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Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 10 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
Iago, che, a quanto indicano certi Testi gi, riempiva tutta, la Talle sin presso Roncogno. Per tale mutamento il Ver silia dovette rallentare la sua fuga, e quindi ingombrato un po' alla volta i bacini esistenti lungo il suo corso cogli ammassi di ghiaia, che veniva trasportando dall' interno- delia valle, e poi seppellire e nasconder per sempre le primiere montuosità, e finalmente ridurre quello spazio a un regolare altipiano, quale oggidì comparisce. Ognuno può osservare l'enorme

approfondimento ope rato nei secoli decorsi dal Fersina nella valle interna, e- quindi calcolare quanto debba essersi alzata la superficie del suolo posto fra i colli di Casali no e del Tegazzo, che fu il depositario di tanto materiale scondotto. Hè io son lontano dal credere, che appunto la triste condizione a cui le irruzioni del torrente condannavano quest' ampio tratto di terreno, sia stata la principale cagione, per la quale F antica strada romana dovette tenersi in alto, poggiando sulle colline

di Madrano e di Yigalzano, finché varcato il Fersina nel sito più opportuno, per le falde dei monti Orno (Kom) e Canzana di fronte al Castello, discen deva più comoda nella inferiore Yalsugana. Anzi giudico essere avvenuto per la medesima causa, che il circondario perginese, quantunque contermine alla valle dell 1 Adige, e quasi auch porte di Trento, restò fino dai primi tempi del l'era cristiana aggregato alla diocesi della lontana Feltre* Ad affrettare Y attuale conformazione del bacino per- ginese

concorse oltremodo la caduta di un pezzo di monte dalla parte di sera, che riversandosi nella valle e nel lago sottoposto, lo colmò per lungo tratto delle sue macerie, e lo divise in due parti ineguali ; la minore verso Roncogno potè venir presto coperta dalle nuove ghiaie del Fersina, ma la maggiore, quella cioè fra Canale e Caldonazzo, si è conservata sino ai nostri dì, lasciando però nella porzione vicina a Pergine un vasto palude, che solo in questo se colo fu asciugato e felicemente ridotto

a coltura. 11 Fersina però, impedito da questo nuovo ostacolo,, dovette alzare sempre più il suo letto e il terreno adia cente cól continui suoi materiali scondotti dalla valle, finché arrivò a; superare le alture che lo cingevano fra il Ciré e Roncogno-; e allora si aprì una nuova strada verso la valle del Siila/per discendere con essa nella valle dell 1 Adige,, Il difranamento del monte suddetto è facile a scor gersi, ma non se ne può indovinare F età ; ora vi si è

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Libri
Categoria:
Giurisprudenza, politica
Anno:
1880
¬Il¬ sistema di archiviazione vigente nella provincia del Tirolo
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Pagina 56 di 59
Autore: Untersteiner, Ercole / esposto da Ercole Untersteiner
Luogo: Innsbruck
Editore: Wagner
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Tirol ; s.Archivierung
Segnatura: I 100.886
ID interno: 211323
Aggiunte. 5 ß esteso il. relativo documento, ma Volpi non lo fece ar chiviare. Nel Febbi ■aio 1878 Leoni vendette lo stabile Pie- tradoro a Giorgio Piccoli, e nello stesso anno il Volpi vendette quello all 5 Iscbia a Giuseppe Valle, e poco dopo il Valle lo vendette a Giuseppe Casagr and a. I relativ documenti ■ vennero tutti regolarmente archiviati. Giuseppe Casagranda, qual successore del Valle e del Volpi, esercitò il passo sullo stabile a Pietradoro. ma s’ oppose Giorgio Pìccoli, il quale

, non volendo tol lerare la servitù, insorse contro il Casagranda coll’azione negatoria, asserendo usurpata la servitù. Il convenuto Casagranda opponeva, avere il suo autore Giovanni Volpi comperato il diritto di servitù sullo stabile Pietradoro da Pietro Leoni, producendo il relativo documento. Tale diritto, aggiunse, passò collo stabile all’Ischia in Giuseppe Valle, e da questo in esso convenutò. In base al contratto il passo sullo sta bile Pietradoro fu esercitato prima dal Volpi, poi dal Valle

, e finalmente da lui —- circostanze queste ultime confermate dal Volpi e Valle introdotti e sentiti come testimoni. Su questi fatti venne offerto anche, il giu ramento suppletorio, Il convenuto deferì inoltre all 1 at tore il giuramento decisorio ir riferi b i l e sulla circostanza, che quando egli comperò lo stabile Pietra doro, gli fu detto, che il Volpi proprietario dello sta bile all’Ischia aveva comperato il passo sullo stabile a Pietradoro da Pietro Leoni, e elio anzi il Leoni disse ■ad esso attore

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Libri
Anno:
1880
¬Il¬ Trentino : appunti e impressioni di viaggio ; volume unico
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Pagina 74 di 297
Autore: Gambillo, Carlo / di C. Gambillo
Luogo: Firenze
Editore: Barbèra
Descrizione fisica: XII, 277 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Literaturverz. S. [265] - 274
Segnatura: II 74.459 ; II A-3.889
ID interno: 154750
[CAP. III.] LA VALLE DELL’ A VISIO. 59 che V Avisio trasporta gratuitamente all 5 Adige la pri mavera. A Lavis comincia la Val di Cembra t Zimmer- thal pei Tedeschi, più probabilmente dai cirmoli (pinus cembro) ond 5 erano anticamente ricoperti i pendìi, an ziché dal nome dei Cimbri, i quali potrebbero averla anticamente abitata. Comunque sia, la valle malgrado la sua vicinanza e le sue relazioni col paese tedesco si è completamente verwälscht, e in Cembra come lungo tutto il corso dell’ Avis

io il dialetto trentino risuona in tutti i villaggi, tranne ad Altrei piccolo paesello nella bassa Val di Fieni me, il cui campanile aguzzo spicca sulle falde del Sólajól come una pro testa del-germaniSmo ricacciato. La parte inferiore della Valle dell’ Avis io non è nè dilettevole nè agevole per il pedone, nè la con siglierei a chi volesse recarsi in Fieinme ed in Fassa. Più interessanti strade sotto tutti i rapporti e più fa cili sono: quella postale che da Egna (NeumarM) per il monte Ci sio n sale

a Cavalese, ed il sentiero che per l’amena Valle di Pine mena da Civezzano a Bedol, Spiazzo e Segonzano. Quest 5 ultima specialmente per chi non voglia uscire dal Trentino è preferibile. Sulle rive del lago della Seraja un buon albergo e la lieta compagnia di numerosi Trentini che vi si re cano a godere il fresco nella calda stagione, fanno dimenticare la fatica dell’ ascesa; nella discesa pel Rio della Regnana il viaggiatore ha di che distrarsi nel .contemplare gli omeni, immensi coni di terra che

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Libri
Anno:
1880
¬Il¬ Trentino : appunti e impressioni di viaggio ; volume unico
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Pagina 226 di 297
Autore: Gambillo, Carlo / di C. Gambillo
Luogo: Firenze
Editore: Barbèra
Descrizione fisica: XII, 277 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Literaturverz. S. [265] - 274
Segnatura: II 74.459 ; II A-3.889
ID interno: 154750
Girando verso levante della rócca d’Arco s’in contra la via che conduce a Trento, risalendo per un tratto il corso del Sarca. L’aspetto elei territorio per corso da quella strada non è guari interessante fino al paese di Dro : a sinistra si eleva P erto e selvaggio monte dì San Giovanni ed a destra lo Stivo, che separa la Valle dell 5 Adige da quella del Sarca, e sui fianchi del quale si drizzano su dirupato ciglione i bruni ruderi del castello di Drena, che appartenne dapprima ai signori

di Sejano e venne da questi nel 1175 venduto a quelli di Arco. A poco a poco la strada s’interna in un paese che pare colpito da una maledizione. La valle è cosparsa di frantumi di mon tagne, dì sassi, di rovine ciclopiche, quasi che un monte si fosse colà di subito sfasciato, o che quello fosse stato il teatro di una lotta a sassate fra Titani. Quelle rovine, che si stendono dalla stretta delle Maròcche 1 fino a Pietra Murata, si crede con fonda mento sieno le morene frontali dell 1 antico ghiacciaio

che dalPAdamellò scendeva per la Valle del Sarca, e il prodotto di frane dei monti vicini. I frantumi che si scorgono, secondo il professore Omboni, non sono che le parti superiori eli quelle morene formatesi dopo cessato il passaggio di un grande ghiacciaio che scendeva per il bacino dell’ Adige fra Trento e Vezzano. Oltre il lago di Cavedine, formato dal Sarca, la via sale per la valle fino al luogo chiamato le Sar- 1 Marocca in dialetto trentino significa propriamente rauric- duolo a secco

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Libri
Anno:
1880
¬Il¬ Trentino : appunti e impressioni di viaggio ; volume unico
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Pagina 196 di 297
Autore: Gambillo, Carlo / di C. Gambillo
Luogo: Firenze
Editore: Barbèra
Descrizione fisica: XII, 277 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Literaturverz. S. [265] - 274
Segnatura: II 74.459 ; II A-3.889
ID interno: 154750
[CAP. Vf.] LE GIUDICAR JE. ' 177 al settentrione, al passo del Ghiacciaio Cavento, da cui si scorge la sottostante Valle di Fumo, col Ile di Ca- ■ stello (2891) e le montagne della Yaleamoiiica. Dal Bocchello di Cavento, proseguendo il viaggio nella di rezione nord-est, si può percorrere tutto quello ster minato mare dì ghiacciai che si distende fino al To nale, sul quale s’innalzano le Tette del Corno di Ca vento (3443), del Cro##on di Forgorida (3140), del Gare Alto (3461), del Fossori

di Genova (3506), della Lòbbia Alia (3116), della Lobbia Bassa (3036), clel- V Adamello (3652) e del Mandrone (3410). Poco più sotto di Breguzzo si trova il displuvio fra la Valle del Sarca e quella del Chiese, ed i rì denti laghetti di Roncone alimentano un torrentello che scende ai mezzodì per incontrare il Chiese a Pieve di Buono. Questo ruscello ha la sua sorgente ai piedi del versante meridionale del ghiacciaio della Lobbia, e percorrendo le lunghe e diserte valli di Fumo e di Danne raccoglie nel

suo corso da un lato tutti i rigagnoli prodotti ' dai ghiacciai che si esten dono dalla cima dell’ Adamello fino alla Valle di Roncon, dall’ altro tutti quelli che scendono dalla lunga cornice che segna il confine fra il Trentino ed il Regno (P Italia, la quale altre volte divideva il Principato dal territorio bresciano. Le cime di questa catena, anticamente chiamate Finii diedero alla parte superiore della Valle di Daone, che va dal punto de nominato le JBoazze fino ai piedi della Lobbia, il nome

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Libri
Anno:
1880
¬Il¬ Trentino : appunti e impressioni di viaggio ; volume unico
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Pagina 198 di 297
Autore: Gambillo, Carlo / di C. Gambillo
Luogo: Firenze
Editore: Barbèra
Descrizione fisica: XII, 277 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Literaturverz. S. [265] - 274
Segnatura: II 74.459 ; II A-3.889
ID interno: 154750
[CAP. TI.] LE G1ÜDICABIE, .. 179 Il doppio forte dì Lardare, eretto ai due lati della valle, vieta la salita dalla parte di Brescia e la di scesa dalla Valle di Daone, e a quanto si può ar guire dall' apparenza esterna, è il meglio costruito e munito del Trentino. Ultimamente esso fu provveduto di artiglierie Uchatms di grosso calibro e furono com pletati i lavori di difesa. Tutta la Val Bona è fiancheggiata da altissimi monti, coperti dalla vetta alle falde di fittissime selve di ogni varietà

di conifere; solo di rado la roccia nuda si mostra sulle più eccelse cime od in qualche spaccatura, da cui precipitano fantastiche cascateli e; qua e colà sulle rive del Chiese, fra le folte macchie di ontani, le seghe e le fucine fanno udire il rumore dei loro congegni messi in moto dalle candide spume del torrente. Una volta tutta la valle fino a Con di no era sparsa di ferriere ; ora anche quell 1 industria, che teneva occupate varie centinaia di operai, è morta essa pure in causa della linea daziaria

che impedisce T esito di quei prodotti . 1 Da Strada a Condino la vallata non è nè varia nè accidentata, ma vi spira una calma ed una me stizia che non mancano di poesia. Verso sera, spe cialmente, quando le bellissime montanine, le più av venenti del Trentino, ritornano dal lavoro dei campi, facendo echeggiare la valle coi loro ritornelli scuciti e lieti, e lo squillo argentino delle chiesuole nascoste nell 1 ombra della foresta saluta la stella della sera, 1 A Creto, i signori Gllsenti aveano

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Libri
Anno:
1880
¬Il¬ Trentino : appunti e impressioni di viaggio ; volume unico
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Pagina 78 di 297
Autore: Gambillo, Carlo / di C. Gambillo
Luogo: Firenze
Editore: Barbèra
Descrizione fisica: XII, 277 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Literaturverz. S. [265] - 274
Segnatura: II 74.459 ; II A-3.889
ID interno: 154750
nascosto fra i tronchi, nel musco, fra i cespi delle felci. Qual musica quella dei larici che stormiscono sotto il soffio potente del vento della montagna, quale infinita poesia quella che in mezzo alla libera natura vi inebria 1’ animo ! A Stramentizzo siamo di nuovo in riva al tor rente, ed il gajo verde elei prati smaltati dalle corolle del croco rallegra la valle, le oinbelle del sambuco spandono per 1’ aria più tiepida il loro profumo, la natura si fa più ricca e meno povera la gente

, tanto che a Molina una grande iscrizione vi promette nien temeno che diecimila anni d’indulgenza per la tenue spesa di cinque pater e cinque ave. Sarebbe peccato non approfittarne 1 Ma eccoci a Cavalese (985) capoluogo della Val di Fi emme. Ecco finalmente degli alberghi rigurgi tanti di allegri alpinisti, i quali v’ invitano a buttar giù lo zaino che s’ è fatto greve greve, quasi che le famose fate maligne della valle v’ avessero nascosto qualche pezzo di gélenite, di umlite od altra di quelle robe

in ite, di cui vengono quassù a caccia i geo- ioghi di tutti i paesi. Mentre le gambe allungate sotto la tavola si sdo lenziscono e lo stomaco aspetta la cena, do una scorsa ad un libretto sulla Valle di Flemme dell’av vocato Vittorio Riccabona, il quale vorrà perdonarmi se metto in quest’occasione a sacco il suo bellissimo lavoro. Come quasi tutti gli altri popoli del Trentino anche ì Fiemmesi o Fiemmazzi sono di stirpe reto-efrnsca .

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