— 31 di due passi di terra nella contrada di 8. Martino per l’affitto annuo di venti solidi veronesi da pagarsi a 8. Martino (Archivio della Prepositura di Trento, N. 32 del* regesto). Qui Casteìfondo non è nè parrocchia, nè comune collettivo, nè castello, nè Melange; o dev’ essere il villaggio omonimo, o tutto il circondario, ciò che non credo. Anche dal documento di Caldaro riportato di sopra, dell’anno 1296, si rileva un Amorigo di Casteìfondo, che deve essere del villaggio omonimo, perchè
, un villaggio di tal nome non abbia esistito. La prova più chiara dell’esistenza di Casteìfondo villaggio ce la dà il nostro documento. Esso distingue: la torre di Casteìfondo (castrifundi), castello; Aerilo, vi cario in castrofundo, che si può prendere tanto per dinotare il castello, che la giu risdizione; poi dice che Ortolfo, uno dei testi, è habitator castrifundi. Questo castrifundi non è nè il castello, nè la parrocchia, la quale qui del resto non c’ entra a che fare, nè la giurisdizione di Casteìfondo
, perchè il documento man tiene ben distinte le parti che formavano la parrocchia ed il comune, cioè distingue Maina diverse volte, poi Melango (non monta se il documento non accenna a Doveva), quindi questo Casteìfondo abitato dal teste deve essere il villaggio nei pressi del ca stello, cosa cbe viene ripetuta quando l’imputato Ottoimo, cbe era dì Maina, confessa ■di aver ucciso Corczollo de Castrofundo. La stessa distinzione trovasi nel seguente regesto di un documento del 1339 fatto «nel castello
di Casteìfondo », dove compariscono diversi testimoni, fra i quali un Cristoforo di Vasio, figlio del fu sig. Yarvardo di Casteìfondo, e nel quale è detto che era vicario in Casteìfondo Bertoldo, notaio di Caldès, e capitano in Casteìfondo Altono di Boymont (certamente per i Mottenburgo), il quale ricevette un pagamento dal notàio Francesco de Marchadenti di Trento, massaro delle valli per il vescovo Nicolò (Rep. 26, 10). Qui il castello prende, è evidente, il nome da Casteìfondo, villaggio presso cui
sorgeva, e che è la patria di Yarvardo, mentre il vicano ed il capita/no di Casteìfondo devono intendersi della giurisdizione o del castello di Casteìfondo. Nei 1393 trovo un nobile Guamardo del fri Cristoforo di Casteìfondo, abitante in Marc.cna di Bruno investito ivi della decima dal vescovo Giorgio (Codex des., III. p. 193) ed anche questo Casteìfondo dovrebbe dinotare il villaggio presso il castello trovandosi contemporaneamente separato ancora Melango e Maina, come nel nostro documento del 1322