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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 64 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
— 62 — e il 1867, originariamente ad un solo binario, ora in gran parte rad doppiato. lì. ima delle poclie ferrovie transalpine, clie supera il cri nale a cielo scoperto, con una massima pendenza del 44 °/oo f' ra Colle Isa,reo (Gossensass) e il Brennero. Entro i confini dell'Alto Adige essa non è che un tronco della linea di grande traffico intemazionale: Verona- Ala-Trento-Bolzano-Bressanone-Imisbruck-Kufstein-Mónaco; la linea più diretta che unisce l'Europa centrale con quella meridionale

, non possiede che la sola linea trasversale della Val Sugana (Trento-Bassano-Venezia). Le ferrovie secondarie dell'Alto Adige, se sono invece numeri camente assai più numerose di quelle del Trentino, non ne hanno però l'importanza, economica. Infatti se si tolgono le linee Bolzano-Oaldaro, Merano-Lana, Bressanone-Vania, Brunìco-Sand e la ferrovia del llenón, iu complesso una rete di non oltre 60 km., le quali servono anche al movimento locale, riunendo i principali centri agricoli ai loro rispet

; il suo movi mento quindi è in gran parte di transito e supera le corone 90000 per km. Ma oggigiorno, oltre questa grande arteria trasversale, abbiamo pure due grandi linee longitudinali: quella della Pusterfa, lungo il corso della Eiénza, che si stacca, dalla linea del Brénnero alla For tezza (Franzensfeste), fino a Dobbiàco, da dove prosegue per Sfllian- Lfenz-Villach-Klagenfurt; d'importanza regionale sopratatto per l'Au stria, perchè serviva di raccordo fra le due linee trasversali del Bren nero

e della Vienna-Trieste.; inoltre la linea, della Venosta, d'interesse solo locale (Bolzano-Merano-Malles), ma che fu portata a risalire il corso dell'Adige, fin quasi alle sue sorgenti assai di recente (1906), e che acquisterà ili avvenire maggiore importanza, quando sarà reso definitivo il tracciato provvisorio, eseguito durante la guerra odierna, che da Malles attraverso il Passo di Eésia, scende a, Nauders e LAndeck, ad unire la Venosta colla media valle dell'Imi. Dall'esame della carta ferroviaria

dell'Alto Adige risulta, che se il reticolato delle ferrovie principali è abbastanza rado, a causa della montuosità della regione, è però assai completo, stendendosi lungo tutte le valli principali; mancando per ora soltanto in Val Passìria, dove tuttavia v'è in progetto una ferrovia fra Merano e Vipiteno, sotto il Passo del Giovo, onde unire direttamente la Venosta al Brénnero; cosicché ferroviariamente è una regione molto più completa del Tren tino, il quale oltre la linea longitudinale del Brénnero

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 11 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
si estendevano ad occidente oltre tutta la Val Venosta, tino a Ponte Alto dell'Imi, e ad oriente fino alla Chiusa. Quando nel .1363 si es ti use la famiglia dei Mainardi, conti di Tirolo, avvocati del Principe vescovo di Trento, la contea princi pesca del Tirolo passò ai duchi d'Austria, che favorirono con ogni mezzo la germanizzazióne della regione, ed estesero detta Contea alla Pusteria e oltre Brennero. L'Ampezza.no invece vi venne incluso sol tanto dopo le guerre combattute, fra il 1508 e il 1516, coi

Vene ziani. Nel 1531 al principato ecclesiastico di Trento veniva sottratto il territorio di Bolzano, restando invece la diocesi a.i vecchi limiti, cioè ormai più estesa del principato. Ad ogni modo esso durò, con una certa autonomia, fino al 1802, anno della secolarizzazione dei prin cipati ecclesiastici all' epoca della conquista francese, conservando inalterati i suoi confini fino a Rovere della Luna e lungo lo spar tiacque del Noce e dell'Avisio. Nel 1803 i principati vescovili di Trento

.no i dialetti ladini. I Longobardi, costituito nel vi e vii secolo il Ducato Trentino, contesero ai Bajuvari il dominio di Bolzano e del Merenese. Il do minio ecclesiastico di Ingenuino (605 d. 0.) vescovo di Sabiona (vesco vato trasportato attorno al mille a Bressanone) si stendeva come oggi fin oltre il Brennero ed era considerato come vescovato italiano. Nel 1027 furono eretti i principati ecclesiastici di Bressanone e di Trento, quest'ultimo considerato come feudo d'Italia, e i suoi con fini

e Bressanone, e con essi tutto l'Alto Adige, perdevano il resto della loro autonomia, per passare sotto il governo dell 'Austria. Dal 1805 al 1S09 furono sotto il dominio bavarese e dal 1810 al 1813 il Trentino fu da Napoleone unito al Regno Italico a costituire il Dipartimento dell'Alto Adige, il quale però, oltre il Trentino, comprendeva solo il territorio di Bol zano, ma non Merano e le valli Venosta e Passiria, perchè il contine tagliava la Val. d'Adige a. mezzo corso fra Bolzano e Merano, stac candosi

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 10 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
Gaìdaro. Castelrotto, Chiusa, Egna, liana, Merano, Passnio, Sarentiiio, Sil andrò. Questi 10 decanati sono suddivisi in 56 parrocchie e rispet tive curazie; parrocchie che hanno un'a,rea media kmq. 64,6 e mia popolazione media di 2800 anime, assai superiore a quella dei comuni. A Bolzano risiede un Prevosto infoiato, vicario per la, parte atesina della Diocesi di Trento. Le sorgenti dell'Adige, tutto il distretto di G-lorenza, noncliè il tratto orientale dell'Alto Adige, colle valli della

parte della Val Venosta, appartiene oggi, nell'Alto Adige, la Val Monastero, nella quale però più della metà della popolazione è di confessione evangelica. 5. DIVISIONI STORICHE. — I primi abitatori delle alte valli atesine, come di quelle del sottostante Trentino, appartennero alle stirpi mediterranee, anzi al ramo italico con preponderanti caratteristi che etnische, che nei tempi storici le popolazioni del piano chiamarono Beti. Ma l'impronta della latinità su queste genti alpine venne im pressa

dalla conquista romana. E difficile stabilire i limiti di tale conquista; ma all'epoca repub blicana, sebbene questi territori fossero abitati da genti ancora irrequiete, i romani ritenevano di aver portato il confine d' Italia al Brennero, sul crinale delle Alpi, chiamate dalla città più impor tante della Val d'Adige, Alpes Triäentinae. All'epoca imperiale, quando con Dm so e Tiberio la conquista romana si spinse oltre il Brénnero sul versante alpino settentrionale, e Augusto fondò a, difesa

d'Italia la provincia Bética che insieme al Nórico comprendeva il nodo centrale alpino fino al Danubio, il confine del Municipio Tridentino, che era aggregato alla, X- Eeg'ione d'Italia, venne portato verso la, Chiusa di Bressanone ad oriente, e presso Merano ad occidente. Due lapidi ci assicurano che a Sabiona, a sud-ovest di Bressanone, e a Parcines, sulla stretta di Teiles sopra Merano, v'erano due stazioni di gabellieri, ciò che indicherebbe che lì presso passava il confine. La X Regione d'Italia

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 8 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
) suddivisi alla loro volta in 19 Distretti giudiziari, 206 Comuni e una città autonoma (Bolzano). Esso era in cluso, col Trentino e 1'Ampezza.no, nella provincia del Tirolo (Contea Principesca del Tirolo) la cui amministrazione (la Dieta di Innsbruck) dipendeva dalla maggioranza dell'elemento tedesco transalpino. (1) La media estensione delle provincie del Kegiio d'Italia è di kmq. 4153; il Trentino mi sura kmq. 6353; l'Alto Adige ha una superfìcie poco dissimile da quella della provincia di Cuneo (kmq

Entro il confine amministrativo della nostra, regione invece, sono comprese anche le conche eli Cortina d'Ampezzo e di Livinallongo, eli e appartengono agli alti bacini idrografici del Bóite e del Cordé- vole (Piave) e formano il così detto Ampezsano ; e vi rientrano pure alcune testate di torrenti transalpini, come quella dello Scliwarzerbaeh affluente della Drava, quella dello Zämserbach affluente dell'Imi, e quella del Venter Ache, che si versa nell' Oetzthal. Sono escluse invece le sorgenti

dell'Adige, aggregate al capitanato di Ländeck nel Tirolo Transalpino; la Val di Monastero appartenente al Cantone dei Grigioni (Svizzera); i cornimi di Rovere della Luna e di Tródena, che spettano ai capitanati trentini di Mezolombardo e di Cavalese; la valle di S. Silvestro, sopra il Passo di Debbiaco, unita al capita nato di Lienz, e le alte valli di Eimbianco, Popena- e Valfonda, appartenenti al comune cadorino di Auronzo, entro i confini del Regno. I limiti geografici sono compresi: fra il parallelo

di 47°5' di lat. IST. alla Vetta d'Italia (Glockenkaarkofl, m. 2914), che è il punto più settentrionale del confine naturale d'Italia, e quello di 46' 13' di lat. X. alla Chiusa di Cadine o di Salorno, la così detta « porta trentina. d'Italia »; e fra il meridiano di 0° 5' W. di M. Màrio (JVL della Chiesa o Strickberg sopra Dobbiamo, m. 2547) e quello di 2° 10' W. di M. Màrio al Passo del Forno (Ofen Pass, m. 2155) in territorio svizzero. 2. SUPERFICIE. — La regione fìsica, comprendente tutto l'alto bacino

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 32 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
contro gli italiani ostacolando la cultura e la immigrazione dell'elemento trentino, sopratutto attorno a, Bolzano. Tuttavia, l'importanza dell'elemento italiano tornò ad aumentare nei sec. xvn e xvin per il commercio della seta e l'industria dei tra sporti sulla piazza commerciale di Bolzano, che si regolava comple tamente all' italiana. Anzi durante tutto il periodo della Controriforma, Bolzano sotto l'egida elei vescovi di Trento, divenne un posto avan zato di difesa della romanità e del

Questa nobiltà, laica od ecclesiastica, ma ghibellina politicamente e tedesca d 'origine, dopo sopraffatti i feudatari guelfi latini, chiamò come coloni o canojn (boscaiuoli, carbonai, minatori) copiose immi grazioni tedesche (assiani, bavari, sassoni), che diboscarono le pendici ancora impervie e sfruttarono le risorse minerali della regione, stabi lendosi poi sui pascoli più aprichi delle costiere, mentre sul fondo delle ampie valli, per lungo tempo, continuò a prevalere l'elemento romano

, con lingua e diritto latino lino ai sec. xni e xiv. Così nel tratto atesino gli stessi possessi fondiari appartenevano in gran parte ad italiani, che dichiaravano di vivere secundum Curiam romanam, e nella stessa città di Bolzano, durante il sec. xv la maggioranza della popolazione parlava italiano. Fu nei sec. xv i e xyii che ac- . cresciuti di numero e di potenza i coloni tedeschi, per la protezione della Casa d'Asburgo padrona della contea del Tirolo, l'elemento tede sco venne alla riscossa

cattolicesimo, contro l'invasione germanica e protestante transalpina. In questo periodo, ad onta dell' antica germanizzazione della re gione, l'elemento italiano ebbe notevole incremento anche in P usi eri si. per il commercio coli'Ammezzano e il Cadore, sopratutto all'epoca dello splendore di Venezia, che per la « strada d'Ai emagna » inviava in Germania i propri commercianti e ambasciatori ; mentre in Venosta, ad onta dell'editto del 1610 del conte di Tirolo principe Massimiliano d'Asburgo che proibiva

di usare nella chiesa la lingua ladina, il ro mancio continuò a parlarsi in parecchi villaggi, fino ai primi del sec. xix. Si comprende, che quando nel 1S10 il Tirolo meridionale venne unito al Kegiio italico, il tratto da Bolzano a Sai orno era ormai in gran parte riguadagnato all'elemento italiano, e tali condizioni rima sero inalterate, anzi migliorarono in tutta la prima metà del sec. xix, per l'insediarsi nella regione di agricoltori trentini della Val di Non, sulle terre abbandonate e paludose

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 12 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
regione, il Bolzanino e l'Ampezzano. L'Austria con due note successive, una anteriore (27 marzo 1915) ed una posteriore (16 aprile 1915) alla- proposta italiana, si diceva disposta a cedere all'Italia, colla prima solo i Capitanati distrettuali dì Trento, Rovereto, Tìone e Borgo, tenendo però per se la valle al pina di grande valore strategico di Madonna di Campiglio, mentre la nuova linea di confine avrebbe tagliato la Val d'Adige vicino a Lavis a solo 9 km, da Trento, sacrificando quasi metà della

sull'altipiano di S. G-enesio, tagliava a metà la Val Sareiitina e sceii-^ deva in Val d'Adige a.l disotto di Castel/rotto, da dove seguiva le creste dolomitiche della destra dell'Avisio verso oriente, escludendo le valli Gardena e Badia e raggiungeva il Dipartimento del Piave, al quale erano aggregate invece Ampezzo e Livinallongo. Neil' ottobre 1814 tutto l'Alto Adige, insieme al Trentino, tornava all'Austria, era annesso al Tirolo e vincolato, nel 1.818, alla Confederazione Germanica-, fino

al 1866, nel quale anno passava sotto il diretto governo di Vienna, Dopo lo scoppio della grande guerra europea, nel 1914, furono avviate trattative fra il Begno d'Italia e l'Impero d'Austria, per la cessione di alcuni territori in cambio della nostra neutralità. In una nota dell'8 aprile 1915 il Governo italiano chiedeva la, cessione del Trentino, con i confini del Begno Italico, dopo il trattato dì Parigi del 28 febbraio 1810: cioè il nostro contine politico avrebbe dovuto includere, della nostra

per i confini naturali d'Italia. ZONE ALTIMETRICHE E GEOMORFOLOGICHE (T ay . II). Nel cuore della, massa alpina, l'Alto Adige è tuttx^un paese mon tuoso, ma i grandi corsi d'acqua che lo intersecano scendendo al l'Adriatico, la diversa natura dei terreni che costituiscono la sua

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 16 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
. 4. IDEOGRAFIA. — L'Adige, clie per estensione complessiva del suo bacino (kmq. 14 604) è il terzo fiume d'Italia, e il secondo per lo sviluppo completo del suo corso (km. 404), ha quasi esatta mente la metà del suo bacino imbrifero (4.9,8 °/„ entro i limiti della nostra regione. I 1 suo sistema idrografico è rappresentato dalla, rete a ventaglio dei suoi affluenti, alle cui acque contribuiscono ben 155 ghiacciai, che hanno una superficie complessiva di 223 kmq. Tale si stema presenta una notevole simmetria

bilaterale, data dai due rami maggiori dell'Adige e dell'Isarco, che confluiscono a. Bolzano nel cuore della regione, nonché dalle valli longitudinali della Posterìa e della 'Venosta agli estremi, e dal corso trasversale del Passiri .0 e dell'alto Isarco, rispettivamente sopra Mera.no e Bressanone. L Adige nasce a m. 1571 ad oriente del passo di Bésia, e dopo attraversato il lago omonimo e quelli di Mezzo (Mitter See) e della Muta (Haider See), con una pendenza, elei 65 % 0 scende sul fondo

di ^ ''' ^ enosta, dove scorre con un'inclinazione inedia inferiore al 15 °/o 0 pei poi saltare nella conca di Merano con un dislivello del 60°/ 0 o* Q u b ricevute le acque del Passirio e del Valsura (Valtschauerbacb in Val d'Ultimo) impigrisce con una livelletta di poco superiore al 2 °/ 00 , nel tratto fra Merano e Bolzano, sotto la quale città confluisce coli'Isarco, dopo un percorso di 98 km, dalla sorgente; mentre dopo altri 28 km. di coi so lento e paludoso entra in territorio di Trento alla stretta

di Ladino sotto Salorno. Il suo bacino imbrifero proprio, eon esclusione cioè di quelli della lliénza e dell'Isarco, si stende nel nostro terri torio per kmq. 2963, il 40,7 % dell'intera superficie idrografica dell'Alto Adige. Ir 'Isarco, con un'area idrografica di 2120 kmq- (2(U% dell'intero Alto Adige), nasce poco lungi dal Monte del Sasso (Steinjoch) a m.l99i ad occidente del passo del Brennero, e con una serie di. i«*P'de, c ^ e raggiungono una inclinazione media del 274 %«, scende nella conca

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 51 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
Così, negli anni che corrono fra il ISSO e 1890, si manifestò in tutti i capitanati una emigrazione notevole, a causa della crisi agri cola clie si manifestò gravissima in tutta la Val d'Adige a coltura intensiva, per le malattie del gelso e della vite e l'avversa stagione; crisi che si ripercosse sull'economia pastorizia delle regioni alpestri, per cui buona parte della popolazione tedesca emigrò anche definiti vamente, verso i centri industriali dell'Europa centrale o nelle città (capitanato

di Bolzano incremento migratorio — 1,9 Brunico — 4,7 Ampezzo — 11,0 all'anno ogni 1000 ab.). Dopo il 1890 le condizioni economiche dell'Alto Adige andarono invece notevolmente migliorando e più rapidamente clie nel sottoposto Trentino, per cui in tutti i capi tanati si ebbe una ripresa notevole della immigrazione, data sopra tutto dai trentini che rioccuparono i vuoti lasciati nel decennio pre cedente dall'esodo dei tedeschi, e ciò specialmente in Val d'Adige e in Val Venosta (capitanato di Merano

e Silandro incremento migratorio del 2,6 e 8,1 °/ 00 negli ultimi due decenni); mentre i capitanati pre valentemente di alta montagna di Brunico e Ampezzo, presentano ancor oggi una quozione di emigrazione molto notevole, salvo negli ultimi anni in alcuni centri turistici alpini (Ampezzo) ove si sviluppò l'industria del forestiero, 4. RELIGIONI. — La religione assolutamente dominante nel l'Alto Adige è la cattolica, professata entro i confini della regione amministrativa, dal 96,4 °/ 0 della popolazione

, assistita da 282 sacer doti secolari e da numerosi ordini religiosi (ecclesiastici 0,4 °/ 0 della popolazione). — Gli evangelici sono poco più di due migliaia e mezzo, cioè Pl,l7o, e solo nel capitanato di Merano essi rappresentano il 3,1 °/ 0 della popolazione, attorno a questa città - stazione invernale di fama europea - essendovi i maggiori immigrati d'oltralpe (1). Gli israeliti raggiungono appena il migliaio e sono il 0,4 °/ 0 della popolazione, della, quale meno del 0,1 °/ 0 si è dichiarata senza

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Libri
Anno:
1919
Introduzione storico-geografica.- (Guida dei campi di battaglia); 1)
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Pagina 33 di 165
Descrizione fisica: 159 S. : Kt.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 219.331/1
ID interno: 402920
Fra le due linee delle Giudicane si comunica per mez zo della rotabile Riva, Arco, Sarca; della carreggiabile del Colle di Ball ino (Riva, Arco), e per la mulattiera di passo Gaverdina (Bezzecca, Bond o). Linea di Vai Lagarina. Da Verona, risalendo la val le deli Adige, la rotabile tocca la conca di Rovereto, cen tro importante di comunicazioni radiali, ed 1 nodi stra dali di Trento, La vis, Egna, Ora e Bolzano. Qui entra nella valle dell' Isarco; attraversa poscia la popolosa e ric ca regione

di Bressanone-M iìMbacli-Mittewald, il no do stradale di Franzenfeste e raggiunge Innsbruck sempre seguita da ferrovia. Questa linea di comunicazione, nel tratto Verona Trento, è sussidiata da tre tronchi rotabili: a) Uno si svolge sulla riva destra dell Adige per Bussolengo, Rivoli, Avio, Mori, Nogaredo: b) Un secondo, a sinistra, per Grezzana e le Fittan- ze della Sega inette ad Aia: c) Un terzo, staccandosi dalla rotabile di riva destra a Pastrengo per Affi, Cavallo di Moveza, Brentonico, scende a Mori

. Questi due ultimi tronchi evitano completamente la stretta di Rivoli—Ceramo. C) COMUNICAZIONI ATTRAVERSO LA BARRIERA SUD-ORIENTALE. Dalla 1 inea: Vicen za, Bassano, Cornuda, Feltre, Belluno, Longarone, le co municazioni raggiungono la linea Rovereto, Galliano, Mattareilo, Trento, Egna, Brunico. Esse sono le seguenti:

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 70 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
pure abbastanza numerosi, specie nei due sobborghi di Màja Alta e Bassa, sul lato sinistro della conoide del torrente Passino (Passaier B.), dove rappresentano oltre il 10 °/o della popolazione. Merano contava, nel 1910, insieme ai sobborghi di Màja, 22 473 ab., ma d'inverno e primavera, in tutti i suoi dintorni ospitava piti di 24 000 forestieri, essendo la più ricca colonia climatica di tutta la Venezia Tridentina. Le vecchie anguste strade con i loro portici bassi nella parte antica della

città, contrastano fortemente con le nuove costruzioni, dai larghi balconi ornati di fiori, dalle vie soleggiate, dai giardini e dai viali fioriti, fra cui la celebre «passeggiata Gisela». Assai inte ressanti sono la parrocchiale del xiv eil Palazzo comunale del XV secolo; l'elegante nuovo Teatro costruito nel 1900 e il Palazzo del Conte di. Merano, con una lapide che ricorda la cattura e il supplizio in Man tova, nel 1810, di Andrea Hofer, l'eroe leggendario della indipendenza tirolese. Sulle rive

del T. Passino e sui colli di Màja si stende la città, nuovissima, tutta sanatori, ville, pensioni, alberghi, stabilimenti idro terapici. ove si fanno tutte le sorta di cure, come forse in nessun altro luogo d'Europa. I dintorni, ricchi di borghi e di castelli, presentano passeggiate impareggiabili: una tramvia elettrica, attraverso i colli di Marlen go (Màrling) e Acérnes (Tscherms), conduce a Lana, all'imbocco della Yal d'intimo (tntentai), da dove parte la teleferica di S. Vigilio. Ma il luogo

più visitato dei dintorni è Castel Tirolo (m. 639), rovinato dopo lo scoscendimento del 1680, ma da dove si ammira ima superba veduta su tutta la Yal d'Adige fino a Bolzano e sulla Montagna di Mar lengo (Marlinger Berg), alla cui base con ardita serpentina sale la fer rovia della Yenosta. 3. BRESSANONE. — Antica sede di principato vescovile fin dal 99.2, quando vi fu trasportato dalla vicina Sabiona (Saben), ebbe sopratntto importanza per la sua situazione alla confluenza della Riénza coli' Isarco

e sulle vie naturali della Pusterìa e del Brénnero, importanza che oggi ha in parte perduto essendosi questo centro di comunicazione spostato 9 km. più a nord alla Fortezza (Fanzensfeste), dove la ferrovia della Pusterìa s'innesta a quella del Brénnero. La città (6156 ab.), in una conca soleggiata ai piedi dell'altipiano di Scàves (Schabs) verdeggiante di viti e di castagni, allineata sulla destra dell'Isarco (in. 560), fu dimora fin dal medioevo di mercanti

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Pagina 20 di 172
Autore: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Luogo: Trento
Editore: Tridentum
Descrizione fisica: 155 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fassatal;f.Führer
Segnatura: II 226.586
ID interno: 387715
essere seguito per opera di gente latina, pur volendosi lasciare impregiudicati il tempo ed il modo. La valle di Fassa viene menzionata assai tardi nella storia. 11 primo documento che ce ne parli è del 1050 ed in forza di esso, per la divisione avvenuta tra il vescovo di Trento e quello di Bressanone, la valle rimase sotto la giurisdizione spirituale del secondo. In detto documento non si fa però ancora alcun cenno diretto della valle, indicandosi solo come confini parecchi dei monti che la dividono

conserva in Fassa; ed il voler vedere negli odierni Fassani i di scendenti più puri dei Reti, ossia dei più antichi abitatori delle nostri Alpi, di cui fa cenno la storia, non è certo, a mio parere, quella delle probabilità storiche che più regge alla critica. In ogni modo fra le tante supposizioni una cosa resta pro vata ed è che, se pure'Fassa fu abitata in epoche preistoriche, 10 fu certo in proporzioni affatto minime ed il vero popolamento della valle, come ho più avanti ragionato, deve

dalla vicina Fiemme. Da altri documenti posteriori al 1000 si rileva, che la po polazione non era allora divisa in villaggi, ma in masserie o casali posti sui due versanti della valle, mentre il piano di que sta era tutto occupato da prati e campi. La piccola comunità fassana si reggeva a forma di repubblica e la amministrazione della giustizia spettava ora all'una ora all'altra delle masserie esistenti. Risulta ancora che la valle veniva di frequente assalita dai signorotti di Castelrotto, di Fie

e di Selva, nessuno dei quali riesci però mai a debellarla o ad ottenere in essa delle terre o dei privilegi. In tali loro azioni di difesa i Fassani strin gevano alleanza colle popolazioni vicine, coi Bellunesi, coi Tre visani e più ancora con quelli di Livinallongo. Altre volte essi andarono in rotta anche con questi loro vicini e, come vuole la leggenda, su di un pianoro fra il paese di Penìa e Fedaia vi fu uno scontro con quelli della Marca Trevigiana in seguito a que stioni di pascolo fra loro

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Pagina 146 di 172
Autore: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Luogo: Trento
Editore: Tridentum
Descrizione fisica: 155 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fassatal;f.Führer
Segnatura: II 226.586
ID interno: 387715
globo. Alpinisticamente i Monzoni hanno pochissima importanza. Le punte principali sono : la Punta Selle (m. 2603) subito a sud del passo omonimo; a occidente di essa la Punta d'Al- lochét (m. 2582), a cui seguono diverse creste dette i Rizzoni (la più alta di m. 2625). Oltre una forcella ad occidente del Sasso Nero (m. 2513), che s'eleva a nord-ovest dei Rizzoni, evvi la Cima della Ricoletta (m. 2512) e dopo questa la Cima del Ma- linverno (m. 2636). 2. I monti della Vallacela. Questa seconda zona

, presa a sè, ha una direzione da sud a nord e va a finire a occidente sulla sponda destra dell'Avisio. Neppure questo ramo di monti ha grande importanza alpinistica. Sue cime principali sono: la Punta della V'allaccia (m. 2641), eh'è la più elevata e sta a nord-ovest della Cima del Malinverno oltre una costa erbosa, rotta da qualche cresta di roccia, che nella sua parte occidentale per il passo di Costella forma vai li co fra la valletta di Pismeda (che scende presso Moena) e la valle dei Monzoni

. Più a nord della Punta della Vallaccia s'elevano verso occidente il Sasso delle Undici (m. 2475) e il Sasso delle Dodici (m. 2443), che do minano i paesi di Vigo e Pozza; verso oriente, separato da un vallone {la Vallaccia) il Sasso del Mezdì (ni. 2503). IDROGRAFIA 11 gruppo della Marmolada è spartiacque fra l'Adige ed il ; Piave. Dal laghetto di Fedaia e dal ghiacciaio della Marmolada prende le sue origini l'Avisio, che scorrendo a nord della Mar molada, del Vernèl e delle Punte delle Cornade

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 65 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
Predazzo, e Gardena fino a Piano (Pian), costruite durante le ostilità dall'Austria a solo scopo militare. Indice della buona viabilità ferroviaria dell'Alto Adige avanti la guerra, è il dato di 4,8 km. di ferrovia- ogni 100 kmq. di superficie, mentre il Trentino non ne aveva eliti 3,9; e 4,2 l'intera provincia austriaca del Tirolo. La massima densità, di ferrovia risulta per il Capitanato di Bolzano, a questa città confluendo tutto il movimento ferroviario della regione (km. 7,1 ogni 100 kmq

da ferrovia. Fra le linee ferroviarie in progetto, oltre quella della Passiria, sono da ricordare la ferrovia del Porno, che partendo da Malles, do vrebbe penetrare in Val Monastero e sotto il passo del Forno con giungersi colla rete svizzera; nonché la ferrovia che dovrebbe unire Cortina d'Ampezzo al Cadore, e la rete tram vi ari a allacciente Livi- nallongo all'Agordino e alla Val Gardena, e la Val di Hon nel Trentino al Meranese attraverso il Passo di Senale. 2. LINK li AUTOMOBILISTICHE. — In attesa

che questi pro getti ferroviari si realizzino, la zona dolomitica dell'Alto Adige a con fine col Trentino. - che come vedemmo mancava, di ferrovie e tram vi e - prima della guerra era servita da linee automobilistiche esercitate in gran parte dallo Stato, per una lunghezza complessiva di km. 231 e che avevano un. forte traffico, specie nella stagione estiva per l'affluenza dei turisti. Le principali linee erano: Dobbiàco-Cortina d'Ampezzo . . . Km. 32 Egli a-Preda zzo . . . . » 38 Bolzano-Egna

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Pagina 101 di 172
Autore: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Luogo: Trento
Editore: Tridentum
Descrizione fisica: 155 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fassatal;f.Führer
Segnatura: II 226.586
ID interno: 387715
goni, le Cigolade; da ovest a sud: la Cima della Sforcella, la Roda di Vaél, il Croz di S. Giuliana, le Roe delle Strie, la Punta del Masaré, il passo di Costakinga, il gruppo del Latemàr, la valle di Fassa; in direzione sud-est i monti della Vaìlaccia, la valle di S. Nicolò, ed il gruppo della Marrnolada; da est a nord l'altipiano del Buffàure colla valle Giumella, il gruppo di Sella e quello del Sassolungo: più vicino a noi in direzione est-ovest le creste l'Aut dei Coi di Monción, la Torre

Rizzi, la Punta di Canalone, le Roe di Ciampié, la Pala della Giaccia, il passo delle Scalette, il Piccol Crónt, il Gran Crónt, la Pala delle Fer- made, la Cima delle Pope. 2. Da Perra. A) Per la valle dl S. Lorenzo al Vaiolét (ore 2 1 / 2 ). Lasciato Io stradone presto dopo l'albergo Rizzi (il punto è segnato da tabella) si sale sul pianoro dove è posta la chiesa. Si attraversa così tutto il paese fino all'ultimo gruppo di abita zioni, dove si passa sulla sponda sinistra del rivo di S. Lorenzo

. All'ultima casa un sentiero (tenersi a sinistra; la carrereccia a destra conduce alla frazione di Monción) sale pel versante set tentrionale della valle che in questo punto è limitata ad una semplice gola occupata dal torrente. Superata questa, si perviene nella carrereccia. (Questa sale da Perra con ripide serpentine lun go il dosso del monte e passa per la frazione di Monción; non è usata da pedoni, perchè più disagevole e più lunga). Si con tinua essa attraverso il bosco fino alle malghe di Gardeccia

. Qui vi è il Rifugio di Gardeccia (vedi sopra sub. / C). Oltre Gardec cia si attraversano pascoli, quindi detriti ed un rado bosco, sem pre in direzione della valle. Alia base delle Porte Negre, che ser rano la valle a settentrione, la carrereccia sale in belle ser pentine lungo la costa occidentale. Superata questa arriviamo al Rifugio del Vaiolét. Seguendo la strada da Perra al Vaiolét tutta la nostra atten zione è attratta dai magnifici colossi che circondano la romantica valletta. Lungh'esso

il cammino si passano infatti in rassegna tutte le punte della parte meridionale e centrale del gruppo; abbiamo a destra l'Àut dei Coi di Monción, la Torre Rizzi, la Punta di

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 15 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
II. Zona dolomitica limitata al lato sud-orientale della regione (11,8 °/o dell'area totale), dove al di sopra, di molli pendici di friabili arenarie triassiche, rivestite di verdi prati e di cupi boschi di abeti, •si elevano le potenti masse di dolomia del Trias medio, a strati sub- orizzontali, con pareti so vrain com beliti, a cime, guglie, torrioni den tellati, dall' aspetto più vario e fantastico, separate fra loro da selle profonde, depresse, che frammentano la massa montuosa in tanti

. Zona, calcareo-mesosoica alpina esterna, ristretta all'orlo sud- ovest del bacino dell'Adige (appena il 4,3 % dell'area totale), dove costi tuisce il fianco orientale della grande catena dei monti dell' Anaunia, alti ed eguali con linea di vetta uniforme ed ondulata, con pareti ri pidissime che scendono quasi a picco sull'Adige, unite, continue, senza importanti solchi vallivi, suddivise verticalmente in più gradini d'ero sione, scavati in stadi successivi dal ghiacciaio quaternario atesino, che

qui preinèva col suo lato destro, nel volgere che faceva verso sud. IV. Zona porfirica data da estese e potenti colate di materiale erst tivo antico, che occupa il centro della regione attorno a Bolzano e forma ampi ed ondulati pianori - altipiano di S. Genesio (Jenesien- plateau), del Ile,non (Battenplateau) e di Val d'Ega (Eggentalplateau) - sull'orlo del tratto inferiore della Val d'Adige e Val d'Isarco e ai piedi della zona dolomitica occidentale e delle vette dei monti Saren- tini (11,8

% dell'area totale). Questi ripiani sono coperti da abbon dante materiale di disfacimento (nel quale sono modellate le celebri piramidi d'erosione di Bolzano) e tagliati da gole incassate a pareti verticali entro la roccia portìrica, dove scorrono i brevi torrenti della regione; ma per la loro posizione e natura- di suolo sono coperti di boschi e fittamente abitati. Le maggiori vallate della regione (Adige, Isarco, Kiénza), per l'azione dei grandi ghiacciai quaternari che vi confluivano e si ana

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬La¬ Valle di Fassa e le sue Dolomiti
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Pagina 30 di 172
Autore: DeLuca, Romedio / Romedio De Luca
Luogo: Trento
Editore: Tridentum
Descrizione fisica: 155 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fassatal;f.Führer
Segnatura: II 226.586
ID interno: 387715
Sotto il dominio austriaco Fassa seguì le vicende del Tren tino. A preferenza delle altre valli fu presa di mira dai pangerma nisti, che in particolare nell'ultimo ventennio tentarono ogni mezzo per snazionalizzarla. E' merito pre cipuo della Lega Nazionale e della Società Alpinisti Tridentini, coadiu- Nel 1818 la valle venne stac cata anche ecclesiasticamente da Bressanone ed aggregata alla dio cesi di Trento. giudizio distrettuale; per gli affari politici ed amministrativi fu aggre gata

al capitanato di Cavalese. Stemma della giurisdizione di Fassa. vate dal clero, se il turpe proposito non potè essere in alcuna misura effettuato. Durante la guerra quello era stato prima inutilmente sug gerito e raccomandato col miraggio di infiniti vantaggi materiali, gli Austriaci Io imposero nella maniera più brusca e brutale. Al lontanati i sacerdoti e quelle poche persone che si ritenevano capaci di protestare e di ribellarsi, si introdussero le scuole te desche, si ordinò la predicazione in tedesco

e la lingua italiana venne per intiero bandita; unico tollerato era il gergo tassano, che figurava, accanto al tedesco, nei bandi emanati dal coman dante austriaco delle truppe che tenevano dall'inizio della nostra guerra quel (ratto di fronte. Così oltre alle requisizioni, alle depredazioni ed ai patimenti inflitti alle altre valli Trentine, Fassa si dovette vedere insultata in quanto vi è di più sacro per un popolo; bassa vendetta te desca contro quei poveri montanari che avevano tenacemente combattuto

l'iniquo piano di germanizzazione della valle. Il giorno 24 novembre 1918 anche la valle di Fassa salutò l'arrivo delle squadre italiane e vide finalmente compiuta la se colare aspirazione d'essere unita alla Grande Madre l'Italia.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Pagina 42 di 105
Autore: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Luogo: Novara [u.a.]
Editore: De Agostini
Descrizione fisica: 74 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Segnatura: II 87.677 ; 1.088
ID interno: 88598
a quella del Trentino (47.3 °/ 0 )- Si comprende come la massima esten sione si abbia nei comuni del tratto più meridionale dell'Alto Adige, dove i versanti montuosi sono in gran parte al di sotto del limite dei boschi. Così il capitanato di Bolzano ha metà della sua superficie coperta dalla foresta (49,9 %) e i comuni del pianoro porfirico di. vai d'Ega (Eggentlial) oltre il 70 °/ 0 - In simili condizioni si trovano i comuni degli stretti ed ombrosi fianchi della valle Pusteria e della vai

d'Isarco, con. una media su periore al 48 °/ 0 dell'area produttiva. Glie poi l'esposizione dei versanti abbia notevole influenza sull'e- tensione del bosco è confermato dalle percentuali di alcuni comuni del versante ad ombrìa della Val Venosta, che pur non essendo nel com plesso notevolmente boscosa (capitanato di Silandro 25,4 °/ 0 ), lianno invece fin 1' 82,0 °/o della loro area coperta da bosco (Montefranco = Freiberg). Relativamente scarsi di boschi (meno del 40 °/ 0 ) sono invece molti comuni

della regione dolomitica, per la grande estensione che vi as sumono i terreni incolti e i pascoli. Il reddito delle foreste è assai notevole, giacché nell'Alto Adige, sono sfruttate con norme razionali, che hanno preservato il paese dai. diboscamenti deplorati nel Trentino; pur nocendo allo sviluppo del bosco il taglio dei rami degli abeti fin quasi alla cima, come si. usa in Pusteria. La sorveglianza forestale è mantenuta da appositi organi pubblici, ma è coadiuvata, in modo soddisfacente dalla

popolazione. - 4. PRATI E PASCOLI ( Tav . IX). — L' estensione dei prati e dei pascoli è di kmq. 2816,05 (37,4 °/ 0 dell'area totale) con una per centuale assai maggiore di quella del vicino Trentino (31,0 °/ 0 ) ed eguale a quella del Tirol o transalpino. La distribuzione, nei vari territori comunali, è poi complementare a quella della foresta (che ha una su perficie assai simile), prevalendo le associazioni erbacee nelle zone su periori al limite del bosco. Così la massima estensione prativa si ha verso

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