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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 190 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
, il letto del fiume nei pressi di S. Michele fra il 1795 e il 1845 si alzö di quattro piedi e mezzo (=1,4 m)». 18 Anche i rilevamenti eseguiti dall'ispettore August Ritt hanno fornito analoghi risultati 19 : «Da Bolzano a Castelfirmiano il letto dell'Isarco e costituito da una soglia rialzata di sedimentazione lunga 7 km. e racchiusa tra robusti argini. L'alveo dell'Adige continuava intanto ad innalzarsi; il fertile fondovalle largo 2-3 km a causa di siffatte condizioni e del formarsi di acque stagnanti

5 tagli: il maggiore era quello dupli- ce, lungo 1300 pertiche (2340 m), a sud di Ora. Il consigliere del Genio Martin Kink nella sua perizia 22 racco- mandava di estendere il risanamento fin oltre S. Michele. Durante gli eventi bellici del 1859, 1864 e 1866 i lavori di bonifica dell'Adige vennero interrotti. Il 23 aprile 1879 fu promulgata una specifica legge in base alla quäle il fiume Adige veniva suddiviso in 3 sezioni. La prima andava dalla foce del Passirio a quella dell'Isarco, la seconda dal

Villa, Egna, Laghetti e Cortina all'Adige. Oltre a ciö fu iniziata la bonifica della foce dell'Isarco e tutti gli argini allora esistenti furono riparati. 17 Per effetto di detti lavori di risanamento, dei tagli e della conseguente variazione di velocitä di scorrimento, si verificö in seguito un progressive innalzamento del letto del fiume e del terreno circostante, che in occa- sione delle alluvioni causö diversi ristagni delle acque. Secondo i calcoli di Weber: «Per effetto di questi 6 tagli

divenne preda di un progressivo pro- cesso di impaludamento. Benche distante solo 3,5 km dall'Adige, la superficie del lago di Caldaro si trova oggi 9,5 m sotto quella del fiume.» Il livello medio dell'Adige nei pressi del ponte di Vadena e 2 m sopra quello dell'omonima fossa presente nei medesimo tratto. Tali sfavorevoli condizioni conseguenti al risana mento e regolamento dell'Adige furono individuate giä molto tempo addietro. All'indomani dell'inondazio- ne del 16 giugno 1848 l'imperial-regio

ingegnere Plach fece all'ufficio distrettuale il seguente rapporto: «Il progressivo innalzamento del letto dell'Adige agisce di anno in anno sempre piü negativamente sulla parte destra della valle che va da Vadena fino a Stadio, in quanto essa non solo viene sempre piü spesso inondata, ma peggio ancora si impaluda progressivamente per effetto del crescere della falda acquifera. In effetti, le vaste e ben coltivate terre del maso Stadio dopo il risanamento dell'Adige sono di nuovo preda delle paludi

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 206 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
von Ferrari e da Titus von Ferrari), ditta Giovanni Battista Tacchi (quäle proprietaria del maso Birti), fratelli Rocchetti, Dr. Andrea Borgognoni del maso Mover e conte Josef Thun di Stadio. L'amministrazione regiona le accordö un contributo di 1.900 fiorini e la societä incaricata del risanamento dell'Adige partecipö anch'essa alla costruzione del ponte con un finanziamento. Ai primi di marzo del 1884 il capomastro Felix Wasserer, nativo della Zillertal che giä aveva costruito il ponte di S. Michele

Finalmente il 15 marzo 1875 fu presentata alla Capitaneria distrettuale una formale richiesta con allegato il suddetto progetto. Non essendo sufficienti i modesti mezzi finanziari a disposizione del comune, la giunta municipale deliberö la vendita al comune di Caldaro per la somma di 2.300 fiorini della propria quota di bosco in quel di Castelchiaro, vasta 254 iugeri e 39 pertiche. 7 All'epoca della spaventosa inondazione dell'autunno 1882 il ponte non esisteva ancora. Il traghetto invece

fu distrutto dalla corrente il 30 settembre 1882 e l'Adige dovette nuovamente venir attraversato su barche. In quella occasione venne travolto anche il traghetto presso Monte. La giunta comunale il 22. 4. 1883 adottö un nuovo provvedimento; la maggioranza si espresse a favore del ponte e una minoranza invece , per ragioni di costi, optö per il traghetto. Fu pertanto elaborato un nuovo piano a firma dell'ingegner Otto Eccher di Bolzano e recante la data 18. 4. 1883. Il progettato ponte era a 5 campate

e aveva una lunghezza di 72,20 m. Il 13 maggio successivo tale progetto fu restituito dalla Capitaneria distrettuale per essere sottoposto a rielaborazione, con l'invito ad uniformarlo a quello che l'ingegner capo regionale Anton Geppert aveva predisposto per l'erigendo ponte di S. Michele. Con contratto 1. 6. 1883 il comune di Vadena cedette i diritti di attraversamento ai fratelli Scarperi per 50 Kreuzer al giorno. Il traghetto, costituito da un'imbarcazione lunga 10,5 m, doveva prestare servizio

dall'alba fino alle 10 di sera. Il comune per contro si impegnava a mettere fuori servizio il traghetto situato nei pressi del maso Urfer di sopra (maso Frizzi). Nel frattempo il progetto dell'ingegnere Anton Geppert era finalmente pronto: lunghezza 70 m, prezzo di costruzione 6.200 fiorini. Il compito di impresa costruttrice fu assunto da una apposita associazione formata da: comune di Vadena, Dr. Giuseppe Ferrari, eredi di Kaspar von Ferrari (piü precisamente dal Capitano regionale Dr. Eduard

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 326 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
ai nostri- giorni ai vari discendenti di questa famiglia. Dapprima ai tre figli di Domenico: Michele Carlo, Giuseppe e Gasparo. Essi ingrandirono i loro possedimenti acquistando nel 1838 il maso Masetta e nel 1844 il maso Rosi (Dal Lago). Tali beni furono in seguito divisi fra Gasparo da una parte e gli altri due fratelli dall'altra. Gaspa ro ottenne la cantina del maso Castello, che da quel momento si chiamö maso Caneve, il terreno dell'ex Schö naichhof e l'Urferhof. Ai fratelli Michele Carlo

L'inventario dei beni corrisponde a quello fatto nel 1804; nel frattempo, perö, il maso Quercia era stato ridot- to in cenere da un fulmine. Il prezzo pattuito ammontava a 34.400 fiorini e doveva venir corrisposto con mo- nete d'oro o d'argento. La somma era pagabile in 4 rate annuali. Anche il nuovo acquirente si impegnö a prov- vedere ai lavori di manutenzione dei muri, delle finestre e del tetto della chiesa. Il compratore subentrö pure nella lite pendente contro Girolamo Valduga scoppiata

per colpa del mulino esistente al di sotto del maso Ca- stello. Nel maso c'erano 15 bovini e 9 cavalli. Il nuovo proprietario rilevö i tre affittuari: Piffer, Rosi e Zano- ni, il mugnaio Valentino Anderlotti e il traghettatore Antonio Floriani. Il competente ufficio di Caldaro, in nome della Signoria principesca, confer! l'autorizzazione a questa compravendita, e fu anche l'ultima volta che lo fece. Alla morte di Domenico Ferrari la proprietä si e trasmessa ereditariamente in linea diretta e fino

la- sciando 4 figli: Eduard, Capitano distrettuale a Bressanone, Klothilde, Adelheid e Titus. La proprietä rigu- ardante i masi fu quindi ulteriormente suddivisa fra i due figli maschi di Kaspar. Il Dr. Eduard ottenne il co- siddetto maso Caneve, nel quäle abitavano il fittavolo e i suoi familiari, e una parte del palazzo gentilizio. Il maso Caneve nel 1886 fu ristrutturato e ingrandito. Titus dal canto suo ricevette una parte dell'ex Schö naichhof, l'Urferhof e anch'egli una parte del palazzo. Il confine

era costituito dal sentiero che dalla conci- maia del maso Caneve portava al fiume Adige; lungo tale sentiero vennero posti dei cippi confinari alla di- stanza di 50 pertiche l'uno dall'altro. 32 Nel 1922 presso il maso Caneve venne trovato un anello di bronzo. Nel 1929 l'allora parroco Marino Zam- biasi denunciö il rinvenimento di un tratto di una antica strada selciata nei pressi della stazione a valle della teleferica che dal maso Caneve saliva alla cava di pietra. Anche un fittavolo del piü

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 289 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
di Gufl era un ministeriale, vale a dire una persona al servizio del conte Enrico di Appiano. Questi, per propiziare la salvezza della propria anima, fece dono al convento di S. Michele all'Adige di un maso. Nel 1234 il maso fu trasferito dal vescovo Alderico di Trento all'Ordine teutonico di Bolzano: «mansus ad Coalum subtus Formigario», coltivato da Giovanni Ciagelarius. Nel 1236 il papa Gregorio conferma all'Ordine teutonico la proprietä del maso, «curia que Guuele (Gufel) vulgariter appella- tur

IMasi Nella descrizione dei masi di Vadena seguiremo l'ordine dei numeri fissati dal Catasto teresiano del 1776. 1 Le particelle fondiarie a loro volta corrispondono alla mappa catastale del 1858. Questa descrizione risulta perciö invertita rispetto all'ordine adottato dalle liste tributarie nel periodo 1633-1749. Essa inizia dal maso Oberurfer, prosegue verso sud fino al maso Monte (Gmund) e continua dalla parte del lago di Caldaro fin sü al maso Greit. I piü antichi di essi non sono sempre

identificabili con assoluta certezza a causa soprattutto del continuo cambiamento del corso del fiume Adige. Vadena risulta densamente abitata fin dal medioevo. Lo si deduce da numerose citazioni, le quali tuttavia raramente consentono di attribuire con attendibilitä ai vari masi le persone citate. Ciö vale, ad esempio, per Waltmann, figlio di Konrad Wolf di Vadena. A questo Waltmann nel 1237 Ernesto, amministratore del ves- covo di Trento, concede in affitto perpetuo una casa con campi e prati. 171

Lo stesso anno incontriamo anche Jacobus filius condam Alberti de Vatene, vale a dire Giacomo, figlio del defunto Alberto di Vadena. l/3 Nel 1242 Conradus Moserius, Ropretus, i fratelli Jacobus ed Heinz, figli di Albert Schimiliger, Federico di Vadena, insieme a Konrad e Rubert Maier (vedi maso Mover) attestano che il suddetto amministratore Ernesto incassa rendite fondiarie da due masi. 1/3 Nello stesso anno viene anche fatto il nome di un certo Wolfrad. 1/4 Nel 1295 Kunzlin, figlio del defunto Otto

le Stauderhütten, piü tardi chiamate Camel. Il Maso Gufl All'estremo limite nord, oltre il confine del territorio del comune di Vadena, troviamo il maso Gufl, che qui vale la pena di presentare per via della sua importanza. L'esistenza di una maso in localitä Gufl, nonostante la sua immediata vicinanza al fiume Adige, e documentata fin dall'alto medioevo. La prima menzione risale agli anni 1175-1190: «Quidam Herbert de Guuele ministerialis comitis Henrici et uxor eius Agnes«. 3 Ciö significa che Herbert

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 319 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
ai proprietari del maso Castello, i fratelli: Michele Carlo, Gasparo e Giuseppe Ferrari di Calceranica per la cifra di 24000 fiorini. Tale proprietä e gravata da un censo a favore del maso Mover. 23 Nel giä citato contratto viene menzionato anche un vivaio di giovani gelsi, ma tutti i terreni in generale sono dis- seminati di un gran numero di queste piante. Al di lä della fossa esiste uno stagno. Il maso e ancor oggi di pro prietä degli eredi in linea diretta del suddetto Josef Ferrari. Una parte degli

Nel 1791 fittavolo dei Riccabona e Josef Profeiser. 17 Risale poi al 1794 il seguente resoconto della visita di un veterinario alla stalla del maso Steger di Josef Profeiser. «Johann Obkircher di Laives viene chiamato a Va- dena ; qui si reca nella stalla dove si trova la mucca ammalata che non e piü in grado di reggersi sulle zampe,- resosi subito conto che non c'e piü nulla da fare, decide di operarla ancora in serata ; dopo averla aperta, con- stata che essa e affetta da tisi polmonare

bagnata e che i polmoni sono marci su entrambi i lati; anche il cuo- re presenta i sintomi evidenti della tisi. Un testimone conferma tale diagnosi. Profeiser aveva acquistato la mucca da un noneso al mercato di Appiano il giorno di S. Michele. Il 16 novembre la mucca cessa di vivere». 18 Nel 1808 Josef Alois Riccabona-Reichenfels vende il maso, meglio noto ora col nome di Wachsbleiche (Ma- setta), a Hieronimus Valduga, oste in Bolzano, per la somma di 7000 fiorini, escluso il podere chiamato Per

- told. 19 Secondo Egon Kühebacher il nome di Wachsbleiche sta ad indicare il luogo e il procedimento mediante il quä le si esponeva al sole la cera di color giallo delle api affinche schiarisse e diventasse bianca. Per Carlo Battisti, invece, il nome deriverebbe dal vocabolo Harwachs=Harwes(lino), che in quei paraggi veniva coltivato in gran quantitä. Al tempo della suddetta vendita, fittavolo del maso e Johann Leitner. 20 Hyronimus Valduga muore il 16 mag- gio del 1820 e lascia due figli: Clemente

in disuso mi e stato chiarito da Hans Grießmaier e da Helmut Rizzolli. 8 Archivio provinciale di Bolzano, Film S. 92, Vfb. K. 1600, foglio 23 9 Archivio parrocchiale di Vadena, Atto giudiziario 1629, Vfb. K. 1605, foglio 15 10 Archivio provinciale di Bolzano, Registro contabile del la Chiesa 1609, foglio 113 11 Vfb. K. 1618, foglio 291,1619, foglio 125 ; 1631, foglio 180 12 idem, 1674, Archivio parrocchiale di Vadena, Registro contabile della Chiesa, 1688 13 Archivio parrocchiale di Vadena, Registro

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 259 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
tempore Georg Tenz. 40 La chiesa era dotata di un altare principale e di due altari laterali. Come si legge nell'atto visitale vescovile del 6 maggio 1749 l'altare principale era dedicato a S. Maria Maddalena, quello laterale dalla parte del Vangelo ai 14 Santi ausiliatori e quello dalla parte dell'Epistola a S. Michele. In quest'ultimo altare erano conservate le reliquie dei SS. Nepomuceno, Teresa, Giovanni, Maddalena e Donato 41 ; un quarto altare era collocato nella sacrestia. Nella fiancata

ricoperta con un tetto di tegole ad Opera del capoma- stro Jakob Striemer del maso Masetta. Le tegole necessarie allo scopo furono fornite dalla fabbrica di laterizi di Settequerce. Per il relativo trasporto si dovettero pagare 4 kreuzer alla dogana di Castelfirmiano. Il sacer- dote che, su incarico del parroco di S. Paolo doveva dire messa 52 volte all'anno, piü a Natale e a Pasqua, riceveva un compenso di 4 kreuzer per ogni servizio religioso celebrato. In aggiunta a ciö il suddetto sacerdo

- te a Natale aveva anche diritto di ricevere «3 libbre di buon pesce» 37 Quäle aspetto aveva la chiesa di S. Maria Maddalena? Sul muro sud-orientale del Campanile sono ancora visibili le tracce dell'orlatura del tetto di un'annessa costruzione,- se ne evince che uno scosceso tetto avente direzione nord-ovest/sud-est doveva coprire la navata di forma quadrangolare. Il pavimento era situato un po' piü in basso dell'attuale livello del terreno circostante. Ciö e confermato dalle note-spese della chiesa

relative all'anno 1686 38 e dall'atto visitale vesco- vile del 1698 39 dai quali apprendiamo che il pavimento della chiesa al tempo delle inondazioni si trovava sotto il livello delle acque del fiume Adige. Per questa ragione e per poter scampare alle piene esso fu innalzato mediante pietre e sabbia. Onde evitare peraltro che l'intemo della chiesa , cosi facendo, si abbas- sasse eccessivamente, fu di conseguenza necessario sopraelevare anche il solaio ed il tetto. La navata era coperta da un piatto

soffitto di legno. La chiesa aveva una propria sacrestia, munita di due finestre, probabil- mente ricavata al piano terra dell'attiguo Campanile. Eventuali futuri scavi potrebbero definire meglio la pianta della chiesa, tuttavia la sua posizione e la sua grandezza dovrebbero corrispondere grosso modo a quelle del giardino attualmente esistente su quel medesimo luogo. In merito all'arredamento le prime noti- zie ci sono fornite dall'inventario redatto nell'anno 1608 dall'amministratore preposto pro

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 350 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
piani, (20 x 12 tese); fondi vari, fra cui: una palude in localitä Stad ler Lacken, la quäle altro non era che ciö che rimaneva di un preesistente lago chiamato Dürnsee formatosi fra il fiume Adige ed il maso Stadio 16 ; un campo di 401 staia impiantato a gelsi con una piccola e nuova casu- pola, detta Türkei. L'l 1 aprile del 1896 la Giunta tirolese acquistö il maso dal conte Josef Thun. Sul suo terreno si progettava di erigere il primo Istituto di educazione e di avviamento al lavoro per i giovani

disadattati del Tirolo meridio- nale. 17 Si trattava di una superficie di circa 121 ettari, in parte estendentesi sul pendio ed in parte sul fondovalle in direzione del fiume Adige. Tale terreno, grazie al taglio del fiume eseguito nel 1818/1826 tra Stadio e Picco- longo, guadagnö in grandezza e in qualitä. Fra le costruzioni troviamo: la casa padronale con annessi magaz- zini; accanto ad essa la vecchia e piccola abitazione del fittavolo e un po' piü sotto l'edificio a tre piani co- struito nel 1830 per

l'allevamento dei bachi da seta. La soffitta di questo edificio serviva anche per l'essica- zione della canapa e delle foglie di tabacco. Mentre la canapa e annoverata fra i prodotti compresi nelle liste tributarie del Medioevo, la coltivazione del tabacco fa la sua comparsa a Vadena solo intorno al 1820. 18 Per prima cosa la Giunta del Tirolo provvide a far costruire una strada d'accesso ed un ponte sull'Adige in prossimitä di Piccolongo, li dove in precedenza c'era il traghetto. Alla costruzione del ponte

in legno provvide il Land Tirolo, ma il Dr. Viesi, proprietario del terreno circostante mise a disposizione l'area necessaria sulle due sponde, ottenendo in compenso il diritto di utilizzare il manufatto. 19 Quella che una volta era stata la Filanda venne riadattata a convitto per adolescenti: in essa trovarono siste- mazione due dormitori, una sala da pranzo, una sala per fare musica, un carcere e vari altri vani. Nella casa padronale furono alloggiati gli uffici amministrativi, il personale

di servizio, la cucina ecc. Lo statuto del neo istituto «Landwirtschaftlicher Erziehungsanstalt Stadelhof» fu approvato dalla Giunta ti rolese il 26. 4. 1907. La gestione dell'istituto fu affidato alle eure dei padri Piaristi con sede a Vienna. Essi as- sistevano e accudivano 50-60 adolescenti sia a scuola che durante il lavoro nei campi. La direzione dell'istituto nel 1914 era composta dalle seguenti persone 20 : padre Wenzel Siman, rettore, Albert Groß, direttore amministrativo, Jakob Scheibert, Josef

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 332 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
perpetuo alla decima sul raccolto del vino e del grano del maso Steger, altrimenti detto Toldenhof (Masetta), come pure a 3 fiorini e 24 Kreuzer a titolo di censo, in sostituzione della relativa decima, per un campo giä ap- partenuto allo Steger ed ora di proprietä del Mairhof dei Kuen. A fronte di questi censi e decime erano dovuti in perpetuo alla canonica di S. Paolo/Appiano 8 staia di segala, 2 di panico e 2 di sorgo. Nel 1677 Georg Tenz concede in affitto il maso a Bartime Zengän. Tutto

il raccolto del grano e del fieno, ad eccezione del primo taglio, appartiene al proprietario. L'affittuario corrisponde il censo al parroco di S. Paolo, in compenso ha diritto a percepire la decima in grano dal maso Steger. Al proprietario fanno carico tutte le imposte e i tributi. All'affittuario e consentito trattenere annualmente 4 orne di vino ma deve consegnare ogni anno mezzo quintale di burro. Per la coltivazione dei campi ricava 27 staia di segala, con l'obbligo perö di portare il raccolto della

vendemmia fino a Bronzolo; in conto frutta deve cedere solo 2 staia di noci e a sua volta riceve un paio di buoi da tiro e 2 mucche, del valore di 70 e 24 fiorini rispettivamente. Nel 1622 Georg Tenz compare davanti ai giudici perche si rifiuta di pagare la quota a suo carico agli «scava- fossi« Hans Schmit e Andre Pedrat. La comunitä di Vadena di sopra nel 1595 aveva incaricato i citati scava- fossi di eseguire dei lavori di rafforzamento degli argini dell'Adige e ciascun maso doveva contribuire per

la propria parte. I lavori interessarono un'estensione di 134 pertiche suddivisa in due tratti: uno superiore ed uno inferiore,- per ogni pertica erano dovuti 2 fiorini e 30 Kreuzer. 7 Georg Tenz venne a lite anche con Hans Jakob Kuen di Ora per via dei confini fra il maso Schönaich e il ma so Castello. Oggetto del contendere era la divisione di un terreno rivierasco, che fino ad allora era stato utiliz- zato in comune per far legna. La delimitazione era costituita da un fosso e da un viottolo che

, partendo dal maso Schönaich e oltrepassando il fosso stesso, menava all'Adige. 8 Georg Tenz abitava a Bolzano, per cui diede in affitto il maso per la durata di 5 anni al summenzionato Bartl- me Zengän. Nel 1631 il fittavolo Melchior Thura non pote trasportare a Bolzano il previsto quantitativo di legna da ardere «perche il traghetto non era agibile«. Anche in questo caso ne scaturi una controversia giudi- ziaria. 9 Stando al ruolo dei tributi del 1633 al maso appartenevano i seguenti terreni

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 194 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
spostare l'alveo deirAdige dal maso Rosi fin verso le falde del monte, in corrispondenza del quäle il fondo- valle era piü basso di 10-12 piedi (= da 3 a 3,6 m) e quindi anche del letto del fiume. 27 Il nuovo ponte fu inesorabilmente travolto dalla piena del 13 luglio 1890 insieme al ponte di servizio costruito dalla ditta Zadra & Sarcletti. Quest'ultimo attraversava l'Adige 1,5 km a nord del ponte di Vadena (al km. 33,2); esso venne divelto dalla furia delle acque perche un enorme pioppo gli

si era posto di traverso. Tale piena danneggiö quasi tutti i ponti di legno esistenti fino a Trento. Nella zona di Vadena la distruzione dei ponti di servizio fu particolarmente grave perche interruppe il collegamento fra i cantieri di lavoro e le cave di pietra situate ai piedi del monte. Il ponte fu prontamente seppur provvisoriamente ricostruito, ma giä nella notte del 18 agosto 1891 fu distrutto dall'ennesima piena. La sistemazione del primo tratto dell'Adige fu portata a compimento nel 1892

sulla base del progetto elaborato da Heinrich Böhm ed Hermann Ritter von Schwind. Nel 1893 furono ultimati anche i lavori di regolazione del fiume e dei canali della I sezione. Con una legge del 31. 10. 1893 la manutenzione degli argini dell'Adige nella sezione Ia, a cominciare cioe 650 m a sud della lingua di terra che lo separa dall'Isarco fino al ponte ferroviario in localitä Monte, nonche dei fossi di scolo fu accollata al Consorzio di bonifica. Il relativo protocollo di affidamento del

13 e 14 novembre dello stesso anno contiene una precisa elencazione dei lavori eseguiti e dei relativi immobili. 28 Alla sua realizzazione avevano contribuito lo Stato, la Regione, la Compagnia ferroviaria del Sud e numerosi privati. Il ponte di pietra a 5 volte, fatto costruire dalla Compagnia ferroviaria nel 1858, era troppo basso ri- spetto al livello delle acque in piena. Le inondazioni del 1882, 1885, 1888 dimostrarono che presso Monte si formava facilmente un grande ristagno di acque. Per tale motivo fra

i lavori del piano di regolazione dell'Adige era prevista anche la sua sostituzione con un ponte in ferro piü elevato. Lo sfocio della fossa di © Prolungamento dell'argine che separa l’Isarco dall’Adige alla confluenza (1956). ® La zona di confluenza dell’Adige e dell’lsarco a nord di Gufl in base alla cosiddetta carta di Claricini del 1845. © Lo sbocco della fossa detta « Stockgießen » nell’Adige a settentrione del maso Frizzi come appare dalla carta del Claricini del 1845. La fossa prima del maso

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 318 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
ugual estensione. Tale appezzamento viene acquistato da Jacob Striemer nel 1592 da Josepf Lannser ed Ursu la Sprengin. II terreno dissodato di recente e un bene allodiale. Fa parte della massa ereditaria anche un con- tratto stipulato fra Georg Kuen am Mairhof e il proprietario del Gerstl-Stegerhof, col quäle viene concordato il confine che delimita i due masi, e una quietanza riguardante un certo Wilhelm Kerat, facitore di fossi. 8 Verosimilmente c'era gente che su incarico dei vari

proprietari di masi scavavano fossi di scolo a seconda del bisogno. Dall'unione fra Christian Tenz e Gertraud Steger pare, ma non e certo, siano nati dei figli; in ogni caso nel 1605 si fa il nome di Georg Tenz e nel 1629 di suo fratello Balthasar 9 , cosicche vivevano insieme nel maso Michael Florian, nato dal primo matrimonio di Gertraud Steger, e il suo fratellastro Balthasar Tenz. 10 Nel 1618 i Tenz affittarono il maso a Bartime Zenzan. Balthasar Tenz nel 1619 ha acquistato anche la parte del fratel

lastro Michael Florian ed e stato proprietario del maso fino al 1631.“ La composizione di quest'ultimo e dettagliatamente descritta nel registro delle imposte del 1633. Le sue dimensioni sono state inoltre esattamente determinate nel 1674 in occasione della sua messa all'asta. A tale data proprietario risulta essere Valtin Pfanzelter di Bronzolo. 12 Nel 1707, invece, il maso Steger passa in proprietä del titolare del Schrenkhof. Nel 1711 si ha notizia che confinante dello Stegerhof

e il «Brieflingerhöfl». 13 Il convento di Briefling in Ba- viera era in effetti proprietario del Lippenhof di Schreckpichl e del suddetto maso in Vadena, peraltro giä da molto tempo abbandonato. Nel 1737 lo Stegerhof cambia ancora una volta proprietario: l'acquirente questa volta e Karl Josef von Riccabona-Reichenfels, imperial-regio ispettore forestale della Val di Fiemme, 14 Nel registro delle imposte del 1749 l'estensione del maso, bosco ed incolto esclusi, e indicata in 171 Starland (123. 394 m 2 ). L'ampiezza

del bosco e dell'incolto non e menzionata ne nel contratto d'acquisto del 1737 ne nel suddetto registro delle im poste. Lo Stegerhof e gravato da decima a favore del conte Kuen, proprietario del maso Mover. Oltre ai soliti tributi dovuti all'ufficio di Caldaro esso deve anche 26 Kreuzer alla comunitä di Fondo in Val di Non per una cessa- ta servitü di pascolo. Dal momento del passaggio di proprietä a Karl Josef von Riccabona-Reichenfels il maso viene dato sistemati- camente in affitto per

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 60 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
anche neH'inventario del Museo Ferdinandeum di Innsbruck del 1896 16 . In seguito non si e piü fatta menzione della preistoria del castelliere. Solo a metä degli anni '20 il m°. Josef Saxl di Appiano intraprese nuovamente in questa localitä un piccolo sondaggio 17 , che portö alla luce una gran quantitä di ceramica e di ossa. Purtroppo questi ritrovamenti, pervenuti al Museo di Bolzano, attualmente non sono identificabili; secondo la descrizione del catalogo (al nr. 776) si tratta di cera mica fatta

di «un impasto di color grigio-giallo, abbastanza fine, eseguita a mano, senza decorazione. Un frammento di ansa simile ad un'ansa lunata, ritrovata da J.Saxl nel settembre 1926, fu consegnata alla Societä del Museo di Bolzano nel novembre 1930». Si puö supporre, con qualche verosimiglianza, che questa descrizione si riferisca ad «un'ansa lunata» (ansa a luna o a corno) della media o tarda etä del bronzo, soprattutto perche anche i reperti di ceramica rinvenuti in sondaggi piü recenti conducono in questa

direzione. Sono da attribuire genericamente all'etä del bronzo i frammenti di ceramica, che furono raccolti dall'Autore e da Lorenzo Dal Ri nell'estate del 1972 lungo il ripido pendio orientale della collina - unitamente ad una piccola cote, a frustoli di ossa calcinate e a chiodi di ferro di etä medioevale. L'autore rinvenne nel maggio 1980, lungo la salita di accesso al castello, altri resti dell'etä del bronzo, tra cui una presa a linguetta ed un coccio con cordone che corre all'intorno ed anche

alcune ossa di animale, sia incombuste che bruciate. Cronologicamente un po' piü recenti sono da considerare, infine, i reperti ceramici, che Franco Bellinazzi nel 1983 e Giovanni Claroni nel 1984 raccolsero a Leuchtenburg. I ritrovamenti di Bellinazzi provengono dal versante nordorientale, quelli di Claroni dalla sommitä, all'esterno del muro di cinta, dalla parte del lago (SO). Accanto alla comune ceramica a cordone dell'etä del bronzo ed al frammento di una larga ansa a nastro, appaiono quali

elementi datanti soprattutto due frammenti di orlo: il primo 18 , relativo ad un grande recipiente con orlo a tesa, estroflesso da entrambe le parti, presenta molteplici analogie con i complessi dell'Italia settentrionale della media e tarda etä del bronzo 19 , il secondo, invece, e caratteristico della cerami ca sudalpina e norditalica del bronzo tardo (ca. 13°-12° sec.a.C.). In questo caso si possono rilevare parallelis- mi, ad es., con la ceramica dello Stallerhofbühel vicino a Bolzano e del

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 360 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
dissodamenti. L'obbligo della cessione della metä del fieno e del vino riguardava perciö solo la superficie fissata dagli urbari piü antichi,mentre il censo in denaro e le altre contribuzioni in natura gravavano su tutta la proprietä. Nel diciottesimo secolo la mezzadria era giä sta- ta soppiantata quasi ovunque dal surricordato canone censuario in denaro o in natura. Fra quest'ultimi c'era la giä piü volte ricordata «uva fragola». I tributi in denaro gravanti sui masi corrispondono a quelli dell'urbario

principesco del 1412, solo che erano espressi in fiorini e non piü in libbre. Ciascuno dei quattro masi posse- deva una parte del magro bosco rupestre che si estendeva fino ai limiti della selva demaniale di Castelchiaro. I masi di Piccolongo erano investiti dalle inondazioni del fiume Adige piü di qualsiasi altra zona di Vadena; Urban Wiser nel 1749 si lamentava col catasto tributario perche tutti gli anni «i terreni,specialmente quelli a settentrione del maso Häring, venivano sommersi dall' acqua, alta

in localitä detta Pirstl a sud del Lago di Caldaro. Questa palude era detta Wisermoos oppure Wiserisches Piglonermoos appunto perche apparteneva ai masi di Piccolongo. L'acquirente fu Andreas Hofer, oste della Yal Passiria. 42 Prima di poter essere ceduto a persona non residente nell'ambito del Giudizio un cosi vasto terreno doveva preventivamente venir messo all’asta fra gli abitanti del luogo; nessuno di questi perö dimoströ interesse per l'intera superficie di 208 staia. Il contrat- to con Andreas

Hofer fu sottoscritto il 29 giugno 1802. Egli pagö il terreno 56 fiorini allo staio, riprometten- dosi di rivenderlo a piccoli lotti ai contadini del posto. Lo stesso anno quindi il Wisermoos fu suddiviso in ap- pezzamenti di grandezza variabile dalle 5 alle 15 staia e venduti agli abitanti del luogo al prezzo di 62 fiorini allo staio. 43 In tal modo Andreas Hofer diede a vedere di essere un abile uomo d'affari e in breve tempo realiz- zö un cospicuo guadagno. Chi scrive non e riuscito ad accertare

la vera ragione della vendita del Wisermoos ne quella della sua subitanea riacquisizione da parte dei masi di Piccolongo. E' comunque assodato che Wiser aveva parecchie migliaia di fiorini di debito ed, inoltre, che era in lite giudiziaria con suo fratello Johann Paul. Lo stesso Wiser del resto proprio nel 1802 aveva comperato un vasto ontaneto di 29 staia a valle del maso Sta- dio. 44 Franz Carl von Wiser nel 1794 era convolato a nozze con Ippolita de Fedrigotti. Per effetto del contratto riguardante

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 354 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
e la liquidazione degli altri eredi. 7 Nel 1603 Georg Gruber, detto Tschander, subentra alla madre. Proprietario dei masi Rochen e Häring nel 1553 era Andre Pergamaschg di Ora. 8 Tra questi e Georg Tschuegg di Greith venne a quel tempo stipulato un contratto per la manutenzione delle strade in Piglon. Quest'ultime intorno al 1588 dovevano essere talmente malridotte, che Jakob Tschuegg, cittadino di Termeno e proprieta rio del maso Greith, cito in giudizio Valtin Terzago del Meitlhof perche: «A causa del cattivo

stato delle stra de alcuni giorni prima egli era stato costretto a passare sul prato di Stupin (Bernhard Stupin, pescatore di Egna, fu il fittavolo del Häringhof dal 1582 al 1584) ma fu redarguito dal saltario che gli pignorö il figlio.» Era- vano in ottobre, cioe in pieno raccolto. Il tribunale dopo aver effettuato un sopralluogo convenne che le stra de erano effettivamente mal tenute e che Tschuegg aveva ragione a reclamare; Stupin dovette rimborsare i soldi del pegno sul giovane Tschuegg. Anna

Pargamaschg, figlia del soprammenzionato Andre, ereditö entrambi i masi. Nel 1584 il marito, Fran- zischg von Madruz nobile di Riva, permutö in nome e per conto di lei il maso Häring con alcune proprietä di Andre Gaudi di Piglon. 9 Gaudi nel 1587 rivendette a sua volta il maso al fittavolo Bernhard Stupin per la som- ma di 1400 fiorini. Poiche questi si accollö i debiti che gravavano sul maso, la conseguenza fu che dovette versare solo 427 fiorini e 32 Kreuzer. Ciö significa che il maso era indebitato per

circa il 70% del suo valore. 10 Alla morte, avvenuta nel 1587, Andre Gaudi lasciö la vedova Agnes Thaller e due figlie minorenni: Sara e Margreth.“ Al momento di dividere l'ereditä i confini del maso Häring vennero cosi indicati: ad est il fiume Adige, a sud i beni degli eredi di Valtin Terzago, ad ovest la riserva forestale del Principe regionale, a nord i beni del maso Greith. Il censo da versare all'ufficio di Caldaro era costituito da: 3 fiorini e 4 Kreuzer in denaro, piü 3 capponi, 3 spal

- le di maiale, 1 capretto, 30 uova e due carrate di legna. Nel 1603 il possessore del maso Häring, Jacob Wiser, dovette accettare che Christoph Ruedl, funzionario del Principe regionale, proprietario del maso, procedesse alla demarcazione di un vigneto sul pendio a monte della casa, per il quäle doveva cedere metä del vino pro- dotto. Questo censo, detto ««la grande decima», poco tempo dopo passö aH'amministratore di Caldaro. Quan- do Jacob Wieser nel 1614 volle chiedere soldi in prestito alla Chiesa

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 258 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
La ragione per cui si procedette alla elaborazione del suddetto urbario fu lo stato di grande indeterminatezza in cui si trovavano le rendite, i censi, le decime e quant'altro di pertinenza del Beneficio di S. Udalrico e di S. Biagio di Castelfirmiano. Per tale motivo il principe Leopoldo diede incarico al Dr. Cristof Zeiler, ammi- nistratore dei Liechtenstein, di por mano alla loro completa e radicale revisione. Nel 1629 il suddetto princi pe regnante, in veste di patrono, conferi le rendite

del Benificio ai Gesuiti di Trento in cambio dell'impegno decennale di dire messa e tenere funzioni religiöse in tutti i giorni festivi comandati; il vescovo emise a tale scopo un apposito atto di investitura. Zeiler si trovö di fronte ad un urbario in pessime condizioni, in quanto non erano chiaramente indicati quali fossero i beni gravati e inoltre mancava qualsiasi riferimento ai rispet- tivi confini. Egli chiese pertanto al principe regionale il permesso di procedere alla compilazione ex novo

del medesimo. 31 Possiamo dedume che da tempo ormai i masi interessati di Vadena si sottraevano all'obbligo di pagare il censo, ma che i padri Gesuiti insistevano affinche venissero confermati i loro diritti. Alla fine il padre supe- riore dei Gesuiti, Josef Feuerstain, esibi una copia dell'urbario del Beneficio risalente al 1608, il cui originale del 1577 e conservato negli archivi di Innsbruck. In base a detto urbario erano soggetti alla decima sul vino e sui cereali a favore di Castelfirmiano

i seguenti 5 masi di Vadena: Cervo, Frizzi, Birti, Castello e Rosi. Il 12 dicembre 1634 i succitati masi vennero convocati ad una riunione e solo dopo lunghe trattative la contesa fu appianata in senso favorevole al Beneficio. Una simile dipendenza dei masi di Vadena da Castelfirmiano si spiega solo rammentando che durante il Medioevo i vescovi di Trento erano stati proprietari di terreni in Val d'Adige. Castel «Formigar», piü tardi detto Castelfirmiano, era infatti la fortezza piü importante del

Vescovato di Trento nella zona di Bolzano. 32 A norma dello statuto di fondazione il Beneficio di Castelfirmiano era obbligato a far officiare la santa messa a Vadena 12 volte all'anno. Ulteriori dettagli riguardanti la proprietä del vescovo di Trento sono trattati nel capitolo dedicato al maso Mover. Rivolgiamo ora nuovamente la nostra attenzione alla vecchia chiesa di S. Maria Maddalena. Per prima cosa colpisce la sua ubicazione sull'indifeso fondovalle che non fu mai risparmiato da nessuna delle

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 250 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
divenne monopolio di Stato. Gli agricoltori ottennero in compenso un risarcimento da parte dello Stato commisurato alla vastitä del terreno e all'ammontare presunto del guadagno ricavabile da altre e piü confa- centi colture sostitutive. Proprio grazie a questi indennizzi siamo oggi in possesso di numerose e precise notizie riguardanti la coltivazione del tabacco in quegl'anni. Ideale coltura alternativa al tabacco veniva con- siderato il frumento oppure il granoturco. A suo tempo nel

territorio del comune di Vadena la coltivazione del tabacco era alquanto diffusa. 9 Con l'avvento del regno d'Italia essa ricevette nuovo e notevole impulso. I Miori e i Viesi, in collaborazione con altri coltivatori di Bronzolo (Lentsch) e di Laives (Chizzola), fondarono una cooperativa per la lavorazio- ne delle foglie di tabacco. Verso la fine degli anni'20 a nord di Bronzolo e a ridosso della vecchia strada stata- le fu costruita la cosiddetta «Masera» per l'essicatura,la cemita e la frantumazione

delle foglie di tabacco. 10 La lavorazione delle foglie del tabacco in prodotti per fumatori avveniva a Mori in una fabbrica costruita ancora sotto l'Austria. La superficie destinata dai masi Birti e Castello a tale genere di coltivazione ammon- tava a 5000 m 2 e a Piccolongo era anche maggiore. L'allevamento del bestiame Negli urbari del Medioevo tra i censi e le contribuzioni in natura troviamo elencati solo gli animali da corti- le: maiali, agnelli, capretti, capponi, anitre, polli. Sulla scorta

di altri documenti, tuttavia, possiamo dedurre che vaste estensioni di terreno erano utilizzate come prati e pascoli. Campi e vigneti d'altro canto dovevano venir lavorati con l'ausilio di buoi, mucche e cavalli. In linea di principio il guadagno ricavato dall'alleva- mento del bestiame spettava al fittavolo. I proprietari terrieri fino al sec. XVII imposero agli affituari limita- zioni nella consistenza del bestiame onde evitare che prati e pascoli avessero il sopravvento su campi e vi- gneti.In base

ad un contratto di locazione del 1601 il massaro del maso Monte non poteva tenere piü animali di quelli strettamente necessari ai lavori dei campi e in nessun caso poteva allevare bestiame da macello (vedi il capitolo dedicato al maso Monte). In epoca piü recente, ovverossia a partire dal XVIII sec., si affermö invece un altro criterio e cioe quello di pretendere che i fittavoli allevassero un numero minimo di bovini. Verosimilmente si cominciö allora a riconoscere, in base a criteri piü razionali,che

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 173 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
407 I motivi manifestamente piü antichi, come nei pezzi del M. Ozol e Corces, sono trattati per lo piü in maniera plastica, quelli piü recenti, al contrario, sono incisi 408 Deposito del Museo di Bolzano 409 Deposito del Museo di Bolzano 410 Forse da determinare come Fe Ia - circa 1“ metä del 9° sec. a.C. 411 Museo di Bolzano, Inv.nr. A 6504 412 Ad es. Corces. R. Lunz, v. nota 406, 157, tav. 65.6 413 Anche tra le bugnette e inserita una coppella 414 Cfr. il disegno di Perini. R. Perini

(Deposito del Museo di Bolzano) proviene tra l'altro un frammento di orlo, che per forma e decora- zione corrisponde ampiamente all'urna della tomba 156 427 E questo appartiene giä al passaggio alla fase Fe Ha 428 V. Bianco Peroni, v. nota 68, nr. 636 429 V. Bianco Peroni, v. nota 68, nr. 1122, 1123 430 R. Perini, v. nota 192, 44, fig. 1 431 G. v. Merhart, Archäologisches zur Frage der Illyrer in Tirol. «Wiener Prähistorische Zeitschrift» 14, 1927, fig. 2.1, 2 432 L'attribuzione di queste anse

a «boccali con beccuc- cio tipo Luco» non e sempre chiara, potrebbero appartenere in parte anche a semplici boccali ansati; poiche perö lo sviluppo dell'ansa procede del tutto parallelamente nei boccali di Luco e negli altri, il problema puo essere trattato insieme Anche con due, tre o quattro cordoni Museo di Bolzano L. Stauffer-Isenring, Die Siedlungsreste von Scuol- Munt Baselgia (Unterengadin GR). 1983, tav. 12.103 Ad es. Vadena, Inv.nr. A 2278/1136 PD Ad es. Vadena; Inv.nr. I 472 Ad es. Inv.nr

. A 2278 Ad es. nr. 136 Quasi sempre incisi R. Lunz, v. nota 42, tav. 13.13 A Vadena ad es. nr. 136, 94, 59, 9, 22, 67 162 Superficie dell'ansa nr. 98 corrispondente alle urne delle tombe 55 e 56 Cfr. soprattutto nr. 94. R. Lunz, v. nota 42, tav. 13.13, cosi come tav. 13.10, 12; cfr. inoltre il fram mento d'orlo R. Lunz, v. nota 42, tav. 16.3, che forse appartiene allo stesso vaso ; ampiamente corrispon dente il frammento con attaccatura dell'ansa a nastro del Peterbühel presso Fie (Inv.nr. 2341), per

il quäle tuttavia e poco certo se sia collegare ad un «boccale del tardo Luco» oppure ad un «boccale del Meluno antico» Deposito del Museo di Bolzano R. Lunz, v. nota 42, tav. 33.7 Ad es. Vadena nr. 9, 65, 13, 1; Meluno. G. v. Merhart, v. nota 431, fig. 5.13, 15 Come abbiamo giä esposto nel 1971 (1974), 65-67 risp. 1981 (R. Lunz, v. nota 406. 180-182) Bugnette geminate risp. bugnette singole indipenden- ti dal listello verticale non compaiono piü nella «Serie di Meluno» Similmente ai «beccucci del

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 149 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
In base alla classificazione di Antonio Pautasso (t 1986), il miglior conoscitore delle monete preromane dell'Italia settentrionale 746 , la nostra moneta appartiene al «tipo 3» 747 . Questo tipo di moneta, con un peso medio di gr. 2,90 ed un diametro medio da 17 a 13 mm., e diffusa principalmente nell'area della Liguria - Piemonte e nella pianura lombarda sud-occidentale ed e stata coniata in tale zona. Monete del tutto analo- ghe, perö, vennero ritrovate anche in insediamenti del Veronese del

tardo Ferro (ad es. Castel Sottosengia e Monte Loffa), cosi che appare verosimile 748 ricondurre il reperto di Vadena a relazioni di scambi commerciali tra la popolazione della Val d'Adige e gli abitanti della Valpolicella 749 . Per la parte cronologica delle dramme padane Pautasso annota che i conii con il peso ridotto a circa 2,75 gr. 750 si usavano probabilmente a partire dalla seconda metä del 3° sec.a.C. e vennero prodotte con tale peso, quasi invariato, fino alla conquista romana di Massalia

(49 a.C.). Per una datazione piü recente del 3° tipo, Pautasso utilizza l'associazione, presente in diversi depositi dell'Italia settentrionale, di dramme pada ne con denarii repubblicani e perciö arriva ad una datazione compresa tra gli inizi del 2° e la prima metä del 1° sec.a.C. Anche i contesti degli scavi piü recenti dell'area a sud del Po suggeriscono una collocazione cro nologica «intorno al 200 a.C.» per le dramme del 2° e del 3° tipo 751 . E cosi anche per il nostro reperto si poträ supporre

una datazione piuttosto antica, da una parte perche l'immagine di Artemide e ancora abbastanza vicina al suo modello classico 752 , dall'altra perche nel contesto stesso di scavo di Castelchiaro/Leuchtenburg non compare nulla di ciö che indicherebbe il tardo 2° o il 1° sec.a.C. In questo contesto e da rilevare che, a poca distanza dall'area sacrificale sul ripido pendio boscoso del Leuchtenburg, sono visibili alcune piante di edifici del Ferro recente. Da quest'area provengono due chiavi di ferro

, si profilano anche resti di muri antichi, che procedono a forma di arco e che si potreb- bero considerare come «vallo» o recinto. Se, dopo il nostro excursus, ritorniamo dalle alture del Monte di Mezzo al nostro punto di partenza, cioe la necropoli di Vadena, e andiamo alla ricerca di altre forme di oggetti caratteristiche del Ferro recente, notere- mo, accanto alle spade ed agli elmi Latene, anche forme che sicuramente non discendono dall'« ambiente celtico», ma sono da associare con la cerchia delle

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 340 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Il maso versava: alla Chiesa di S. Maria Maddalena 8 fiorini e 48 Kreuzer, al signor Menz 5 fiorini e 30 Kreu zer, all'ufficio censuario di Caldaro due carrate di legna, 3 staia di sorgo e l'equivalente di 3 pasti il giomo del- la sagra, alla comunitä di Fondo 10 fiorini per il riscatto del diritto di pascolo, al Beneficio di Castel Firmiano la decima e, infine, imposte per 10 fiorini e 38 Kreuzer. Per effetto del matrimonio di Josef Peter von Zallinger di Bolzano con Maria Justina von Menz

, figlia di Georg Anton, il maso Pelhamer nel 1770 si trasmette alla famiglia von Zallinger. Un documento del 1775 37 descrive come segue la consistenza dei beni. Peter von Zallinger possiede: il maso Pelhamer, l'annesso maso detto Pfi- sterle, alcuni terreni rivieraschi sui quali una volta sorgeva una costruzione ed, inoltre, il Dodeschgenhof, composto da casa colonica, stalla, cantina e prati. In uno dei poderi incolti del Pelhamerhof c'era perciö una volta un edificio che oggi non siamo in grado

di localizzare esattamente. Oltre a ciö Josef Peter von Zallinger possiede anche la casa denominata «Nicolö o Gamellen», nella quäle abi- tano i fittavoli. Uno di questi e Johann Weger, menzionato nel 1766. 38 Nel 1768 Zallinger stipula, in nome e per conto della moglie, un contratto di affittanza con Georg Sturm. Questi s'impegna a consegnare annual- mente 185 staia di mais, per cui possiamo dedume che il granoturco era coltivato in grandi quantitä. 39 Assai interessante e anche il contratto del 1776 fra

Zallinger e Gotthard Delvai 40 , in base al quäle il conduttore si obbliga a tenere non meno di 50 animali, fra cui 2 o 3 cavalli. Il relativo ricavato e perö a suo beneficio. Anche i gelsi sono di sua esclusiva pertinenza, dal che si evince che il proprietario non era particolarmente interes- sato all'allevamento dei bachi da seta che invece veniva considerato come guadagno supplementäre da parte del fittavolo. Il censo fondiario e la decima venivano pagati dal proprietario. L'affittuario dal canto suo

duran- te il periodo del raccolto doveva provvedere a sue spese al mantenimento del saltaro o guardia campestre. Ol tre alle giä citate gabelle egli deve dare al proprietario anche una libbra (mezzo quintale) di burro e tutto il vi- no ad eccezione di 24 ome, oppure il controvalore di 15o fiorini. Un terzo del letame puö essere utilizzato dal conduttore a suo piacimento, il resto e riservato alle vigne. Il colono deve dissodare i terreni incolti e curare la manutenzione dei fossi e delle strade

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 110 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
caso - partendo dai pezzi sicuri - con l'aiuto della forma del beccuccio, del profilo e deH'ornamentazione e tramite un confronto con Meluno (dove non compare nessun boccale tipo Luco con decorazione a ghirlande e bugnette geminate) si potrebbe riuscire ad isolare l'«orizzonte del primo Meluno» dalla «fase del tardo Luco». Per quanto concerne la collocazione cronologica relativa dei boccali del «tardo Luco», si offrono diversi spunti ornamentali e tipologici in rapporto ad altre forme della

ceramica di Vadena della fase Fe Ha. Benche la forma del boccale presupponga di per se un ripido attacco della parete ed un'altezza adeguata, perö nella spalla rialzata, arrotondata o a spigoli e nella forma dell'orlo - per quanto espanso in maniera meno accentu- ata - si manifestano sicure corrispondenze tra i profili dell'orlo del «tardo» Luco e quelli delle «classiche urne di Vadena» con decorazione impressa o a trattini contrapposti (ad es. tomba 26, tomba 147); ulteriori legami compaiono anche

nella composizione dell'argilla, nella fattura, nel colore bruciato e - sporadicamen- te - nella nera superficie color fumo della ceramica 443 . Anche nella decorazione ritornano alcuni motivi, simili o leggermente variati, sia sugli uni che sugli altri vasi; perö la ceramica tipo Luco presenta sempre dei legami piü stretti con la tradizione. I due elementi decorativi essenziali dei boccali del «tardo» Luco sono - come giä detto - fasce angolari a zig- zag e gruppi d trattini contrapposti; le fasce

angolari si rifanno a modelli piü antichi e passano di moda - come la decorazione «a falsa cordicella» - giä nel corso della fase Fe Ha. I gruppi di trattini contrapposti, invece, proprio durante questa fase diventano il motivo ornamentale preferito e si conservano ininterrotta- mente - su ceramica di Meluno - fino alla prima etä del ferro inoltrata. Le tombe 123 e 138 offrono i migliori confronti con la decorazione a trattini contrapposti, spesso bordati da una Serie di punti incisi, dei boccali del

«tardo» Luco 444 e quelli delle urne di Vadena. L'urna con spalla rialzata arrotondata e orlo leggermente esoverso della tomba 123 445 e chiaramente associabile alla fase Fe Ha grazie ai frammenti di un rasoio semilunato e di uno spillone a doppio disco di bronzo. L'uma della tomba 138 (Tav. XV. 13) 44Ä , la cui curvatura della spalla, a confronto di quella della tomba 123, sta piü verso il cen- tro del vaso, e databile, in base al pendaglio ad uccello ritrovato insieme ad essa, al passaggio

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 162 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
esempio a Salomo o ai Pochi, dove non si trova alcun riferimento a materiali piü antichi, cioe del periodo Latene. Che fibule romane a coda di granchio, con arco liscio o costolato, compaiono associati nello stesso ritrova- mento - quin di siano coeve - si desume dagli inventari tombali di Vadena; anche nella tomba 104 di Salorno si presentava un'analoga situazione 863 , ma quelle «unitä tombali» sono da valutare, come e noto, con estre- ma prudenza. Nella tomba di Salorno compaiono, come

corredo, anche un orecchino ripiegato a forma di B con attacco spiraliforme di filo metallico ed un pendaglio a «lunula». Un analogo orecchino (d'oro) si ritrova anche nella necropoli di Vadena, il quäle, in base al contesto tombale, si puö collocare nel primo Impero; anche per il pendaglio a «lunula» sono noti confronti del l°sec.d.C. 864 . Per quel che riguarda la cronologia delle fibule a coda di granchio, ancora oggi nella letteratura archeologi- ca 865 circola 866 l'idea di Noll, cioe che tale

forma di fibula sia stata portata per oltre 500 anni dai rozzi Reti. E' vero che la fedeltä ad un tipo antico di fibula del medio-tardo Latene e di per se notevole e parla a favore di una continuitä del popolamento dell'area della Valle dell'Adige, ma - come abbiamo visto - la struttura della fibula non e rimasta invariata 867 . La tarda fibula a coda di granchio con sei Serpentine poste su entrambi i lati dell'appendice della testa, e da datare essenzialmente al primo periodo romano; ciö viene

confermato in primo luogo dalla tomba XXVIII di Vadena, dove compaiono tipi lisci e profilati insieme ad una fibula sudalpina a balestra con archetto rialzato e piegato ed a una fibula fortemente profilata con staffa traforata del tipo Almgren-68 - fibule che non arrivano molto oltre il l°sec.d.C. 868 . Perciö si poträ dubitare anche dell'unitä della tomba 112 di Salomo 869 , che Noll, in base al ritrovamento di una moneta (falso provinciale di un asse di Commodo del 184), datata alla prima metä del

3°sec.d.C. Maggiori riserve suscita la valutazione cronologica («fine 3°sec.d.C.») della fibula a coda di granchio del Dos dei Carpeni di Zambana (TN) 870 , poiche l'interpretazione di questi reperti come contemporanei non appare sufficientemente assicurata dal rinveni- mento del «tesoretto» 871 . Accanto alla fibula fortemente profilata, molto simile al modello che si incontra anche nella necropoli di Tires 872 , la fibula sudalpina ritrovata nella tomba XXVIII di Vadena, con staffa rialzata

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 356 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
dalla prima moglie, Maria Haller, ebbe i figli Hans e Stefan e successivamente sposö in seconde nozze Mar- greth Pacher. 14 1 contratti di affittanza comportavano per il fittavolo il pagamento di un gravoso canone d'af- fittO; il Rochenhof ed l'Häringhof vennnero ceduti dal giorno di S. Martino del 1582 al medesimo giorno del 1585 ad Antoni Campanella e a Bernhard Stupin, entrambi di Egna. Essi dovettero pagare 133 fiorini in due ra te uguali e anticipate, cadenti rispettivamente il giorno

di Caldaro il censo, le imposte ed altre contribuzioni in natura. Una volta all'anno doveva altresi pro- curare un carro di scandole ovvero provvedere alla sostituzione e alla sistemazione della paglia del tetto. Se ne deduce che a quel tempo le case erano verosimilmente coperte con paglia, ma in parte giä con scandole. I tet- ti di tegole fecero la loro comparsa solo piü tardi. Se il proprietario intraprendeva una qualche costruzione, il fittavolo era obbligato ad assicurare il trasporto del materiale

necessario. Oltre a ciö era tenuto a mettere a disposizione 100 carri di pietrame per l'arginatura dell'Adige. All'inizio dell'affittanza Florian ricevette dal proprietario 16 manzi, 9 staia di frumento e 28 di segala per la semina dei campi ed in piü attrezzi, strumenti e carriaggi per un valore di 105 fiorini. Al momento del recesso egli dovette restituire un ugual valore in ani- mali, sementi e attrezzi. Nel 1616 l'amministratore Johann Jacob Prunner impose ai masi di Piccolongo di rafforzare gli

argini dell'Adi ge, affinche la proprietä e loro stessi non avessero a subire danni. Nel 1660 i fittavoli dei masi di Wieser Jacob dovettero pagare una multa di 20 talleri perche il guardiaboschi li aveva sorpresi a tagliare legna nella proprietä del Principe regionale. Nel 1584 fittavolo del maso Leonhard era Valtin Aichner di Cortina all'Adige. Fino al 1675 detto maso fu di proprietä di Daniel Feigenputz von Griesegg, giä amministratore dei Signori di Salorno. Nel 1749 gli succe- dette Carl

Feigenputz. 17 Nel Catasto teresiano del 1775 Franz Karl von Wieser figura proprietario sia del Leon hardhof che dei masi Rochen, Pf raumer e Häring. Intorno al 1600 Jacob Wieser, nativo di Ora, acquistö per primo l'Häringhof 18 e nel 1698 Jacob Wieser, avvo- cato giudiziale a Tubre, stipulö un contratto d'affito per il Rochenhof. 19 Nel 1711 proprietario di quest'ultimo era il Dr. Urban Wiser, scritturale a Tubre. 20 Il Meitlhof era stato suddiviso in due parti giä nel corso del sedicesimo secolo. Per

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