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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Pagina 606 di 648
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIII, 619 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.268
ID interno: 611988
unidimensionale del tempo neH’antichità”, proposta da Antonio Ponsetto. Nelle loro analisi temporali, rilevava il relatore, Husserl e Heidegger distinguono, dal tempo vissuto in modo originario o autenti- co, una forma derivata o inautentica del tempo. In Husserl, si tratta del tempo oggettivo, a differenza del tempo della coscienza temporale inte- riore, mentre in Essere e tempo di Heidegger si parla del tempo volgare, a differenza del tempo estatico del Dasein autentico. II tempo oggettivo

e il tempo volgare sono accomunati dal fatto di essere misurabili. II tempo misurabile ha il carattere del numero, e proprio tale carattere è il segno della sua non-originarietà. Per questo motivo, la definizione aristotelica del tempo, in cui quest’ultimo viene determinato come nu- mero, è citato da Heidegger come esempio paradigmatico del concetto volgare di tempo. Tuttavia, affermava Ponsetto, tale svalutazione del carattere numerico del tempo resta alla superficie della comprensione del tempo

in Aristotele; infatti, dietro alla equiparazione aristotelica di tempo e numero sta, nascostamente, un pensiero dell’analisi del tempo sviluppata nel Timeo platonico, che Heidegger non ha notato. Inoltre, Pesclusione del numero dal fenomeno originario del tempo è fenomenologi camente insufficiente rispetto alla struttura del tempo stes- so. Husserl e Heidegger non hanno visto che, nella definizione aristotelica del tempo, il numero è inteso come identità mossa o in mo- vimento. Ciò è potuto accadere perché

essi non hanno svolto in modo fenomenologicamente radicale Panalisi fenomenologica della defini- zione del tempo in Aristotele. Quest’ultimo pensa il tempo come rap- porto fra due poli. Se si intende in questo senso il carattere numerico del tempo, si deve dire, contro Heidegger e Husserl, che tale carattere non è una determinazione secondaria del tempo, ma, al contrario, ne costituisce il nucleo essenziale. Dunque, Heidegger e Husserl non han- no visto come nella definizione del tempo, fornita

da Aristotele, sia contenuta la concezione del tempo della fenomenologia. In altre parole: la comprensione fenomenologica del tempo si pone in una continuità rispetto a quella dell’antichità. Con il contributo di Roberto Cipriani, “La concezione sociologica 580

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2001
Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
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Pagina 243 di 292
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XVII, 266 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Segnatura: II 341.266
ID interno: 611990
49) Vedi, ad esempio, CLAUDIO SARTORI, Giuseppe Verdi, in La Musica. Enci- clopedia storica, sotto la direzione di Guido Maria Gatti, a cura di Alberto Basso, Torino, UTET, vol. IV, 1960, p. 747: “A Verdi si rimprovera, attribuen- dogliene la maggiore responsabilità, Eoscurantismo dellTtalia del secolo scorso per la musica strumentale, cameristica e sinfonica, che costó tanta fatica e chi dovette, prima di tutto resistendo e opponendosi a lui e alla sua opera e alla sua denigrazione, risalire

la china. Ed è indubbiamente vero. Verdi fu musicista di teatro, sineeramente ed esclusivamente: prima spontaneamente, rispondendo al richiamo della propria naturale sensibilità di drammaturgo nato, poi per neces- sità di cose, essendogli mancata la preparazione tecnica e culturale necessaria, infine programmaticamente per fedeltà agli ideali della propria giovinezza, quasi ostinandosi a negare agli italiani, come erano state negate a lui stesso, possibi- lità veramente creatrici al di fuori del campo

melodrammatico. E qui il baratro della sua ignoranza si riveló enorme, nella sconoscenza assoluta delle passate glorie strumentali della sua gente”. 50) Vedi sua lettera a Verdi, del 18 gennaio 1895, contenente parole di grande ammirazione per il Falstafe, in F. ABBIATI, op. cit., IV, p. 567. 51) Lettera del 26 dicembre 1883, in G. Verdi, I copialettere cit., p. 629. 52) Lettera del 30 marzo 1879, in Verdi intimo, op. cit., pp. 227-233. 53) A. VON WINTERFELD, Unterhaltungen in Verdis Tuskulum, “Deutsche

Re- vue”, Stuttgart, XII, 1887, pp. 327-332; quindi con il titolo Persönliche Erin- nerungen an Verdi in “Neue Musik-Zeitung”, Stuttgart - Leipzig, XXII, 5, 1901, pp. 57-58; questa testimonianza, raccolta nella primavera del 1883, si puó ora leggere Ín traduzione italiana in M. CONATI, Verdi. Interviste e incontri cit., pp. 146-156. 54) R LEVI, Domenico Morelli nella vita e nell’arte, Torino, Roux, 1906, p. 158. 55) ANTONIO GRAMSCI, Letteratura e vita nazionale, Roma, Editori Riuniti, 1971

, p. 42. 56) A. LUZIO, Carteggi verdiani cit., III, p. 162. 57) Lettera del 14 aprile 1892, in G. VERDI, / Copialettere cit., p. 376. 58) Verdi intimo, op. cit., p. 182. 59) Ibidem, p. 297. 60) Lettera del 15 febbraio 1883, Ín G. VERDI, / Copialettere cit., p. 323. 61) Nel giugno del 1873 al Collegio dei Nobili di Napoli fu eseguita la Cena degli Apostoli, quando Verdi ne era ornai ripartito. Fra dicembre del 1880 e febbraio del 1881 a Milano, alla vigilia dell’arrivo del compositore per il nuovo Simon Boccanegra

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Pagina 158 di 648
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIII, 619 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.268
ID interno: 611988
’20 da Giovanni Vidari (1921) e riveduta da Augusto Guerra nel 1969. Un’altra traduzione an- ch’essa nota è quella di Pietro Chiodi del 1970 20 . È nel 1983 che un allievo di Augusto Guerra, Paolo Manganaro, pubblica presso l’editore Guida di Napoli “L’antropologia di Kant” 21 . Successivamente vorrei ricordare la ri- cerca che ho condotto presso l’istituto storico italo-germanico di Trento e pubblicata nel 1987 22 , e la ricerca di un allievo di Giuseppe Riconda, Gían Michele Tortolone: Esperienza

prie del sapere antropologico - pragmatico (come la coincidenza di co- noscenza dell’ uomo e conoscenza del mondo), con la filosofia critica e con le prospettive fenomenologiche. Nella prima direzione va ricondotta la discussione tra Dilthey e Adickes sull’origine del nuovo sapere intravisto da Kant 15 . Alla secon- da si puó far risalire l’interpretazione di Kant data da Paul Natorp e la discussione tra Cassirer e Heidegger che per motivi divergenti concor- dano con la tesi dell estraneità

dell’Antropologia pragmatica nei con- fronti del pensiero critico 16 . Gli sviluppi delle due direzioni di ricerca indicate si ripresentano complessamente intrecciate nella seconda metà del Novecento. Vorrei ricordare da un lato gli studi di Norbert Hinske 17 , che sottolineando l’importanza della psychologia empirica, si muovono nel senso di una ricostruzione unitaria del pensiero kantiano e deH’integrazione tra an- tropologia pragmatica e pensiero critico; dairaltro la tesi “geografica” ripresa, invece

, da Friedrich Kaulbach, sulla base dello scritto di Kant Che cosa significa orientarsi nel pensiero” scritto discusso e criticato da Heidegger in “Essere e Tempo” in chiave antitrascendentale 18 . Nel suo saggio Kaulbach legge il mondo dell’ antropologia secondo la con- tinuità tra la nozione pragmatica di conoscenza del mondo e il concetto husserliano di mondo della vita. 19 . 2) In Italia fino a tutti gli anni ’70 è mancato uno studio sull’Antropo- logia pragmatica, tradotta come è noto negli anni

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 179 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
esperienza di non pochi anni ci dice che questo è un pronostico fallito; che lo studio gramrnaticale del latino nella scuola media unica è un inutile tormento e perció un insensato perditempo. M’inchino alla evidenza: e recito il mio atto di contrizione» 5 . Ma non era finita, perché un anno dopo Marchesi tornava di nuovo alla primitiva idea del latino per tutti, ammonendo: «stiano attenti gli amici della scuola, stiano attenti gli uomini del governo. La partita che si gioca oggi è pericolosa

assai, e la posta è molto grande. Se a undici anni puó sembrare troppo presto per cominciare a studiare il latino, a quattordici anni certamente è troppo tardi» 6 . L’esaltazione del ruolo del latino procede di pari passo con quella della scuola classica e della cultura umanistica. Anche in questo caso, però, ció non avviene senza ripensamenti: cosi, se all’inizio del 1945 egli aveva sentenziato che «la cultura umanistiea giova a tutti: Íl giomo in cui decadesse, sarebbe notte nel mondo» 7 , nel

1949 egli porrà le scuole classiche fra i ‘fattori distruttivi’ che «hanno preparato la tragedia del ceto medio italiano, il quale nelle sue case prolifiche e impoverite ha lo studente universitario o il diplomato o il laureato, e non il tecnico, il meccanieo, l’artigiano e l’operaio qualificato» 8 ; ció nonostante la frase del 1945 ritoma nell’identica formulazione dieci anni dopo 9 . Nell’articolo fortemente critico del 1949, invece, Marchesi aveva proposto di ridimensionare la seuola classica

e di ridurre e concentrare lo studio del latino, «perché non bisogna esagerare il magico potere del latino sulle capacità espressive dell’uomo colto. 11 latino, quello che si dovrebbe imparare nella scuola, non è piú una lingua viva. II latino vivo è quello che parliamo noi oggi»; e aveva saggiamente concluso che «il latino si studia non per parlarlo, ma per imparare a scrivere bene l’italiano» 10 . Si eapisce che, quando parla di studio del latino, Marchesi pensa al tormento della grammatica e della

sintassi, funzionali al ben tradurre dall’italiano al latino. Col passare degli anni, peró, anche in questo campo egli matura convinzioni diverse: sicché nello stesso articolo del 1955 in cui ripropone l’antica frase a elogio della cultura umanistica, egli si chiede se sia opportuno risuscitare «la pratica della lingua latina» e la sua risposta è sostanzialmente affermativa: perché è vero che la lingua latina è lingua morta, ma per risuscitarla basta rivolgersi agli umanisti, primi fra tutti Francesco

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2000
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) nel 250° anniversario della morte : XXI Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) zur 250. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 21 )
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Pagina 157 di 432
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Bach, Johann Sebastian [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (21 : 2000 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: IX, 406 S. : Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Bach, Johann Sebastian ; f.Kongress ; g.Meran <2000>
Segnatura: II 341.265
ID interno: 611991
elaborazione. In tal senso, nell’arco del movimento, gli episodi tendo- no frequentemente a tracciare un percorso di progressivo allontana- mento dalla sostanza tematica del ritornello e allorché nella parte solistica predominano nuove idee e figurazioni virtuosistiche il nesso con la sostanza tematica stessa viene garantito da consistenti riferi- menti al ritornello sotto forma di interpolazioni ed elaborazioni moti- viche nel ripieno orchestrale. I movimenti iniziali del coneerto per violino

BWV 1042 e di quello per tre clavicembali BWV 1063 o il finale del doppio concerto BWV 1060 rappresentano esempi illumi- nanti al riguardo. II passaggio dall’episodio al ritornello successivo puó essere di contro sfumato attraverso addentature sintattiche tra i periodi: gli episodi si concludono con una linea solistica che prosegue oltre il punto d’articolazione innestandosi per cosi dire sullo stacco del ritornello orchestrale, come avviene nel primo movimento del concer- to per violino BWV 1041

, oppure nell’epilogo anticipano sezioni del ritornello seguente, come nei movimenti iniziali del Concerto brande- burghese n° 4 BWV 1049 e del doppio concerto BWV 1061; o, an- cora, l’attacco del ritornello coincide con una delle sezioni intermedie, escludendo quindi il motto iniziale, e cade sull’armonia di dominante anziché di tonica (per esempio: primo movimento del concerto per violino BWV 1042, bb. 25 e 43). Se nei concerti di Bach coesistono episodi integrati col ritornello, episodi dal profilo

tematico indipen- dente ed episodi puramente figurali, divengono un principio l’interrelazione tematica e il raggruppamento per cosi dire strofico degli episodi stessi, di cui Bach puó anche avere colto lo spunto nel già citato concerto vivaldiano op. III n° 8 RV 522. Oltre che alla coesione complessiva della struttura, queste corrispondenze contribui- scono spesso a determinare un effetto di ricapitolazione quando l’ultimo episodio ripropone la sostanza tematiea del primo ed eventualmente anche

di altri episodi segnando il ritorno alla tonalità d’impianto (pri- mo movimento del Concerto brandeburghese n° 1 BWV 1046, bb. 13- 18 e 58-63, 34-43 e 63-72; primo movimento del doppio concerto BWV 1061, bb. 13-28 e 141-156). Non soltanto la sistematicità ma 134

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2001
Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
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Pagina 240 di 292
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XVII, 266 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Segnatura: II 341.266
ID interno: 611990
! ”. 5) Si tratta del Grofier Festmarsch zur Eröffnung der hundertjàhrigen Gedenkfeier der Unabhàngigkeitserklàrung der Vereinigten Staaten von Nordamerika G-Dur (Wagner Werk-Verzeichnis, 110), composto tra febbraio e marzo del 1876, ed eseguito per la prima volta il 10 maggio 1876 a Philadelphia per l’inaugurazione delPEsposizione Mondiale, sotto la direzione di Theodore Thomas. 6) “Herr Verdi hat von seinem Verleger Ricordi fair das unbedingte Auffuhrungs- und Eigenthumsrecht seines Requiem circa eine halbe

la cifra richiesta da Wagner: “5000 dollari”, cifra che non risulta da alcuna parte dell’epistolario wagneriano). 7) “Gazzetta musicale di Milano” del 18 dicembre 1842, p. 221: vedi anche la rubrica Notizie varie del 6 e del 13 novembre 1842 a pp. 196 e 200. 8) Ivi, 28 settembre 1851, p. 184. 9) “L’Italia musicale”, numeri vari da febbraio all’agosto del 1854; vedi in parti- colare i numeri del 10 e del 27 maggio, e del 9 agosto. 10) Lettera del 9 aprile 1864, in Verdi intimo. Carteggio di Giuseppe

Verdi con il conte Opprandino Arrivabene, a cura di Annibale Alberti, [Milano], Mondadori, 1931, p. 41. 11) Lettera del 4 marzo 1869, in GIUSEPPE VERDI, Autobiografia dalle lettere, a cura di Aldo Oberdorfer, nuova edizione, interamente riveduta con anno- tazioni e aggiunte a cura di M. Conati, Milano, Rizzoli, 1981 [rist. 2001], p. 425. 12) Lettera del 22 novembre 1871, in FRANCO ABBIATI, Giuseppe Verdi, Milano, Ricordi, 1959; vol. III, p. 512. 13) LEONARDO PINZAUTI, Prospettive per uno studio

sulla musica a Firenze nell’Ottocento, “Nuova Rivista Musicale Italiana” II, 2: marzo-aprile, 1968, pp. 265-266. 14) RICCARDO WAGNER, Opera e dramma, Torino, F.lli Bocca, 1894. 15) Su esplicita richiesta del conte di Cavour (10 gennaio 1861) il compositore aveva accettato, benché riluttante, di essere candidato alle elezioni del primo 219

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2004
Immanuel Kant (1724 - 1804) nel 200° anniversario della morte = Immanuel Kant (1724 - 1804) zur 200. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 25 )
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Pagina 508 di 648
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Kant, Immanuel [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (25 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto la dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIII, 619 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Kant, Immanuel ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.268
ID interno: 611988
rale lo stesso ambito del trascendentale. Potremmo affermare che nello schematismo trascendentale, tipico prodotto delPattività delVEinbildungskraft, le categorie kantiane, da forme logiche pure ed atemporali, si “storicizzerebbero ,, ; nel conereto esereizio conoscitivo esse assumerebbero un determinato aspetto temporale. Nel noto volu- me Kant und das Problem der Metaphysik, Heidegger interpreta questo decisivo processo gnoseologico come una “finitizzazione stessa del- l’io”, una

“temporalizzazione ,, della soggettività trascendentale ad ope- ra delVEinbiidungskraft e dello schematismo 27 ; Heidegger definisce, quindi, le strutture del trascendentale in un senso ontologico e giunge a parlare del criticismo come di una “metafisica della finitudine umana”, aecentuando proprio Pazione determinante dello schematismo e del- l’immaginazione produttiva nel costituire la radieale temporalità del Dasein. Anche Fichte, in continuità eon i testi kantiani, sottolinea la stretta connessione tra

Einbildungskraft e temporalità dell’io: una delle diffe- renze essenziah rispetto a Kant, si potrebbe tuttavia individuare nella considerazione fichtiana della genesi stessa del tempo ad opera del- l’immaginazione produttiva. È quest’ultimo punto che segnerebbe un vero e proprio distacco di Fichte nei confronti della prospettiva kantiana sul significato del tempo esposta nell’estetica trascendentale e nella già ricordata dottrina dello schematismo. II tempo, in Fichte, diverrebbe una creazione stessa dell’io

, una produzione inconscia dell’originario oscillare (schweben) dell’immaginazione tra i termini opposti delFio e del non-io. Nella Grundlage tale processo di formazione della coscien- za del tempo viene in tal modo descritto: “Questo librarsi dell’immagi- nazione fra termini che non si possono unificare, questo suo coníiitto (Widerstreit) con se stessa, è ciò che, eome si mostrerà in futuro, esten- de ad momento del tempo lo stato dell’io in essa (zu einem Zeit-Momente ausdehnt) ,m . Ci sono parse

incisive le parole con le quali Fichte rileva che “per lameraragione pura è tutto contemporaneo; soltanto per Fim- maginazione v’é un tempo (nur fiir die Einbildungskraft gibt es eine Zeit)” 29 , Se il prodursi della realtà avviene nel librarsi e nell’originario “protendersi verso” (hinschauen) dell ’ immaginazione produttiva, la stes- sa coscienza del tempo troverebbe la sua genesi nello Schweben del- 482

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 473 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Milano 1989, pp. 205-227, p. 205) e studia in profondità tutte le potenzialità della facoltà delPimmaginazione produttiva: essa è organo del\'«innovazione semantica, caratteristica dell’uso metaforico del linguaggio» {ivi, tr. it., p. 209), opera nella costruzione dello schema narrativo del racconto e «applicata all’azione [...] ha una funzione proiettiva che appartiene al dinamismo stesso dell’agire» (ivi, tr. it., p. 215). Ricoeur considera Pimmaginazione una “cerniera tra il teoretico

linguaggio hegeliano) delPalterità e per il sentimento soggettivo dell’empatia (PEinfühlung di eui parlano i fenomenologi tedeschi) nei confronti dell’altro; a tal proposito egli parla dell’“appercezione analogica” dell’altro come processo Ínteriore di “trasferimento in immaginazione”: «dire che Paltro pensa come me, che prova come me pena e piacere, significa poter immaginare ció che io penserei e proverei se fossi al suo posto. Questo trasferimento in immaginazione del mio “qui” al suo “là” è la radice

di ció che io chiamo empatia» (ivi, tr. it, p. 218). 20 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 113. Ivi, p. 111. 22 A partire dallo scritto del 1975 La métaphore vive Ricoeur si inizia a confrontare con le teorie degli “atti di discorso” nelle quali viene particolarmente messa in risalto quella che egli defínisce come «capacità creatrice del linguaggio (puissance créatrice du langage)» (Ricoeur, P., La métaphore vive, Seuil, Paris 1975; tr. it. e cura di Grampa

Acts, Cambridge Univ. Press, London 1969; tr, it. di Cardona, G.R., Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, Boringhieri, Torino 1976. 23 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 111. 24 Ricoeur, P., Le Juste 1, Éd. Esprit, Paris 1995; tr. it. di Iannotta, D., 11 Giusto, Vol. I, Effatà, Cantalupa-Torino 2005, p. 42. 25 Ivi, p, 112. Sulla nozione di homme capable come filo conduttore delle ricerche antropologiche ricoeuriane cfr. gli studi contenuti nel volume

: M, Foessel, O. Mongin (a cura di), Paul Ricoeur. De l’homme coupable à l’homme capable, ADPF, Paris 2005. 26 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 122. 27 A proposito della correlazione tra capacità d’imputazione d’un azione ad una persona ed attribuzione della responsabilità Ricoeur ricorda quanto afferma il Dictionnaire de Trévoux del 1771: «imputare un’azione a qualcuno significa attribuirgliela quale suo vero e proprio autore, metterla per cosi dire sul suo conto

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 113 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Id., Lo stormire del vento tra le piante, Testi e percorsi leopardiani, Marsilio, Venezia 2003, pp. 199-235. 22 Verter. Opera originale tedesca del celebre signor Goethe trasportata in italiano dal D[ottor].M[ichelangelo].S[alom]., Venezia, presso Giuseppe Rosa,1796, rispettivamente a p. 125 e a p. 165. Son miei i corsivi riguardanti l’affinità di parole chiave tra il testo leopardiano e quello goethiano in traduzione. 23 Alla luce degli inequivocabili riscontri testuali che sorreggono

l’analisi di questi versi, non puó non lasciare molto perplessi l’affermazione secondo cui «questo è forse l’unico luogo della poesia leopardiana in cui la tempesta viene rappresentata in positivo» (Felici, L., L’Olimpo abbandonato. Leopardi tra “favole antiche” e disperati affetti”, Marsilio, Venezia 2005, p.57). 24 Blasueci, L., Suil'ossianismo leopardiano, cit,, p. 213. Dubbi non possono non insorgere anche per quanto lo studioso afferma poche righe piú avanti: «Ma il motivo del piacere nella

tempesta, e piú in generale del piacere nei pericoli, é, come sappiamo, tipicamente ossianico, e questa volta documentabile con precisi riscontri testuali [...]». In realtà, sin dal primo riscontro del testo ossianico riportato (La morte di Cucullino, vv. 255-256) si nota che il cuore dell’eroe cresce, e s ’allegra non per i pericoli di un uragano o temporale, bensi nel fragor dell’acciar. Del resto, i testi leopardiani interessati, compreso il passo di Zib. del 18 novembre 1821, che Blasucci cita

subito dopo e che io qui cito piú avanti, non giustificano la confusione tra piaceri della tempesta e piaceri dei pericoli in generale. A p. 809, poi, lo studioso, fa un’ulteriore passo e, tenendo peró fuori l’insueto gaudio di Saffo, ribattezza questo motivo del piacere dei pericoli come piacere del rischio in se stesso: una defínizione semplicemente fuorviante nel caso dei luoghi leopardiani presi in esame. L'insueto gaudio di Saffo è invece fugacemente liquidato come «ultima risorsa del disperato

[...]» in Lonari, G., L’oro di Omero. L’ “Iliade”, Sqffo: antichissimi di Leopardi, Marsilio, Venezia 2005, pp. 82-83: l’esclusione subita da Saffo sia dall’esperienza dell’amore sia dalla dotazione del bello che è Ín natura, spingendola alla disperazione, spiegherebbe perché la poetessa venga a esser attratta da un gaudio insueto. 25 Camerino, G.A., L ’invenzione poetica in Leopardi. Percorsi e forme, Napoli, Liguori (“Critica e letteratura”), 1998; cfr. almeno le pp. 110-115. 26 Zib. 2118. 27 Leopardi

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 472 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Turoldö, F., Verità del metodo. Indagini su Paul Ricoeur, II Poligrafo, Padova 2000, in particolare p. 149 ss. 10 Ricoeur, P., Sè come un altro, op, cit., p. 101. 11 Ricoeur cita questi autori come coloro con i quali «ha tentato piü sistematicamente di mettere a confronto Termeneutica di origine fenomenologica» (ivi, p. 413). 12 Ricoeur, P., Philosophie de la volontê. 1 Le volontarie et l’involontaire, Aubier, Paris 1950; tr. it, di Bonato, M., Filosofia della volontà 1. II volontario

e l’involontario, Marietti, Genova 1990, p. 13. 13 Cfr. Husserl, E., Idées directrices pour une phénoménologie, tr, fr, di Ricoeur, P., Gallimard, Paris 1950. 14 Ricoeur, P., La mèmoire, l’histoire, l’oubli, Seuil, Paris 2000; tr. it. e Prefazione di Iannotta, D., La memoria, la storia, l’oblio, Raffaello Cortina, Milano 2003, p. 494. 15 Ivi, p. 494. 16 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit,, p. 145. Le tematiche della memoria e della promessa sono trattate soprattutto negli ultimi

scritti del filosofo in relazione al “riconscimento del sè” e a quella che egli definisce «fenomenologia dell’uomo capace (phénoménologie de l’homme capable)» (ivi, p. 107): «con la memoria e con la promessa la problematiea del riconoscimento di sè raggiunge simultaneamente due sommità. L’una si rivolge verso il passato, l’altra verso il futuro. Ma vanno pensate insieme nel presente vivente del rieonoscimento di sè, grazie ad alcuni tratti che esse possiedono in comune. In primo luogo si inscrivono

in maniera originale nel ciclo delle capacità dell’uomo capace» (ivi, p. 127). A proposito del “poter promettere” viene anche sottolineato come questo sia un atto linguistico performativo che presuppone e si fonda sulle altre capacità del soggetto: «il poter promettere presuppone il poter dire, il poter agire sul mondo, il poter raccontare e dare forma all’idea dell’unità narrativa di una vita, infíne il poter imputare a sè stessi l’origine dei propri atti. Ma la fenomenologia della promessa si concentra

in riferimento all’accezione aristotelica dell’essere come “potenza”. 19 Ricoeur, P., Promenade au fil d’un chemin, in Turoldo, F., Verità del metodo. Indagini su Paul Ricoeur, op, cit., pp. 15-16. Condividiamo l’interpretazione di Jean Greisch secondo la quale Ricoeur in tutti i suoi scritti avrebbe tentato di portare alla luce le implicazioni contenute nella teoria dell’immaginazione produttiva (produktive Einbildungskraft) di Kant. La concezione del soggetto come homme capable, messa chiaramente

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 322 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
critico, in: Hintze, O., Storia, Sociologia, Istituzioni, a cura di G. Di Costanzo, Napoli 1990, pp. 163-221. 7 Cfr. Troeltsch, E., Deutscher Geist und Westeuropa. Gesammelte kulturphilosophische Aufsatze und Reden, hrsg. von Hans Baron, Tübingen 1925; inoltre Garin, E., la voce “Storicismo”, in: Enciclopedia del Novecento, Roma 1984, VII, pp. 213-231; Schiera, P., Otto Hintze, Napoli 1974. Lo “straordinario saggio sullo storicismo” di Hintze è “probabilmente il piü importante tra i tiumerosi

“speranze fallaci” per muovere le forze morali e spingerle all’azione (p, 164). Gli accenti di Hintze ricordano quelli di Weber a conclusioni del saggio II lavoro politico come professione. Cfr. Weber, M., II lavoro intellettuale come professione. Due saggi, nota introduttiva di D, Cantimori, Torino 1960. 9 Cfr. Hintze, O., Troeltsch e i problemi dello storicismo, cit. p. 163. Anche Marianne Weber sottolinea il valore epocale del Tramonto: “l’opera di Oswald Spengler ... stava attirando l’interesse del

mondo intero”. Cfr. Weber, M., Max Weber. Una biografia, cit. p. 767. Su Spengler “guru” opposto a Weber scienziato cfr. l’introduzione di Roth, G., ivi, p. 41 e sgg. 10 “Visione del mondo (Weltanschauung) e struttura categoriale (Kategorialstruktur) sono certamente unite alla radice, ma una differenziazione tra le due mi sembra che sia comunque auspicabile e anche realizzabile” (cfr. Hintze, O., Troeltsch e i problemi dello storicismo, cit. p. 166). 11 Cfr. Chabod, F., Uno storico tedesco

contemporaneo, cit. p. 260. II punto in questione ha in effetti un interesse morale e politico che si rischiara e si potenzia in rapporto alle “esaltazioni spengleriane”; cfr. Tessitore, F., Troeltsch politico. La risoluzione del problema valore-utilità contiene quella del rapporto tra morale e politica intese come rapporto tra morale individuale e morale applicata allo stato. Nella loro divaricazione nasce la questione storica del disciplinamento. Laddove è affermata la loro armonia la questione non

si pone. (“Noi affermiamo che v’è piena e perfetta analogia tra l’una e l’altra sfera di azione: la ricerca dell’utile per l’individuo ha il suo analogo nell’affermazione della potenza dello stato”. Cfr. Lamanna, E.P., L 'amoralismo politico (1916), in: II beneper il bene, con Íntr. di P. Piovani, Firenze 1967, p. 56. 12 Cfr Piovani, P., la voce “Etica”, in: Enciclopedia del Novecento, Roma 1977 p. 826. 13 Su questo problema-rapporto interverranno i piü grandi pensatori tedeschi del primo Novecento

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Sociologia
Anno:
2005
¬La¬ cultura europea: metodo e creatività : atti del 27. Convegno Internazionale di Studi Italo-Tedeschi, Merano, 8-10 ottobre 2004
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Pagina 71 di 420
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien (27 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / Accademia di Studi Italo-Tedeschi, Merano. Con la collab. del Centro Studi Interculturali dell'Università di Verona. [Sotto la direzione di Roberto Cotteri] [ed. sotto la dir. di Roberto Cotteri ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXI, 393 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ europäische Kultur: Methode und Kreativität Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II Z 759/27(2004)
ID interno: 611993
La formalità di questa razionalità viene in luce con evidenza nel pensiero di Hobbes, che inaugura la nuova scienza politica che si pre- senta nella veste del diritto naturale e che ha una rilevanza nella sua diffusione ben superiore a quanto possono credere coloro che nell’am- bito del giusnaturalismo lo criticano, senza magari accorgersi che la loro critica non tocca Lassetto fondamentale del nuovo pensiero della politica, che ha operato una rottura epocale nei confronti di una tradi- zione

delle opinioni, non puó portare che a situazioni conflittuali e all’im- possibilità di un ordine stabile. Ció a cui tende Hobbes, come dice nella prefazione del De cive, è di giungere ad una concezione univoca del giusto, valida per tutti, e costante, non variabile continuamente a secon- da del contenuto del comando e del punto di vista soggettivo di chi pretende di giudicare. In questa direzione diviene giusto ubbidire alle leggi. Si badi bene che in tal modo si presenta un nuovo concetto di legge

, che, come si vede dalla definizione, è fondamento di questa solu- zione moderna della questione della giustizia. Ha il carattere di legge il comando di colui che è stato autorizzato ad esprimerlo per tutto il corpo politico. Lo sviluppo del ragionamento del Leviatano attraverso tre stadi è noto: dallo stato di natura, in cui gli uomini sono pensati come uguali e liberi, alle leggi di natura, che, me- diante il calcolo razionale, indicano la via della pace e della cessione del diritto a tutto

, âl patto sociale in cui si costituisce nello stesso tempo la persona civile e colui che la rappresenta. È il sovrano-rappresentante che, a partire dal patto, sarà l’unico ad esprimere la volontà della perso- na civile e dunque del soggetto collettivo, del popolo. Questo incarna la figura deWunico giudice, che per tutti i giusnaturalisti costituisce la figura necessaria affinché ci sia pace, ordine e una condizione stabile in cui sia prevedibile che tutti si comportano secondo la legge. Anche se le 47

12
Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 344 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
scorso Novecento, intende trascrivere la sintesi a priori nella struttura del diritto. L’essenza del diritto, secondo Kelsen, la cui posizione è fondamentale in proposito, consisterebbe nello sviluppo dei rapporti giuridici in relazione alla presenza di una imputabilità. Ció in cui consiste l’imputazione è la materia del diritto, ma la sua identità è nella fonna, ossia nel fatto che a qualcuno viene imputata qualche cosa. I valori riconosciuti o negati non sono rilevanti alla defmizione del

diritto, essenziale è la procedura dell’imputazione e i suoi con- seguenti adempimenti. Come nel giudizio trascendentale determinante dell’attività conoscitiva kantiana la materia del conoscere, a livello giuridico i fatti imputati sono contenuti occasionali, solo la struttura ci dà la “fonna pura” della riflessione giuridica 2 . È chiaro che in questa prospettiva i contenuti sono irrilevanti. La dottrina pura del diritto è compiutamente formale. I valori da un lato e la fragilità umana dall’altro

, sono elementi necessari come condizioni della possibilità del giudizio, ma la struttura razionale analitica del giudizio stesso precede il vissuto, la prassi, la causalità, elementi che costituiscono la materia del diritto ma non riguardano la sua forma. La dottrina pura del diritto non attinge quindi la concretezza dell’esperire fenomenico e storico e forse questa dottrina che vorrebbe garantire la piú rigorosa neutralità fínisce per essere essa stessa una presa di posizione ideologica. Ma Kant

, oltre che essere l’autore della Critica della ragion pura, lo è pure della Critica della facoltà di giudizio. In questa terza Critica elabora un’altra forma di giudizio: il giudizio rifiettente, giudizio tipico della valutazione estetica e del riconoscimento della finalità. E qui la “purezza” ci abbandona. La materia del giudizio riflettente non è piü una massa amorfa di dati che nell’incontro con le forme trascendentali diverrà mondo fenomenico; nel giudizio riflettente il fenomeno è già costituito

dei valori e assumere la forma del giudizio trascendentale riflettente, che trova le sue argomentazioni in itinerari speculativi finalistici e non meccanicistici. 308

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 161 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
estremo rifugio, che il mondo extrastorico delle stelle, e in definitiva la sospirata morte. E notevole che gli ultimi scrittori qui menzionati siano tutti meridionali. Com’é noto, il Meridione d’Italia fu teatro d’una vera e crudelissima guerra civile dopo il compimento delfunità politica; furono gli anni del cosiddetto brigantaggio, o, come piü correttamente diceva Croce, del brigantaggio politico, che vide residui delfesercito borbonico, contadini in rivolta contro i galantuomini, romantici

legittimisti intemazionali e persino ex garibaldini combattere assieme ai veri briganti locali. Va peró precisato che raffigurazioni cosi critiche non implicavano in quei narratori alcuna nostalgia del vecchio assetto politico. Si rammenti, ad esempio, e per restare a autori del Novecento, fepisodio della visita del protagonista del Gattopardo al re Ferdinando II, e alla sua percezione dell’impotenza del sovrano a govemare il regno. Anche nQlYAlfiere di Alianello lo Stato borbonico è presentato senza

un vero rimpianto, e come destinato a cadere per implosione, alla quale farrivo dei garibaldini e dei piemontesi fomisce appena f occasione - il rimpianto è semmai che nel Regno delle due Sicilie si fosse creata una situazione come quella. A questo filone allude il verbo disfatto del titolo di questo scritto - titolo a me suggerito dal collega Angelo D’Örsi. E va inteso cum grano salis. In realtà quei narratori vollero piuttosto fomire una diversa prospettiva, alternativa alla unilaterale retorica

ufficiale. Per autori come quelli sopra citati si puó ricordare, per qualche affmità, anche un filone presente nella letteratura statunitense del Novecento. Si tratta di scrittori che hanno guardato con occhi nuovi al Sud di quel paese e alla Guerra di Secessione, rifiutando funilaterale opinione filonordista. Se f opera piü celebre di quelf àmbito è Via col vento di Margaret Mitchell (1936), a ben altro livello si pongono il romanzo The Fathers (tradotto in italiano per la Feltrinelli col titolo

1 nostri padri), del 1938, del poeta e critico Allen Tate e la sua Ode to the Confederate Dead, del 1927 - ma la stesura defínitiva è del 1937. Fu il britannico Frank Kermode a mettere a confronto per primo il Gattopardo e The Fathers. Un richiamo alla guerra civile in atto negli Stati Uniti è nel finale d’un altro romanzo di Alianello: L ’eredità della priora, dedicato al brigantaggio politico postunitario. In esso, alcuni personaggi, già combattenti fra i «briganti», decidono di imbarcarsi

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 101 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
GIUSEPPE A. CAMERINO DA VORRENDA DELIZIA AL PIACERE DEIPERICOLIDEL TEMPORALE. LEOPARDI, L’ELEGIA E IL WERTHER Verso la fine del 1817, inteso a rifondare in senso moderno il genere dell’idillio, e soprattutto ad ampliarne gli orizzonti rispetto al modello antico, sia per quanto conceme il paesaggio lunare e nottumo e i fenomeni naturali, anche tempestosi, sia per quanto conceme i palpiti interiori e i cosiddetti errori e sogni del cuore, Leopardi si trova di fronte a componenti del lavoro

poetico che si aprono a un genere lirico diverso, quello dell’elegia. Non è infatti casuale che, legate al cosiddetto Diario del primo amore del dicembre 1817, il poeta componga - rispettivamente nello stesso mese e nel gennaio 1818, secondo la datazione di Porena 1 - Elegia I ed Eiegia II per Gertrude Cassi-Lazzari, di cui è segretamente invaghito. E neppure è casuale che nel giugno 1818 egli abbozzi quattro Argomenti di elegia e, un anno dopo, ancora un Argomento di elegia e tre Argomenti di idillí

, denotando implicitamente una vera e propria rivisitazione dei due generi. E ancora: non è casuale che 11 sogno - come s’é già visto - venga nella prima stampa, quella dell’agostol825 nel Caffe di Petronio 1 , indicato come Elegia, e solo nelle stampe successive del ’26 lo stesso testo viene indicato come Idillio IV; un’oscillazione estremamente rivelatrice dell’impegno del poeta al riguardo. II Diario del primo amore (si mantenga il titolo tràdito, che non è dell’autore) viene definito dallo stesso

Leopardi «ciarle [...] fatte con me stesso per isfogo del cuor mio e perché mi servissero a conoscere me medesimo e le passioni [...]». Lo isfogo del cuore e le passioni echeggiano chiaramente le passioni e la voglia del povero core di Werther nella traduzione di Michelangelo Salom, presente nella biblioteca di famiglia: «[...]dall’affanno ai trasporti di gioia, e dalla dolce mestizia alle piu ardenti e piü pericolose passioni»; «[...] il mio povero core è come un fanciullo infermo, ed io lo lascio

fare a sua voglia » 3 . Un versante, dunque, diverso dai fenomeni naturali e paesaggistici. II poeta contrappone ai «sentimenti del suo cuore, che in sostanza erano inquietudine indistinta, scontento, malinconia, qualche dolcezza [...]» (malinconia, in particolare richiama scopertamente la dolce mestizia del Werther italiano), l’insorgere dell’«amor tenero e 65

15
Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 197 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
9 II latino nella scuola, in «Riforma della Scuola» del novembre 1955 (= UC 387). i0 L’istruzione superiore, in «Rinascíta» delPagosto-settembre 1949 (= Í7C369). 1 ' II latino nella scuola, in «Riforma della Scuola» del novembre 1955 (= UC 389). 12 Discorso Ínaugurale dell’anno accademico 1943-44 (= UC 125). 13 Ai giovani, in «Fratelli d’Italia» del maggio 1944. 14 A. La Penna, Concetto Marchesi. La critica letteraria come scoperta dell’uomo, Firenze, La Nuova Italia 1980, 84. 15 Fascismo

e Università, Ín «Rinascita» del gennaio 1945 (= UC 322). 16 Occidentali in via Veneto, su\V Unità del 4 luglio 1950 (= UC 178). 17 Tasse universitarie, sull’Unità del 19 agosto 1950 (= CC 381-3). 18 Fascismo e Università, in «Rinascita» del gennaio 1945 (= UC 322-3). 19 Crisi di scuola e di cultura, Ín «Rinascita» del luglio 1948 (= UC 351-2); cfr. L. Canfora, II 'Marchesi’ di La Penna, in «Riv.Fil.Istr.CL» 109, 1981,235, 20 Motivi di politica scolastica, in «Rinascita» del novembre 1945 (= UC 331

). 21 Lapersona umana nel comunismo, conferenza tenuta il 16 aprile 1945 (= UC 43-^14). 22 Cito da G. Campagna, Concetto Marchesi. Con un ’appendice di pagine politiche e di varia umanità presentate da Ezio Franceschini, Sapri, Edizioni del «Centro Librario» 1963,35. 23 A. La Penna, op.cit., 85. 24 Nel n. 2 de «II Politecnico», del 6 ottobre 1945. 25 II saggio Filologia e filologismo. Prolusione al corso di Letteratura latina, nella R. Università di Padova, tenuta il 19 novembre 1923, fu edito in «La Parola

. Rassegna mensile di conferenze e prolusioni» 17, 1924, 103-9, preceduto dalla nota seguente: «Concetto Marchesi è laureato in legge e lettere, professa da non pochi anni filologia classica nelle Università italiane, ora in quella di Padova. La sua traduzione delle Corone di Prudenzio, gli scritti intorno a Giovenale e Marziale, i piu recenti volumi su Seneca e Tacito ne fanno uno dei migliori conoscitori del pensiero latino tanto classico che cristiano, che abbia Pltalia contemporanea. II Marchesi non

mi sembra la posizione assunta nei confronti di Marchesi da G.F. Gianotti, Per una storia della letteratura latina. Parte V, in «Aufidus» 22, 1994, 87-89. 30 SM1241. 31 SM1237. 32 SM1237. 33 5M1241. 34 G. Compagna, op.cit., 22. 35 Del Tieste di Seneca il Marchesi pubblieó nel 1908 dapprima un saggio critico con una traduzione in versi (a Catania, per i tipi di Battiato), poi un testo critico con traduzione e commento (a Roma, presso Albrighi e Segati), 161

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2001
Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
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Pagina 164 di 292
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XVII, 266 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Segnatura: II 341.266
ID interno: 611990
A1 di là del fatto che non sono sorti dalle ceneri del teatro antico, il teatro inglese e spagnolo moderni hanno, secondo Schlegel, molti tratti in comune: in negativo, il fatto che non rispettano le unità di luogo e di tempo pseudo-aristoteliche - non piú di Manzoni, che si espresse in proposito nei suoi scritti teorici, soprattutto nella prefazio- ne a II Conte di Carmagnola (1816-19), nella Lettera al signor Chau- vet sull ’unità di tempo e di luogo nella tragedia, 1820, e nei Materiali

estetici, pubblicati postumi; in positivo, il fatto che essi mescolano la componente comica con quella tragica e sono entrambi permeati dallo spirito della poesia romantiea, la quale, come annota Schlegel, “dra- matisch ausgesprochen wird”, Siamo giunti cosi a toccare un com- plesso centrale di idee, sul quale hanno meditato sia Verdi che Wagner. La commistione di generi teatrali differenti, fra loro contrastanti, ope- rata da Verdi, una eommistione che negli anni Quaranta del XIX se- colo suscitava

ancora scalpore e che trovó in Rigoletto la sua piu alta espressione artistica - Le Rois s ’amuse destó uno degli scandali teatrali piu grandi del secolo, in seguito al quale si intentó addirittura un processo contro Lautore -, è notoriamente una componente della dram- maturgia shakespeariana, che Verdi e il suo tempo acquisirono attra- verso la mediazione del dramma ‘romantico’ di Victor Hugo (Shake- speare era peró familiare a Verdi sin dall’infanzia, il che spiega l’indignazione con la quale egli

reagi, nella lettera del 28 aprile 1865 a Léon Escudier, ai rimproveri mossigli per il Macbeth, indignazione che esprime la serietà e la passione con le quali egli si poneva nei confronti del grande modello rappresentato dal teatro shakespeariano). A proposito del rapporto di Verdi col dramma antico si cita sempre la sua lettera del 22 aprile 1853 al librettista Antonio Somma, nella quale il compositore non solo riconosce il primato di Shakespeare sui tragici greci, bensi critica anche la ‘monotonia

’ dell’opera italiana coeva. Si ricordi che Alessandro Manzoni, nella summenzionata Léttre del 1820 s’era espresso piú cautamente sulla commistione del comico e del serio, del tono ‘basso’ con quello sublime, sebbene egli ricono- scesse senza limitazioni la genialità di Shakespeare. Schlegel, da parte sua, definisce l’essenza dello spirito romantico, in contrapposizione all’antichità classica, nei termini seguenti: “Die antike Kunst und Poesie geht auf strenge Sonderung des Ungleichartigen, die romantische

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2001
Giuseppe Verdi (1813 - 1901) nel 100° anniversario della morte : XXII Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Giuseppe Verdi (1813 - 1901) zur 100. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 22 )
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Pagina 58 di 292
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Verdi, Giuseppe [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (22 : 2001 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XVII, 266 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Verdi, Giuseppe ; f.Kongress ; g.Meran <2001>
Segnatura: II 341.266
ID interno: 611990
Questa seconda stagione novecentesca della fortuna verdiana a Bolzano è tutta compresa nell’arco di tempo che va dall’inizio degli Anni Cinquanta all’inizio degli Anni Sessanta e coincide, nonostante la preearietà delle strutture teatrali cittadine successive alla distruzione del “Verdi” nel settembre del 1943, con l’ultima fortunata stagione che la lirica, come spettacolo di larga fruizione popolare, abbia goduto a Bolzano nel corso della seconda metà del Novecento. Luoghi deputati di questi

allestimenti lirici furono dapprima il teatrino “Minerva” di viale Trieste; il Teatro “Corso”; nelle estati 1952, 1953 e 1954 piazza Vittoria dove i cosiddetti “Carri di Tespi” allestivano spettacoli lirici alfaperto; alla fine degli anni Cinquanta e ai primi degli anni Sessanta i nuovi padiglioni della Fiera di via Roma e infine nel 1963 il nuovo Teatro “Cristallo” di via Dalmazia. I titoli verdiani che andarono in scena furono ancora quelli del Trovatore, del Rigoletto (con Gianni Raimondi nel ruolo del

Duca di Mantova nel 1954), della Traviata (con Magda Oliviero nel 1953), àeWAida ma anche della Forza del destino nel 1953, la cui rappresentazione dovette peró essere sospesa dopo il secondo atto a causa di un violento rovescio di pioggia. Nelle stagioni liriche che ebbero invece luogo regolarmente nel teatro “Puccini” di Merano dal seeondo dopoguerra fino alla sua chiu- sura per restauri nel giugno del 1971, i titoli verdiani in cartellone furono esclusivamente quelli della trilogia a parte

un Otello nell’aprile del 1952 diretto da Armando La Rosa Parodi. 27 Se è ancora Rigoletto che sigla la fortuna novecentesca delle opere verdiane a Bolzano (Stagione lirica città di Bolzano, dicembre 1997, Palasport di via Resia), è spettato invece ad un memorabile allestimen- to del Simon Boccanegra diretto da Claudio Abbado alFinizio del giugno scorso inaugurare nel Nuovo teatro Comunale una nuova e intrigante stagione delFopera verdiana a Bolzano giusto nell’anno del centenario della morte

e alFinizio del nuovo millennio. 37

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro
Anno:
2000
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) nel 250° anniversario della morte : XXI Simposio Internazionale di Studi Italo-Tedeschi = Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) zur 250. Wiederkehr des Todestages.- (Studi italo-tedeschi ; 21 )
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Pagina 158 di 432
Autore: Cotteri, Roberto [Red.] ; Bach, Johann Sebastian [Gefeierte Pers.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (21 : 2000 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Roberto Cotteri]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: IX, 406 S. : Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: p.Bach, Johann Sebastian ; f.Kongress ; g.Meran <2000>
Segnatura: II 341.265
ID interno: 611991
anche la raffinatezza distingue tali corrispondenze da quelle analoghe che occasionalmente s’incontrano in Vivaldi (movimenti iniziali del Favorito, op. XI n° 2 RV 277 e del concerto per tre violini RV 551, finale del concerto per fagotto RV 484). In generale i procedimenti di Bach sono mirati a rendere meno prevedibile la relativa regolarità dei modelli vivaldiani, basata sull’opposizione binaria di ritornello ed episodi, e a scardinarne l’intrinseca schematicità. II principio concertante

viene cosi articolato in molteplici livelli di contrasto e integrazione: ecco dunque il siste- matico ritorno del materiale tematico del ritornello lungo l’arco del movimento; le diverse tipologie di episodi (o sezioni di episodio) connessi con il ritornello, le loro modalità di corrispondenza e rag- gruppamento strofico. Ma ecco anche la particolare intensità degli avvicendamenti “Tutti”/“Solo” o “Soli” che soltanto in parte collima con l’alternanza funzionale e formale di ritornello ed episodio

poiché le proprietà originarie e costitutive dell’uno e dell’altro sono spesso convertite, per esempio con riapparizioni delle sezioni del ritornello che cementano il corso degli episodi o con sezioni solistiche integrate nel contesto del ritornello. Talvolta le proprietà sintattiche dei periodi possono essere tendenzialmente invertite, come accade nel primo movimento del Concerto brandeburghese n° 6 BWV 1051 dove il ritornello si presenta compatto, privo dell’abituale articolazione inter- na in tre

segmenti che si riscontra viceversa negli episodi. L’ impalcatura portante della struttura tematica e del percorso tonale del movimento è portata sullo sfondo e appare come nascosta da una fitta trama di relazioni motiviche e armoniche. Non di rado il sistematico ricorrere del materiale tematico principale, l’integrazione degli episodi col ritor- nello e la loro reciproca interrelazione, l’intenso avvicendamento “Tut- ti”/“Solo” o “Soli”, le pieghe interlocutorie e le diversioni del decorso armonico

, l’organica continuità della tessitura strumentale rendono quanto mai fluida l’articolazione della forma e dunque ambigua l’identificazione dei ritornelli e del loro numero effettivo nella porzio- ne di movimento compresa tra il primo episodio e l’ultimo ritornello. 135

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 463 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
heideggeriana di un radicale oblio dell’essere (Seinsvergessenheit) della metafisica occidentale e si qualifíca come una ricerca di carattere ermeneutico: si tratta di un’enneneutica úeWhomme capable, di una ricerca intomo a quel nucleo interiore della produttività del soggetto che, come abbiamo constatato sulla scorta anche di quanto afferma lo stesso filosofo, costituisce il “filo sottile” che regge fintera indagine ricoeuriana. Possiamo dire quindi che Heidegger ha avuto per Ricoeur

la funzione essenziale di far “riorientare ,, la sua ricerca filosofíca verso la problematica ontologica. L’intento delfindagine ermeneutica ricoeuriana si è dimostrato tuttavia radicalmente opposto a quello di Heidegger: il télos, la finalità almeno intenzionale, dell’ampio intinerario di ricerca ricoeuriano non è stato affatto un dissolvimento della soggettività umana nella panica partecipazione all’essere, bensi la fondazione di un’ontologia del soggetto. La problematica da cui sono sorti gli

approfonditi studi del filosofo francese sulla simbolica del male, sulla psicoanalisi, sul linguaggio, sulla semantica dell’azione, sul racconto e sui signifícati del “fare storia” hanno avuto sempre come scopo ultimo la chiarificazione del valore dell’identità umana: sono state ricerche incentrate sempre, in uitima analisi, sulla problematica antropologica, sull’identità dell’io che parla, narra e agisce nella storia. 5. Ermeneutica dell’identità personale e valore ontologico dell ’attestazione in Soi

-même comme un autre Ci soffermiano ora a prendere in esame alcuni passaggi decisivi del voiume del 1990 Soi-même comme un autre, opera che puó considerarsi quasi come una summa del pensiero di Ricoeur e che costituisce il tentativo di rispondere all’interrogativo u chi sono io?”. È in essa che l’autore espone chiaramente il suo progetto di una “rinnovata filosofía del cogito”, spiega il valore teoretico della nozione di attestazione e pone in luce la sottesa intenzionalità ontologica della sua

ermeneutica del sé, dell’identità personale. Nella Prefazione delfopera l’autore prende nettamente le distanze da due opposte tendenze filosofiche della modemità che hanno particolarmente aecentuato il tema della soggetto: una è quella dell’ambizione fondativa del cogito realizzata da Cartesio e portata 427

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 462 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
du sujet: lo si trova anch’esso nella raccolta II conflitto delle interpretazioni. È con tali incisive parole che in questo studio Ricoeur sintetizza la sua posizione nei confronti di Heidegger: «la forza dell’ontologia messa in opera da Heidegger pone le fondamenta di ció che chiameró una ermeneutica delV«io sono», la quale procede dalla confutazione del cogito concepito come semplice principio epistemologico, e insieme designa uno strato d’essere che bisogna situare, per cosi dire, sotto

il cogito» 43 . II proposito di Ricoeur è quindi quello di utilizzare la critica heideggeriana alla soggettività come un «momento di purificazione di una autentica filosofia del soggetto» 44 : ció significa che Heidegger viene utilizzato da Ricoeur come uno dei “maestri del sospetto”. Heidegger - sottolineando la necessità di un «legame primordiale» 45 dell’uomo (Dasein) con fessere (Sein) - è colui che da una parte ha reso possibile una «distruzione del cogito» 46 (quale principio gnoseologico del

soggettivismo modemo e principio logico di una U certitude sans vérité”) e dalfaltra è colui che ha tentato una restituzione stessa del cogito al piano ontologico. L’asserzione cartesiana cogito, ergo sum, per Heidegger omette una cosa essenziale: f ontologia delf esserci e «lascia indeterminato [...] il senso stesso delf essere del sum» 41 , L’Heidegger di Essere e tempo ha avuto quindi, per Ricoeur, il grande merito di spostare faccento da una filosofia che vede nel cogito il fondamento epistemologico

ad una filosofia che si pone in prima istanza il problema delf essere come problema dimenticato e dimenticato proprio nel cogito, ovvero a causa della priorità assegnata nella modemità filosofica al principio gnoseologico cartesiano. Alla figura del cogito Heidegger ha dunque sostituito quella del Dasein: quest’ultimo costituisce «l’ente che noi stessi siano» 48 il quale si interroga sulle strutture ontologiche fondamentali e sul senso stesso della propria costituzione ontologica (ontologische

Verfassung): il Dasein è fente che si interroga sul senso del proprio essere e «la eomprensione delfessere che esso cerca» 49 è anche una determinazione d’essere del suo stesso esserci, del suo stesso scoprirsi concretamente situato (Da) nelfessere (Sein). Ad avviso di Ricoeur, in Essere e tempo ma anche nelfintero pensiero di Heidegger, si possono trovare i presupposti per una nuova filosofia delfcgo ontologicamente orientata e che non intende rinunciare a porsi con radicalità la domanda sul senso

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