, 266 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Segnatura: II 341.266
ID interno: 611990
49) Vedi, ad esempio, CLAUDIO SARTORI, Giuseppe Verdi, in La Musica. Enci- clopedia storica, sotto la direzione di Guido Maria Gatti, a cura di Alberto Basso, Torino, UTET, vol. IV, 1960, p. 747: “A Verdi si rimprovera, attribuen- dogliene la maggiore responsabilità, Eoscurantismo dellTtalia del secolo scorso per la musica strumentale, cameristica e sinfonica, che costó tanta fatica e chi dovette, prima di tutto resistendo e opponendosi a lui e alla sua opera e alla sua denigrazione, risalire

la china. Ed è indubbiamente vero. Verdi fu musicista di teatro, sineeramente ed esclusivamente: prima spontaneamente, rispondendo al richiamo della propria naturale sensibilità di drammaturgo nato, poi per neces- sità di cose, essendogli mancata la preparazione tecnica e culturale necessaria, infine programmaticamente per fedeltà agli ideali della propria giovinezza, quasi ostinandosi a negare agli italiani, come erano state negate a lui stesso, possibi- lità veramente creatrici al di fuori del campo

melodrammatico. E qui il baratro della sua ignoranza si riveló enorme, nella sconoscenza assoluta delle passate glorie strumentali della sua gente”. 50) Vedi sua lettera a Verdi, del 18 gennaio 1895, contenente parole di grande ammirazione per il Falstafe, in F. ABBIATI, op. cit., IV, p. 567. 51) Lettera del 26 dicembre 1883, in G. Verdi, I copialettere cit., p. 629. 52) Lettera del 30 marzo 1879, in Verdi intimo, op. cit., pp. 227-233. 53) A. VON WINTERFELD, Unterhaltungen in Verdis Tuskulum, “Deutsche

Re- vue”, Stuttgart, XII, 1887, pp. 327-332; quindi con il titolo Persönliche Erin- nerungen an Verdi in “Neue Musik-Zeitung”, Stuttgart - Leipzig, XXII, 5, 1901, pp. 57-58; questa testimonianza, raccolta nella primavera del 1883, si puó ora leggere Ín traduzione italiana in M. CONATI, Verdi. Interviste e incontri cit., pp. 146-156. 54) R LEVI, Domenico Morelli nella vita e nell’arte, Torino, Roux, 1906, p. 158. 55) ANTONIO GRAMSCI, Letteratura e vita nazionale, Roma, Editori Riuniti, 1971

, p. 42. 56) A. LUZIO, Carteggi verdiani cit., III, p. 162. 57) Lettera del 14 aprile 1892, in G. VERDI, / Copialettere cit., p. 376. 58) Verdi intimo, op. cit., p. 182. 59) Ibidem, p. 297. 60) Lettera del 15 febbraio 1883, Ín G. VERDI, / Copialettere cit., p. 323. 61) Nel giugno del 1873 al Collegio dei Nobili di Napoli fu eseguita la Cena degli Apostoli, quando Verdi ne era ornai ripartito. Fra dicembre del 1880 e febbraio del 1881 a Milano, alla vigilia dell’arrivo del compositore per il nuovo Simon Boccanegra

15
Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
1995
Giambattista Vico : (1668 - 1744) ; nel 250° anniversario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 17 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/103866/103866_65_object_5783276.png
Pagina 65 di 204
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Descrizione fisica: XI, 181 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. ital. und dt.
Soggetto: p.Vico, Giambattista ; f.Kongress ; g.Meran <1995>
Segnatura: II 143.265
ID interno: 103866
89) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., p. 63 90) Ibidem. In proposito, bisogna ricordare che - nelle Osservazioni sul sentimento del Bello e del Sublime - Kant contrappone alle virtu autentiche le virtu adottive, fondate sui principi regolativi. Cfr. I. Kant Osservazioni sul sentimento del Bello e del Sublime, Milano 1989, trad. it. di Laura Lovati, p. 92. 91) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., pp. 70-73. 92) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit, pp. 73-76. 93) Cfr. G. Deleuze

La filosofia critica di Kant, Bologna 1979, trad. it. Marta Cavassa, p. 117. 94) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., pp. 73-76. 95) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., p. 77. 96) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., p. 81. 97) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., pp. 82-86. 98) Cfr. G. Deleuze La filosofia critica di Kant, cit, p. 111. 99) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., pp. 152-153. Cfr. anche n. di Kant (sempre p. 152): «Si potrebbe chiamare il gusto sensus communis aesteticus

e l’intelli- genza comune sensus communis logicus.» 100) Cfr. H. Arendt Teoria del Giudizio Politico, ed. it. Genova 1991, p. 102. La Arendt ritiene che Kant avrebbe voluto scrivere una Critica del Giudizio Po- litico, dall’ambito ben distinto da quello morale: cfr. H. Arendt op. cit. p. 31. 101) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit, pp. 150-151 102) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., p. 172. 103) Cfr. O. Hoffe Immanuel Kant, ed. it. Bologna 1986, trad. it. di Sonia Carbon- cini, p. 225 sgg. 104

) Cfr. A. Guerra Introduzione a Kant, cit., pp. 182-192. 105) Cfr. I. Kant Critica del Giudizio, cit., p. 150. 106) Cfr. P. Martinetti Kant, cit., p. 230. 107) Sul tentativo di interpretazione di Kant operato da J. Rawls (Cfr. J. Rawls Kantian Constructivism in Moral Theory in Journal of Philosophy, LXXVII, 1980, p. 515 sgg., e Una teoria della giustizia, Milano 1982, trad. it. Umberto Santini, rev. Sebastiano Maffettone) cfr. le efficaci critiche di Sergio Landuc- ci: cfr. S. Landucci Sull’etica

16
Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1979
Dante Alighieri : 1265 - 1321.- (Studi italo-tedeschi ; 1 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62075/62075_86_object_5807072.png
Pagina 86 di 120
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Descrizione fisica: 99 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; f.Kongress ; g.Meran <1965>
Segnatura: II 128.049
ID interno: 62075
minciare il novecento con il 1914, cosi per la critica dantesca, il nuovo secolo appare segnato piuttosto dal 1921, che dal 1901. E ció accade non tanto in forza della specifica tesi di quel libro (cioé la distinzione tra il «romanzo teo- logico» che costituirebbe la impoetica struttura della grande Commedia, dagli episodi poetici, quasi florida vegetazione abbarbicata ad un nudo torrione de- solato, di per sé, d’ogni poesia), quanto perché il libro del Croce fu del trion- fare del metodo

crociano nella critica italiana; onde tutta la letteratura critica venne ad orientarsi verso la valutazione della poesia in quanto poesia (spesso fino ad un episodico impressionismo), con una certa trascuranza delfaccerta- mento dei documenti storici. Oggi, chi ripensi alla vasta discussione suscitata dal saggio del Croce ha l’impressione che, accanto ad approfondimenti di sensibilità suscitati per consenso o per polemica, da quel saggio non siano mancate troppe pagine di sottili disquisizioni

astrattamente dialettiche sui rapporti fra struttura e poe- sia, risolte piuttosto in elegante problematismo che in acquisizioni positive di nuovi punti di vista produttivi di piú aderente assimilazione del testo. II sag- gio del Croce, del resto, anche di per sé, mancava troppo di prospettiva stori- ca, non rappresentando la Commedia come il punto finale di una esperienza molteplice e tormentata di cultura poetica, ed analizzandola invece in un’a- stratta atemporalità di poesia e non-poesia. Queste

osservazioni non voglio- no peró m nessun modo negare che la critica dantesca, dopo il 1921 è stata tutta condizionata in qualche misura dal saggio del Croce; se non altro per polemica contrapposizione di diversi metodi e di diversi campi di indagine. E’ ovvio, d’altra parte, che, prima e dopo il saggio del Croce non mancaro- no studi impegnati su prospettive ben diverse, soprattutto in tre direzioni. 7-Ricerche erudite per accertare i fatti della biografia personale di Dante, e la cronologia delle opere

. Ormai, però, è difficile sperare che gli archivi ci pos- sano dare nuove notizie, o che l’indagine sui manoscritti ci possa permettere di stabilire una cronologia non problematica delle opere. Nella dimensione dell’accertamento dei fatti documentabili non sembra ormai facile superare la sintesi (un po’ invecchiata ma sempre utile) dello Zingarelli 3Jo quella del Barbi 4) o quella di silloge documentaria del Piattoli 5); o, per ció che riguarda la cronologia dei testi, gli studi del BarbÍ sulle Rime

17
Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1979
Dante Alighieri : 1265 - 1321.- (Studi italo-tedeschi ; 1 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62075/62075_87_object_5807073.png
Pagina 87 di 120
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Descrizione fisica: 99 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Soggetto: p.Dante <Alighieri> ; f.Kongress ; g.Meran <1965>
Segnatura: II 128.049
ID interno: 62075
zione del Parodi, del Pellegrini, del Pistelli, del Rajna, del Rostagno e del Van- delli 9). II testo della Commedia (accertato, forse, con troppo meccanico ossequio al criterio della «lectio difficilior») é-stato, dallo stesso Vandelli, riveduto in suc- cessive edizioni commentate f'ino al 1937 /0). Intanto, nel 1923, compiva la sua edizione critica anche Mario Casella, pu- re senza apparato, edizione che appare, per ora, la piu soddisfacente, perché tutta sostenuta da maggior sensibilità

poetica e da maggior penetrazione del mondo dantesco 11). Prendendo le mosse dall’edizione della Società Dantesca del 1921, ma rin- novando completamente le cure ai testi, e munendoli di ampio commento è da anni in corso di pubblicazione una edizione di tutte le opere di Dante pres- so Peditore Le Monnier: ne’sono stati finora pubblicati una volume di Rime (Barbi e Maggini); il Convivio in due volumi (Busnelli e Vandelli); il De Vulga- ri Eloquentia (Marigo). Analoga impresa si è assunta recentemente

Peditore Mondadori promettendo un rinnovato studio dei testi nella direzione di un’ispezione ancora piú ampia dei manoscritti, specialmente nei riguardi del- la Commedia che sarà curata da Giorgio Potrocchi, il quale ha già dato notizia dei criteri adottati in un saggio pubblicato negli Studi Danteschi. III - Un terzo campo di ncerche è (oserei dire «fortunatamente») sempre meno praticato: il campo delle interpretazioni allegoriche, totali o parziali, che pretendono di trovare una chiava quasi

misteriosa nelle opere di Dante, Nessuno, d’altra parte, puó negare efficacia stimolante ai lavori del Pascoli, seguito con piú discrezione dal Pietrobono, e con assai meno moderazione dal Valli. II merito maggiore del Pascoli appare piuttosto nelPaver illustrato il valore esemplare del libro sesto dell’ Eneide nei riguardi dell’origijie della Commedia, anticipando in qualche misura la prospettiva «figurale» stabilita dallo Auerbach; prospettiva che, d’altra parte, fu stimolata anche dalle pole- miche

seguite al libro del Croce 12). Argomento affine è quello delle «fonti» della Commedia, come fonti scritte, nel caso del Cerulli, figurative, nel caso del Tondelli 13). IV-Resta da vedere la parte piú complessa e piu tormentosamente diretta all’interpretazione analitica e sintetica dell’opera di Dante. Impossibile, in questo campo, segnalare tutte le opere che in qualche misu- ra hanno contribuito ad approfondire la comprensione e Pesatta lettura criti- ca dei testi. Piú facile è segnalare quali sono

18
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1992
Piero della Francesca : (c. 1420 - 1492) ; nel V. centenario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 16 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/69529/69529_36_object_5808604.png
Pagina 36 di 136
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Verl. der St. Josef-Bücherbruderschaft
Descrizione fisica: XI, 114 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: p.Piero <della Francesca> ; f.Kongress ; g.Meran <1992>
Segnatura: II 131.841
ID interno: 69529
di proiezione, che, a partire dall'ottica e dalle cose, mostrano questi ultimi all'osservatore «nel modo giusto» - le cose vengono chiamate alla presenza - se rappresentano, come dice Piero (17). Molti studiosi gli hanno per questo rimproverato la mancanza di idee comprendenti e generali sulla pittura. Eppure, sappiamo che egli era in contatto con intellettuali di primo piano del suo tempo: oltre che con Nicola Cusano anche con gli umanisti ed i matematici alla corte di Federigo, con Toscanelli

e Luca Pacioli, suo allievo e plagiario. Anche se rifletteva a livello teoretico su principi e problemi matematico-filosofici, queste riflessioni si sono dapprima materializzate nella sua pittura, per essere successivamente fissate in forma scritta. Questo rapporto risulta evidente in misura particolare nel caso del «Battesimo di Gesú» (tav. 3). In questo quadro giovanile a Londra, del 1450 circa, l'ordinamento planimetrico delle figure è stato posto in evidenza da tutti gli studiosi. La peculiare

discrepanza tra il semicerchio sopra e il quadrato sotto viene fatta risalire all'incomiciatura originale andata perduta. Sarà invece subito chiaro come questa sintomatica «correzione» apportata a Piero sia a sua volta fallace. Quadrato e semicerchio servono come forme basilari del dipinto. Altezza e larghezza del quadro stanno nel rapporto di 3 a 2. Cristo, posto simmetricamente nell'asse centrale, corrisponde alla metà delfaltezza. II lato superiore del quadrato costituisce il lato del triangolo

equilatero il cui vertice sfocia nel piede della sua gamba di appoggio. A1 centro del triangolo si trovano le mani del battezzato. Nel punto d'intersezione del lato superiore del quadrato con l'asse centrale si libra la colomba, che forma al contempo il centro del cerchio il cui raggio è determinato dal semicerchio superiore dipinto. Questa costmzione è immediatamente percettibile. E rimasto tuttavia inosservato che le misure non sono perfettamente corrispondenti. II quadrato non è completamente quadrato

: infatti l'altezza si rapporta alla larghezza come 12 : 12,5 cm. Anche il raggio del cerchio non misura esattamente la metà del lato del quadrato, bensi (secondo la scala di sopra) solo 5,5 cm. Siccome poi il rapporto del triangolo 19

19
Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1988
Donatello : 1386 - 1466 ; 1986 - Celebrazioni nel VI. centenario della nascita.- (Studi italo-tedeschi ; 10 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62099/62099_32_object_5807972.png
Pagina 32 di 124
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XIIII, 102 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung
Soggetto: p.Donatello ; f.Kongress ; g.Meran <1986>
Segnatura: II 128.058
ID interno: 62099
ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI VERZEICHNIS DER ABBILDUNGEN 1 Donatello, David. Firenze. Museo del Bargello Donatello, David. Florenz, Museo del Bargello 2 S. Giovanni evangelista. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo S. Giovanni Evangelist. Florenz, Domopera 3 S. Giovanni evangelista. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo S. Giovanni Evangelist. Florenz, Domopera 4 S. Marco. Firenze, Orsanmichele S. Marco. Florenz, Orsanmichele 5 S. Giorgio. Firenze, Orsanmichele S. Giorgio. Florenz, Orsanmichele

6 S. Giorgio. Firenze, Orsanmichele S. Giorgio. Florenz, Orsanmichele 7 Geremia. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Geremia. Florenz, Domopera 8 Profeta. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Prophet. Florenz, Domopera 9 Abacuc. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Abacuc. Florenz, Domopera 10 Abacuc (particolare). Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Abacuc (Detail). Florenz, Domopera 11 Niccoló da Uzzano. Firenze, Museo del Bargello Niccoló da Uzzano. Florenz, Museo del Bargello 12 S. Ludovico da Tolosa

. Firenze, già in Orsanmichele, ora in Museo di S. Croce S. Ludovico da Tolosa. Florenz, friiher in Orsanmichele, heute in Museo di Santa Croce 13 S. Ludovico visto da tergo S. Ludovico von hinten gesehen 14 Ludovico da Tolosa (particolare). Museo di Santa Croce Ludovico da Tolosa (Detail). Museo di Santa Croce 15 David. Firenze, Museo del Bargello David. Florenz, Museo del Bargello 16 Giuditta e Oloferne. Firenze, Palazzo Vecchio Giuditta und Oloferne. Florenz, Palazzo Vecchio 17 Giuditta e Oloferne

(partícolare). Firenze, Museo del Bargello Giuditta und Oloferne (Detail). Florenz, Museo del Bargello 18 Maddalena. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Magdalena. Florenz, Domopera 19 Maddalena (particolare). Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Magdalena (Detail). Florenz, Domopera 20 Maddalena (particolare). Firenze, Museo dell’Opera del Duomo Magdalena (Detail). Florenz, Domopera 14 —

20
Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1987
Johann Wolfgang von Goethe : 1749 -1832 ; 1986 - Celebrazioni nel bicentenario del viaggio in Italia.- (Studi italo-tedeschi ; 8 )
/tessmannDigital/presentation/media/image/Page/62095/62095_62_object_5807822.png
Pagina 62 di 76
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Luogo: Merano
Editore: Accad. di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: 53 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung. - Literaturangaben
Soggetto: p.Goethe, Johann Wolfgang ¬von¬ ; f.Kongress ; g.Meran <1986>
Segnatura: II 128.056
ID interno: 62095
costretto a riconoscere (Memorie degli architetti antichi e moderni, II, Parma, 1781, p. 394) come facessero onore, assieme «agli artisti vicen- tini», ugualmente «a tutta l’Italia», è provato, se non bastassero le ragio- nevoli deduzioni del suo amore per il Palladio, da un preciso accenno in sua lettera a Carlo Augusto di Weimar. Scriverà, dunque, Goethe, al Duca, da Roma, il 3 novembre 1786 (ci basiamo sul testo prodotto da Virginia Cisotti, Le iettere di Goethe dalVItalia (1786 -1788

), in «ACME, Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano,» XXXVI, 1983, 1, p. 34): «A Vicenza mi sono esercitato l’oc- chio e mi sono ricreato con gli edifici del Palladio. Mi sono procurato i suoi quattro libri di architettura (il Trattato palladiano famosissimo, apparso a Venezia, presso il De Franceschi, nel 1570)... Abbiate la bontà di scrivermi: quanti volumi possedete, tra quelli editi a Vicenza, sugli edifici del Palladio? Credo due [sarà da pensare al primo

e secondo della serie bertottiana, del 1776 e 1778]; ne esistono peró cin- que, che bisogna avere tutti. Se so quel che manca voglio cercar di com- prare gli altri, già adesso sono divenuti rari». II passo goethiano rivela indubbie, al di là delle semplici notizie - importante, comunque, la constatazione circa la rapida fortuna della edizione palladiana - stima e, piú, ammirazione, per la fatica del Ber- totti: essa, in una con gli «schiarimenti» intercorsi nel colloquio diretto con Pautore, non avrà

, quindi, mancato di esercitare la sua influenza sulla «lettura» stessa che Goethe ci offre delle opere palladiane. Basti pensare come, nei testi del Bertotti, al discorso in italiano sia fatta cor- rispondere puntuale la traduzione francese, lingua ufficiale dell’Eu- ropa «illuminista»; laddove la metodologia critica perseguitavi nel riproporre quella che si riteneva la «esatta immagine» delle fabbriche del Palladio, appare ormai, indiscutibilmente, giungere ad attuare, spe- cie nelle «validissime

» incisioni, «la piu lucida e conclusiva interpreta- zione illuministica del Palladio»: giusta Paffermazione dell’Argan (Pre- fazione al citato Illuministi e neoclassici, 1972, p. XIV). Si tengano pre- senti, in merito, dopo le indagini del 1962 e del 1970 (F. Barbieri, Un mterpretesettecentesco delPalladio: Ottavio Bertotti Scamozzi e L’interpreta- zione grafica del Palladio daparte del Bertotti Scamozzi e le sue conseguenze, in «Palladio», XII, pp. 153-159 e in «Bollettino del Centro internazio- nale

21