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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 87 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
. , S. 411, zit. in Steinacher, Gerhard; Pallaver, Günther, a.a.O., S. 68 114 Volgger, Friedl, Mit Südtirol am Scheideweg. Erlebte Geschichte, Innsbruck, Haymon, 1984. 115 Vgl. ebd., S.10. 116 Vgl. Messner, Reinhold, Späte Einsicht, in: Messner, Reinhold (Hrsg.), Die Option, a.a.O., S.7. 117 Giacomozzi, Carla, Paleari Giuseppe, II Lager di Bolzano / NS- Lager Bozen, Immagini e documenti del Lager nazista di Bolzano. Bilder und Dokumente vom NS-Lager Bozen (1944 - 1945), Città di Bolzano / Stadt Bozen

(Schlußbetrachtung). 126 Ebner, Toni, „Ab in die Mottenkiste“, Kommentar des Chefredakteurs in „Dolomiten“, 28.04.2009, S. 21. 127 Auskunft des Geschäftsführers Elmar Thaler, Privatgespräch 2009 128 Vgl. sehr aktuell den Gastkommentar der Ex-Senatorin von Alleanza Nazionale, Adriana Pasquali, Alto Adige, 17.10.09, S. 11 129 Andrea Di Michele, „Straßenkämpfe“, in: FF 08/2009, S. 45. In diesem Artikel erklärt Di Michele, dass diese Straßenbezeichnung 1953 vom Bozner Gemeinderat, mit Zustimmung auch der SVP

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Libri
Categoria:
Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2009
Val Pusteria : passato e presente
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Pagina 87 di 631
Autore: Bezirksgemeinschaft Pustertal / Comunità Comprensoriale Valle Pusteria (ed.)
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed. Athesia
Descrizione fisica: 623 S. : zahlr. Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Unser Pustertal ; Lad. Ausg. u.d.T.: La valada de Puster ; Literaturangaben
Soggetto: g.Pustertal ; z.Geschichte ; f.Aufsatzsammlung<br>g.Pustertal ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III 278.186
ID interno: 517893
II e piü tardi trasformata in abitazione - fu dal secolo XIII la chiesa di San Michele, distrutta in un incen- dio nel 1735 e ricostruita nel 1760 su progetto di Rudolf Schraffl. Dell'antico edificio romani- co si conserva ancora il campanile a pianta ro- tonda. Gli interni sono sfarzosi, con eccellenti affreschi Opera di Christoph Mayr. L'impiego di San Michele cessö nel 1818, allorche la par rocchia fu trasferita presso la chiesa collegiata; si pensö addirittura di abbatterla, e durante la Prima

Guerra Mondiale fu utilizzata come de- posito. 2. I decanati della Val Pusteria Fra il secolo XI e il XIV la diocesi di Bressano ne era suddivisa in quattro arcidiaconati: quel- lo della Val d'Isarco, in cui rientravano le aree ladine di Livinallongo, Val di Fassa e Val Gar- dena, e quelli della Val Pusteria, dell'alta Valle dell'Inn e della bassa Valle dell'Inn, alla quäle apparteneva pure l'alta Val d'Isarco a nord del Brennero. In genere i titoli arcidiaconali spet- tavano ai membri del capitolo

del duomo di Bressanone, e, nello specifico, l'arcidiaconato della Val Pusteria al prevosto di Novacella. Nel corso del tempo agli arcidiaconi furono poi af- fiancati uno o piü decani, che a Bressanone so no menzionati per la prima volta negli statuti del sinodo diocesano del 1296: a essi spettava la visita delle rispettive circoscrizioni e la sor- veglianza sul clero, sull'ufficio divino e sul pa- trimonio delle chiese. Con il tardo Medioevo gli arcidiaconati si sciolsero e furono sostituiti dal

distretto ecclesiastico di Bressanone e da tre decanati. Nel distretto, direttamente sotto- poste a un vicario generale, rientravano l'alta Val d'Isarco al di qua del Brennero, la bassa Val d'Isarco, la Val di Fassa e Livinallongo-Ma- rebbe. Il decanato della "Val Pusteria" aveva invece sede a San Lorenzo di Sebato. 2.1 II decanato della "Media Val Pusteria" Il principe-vescovo Christoph Andreas von Spaur (1601-1613), annoverato fra i grandi pastori della diocesi di Bressanone, tradusse energicamente

in realtä i decreti del concilio di Trento: fece diligentemente visitare la dio cesi, fondö un seminario nel 1607 e indisse nel 1603 un sinodo diocesano che si concluse con la promulgazione di un dettagliato ordi- namento della diocesi. Fra gli obiettivi del si nodo c'era l'istituzione di dieci nuovi decana ti al posto dei quattro giä esistenti. Per quanto riguarda la Val Pusteria fu fondato il decanato della Media Val Pusteria, che dal 1749 ebbe sempre sede a Brunico: ancora intorno al la metä del

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Libri
Categoria:
Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2009
Val Pusteria : passato e presente
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Pagina 63 di 631
Autore: Bezirksgemeinschaft Pustertal / Comunità Comprensoriale Valle Pusteria (ed.)
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed. Athesia
Descrizione fisica: 623 S. : zahlr. Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Unser Pustertal ; Lad. Ausg. u.d.T.: La valada de Puster ; Literaturangaben
Soggetto: g.Pustertal ; z.Geschichte ; f.Aufsatzsammlung<br>g.Pustertal ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III 278.186
ID interno: 517893
il vescovo di Bressanone Mel- chiorre di Meckau (1488-1509). Massimilia no prese in prestito dalle casse vescovili quasi 40.000 fiorini e costitui in pegno per quella cifra i castelli di Villa Ottone, San Michele e Schöneck unitamente a tutti i loro uffici, giu- dizi e attinenze. Segui poi, nello stesso anno, la costituzione in pegno del castello di Hein fels, questa volta per l'importo di 30.000 fiori ni. Per i beni costituiti in pegno Massimiliano si riservö il diritto al "riscatto perpetuo”, egli

poteva cioe rientrarne in possesso quando vo- leva, a patto che li riscattasse tutti insieme e non singolarmente. La popolazione residente nei giudizi interessati da questa operazione finanziaria era tutt'altro che felice di essere passata sotto il potere del vescovo. Si rifiutö di giurare fedeltä al nuovo signore e lo fece solo quando Massimiliano confermö ai giudi zi i loro antichi privilegi. Poco piü di un anno dopo venne costituita in pegno per il barone Michele di Wolkenstein-Rodenegg

giudizio erano mai appartenuti alla contea di Gorizia. I signori di Tures, una delle stirpi nobiliari piü illustri del Tirolo, erano riusciti per lungo tem- po a sottrarsi ai piani egemonici di Mainardo II di Tirolo. Nel 1306 ebbe luogo una sparti- zione dei loro possedimenti. A Ugo V di Tures andö Castel Tures e i villaggi nel fondovalle e in Valle Aurina, a Ulrico III il tratto della Valle di Tures compreso fra Molini e Gais con i Ca stelli di Villa Ottone e Casanova e dei possedi menti sparsi

in tutta la Val Pusteria. Nel 1315 i possedimenti di Hugo furono ceduti con un atto di vendita ai principi territoriali del Tiro lo, quelli di Ulrico andarono per via ereditaria ai conti di Gorizia e ritornarono al Tirolo solo nel 1500. L'ereditä goriziana viene monetarizzata Massimiliano I versava sempre in ristrettezze economiche a causa delle sue ambizioni politi- che ed era quindi sempre alla ricerca di presti- ti, per i quali doveva in qualche modo fornire delle garanzie. Un pegno molto ambito giä

la signoria territoriale di Lienz con tutti i giudizi dei din- torni. La condizione giuridica dei contadini Era soprattutto merito di Mainardo II se i con tadini insediati sulle terre della contea del Tirolo godevano di maggiori libertä dei loro eguali nella contea di Gorizia, piü arretrata non solo dal punto di vista sociale. Mentre in Tirolo nel corso del Medioevo si era affer- mato quasi ovunque Pistituto giuridico della cosiddetta freie Erbleihe , che oltre a garantire al contadino il diritto

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 91 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
n v • POLEMICHE DOPO IL DOCUMENTO SULLA TV 3 L’ex dirigente dalle colonne le sagten nein» ahi «Junge Generation» attacca la serata-dibattito «Dolomiten» - Replica dell.’Associazione stampa Dal tono del di cattilo era evi dente che la serata indetta la settimana scorsa daH’Assoeiazió- n<ì provinciale della stampa al toatesina sulla Resistenza sudti rolese (prendendo lo spunto dalla presentazione di un docu ménto televisivo del TG3 a fir ma del giornalista Gerd Staf fieri non sarebbe stato archi

vialo senza polemiche. V La discussione, che aveva vi sto interventi (cosi come la pre senza) soprattutto di parteci panti di lingua tedesca, (il do cumentario del resto era in te desco), aveva dato la stura a qualche polemica nei confronti della Volkspartei (o di una par te di essa) alla quale molti in terventi avevano imputato il fat to di aver tenuto sotto silenzio, sacrificandolo al principio dell’ unità etnica, il fenomeno della resistenza antinazista di molti sudtirolesi che avevano pagato con

la vita o la deportazione per «aver detto di rio». Altri &- vevano soiiolineato come in se no al partito personaggi con un passato nazista siano rimasti in posizione rii primo piano nella politica locale e che certi toni inneggianti al «Deutschtum» e al «Tirolertum» abbiano finito uer favorire la crescita pèlle fi le giovanili del partito di qual-, che virgulto con una spiccata predilezione per certi esponenti : tuft’altro che innocui del neo nazismo d'oltrc Brennoro; 11 tutto comunque era avve nuto

alla presenza in veste di relatore officiale di uno dèi fondatori della SVP, una perso na prestigiosa per il suo passa to dì deportato anti-nazista co me il sen, Fried! VoSgger. che ha potuto testimoniare della matrice anti-nazista del suo par tito: «ln cosò contrario — aveva detto — gli Attenti non ne avreb bero consentito la fondazione»; pur ammettendo l'insorgere di tentazioni a destra da parte di qualche giovane, aveva sostenu to «la sostanziate impronta de mocratica sia del partito che dei

gióvani ». Fra gii altri inter venuti c’era anche Franz Pahl, già dirigente deità «Junge Gene ration». messo sotto accusa, (poi «assolto») all’interno deh gruppo per i suoi contatti con il terro rista neo-nazista Kienesberger. Messo in difficoltà poliiica- mpntp rlnrini- .1 J:1 - sentazione del dibattito era av venuta solo in lingua italiani;- in terzo luogo la serata era ini-; aiata in ritardo. A questo punto l'Associazione stampa tramite il suo ■segreta rio, Ezio Zermiani, chiamato in e :■<!> i'tehe

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 58 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
Hans Egarter e la ricezione della Resistenza sudtirolese in Italia Carlo Romeo Manlio Longon, presidente del CLN di Bolzano, ebbe alcuni colloqui politici con Erich Amonn in vista di un impegno comune. In apertura vorrei complimentarmi con la Südtiroler HochschülerInnenschaft per l’iniziativa di dedicare, proprio in occasione del Gedenkjahr 2009, un convegno a una figura dimenticata o meglio misconosciuta come quella di Hans Egarter. Un solido legame e continui rimandi intrecciano il pensiero

e la Weltanschauung di Egarter al mito hoferiano. L’approccio migliore alla ricorrenza dell’Anno Neun mi sembra appunto quello di illustrare tutte le sfaccettature che di questo mito si sono succedute in due secoli di elaborazione identitaria. Ben venga quindi, accanto agli altri, anche il ricordo di quell’Andreas Hofer Dableiber e antinazista, come fu immaginato e idealizzato da quel coraggioso gruppo di giovani che nell’autunno del 1939 volle legare al suo nome la propria azione di contrasto alla propaganda

Hans Egarter è stato una figura emblematica anche nei difficile rapporto tra la resistenza italiana e quella sudtirolese. Come accade spesso agli uomini che incarnano una “rottura” in contesti di forte polarizzazione etnica o ideologica, si è trovato talvolta “schiacciato” tra due fronti antagonisti, in alcune occasioni strumentalizzato e alla fine incompreso. La tardiva ricezione della resistenza sudtirolese in Italia è una delle tante conseguenze del clima di contrapposizione in cui per decenni

è stata elaborata la storiografica di questa provincia di confine. Diverse per riferimenti culturali, ambientali e ideologiche, separate da divergenti finalità di contingenza politica (la questione nazionale) ledue Resistenze erano destinate a non “incontrarsi” neppure nel dopoguerra. Nell’autunno del 1944 Manlio Longon, dirigente dello stabilimento Magnesio nonché presidente del Comitato di liberazione nazionale di Bolzano, ebbe alcuni colloqui con l’imprenditore bolzanino Erich Amonn, esponente

di rilievo non solo del mondo economico sudtirolese ma anche del gruppo minoritario che nel 1939 aveva optato per l’Italia. I colloqui - che secondo la testimonianza di Amonn furono tre e si interruppero in seguito all’arresto di Longon da parte della Gestapo - anche se irrilevanti da un punto di vista operativo rivestono un indubbio valore politico ed etico. Si tratta, infatti, del primo tentativo di affrontare la questione altoatesina in un’ottica democratica e di collaborazione tra i gruppi

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Libri
Categoria:
Sociologia
Anno:
2009
Protestkultur.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 2009, 1)
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Pagina 37 di 76
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 74 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: s.Protest ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),1
ID interno: 511757
soltanto perché i provvedimenti del go verno Berlusconi sono stati approvati co munque, nonostante le manifestazioni ocea niche e le adunate di piazza, ma poiché la mobilitazione si è dimostrata capace di porre in luce le contraddizioni e le problematiche che hanno portato alla crisi finanziaria ed economica attuale. “Non voler socializzare le perdite della cri si”, come spesso è stato ripetuto in questi ultimi mesi, non vuol dire soltanto reclamare la propria giusta estraneità alle logiche che hanno

portato studenti e studentesse come lavoratori e lavoratrici a posizioni subalterne nel sistema economico attuale, ma rimettere in discussione queste stesse logiche ricono scendo falle e fallimenti del capitalismo. Ri conoscere il non funzionamento del sistema capitalistico ha voluto dire, da parte dell’on da, rifiutare l’ineluttabilità dei ‘cicli econo mici’ , da una parte, e tendere verso nuove fonne di analisi degli sviluppi del sistema globale anche in discontinuità con le analisi classiche della

sinistra. E’ essenziale, da questo punto di vista, rico noscere all’Onda la capacità di aver inaugu rato un fronte di lotte che appare sempre più trasversale (indicativo il corteo del 28 marzo, convocato e praticato insieme ai lavoratori ed alle lavoratrici del sindacalismo di base) ed eterogeneo, pur riuscendo a mantenere la propria determinazione nell’affrontare senza dietrologie le nuove sfide della precarietà. La precarietà rappresenta indubbiamente l’epifania dei movimenti e delle lotte degli

ultimi anni. Precarietà, diritti di libertà e di espressione, antifascismo, solidarietà con i lavoratori e con i soggetti emarginati che la crisi pagano da anni, come i e le migranti, sono le basi su cui aspettarsi futuri sviluppi del movimento. Gli studenti e le studentesse dell’Onda sono stati capaci non solo di riportare in piazza elementi di critica, dissenso e conflitto vivo in un Paese in cui le piazze erano sempre più drammaticamente vuote, ma di riconoscere la propria appartenenza non solo

alla genera zione di cui fanno parte, generazione -come è stato più volte ribadito- senza futuro, senza diritti e senza welfare; ma ad un più ampio gruppo sociale sempre più eterogeneo che include fette sempre maggiori di popolazio ne, che si ritrova nei fatti privata degli ele mentari diritti di cittadinanza. Un passo di coraggio, forza ed intelligenza per gli sviluppi futuri del movimento sarebbe quello di rimettere in discussione il concetto stesso di cittadinanza, che pur non apparendo più

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Libri
Categoria:
Sociologia
Anno:
2009
Protestkultur.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 2009, 1)
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Pagina 48 di 76
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 74 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: s.Protest ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),1
ID interno: 511757
concreti segnali di apertura, quello che inve ce ci piove addosso è il cd. pacchetto sicurez za, oggetto negli ultimi mesi di un costante gioco al rialzo fatto di successive proposte di emendamento volte ad inasprirlo sempre più (e a guadagnare facili consensi, parlando alla pancia della gente). Molto è stato già detto sul pacchetto sicurezza e sulle sue norme più odiose, dall’introduzione del reato di immi grazione, alla denuncia degli irregolari da parte del personale sanitario, alhallungamen

- to dei tempi di permanenza nei CPT (ribat tezzati CIE, centri di identificazione ed espulsione). Alcuni studiosi, come ad esem pio Maurizio Ambrosini, hanno giustamente fatto notare che, tra le molte nonne del pac chetto sicurezza, nessuna inasprisce le pene per i datori di lavoro di immigrati irregolari. Anzi, i controlli ispettivi sui luoghi di lavoro sono stati alleggeriti” 1 . Al momento di scrivere queste righe, assisi- tiamo ad una sorta di tiro alla fune sull’intro duzione delle ronde

e sull’allungamento del le pennanenza nei CIE. Ancora in forse l’abolizione del divieto di denunciare gli im migrati irregolari da parte del personale sani tario. E’possibile che si tratti solo di “inci denti di percorso”, che ad ogni modo fanno ben sperare, sia sull’esistenza di un’opposi zione, sia sulla scarsa disponibilità della maggioranza di governo a seguire il delirio sicuritario della sua ala più oltranzista. Que sta involuzione dell’Italia non è passata inos servata all’estero, e diversi organismi inter

nazionali che vigilano sul rispetto dei diritti umani l’hanno segnalata con preoccupazione al governo nazionale. L’Organizzazione In- 1 Maurizio Ambrosini, Quell'inutile linea dura sull'immigrazione", in lavoce.info, 13.02.2009 temazionale del Lavoro (OIL), ad esempio, esprime preoccupazione, in un suo rapporto del 2009, per le “violazioni di diritti umani fondamentali, specialmente di migranti irre golari provenienti da Africa, Asia ed Europa dell’Est, e per un clima apparentemente di crescente

, le po litiche e le pratiche in materia di immigrazio ne e il mancato rispetto dei provvedimenti provvisori vincolanti richiesti dalla Corte eu ropea dei diritti dell’uomo”. “Le autorità - ha aggiunto - dovrebbero condannare più fermamente ogni manifestazione di razzismo o di intolleranza e garantire l’effettiva appli cazione della legislazione anti discriminazione” 3 . La situazione in Sudtirolo 2 Rapporto del Comitato di esperti sull'applicazione delle Convenzioni e Racco mandazioni, Organizzazione

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Libri
Categoria:
Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2009
Val Pusteria : passato e presente
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Pagina 102 di 631
Autore: Bezirksgemeinschaft Pustertal / Comunità Comprensoriale Valle Pusteria (ed.)
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed. Athesia
Descrizione fisica: 623 S. : zahlr. Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Unser Pustertal ; Lad. Ausg. u.d.T.: La valada de Puster ; Literaturangaben
Soggetto: g.Pustertal ; z.Geschichte ; f.Aufsatzsammlung<br>g.Pustertal ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III 278.186
ID interno: 517893
parrocchiale (oggi chiesa dei Francescani). I lavori si protrasse- ro fino al 1498, anno della morte di Pacher. Dal 1495 l'artista soggiornö prevalentemente a Salisburgo, dove aveva ottenuto un'impor- tante commessa da Virgil Pichler, abate del monastero benedettino di St. Peter, per un al tare destinato alla chiesa di San Michele am Aschhof. In ambito pittorico e difficile identificare con certezza le opere di Michael Pacher. Tra- dizionalmente a lui attribuiti sono gli affre- schi del tabernacolo presso

mentre sono andate perdute le scene della Passione sulle porteile laterali, l'alzata e la pre- della. Per quanto concerne la statua della Ma donna col Bambino, oggi collocata in un'edi- cola a muro, si puö ipotizzare una sua pro- venienza dalla bottega di Pacher. Al pari del retablo di Giovanni da Judenburg, lo scrigno, pervenutoci in stato di buona conservazione, propone il tema trinitario dell'Incoronazio- ne di Maria. Le figure laterali, che nell'altare della parrocchiale di Bolzano sono

state poste piü in basso, avanzano qui verso il "centro". Gli Angeli reggidrappo riprendono il motivo multscheriano dell'altare di Vipiteno. La piü grande opera pittorica su tavola di Pacher e l'altare dei Padri della Chiesa, com- missionatogli dal prevosto Leonhard Pacher per la chiesa del convento di Novacella (oggi esposto nella Pinacoteca di Monaco di Bavie- ra). In ragione delle affinitä stilistiche che ri- vela con il retablo di Gries, si e stati indotti a datarlo agli anni Settanta del

Quattrocento. Alla fine di questi anni Settanta Pacher po- se mano al monumentale altare di San Vol- fango, alto undici metri. Alla realizzazione dell'opera, interamente eseguita nella botte ga brunicense, partecipö Friedrich Pacher. Da Brunico le singole parti che componevano l'altare furono trasportate oltre Brennero fino a Hall, dove furono caricate su navi per prose- guire il viaggio fino a Braunau e da li giunge- re, via lago, a San Volfgango. L'altare del san- tuario austriaco si differenzia

profondamente da quello di Gries, anteriore di pochi anni. Quando le portelle sono aperte, si possono ammirare tre vedute. Il piü piccolo altare di San Michele, eseguito per la parrocchiale di Bolzano, e invece andato perduto; nel 1667 fu sostituito da un nuovo altare. Il contratto per la realizzazione dell'opera era stato firmato da Pacher nel 1481; nel 1484 l'artista stipulö un contratto con il borgomastro di Salisburgo e il consiglio civico della cittä per l'esecuzione dell'altare maggiore della

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 63 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
in giudizio. Nelle premesse di diritto alla sentenza, data l’impossibilità di negare in toto l’esistenza del movimento resistenziale sudtirolese, si sottolineò invece la non riconducibilità degli specifici reati a fini politici: «Risulta che i reati ad essi addebitati furono perpetrati a scopo di vendetta personale contro i reali o presunti loro persecutori (...) Le finalità che costituivano il movente dei delitti perpetrati, come già accennato, non può ritenersi costituito se non da un sentimento

di vendetta, di illegittima difesa e dal lucro derivante dalla perpetrazione del reato». 17 Le pene maggiori colpirono Franz Pixner e Hans Pircher (30 anni di carcere per entrambi). Gli altri condannati furono: Anton Platter (5 anni e 7 mesi) Luis Otti, Martin Heel, Hans e Franz Schiefer, Albert Pinggera, Joseph Lamprecht (tutti 2 anni e 8 mesi). Il condono coprì le pene di questi ultimi e ridusse gli anni di reclusione a 23 per Pixner e 25 per Pircher. Hans Pircherfu arrestato quasi per caso 12 anni dopo

, nel 1966, in uno dei suoi ritorni dalla Svizzera dove lavorava. Incarcerato, dopo la detenzione in diversi carceri, un tentativo di suicidio e un periodo di manicomio criminale, fu trasferito nel carcere di Fossano, in provincia di Cuneo. Qui conobbe Roberto Miraglio, che si interessò del suo caso chiedendo la revisione del processo, e Giambattista Lazagna 18 , ex comandante partigiano che col libro di denuncia II caso del partigiano Pircher (La Pietra, Milano 1975) sollevò un grande clamore

nell’opinione pubblica. Cominciò ad interessarsi del caso anche la politica locale. Respinta dalla Cassazione la richiesta di revisione del processo, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone risolse il problema concedendo a Pircher il «condono condizionale». Grazie al libro di Lazagna per la prima volta in ambito nazionale fu conosciuta l’esistenza del movimento di resistenza sudtirolese. Anche a livello storiografico, infatti, non ve n’era stata alcuna traccia nelle ricostruzioni generali e nei

dizionari della Resistenza. Un patrimonio comune A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso si può individuare in campo sudtirolese l’inizio di un grande cambiamento nell’approccio storico alle vicende dei totalitarismi in provincia, sulla scia delle ricerche di Claus Gatterer, Leopold Steurer e altri, delle memorie di Friedl Volgger, della mostra sulle opzioni (1989), e così via. Fra i segnali di un nuovo atteggiamento anche nel gruppo italiano vi fu il fatto che non poche di queste opere apparvero

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 62 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
Sprache und Sitte einzutreten, aberwir wissen auch, dass damit nicht eine trennende Mauer der Unversöhnlichkeit aufgerichtet werden soll (...)» I processi alla “banda Gufler” Nella primavera del 1949 partì un’indagine, condotta dai Carabinieri di Merano, mirata a far luce sugli episodi di violenza che avevano segnato gli anni della guerra e del periodo immediatamente successivo in Val Passiria. I responsabili furono individuati in un gruppo di 19 ex disertori e renitenti della Wehrmacht. Molti di loro

erano riconosciuti all’interno del “gruppo Egarter” e avevano fatto parte dell’unità al servizio del CIC (Counter Intelligence Corps). A livello giornalistico si parlò ben presto di «banda Gufler», dato il ruolo preminente avutovi da Karl Gufler (ormai morto in uno scontro a fuoco con i Carabinieri nel marzo del 1947). 14 Nell’autunno del 1951 si aprì il processo ed essi dovettero rispondere di una serie impressionante di capi di imputazione, che andavano dall’omicidio (di un capo locale della SOD

sostanzialmente accettate le prove. Egarter ed Amonn furono accreditati come i responsabili (rispettivamente militare e politico) del movimento, furono accertati i contatti con Longon e coi i servizi segreti alleati. I disertori e renitenti furono giudicati membri del movimento di resistenza. Quasi ogni capo di imputazione venne considerato «atto diretto a frustrare l’attività bellica di chi prestava aiuto alle truppe tedesche quale appartenente a reparti irregolari o quale civile, per cui cade sotto

l’amnistia (...) e va quindi dichiarato non doversi procedere per estinzione del reato per amnistia (...) Né questo gruppo né altri che si vuole siano esistiti in Val Venosta e in Val Pusteria fecero in vero atti sublimi, né poterono mai compiere grandi fatti d’arme, ma frustrarono la tranquillità che all’occupante era necessaria col turbare, intimorire e sopprimere i sostenitori suoi e la Milizia locale dello stesso». 15 L’interpretazione della Corte bolzanina fece dunque rientrare la maggior parte

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 59 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
■ III orientamenti che ovviamente riflettono, più che gli umori generali, le riflessioni all’interno del piccolo CLN locale: «Italiani - Tutti sostengono il ritorno dell’Alto Adige all’Italia, con la concessione di molte liberalità ed autonomie amministrative alla popolazione alto-atesina allogena (...) larga autonomia amministrativa e culturale nel complesso dello Stato italiano» 2 Significativa è la richiesta, esposta nel medesimo memoriale, di stampare in 500.000 copie e diffondere (con

aviolancio) un volantino bilingue incitante all’insurrezione. Ecco alcuni passaggi del relativo testo, redatto in un tedesco a volte approssimativo. « (...) Das Ende diese Krieges wird auch das Ende des Nazifaschismus sein. Niemand wird mehr gezwungen sein, die eigene Muttersprache zu vergessen, oder den Heimatboden zu verlassen: so etwas konnten nur die Nazifaschisten erfinden! Jedermann wird nach seinen volkstümlichen Gebrauchen leben dürfen und die Religion seiner Urahnen behalten dürfen

, a combattere per gli Alleati; a crearsi cioè particolari benemerenze, le quali verranno impugnate, nella definizione del destino dell’Alto Adige, contro i nostri interessi» (Luigi Chatrian). 4 Nell’immediato dopoguerra La particolare “guerra fredda etnica” che influenzò il clima politico locale fin dai primi giorni del dopoguerra è alla base della diffidenza con cui da parte italiana si guardò all’Andreas Hofer-Bund (AHB) di Egarter, come pure alla rivendicazione di una matrice antinazista da parte

deil’SVP. Un esempio assai noto è la questione del mancato riconoscimento del gruppo Egarter quale gruppo partigiano. Il 22 giugno 1945 si svolse a Bolzano la solenne cerimonia di ringraziamento (e al contempo di disarmo) da parte alleata nei confronti dei partigiani. Alla parata presero parte 500 partigiani italiani e nessun accenno fu fatto a persone o gruppi resistenti sudtirolesi. È abbastanza conosciuto il documento con cui il colonnello William Me Bratney, commissario per Bolzano del governo

militare alleato, caldeggiava per Egarter e il suo gruppo (di circa 300 persone) il rilascio del certificato Alexander e l’assegnazione di premi in denaro. Si sarebbe dovuto modificare il certificato per adattarlo (a partire dalla lingua) alla situazione sudtirolese. 5 Di fronte alle difficoltà di questa “conversione linguistica”, che riguardava ovviamente anche l’accenno alla «liberazione d’Italia», Egarter rinunciò al brevetto. Egli avrebbe preferito che il riconoscimento deN’AHB rientrasse in quello

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 66 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
note: 1 Relazione al CLNAI di Milano, ISMLI, Clnai, Cvl veneto, b.7, f.5. L’intera relazione è pubblicata in: Piero Agostini/Carlo Romeo, Trentino e Alto Adige province del Reich, Trento 2002, pp. 265-6. 2 Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, Affari politici 1946- 1950, Italia-Alto Adige, Conferenza di pace, busta 254, fase. Memorie e appunti vari, “Memoriale sull’Alto Adige” (anonimo) 3 Ibidem, Testo tedesco del volantino. 4 Ibidem, Promemoria del Generale Delegato presso

la Commissione Confini del Ministero Affari Esteri Luigi Chatrian, 25.11.1944. 5 II documento fu prodotto da Egarter come allegato al processo del 1951 (vedi in seguito). È stato pubblicato più volte, tra gli altri da Leopold Steurer in: Südtirol 1939- 45: Option, Umsiedlung, Widerstand, num. monografico di «Föhn» 6/7,1980 (ristampato anastaticamente dalla rivista «Sturzflüge» nel 1989). Cfr. anche P. Agostini, C. Romeo (2002), op. cit., p. 282. 6 Sul «Wehrverband Patria» e sul suo fondatore Wilhem Bruckner

su «Erneuerung», la versione tedesca del settimanale «Rinnovamento», organo del PCI locale. 12 Cfr. «Alto Adige», 2.6.1946 e «Dolomiten», 3.6.1946. 13 «Corriere delle Dolomiti», 6.10.1946. 14 Sulla figura di Karl Gufler e sulle vicende alla base dei processi mi permetto di rinviare al mio romanzo documentario Sulle tracce di Karl Gufler il bandito (Bolzano 1993), uscito in edizione tedesca nel 2005 (Flucht ohne Ausweg. Auf den Spuren des Banditen Karl Gufler). 15 Corte di Assise di Bolzano sezione penale

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 60 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
.» 9 La dimostrazione della partecipazione alla lotta di liberazione dalle dittature aveva per i due gruppi linguistici un’importanza primaria in vista della conferenza di pace. Il 15 novembre 1945 un articolo del «Volksbote», difendendo l’immagine del gruppo tedesco dall’accusa (ricorrente sulla stampa italiana) di totale complicità col nazismo, si lasciava andare ad un’infelice spunto polemico, spiegabile solamente dal clima di feroce contrapposizione propagandistica: «Was aber den aktiven Widerstand

gegen die nationalsozialistische Herrschaft anbelangt, so müssen wir einmal feststellen, dass wir vor dem Waffenstillstandsvertrag nie einen italienischen Partisanen in Südtirol gesehen haben. Und die Herren, die sich nach dem 3. Mai 1945 als Partisanen gebärdeten, können wir wirklich nicht als solche anerkennen». La reazione da parte italiana fu di grande clamore e portò l’ANPI alla pubblicazione, nell’anno successivo, del libro Perché?, una documentazione dell’attività resistenziale italiana in provincia. Citata talvolta ancora oggi

, per la libertà e la fratellanza dei popoli». 10 Agli occhi delle autorità e dei referenti politici italiani in provincia la figura di Egarter negli anni 1945 e 46 apparve certo contraddittoria. Da un lato, egli si presentava come il più credibile antinazista in campo SVP, anche per i coraggiosi articoli in cui sollecitava una seria epurazione. 11 Vi fu anche un tentativo di strumentalizzazione nei suoi confronti da parte del quotidiano «Alto Adige», che deformò alcune sue dichiarazioni facendole

apparire come contrarie aN’autodeterminazione. Egarter dovette smentirle con forza. 12 Dall’altro lato, non poteva certo sfuggire l’attivismo di Egarter proprio nella causa della riannessione aN’Austria. I suoi buoni rapporti con le autorità e i servizi segreti alleati ne facevano un personaggio da “sorvegliare” e difatti già alla fine del 1945 fu fermato da agenti della PS ed interrogato circa i propri contatti con l’estero. Nei giorni successivi all’attentato al monumento di Andreas Hofer a Merano

(20 febbraio 1946), fu tra i primi sospettati e più volte interrogato. Tuttavia il momento di maggiore “incomprensione” si ebbe con il suo famoso discorso alla cappella del Sandhof a San Leonardo in Passiria (29 settembre 1946). Egarter, oratore principale della giornata, in una retorica allocuzione intrisa di patriottismo e religione celebrò il ricordo di tutti i compatrioti caduti, senza alcuna distinzione di fronti. Lo spirito del suo intervento si rifaceva indubbiamente a quello “sacrocuorista” che

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 61 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
Von HANS EGARTER, Obmann des "ANDREAS HOFER BUND Dolomiti» (sotto lo pseudonimo di «Andrea», presunto «corrispondente in Val Passiria») rivolse al capo dell’AHB un violento attacco a quattro colonne, col titolo «Egarter ha insultato il nome di Andrea Hofer». Nella prima parte veniva sottolineata l’incoerenza dell’accostamento, fatto da Egarter, tra gli eroi del periodo hoferiano e i caduti dell’ultima guerra sul fronte nazista. «I tirolesi del 1809 caddero per i loro sentimenti religiosi e per

la loro patria tirolese, mentre i soldati del 1943, aggregati alle formazioni delle SS e della Wehrmacht caddero per gli ideali imperialistici ed aggressivi di Adolfo Hitler e della grande Germania. Vediamo quindi quale la differenza tra le due epoche! (...) È quindi un vero e proprio insulto quello commesso in Val Passiria dalla ‘Lega Andreas Hofer’. Insulto ai nostri purissimi eroi, del 1809.» 13 Subitodopoquestaasuo modo rigorosa osservazione, l’articolo si sviluppava però in un mirato

, provocatorio e infamante attacco, diretto non solo ad Egarter ma all’immagine complessiva della resistenza sudtirolese. Sulla base dell’asserzione che l’unica resistenza antinazista sarebbe stata quella in campo italiano, gli unici scopi dell’AHB venivano ricondotti alla battaglia separatista. E di Egarter venivano presentati i tratti del vile cospiratore clandestino e “contrabbandiere”. «(...) Egarter e i suoi amici (è questa la voce comune in Passiria) durante tutto il periodo nazista si tennero ben

germanica essi si affrettarono ad atteggiarsi come veri eroi e partigiani e rafforzarono le loro file costituendosi in un vero «movimento di resistenza». Furono iscritti ex-nazisti e il programma si compendiò in un articolo solo: «Lotta ad oltranza contro gli italiani!». Coll’aiuto di alcuni francesi fu iniziata la propaganda annessionista all’Austria. Egarter accettò sovvenzioni in denaro dai nemici di Andrea Hofer ed insegnò ad essi la via per varcare la frontiera (come del resto Raffi tradì il suo

padrone Andrea Hofer!). Francesi, provenienti dall’Austria o dalla Svizzera tennero concioni nel quartier generale di Egarter in via Laurino a Merano. Vediamo quindi che il discorso di Egarter è stato redatto secondo le direttive dei suoi padroni del Volkspartei (...) » Un “nuovo ponte”? A questo attacco Egarter rispose sul «Volksbote» («An eine gewisse Presse», 10.10.1946) con veemenza ma in modo alquanto confuso. Una sorta di “riconciliazione” avvenne l’anno seguente, tramite l’ANPI, in occasione

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Libri
Categoria:
Sociologia
Anno:
2009
Protestkultur.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 2009, 1)
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Pagina 47 di 76
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 74 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: s.Protest ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),1
ID interno: 511757
se “neo-proibizionista”, in cui le amministra zioni locali (soprattutto del centro-nord) fan no a gara nell’escogitare e mettere in pratica i divieti più fantasiosi (dalla recentissima normativa regionale “anti-kebab” in Lom bardia, al divieto di servire pietanze “esoti che” nel centro storico di Lucca, fino alle panchine che impediscono di sdraiarsi di Ve rona). Ovviamente le “vittime” di questo giro di vite non solo soltanto gli stranieri, ma è ovvio che proprio i migranti risultano esse re i più

colpiti, in quanto anello debole della catena. Cerchiamo innanzitutto di sgombrare il cam po da un luogo comune che ultimamente si sente spesso ripetere, anche a mo’ di giustifi cazione: non è la recentissima crisi economi- co-finanziaria scoppiata nella seconda metà del 2008 il motore di questa tendenza, che invece è iniziata molto prima (si pensi ad esempio all’assalto al campo rom di Opera, in Lombardia, del 2006). In realtà, dal 2002 in poi (anno di approvazione della Bossi-Fi ni) la legislazione

, grosso modo, negli anni ’80) il governo del fenomeno è sempre stato tendenzialmente negato e ignorato, op pure considerato in maniera residuale. Ciò essenzialmente perché si tratta di un tema che, se considerato in termini realistici e po sitivi, cioè di gestione di un fenomeno fina lizzata all’obiettivo della coesione sociale, risulta poco fruttuoso in termini politici ed elettorali. Al contrario, se lo si trasforma in una questione di sicurezza, di tutela del citta dino autoctono rispetto alla

se perfettamente regolari. Solo per citare alcuni esempi, pensiamo alla difficoltà di ac cedere alla cittadinanza italiana per natura lizzazione: la nostra legislazione (a ragione definita “familismo legale” da Giovanna Zincone, una delle maggiori studiose italiane del fenomeno) prevede dieci anni di residen za legale in Italia solo per fare domanda di naturalizzazione, ai quali bisogna poi ag giungere un numero imprecisato e variabile di anni per ottenerla. A mo’ di confronto, si pensi che gli anni necessari

per la naturaliz zazione sono 5 in Francia, 3 in Belgio, e 8 perfino in Germania, paese tradizionalmente legato allo jus sanguinis, che li ha dimezzati con l’ultima riforma. Sempre in base al dirit to del sangue, che regna incontrastato in Ita lia, chi nasce in Italia da genitori stranieri è condannato ad una vita da extracomunitario fino alla maggiore età. E come la mettiamo con i milioni di stranieri residenti in Italia da diversi anni, che non hanno alcun diritto di partecipazione politica

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Libri
Categoria:
Sociologia
Anno:
2009
Protestkultur.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 2009, 1)
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Pagina 49 di 76
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 74 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: s.Protest ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),1
ID interno: 511757
politico locale ha voluto “saggiare”, per così dire, la risposta dell’opinione pubblica rispetto ad un possibile giro di vite nella ma teria, preannunciandolo senza mai effettiva mente realizzarlo. La stampa locale ha natu ralmente svolto la propria funzione di cassa di risonanza, ampliando e “drammatizzando” opportunamente l’annuncio. In realtà, nella seconda metà del 2008 le forze politiche sono addivenute ad un accordo che ha dato vita alla riforma della legge provinciale sull’edilizia abitativa

agevolata 4 . Sintetiz zando al massimo, la riforma prevede che anche il cd. “sussidio casa” (contributo all’affitto sul mercato libero) sia riservato ai residenti da almeno cinque anni in provincia. La legge introduce inoltre il principio del contingentamento delle abitazioni IPES di sponibili per 1’ affitto agli stranieri extra-UE secondo la loro consistenza numerica, men tre precedentemente l’unico criterio di asse gnazione era, di fatto, quello del fabbisogno. Un’altra disposizione limita poi

la presenza di famiglie straniere (sempre extra-UE) al 10% in ogni condominio. La nonna si presta a diversi livelli di lettura: da una parte appare evidente la preoccupazione del legislatore di non concentrare gli immigrati (“socialmente indesiderabili”), in pochi condomini, in cui verrebbero a trovarsi in maggioranza. Il fatto che siano considerati come un peso e un ele mento di disturbo giustifica quindi il tentati vo di “ripartire l’onere”. Ma oltre a ciò, si può notare che la nonna, impedendo una pre

senza di immigrati superiore al 10% per edi ficio, introduce di fatto un tetto del 10% (non previsto dalla legge del 1998) alla pre senza di immigrati nella totalità degli alloggi di edilizia abitativa residenziale. Tutto sommato, l’intervento sul diritto alla casa (e sulla parità di diritti con gli altri resi denti) appare piuttosto pesante, soprattutto se si considera che la comunità immigrata in provincia ha fornito nel 2005 una contribu zione fiscale di oltre 71 milioni di Euro, a fronte

di un reddito prodotto di oltre 230 mi lioni, come risulta dai dati relativi alle di chiarazioni dei redditi del 2005, fomiti dall’ 4 Legge provinciale 13 ottobre 2008, n. 9 INPS. Sarebbe quindi di estrema importanza cercare di sostenerne gli sforzi di integrazio ne con tutti i mezzi disponibili, invece di fru strarne le legittime aspirazioni. Ma non sono soltanto le concrete modifiche legislative a lasciare perplessi, quanto piutto sto anche i tentativi “ a monte” di teorizzare il grado di “integrabilità

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Libri
Categoria:
Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2009
Val Pusteria : passato e presente
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Pagina 519 di 631
Autore: Bezirksgemeinschaft Pustertal / Comunità Comprensoriale Valle Pusteria (ed.)
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed. Athesia
Descrizione fisica: 623 S. : zahlr. Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Unser Pustertal ; Lad. Ausg. u.d.T.: La valada de Puster ; Literaturangaben
Soggetto: g.Pustertal ; z.Geschichte ; f.Aufsatzsammlung<br>g.Pustertal ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III 278.186
ID interno: 517893
stato anche a Chienes e a Casteldarne, nei punti dove i nobili avevano fissato la loro dimora. I tre castelli di Schöneck, San Michele e Casteldarne sono strettamente intrecciati con la storia del comune di Chienes. Il casato dei Künigl risale al Duecento e nel corso dei secoli ha contribuito in modo decisivo alle alterne vicende della storia di Chienes. Nei documen- ti delParchivio Künigl-Ehrenburg dal 1234 fi no al 1550, nelPurbario e nel privilegio Puech della signoria Schöneck del 1523, cosi

come nelPordinamento comunale del 1600, che ri- chiama analogo ordinamento del villaggio del 1514, e infine negli atti giudiziari e di registra- zione delle proprietä fondiarie dei giudizi di Castel San Michele, Schöneck e Casteldarne e giä fatta menzione della maggior parte dei masi attualmente esistenti nel comune. I piü antichi sono comunque le fattorie di Chienes, Casteldarne, San Sigismondo e Corti di Sotto. II pittoresco paese di Casteldarne col castello, il colle della chiesa e la canonica

spal- le. Sembra che l'insediamento (certamente con luoghi di culto pagano) su questa altura abbia continuato a esistere fino alla fine del IV secolo d. C. Nessuna testimonianza arche- ologica risalente alla tarda antichitä e all'Alto Medioevo e invece emersa finora nella zona di Chienes. Fonti scritte attestano con certezza che nei secoli VI e VII attraverso il Brennero i Ba- iovarii invasero la Val d'Isarco e la Val Pusteria e sembra che ciö non abbia perö provocato particolari contrasti con

la popolazione roma na ivi insediata da tempo. Nel Medioevo la proprietä fondiaria era distribuita fra pochi grandi proprietari eccle- siastici e laici, mentre Poccupazione principa- le della popolazione contadina era da sempre Pallevamento del bestiame. Negli antichi ordi- namenti dei villaggi, i suoi diritti e doveri, in particolare circa lo sfruttamento comune dei pascoli, erano regolati fin nei minimi dettagli per assicurare una convivenza pacifica e pro- duttiva nella comunitä. Nelle raccolte giuridi

- che dei primi del Trecento erano giä stabilite le sanzioni penali, le misure e i tributi in na tura, cosi come i giorni delle udienze. I conta- dini si sono procurati da se la terra per vivere tramite il lavoro di dissodamento e ciö spie- ga Porigine di nomi di masi come "Pranter", "Brandholz" (legno carbonizzato). Nei luoghi ove si insediava un nobile, ben presto intorno alla sua residenza si formava un insediamento piü grande, con una chiesa e le case per i la- voranti agricoli. Cosi deve essere

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Libri
Categoria:
Sociologia
Anno:
2009
Protestkultur.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 2009, 1)
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Pagina 50 di 76
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 74 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: s.Protest ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),1
ID interno: 511757
e di alcuni esponenti politici (nonché della ma gistratura) è riuscita a fermare (almeno per il momento) i tentativi più scoperti di creare un “allarme sicurezza” attorno ad alcuni episodi di cronaca. E’ quindi positivo che la giunta comunale che governa la città di Bolzano ab bia finora resistito alle pressioni di chi pre tende di risolvere con un’ordinanza di tipo repressivo la presenza di alcuni stranieri che chiedono l’elemosina per le vie del centro cittadino, come pure positiva è la sentenza emessa

nel mese di aprile dal T.A.R. di Bol zano che annulla un’ordinanza analoga emessa nel 2008 dalla città di Merano. Un altro segnale incoraggiante - con il quale concludiamo questa riflessione - è che anche i cittadini stranieri che vivono nella nostra provincia iniziano ad organizzare una pro pria opposizione alla deriva sicuritaria che minaccia di lambire anche questo territorio. Dall’inizio del 2009 è infatti attiva a Bolzano una rete di coordinamento di cittadini stra nieri e italiani (La Rete

per i diritti dei Senza Voce), creata con l’obiettivo principale di in formare e sensibilizzare l’opinione pubblica locale sui temi legati all’immigrazione, ma anche di denunciare episodi di razzismo e xenofobia, fornendo assistenza alle vittime. La Rete, nata sull’onda dell’opposizione al pacchetto sicurezza, ha già promosso un’ini ziativa pubblica a Bolzano, proprio sul tema della nuova legislazione nazionale, e ha atti vamente partecipato alla manifestazione del 25 aprile scorso. Un segnale

ben sperare nella ca pacità dei cittadini locali (al di là della diver sità di lingua, provenienza e passaporto) di auto-organizzarsi e di far sentire la propria voce sia al decisore politico che alla cittadi nanza locale. Paolo Attanasio, (Roma, 1957) dopo quindici anni di lavoro in Italia e all'estero nel settore della cooperazione internazionale, si dedica da al cuni anni allo studio del feno meno migratorio e all'attività di consulenza per conto di enti pub blici e privati. Ha al suo attivo

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Libri
Categoria:
Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2009
Val Pusteria : passato e presente
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Pagina 458 di 631
Autore: Bezirksgemeinschaft Pustertal / Comunità Comprensoriale Valle Pusteria (ed.)
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed. Athesia
Descrizione fisica: 623 S. : zahlr. Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Unser Pustertal ; Lad. Ausg. u.d.T.: La valada de Puster ; Literaturangaben
Soggetto: g.Pustertal ; z.Geschichte ; f.Aufsatzsammlung<br>g.Pustertal ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III 278.186
ID interno: 517893
rinvenimento di due asce di bronzo, l'epoca romana ha lasciato vivide tracce, soprattutto nell'area del fondo Matzelmüller a Molini di Tures, dove e stata rinvenuta una necropoli a incinerazione con ricchi corredi furerari. Tures fa il suo ingresso nella storia negli anni 1050-1065, quando la localitä e menzio- nata per la prima volta come TVFRES in uno dei Libri Traditionum dei vescovi di Bressano- ne. La denominazione Täufers compare inve- ce per la prima volta nel 1262. La Valle Aurina

acquisi grande importanza storica con Tascesa dei signori di Tures (menzionati nei documen- ti per la prima volta nel 1130), che in breve tempo diventarono una delle piü potenti fa- miglie nobiliari del Tirolo. Verso il 1300 essi amministravano Talta giustizia in tutta la Val le delTAurino, che successivamente fu riparti- ta in due giudizi, quello di Tures, che ricade- va sotto la giurisdizione dei conti di Tirolo, e quello di Villa Ottone-Casanova, che ricadeva sotto quella dei conti di Gorizia. Nel

Cinque cento Tamministrazione del giudizio distret- tuale di Tures fu affidata ai Fieger, proprietari del Castello di Tures, che nel 1582 fecero edifi- care Castel Neumelans. NelTOttocento la giu risdizione fu riorganizzata su nuove basi dagli Asburgo. Il giudizio di Tures non fu toccato. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu accorpa- to al giudizio distrettuale di Brunico. I nomi "Sand Maurizien" e "Sant" fanno la loro prima apparizione rispettivamente nel 1296 e nel 1410. "Sand" (sabbia) rimanda

alle ripetute esondazioni delTAurino. La nascita del comune di Campo Tures, formato dagli otto piccoli comuni rurali di Campo, Costa di Tures, Acereto, Riva di di Tures, Caminata di Tures, Molini di Tures, Selva dei Molini e Lap- pago, risale al 1926. Selva dei Molini e Lappa- go vennero ben presto scorporate, e da allora formano il comune di Selva dei Molini. II 7 novembre 1984 a Campo Tures e sta- to conferito il titolo di "comune con diritto di mercato", con decreto del Presidente del- la Giunta

regionale (n. 756/A), approvato alTunanimitä dalla Giunta ai sensi degli arti- coli 6 e 8 del Testo Unico della Legge regiona le sulTordinamento comunale. Per secoli la popolazione di Campo Tures e stata dedita quasi esclusivamente all'agricol- tura. Tuttavia, una parte del reddito derivava anche dallo sfruttamento delle miniere di ra- me della Valle Aurina e di Predoi. Lo sviluppo del turismo risale agli anni in cui fu costruita la linea ferroviaria pusterese inaugurata nel 1872. Intorno al 1900 Campo

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Libri
Categoria:
Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2009
Val Pusteria : passato e presente
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Pagina 509 di 631
Autore: Bezirksgemeinschaft Pustertal / Comunità Comprensoriale Valle Pusteria (ed.)
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed. Athesia
Descrizione fisica: 623 S. : zahlr. Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Unser Pustertal ; Lad. Ausg. u.d.T.: La valada de Puster ; Literaturangaben
Soggetto: g.Pustertal ; z.Geschichte ; f.Aufsatzsammlung<br>g.Pustertal ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III 278.186
ID interno: 517893
centrale di quello di destra e San Sebastiano, ai lati del quäle stanno le figure di San Gia- como il Vecchio e San Giacomo il Giovane. Nella parete nord della navata centrale e ap- pesa la pala d'altare di un tempo che mostra la veduta del borgo, sullo sfondo il Castello San Michele, di fronte i santi Lorenzo e Mi chele con la seguente supplica: "Beschütze nun o Herr, alles in dieser lieben Pfarre und im Gericht!" (Signore proteggi ogni cosa in questa cara parrocchia e nel giudizio!). L'ope

L'arredo della chiesa Nel 1995 allo spazio del coro fu data una nuo- va forma. Dietro al semplice altare popolare fu collocato un grosso crocifisso con l'Addolora- ta, insieme allo scrigno del tabernacolo, ope- ra della nota artista bolzanina Maria Delago. Nelle finestre del coro sono visibili scene della vita di San Lorenzo. In ognuna delle navate laterali c'e un altare. Quello di sinistra ritrae il martirio di sant'Erasmo, ai cui lati ci sono le figure dei santi Lorenzo e Stefano. L'immagine

- ra e firmata: 1836 Josef Renzler. Nella navata centrale si trova il pulpito barocco, provenien- te dalla basilica un tempo esistente a Castel Badia. Degne di menzione sono anche le sta- zioni della Via Crucis. Su una colonna che se- para la navata centrale dalla zona meridionale della navata laterale e visibile un affresco con i santi Caterina e Michele. Opera di pregio ar- tistico e una Madonna con il Bambino Gesü e un grappolo d'uva, collocata accanto alPaltare laterale sinistro. E il residuo

ca- so, un recente restauro ha restituito a tutto il loro splendore i vivaci colori degli affreschi, risalenti all'inizio del secolo XVIII. Parimenti interessanti sono gli affreschi gotici del secolo XV venuti alla luce con il restauro nella parete orientale, fra i quali particolarmente impres- sionanti sono le figure di Jörg Stieger di Fassi ne, che mostrano il calvario di Cristo con un realismo spinto alPestremo. Castel Badia verso nord Castel Badia Su un colle a occidente di San Lorenzo, una ri- pida

e rocciosa parete del quäle precipita ver so la Rienza, s'innalza Castel Badia. Il nome Sonnenburg non ha nulla a che fa- re con Sonne , il sole, ma deriva dall'antico no me SUANAPURC ( suana : tribunale). La Suana- purc era il piccolo castelletto detto Otwin, che il giudice supremo o gaugravio della Val Puste- ria nel secolo XI lasciö a suo figlio Volkhold, il quäle a sua volta trasferi la rocca con tutti i suoi possedimenti all'ordine di San Benedetto, perche vi fondasse un convento. Il giorno

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Libri
Categoria:
Storia , Giurisprudenza, politica
Anno:
2009
Skolast.Widerstand. (Der fahrende Skolast ; 2009, 2)
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Pagina 65 di 136
Autore: Südtiroler Hochschülerschaft
Luogo: Bozen
Editore: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Descrizione fisica: 133 S. :Ill.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Nationalsozialismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung<br />g.Südtirol ; s.Faschismus ; s.Widerstand ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: III Z 342/54(2009),2
ID interno: 519964
ed io conoscendo il bisogno speciale dei giovani che si trovavano in Passiria, lo mandai in Passiria con denari per il loro sostentamento. Mi consta e mi constava già allora che in Passiria c’erano disertori germanici specialmente del deposito di Sanità di Merano. Con questi né io né il movimento ha avuto mai rapporti. C’erano anche due austriaci e con questi io ero in rapporti, anzi uno di questi, tale Carlo Pitschnauer, mi ha fatto servizio di corriere per la Svizzera. Egli si intratteneva

autorizzati a portare armi che vennero date dagli alleati, e di una di queste pattuglie un certo Kuppelwieser ci rimise la vita. Mi consta che vennero arrestati presso l’Unterthurner due ufficiali delle SS e ciò perché era stata fatta denuncia che questi due si trovavano colà ed io comunicai agli Schiefer l’ordine di arrestarli. Gli stessi Schiefer mi comunicarono che l’ordine era stato eseguito e che avevano trovato anche delle armi. Anche la casa del Pircher Bartolomeo venne perquisita perché anche egli

ho saputo attraverso i giornali e così pure del reato al capo 2°). Gufler mi ha detto di aver ucciso lo Schwarz per vendetta. Per l’uccisione del capitano farmacista non conosco altro che quello che ne dissero i giornali (...) # 65

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