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Libri
Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Pagina 18 di 234
Autore: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Luogo: Innsbruck
Editore: Wagner
Descrizione fisica: 228 S.. - 2. ed.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Text teilw. dt., teilw. ital.
Soggetto: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Segnatura: 419
ID interno: 181497
12 e pietre preziose. Le sue acque minerali sono le più rinomate d’Europa, come godono pure gran fama i suoi vetri, -e specialmente gli specchi, poi le porcellane, le stoffe di lana, le tele, i merletti, la carta. La capitale Praga è città ricca. La Moravia ha ricchezze naturali un po’inferiori a quelle della Boémia; eppure gareggia con questa, anzi in alcuni oggetti la supera. Il suolo è ottimo, e nella per fezione dell’agricoltura nessun altro dominio vince la Moravia, la quale ha inoltre

il primato nelle fàbbriche dei panni e di parecchi altri gèneri. La Slési a è piccola, montuosa ed ha clima aspro: ma essa é oltremodo popolata, alleva pècore di lana finis sima e coltiva lino eccellente. Vi fioriscono le indùstrie, specialmente quelle dei tessuti di lana e di lino. La Galizia è il più grande di tutti i domini della Cisleitània, di cui ' occupa quasi la quarta parte. Giace a settentrione dei Carpazi ed è perciò piuttosto fredda; ma va ricca di boscaglie, che forniscono grande quantità

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Libri
Categoria:
Letteratura
Anno:
1881
Proverbi, tradizioni ed anneddoti delle valli Ladine orientali : con versione italiana
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Pagina 63 di 151
Autore: Alton, Johann / Giovanni Alton
Luogo: Innsbruck
Editore: Wagner
Descrizione fisica: 146 S.
Lingua: Italienisch; Ladinisch
Commenti: Text ladin. und ital.
Soggetto: g.Ladiner;s.Sprichwort;f.Anthologie
Segnatura: II 102.752
ID interno: 93659
Vesuvio e tan 1 d'atri; an mina qué té monta sì i chamins dei'in fer. La pizza de Col do Lana so- méia a imbuto l h rott fora dalla pért vére Valparola?). I pra da mont de Stures 3 ) e Incisa 4 ) e Cbastèll d'Àndraz 5 ) è dùt cender spodò fora da Col de Lana, Seit- sóm 1 col èl na crilge de fér con saut' inomz e $értes lettres, qu' incile i pròi dùt 1 ne sa da despliquc ß ). L'inora ó di eoi de „ leviiia a 7 ), pereliì d 1 invér ve- gnel jti levines de nei, qu' el è n spavent, e d 1 iste n'èsen

nia sc- gris dai aas, qué vegnejù e eòpa bestiam e geni. (Jonót fòl dùt Fodòm que tremorä da Col de Lana, se' e! gern jtì pedrons, rös e frozzà dùt quel qu'elles in conta. 1 Fodòmi dige qui la gaoia de ques tremorament si I romon o la bieca de san Jòrz 8 ) o de quella squiatta, qu'è sott 1 colite; 1 che al sott la criige de fér, qu 1 i è stada fichada dal pio vali da Fodòm tla crepa del chè, e la pizza dela coda al sott 1 fro- goré de Francia 9 ). See questa béstia se mu, trema dùta la mont

il Vesuvio e tanti altri; si ritiene essere monti simili i cammini dell 1 inferno. La cima di Colle di Lana rassomiglia ad un'im buto con una apertura dalla, parte di Yalparola. I prati delle mon tagne di Stures e Incisa e di Ca stello d'Àndraz non sono che cenere gettato fuori da Colle di Lana. Nella cima del colle evvi una croce di ferro con nomi ssuiti e certe lettere, che neppure sanno spiegare tutti i preti. Il nome stesso significa colle delle va langhe, giacche nel tempo d'in verno piombano giù

delle va langhe, che è uno spavento, l'e- state poi non si è sicuri dai sassi, che precipitando uccidono be stiame e gente. Di spesso tutto Livinallongo tremò a cagione di Colle di Lana, ogniqualvolta piombavano giti sassoni e pietre distruggendo tutto ciò che in contravano. I Livi nallonghesi pretendono essere la cagione di quel conquassamento il verme ovvero serpente di S. Giorgio o di schiatta qualunque, (Che è sotto il colle; egli ha la-testa sotto ') invece si usa anche la parola tedesca

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1905
Castello del Buon Consiglio in Trento : descrizione artistico-storica ; progetti per i lavori di ristauro = kunsthistorische Beschreibung ; Projekte für die Restaurierungsarbeiten = Castello del Buon Consiglio in Trient
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Pagina 49 di 91
Autore: Tommasi, Natale / Natale Tommasi
Luogo: Innsbruck
Editore: Selbstverl.
Descrizione fisica: [40] Bl., 11 Taf.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Text ital. und dt.
Soggetto: g.Trient / Castel del Buonconsiglio
Segnatura: IV 301.953
ID interno: 495368
NATALE TOMMASI - CASTELLO DEL BUON CONSIGLIO IN TRENTO — di lana, che le veniva levata dal marito dopo il matri monio. Dai Romani la seconda metà di giugno era riputata la più fausta pel matrimonio, e il nostro quadro rappresenta appunto il mese di giugno. Nel vaso portato dalla signora, che sta sulla porta del ponte del castello, si potrebbe ris contrare quel vaso che i Romani chiamavano „cumerum' nel quale si trovavano gli utensili (utensilia) della sposa; il secondo vaso poi e la bottiglia

possono rammentarci l'uso delle spose romane, le quali entrando nella casa del marito solevano ungere con olio e grasso gli stipiti della porta e ornarli con bende di lana. Nei tempi posteriori in Vaticano si usavano nei matri moni due vasi per ricordare le parole di S. Paolo: „ut sciat unusquisque vas suum possidere in sanctificatione et ho- nore.' ITess. 4,4. Forse la scena potrebbe avere relazione con l'affresco: Ritorno dal rito nuziale di Giotto in S. Maria dell'Arena di Padova. Nei nostri

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