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Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 92 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
città 2 ), s’assicura l’assistenza dei fratelli Adelberto e Bertoldo di Vanga. Gli insorti s’ uniscono ad Ulrico di Beseno già collegato con i Vicentini, e ad Ulrico signore d’Arco, che avea dalla sua, e Veronesi, e Bresciani, e prima facendo scorrerie in varie parti, sommuovono i contadini, e s’impadroniscono del castello di Mezzacorona. Indi si ritraggono sul territorio d’Arco -, e, riunite le loro forze, irrompono in Valsugana, e spogliano dei suoi beni Guglielmo di Caldonazzo. Saccheggiano

la comunità di Vi- golo, e poi, risaliti su quel di Povo, v’ occupano il castello, e di là minacciano Trento. Il Vescovo dà tosto mano alle armi, e corre ad assediare quel castello. Promette a quei di Povo (8 aprile 1210), che il castello non sarà distrutto 3 ), e con i soccorsi ottenuti dal conte del Tirolo e dai suoi fratelli, estende la guerra a tutti i di lui nemici. Pellegrino, padre d’ Ulrico di Beseno è fatto prigioniero nello stesso suo castello, e bastò questo avvenimento per indurre

ad avvilimento gli assediati del castello di Povo, e ridurre all’ impotenza i capi del- 1* opposizione. Arnoldo e Moscardino di Muscardo, Bertoldo di Bor gonovo, e Enrico di Ottone Grassi, che tènevano il castello, n’escono e si' rendono a discrezione, e poi tutti gli altri, eh’ ebbero parte principale nella rivolta, convengono un dopo l’altro ai piedi del Vescovo e ne implorano il perdono. Si narra, che Ulrico, di Beseno fu uno de’ primi a sottomettersi ; egli a dì 28 maggio dello stesso anno si presentò

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 213 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
di Trento, un esercito di 15 mila persone tra fanti e cavalli, ne manda una parte in Valsugana contro il castello d’ Ivano, eh’ era stato occupato dai Veneziani, e con la parte maggiore di circa 12 mila uomini cala improvvisamente -sul territorio di Rovereto (23 aprile 1487). Li comandavano Guglielmo conte d’Amasia, Giorgio di Sonnenburg, Federico Kampeller ed altri. I paeselli di Volano, Sacco, Lizzanella e Lizzana sono primi a sog giacere al furore di quelle truppe, e vi rimangono desolati ; la città

è stretta d’ assedio, e il Priuli rinserratovi scarseggia di munizioni e di vettovaglie. Vi s’ aggiunge il tradimento di due Lagarini, che fatta amicizia con i capitani dell’Arciduca, conducono il nemico ai luoghi meno fortificati, dove le artiglierie potevano agire più liberamente. Presa la città, rimanevano il castello e le terre adiacenti ; e qui la resistenza si fa più lunga per il valore e il patriottismo di certo To maso dal Morar di Brentonico, che sprezzando i pericoli, accorse in soccorso degli

assediati. Ci entra ed esce con incredibile ardimento, e si fa aiutare nell’ impresa daH’Albanesotto che comandava alla rocca di Riva 3 ). E intanto il veneto Senato inviava un esercito sotto la condotta dì Girolamo Marcello e di 'Pietro Diedo, il primo provve ditore ed il secondo capitano di Verona ; ina quell’ esercito impedito di procedere oltre, è costretto ad accamparsi a Serra valle. Di là il Morar faceva passare al castello armi ed armati, e finché si mantenne viva l’opera sua, il nemico non

riuscì a stancare la fermezza del Priuli. Il castello resisteva a tutta oltranza, ma i traditori suaccennati tornano ad impiegare le loro arti maligne in dann dei prodi asse diati, e in breve il castello fu costretto ad arrendersi. Si guardava al campo di Serravate che era passato agli ordini di Giulio Cesare Varano Signore di Camerino ; ma i militi veneziani, che aveano tentata la fortuna per accorrere in soccorso del travagliato castello, vi lasciarono la vita in un combattimento, sopraffatti dal

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 164 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
sino a tregua spirata; e,, per quel termine fu disposto che Biagio fosse soccorso nell' ideata impresa da Federico dì Graiffenstein, capitano del Duca. Spirata la tregua, Biagio insorge, ed eccita tutti a seguirlo; ma i Tesini non rispondono al suo invito, e Francesco da Carrara, tat colte le sue genti, con i soccorsi ottenuti dal marchese d’ Este e dai Bassanesi, fa invadere il tenere di Grigno. Biagio a mala pena può ripararsi nel castello d' Ivano, dove avea sede la sua famiglia- ma le milizie

carraresi, smantellato il castello di Gngno, lo inseguono e lo circuiscono in modo, che vedendo come ritardasse a venire F aiuto promesso dal Duca, patteggia con il-capitano Giovanni degli Obizzi una tregua di otto giorni. E nel frattempo era morto in Mi lano il duca Rodolfo (27 luglio), e tuttavia il capitano Graiffenstein, memore degli ordini avuti dal principe defunto, scende ih Valsugana, e dà principio alle sue operazioni militari contro il castello di san Martino sopra Scurelle. Meditava

di assalire i Carraresi eh’ erano sotto il castello d’Ivano ; ma visti i loro apprestamenti, e spaventato dal numero delle loro forze, dà di volta, e più non pensa a quell’ im presa. Biagio si trova per ciò abbandonato a se stesso, e, costretto ad arrendersi, consegna il castello (24 settembre) a Francesco da Lione, che iacea in nome del Signor da Carrara 3 ). es n duca Leopoldo, fratello di Rodolfo, avea ottenuto da Bernabò in isposala di lui figlia Verde (ottobre 1374), alla qual© il Visconti diede

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 224 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
valle ricadde allora in mano dei Veneziani -, e mentre ciò avveniva, Massimiliano fortificava il castello di Cresta, faceva espugnare Castei- barco sopra Chiusole, e radunava a Galliano gran copia di gente armata. Ma qui le truppe imperiali, assalite improvvisamente dai Ve- neziani condotti pei monti di Fulgheria da Giambattista Caracciolo sono costrette ad abbandonare il campo, a ritirarsi ed a rifarsi d’uo mini e di vettovaglie. Rimaneva da espugnare il castello della Pietra -, ma ritornati

da una fossa e dal muro che : dal castello andava all’Adige a). I Veneti incominciano a bombardare il castello, ma non riescono a conseguire il loro intento : le palle retrocedevano ripercosse dalle pietre, e gli assediati si difendevano calorosamente, mandando sassi e macigni sugli assalitori, e danneg giandoli con opportune sortite. E così andarono le cose sino verso la Pasqua, per fare la quale e Tedeschi e Trentini, lasciato al Campo un piccolo presidio, ritornarono alla città. C’ era di mezzo

una tregua di tre giorni combinata dai due eserciti, ma il Caracciolo, sorpassando la parola data, con una mano di giovani arditi e coraggiosi assale Lì castello, e presolo, sorprende Calliano e lo abbandona al saccheggio. La nuova desta in Trento una grande costernazione * vi si temeva che il nemico fosse da un momento all’ altro alle porte della città. 11 Vescovo anima gli uni egli altri a riprendere le armi, e a correre alla rivincita. Ma i Veneziani se n erano ritirati, e del fatto s’incol

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 235 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
del borgo s. Croce ricevette i feudatari ivi radunati, e che di là, circondato da cavalli, e preceduto dal collegio de’ sacerdoti, vi entrò, calcando le vie parate a festa e tra gli spettacoli mirabili, de’ quali fu 1 inventore certo Giorgio Alemanno musico, uomo di quel tempo chiarissimo “ d ). Alla piazza era un castello fabbricato con grande artificio, che poi fu preso di finto assalto ; una fontana, eretta di nanzi al castello del Buon Consiglio, versava un eccellente vino a conforto della

gente accorsa ad assistere alla solennità ; la porta della città, che metteva alla chiesa di santa Croce, era adorna di verdeg gianti corone, di delineamenti, di pitture e di pubbliche insegne ; due archi di grandiosa mole e di maravigliosa bellezza sorgevano uno dirimpetto alla Torre e 1’ altro nell’ uscire di contrada Larga ; dalla chiesa di san Vigilio al Castello nella collina, e sopra la piazza tutto era coperto con tele congiunte insieme e disposte in forma d’ arco, „ molificate con unguenti

, vi spiegavano il loro „ me- lifluo canto “ ; e poi v’ erano chi imitassero i muggiti del bue ed il nitrire del cavallo, e v’ erano pappagalli, gazze e corvi ammaestrati per rendere un saluto al Clesio, ed altari ornati di bellissime pitture, gran copia d’ ammonio, di cinamo e di mira, che accesi impregna vano 1’ aere del più soave 'odore. Venuta la mattina (8 settembre) del giorno seguente alla sua consacrazione, esce il Ctesio con tutta pompa dal castello sopra un superbo e ben guarnito destriere

, ac compagnato da arcieri, da conti, baroni e da altri nobili, dai vescovi che lo aveano consacrato, e, volgendo a passo lento alla cattedrale, riceveva le esternazioni del popolo plaudente. Entra nella cattedrale, e vi celebra la sua prima messa, poi vestito a rosso inforca il suo bianco destriere, e, percorrendo la città, ritorna al castello. Ivi inco minciano i ricevimenti, e la festività raggiunge il suo colmo : si fa mensa splendidissima rallegrata dalla presenza delle più belle dame della città ; e poi

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 468 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
vecchio Castello, ed un’ altra alle Laste; ta circondare il Castello da numerosa truppa per farne la scalata, e nel dì seguente dà mano al cannoneggiamento. Combatterono gli uni e gli altri valorosamente, il comandante la guarnigione si mostra vie più ostinato a resistere ; ma gli Austriaci s’aumentano, e la notizia della vittoria riportata dagli alleati a Lipsia incomincia a scuotere l’animo di lui, E tuttavia pensava di proseguire nella difesa. La sera del 29 una commissione composta del

podestà Rung, del savio Mersi, e del commissario Torre sani, va da lui per trattare della resa, e nulla ottenne. Si fecero quindi sgombrare le case vicine al Castello, dal palazzo Saracini, ora Rossi, a quello de’ Wolkenstein, per introdurvi la truppa, e si eressero nuove batterie con cannoni di maggior calibro; e malgrado questi nuovi preparativi, sperava il Tardini che ancor entro la giornata la fortuna facesse mutare feccia agli avvenimenti. Nulla però avvenne, e quel Comandante, vista

l’impossibilità di più sostenersi dinanzi al nemico, s'affretta a patteggiare la resa. In casa Salvotti, dove alloggiava il Commissario imperiale, fu stipulata quella convenzione (30 ottobre), per la quale gli Austriaci, ancor la sera presero il possesso del Castello. La mattina seguente n’uscì la guarnigione italiana, ad ore 10, ed a tamburo battente va a schierarsi sulla piazza di Fiera; ed ivi, deposte le armi, si costituisce prigioniera, e parte alla volta di Bolzano; spet tacolo nuovo, e primo che

troviamo registrato nella storia della no stra città *). , . CAPO XLIII Ritorno al governo, austriaco. ■ ( 1813 — 1847 ) N Occupato il Castello di Trento, l’autorità militare ordinò pub blici rendimenti di grazie per la vittoria conseguita dagli alleati sui piani di Lipsia; e questi rendimenti furori fatti nella cattedrale, come di solito, con messa solenne cantata dal Mons. Véscovo, e l’inno''di Sant’Ambrogio (l novembre 181 3 ). V’ intervennero il maresciallo Hitler con lo Stato maggiore

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 562 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
tiene di sopra in questa Lettera. 4. Oliando dal predetto nro Gratioso Signore pigliaremo il Castel del bSotT Consiglio di Trento de tenerlo aperto esso Castello per lui suoi Eredi et Successori* a loro stessi et quelli comanderanno, lasciandoli dentro, e fuori, et con tenerli in esso contro ciascuno, non eccettuando pur alcuno a costo et spese di Sua Signoria, et senza nro gran danno; et non vogliamo commettere, favorire ne comandare in alte modo cos alcuna contro quella nra Gratiosa Signoria, “Pro

vincia et Sudditi, fedelmente. . . 5 Et per maggior et miglior sicurezza et osservatone di questo, il predetto Gratioso nró Sign. Duca Sigismondo possi, et debbi met tere appresso nqi in esso Castello di buon Consiglio un Capitano, il quale a noi sii grato, et meritamente non dispiaccia, il quale con onesta' provisione di salario, et spese per la sua Persona, Suoi Ser vitori, et Cavallo, et per un numero, de’ nostri Suzzi debbino intervenire. 5 6. Et se occorreranno, o saranno da esseguire cose

tra la nostra Gratiosa Signoria d’Austria, et Tirol, suoi Eredi et Successori, parimente noi et Successori nostri. 8. Egli anco debbi torre tali Suzzi, et altri per custodia, et bisogno del Castello, acciò non siano indebitamente gravati, et a questi tali debbi in nostro nome dargli il giuramento, siccome si con viene, et tutti gli altri nostri Servitori, et Gentiluomini promettere, et murare d’esser a questo Capitano in custodir il Castello obbedienti, pronti et non contrafare a questa

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 194 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
, auch’ essi gelosi della veneta Signoria e desiosi di ve nire con essa alla rivincita. Se ne fa il tentativo, e questa volta ì nemici de’ Venezianisi diriggono sopra Rovereto. Lo assediano, ma sopraggiunto il Gattamelata con i rinforzi ricevuti per la via di Val larsi sono costretti a levarsi di là, e ad accontentarsi di scorrere e predare sulle terre vicine. I Veneziani però non s’arrestano, e portate le loro armi contro il castello di Lizzana, lo ebbero a patti. R f u circa, questo tempo, che

j a£ro al castello di Tenno e Giudicarie. La flottiglia è perciò impedita dì procedere, e Brescia non ottiene il bramato, soccorso. Senonchè a finirla intervenne lo Sforza, il quäle riesce a sloggiare il Piccinino da Verona, lo insegue entrando nei monti trentini; e presso ad Arco vince completamente il Marchese di' Mantova (9 novembre). Indi sale al castello di Termo, dove il Piccinino era entrato con. una parte de suoi, lo stringe d’ assedio ; ma quel generale riusciva ad involarsi insieme con il suo ufficiale

Sanseverino. È detto, che facendosi la notte, si fosse fatto calare giù dietro il castello, rinchiuso in un sacco e ingannando le guardie avanzate de’ Veneziani, come roba da soma 9 Brognoli: Opera citata , pag. 221. 9 Romani.ni : Opera citata , IV, pag. 196,

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 112 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
a Corrado vescovo di Frisinga, esortandolo ad assistere Egnone contro gli attentati di Ecelino da Romano, ogni volta che ne fosse, ricercato, e ad impedire il passo per le sue terre a coloro che por tassero soccorsi al tiranno l 2 Ma nella primavera Ecelino torna con nuovo esercito sotto le mura di Trento, e aiutato da Mainardo riesce ad entrarvi. Il Vescovo, costretto a fuggire si ripara con piccola scorta* secondo gli uni e con maggiore probabilità, nel castello di Belvedere e secondo gli

gli erano rimasti fedeli, e disponendo, che venissero riedificati certi castelli distrutti. Di questi si annovera il castello di Vigolo, già distratto dalle orde ecelinìane, che per la sua ricostruzione il Vescovo investe dì quel dosso e 1) Alberti : Annali cit. pag. 129. — Vergi : Codice dipi. Eceliniano , pag. 384. - 2) Frapporti : Opera citata, pag. 414. — 11 castello di Belvedere sor geva in alto e spazioso colle situato nella valle di Pinè, tra le due villo di Montagnaga e di Vigo. Oggi non

ne rimangono che poche vestigia,, © il luogo è detto Castello della Mot. Bonelli Notizie citate , II, pag. 408. 3) Durig : Beiträge ecc. pag. 52. — Egger : Geschichte Tirols, p. 293 , 4) Alberti : Annali cit. pag. 130-31. — .Frapporti: Opera citata, pagina 415.

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 138 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
tenuto d’ implorare dalla Santa Sede pei Conti e per tutta la sua diocesi 1’ assoluzione delle scomuniche e dell’ interdetto ; di rilasciare in mano di Sigifrido il castello del Buon Consìglio, e la torre Vanga; di au torizzare i Conti a reggere la città nel temporale per mezzo d 1 un loro capitano, e di tenervi un suo vicario generale per il governo delle cose spirituali. I Conti doveano restituire 1’ usurpato, il quale sarebbe amministrato dal vescovo di Coira mediante capitani da luì delegati. Con

le rendite vescovili doveano essere stipendiati ì presidj del castello del Buon Consiglio, di casa Vanga, Castel Trento e delle porte della città. Dovea inoltre il Vescovo rendere annualmente ra gione a scelti arbitri dei frutti percepiti dalla sua Chiesa: 1 ), sancire le sentenze, che fossero pronunciate dai Conti, perdonare ogni eccesso ai preti loro famigliar!, e ritenere valide le condizioni espresse nel- Y atto di pace. Il Vescovo potea fruire liberamente del territorio a lui assegnato ; doveansi

abolire le pretese dei Conti sul castello del Buon Consiglio e su la casa Vanga; e-se il Vescovo morisse, prima di avere ottenuta la promessa assoluzione, il vescovo Sigifrido i) Nota l’Alberti (Annali eco. pag. 200), che in due registri vescovili dell’anno 1300 sono indicati i poderi liberi spettanti al vescovato lungo l’Adige, gli affliti e le annualità dovute alla Camera por questi poderi^ e dalle curie di Trento, Àia, Arco, Cedro, Magnano, Cles, Volsana, Malé, San Tomaso e Bolzano, non meno che

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 203 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
, e come questi incominciarono ad agire sul popolo per trarlo dalla loro parte, il Vescovo si ritrasse dalla città, 'rifuggendosi in Bolzano, o lì presso, nel castello di Kimbelstein, ove dimorò esule più di due anni. Una delle cose, per le quali il Vescovo era caduto nello sdegno de’ Trentini, fu la disposizione da lui presa di conferire a Tedeschi le cariche del principato. A ripararvi Io chiedeva il bi sogno della pace ; ma il Vescovo non osava pensarci, e ci pensò in luogo suo 1 ’ arciduca

11 ; uomo di scarso ingegno e avverso ai letterati, che diede un pontificato oscuro e di nissuna utilità. Del resto il nostro Vescovo quanto fu improv vido per la città e pel principato, altrettanto fu solerte nel provvedere al bene materiale della sua Chiesa, lasciando ad essa gran copia di vasellami d’ argento, e reintegrandola dell’antichissimo feudo di Ca stellare, del quale, i Marchesi di Mantova da molto tempo non chie devano l’investitura ; e poi rifornì e ristorò il castello del Buon Con siglio

, rifabbricò con grave dispendio il castello di Coredo in Anaunia, e con la parsimonia sgravò la Chiesa da molti debiti 4 ). 1) Alberti: Annali citati , pag. 331. 2 ) Alberti: Annali citati, pag. 332. 3 ) Alberti : Annali citali , pag. 334. 4 ) Alberti : Annali citati, pag. 332. — Frapporti : Opera citata, pagina 509 .

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 372 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
il Magistrato dispose che fosse rimesso il selciato delle vie della città, e che pel ricevimento i consoli avessero vesti di cerimonia acconciate alla spagnuola, e parrucche alla delfina ')• E Principe ve scovo con altrettanta premura si diede ad ammobigliare il Castello, ed a farlo pulire in alcuna sua parte. Vi fece fare al torrione il pa vimento di marmo rosso e bianco, e in esso, e nel salone, ordinò che fossero ristaurate le pitture vecchie, e che il Fontebasso, fatto venire da Verona, ne dipingesse

di nuove. Giunta la Principessa in Ala, il Vescovo vi manda suo nipote il conte Gervasio e il conte Bortolazzi a complimentarla e ad invitarla in nome suo. La accoglie al Castello, ed ivi ossequiata dal Capitolo, dal Magistrato e dalla nobiltà trentina, pranza da sola nella stessa camera di udienza. E servita dalla Cavriani, che si teneva in piedi dirimpetto a lei, e la inchinava profondamente ogni qualvolta che le porgeva una vivanda. E scritto che la Principessa era di mediocre statura, bruna

di colore, magra di corpo, con 1’ occhio sinistro più brillante del destro, la bocca grande e il labbro superiore nel parlare alquanto contratto in alto. Era vestita di stoffa rosea a fiori d’argento, con mantellina di doppio velo nero ed una cuffia a nastri verdi 2 ). Dopo il pranzo ella si recò alla chiesa dì Santa Maria Maggiore, e poi al Duomo, quivi ricevuta dal Vescovo e dai canonici. Rientrata in Castello, dopo la cena, si con geda dalla nobiltà di Trento, dicendo di volere partire in privato

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 482 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
stituilo il colonnello del reggimento de' cacciatori imperiali barone de Zobel; il quale aveva a’ suoi ordini 18 compagnie di fanteria e due squadroni di cavalleggieri 1 ). Vi giunse pure il commissario politico barone Bertolini, il quale pose il proprio ufficio in Castello. Di notte (12 aprile) furon portati via i conti Gaetano Manci, Matteo Thunn, Giuseppe Festi, Pietro Sizzo, e tradotti in Germania. Il Municipio, invitato a dichiararsi intorno alle proprie intenzioni, ed a quelle dei

chiuse Port’Aquila e Porta Nuova, e fatte guardare da militi le Porte San Martino e Maria Teresa. I corpi franchi scesi alle Sarche assalirono (14 aprile) i cacciatori imperiali ivi appostati, e li costrinsero a ritirarsi nel castello di Toblino. Se non che sopravvenute nuove truppe, l'Arcioni con la sua schiera si ritira a Stenico, dove Manara accorre da Salò a rinforzarlo 2 ). Presso Santa Massenza gli Austriaci riuscirono a fare 21 prigionieri, e questi sono tradotti e scortati a Trento. Erano

tutti italiani ad eccezione di pochi disertori del reggimento Geppert e de’ primi non si ri corda che il nome di, certo Blondel nativo di Genova, eh’ ebbe in sieme con altri suoi col leghi di sventura l’infelice sorte di essere fucilato alla fossa del Castello (ló aprile), in onta ai piissimo vescovo Giovanni Nepomuceno, che con le più calde preghiere, e gli atti di squisita umanità, era accorso per la salvezza di quelle giovani vite 3 ). I Bersaglieri, calati nel Trentino prima a drappelli e poi

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 109 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
dell’ opposizione, è costretto ad esulare. Si ritira ad Andriano, castello de suoi avi rimpetto a Terlan, e là e fuori, soffre, e si ma-, neggìa allo , scopo di guadagnare partito alla sua causa. Tratta con il conte del Tirolo, e ottiene, che gli confessasse quanto possedeva dr feudo della Chiesa trentina 2 ) ; riesce poi a rilevare i diritti che gli sì competevano in Levico ed in Selva, e dichiara le somministra zioni, a cui sarebbero tenuti i Levicani nel caso che dovesse andarvi in persona

o volesse portarsi a Roma 3 * e conferisce a Gunfo e Sinibaldo di Castelcorona, e ai loro eredi, a titolo di feudo con la riserva del jus apertura , il dosso superiore al castello del monte .Asio chiamato Sommatore, ad effetto di edificarvi un nuovo ca stello con la regolanerla di prati intermedi /l )- Del resto in Trento continuava a prevalere l’autorità del Ve scovo intruso, e non era minore quella, che vi esercitava Sodegerio. Costui intimo dì Ecelino, e fedele esecutore de’ suoi ordini, entrava

in tutti gli affari, deliberava, vendeva e concedeva investiture, ora in nome di Corrado re de Romani, ed ora per T autorità di Federico II, che solea invocare anche quando Federico era nella tomba, e sempre poi d intelligenza con il tiranno di Verona. Nel maggio del 1253 riceveva da Ecelino, in ricompensa de’ servigi prestati la metà del monte e dosso del castello di Arco con le stesse prerogative, con le quali 1 avea goduto Riprando 5 ) ; ma il giogo, a cui era assogget tato il paese pesava forte

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