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Libri
Categoria:
Storia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Pagina 243 di 292
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 271 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Segnatura: II Z 759/14(1976)
ID interno: 62133
to di Innsbruck, Innsbruck 1910, pp. 129 - 131. 9) Mi si permetta di rinviare al mio Andrea Palladio, cit., vol. II, pp. 288 - 290 e 292 - 295. Per un successivo dibattito, e il punto, su Villa Comaro, si veda ancora l’intervento dello scrivente: Due apparizioni inattese: Michele Sanmicheli e Vincenzo Scamozzi per i Pisani a Piombino Dese, in «Architectura», 1976. 10) Cfr. H. SEMPER, Documenti intorno allafabbrica del Castello del Buonconsiglio a Tren- to, in «Ârchivio Storico dell’Arte

», 1,1885, pp. 384 - 385. Conviene, in ogni caso, avvertire che la fabbrica di Innsbruck, cosi come pensata e costituitasi, è del tutto estranea alla con- cezione, nonché palladiana, rinascimentale al senso italiano, dello spazio. 11) Vedila in R. KOHLBACH, Die barocken Kirchen in Graz, Graz 1951, tav. 17: cit. da E. HUBALA, Palladio und die Baukunst, cit., p. 38 (e tav. 38). Cfr. anche,E. MORPURGO, Gli artisti inAustria, Roma 1962, pp. 7-8: non va, del resto, dimenticata l’origine toscana del de Pomis

e, con essa, la possibilità di una diretta matrice albertiana della sua concezio- ne del prospetto ecclesiale. 12) Per S. Pietro di Castello, cfr. nel mio Andrea Palladio, cit., vol. II, pp, 321 - 323: anche per il dibattito sui tempi costruttivi e l’interpretazione dei progetti originari da parte degli esecutori; per S. Petronio, vedasi ibidem, pp. 403 - 407. Ma cfr. anehe S. RAY, «Palladio, laprospettiva e gli antichi. In margine alle facciate delle chiese, in «Quademi dell’Istituto di Storia

dell’Architettura», 1975, pp. 95 - 104. 13) Sul clima, rappresentato o se si vuole emblematizzato dal Dietterlin, basti il rinvio alle belle pagine di E. FORSSMAN, Saule und Ornament. Studien zum Problem des Manie- rismus in der nordischen Sâulerhuchern und Vorlageblàttern des 16. und 17. Jahrhunderts, Stockholm 1956, pp. 149 sgg. e di M. TAFURI, L’architettura del Manie- rismo nel Cinquecento europeo, Roma 1966, pp. 311 sgg, 14) Sull’esperienza vicentina e palladiana dello Schickhardt, cfr. G. SCHWEIKHART

, Hein- rich Schickhardt e il Teatro Olimpico, in «Bollettino del CISA ’A. Palladio’», XI, 1969, pp. 393 - 398,1 testi e i disegni dello S., conservati in tre fascicoli presso la Landesbiblio- thek di Stuttgart, erano già stati resi noti da W. HEYD - B. PFEIFFER [e altri], Hand- schriften und Handzeichnungen des herzoglich württenbergischen Baumeisters Heinrich Schickhardt, Stuttgart 1902. 15) Cfr. G. SCHWEIKHART, Heinrich Schickhardt, cit., passim e figg. 227 - 228, 230 - 231, 233, 235: per gli

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 234 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
tradizionale e tende ad aspetti modemi mediante la eonfessione sentimentale dell’amore, un amore doloroso, penoso - concetto lirico di tutti i tempi nel senso con- tenutistieo e variabile e svariato nelle singole epoche del Medioevo, del Rinascimen- to, del Barocco e del Romanticismo. La fortuna del petrarchismo di gran parte dei paesi europei coincide in questo a- spetto: semplicità individualizzata come espressione di sentimento amoroso, condi- visa dalla musicalità lirica che si conforma

alla situazione sentimentale del poeta, e in piú prefigurata da un vivaio di parole, ritmi, simboli ed immagini tradizionali. Non si spiegherebbe certo la base culturale del fenomeno se si volesse ridurlo a questa semplice funzione. Infatti, la poesia petrarchista risulta da fattori moito piu profondi e radieati nel sistema propedeutico e filosofico dell’universalità rinasci- mentale della forma e del pensiero, sistema che segna dei passaggi estremamente impliciti fra le epoche del Medioevo e del

Rinascimento. Per quanto riguarda il nostro problema del formalismo petrarchista tedesco ba- sterà accennare - in un sunto molto schematico - a due momenti che detenninano la costanza del tipo poetico in questione: 1) la preoccupazione poetico-retorica che parte da un crescente interesse per l’in- terpretazione delle poetiche antiche (aristoteliche) che si diffonde attraverso innu- merevoli trattati del Cinquecento influendo sulla fonnazione linguistica della poesia in volgare b; 2) la concezione

dell’amore concentrata nella lezione neoplatonica e riflessa in una lunga serie di scritti che richiamano ormai solo da lontano il De amore di Andrea Cappellano 2) . Nel primo caso basta ricordare gli scritti in parte indipendenti, in parte interpretativi di J. de Nores, A. Minturno, G. G. Trissino, del Vida ed altri che portano alla poetica dello Scaligero, alle considerazioni del Du Bellay e di Ronsard, dell’olandese Daniel Heinsius modello di Martin Opitz che presenta ai suoi connazionali una teoria

poe- tica atta a risolvere il problema della propria lingua letteraria. Dall’altro lato figurano i trattati d’amore eoncepiti nel pensiero neoplatonico del- la seuola del Ficino, e realizzati su una base sociologica tesa a dettare il comporta- mento del Cortegiano. Da qui s’impongono convenzioni di un modo di vivere im- pemiate sulla dicibilità della poesia, e che segnano fra altro un limite sociale ridotto all’ambiente cortegiano ed accademico. Non siamo piú al punto di poter parlare di semplice

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 155 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
9) Su questa convergenza cíelle due piü grandi operazioni critiehe speculatíve rela- tive a Hegel, cfr. soprattutto U. SPIRITO, Gentile e Marx, in Lafilosofia del co- munismo, Firenze, 1948, pp. 97 - 132 e A. NEGRI, Attualismo e marxismo, in «Giom, crit. della fil. Ít.», 1957, pp. 101 - 154. 10) HEGEL, Filosofia del diritto, Introduzione. Va intanto notato che lo scioglimen- to del nesso del concetto e della sua realizzazione porta anche allo smarrimento dell’acquisto piu importante, in vista

di una dialettica giuridica attiva, del criti- cismo kantiano. Ed è smarrimento neokantiano, messo in evidenza da uno che, si vedrà è uno dei migliori esponenti della riflessione giuridica athalistica, A. Vol- picelli, il quale, sulla base di una precisa indicazione gentiliana (cfr., ad es., La riforma della dialettica hegeliana, Firenze, 1954, p. 5. «Intesa con Kant la sen- tenza del concetto come proposizione della categoria, si cancella ogni originalità (oggettività) dei concetti in sé consistenti

, e il vero concetto diventa lo stesso atto del concepire»), puó osservare: «Se il merito fondamentale del formalismo giu- ridico neo-kantiano è di avere riaffermato, contro il naturalismo positivistico, invalso nelle dottrine giuridiche dopo il 1860, l’idealità e l’universalità del diritto, il suo difetto maggiore è di essersi arrestato ad un concetto astratto e antistorico della categoria del diritto, come anticipazione ideale e schema ad aeterno dell’e- sperienza giuridica, ed una determinazione

analitica ed empirica di questa cate- goria. Col primo errore, il fonnalismo neo-criticistico perdeva la grande conqui- sta kantiana della natura spirituale (o formale) delle categorie, ripiombando nel platonismo e nel conseguente dualismo di fenomeno e idea» (La teoria del diritto, in U. SPIRITO, A. VOLPICELLI, L. VOLPICELLI, B. CROCE, Roma 1929, p. 91). L’eliminazione del dualismo tra fenomeno ed idea è compito anche della fi- losofia giuridica contemporanea che peró correntemente si riporta a Hegel

, dello stesso Hegel cercando di sanare le contraddizioni di fondo od ovviando alla sua carenza dialettica. 11) HEGEL, Enciclopedia, 486. 12) A. RUGE, Die Hegelsche Rechtsphilosophie und Politik unserer Zeit, in «Deut- scher Jahrbiicher» dal n. 189 del 10 agosto 1842, p. 755 al n. 192 del 13 agosto 1842, p. 768; ed il mio commento in Introduzione a La Sinistra hegeliana nella Grande Antologia Fiíosofica della Marzorati di Milano. 13) Cfr. soprattutto P. PIOVANI, Hegel nella filosofia del diritto

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 143 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
sto: i filosofi del diritto italiani, anche quelli che piú hanno hegelizzato, non hanno ascoltato la Stimmung accennata e, per ció, hanno trascurato la razionalità del mondo storico del diritto, questo stesso non esaminando nella sua eoncretezza piü evidente. È come dire che la filosofia del diritto ha preso il sopravvento sulla storia del diritto, scindendo ció che, nella le- zione hegeliana, si presenta come un nesso indissolubÜe e, cioé, appunto, come un nesso dialettico. In verità, se non

si vuole giudicare sempre aprioristicamente una filo- sofia del diritto di ispirazione hegeliana, bisogna leggere attentamente nel radicale atteggiamento antiscissionistico che emerge dalla lezione hege- liana. Certo, da ultimo, Hegel salda in energica unità filosofia del diritto e storia del diritto, come in energica unità ha saldato filosofia e storia del- la filosofia, estetica e storia dell’arte (7): il che puó comportare la presa di coscienza della circostanza che Hegel è un filosofo che studia

ia storia del problema, di ogni problema, che tratta da filosofo; e, contemporanea- mente, comporta la convalidazione di un’accusa ormai programmatica- mente rivolta ai filosofi neohegeliani di casa nostra: secondo la quale essi deducono troppo e studiano poco. Ma, quale che sia la risposta che puó darsi a siffatta accusa (8) non bisogna eludere il problema del senso delle saldature hegeliane a tutti i livelli. Nel caso specifico, la saldatura dialet- tica, che tende ad investire di intima razionalità

il positivo mondo storico del diritto, va esaminata non solo nella sua portata polemica, ma anche nelle sue conseguenze pratiche, che sono, poi, quelle contro le quali si ri- volgono, con istanze analoghe, antimistificanti, il marxiano rovescia- mento e l’attualistica riforma della dialettica hegeliana (9). II problema, allora, era quello, direi, di ascoltare criticamente la Stim- mung dialettica, la volontà di Vereinigung, sul terreno della riflessione giuridica, della lezione hegeliana. Un problema

, si badi, questo, che la- scia indifferenti la coscienza giuridica del positivismo naturalistico (at- tento allo studio del positivo mondo storico del diritto, lasciato vergine di universalità) e la coscienza giuridica del neokantismo (pronto ad aggrap- pare l’universalità giuridica al chiodo fisso del valore antistorico); ma che mette radici nella coscienza neohegeliana piu tenacemente attesa a pro- blematizzare, con riferimento alla realtà concreta delle istituzioni giuri- diche e politiche del

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Libri
Categoria:
Storia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Pagina 241 di 292
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 271 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Segnatura: II Z 759/14(1976)
ID interno: 62133
materiali e strutturali in cui l’impresa del Boekler si colloca come momento d’auto- coscienza: basterà, qui, per ragioni di tempo e nello spirito preventivamente indicato di questa nota, osservare soltanto che la proposta scaturisce dalle obiettive condizio- ni poste - nella frantumazione politica del mondo tedesco dopo la guerra dei Trent’anni - àdXYarea di un elettorato cattolico e di tradizione agraria. Posto che «regola dell’arte» sono per Boeckler - seppure in termini critici

- le «an- tichità» riconosciute in una precisa eredità romana, Palladio vien indicato come «non ... soltanto un grande seguaee dei vecchi maestri [cui si deve la consegna del patrimonio culturale di riferimento] ma ... il loro Aemulus e Competitore di onore». La sua é, quindi e necessariamente, mediazione necessaria ai fini del «judizieren» e del «practicieren» l’architettura: in altri termini, in quel Palladio, cui «spetta per giu- stizia e la palma e la piü elevata sede» nella scala dei valori storici garanti

un’esigenza funzionali- sta che pur consentendo un certo campo d’azione all’istanza dello sperimentalismo (significativa, al riguardo, è l’attenzione ai camini e ai tetti «in uso in Germania»), postula il rifiuto energico del decorativismo rappresentato dalle «orrende caricature e satiri ed erme simili» 21) , L’intento di una rifondazione metodologica e pratica, in chiave classicistica e romana attraverso Palladio - entro una congiuntura concreta precisa - è esplicito; e di portata tanto piü rilevante

quando si tenga conto che, quattr’anni avanti la pub- blicazione dell’edizione del Boeckler, nel 1694 e sempre a Norimberga, quello stes- so Johann Joachim von Sandrart che, di quell’opera aveva affrontato il frontespizio nell’evidenza di un autentico manifesto, curava la stampa di una sequenza «palatio- rum romanorum a prestantissimis sui aevi architectis aedificatorum» (trasposta, in realtà, dalla nota serie del Ferrario) in sorprendente associazione, nella pars secunda, con «immortalis gloriae

, al livello operativo il fallimento che s’avverte, anzi, enfatizzato per un riguardo dalla sospensione dell’edizione del trattato palladiano, a dispetto delle speranze del Boeckler e, d’altro canto, dalla completa sfortuna, finan- co editoriale, dell’iniziativa del Sandrart 22) , che vedo richiamata solo, sul finir del ’700, in una nota dello Hirschfeld nella sua «Theorie der Gartenkunst» 23) , Del resto, l’assunzione, da parte del Volkamer - nella sua «Continuation» delle Esperidi norim- bergensi - del

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Libri
Categoria:
Storia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Pagina 239 di 292
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 271 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Segnatura: II Z 759/14(1976)
ID interno: 62133
zioní rimessagli di Venezia il 12 settembre 1553, a operazioni ormai compiute, dall’esecutore Francesco di Gandino 8) . Congetturare, a questo punto, un rapporto del viaggio di Palladio a Trento con qualche controversia in materia di costruzione del «palazzo delle Albere», e per una consulenza, sembra abbastanza ragionevole, e sti- molante, quando si voglia trarre l’ulteriore ipotesi di lavoro di un’intenzione, impli- cita nelle ragioni dell’invito, di interrogare non tanto, genericamente

, un architetto di fama già consolidata e sicura, ma un esperto professionalmente qualificato di edi- lizia suburbana e di campagna. Precisamente alla vigilia del viaggio, Palladio aveva consegnato i progetti per le ville di Francesco Pisani a Montagnana e di Giorgio Comaro a Piombino Dese, nei quali la tipologia, di eloquio classicistico, della resi- denza agricola del «gentilhuomo di città di molto splendore» risulta assestata e ri- solta in termini coerenti e impressionanti 9) . II prolungamento del

viaggio sino a In- nsbmck, invece, se pur non sconcerta, s’avverte abbastanza oscuro: e, se è ben vero, che all’epoca, Andrea Crivelli, architetto di fiducia del Madruzzo, provvedeva alla costruzione della Hofkirche, risulta d’altronde certo che il procedere della fabbrica seguiva senza le impasses accertate nel cantiere del «palazzo delle Albere» 10) , Ma nulla s’oppone, in ogni caso, alla congettura di un controllo dei lavori che il Madruz- zo, profittando della disponibilità del «Kíinstlerischen

Baumeister», potrebbe aver promosso e sollecitato. Quando volessimo convenirne, potremmo esser tentati di porre la domanda se, a conseguenza dell’escursione palladiana a Innsbruck possa ri- ferirsi la facciata della Maria-Hilf-Kirche di Graz eretta da Pietro de Pomis tra 1607 e 1611 nell’evidenza attestataci da un documento grafico edito dal Kohlbach che la illustra prima della ricostruzione del 1742 n) . Ma, in realtà, quantunque lo schema sia di chiarissima matrice palladiana (e costituisca, anzi

, in assoluto la prima, evi- dente testimonianza in quell’ordine nel mondo di lingua tedesca), la derivazione è da situazioni maturate tra il 1558 dell’intervento per il prospetto di S. Pietro di Ca- stello a Venezia e il 1572-1579 dei progetti per la facciata di S. Petronio a Bologna, dei quali il de Pomis par singolarmente informato 12) . E inevitabile, a questo punto, tralasciare la supposizione di ogni diretta e personale influenza, escludendo qualsiasi risonanza del viaggio del 1552, per ammettere

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 159 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
speculativa della ragione propria deH’hegelianismo, la pena di morte al contrario, quale seconda offesa identica alla prima, consacra l’identità o egualianza speci- fica, la quale non solo è implicitamente in contraddizione con tutto lo spirito dell’hegelianismo, ma è persino esplicitamente oppugnata da Hegel» (pp. 209 - 210). II D’Ercole polemizza anche con l’hegeliano ortodosso A. Vera (La pena di morte, 1863), del quale, forse, qui, potrebbero maggiormente interessare le ri- flessioni sul

rapporto tra Stato e Chiesa (Mélanges philosophiques, Paris-Napoli, 1862, pp. 185 segg.; su cui cfr. G. GENTILE, Le origini della filosofia contem- poranea in Italia cit., III, pp. 293 - 296). In quanto al D’Ercole, bisogna ricordare che egli cerca di fondare una nuova dottrina penalistica nel piu conseguente os- sequio allo spirito della filosofia hegeliana: cfr., di lui, anche V essere evolutivo finale, come testamento di una nuova concezione ed orientazione del pensierofi- losofico, uscente

dall'hegelianismo, in «Atti» del III Congresso Fil. della Società it., Modena, 1910, pp. 87 - 101. 38) A. C. DE MEIS - F. FIORENTINO, I prohlemi dello Stato moderno cit., p. II. 39) G. BOVIO, Filosofia del diritto, Torino - Roma, 1892 2, p. 459, Cfr. M. F. SCIACCA, II pensiero italiano del Risorgimento, Milano, 1963 2, p. 411. 40) L. MIRAGLIA, Filosofia del diritto, Napoli, 1903 3, p. 134. 41)1. PETRONE, II diritto nel mondo dello spirito, Milano, 1910, p. 26. 42) P. PIOVANI, L’ enciclopedia giuridica

di Filomusi Guelfi, in Lafilosofia del di- ritto come scienza filosofica cit., pp. 333 segg., soprattutto pp. 350 - 351, dove si ridimensiona l’hegelismo di Filomusi-Guelfi. 43) FILOMUSIGUELFI, Lafilosofia del diritto in Italia dallafine del secolo XVIII allafine del secolo XIX, in «Rassegna Nazionale», 1911, ora in Lezioni e saggi di filosofia del diritto, a cura di G. DEL VECCHIO, Milano, 1949, pp. 146 - 147. In questo saggio Filomusi Guelfi si dichiara «idealista impenitente» e dichiara che

la «tradizione italiana è idealistica, ed essa si appunta a G. B. VÍco, che sarà sempre la guida e il faro luminoso del pensiero italiano». 44) FILOMUSI GUELFI, Enciclopedia giuridica, 1907 5, p. 457. 45) Ibidem, p. 491. 46) R. Orecchia (La filosofia del diritto nelle Università italiane cit., p. XXIII) parla di un «idealismo trascendentale» o «idealismo sociale» del Solari, che si di- staccherebbe contemporaneamente, e nettamente, dal neokantismo di G. Del Vecchio e dal neohegelismo di Croce e di Gentile

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 329 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
suo Íibro «Ritomo alla ragione» dei primi anni del dopoguerra, dove raccoglie molti suoi scritti etico-politici. Nel libro c 5 é un articolo su Croce conservatore. La tesi che De Ruggiero sviluppa è questa: essendo per Croce la storia, la vera storia, storia co- me pensiero, quindi storiografia, il punto di vista della storiografo è sempre il punto di visto di uno che ritiene la storiografia conclusiva del discorso, è sempre, quasi per intima necessità, conservatore. Quello che è il dramma della

vita e della vicenda sto- rica con le sue passioni, è la storia come azione. Ma quando la storia è pacificata nel- la consapevolezza dello storiografo, non puó che essere conservatrice perché lo sto- rico, comprendendo, vede tutto pacificarsi, comporsi, diventare intellegibile. De Ruggiero faceva questa riflessione a proposito del volume «La storia d’Europa del liberismo europeo» di Croce, ove la storia sembra che finisca neí punto in cui viene descritta. Mi piacerebbe sentire il parere del Prof

. Lönne sull’argomento». Replica del Relatore Con la sua domanda il Prof. Rigobello ha toccato un argomento che mi permet- te di toccare a mia volta un punto nel pensiero del Groce che mi sembra essere di particolare modemità, direi quasi di attualità. In questo punto il Croce supera le co- munanze con lo storicismo tedesco e giunge ad una correzione dello storicismo, co- me sotto molti aspetti gli richiede anche la consapevolezza della storia. Vorrei bre- vemente accennarvi. Croce lo fa nel concetto

di «storia contemporanea», in cui ri- ferisce al presente la riflessione sul passato, in cui sottolinea con decisione che lo sfudio del passato è stimolato dal presente e dal presente trae i propri impulsi. Se la tradizionale concezione della storia ha la tendenza ad essere conservatrice - nel sen- so che prende atto solo di ciò che è accaduto, divenendo con ció in pratica una mera registrazione di quanto è accaduto - ecco che il Croce cerca, e secondo la mia opi- nione a ragione e con successo

, di sostenere che questa registrazione del passato con- tiene un elemento del presente, e dunque anche una prospettiva per il futuro. La for- mulazione deirinterrogativo sulla storia sorge in un uomo che è mosso dai problemi del proprio tempo, che è spinto da interrogativi della propria epoca e che dunque nel passato sottolinea ció che corrisponde ad un vivo bisogno del presente. Facendo que- sto, stimola al chiarimento dei fondamenti del pensiero odiemo, dell’agire odiemo in riferimento ai problemi attuali

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 239 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
La concezione dell’Amore indispensabile alla comprensione della poesia lirica del barocco è già vagheggiata dall’Opitz: per Weckherlin si pone invece come preoccu- pazione esistenziale trasformatasi in poesia in vita e morte della moglie diletta che è passata alla letteratura col nome di Myrtha. Non insistiamo sul simbolismo del no- me. Basta notare che dalle poesie di Weckherlin dedicate a Myrtha risulta un ordi- namento di versi amorosi corrispondente all’idea biografica del Canzoniere

. Trovia- mo fra Í Weltlichen Poesyen 7) di Weckherlin (del 1641) un gruppo di sonetti (oder Klinggeseng von seiner Liebsten), e nella edizione del 1648 fra le elegie qualche sestina, che richiamano gli accenti petrarcheschi non solo nei temi dell’amore cru- dele, malinconico, nell’elogio della bellezza femminile, del rammarico per Tasprezza della donna; ma comprovano soprattutto nel vocabolario e nella tecnica metrica e retorica quel manierismo per cui il Petrarca stesso prefigura il sistema con

- cettistico barocco. 8) Penetrando nel complesso di questa poesia del Weckherlin - poesia che nelle sue pretese spirituali e mondane continuerà a far scuola con Fleming e Gryphius - non basta rilevarne le apparenze del preziosismo foggiato sugli impegni del principio dell’imitazione che risale non solo al primo rinascimento ma perfíno all’estetica medievale. Con i precursori di Opitz, con lui stesso e la sua scuola, con Weckherlin e altri poeti accademici del tempo il petrarchismo tedesco segna

un mo- mento di riforma nella storia della letteratura, riforma che ricalca i modelli latini nel- la funzione di rendere conscio ai letterati di lingua tedesca il valore poetico del pro- prio linguaggio. Su un piano piü vasto e considerate alla distanza storica, queste ten- denze del primo barocco dimostrano un andamento di riprese ben piu significative. Si tratta di percepire, attraverso il convenzionalismo formale straripante di simboli, miti e figure il pensiero trascendente, mistico del Barocco. Questo

tendenza non si esprime se non mediante i chiaro-scuri, i trapassi dalla materia all’idea, i diversi pia- ni che riuniscono le concezioni antitetiche di vita e morte. Si ripete ancora l’espres- sione già preformata nell’atteggiamento religioso di Sant’Agostino, rivissuta dall’inquietudine del Petrarca, riaffermata nel movimento neoplatonico rinascimen- tale e nel misticismo spagnolo maturando quindi nell’ambiente culturale e letterario tedesco tanto tormentato dagli eventi del secolo barocco. In certo

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 154 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
«Giornale critico della fil. it.», 1964, II, pp. 161 - 169, dove si condanna l’«iso- lamento», che sí verifica attraverso la filosofia del diritto o la scienza giuridica di tipo accademico, «di problemi positivamente giuridici» e si auspica, soprattutto in forza della lezione gentiliana e spiritiana sulla fondamentale unità dello spirito, la presenza piena della filosofia nella filosofia del diritto, il cui titolare che si ri- spetti non coltiva un orto specialistico, bensi è un filosofo

integrale. 3) K. MARX, Critica della filosofia hegeliana del diritto pubhlico, in Opere filoso- fiche giovanili, trad. it. di G. DELLA VOLPE, Roma, 1950, p. 90: «Non è da bia- simare Hegel perché egli descrive Eessere dello Stato modemo tale qual é, ma perché spaccia ciò che è come la essenza dello Stato. Che il razionale è reale, ció è precisamente in contraddizione con la realtà irrazionale che dovunque è il con- trario di quel che esprime e esprime il contrario di quel che è». La quale è una

obiezione che investe il succo piü conservatore di quella che, si vedrà subito do- po, è la lezione di Hegel, che i filosofi del diritto dell’Università (volendo mutua- re da Schopenhauer) in particolare son chiamati a eomprendere. 4) Cfr. E. WEIL, Hegel e lo Stato, in Filosofia e politica, trad, it. di L. MORRA, Fi- renze, 1965, p. 210: «Si, Hegel ha «giustificato» lo Stato moderno, lo Stato rap- presentato dalla Prussia del suo tempo; si, è la Prussia che ha prodotto la coscienza di questa tappa del

divenire dello spirito, della realizzazione della li- bertà. Si, la Prussia è giustificata in quanto Stato del pensiero...» 5) L’espressione è di P. PIOVANI (Vattuale momento della filosofia del diritto in Italia, in Momenti dellafilosofia giuridico-politica italiana, Milano, 1951, p. 34), il quale ironizza finemente su quanti ironizzano la filosofia del diritto come una filosofia in sessantaquattresimo. La mira del filosofo del diritto è sempre quella di non passare per un filosofo

in sessantaquattresimo; ma è una mira non rag- giunta, si deve dire, semplicemente cambiando cattedra. In realtà, la mira è effet- tivamente raggiunta solo quando il filosofo del diritto, o il filosofo di quaisiasi al- tra specificazione, sa diventare, proprio come teorizza il Piovani in Lafilosofia del diritto come scienza filosofica cit., filosofo integrale. Se le cose stanno cosi, resta una rivendicazione solo estema il sostenere, ad esempio, che «eppure, tra i primi in Italia ad opporre idealismo e positivismo

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 145 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
nato momento) del positivo mondo storieo del diritto - e questo susciterà subito le obiezioni, prima che di Marx, di Ruge (12) ma che resta pur sempre una lezione di dialettica sotto la specie di filosofia del diritto, Si tratta di una lezione recepita criticamente, eome si avvertiva, nella filosofia del diritto italiana piú refrattaria, in un momento storico preciso in cui essa non puó non porsi in decisi termini di filosofia politica cui non restano estranei gli umori dei problemi concreti

del nostro Paese in pieno processo di unificazione nazionale, a subire l’involuzione scolasticistica. E non è detto che a recepirla cosi siano unicamente quelli che, in una sto- ria della filosofia del diritto italiana fornita di tutti i crismi accademici, possono qualificarsi come hegeliani. Basti pensare al caso, estremamente eloquente e che è fatto oggetto di studi particolari (13), di A. Rosmini, at- tentissimo a scagliare, contro ogni forma di giusnaturalismo astratto, la freccia perforante

della dialettica hegeliana, come quella che, bene scoc- cata, liquida l’isolamento del concetto del diritto in un sovrano limbo an- tistorico: «Tutte le storie delle umane generazioni sono documenti di ció che le umane generazioni opinarono: la storia, in una parola, come osser- va Hegel, è la realizzazione del diritto, della concezione del diritto» (14): dove, il riferimento alla definizione hegeliana del diritto, fatta interveni- re, è evidentissimo. È che il Rosmini, antilluministicamente aperto

al sen- so della storia, di questo cioé avvertito in una situazione di pensiero in cui pesa la forza deila tradizione del costume, puó fare spontaneamente pro- pria la collera contro Tastrazione giuridica che è di Hegel, del quale pur rifiuta, per sollecitazioni cattoliche, l’immanentismo, ed al quale, ancora, dà una mano a giustificare, su tutt’altre basi si capisce, il principio, ahimé illuministico e borghese, di proprietà privata (15) che, come si vedrà in prosieguo, costituisce una rovinosa

spina contraddittoria nell’universo giuridico e politico di Hegel. Ed il caso di Rosmini ci mette già sulla strada che bisogna seguire nella nostra ricerca. 11 Rosmini, si è detto, ha il senso della tradizione e della storia: ce l’ha, e non puó non averlo, perché è un pensatore cattolico. Lo stesso senso della tradizione e della storia hanno gli hegeliani d’Italia; ed è questo, soprattutto, a fare della loro filosofia del diritto, per spiriti he- geliani che abbia, anche una filosofia politiea del

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 156 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
hegeliani, parte II, nuova ed. riveduta da V. A, BELLEZZA, Firenze, 1957, p. 84: «B. Spaventa non fu come Vera, Ceretti, Tari, un animale apolitico; ma partecipó con l’animo ai moti spirituali del Risorgimento italiano, e dal 1870 al ‘76 fu deputato al Parlamento; né gli studi e le cure delTinsegnamento attutiro- no mai in lui né scemarono l’interesse per la cosa pubblica. A differenza degli he- geliani di cui abbiamo discorso nei precedenti capitoli, senti vivamente i maggiori problemi nazionali

contemporanei e fu uomo di parte; ancorché alieno dallo sehierarsi in prima fila tra i combattenti, fu alienissimo dalTideale del filosofo che, messosi al di sopra della vita, della soeietà, della storia, la contempla apati- camente dal cielo delle idee, dove muore ogni senso del concreto e del particola- re». Ma v.; ora, G. VACCA, La filosofia politica di B. Spaventa, Bari, 1968. 17) In sintesi il Perticone: «Perció i teorici del diritto e dello Stato, che tendevano a prender coscienza di questi programmi

di azione politica e relativa disciplina giuridica - erano fermati imperiosamente al limite del formalismo, che era in ve- rità il limite della scienza naturalistica del diritto» (II diritto e lo Stato nelpensiero italiano contemporaneo, cit., p. 40). II Perticone osserva anche che che «la dottri- na generale del diritto e dello Stato che la pubblicistica tedesca offriva alla nostra letteratura come modello di rigore costruttivo... contribuiva a respingere fuori del piano tecnico e a negare

giustificazione e fondamento alle esigenze non solo for- mali, cui deve rispondere la disciplina giuridica della vita di relazione». 18) HEGEL; Filosofia del diritto, Introduzione, 31, ann.. 19) P. PIOVANI, Lafilosofia del diritto come scienzafilosofica, cit,, p. 258. 20) Lo mette in evidenza ben presto G. Gentile, che, nel 1899, scrive a proposito di Spaventa: «Togliete, dice lo Spaventa, Tintelletto pratico; fate come fa Kant, il quale dal semplice intelletto (teoretico) si eleva alla ragione', e voi

arriverete al concetto dellTncondizionale, ma non all’oggetto (alla oggettività) come l’Incon- dizionale. Questo concetto dallo Spaventa lucidamente esposto, é, per nostro avviso, la chiave d’oro della gnoseologia dopo Kant; ed è merito grandissimo del Nostro Taverlo rilevato e maturato nella Fenomenologia hegeliana. Esso fu pure una delle vedute piü profonde di uno degli epigoni tedeschi piü celebrati del filo- sofo di Stoccarda, ignoto certamente, per questo rispetto, allo Spaventa, dico di Carlo Marx

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 235 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
sca. Basta accennare agli eventi della riforma e della controriforma per capire come Tarte, la poesia, la cultura non potevano che svolgersi su un secondo piano di inte- ressi, trascurandone anzitutto le innovazioni formali che stentavano a superare le barriere dei risentimenti politici e religiosi fra i singoli paesi europei. Scarseggiano pure le possibilità degli scambi culturali fra l’Italia e i paesi nordici, scambi del resto attivissimi fra l’Italia e la Francia. Chi potesse intermediare

fra i movimenti culturali dei paesi doveva dunque recarsi in Italia per ragioni politiche, diplomatiche ed uni- versitarie, oppure accettare tramite rare interferenze gli impulsi provenienti dalla poesia volgare italiana, anche perché l’intesa internazionale si confermava nella la- tinità. Ci troviamo allo scorcio del ‘500 e ai primi del ‘600 prima che il petrarchismo potesse giungere a conoscenza di pochi letterati tedeschi chiamati a servirsene a van- taggio della propria poesia. Le derivazioni

petrarchesche che s’impongono al nuovo stile 4) della letteratura tedesca risalgono in parte alla poesia del Petrarca stesso, de- notano peró d’altronde le influenze piii svariate che comprendono e i petrarchisti ita- liani, i poeti della Pléiade, la poesia neolatina, le indicazioni teoriche dei trattati poe- tologici. La petrarehizzazione della letteratura tedesca si svolge costantemente su un piano che porta dalla teoria alla pratica. Ai tempi di Martin Opitz, l’iniziatore di una nuova poetica tedesca del

barocco, il petrarchismo si era ormai filtrato attraverso le varie correnti di cui si era servito nel suo sviluppo, mentre resta tuttora viva la testimonianza del Petrarca stesso. Prova ne siano alcuni documenti alle primizie della letteratura barocca che confermano la tendenza del nuovo stile: nel 1601 Theobald Hoeck pubblica la sua poetica Schönes Blumenfeld in difesa della lingua tedesca. Segue nel 1616 un Sinnreichespoetisches BUchlein di Ernst Schwabe von der Heyde, un trattato che non

si conserva alla conoscenza dei posteri se non at- traverso la testimonianza di Martin Optiz che, attingendo alle tesi dello Schwabe, presenta a sua volta un primo trattato di poetica: Aristarchus sive de contemptu lin- gua teutonicae del 1617. Vi include come esempio degno di considerazione la nota traduzione, e piú che traduzione il rifacimento, del sonetto introduttivo del Canzo- niere petrarchesco: Voi ch’ascoltate in rime spars’il suono (Ihr die jhr höret an.„) In- sieme a una seconda versione della

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 64 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
italiana. Dalla presenza del Petrarca riceve un grande impulso lo studio dei classici e dal Petrarca gli studiosi francesi sono avviati alPuso di nuo- vi metodi filologici e interpretativi. Mentre le biblioteche di Avignone e di altre località della Francia fomiscono al Petrarca e ai suoi discepoli una notevole quantità di nuovi testi degli antichi scrittori, dal Petrarca e dagli umanisti italiani vengono le nuove idee per studiarli e imitarli e gli stimoli a una personale costruzione

di pensiero. La generazione di studiosi fran- cesi che scende in Italia verso la fine del Quattrocento è ormai filologi- camente preparata e già viene a cercare nelle scuole italiane non solo i maestri di lingua latina e di filologia testuale, ma i rappresentanti di un nuovo pensiero. Lefévre d’Étaples, uno dei piú illustri umanisti francesi, che scese in Italia verso il 1491, «se a Firenze e a Pico chiedeva i mezzi per costruire una nuova mistica cristiana, a Padova, e presso Ermolao Barbaro,... cercava

i fondamenti storici del razionalismo aristotelico op- portunamente conciliato con lo spiritualismo platonico e il Vangelo». Già la cultura letteraria francese del sec. XV, in armonia con uno degli atteg- giamenti piú caratteristici dell’umanesimo italiano, si era sforzata di ria- bilitare la retorica di fronte alla logica, i valori estetici rispetto alla pura espressione scientifica. I primi amici francesi del Petrarca, Clamanges, Jean de Montreuil, avevano sostenuto il concetto che il bello è ornamento

indispensabile del vero. La piú giovane generazione di umanisti francesi, la generazione di Fichet e di Gaugin, senti la necessità di ricorrere ai me- todi piú raffinati del Guarino e del Valla. II Fichet, rettore della Sorbona, si fece editore delle Elegantiae del Valla e di altri manuali della filologia italiana e si vantó di essere il primo ad aver insegnato nell’università pa- rigina la retorica accanto alla filosofia. Naturalmente l’assimilazione della nuova cultura non avviene in modo meccanico

e passivo, e senza contrasti. La cultura francese reagisce ori- ginalmente a quella italiana, utilizzandola in armonia con la propria tra- dizione e ai propri fini. Com’é noto, le prime opere del Petrarca e del Boc- caccio diffuse in Francia furono quelle latine a carattere moralistico ed erudito: il De remediis utriusque fortunae, il De casibus virorum illu- strium, il De genealogia deorum gentilium. Le opere volgari, di carattere piú spiccatamente letterario, furono conosciute piú tardi: mentre

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 394 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
Problemi, questi, non risolvibili mediante categorie prefissate in sede normativa, tanto che non di rado la legge si limita a indicare gli elementi di soluzioni empiriche e contingenti, facendo anche rinvio a valori ad essa estemi, quali quelli inerenti alla comunità sociale ovvero a beni che si col- locano sul piano della morale, del costume, del «comune sentire». Ció perché al fondo di ogni politica del diritto e delle istituzioni si contrappo- ne la visione di chi concepisce la libertà come

un elemento coessenziale e strutturale della persona e di chi, invece, vede nella libertà un semplice dato della vita di relazione, che l’ordinamento positivo riconosce entro spazi determinati, sicché l’«imperare», il «vetare», il «permittere» di- scendono dalla particolare visione che è posta a base della vita associata. In questo modo il discorso sul rapporto tra legge e libertà porta a con- siderare quello del rapporto tra legge e potere che la produce e la ordina. La elaborazione concettuale del

diritto privato come potestà dei singoli e del diritto pubblico soggettivo come potestà dei soggetti nei riguardi del- lo Stato ha trovato nel secolo scorso le sue monumentali elaborazioni nel- la dottrina tedesca: sotto il primo profilo, quello dei diritti privati, da parte del Von Savigny e del Windschei e sotto Laltro profilo, quello pubblici- stico, del Gerber, del Gierke, del Jhering e, soprattutto, dello Jellinek (Sy- stem der subjektiven öjfentlichen Rechte). In tali dottrine, che in Italia

tribunali amministrativi regionali, previsti dall’art. 120 della costituzione. Si sono, cosi, completati gli istituti propri di quello «Stato di diritto» che, partendo dagli enciclopedisti francesi, era andato via via estendendo i suoi principi, per il tramite della Grande rivoluzione dell’89, all’intera Europa occidentale. Ma accanto alle concezioni riguardanti alla legge come alla espressio- ne sovrana e esclusiva dello Stato, si ponevano le dottrine dell’Hauriou e del Santi Romano, affermanti

la pluraiità degli ordinamenti giuridici, la non necessaria statualità del diritto inteso come regola di condotta degli individui e dei gruppi sociali, che si fa valere anche in via di fatto, e met- 376

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 164 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
gnoseologia» (Lafilosofia del diritto come scienza filosofica cit., pp. 282 - 283). E per questo che altra volta (cfr. n. 2) ho detto al Piovani: De re nostra agitur. Ma, per farla nostra, bisogna saper complicare il sapere specialistico, in un itinerario di ricerca che, di recente, ho cercato di esemplificare (cfr. il mio L’ attività storio- grafica infilosofia e la categoria marxiana della totalità, nel «Giom. crit,. della fil. it.»). 79) Cfr. l’esemplificazione, suggeritami da U. Spirito

, relativa al diritto penale, nel mio Spirito del tempo e costume speculativo, Firenze, 1962, pp. 173 segg.. 80) Per una bibliografia essenziale sull’argomento, oltre all’Orecchia, al Pericone ed al Piovani cit.: S. ALLOGGIO, Le nuove teorie del diritto, Milano, 1925; F. BATTAGLIA, Filosofia del diritto ed economia, in Cinquant' anni di vita intel- lettuale italiana, a cura di C. ANTONI e R. MATTIOLI, Napoli, 1950, vol. II; N. BOBBIO, La filosofia del diritto in Italia nella seconda metà del secolo XIX

, in «Boll. dell’Ist. di Fil. del diritto della R. Università di Roma», 1942, n. 3, pp. 73 - 94 e n. 4, pp. 109 - 119 e Lafilosofia del diritto in Italia, in «Jus», 1957, fasc, VI, pp. 183 - 198; W. CESARINISFORZA, Lineamenti storici della filosofia del diritto, Pisa, s. a.; G. DEL VECCEIIO, Storia della filosofia del diritto, Milano, 1965 3; E. OPPOCHER, Considerazioni sugli ultimi sviluppi della filosofia del diritto italiana, in «Riv. intem. di fil. del diritto», 1951, fasc

. I, pp. 40 - 57; E. PA- RESCE, La filosofia del diritto in Italia nel secolo XIX, in «Rivista intern. di fil. del diritto», 1951, fasc. I, pp. 31 - 39; A. POGGI, II concetto di dirítto e dello Sta- to nella filosofia giuridica contemporanea, Padova, 1933. 148

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Libri
Categoria:
Storia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Pagina 240 di 292
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 271 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Segnatura: II Z 759/14(1976)
ID interno: 62133
caso - stimo - guarderà con speciale interesse anche il Furttenbach autore di un ten- tativo di correzione su piano funzionalistico, giusto 1'Itinerarium Italiae del 1627): ma attenzione è pure dedicata ai Palazzi Valmaranae Chiericati: all’evidenza, si trat- ta, ancorché a livello di personale iniziativa, di una identificazione di referenze, gui- data dall’intuizione di contenuti di ragione, di una mediazione di romanitas, capaci di costituirle nei termini di exempla possibili d’architettura

di intenzioni d’allusività simboli- ca all’idea di Roma, l’operazione del Kager sembra attribuire all’uso di Palladio il piú ampio valore di un’assunzione volta allo spessore di significati pertinenti alla te- stimonianza del Vicentino: e ciè è tanto piü rilevante quando se ne associ la mani- festazione all’impegno costruttivistico, contestatore di Dietterlin e Kilian, di Elias Holl 17) . E se è fuor di dubbio che la pressocché integrale trasposizione del Palazzo Thiene al Castello di Vicenza operata dal

Caratti in Palazzo Czemin a Praga s’esau- risce magari solo nei termini di una sorta di citazione erudita 18) ; o che le tavole pal- ladiane preparate da N. Kolans Goldman sin dagli anni sessanta del sec. XVII e pubblicate da Leonhard Sturm nel 1696 19) si collocano all’intemo di un’impresa di vocazione eclettica dove è pur vivo, ad esempio, ma sempre nella prospettiva di un recupero della regola, anche il richiamo allo Scamozzi (il ríferimento del modello di Lusthaus alla Rotonda è però

inequivocabile ed emblematico): l’edizione in lin- gua tedesca dei primi due libri del trattato palladiano appare, infine, di preciso e pro- grammatico intento sin dall’intestazione. «Baumeisterin Pallas oder der in Teutsch- land erstandene Palladius» intitola, Ínfatti, il traduttore Georg Andreas Boeckler, al- la data 1698, in Niimberg; nell’incisione del foglio d’apertura, disegnata da Johann Jakob von Sandrart, la macchina allegorica dell’Architettura è imperniata su un’im- magine femminile ispirata

da quelle del frontespizio dei Quattro Libri di Palladio, e reggente proprio la pianta della Rotonda, il cui alzato, poi, domina uno sfondo di colle che una fabbrica in costruzione sormonta. Si tratta di una sorta di visiva dichia- razione d’intenti che una lunga e articolata «praeparatio», posta a sostituire la pre- fazione di Andrea ai lettori, e una serie fitta di «Boeklers Zugabe» precisano ampia- mente. I testi son stati, lucidamente e approfonditamente, analizzati dallo Schweik- hart, talché

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 249 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
I «santi costumi della Germania» respingono quindi la falsa «pietas» degli uma- nisti; il ripensamento cristiano del mondo classico allontanava la spiritualità germa- nica da un cattolicesimo che risco^riva la sua continuità con un mondo estraneo alla recente tradizione tedesca. La nazione germanica si riconosceva come primogenita di una civiltà cristiana nata da una rpttura del mondo cristiano con la tradizione clas- sica e respingeva una nuova concezione storiografica che Tavrebbe privata

: la vita si imponeva nella sua immediatezza e veniva sublimata dalla presenza del divino, volto a trascenderla piu che a comporla in armonia. Teologia quindi e non letteratura; senso del presente irrepetibile piutto- sto che interpretazione storiografica. In questo contesto la docta ignorantia si specifica proprio per il sostantivo con- tenuto nelTespressione: ignoranza è rifiuto di mediazione culturale è rifiuto di uma- nesimo. L’aggettivo dotta ha un valore piú che altro polemico: Tignoranza

si fa dotta perché ha respinto la falsa dottrina degli umanisti, perché sa di non sapere. Gli uma- nisti sanno, conoscono le raffinatezze delTespressione e Tarte ideologica di coprire e comporre. L’ignorantia tedesca ha rotto Tinganno, si pone di fronte immediata- mente alla passione per la vita e al mistero religioso. L’insegnamento del Cusano era andato oltre Íl suo intendimento ed il suo esempio. La radicalità investe ora la vita ed il discorso. La filosofia come metafisica (platonica) declina

e la teologia senza «ancilla» domina la riflessione, la meditazione e la disputa. La radicalizzazione del discorso introdotta dalla dotta ignorantia porta quindi alla pietas non docta. Una tale pietas puó raggiungere il vertice della spiritualità quando si inscriva in un contesto di povertà interiore, nelTumiltà del semplice e del puro di cuore. La pura teorizzazione della pietas non docta, ossia la dotta consapevolezza del rifiuto della dottrina invece da spesso luogo alla schiera di quelli che - secondo

la citata espressione del Piccolomini - «vogliono parere piú che essere teologi». La sola pietas è un equivalente della sola fides, delinea uno status che se non raggiunge la purezza mistica, trapassa nelTorgiastico o comunque nella avventura irrazionale, magari tematizza razionalmente (di una razionalità meramente strumentale). Tentiamo di condensare il nucleo centrale di questa comunicazione prospettando una linea interpretativa del problema dei rapporti umanesimo italiano e mondo ger- manico

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 189 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
quanto la nuova età del Rinascimento non introdusse nuove religioni, nuovi culti, e neppure un neopaganesimo, ma piuttosto fu caratterizzata dall’«esigenza di illumi- nazione, di critica, di riforma morale, di valorizzazione deH’interiorità. I suoi punti nodali erano nella polemica contro la corruzione del clero e della sua signoria mon- dana e nell’ardente desiderio di una religione interiore, di una fede, di una tolleranza e comprensione reciproca». È notevole il fatto che nel Quattrocento

a quei papi del Rinascimento (Pio II, Sisto IV, Aiessandro VI, Giulio II, Leone X) e a quegli umanisti (L. Valla, A. Beccadelli, Poggio Bracciolini ed altri), che promossero una paganizzazione del cristianesimo ed una sensualizzazione del sacro e dello spirituale, si opponessero non solo grandi predicatori di penitenza (Bemardino da Siena, Gerolamo Savonarola, etc.) e grandi teologi riformatori (eome Domenico de’ DomenichÍ col suo scritto «De reformatio- nibus Romanae curiae» e Nicola Cusano con

la sua bolla di riforma «Reformatio ge- neralis», ma anche santi e beati in numero cosi grande quale a stento si trova in altri secoli. Questi santi, che cominciarono la riforma da se stessi e cosi portarono il loro contributo alla riforma della «Ecclesia semper reformanda» realizzarono anche nel modo piü bello l’ideale rinascimentale dell’«uomo divino». Queste considerazioni ci portano anche a vedere l’attualità del tema «Rinascimento, Riforma, Controrifor- ma» e la sua relazione con la crisi

odierna della Chiesa e dell’umanità. Hans SedL mayr, che mette in guardia contro un’apologia unilaterale del RÍnascimento e tenta una revisione del Rinascimento stesso (Epoche ed Opere, Vol. I, pag. 202 segg.) di- ce: «Quanto piú impariamo a meglio vedere ed intendere il Rinascimento, tanto piú emergeranno le manchevolezze che gli sono particolarmente proprie ... Se il Rina- scimento ha tratto la sua grandezza dalla duplicità della natura umana, dalla ‘gran- dezza e miseria’ dell’uomo, la nostra età

si compiace invece dello svilimento dell’uomo. Se il Rinascimento ignora in modo pericoloso la morte e il peccato - al punto tale che l’idea di vittoria sulla morte, quale intimo presupposto della fede, per- de ogni credibilità - il nostro tempo da parte sua brancola nel buio della morte, del demoniaco, del caotico, del niente. Mentre il Rinascimento vede il suo ideale nel connubio di tutte le arti, anzi di ogni parte dell’essere, il nostro tempo isola le singole arti fino al loro annientamento, rifiuta

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 216 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
in D. Cantimori, Studi di storia, Torino, Einaudi, 1959, pp. 665-675 e 676-690. (54) Cfr. A. Saitta, Filippo Buonarroti. Contributi alla storia della sua vita e del suo pensiero, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1950-1951, due voll. (55) Cfr. R. De Felice, Note e ricerche sugli «illuminati» e il misticismo rivoluzionario (1789- 1900), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1960. (56) Cfr. R. De Felice, Italia giacobina, Napoli, E.S.I., 1965. (57) Cfr. E. Dammig, II movimento giansenista a Roma nella

seconda metà nel secolo XVIII, Città del Vaticano, 1945. (58) Cfr. V. E. Giuntella, Cristianesimo e democrazia in Italia al tramonto del Settecento (Ap- punti per una ricerca), in Atti del XXI Congresso di Storia del Risorgimento italiano (Mantova, 21-25 settembre 1952), a cura dell’Istituto di Storia del Risorgimento italiano, Biblioteca scientifica, serie II, voi, XVIII, Roma, Vittoriano, 1956, pp. 125-132; V. E. Giuntella, L’Italia nell’età napoleonica. Dalle repubbliche giacobine alla crisi del

al Sinodo di Pistoia dell786, in Rivista di storia della Chiesa inltalia, VII (1953), pp. 377-41 Oe VIII (1954), pp. 49-92; E. Passerin d’Entreves, Studi eproblemipolitico- religiosi dell’Italia del’700, in Quaderni di cultura e storia sociale, a. II, (1953), pp. 22-28; E. Passerin , La politica dei giansenisti in Italia nell’ultimo Settecento, ivi, a. III, (1954); pp. 269-288 e 309-329; E. Passerin d’Entreves, Ideepolitiche di un canonista del parlamento di Parigi all’inizio della Rivoluzione francese

: G/N. Multrot (1714-1803), in Studi in memoria di Gioele So- lari, Torino, Ramella, 1954, pp. 373-372; E. Passerin d’Entreves, L’ambiente culturale pisano nell’ ultimo Settecento: il trionfo e la crisi del riformismo anticulturale in alcuni carteggi di colti pisani, in Bollettino storico pisano, XXII-XXIII (1953-1954), serie III, pp. 54-121; E. Passerin d’Entreves, L’istituzione dei patrimoni ecclesiastici e il dissidio tra il vescovo Scipione de’Ricci e i funzionari leopoldini (1783-1789), in Rassegna sto

- rica toscana, 1 (1953), pp. 6-27; E. Passerin d’Entreves, II fallimento dell’offensiva ri- formistica di Scipione de’Ricci secondo nuovi documenti (1781-1788), in Rivista di sto- ria della Chiesa in Italia, IX (1955), pp. 99-131; E. Passerin, La Rivoluzione francese, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1956; E. Passerin d’Entreves, La riforma «giansenista» della Chiesa e la lotta anticuriale in Italia della seconda metà del Settecento, in Rivista storica italiana, LXXI (1959), pp. 209-234: E. Passerin

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Libri
Categoria:
Storia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Pagina 40 di 292
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 271 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Segnatura: II Z 759/14(1976)
ID interno: 62133
fatt’ha del cimitero mio cloaca del sangue e della puzza; onde ’1 perverso che cadde di qua su, là giü si placa. La venuta del Veltro è certezza indubitabile, anche se allontanata nel tempo; e sarà volere provvidenziale, ora come allora, nella Roma antica: «l’alta provedenza che con Scipio/difese a Roma la gloria del mondo/soc- corrà tosto, si com’io concipio» {Par. XXVII 61 - 63): allora per instau- rare l’Impero universale in funzione dell’avvento del Messia; ora per pre- parare il mondo alla

seconda venuta di Cristo sulla terra, promessa mWApocaiisse. Pur in questa proclamata certezza si accentuano nella terza cantica piuttosto le tonalità del negativo, e le invettive raggiungono un’asprezza sino allora mai toccata dall’Alighieri. A questa panoramica del pensiero politico dell’Alighieri con partico- lare riferimento a Roma poco di nuovo aggiunge il trattato politico, che io con altri studiosi ritengo appartenere agli ultimi anni di vita dello scrit- tore (e comunque certamente posteriore

al canto V del Paradiso, per il noto inciso: «ut iam dixi in Paradiso Comedie»). Nella Monarchia Dante riprende, esponendoli con sistematicità e procedimento sillogistico, i principi già dichiarati nel poema: la predestinazione provvidenziale di Enea e deH’Impero Romano, dimostrata dai miracoli che hanno sorretto quel popolo «sanctus, pius et gloriosus» (Mon. IIV 5) nel corso delle pro- ve che dovette superare per acquisire di diritto il potere imperiale, in quanto tale esteso a tutto il mondo

. La forma stessa del trattato permette una piú precisa e rigorosa puntualizzazione delle questioni. Se nell’epistola ai Fiorentini Dante si era avvalso della metafora del Sole e della Luna a significare i due poteri - metafora tradizionalmente addotta per sottolineare la maggior dignità ed importanza del potere pontificio dal quale l’altro riceve luce - già nel Purgatorio, XVI107, parla, ad ogni buon conto, di «due Soli», ed ora nel- la Monarchia, IIIIV 2, si sofferma a confutare puntualmente la teoria

del luminare maggiore e del minore. II trattato insomma recepisce il momen- to conclusivo dell’ideologia politico-religiosa deH’Alighieri, ed esplicita quel che nel poema, ancorché si trattasse di conseguenze chiare, restava in certo modo sottinteso: in primo luogo l’assoluta repulsa della teoria della «translatio Imperii», tanto diffusa e cara alla trattatistica moraleg- giante quale esempio della vanità e caducità dei beni terreni. Per Dante l’Impero è stato ed è e puó essere soltanto Romano

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