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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 125 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
Quasi tutti ì castelli portano il nome del villaggio vicino, ed è probabile che da questo essi V abbiano avuto, e non vice versa, che il villaggio abbia preso il nome dal castello. Quando qualche signore straniero, longobardo o tedesco, veniva a pren dere stabile dimora nella valle sulle terre a lui donate in feudo era ben naturale, in quei torbidi tempi, eh’ ei tosto si costruisse in luogo forte'e di facile difesa una casa fortificata, o come allora di covasi una casa murala, e, secondo

i mezzi suoi, una torre e un castello per abitarvi sicuro colla propria famiglia e co’servi. Non raro sarà pure stato il caso che qualche famiglia ministeriale indigena, divenuta ricca e potente pel favore del principe e pei servigi ed uffici a lui resi, abbia voluto edificarsi, per sicurezza o per ambizione, un suo proprio castello in luogo adatto presso al proprio villaggio, ma da esso appartato. I castelli in tal modo costruiti prendevano il nome dal più vicino villaggio. La maggior parte

de’ castelli della Valle, di Non e della Valle di Sole, che sono più o meno lontani dal villaggio omo nimo, ebbero in tal modo e l’ origine e il nome. Tali possiamo ritenere quelli di Flavòn, di Sporo, di Cagno, di Cies, di Malosco, di Castelfondo f ), di Ossami e parecchi altri. Più di rado il ca- ’) Circa al nome del castello di Castelfondo, v. il mio: Il castello a la giurisdizione di Castelfondo nella Valle di Non, nell’ Archivio Treni , XV, 1900, e anche XIX, (1004) pag. 3. Famiglie e castelli

il Reich avrebbero preso il nome da esso e non sarebbero, tra loro divisi. — La parrocchia bensì, sorta nel ter ritorio del castello antico romano (lontana o vicina ohe fosse ad esso la chiesa) fu detta parrocchia di Castelfondo — e il castello sorto poi nel medio evo (1’odierno castello) fu detto castello di Castelfondo (Castrum castrifundi). La Valle di Rumo prese, assai probabilmente, il nonio dal torrente Ru- mesigo , e il suo .castello principale prese il nome ,della Valle. 11 castello più antico

de Tono, presso la Rocchetta fu detto cosi per chè .fabbricato da alcuni abitanti del villaggio, o della parrocchia de Tono, la quale quindi diede e non prese il nome dal Castello. ■— E cosi dicasi di ogni altro nelle Valli nostre.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 111 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
106 IL GOVERNO VESCOVILE di Non, benché nei documenti egli non sia mai distinto con al tri nomi che Dns Petrus de Malusco juriscomullus, -jurispe- ritus, causidicus, jude.r o simili, nè mai sia detto nè nobilis, nè de Castro Malusai'-). Egli faceva parte già fino dal 1188, ') U castello di Malosco, spogliato circa quarant' anni la, delle sue mura merlate, che lo circondavano da tre lati, e rimodernato, -ha oggi perduto ogni carattere di castello medioevale. Nella massiccia torre quadrata, clic

sorge nel mezzo del caseggiato, e che ó senza dubbio la parte più antica c originaria di tutto il castello, vennero aperti due grandi fencstrom per dar luce al giro delle scale, e così aneli* essa perdette ogni impronta di solenne e venerata antichità,’ Nel secolo XVI, estinto quel ramo della famiglia de Malosco che lo possedeva, fu concesso in feudo nel 1512 dal vescovo Giorgio a suo fratello Eustachio de Neidegg ; ma per poco tempo rimase a questa famiglia, che già nel 1576 o nel 1579 passò

in feudo a Gerolamo tic Qua- rienti, nobile famiglia di Raìlo, Signora anche di Sdegnano. Il castello venne allora rifabbricato e ridotto quale era prima dell* ultima modificazione. E- stinta nel 1820 la famiglia Guarienti, il castello ricadde in proprietà delio Stato, che vi collocò, verso il 1822 PI. LI. Giudizio, trasportundovelo dal castello di Castelfondo. 11 Maffei ( Periodi Storici eco. p. 117) scrivo: «Non « è probabile che questo sia l'antico castello Malosco, scoprendosi sopra la « villa

vestigi a di più antica fabbrica ». Ma di tali rovine non resta più traccia alcuna. L’Aiisserer tuttavia crede che questo più antico castello sia esistito e sia .stato il castello di Pietro Vicedomino. Ma questi, nel suo testamento non parla che di un solo castello ( ita tamen qutìd dictuin castrum), e che il castello-attuale sia appartenuto sempre fino dai tempi più antichi-alla famiglia Malosco, non v' ha dubbio. Che essa avesse due castelli non par probabile; credo quindi clic le rovine, cui

accenna il Maffei, non siano state di alcun castello. Ogni vecchia muraglia cadente è facilmente creduta dal popolo residuo di un castello. Della famiglia de Malosco poco sappiamo. Un Dns Federicus de Ma lusco occorre come testimonio in un atto del 1191, riguardante 8. Maria di Caldaro (Bonelli, Notizie eoe. 2“, pag. -359), ma in clic relazione di paren tela stia con Pietro non sappiamo.. Fratello di Pietro ora un Dns Bertoldus che troviamo in un documento del 1217 ( Cod.. Vang. n.° 281), ma che anche

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 82 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
APPENDICE. Del castello di s, Pietro di Mezo scrive il D.r Giusto De Vigili, il quale si occupa con grande amore delle notizie storielle della sua patria, che non era sul poggio della Por reseli a, e nemmeno sul colle di s. Pietro, ma sibbene sul dosso Serafino precisamente nel luogo del presente castello di Mezolombardo (Archivio Tren tine i, Vili, I, p. 67). Poi, che Mainardo investì del castello di Àltmetz (Mezolombardo), che riteniamo essere il suddetto, nel 1294 Pirico figlio di Orai andò

di Salorno, come da relativo documento esistente nell' archivio del castello di Mezolombardo (hi, p. 74), e che nel 1335 Wolcmaro di Burgstall, Signore del castello di Sporo Minore, fu investito di esso castello di Metz (Mezolombardo) e della Signoria di Fai, come risulta da documento come sopra (ivi, p. 65). Che questo Wolcmaro, essendosi estinta la famiglia dei Signori di Sporo, fu investito dei loro beni e che fu lo stipite dei presenti conti Spaur, e che egli nel 1333 ricevette ordine dal conte del

Piroio Enrico, di cui era capitano provinciale e bur gravio, di fabbricare un castello sul dosso fra il Ponte Alpino (oggi ponte di s. Cristoforo, detto così dall' ospizio e dalla chiesetta un tempo ivi esistente della quale già si parlò) ed il castello Visione (costrutto dai Phurm era in questo tempo in mano di Wolcmaro e rimase ai suoi discendenti gli Sporo, finché lo dovettero cedere, come si dirà più avanti) e di fortificare la chiusa. In fine che Wolcmaro, potente Signore di Spor Minor (castello

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 288 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
Nel secolo XII il castello Castel fondo apparteneva ad una ricca famiglia ministeriale, ossia feudataria, del principe vescovo di Trento, che dal proprio castello prendeva anche il nome (de Cnslrofundo, de Cosici fondo), cosi come vedemmo denominate allo stesso modo dai loro rispettivi castelli i de Cagno, i de Lavo, i de Cles e molte altre. Ma della famiglia Castel fondo ben poco sappiamo. Il più antico cenno della famiglia risale per noi al 1172, nel quale anno troviamo in un documento

, nominato, come già tcntrionale. — Quando più lardi in questa parie estrema e ancora selvag gia doli' Auamiia venne a costituirsi un Comune (Coni un Una) e, coll'intro duzione del Cristianesimo, mia Pieve o parrocchia, l'uno e l'altra, vennero delti, dal nome appunto del castello romano, che quivi esisteva od era e- sistilo, Comune e Pieve di Caslelfondo. 11 castello medieevale poi, sorto certamente p.iù tardi, dal nome del Comune e della parrocchia, entro il cui territorio esso stava, fu detto

: castello di Castel fondo (Caslrum Castri/muli). I/Aussorcr c il Ecidi invoco suppongono, elio sull’altura, o dosso, su cui sta il castello nostro, sia esistito un villaggio, andato poi distrutto, il quale si sarebbe venuto formando intorno all’ antico castello romano, e per esso sarebbe sialo detto (villaggio) Gas tei fon do; da questo villaggio avrebbe preso il nome il castello medioevale. Ma di tale villaggio non abbiamo nò traccia sicura, nè ricordo alcuno, c manca quindi ogni prova di' esso sia mai

eguali che in documenti poste riori possono aversi, sono troppo incerti per trovare in essi prove dell’esi stenza di un villaggio. Se questo d’altronde fosse esistilo in tempi relati vamente così tardi, dopo il secolo XIII, poteva esso andar distrutto, per pestilenza, incendio od altro, senza dio ne rimanesse proprio nessuna memoria ? Si noti poi anche die non é punto probabile clic il castellimi romano sia stato sul dosso, dove ò oggi il castello ; giacche i. romani costruivano le loro castella

a protezione delle vie di confine e vicine a queste; o l'antica via romana passava certamente distante dal castello odierno, molto più a oriente di esso, alta sulle falde del monto Ozol e della selva di Castrin. Che il castello d’oggi sia quindi modioevale risulta, oltre che dalla sua costru zione, anche dalla sua posizione.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 314 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
Conte, chiese ed ottenne anche la formale infeudazione dal nuovo vescovo nel 1363, rinnovatagli poi ancora nel 1378, poco prima di' egli morisse. La giurisdizione e il castello passarono allora al figlio di lui Ulrico; ma il figliuolo di questo, Gaspare, ven dette nel 1390 i molti beni ereditati dal padre nella pieve di Banale, di Stenico e quelli in Fai ai fratelli Matteo e Pietro di Sporo-Rovina, figliuoli di Baldassare. Così alla famiglia degli Alt- spaur non rimase allora che il solo

castello di Beiforte, con pic colissima giurisdizione vescovile annessa, tutta rinchiusa nel ter ritorio della giurisdizione tirolese di Sporo, Ma assai varie furono le vicende sue e le mutazioni di pro prietari in essa avvenute. Durante le guerre del principio del secolo XV, ira il prin cipe vescovo e il Duca d’Austria Federico IV, Conte del Pinolo, il castello di Beiforte venne assediato, nel 1415, da Giorgio, fi glio di Pietro di Sporo-Rovina; il. quale riuscì a imposses sarsene e tradusse suo

prigioniero Gasparo Reifer nel proprio Castello Valer. Fatta la pace, il castello venne consegnato al duca Federico, il quale nel 1427 Io restituì a Cristoforo Reifer. Ma questi dopo lunghe e strane sofferenze miseramente im pazzì e morì nel 1470. 11 castello ritornava cosi come feudo li bero, al duca Sigismondo d’Austria conte del Piroio. Questi vi pose dapprima suoi propri capitani. Pali troviamo dal 1470 al 1490 un Vittore de Neudegg, poi nel 1491 un Bulcanus, e nei 1497 un Giovanni AUspaur. Nel 1500

il castello venne concesso come feudo pignoratizio, per un imprestilo avuto di 4000 fiorini del Reno, a Bartolomeo Concini di Casez, insieme colle giurisdizioni su And alo e Molvèno. Il Concini già prima era stato posto come capitano nel castello Beiforte dall’ impera tore, e più tardi egli lo comperò. Lasciò morendo, nel 1524, sei figliuoli maschi; ma questi poco o punto si curarono del castello di Beiforte, e anzi lo vendettero tra il 1540 e il 1543 alla fa miglia Nogaròla. Poiché un conte Leonardo

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Pagina 30 di 39
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: 37 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Soggetto: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Segnatura: II 102.610
ID interno: 234972
29 — stelfondo, rimanendo fi castello medioevale sempre sede della giurisdizione e primo centro amministrativo della località, anche dopoché fa rovinata la vecchia chiesa par rocchiale di 8. Maria sul dosso presso il castello e che ne venne rifabbricata una nuova sulla vecchia di 8. Nicolò sita a Melando, l’odierna, conservò il nome di par rocchia di Castellando cambiando soltanto il titolare di S. Maria in quello di 8. Nicolò. In altre parole castel Tono perdette cQll’abbandono fattogli dai

suoi proprietari il nome che si dava alla parrocchia del suo circondario, e Castellando lo conservò. Il prof. Vig. Inama (Archiv. Treni, XV, II) nel suo recente articolo il € castello e la giurisdizione di Castelfondo nella valle di Non » ritiene pure che il nome di Ca- stelfondo provenga al comune ed alla pieve da un Castrimi fumimi romano, nei cui dintorni essi sorsero, nome che venne poi dato anche al castello di Castelfondo, al castello cioè medioevale, che ritiene a ragione posteriore

a Castelfondo pieve e comune, ma non crede ad uno speciale villaggio o frazione situata nei pressi del castello col l’omonimo nome di Castelfondo, come suppose forse indotto anche da me il D.r Àus- serer. L’Inama ritiene che il comune e la parrocchia di Castelfondo, consistenti delle tre frazioni di Melango, Rama e I)avena, siano anteriori al castello di Castelfondo (di- fatti questo è quasi sempre cosi chiamato nei documenti medioevali), e che il nome di Castelfondo sia passato posteriormente alla frazione

di Melango, chiamata poi sempre con tal nome dal secolo XVI in poi. Non ammette l'ipotesi che vicinissimo al castello abbia esistito un altro villaggio denominato Castelfondo, e che questo sia stata la primitiva sede cosi del Comune come della Parrocchia, e che alluno e all’altra abbia dato il suo nome. Questo supposto villaggio (supposto dal D.r Ausserer) sarebbe stato sul dosso su cui sta l’attuale castello e su cui sta la chiesetta di 8. Maria, che era anticamente la chiesa parrocchiale. Il villaggio

un villaggio sia scomparso senza lasciare alcun ricordo di se non pare verosimile: certo di un villaggio denominato anticamente Castelfondo non'si ha alcuna lontana memoria ». Forse i documenti non danno ragione all’illustre professore. Anch’egli ammette (p. 139 in nota) che sul dosso, nei pressi del presente ca stello si trovarono resti di muraglie, che però non ritiene i fondamenti delle case del supposto paese di Castelfondo, ma dei resti di mura che cingevano il castello. È però ivi memoria che oltre

6
Libri
Anno:
1891
Notizie storico-statistiche sulla Val di Fiemme
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Pagina 137 di 200
Autore: Delvaj, Giorgio / Giorgio Delvaj
Luogo: Trento
Editore: Scotoni e Vitti
Descrizione fisica: 200 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.579
ID interno: 330479
— 139 — ciaure: darla da intender canzonando;' cè, cè: prendi, eccoti eccoti (ecce). Notizie di Castello e di quel Comitato. Castello è villaggio a due kilometri a libeccio, di Cava lese sulla sinistra dello stradale che conduce in Lungad^ige, e su quello che porta nelle Valli di Cembra e di Pine. E cosi chiamato dal Castello di cui più volte abbiamo parlato in que ste memorie, e che sormontava il colle che a guisa di cono si erge a mezzodì del villaggio e la cui base è lambita dalle acque

abbia avuto lo stesso ambito che ebbe dopo. Come Co mitato perdurò fino allo spirare del secolo passato. Esso Comitato o Giurisdizione di Castello, costituito come Gabbiani già descritto altrove in queste Notizie, fu dai Conti aggregato, alla loro Signoria di Enn-Caldif, la quale — al meno nei secoli a noi più vicini — oltre che Castello compren deva Egna, Montagna, Ora, Rronzollo, Aide in, Redo in ed Ante rivo formando in tutto cinque Quartieri, dì cui uno Castello- Anterivvv. — Fino dal principio

del 14.° secolo troviamo che i Conti avevano costituito in Castello un foro regolare per 1 am ministrazione della giustizia resa da un Vicario subalterno del gastaldione dì Egna. Per lungo tempo* essa venne resa dietro norme consue tudinarie tradizionali. Tuttavia già da antico tempo si regi strarono talune norme giuridiche e specialmente tasse che si dovevano pagare. Cosi Panno 1293 fu determinato e notato quale tassa doveasi pagare per ' crimini perpetrati in Castello ;

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Pagina 29 di 39
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: 37 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Soggetto: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Segnatura: II 102.610
ID interno: 234972
Note al documento. 1 ) Queste due parole sono sbiadite del tutto nel documento originale, e non ■si rede che ..... is; lo spazio però intercluso corrisponde a summitate iurris, frase che si ripete nella seconda parte del documento. — Anche l’atto di rinunzia del ca stello di Castelfondo fatto a Mainardo II nel 1265 è stato redatto «in suino turi» (sic). Inama , 1. c. p. 147. Il locale superiore della torre del castello di Castelfondo serviva dunque di cancelleria, e qui anche di sala

di giustizia cogli apparati della tortura. 2 ) Castelfondo. Il nome deriverà da un cast-rum fmulimi romano, intorno al quale sorsero dei gruppi di case con nomi speciali (Melange, Rama e Dovena), che formarono collaudar del tempo un solo comune ed una parrocchia e portarono il nome dell'antico castello romano come località centrale e ricordo storico. La cosa ha ri scontro quasi dappertutto nell'antichità e nel medio evo. in quei luoghi fortificati, ove per maggiore sicurezza intorno alle castella

si formarono villaggi e città, che presero il nome del castello. L’odierno Castelfondo può derivare eziandio da un villaggio speciale, formatosi nel luogo dell’antico castrumfunclum romano, cioè da un villaggio sorto sulla piccola spianata rocciosa intorno al castello medioevale, come crede il D.r Äusserer (p. 82), ed il cui nome passò poi a dinotare Melango, cioè una delle ville componenti ora il comune e la parrocchia di Castelfondo, ed ora villa di Castelfondo. Fuori di questa supposizione, che potremo

forse dimostrar vera, si deve inten dere quando si parla di Castelfondo sino dalle più antiche memorie, Castelfondo co mune e parrocchia, come è ora, perchè anche presentemente nessuno, fa per un tal concetto differenza fra le tre frazioni che lo compongono, ma con questo nome le abbraccia tutte e tre. Un riscontro si avrebbe nel primo caso in Rumo, che dal nome del castello di Rumo prende il nome per tutte le frazioni formanti oggi la comunità e la curazia, senza che per questo vi sìa una villa con

questo nome speciale. Più corrispondente è ancora il riscontro del comune e della pieve o parrocchia di Tono detta così fino al secolo XVI dall’antico castello di Tono, che era sul colle ora di 8. Margherita ■ al l’entrata della valle di Von. Anche qui cartel Tono diede il nome al comune ed alla parrocchia, la cui an tica chiesa di 8. Maria sorgeva nelle sue vicinanze, come quella, pure di S. Maria, sorgeva nei pressi del castello eli Castelfondo. Tanto nell’uno, che nell'altro caso, finché le due

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Pagina 31 di 39
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: 37 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Soggetto: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Segnatura: II 102.610
ID interno: 234972
30 — •che tre lati; il quarto, quello ài settentrione, è interamente crollato, in conseguenza forse de' forti terremoti, che scossero nel secolo XVII più volte le valli del Tirolo e del Trentino (v. Maffei, Perìodi istorici ecc. p, 37), e dice che il palazzo dubitazione inforno alla torre lo trova la prima volta nel 1297. Il castello è nominato la prima volta nel 1172 (trovo però un dominus... Gnarwardm de Castrofono in un documento anteriore, di cui però non si sa l'anno preciso (Bqxeltu

, II, 352): Castrofono, che non si sa, se sia castel di Castelfondo, o Castelfondo villaggio, comune o parrocchia) con un dominus Enrkus. figlio di dominus Zoannes de Castrof'lindo (p. 145), che sono i più antichi signori del castello. Ultima discendente di questa famiglia fu Elica , che sposò Godescalco di Cagno, il quale vendette 1' avito castello della moglie al conte Mainardo II nel 1265. D’allora in poi il castello di Castelfondo rimase possesso tiro lese, ed i conti del Tirolo lo conferirono, non

si sa precisamente quando, ma pare verso il 1315 alla famiglia dei Bottenburgo, come capitani della annessa giurisdizione (p. 149 e seg.), i quali la ebbero fino al 1410, fino cioè che Enrico VI di Bottenburgo si sollevò contro Federico tasca vuota, da cui fu debellato, ed il castello colla giuris dizione allora furono incamerati e dati dai duchi d’Austria a vari capitani, finché lo ebbero i Thun, odierni possessori. Per veder questi passaggi non occorre che noi fac ciamo aggiunte, e rimandiamo il lettore alla

chiara esposizione dell' Inama e dell’Äusserer, ritornando noi al presunto o supposto o reale villaggio di Castelfondo. È ammesso che la chiesa parrocchiale di S. Maria- di Castelfondo era sul dosso ivi presso il castello, ove si trovò fino al principio del 1400. È una delle moltissime parrocchie erette ab immemorabili, ed è da ritenere cbe esistesse prima del castello; ma come si può credere, che se la sua sede era, come era, nelle vicinanze del poste, riore castello, non abbia avuto la chiesa

intorno a sè, nelle sue immediate adiacenze un villaggio, che portava l’antico nome romano di Castelfondo? Perchè non si chiamò di Melange, di Baìna o di Dovena, se non esisteva questo villaggio di Castelfondo e nemmeno il castello medioevale? 0 prendeva essa sola il nome romano? Ma non è ammissibile che non esistendo nè un villaggio- detto Castelfondo (e posto ce n’è e ce n' era sulla spianata peninsulare ove, sì deve credere, sorgeva il eastramfundum, che sbarrava la valle della Novella

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 315 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
ottenuto 1' ufficio di capitano nel castello di Beiforte. Alla fami glia ili lui passò quindi il disgraziato castello. Ala nè egli nò i suoi se ne curarono, sicché il castello andò sempre più decadendo. Nel 1556 essi lo cedettero ai lvuhen -Belasi, e questi agli Spani*, i quali alla lor volta lo cedettero al barone Bartolameo de Boz zoli dì Crociana, i cui fratelli Io ebbero il 13 Ottobre 166/. Dai de Bozzoli il castello passò nuovamente agli Spam*, da questi ai Ber!ago, dai quali lo comperò

poi il 28 settembre 1041 il coirle Domenico Vigilio Spaur, Signore di Flavòn e di Zambana, per 24300 fiorini renani (ragnesi). Ma morto lui nel 1045, i suoi eredi lo rivendettero il 25 Maggio 1050, pel medesimo prezzo ad An tonio del Monte eli e aveva in moglie un Antonia della nobile e antica famiglia tri dentina de Saraci ni I ). Non avendo avuto da ossa figliuoli, il Del Monte lasciò in eredità il castello, a*suoi nipoti Antonio e Leonardo Sai-acini; i quali nel 1700 ottennero da Leopoldo

I la regolare investitura feudale del castello e della giurisdizione, non più come feudo pignora tizio, sibbene come fondo ereditario mascolino. I loro discendenti sono ancora oggidì in possesso delle mine del castello. Biacche questo nei continui e rapidi passaggi da uno ad altro proprietario, i più dei quali non vi risiedevano nemmeno, ma vi ponevano capitani o vicari elio lo custodissero alla meglio, era andato sempre più decadendo. Becero bensì qualche tenta tivo i 8 araci ni per instaurarlo e ridurlo

allo splendore d’ una volta, ma presto dopo, nuovamente abbandonato a se, cadde in totale rovina. Nel 1785 la piccola giurisdigione di Beiforte cessò d avere una sua propria amministrazione o un suo spe ciale Vicario e venne unita o incorporata a quella di Sporo e Flavòn. Anche il castello antico di Sporo-Ruina era intanto venuto sempre più minando. Nel 1721 osso era ancora aiutato, ma poco dopo esso pure fu abbandonato, o nel 1789 venne anzi demo- ') Aulica lanugini, eli cui si ricordano no fui

10
Libri
Anno:
1891
Notizie storico-statistiche sulla Val di Fiemme
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Pagina 55 di 200
Autore: Delvaj, Giorgio / Giorgio Delvaj
Luogo: Trento
Editore: Scotoni e Vitti
Descrizione fisica: 200 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.579
ID interno: 330479
di Fiemme « congregati more solito » sotto il porticato di 8. Ma ria di Fiemme fecero un laudo riguardante i boschi ed i de gnami della Valle 1 ). Or bene coiai con chi uso benché r iter un tesi alla semplice e pura amministrazione economica di Fiemme fu placidato e ratificato da Delaido di Castello « Beg.ano ». Co me ciò? Castello come Deg anato formava una Signoria appar tenente a quest’ora, senza dubbio, al Conte del Tirolo, Capo o Rappresentante di essa Signoria, come altrove si disse — era

il così detto Degano; epperò se esso qui comparisce a ratificar il conchiuso fieni mese non può 'essere stato che qual rappre sentante del Conte, e non di Castello come facente parte della Comunità di Fiemme, poiché ad esso con chiuso eran presenti altri rappresentanti di Castello come parte della Comunità ; e del resto Castello come tale non aveva diritto speciale a rati ficar i laudi di quella. Per la qual cosa non v’ ha dubbio che il conte a quel tempo tenesse la Valle sotto controlleria

. Ai 4 giugno del 1276 dopo diuturne molestie ed attentati ai diritti vescovili da parte del Conte sia sotto il Vescovo Egnone sia sotto il costui successore Enrico (1274-1289), si venne, fra questo ed esso Conte ad una tregua stipulata al Ponte-Alto im Val di Non, e nel dicembre dello stesso anno fulor dettata' la- pace in Ulma dall' Imperator Rodolfo che ne era stato eletto arbitro supremo. Con essa, fra l’altro, fu disposto che venisse distrutto il castello, di. Fiemme e gli abitanti della Valle: dessero

entro la festa di Risurrezione venti marche d’argento al Vescovo e venti al Conte 2 ). Da ciò risulta che anche dopo il. 1270 Mainacelo dalla sua rocca di Castello aveva continuato a tener Fiemme sotto suo arbitrio; ma/che però, se non avanti, o in occasione della tregua di Pont’Alto o della pace di Ulma aveva promesso di lasciarla in libertà. E perchè la cosa avve nisse di fatto e fosse reso impossibile un ulteriore dominio del Conte si pose qual condizione lo smantellamento della rocca di Castello

11
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 134 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
scovi solevano imporle a tatti quando concedevano il permesso di erigere un castello '). I discendenti loro, che fissarono stabile dimora nel nuovo castello presero il nome de Caldès (de Cal- desio) rinunciando a quello di Cagno 2 ). La linea de'Cagno che continuò ad abitare nell'avito ca stello venne a spegnersi presto dopo con un Godescalco che aveva in moglie un Elica figliuola di Amano di Castel fondo, dalla quale non ebbe figliuoli. La prosperità della sua famiglia pare fosse già venuta

al meno, giacché egli vendette, verso il 1270, a N ai nardo li, Conte del Tirolo, non solo il castello de'suoi padri presso Cagno, ma anche il castello di Castel fondo a lui pervenuto come dote della moglie Elica. Poiché pare che in questo tempo e con essa venisse pure ad estinguersi l’antica famiglia che traeva il nome da Castel fondo, di cui un Dm Joannis de Ca stro fundo è nominato come già estinto in un documento del 1172 3 ). Famiglia Lavo. Più ricca e potente di queste nominate pare fosse, nel

secolo XII, la famiglia de Lieo. Del suo castello, posto all imboccatura della valle di Rumo, nel Mezzalune, non rimangono tracci e 4 ), e la famiglia da secoli si è estinta, come quella di Cagliò. ') Circa alle condizioni, cfr. Ja nota a pag. 123. "’) Intorno a questa famiglia vedi, il mio: Nobile famiglia dei Caldesió o Caldès nell' 'Archivio Trentino, XVIII (1903). *) v. Bonelu, Notizie ccc. 2,° pag. 455. In quest’anno 1172 un En- nco figliuolo di Giovanni di Casielfondo ottiene il permesso dal

Vescovo Alberto di fabbricarsi un castello nella valle dotta Giara, presso Egna, e d'allora in poi egli è detto Bus Henricus.de Egna ed c capostipite di una famiglia di tal nome che fiorì molto nel secolo successivo nella valle del l’Adige. Ma altri discendenti di Giovanni continuarono a dimorare in Castel- tondo, fra questi VAviano padre di Elica, v. I. Egger, Bischof Heinrich Jf ecc. parte 2," pag. 24, ne\V Archiv... Tirol. 1, 345, n.° 75. — V. Cod. Vaiig. n.° 13 doc. 3 Aprile 1172, Ilenricus

de Egna fdius quondam d,ni Johannis de Castro Fundo. Intorno a questa famiglia puoi vedere il mio: Il castello e la giuri sdizione di Castel fondo, nell’ Archivio Trentino XV (1900) e Cesare Festi, Genealogìa dei Signori Dinasti de Egna, negli Atti dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, del 1904. 4 ) Pare che il castello di Livo sia stato, come parecchi altri, ridotto a casa colonica, la quale, secondo la tradizione, sarebbe fra quel gruppo clic

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 142 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
IL GOVERNO VESCOVILE 137 Notize più abbondanti e sicure possiamo raccogliere in torno alla: Famiglia d’Arsio o d’Arz. L’antico castello di questa fami glia stava sui ripidi fianchi del Monte Ozol, al di sopra del villaggio di Carnalèz, e alquanto lontano quindi dal villaggio di Arz. Lrese il nome da questo e non da! villaggio più vicino, perchè probabil mente quand’ esso fu fabbricato Carnalèz non esisteva ancora. L’eti mologia e il significato del nome Arz è oscura, giacche non pare pro babile

eh' esso derivi dal latino tira ? 1 ). Oggidì del castello non resta che un breve tratto di robusta muraglia; tutto il resto è minato insieme colle frane profonde e ripidissime che solcano in quel punto il monte, biancheggianti da lontano come neve. Quando queste frane siansi formate non sappiamo, ma esse sono relativamente recenti. Allorché il castello fu eretto, il fianco del monte era senza dub bio ancora intatto e tutto verdeggiante, coperto probabilmente anche di folta boscaglia di pini e d’abeti

, mentre oggi è tutto nudo e serve appena di povero pascolo a pecore e a capre 2 ). Nel secolo XII il castello apparteneva alla famiglia de Pia no ( Eppan ), la quale a quanto pare pretendeva che fosse bene allodiale e vi teneva forse come capitano, un Warimberio d’Arz, che è il più antico di questo cognome che noi incontriamo. Egli assiste come testimonio all’atto del 23 Luglio 1185, col quale il principe vescovo Alberto I indusse il conte Udalrico d’Eppan a riconoscere come feudo vescovile

il Castello è' kn {Castrimi Arce), ') Il lat. ariv, arcis avrebbe dato in dialetto Are (come mare da marci- dus; (Ime da falx, falcis ecc.) e non Arz , come tutti pronunciano. Poi non si vede perchè proprio questo dovrebbe essere stato designato col nome ge nerico di /1 ree, mentre pure tante altre arci vi furono e v’ erano. Si dovreb bero trovar Arz c Arsii da per tutto nelle valli nostre. ") Verso il 1334 il vecchio castello doveva essere già in parte diroc cato, perchè il 5 Luglio di quest’ anno

il re Enrico, Conte del Tirolo, con cede a Nicolò de Arz di fabbricarsi un nuovo castello a Dossalto , che è il Castello di S. Anna , sul ciglio del profondo avvallamento in cui scorre la Novella. Anche questo fu in grati parto distrutto o rovinato da un incendio, e ora non vi restano che poche muraglie, una casa colonica e una piccola cappella dedicata a 8. Anna. Da oltre ottani ’anni la famiglia de’Conti Arz trasportò la sua dimora in una bella casa signorile nel villaggio di Arz. .

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Libri
Anno:
1891
Notizie storico-statistiche sulla Val di Fiemme
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Pagina 140 di 200
Autore: Delvaj, Giorgio / Giorgio Delvaj
Luogo: Trento
Editore: Scotoni e Vitti
Descrizione fisica: 200 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.579
ID interno: 330479
' — 142 — ^ . V ■ 1605, da esso anno in poi si doveva stare a quello. Tirolese, mentre per l’avanti si ricorreva a quello di Trento. Colla permuta seguita fra l’Arciduca Sigismondo ed i Firmian nell’anno 1473 4 ), questi conseguirono nella Giurisdi- • zione di Castello molte rendite oltre molte altre nella Valle fra cui la metà delle decime che in essa egli godeva, restando però a lui il diritto giurisdizionale del Comitato. Sotto uno dei Principi Cardinali di Trento (die pare sia stato

Lodovico) si.fecero delle trattative per permutar Trodena .con Castello; ma la cosa restò inefettuata. L’Arciduca Ferdinando Carlo trovandosi stretto da ur genti bisogni pecuniari Panno 1648 infeudava della Giurisdi zione-di'Königsberg, Salorno, Enn-Caìdif la famiglia Zenobio veneta, e quindi anche, il Vicariato di Castello passò ad essa. . Coll' art. XIV dell'infausto Trattato dei 24 luglio 1777 fra ària Teresa ed il Vescovo di Trento la giurisdizione di Castello,, sciolta dal vincolo feudale verso

casa Zenobio, venne cessa al Vescovo, e da lui incorporata alla giurisdizion di Flemme. La Sovrana si riservò però « quo ad proprietatem le selve, le case, i fondi ed altre simili cose camerali», beni che ai giorni nostri spettano all’Erario. Nell'atto 24 luglio 1777 era detto solamente che si cedeva Castello coi suoi Nasi; per il che restava dubbio sulla cessione delle altre Ville della Giu risdizione; e però con Atto dei 27 ottobre 1778 il Governo au- striaco-Tirolese dichiarò che nella cessione

del Giudìzio di Ca stello s’intendevano comprese anche le Case Romane, le Ville di Molina, Stramentizzo, Capitana, Valfloriana ed Antefivo con quella parte di Paneveggio che è situata nella Valle di Flemme. Il Véscovo ricompensava l’Austria per la cession di Castello colle giurisdizioni dì Levino e Termeno, e per quella di Ante rivo colia piccola giurisdizion di Grames, di cui erano infeu dati i Signori Barbi di Segonzano, I Zenobio a loro volta pei loro diritti feudali sulla giurisdizion

di Castello vennero rein- / tegrati da Casa d’Austria con Termeno ; la dove ì Barbi conti nuarono a tenere la loro giurisdizione a nome di detta Casa, i) A pag. 46 invece che 1493 leggasi 1473.

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Libri
Anno:
1891
Notizie storico-statistiche sulla Val di Fiemme
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Pagina 24 di 200
Autore: Delvaj, Giorgio / Giorgio Delvaj
Luogo: Trento
Editore: Scotoni e Vitti
Descrizione fisica: 200 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.579
ID interno: 330479
— 26 — aver soggiornato per breve tempo nel luogo che ricevette il suo nome, ! M. r Alberti nella sua Miscellanea ricorda il Breve di fondazione delle Chiese di Caldano, di Termeno e di Castello, che si pretende, osserva egli, con scorate da S. Vigilio, Esso chiaro scrittore non dice qual Castello sia stato quello accen nato dal Breve: il Carperò nell’indice degli «Annali Alberti» lo mette «Castello di Flemme»; per il che si dovrebbe tenere che S. Vigilio sìastato nella Valle e l’abbia

evangelizzata. Ma prima di tutto è da osservarsi che l'Albert! di dette chiese scrive «si pretendono consacrate da S. Vigilio»; non s’appoggia quindi che su una qualche tradizione che io non intendo punto riget tare ; ma l’Alberti e la tradizione a cui s’ appogiò intende pro prio pel detto «Castello» quello di Fiemme? Non consta punto; e non ò neanche possibile che la detta tradizione od asserzione parli della Chiesa di Castello di Fiemme, Se la tradizione avesse accennato a quella Chiesa, essa tradizione

dovrebbe sussistere in Fiemme.; ma .non vi corre punto. Quindi non può essere stata la Chiesa dì Castello di Fiemme la supposta consacrata da 8. Vi gilio, ma sì quella di qualche -altro castello del Trentino. Bel resto ci sa assai improbabile che 8. Vigilio dalla sponda destra dell’Adige sulla quale si sarebbe trovato, oppure anche da Trento siasi portato nella nostra Valle tanto lontana, sì riposta e silvestre senza aver lasciato traccia di se in altre consacrazioni o predicazioni sulla vìa percorsa

16
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 242 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
1’ avvicinarsi dei tumultuanti chiusero lo porte e alle loro richie ste minaccioso risposero, elle essi v’ erano stati posti a difesa dal Vicario generale dalle Valli, e che non avrebbero mai con segnato ad altri che a lui il castello. Trovato chiuso questo, i contadini vi posero assedio e intanto sfogarono Tira loro contro la casa vescovile di Córedo, ove abitava uno dei Massari delle Valli, Antonio della Valle, spezzando le porte e le finestre e de vastando barbaramente quanto capitò loro

dinanzi. Nella notte successiva, T Inaura e il Guarosco corsero di paese in paese per eccitare la gente alla rivolta, facendo suonare in ogni villaggio campana a martello per radunare in armi quanti più fosse pos sibile c condurli a dare T assalto al castello di Córedo. Il giorno dopo infatti il numero degli insorti, intorno ad esso, era aumen tato a ben quattromila persone. Tutto ormai era apparecchiato e pronto per dare la scalata alle mura, e por sfondare le porto, quando comparve improvviso

a difesa del castello, Limone de Tono con oltre quattrocento soldati provetti e bone armati. Da circa sei anni egli era stato posto dal duca Sigismondo, conte del Tirolo, come suo capitano nel castello di Castellando, e di qui, tosto eli’ ebbe notizia di quanto accadeva, accorse pronta mente, colla gente che potè raccogliere, al castello di Córedo. Sperava da prima che la sola sua presenza, e l’aspetto risoluto delle sue milizie sarebbero bastati a intimorire o discacciare quella accozzaglia

disordinata di contadini. Ma visto poi il numero so- verchiante di essi, in confronto de’ suoi, e la loro irritazione, ben comprendendo clic nulla avrebbe ottenuto colla forza, sceso pruden temente a parlamentare con essi cercando un po’colla persuasione, un po' colle minacele, di calmarli e di ridurli al dovere. Ma nè quella nè queste a nulla giovarono. Petulantemente gli risposero, che sul pa tibolo eh’ egli aveva inalzato nel cortile del proprio castello di Ca- stolfondo, o sul quale minacciava di far

morire chi non si fosse arreso agli ordini suoi, su quel patibolo essi avrebbero impiccato e lui e la sua famiglia, ove egli non si fosso tosto ritirato di là. Punto inti moriti, stavano già per inalzare alla lor volta le forche innanzi al castello, per mostrare ai custodi di esso quale sorte sarebbe loro toccata se non avessero tosto aperte le porte, quando Si-

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 307 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
costruito non sappiamo; pare anteriore al secolo XII c nelle vec chie carte è designato semplicemente col nome di Castel Sporo, perchè non ne esisteva ancora un altro dal quale dovesse essere distinto. Più tardi si disse anche Castel Roinnn, nome che pare sia derivato da quello di una famiglia dinas ti a le, che per lungo tempo lo ebbe in feudo, denominata in tedesco Rubein l ). Dalla piccola chiesetta che v’ era nel castello qualche volta esso era detto anche Castello 8. Anna. Questo castello

-trovavasi sull' antica via la quale dal passo di Molveno e di And alo, metteva, come altrove abbiamo detto, a 8p or minore e di qui proseguiva sull’altipiano di Percolo e.di Quetta per Medie! e Cles, e vi stava non sappiamo se a custo dia o non piuttosto ad insidia dei passeggeri che vi transitavano. La famiglia primitiva e originaria de Sporo, che dal castello aveva preso il nome, s' era venuta ad estinguere già nel secolo XIII, e nella seconda metà di questo secolo il castello colla giu risdizione che

Enrico II, perchè già nella pace detta di Ponte Alto, del Giugno 1276, era stabilito che questo castello .dovesse essere restituito dal conte al vescovo, ma elio in compenso il conte ricevesse altri beni e vassalli spettanti alla chiesa di Trento, posti fuori della Valle di Non 2 ) e più vicini agli altri possedimenti suoi. Probabilmente voleva«! cosi accennare ai feudi dei Signori di Ulten c di Piano (Eppan). E quindi da credere che Mainardo potesse dimostrare di avere comprato, una di quelle sue

compere forzate, e non usurpato il castello. Ma nè là pennuta, q Era questo il cognome primitivo di Volcmaro di Rurgslall; Rubein da Rmoeùi, donde Rovina ■(?). $) v. Ai.heuti, Annali, p. 166.

18
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 312 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
la preminenza agli Sporo, ne destò tuttavia la gelosia e i sospetti. Fu questa la famìglia da' Tisxoni. Uno dei Ti sso ni ollcnne, nel 1311, il permesso dal principe vescovo di fabbricarsi un castello presso il suo proprio paese, e questo castello, forse per la bella, sua posizione da cui domi nava tutto intero il panorama della vasta, valle, o por la costru zione sua, migliore di quella degli altri castelli più antichi, fu dotto Balloria. Ma, il popolo preferiva dirlo Castello di Spor- m aggi ore

, o Sporvecchio. Oggidì si veggono nereggiare impo nenti le mine a poca distanza da Spormagginre, sopra un pro montorio che si eleva, sulla destra dello Sporoggio, nel bel mezzo deila valle, una cinquantina di ìnei ri più elevato del vil laggio. 11 castello si principiò a costruire un anno prima che Vol- cmaro di Burgstall fosse nominato capitano nel Castello Sporo- U ovina. Consisteva esso pure da, principio in una semplice torre quadrata e assai solida, circondata all'intorno da una muraglia ; il palazzo

signorile vasto o grandioso non venne costruito die più tardi. La, famiglia Ti sso ni diventò ben presto una delle più rag guardevoli in questa parte della valle. Un nipote del primo 'fisso ne, costimi toro del castello, figliuolo del fratello di lui Geremia, egli pure di nome Geremia, fu Vicario del principe vescovo nelle Giudicane ed ebbe non piccola parte nelle vicende storiche

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1901
¬Una¬ congiura a Caldaro : (1322)
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Pagina 32 di 39
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: 37 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Programma dell'i.r. Ginnasio di Trento ; 1900/1901
Soggetto: g.Kaltern <Weinstrasse> ; s.Verschwörung ; z.Geschichte 1322
Segnatura: II 102.610
ID interno: 234972
— 31 di due passi di terra nella contrada di 8. Martino per l’affitto annuo di venti solidi veronesi da pagarsi a 8. Martino (Archivio della Prepositura di Trento, N. 32 del* regesto). Qui Casteìfondo non è nè parrocchia, nè comune collettivo, nè castello, nè Melange; o dev’ essere il villaggio omonimo, o tutto il circondario, ciò che non credo. Anche dal documento di Caldaro riportato di sopra, dell’anno 1296, si rileva un Amorigo di Casteìfondo, che deve essere del villaggio omonimo, perchè

, un villaggio di tal nome non abbia esistito. La prova più chiara dell’esistenza di Casteìfondo villaggio ce la dà il nostro documento. Esso distingue: la torre di Casteìfondo (castrifundi), castello; Aerilo, vi cario in castrofundo, che si può prendere tanto per dinotare il castello, che la giu risdizione; poi dice che Ortolfo, uno dei testi, è habitator castrifundi. Questo castrifundi non è nè il castello, nè la parrocchia, la quale qui del resto non c’ entra a che fare, nè la giurisdizione di Casteìfondo

, perchè il documento man tiene ben distinte le parti che formavano la parrocchia ed il comune, cioè distingue Maina diverse volte, poi Melango (non monta se il documento non accenna a Doveva), quindi questo Casteìfondo abitato dal teste deve essere il villaggio nei pressi del ca stello, cosa cbe viene ripetuta quando l’imputato Ottoimo, cbe era dì Maina, confessa ■di aver ucciso Corczollo de Castrofundo. La stessa distinzione trovasi nel seguente regesto di un documento del 1339 fatto «nel castello

di Casteìfondo », dove compariscono diversi testimoni, fra i quali un Cristoforo di Vasio, figlio del fu sig. Yarvardo di Casteìfondo, e nel quale è detto che era vicario in Casteìfondo Bertoldo, notaio di Caldès, e capitano in Casteìfondo Altono di Boymont (certamente per i Mottenburgo), il quale ricevette un pagamento dal notàio Francesco de Marchadenti di Trento, massaro delle valli per il vescovo Nicolò (Rep. 26, 10). Qui il castello prende, è evidente, il nome da Casteìfondo, villaggio presso cui

sorgeva, e che è la patria di Yarvardo, mentre il vicano ed il capita/no di Casteìfondo devono intendersi della giurisdizione o del castello di Casteìfondo. Nei 1393 trovo un nobile Guamardo del fri Cristoforo di Casteìfondo, abitante in Marc.cna di Bruno investito ivi della decima dal vescovo Giorgio (Codex des., III. p. 193) ed anche questo Casteìfondo dovrebbe dinotare il villaggio presso il castello trovandosi contemporaneamente separato ancora Melango e Maina, come nel nostro documento del 1322

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