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Libri
Categoria:
Storia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Pagina 280 di 292
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XIII, 271 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Segnatura: II Z 759/14(1976)
ID interno: 62133
, scontroso, dapprima grugnisce: «Come ti permetti di disturbarmi, poltronaccio?» E il Burck- hardt commenta: «Ella vede quanto cordialmente noi ci trattiamo». Mentre il Tritone continua: «È meglio tu non sappia che cosa sta facendo, perché sapendolo saresti immediatamente colto da morsi della coscienza». A1 che il Nostro insiste: «Ditemi almeno quale foglio dei suoi sermoni sta correggendo. In quanto al mio vagabondare e al mio poltrire, i morsi della coscienza li avverto pure, ma non ce la fanno a emen

- darmi». Allora il Tritone precisa: «II Wackemagel è al quarto foglio. Questa sera ha detto a sua moglie: se una volta o Taltra quel fannullone di Roma mi scrive una bella lettera, dovrei mandargliene una ancor piü bella io». E il Burckhardt, dopo aver pre- cisato che il mitico figuro aggiunse «Piú non ti dico», assicura che «in questo istante al povero Tritone deve essere andato per traverso un boccone di melma, o una rana, o qualcosa di simile, tanto che ha interrotto lo sgorgo e la parola

, e tossisce e sbuffa proprio maledettamente» 17) . Ma, ben s’intende, anche se di gustose amenità se ne incontrano altre, e se, in con- siderazione che a Roma il tempo puó essere «sovrumanamente bello» e che non si puó restare a tavolino, che «si deve andar fuori, quasi a spremere Tincanto della na- tura e della architettura, specialmente nelle ore serali, sino all’ultima goccia» 18) , se il Burckhardt sogna ad occhi aperti e scrive versi, prima che la Roma dei suoi giomi, fa sua, monumento dopo monumento

, scorcio dopo scorcio, la Roma dell’arte e della storia. E presto, il 16 maggio dello stesso anno 1846, puó dare la notizia che lo hanno chiamato, con mansioni di storico dell’arte, all’AccademÍa di belle arti di Berlino. Non ne sembra molto contento: lo turba il dover accorciare il soggiomo in Italia, a Roma. Dopo breve sosta a Napoli, che gli riesce deliziosa, ma che tuttavia ha troppa «marmaglia», a Firenze che, questa volta, dopo Roma, gli risulta «un tantino prosai- ca» 19) , a Ravenna dove

«in ispirito si è seduto a tavola con Odoacre e Teoderico» 20) , giunto nella «sbalorditiva» Venezia, dove il tempo gli è sottratto dai «molti Tiziano e dai mosaici su fondo d’oro», il 13 agosto scrive: «In nessun posto d’Italia vorrei trattenermi sia pure soltanto un quattro mesi, ad eccezione di Roma, che di tutte le altre città che conosco, sceglierei per dimora della mia vita, e fuori dalle sue mura non sarò mai piü pienamente felice 21) . 262

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Pagina 250 di 554
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIII, 514 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Segnatura: II Z 759/15(1978)
ID interno: 62143
spezzettato in lingue nazionali, in tanti dialetti e in lingue mino- ritarie? Chi non ricorda lo scalpore sollevato dal libro di Sergio Slavi «Le lingue tagliate?» Questo scrittore fiorentino ha scoperto in Italia 11 lingue minoritarie e ci dice che la Costituzione Italiana nel suo articolo 6, (mi pare), dovrebbe salvaguardare, tutelare queste mino- ranze, che vanno dai Tedeschi della provincia di Bolzano agli Slo- veni della provincia di Udine e di Trieste, dai Francesi valdostani ai Provenzali della

provincia di Torino ecc. ecc., fino ai 100.000 Alba- nesi in Calabria, fino ai Greci delle isole greche. Come puó funzio- nare una vita pubblica, culturale, con 11 lingue minoritarie? Una lin- gua al giorno d’oggi deve definirsi a partire dalle sue funzioni: fun- zioni pubbliche, funzioni culturali. Tutto questo è un problema che non si può risolvere dicendo che tutto ció che esiste deve conservarsi, perché bisogna dire la verità ci sono tante lingue, tanti dialetti attra- verso i secoli che sono

estinti, semplicemente per ragioni culturali o economiche. Con i migliori programmi di conservazione, di tutela, si puó trasformare una Hngua minoritaria in un museo folcloristico. Certe condizioni economiche e culturali conducono inevitabil- mente alla morte lenta di certi dialetti, di certe lingue. Non si tratta solo della lingua, ma anche del costume, delle usanze, delle tradi- zioni, della vita economica e culturale, e quando questa vita va per- dendosi, con il turismo, con le centrali elettriche

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Pagina 495 di 554
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIII, 514 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Segnatura: II Z 759/15(1978)
ID interno: 62143
, tentato da Tommaso degli Obizzi, siamo informati pure da molti altri documenti. 12) Non appartiene dunque al tipo “foglio d’estratti" ormai tramontato. 13) Cfr. la lettera del Fortis a L. Cerretti, citata in n. 9. V. pure n. 14. 14) II Fortis scrive al Cerretti (ib., nr. 7, del 4II1794) che forse dovrà redigere un’an- tologia (“L ’Anno Poeticopel 1794“) il che non gli sarà facile: “Egli è però ben vero che, nello stato attual e della Poesia in Italia, il trovar una dozzina sola di bei nomi diviene

ò scelto de’ migliori educatori, che per me si è potuto; e a quest’ora egli à una dozzina di valen- tuomini che gli lavorajio intorno; Zimmermann lo istruisce della Letteratura Ger- manica, de Salis della Svizzera, Ossuna della Spagnuola, Amoretti della Lombarda, Vasco della Piemontese, Delfico, Signorelli e Giovene della Napoletana, Gioeni del- la Siciliana, etc. Egli à poi i suoi maestri di Chimica, di Botanica, di Storia Naturale, d’Antiquria, e perfino di Storia Ecclesiastica e di Teologia, lo che

per certo prova un lusso d’Euducazione”. 10) G. Bajamonti (1744—1800). Cfr. A. Cronia, in Dizionario biografico degliitalia- ni, I, Roma 1963, pp. 280-281, s.v. 11) Forse per il fatto che il Fortis, già disgustato dagli intrighi della polizia segreta che seguiva attentamente la sua attività, aveva deciso, all’inizio del 1795, a cambiar sede, dopo che un nobile aveva cercato di ucciderlo. Cfr. G. Vedova, Biografia degli scrittoripadovani, II, Padova 1836, p. 5, s.v. Obizzi, Ferdinando. Sul misfatto

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 477 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
Le tappe della libertà Orbene, la determinazione concreta di questi gradi è tema della filoso- fia dello spirito. Per quel che conceme questa determinazione speculati- va, Hegel spiega nella Filosofia della Storia come il primo grado, in quan- to grado immediato, cade nell’ambito della situazione, onde lo spirito è ancora immerso nella naturalità, in cui esiste solo in singolarità non libera (uno solo è libero). II secondo grado è il suo emergere venendo alla co- scienza della sua libertà

. Questo primo elevarsi è però incompleto e par- ziale (alcuni sono liberi), provenendo dall’immediata naturalità e restan- do con ció ancora in rapporto con essa, che continua ad aderirgli come un suo momento. II terzo grado è l’emergere da questa libertà ancora parti- colare alla pura universalità (l’uomo come tale è libero), all’auto-coscien- za e all’autosentimento dell’essenza della spiritualità (10). La prima epoca, dunque, in cui si considera lo spirito, è paragonabile, secondo Hegel, allo

spirito infantile, e corrisponde al mondo orientale. In questo mondo, domina l’unità dello spirito con la natura. Tale «spirito na- turale» (natürlicher Geist) è quello che è ancora presso la natura, non pres- so di sé, che dunque non è ancora libero, che non ha ancora percorso il processo della coscienza della libertà. Anche in questa fase iniziale dello spirito abbiamo religione, arte, stati, i primordi della cultura e della scien- za: ma tutto eiò sta sul piano della natura. II momento dello

spirito è qual- cosa di sostanziale, a cui l’individuo si aggiunge solo come un accidente. Alla volontà dell’uno sono legati gli altri, come bambini, come sotto- posti, ovvero dipendenti senza autonomia. Si realizza perció l’esperienza della sostanzialità: l’uomo esperimenta se stesso come parte del tutto, co- me momento della totalità, la quale è la sola realtà che è in sé e per sé. Si deve perciò dire che non c’é differenza ontologica fra Dio e il mondo, fra l’uomo e la natura, fra la persona

e il genere, ma solo nel mondo ebraico è presente l’inizio di questa differenza con le nozioni di Dio come unico spirito e della creazione. II secondo comportamento dello spirito è quello della separazione, del- ladifferenza, mediante l’autoriflessione: l’emergere dallamera ubbidien- za e fiducia. Tale comportamento, alla luce della filosofia, significa «l’espansione dello spirito nella coscienza della libertà» (11). Ed esso, dal punto di vista della successione cronologica, contiene la storia del mondo

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 233 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
cui gli accadrebbe di «applicare una formula filosofica della libertà che consiste nel fare ciò che si deve e volere cid che sifa - nel campo politico, ritrovando nell’ordine costituito dello Stato il principio dell’obbiettività -fare ció che si deve - e nella rappresentanza nazionale il principio della subbiettività - volere ció che sifa -» (5). Ma questa confusione dei due piani, filosofico e politico, altro non è se non l’espressione di quella tra- duzione in termini concreti fatta dallo

Spaventa nei riguardi della filoso- fia hegeliana. L’idea della libertà è hegelianamente, per Spaventa, il fon- damento della stessa storia che si presenta appunto corne storia della li- bertà (6); anzi il legame tra lo Spaventa e Hegel pare nasca proprio da questa esigenza della libertà che è Lunico scopo della ragione\ libertà, beninteso, che è tale solo se collegata al principio dell’autorità; libertà che, comunque, in Spaventa, sembra aver perso ogni significato metafi- sico e che, a contatto con

si trasformava in di- scussione concreta sul problema di come nello Stato - principio della li- bertà oggettivata e quindi delLautorità - anche il principio della subbiet- tività della libertà debba e possa trovare il suo pieno riconoscimento. Per Hegel «Lo Stato è la realtà della libertà concreta» anzi la forza e profon- dità dello Stato modemo sta nel fatto che «Luniversale deve essere di- mostrato col fatto; ma la soggettività, dall’altro lato, deve essere svilup- pata totalmente e vivamente» (9). Sulle

sue orme lo Spaventa si domanda: «Ora nello Stato questo principio della libertà come ha da aver luogo? Lo Stato è la verità della libertà: in esso cioé la libertà obbiettiva (il ragione- vole della libertà) giunge alla sua verità: e parimenti della libertà sogget- tiva. Ma la libertà soggettiva come coscienza non ha la sua verità che nel- la rappresentazione; la sua verità nello Stato è dunque che vi sia rappre- sentata. Di qui il principio della rappresentazione» (10). Quella rappre- sentazione

che ha lo scopo di far valere il lato soggettivo della libertà e quindi, nello stesso tempo, di essere hegelianamente il sistema di media- zione tra la moltitudine (cioé soggettività e arbitrio) e lo Stato (oggettività 217

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 279 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
sa da Kant alla ricerca filosofica, resta tuttavia uno iato difficile da col- mare tra la condizione suprema della moralità e l’esperienza fattuale dell’agire morale. In altre parole, di fronte alla maestà della legge che la volontà dà a se stessa, la coscienza vuole tuttavia sapere se ció che essa compie, e quindi l’azione nella sua singolarità, sia intrinsecamente buo- na. La coscienza infatti possiede nelia legge solo Luniversale, mentre Lagire è sempre individuale. Cosi quando la legge

comanda: «agisci in base ad una massima che possa valere a un tempo come legge universa- le», la difficoltà non consiste tanto nell’intendere come una massima, sempre soggettiva, possa trasformarsi in una legge oggettiva. L’autoedu- cazione della volontà all’universalità si realizza infatti nel passaggio dairuniversalità soggettiva della massima all’universalità oggettiva della legge, ma sempre all’intemo del terreno dell’universale. II passaggio dall’una all’altra è reso possibile dal fatto che

entrambi sono «principi pratici» e quindi «contengono una determinazione universale della vo- lontà» (51). Di tutt’altranatura è invece il passaggio all’azione: qui l’uni- versale deve saltare oltre se stesso in ciò che gli è qualitativamente oppo- sto, nell’unicità singolarizzata dell’azione. Anche quando viene invocato l’intelletto, come la facoltà capace di mediare l’applicazione della legge morale «agli oggetti della natura» (52), questo non ha altro da offrire che la pura forma della legge

di natura come il «tipo» della legge morale. Ma con ció non viene ancora attuata mediazione alcuna tra uni- versalità e singolarità: il «tipo» è sempre qualcosa di universale e la dif- ferenza qualitativa con la singolarità dell’azione resta incolmabile. Se l’essenza del comandare consiste nel potere dirigere e padroneg- giare l’efficacia dell’agire, il comando della ragion pratica rischia di ri- manere svuotato della sua essenza finché non si trova il passaggio dall’universale al singolare. II bene che

dovrebbe essere reso possibile daH’autodeterminazione della volontà finisce per non raggiungere mai la singolarità dell’azione, la quale si trova cosi sguamita della possibilità di sapersi come buona e cattiva. Beninteso qui non si tratta di pretendere dalla ragion pratica ciò che essa non puó offrire, se non cessando di essere «pratica» per se stessa e non in vista di altro da sé; non si chiede cioé che essa offra schemi di azione o principi da applicare alle situazioni e regole per quest’applicazione

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 168 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
tuizione intellettuale del Vico o di Rosmini o di Gioberti, fu in un primo tempo rendersi conto della distinzione, in ordine al problema fondamen- tale dell’identità di filosofia e religione, natura e spirito, e in generale degli opposti, tra la concezione di Hegel e quella di Schelling, che era loro piü affine (3). Lo svolgimento deH’hegelismo in Italia, durante il secolo XIX, segue problemi analoghi a quelli del neo-hegelismo tedesco, nel quale ebbero per noi particolare importanza Karl

Ludwig Michelet, con la sua rivista Der Gedanke, e Kuno Fischer, e a quelli del neo-hegelismo inglese (dello Stirling, dei Caird) e francese (del Vacherot): i problemi della unificazio- ne della logica e della metafisica, della risoluzione dialettica della gno- seologia criticista, della riduzione filosofica della teologia, della determi- nazione delle leggi storiche, della valutazione positiva dell’esperienza, della scienza, dell’arte. Ma ebbe questo svolgimento in Italia anche ca- ratteristiche

accogliere, o tutto in parte, l’insegnamento di Hegel si ispirano alla tradizione filoso- fica italiana del Rinascimento, nella quale egli aveva colto, oltre l’interes- se culturale e le manifestazioni umanistiche, soprattutto il valore in- trinseco dell’opera di Giordano Bruno, per la ricerca dell’unità degli op- posti come implicazione della forma e della materia nel determinarsi dell’Assoluto, per la eoncezione della logica lulliana come sistemazione totalitaria del pensiero e della realtà e per

l’interpretazione simbolica del fenomeno naturale e umano rispetto all’Idea identicamente e luminosa- mente reale (4). Domenico Mazzoni (di Comeana, Prato; 1783 - 8153), lettore di filo- sofia e rettore del Collegio Forteguerri di Pistoia, promotore di una co- noscenza approfondita della filosofia germanica nella nuova cultura to- scana, tentò e lasció nei suoi manoscritti su\YEducazione Filosofica (5) una dottrina della formazione e attuazione dell’autocoscienza, in cui si 152

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 172 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
Da un altro lato, che sarebbe per noi a sinistra, l’hegelismo italiano cer- có fin da principio di contestare airontologismo e al positivismo la fon- datezza delle loro teorie dell’esperienza e della scienza, nelle quali si po- neva il merito del secolo, e di cercare e mostrare nel pensiero del Hegel principi ormai classici e perennemente superiori in quel merito. Tra gli anni trenta e gli anni sessanta questa corrente d’idee venne alimentata dall’hegelismo dell’Italia settentrionale. In esso

precede Giambattista Passerini (di Valsabbia, Brescia, 1793 - 1864), che, dopo aver studiato a Berlino, alle lezioni di Hegel e di Schleiermacher, insegnó in Svizzera e ivi pubblicó la sua traduzione della Filosofia della Storia (1840). La co- noscenza della filosofia della natura dello Schelling, piú vicina alle scien- ze naturali di osservazione, lo fece avvertire che le vie della scienza spe- rimentale passavano tra l’uno e l’altro sistema; ma alla loro apertura tro- vava in Hegel principio

conveniente l’identità del metodo e della scienza (9). Identità che era poi la stessa deH’immanenza del divino nella natura e della possibile rispondenza di questa alla dialettica dell’essere assoluto, oggetto necessario del pensiero, che vive solo di verità. Maggior apporto letterario diede alla filosofia, sebbene in latino piú che in Italiano, Pietro Ceretti (di Intra, 1823 - 1884). Nel suo Pasaelogices Specimen («Saggio di Panlogica», 1864 - 1871) (10) egli mosse dallo stesso limite della filo- sofia

hegeliana, il panlogismo, per comprendere il processo della realtà in genere a della natura in ispecie come sviluppo razionale dell’immanen- za dell’idea in progressivi rapporti dialettici e stati di coscienza ascenden- ti verso la ragione e lo spirito. In questo quadro logico-biologico dei prin- cipi e delle forme del mondo e della vita il problema teologico è però dis- solto nei suoi termini umani: la religione è nella necessità della contem- plazione della verità e della rassegnazione al dolore

e nella logica trascendente della vita spirituale, che si rende capace di un mondo di dif- ferenze e di valori, al di sopra del divenire degli opposti. Per il Ceretti, «l’assoluto è l’infinita attitudine della Coscienza ad astrarsi in sé da sé stessa», cioè non è altro che l’assolutezza interiore dell’autocoscienza (11). Egli stesso sentiva in questo concludersi del pensiero entro se stesso («sinautologia») il logorarsi delle categorie hegeliane, consumate in un processo evolutivo materializzato nella

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 132 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
rivoluzione» metodologica (quella galileiana, appunto) senza la quale non si sarebbe costituita come scienza, non pervenendo i suoi giudizi a possedere i caratteri dell’oggettività, della necessità e dell’universalità, Ma ció che maggiormente importa è il fatto che proprio la costituzione della scienza della natura come scienza, cosi come si ha tra Leonardo e Galilei, e senza la quale non sarebbe stata possibile la pienezza della ba- coniana obbedienza alla natura, è un aspetto fondamentale

della cultura del Rinascimento italiano, se è vero che essa trova la sua possibilità ef- fettiva nello spirito matematico della ricerca leonardesca e del metodo galileiano. È un aspetto, questo, messo in luce, del resto, da alcune inter- pretazioni della cultura del Rinascimento italiano: quella di Cassirer, ad esempio, il quale trova che gli uomini del Rinascimento hanno soprattutto il merito di avere avviato la concezione scientifica modema che riceve nella gnoseologia kantiana la sua versione

teoretica (87) ; o quella di L. Olschki, secondo il quale «la matematica era stata un elemento della cul- tura molto prima del Rinascimento, ma durante il Rinascimento, per me- rito di pensatori come Leonardo e Galilei, divenne una nuova forza cul- turale» (88) . 10. La «nuova scienza» come «industrial science» e la civiltà neotecnica La matematica come «nuova forza culturale» è quella che permette al sapere empirico di sollevarsi all’altezza della scienza universale ed og- gettiva. È la forza che porta

a queir«obiettivismo fisicalistico» che Hus- serl imputa non poco alla «matematizzazione galileiana della natura», in forza della quale Galilei, che pure è stato un grande scopritore diventa un grande occultatore e la scienza della natura ha uno «svuotamento di sen- so» nella «tecnicizzazione» (89) . Questo «obiettivismo fisicalistico» - è bene intanto ricordare - Husserl pone, proprio in quanto costituisce oc~ cultamento o negazione del «soggettivismo trascendentale, come il prin- cipio della

«limitazione positivistica dell’idea di scienza», (90) del «posi- tivismo (che) decapita per cosi dire la filosofia» (91) . Óra, quali che pos- sano essere le motivazioni di fondo della critica husserliana della «mate- matizzazione galileiana della natura», bisogna riconoscere che questa, come tratto fondamentale della cultura rinascimentale attribuitole da Cas- sirer o da Olschki, proprio promuovendo la «tecnicizzazione», rende pos- sibile l’intervento scientificamente attivo dell’uomo sulla natura

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 287 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
Interventi sulla relazione II Prof. Pietro FAGGIÖTTÖ svolge le seguenti considerazioni: «II tema della li- bertà puó essere trattato, e viene effettivamente trattato in questo Convegno, da mol- teplici punti di vista: dal punto di vista storico, da quello linguistico, da quello let- terario. Ciascuno di questi punti di vista introduce una particolare prospettiva e con- tribuisce a illuminare la problematica della libertà nella sua interezza. II Prof. Chiereghin ha scelto il punto di vista

filosofieo, anzi specificamente me- tafisico, che potrebbe apparire a prima vista troppo astratto, troppo lontano dalla concretezza della vita umana, ma che in realtà è intimamente connesso con questa perché è rivolto a sondame in qualche modo la profonda stmttura ontologiea. È pos- sibile alTuomo un atto di libertà che si affranchi dal meccanicismo dominante nel mondo naturale? II Prof, Chiereghin si è soffermato sulla risposta che a questo problema è stata da- ta dalla metafisica kantiana. Sono

d 5 accordo con il relatore che debba parlare di una metafisica kantiana, come vera e propria forma di conoscenza teoretica e non come semplice postulato della ragion pratica. Tradizionalmente la filosofia kantiana è pre- sentata come una forma di antimetafisicismo che nega la possibilità che la metafisica possa costituirsi sul piano della ragion pura. Ma, come cercheró subito di spiegare, questa interpretazione tradizionaie va ridimensionata. Come è noto, la risposta di Kant al problema della libertà

umana si articola sulla base della distinzione tra fenomeno e noumeno. Dal punto di vista fenomenico il comportamento delTuomo è sottoposto, come qualunque altro processo naturale, al piu rigoroso meccanicismo. «Se ci fosse possibile avere del modo di pensare di una persona, quale esso si manifesta nelle azioni inteme non rneno che esteme, una ve- duta cosi profonda da svelarci ogni suo movente, anche minimo, conoscendo insie- me tutte le occasioni esteme che agiscono su quel modo di pensare

, si potrebbe pre- vedere il comportamento di una persona in futuro con la stessa certezza di una eclissi di luna e di sole» {Kritik der praktischen Vernunft, ediz. dell’Accademia di Berlino, vol. V, p. 99). Questa visione meecanicistica alla Laplace, che sembrerebbe essere la negazione piú radicale e totale della libertà, vale peró soltanto sul piano della Erscheinung, del fenomeno. Sul piano invece del noumeno, cioé dell’essenza piú profonda, intelligi- bile della realtà umana, la nostra condotta è per

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 294 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
cetto di libertà, Nelle Lezioni sulla storia della filosofia Hegel afferma che relativa- mente al concetto di libertà Kant aveva posto il piede sull’ultima cima. Anche se le Lezioni derivano dagli appunti degli scolari e quindi non costituiseono un testo pro- priamente hegeliano, mi piace pensare che quella frase sia stata effettivamente pro- nunciata da Hegel, Chi ama e pratica la montagna puó apprezzare a fondo la metafora impiegata da Hegel: Kant ha posto il piede su una cima che non era

stata ancora con- quistata da nessuno; ma non basta, perché quella era anche Yultima cima che restava inviolata. Da parte di Hegel si tratta di un riconoscimento non da poco: ció significa che per Hegel stesso non rimanevano altre cime da conquistare, ma semmai si trattava di rielaborare e rifondare I’intero cammino della tradizione filosofica occidentale. Relativamente poi al problema della differenza che sussisterebbe tra l’oggettività di un bene che attira a sé, propria della concezione classica

, e il principio della sog- gettività che domina invece nell’etica kantiana, non v’ è dubbio che le differenze so- no radicali. Tuttavia se andiamo a vedere i caratteri strutturali con cui si presenta il rapporto che il principio trascendente intrattiene col divenire, ad esempio in Aristo- tele, e il principio della libertà che trova espressione nella legge morale in Kant, pos- siamo trovare delle non trascurabili affinità. Si sa come Aristotele, per poter spiegare come possa accadere che il principio del

tutto è ragione del divenire senza essere per questo inficiato in qualche modo dal mu- tamento, traspone arditamente dal piano dell’esperienza psicologica al piano cosmico il rapporto di desiderio e di amore. Come ció che si ama ci attira senza che in esso nulla muti, altrettanto un primo motore puó essere causa del movimento come ogget- to del desiderio e dell’amore, senza essere esso stesso mosso. All’intemo della costi- tuzione soggettiva deil’uomo, Kant si trova di fronte a un problema analogo

: si tratta di spiegare come la legge morale possa agire sulla parte sensibile dell’uomo senza essere inficiata dalle sue limitazioni. Quando Kant indica nel sentimento puro del ri- spetto (e il sentimento appartiene alla sensibilità) l’unico indubitato «movente» mo- rale, egli mette in campo una stmttura profondamente affine, formalmente, alla fun- zione svolta dal desiderio e dall’amore aristotelici. Infatti l’imperativo etico attiva nel sentimento di rispetto un rapporto della sensibilità alla legge

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 293 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
del Giudizio con quando è detto nella Critica della ragion pratica non possiamo non avvertire un’incongruenza, Nella terza Critica la libertà appartiene agli scibiiia, è una resfacti, una Tatsache, sottratta sia ail’arbitrio dell’opinione sia al soggettivi- smo della fede, dimostrabile mediante le leggi pratiche della ragion pura e nelie azio- ni che vi si conformano e quindi nell’esperienza. Nella seconda Critica la libertà compare invece tra i postulati, anche se in una posizione piú defilata

rispetto ai po- stulati deirimmortalità dell’anima e dell’esistenza di Bio. Credo tuttavia che l’in- congruenza si possa sciogliere se guardiamo a quello che della libertà diventa og- getto di postulato, La libertà che viene postulata è quella necessaria come condizione di realizzabilità del sommo benc, si tratta quindi dell’effettiva possibilità da parte del libero arbitrio di resistere agli impulsi e di uniformarsi al comando della legge morale. L’uso della libertà da parte deH’arbitrio come

di un «potere» di compiere realmente ciò che comanda il «dovere» è qualcosa che non appartiene agli scibilia né alle Tatsachen, bensi alle Glaubenssachen, ai postulati della ragion pratica. Non c’é dubbio, poi, come osservava il Prof, Bertoni, che nel gioco che s’istituisce tra libertà umana e libertà divina, l’assolutezza con cui la forma della legge si presenta in Kant potrebbe indurci a far coincidere questa assolutezza con la non- libertà e quin- di con una vera e propria negazione della libertà. Penso

tuttavia che anche qui bisogna ricorrere ad una distinzione che diventa fondamentale nelle ultime opere di Kant, nel- la Religione nei limiti della pura ragione e nella Metafisica dei costumi, vale a dire ia distinzione tra Wille e Wilikttr, tra volontà e arbitrio. Della volontà nella Metafisica dei costumi Kant dice con apparente paradosso che essa non puó essere concepita né come libertà né come non libertà, mentre propriamente libero è solo l’arbitrio. Che la volontà non si possa dire né libera

né non libera ha fatto pensare a molti interpreti a un clamoroso capovolgimento dell’atteggiamento dell’ultimo Kant, che avrebbe fatto coincidere volontà e necessità, In realtà penso che le cose stiano altrimenti. La volontà non è né libera né non libera perché è fondamento della libertà delLarbitrio; come principio di libertà essa giace al di là dell’alternativa tra l’essere libero o non hbero; ció non significa che allora essa sia identica alla necessità, ma al contrario che essa è condizione

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 328 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
Riassunto in lingua italiana KARL EGON LÖNNE LA «RELIGIONE DELLA LIBERTÀ» IN CROCE Nella sua «Storia d’Europa nell’Ottoeento» Benedetto Croce ha rappresentato lo sviluppo storico sotto il segno della libertà. Egli vedeva la libertà come elemento co- stitutivo della storia, come la sua vera essenza, il suo vero impulso. Inoltre la defi- niva come postulato etieo-politico attraverso cui gli spiriti piu nobili di tutta Europa si orientavano e si entusiasmavano. Diventando convinzione operante

la libertà non rimaneva soltanto principio di sviluppo della storia e postulato etico, ma diventó re- ligione della libertà che per i suoi seguaci divenne il senso piü importante della loro vita. Cosi Croce riconobbe il compito vero ed essenziale della storiografia nella rap- presentazione dello sviluppo della libertà nelle sue espressioni concrete cosi come è stata sempre realizzata nuovamente ed a seconda delle condizioni storiche a dispetto di tutte le contestazioni e resistenze. Per Croce

il grandioso disegno della religione della libertà fu il centro dispensa- tore di energie della sua opposizione al regime fascista del suo paese. Contempora- neamente fu peró anche una tappa nello sviluppo del suo pensiero che il filosofo por- tó avanti nel contenzioso con correnti spirituali del suo tempo e con le loro conse- guenze etico-politiche. Si pensi alla critica crociana del marxismo cosi come alla sua lotta contro il positivismo che peró non condusse principalmente solo nel campo dell’estetica

e della scienza della letteratura. Già queste ma anche altre discussioni Croee incentró su aspetti della libertà; sulla libertà di pensiero rispetto alla cono- scenza resa assoluta soggettivamente, sulla libertà del giudizio estetico rispetto a metri consolidati, sulla libertà di azione rispetto a dottrine politiche di salvazione. Tenendo presente questo impegno a favore di richieste di libertà di vario tipo, non c’é da meravigliarsi che il disegno di Croce di una religione della libertà rappresenti

il culmine del suo impegno battagliero per la libertà, ma non la sua fine. Lo sviluppo della lotta per la libertà lo condusse piuttosto verso un’opposizione spirituale sempre attiva contro il fascismo ed il nazionalsocialismo ed infine, dopo la loro caduta, ver- so una decisa presa di posizione contro il marxismo visto come nucleo di una mi- naccia politica che stava prendendo forma e che immediatamente dopo la seconda guerra mondiale comportó il pericolo di un’espansione dell’influenza russa anche

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 273 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
senza che sia mai possibile raggiungerlo né, identificandosi con esso, pa- reggiare la sua perfezione. 3. Credo che l’esame dei caratteri costitutivi della nozione kantiana di li- bertà offra una giustificazione sufficiente della necessità di fronte a cui Kant venne a trovarsi di collocare l’etica come metafisica dei costumi airintemo del sistema della ragion pura. Ma il principio della libertà consente d’intendere la metafisicità dell’etica non semplicemente come una parte del sistema, che

si colloca accanto alla filosofia della natura, ma di assegnare all'etica una funzione fondativa nei confronti dell’intero sa- pere metafisico. Se ci riferiamo alla formulazione piu matura data da Kant del concetto di libertà, contenuta nel paragrafo 91 della Critica del giudizio, troviamo che la libertà, lungi dall’essere solo un’ipotesi o un’esigenza pratica, deve essere annoverata tra le resfacti, tra le Tatsa- chen, non certo di natura empirica, bensi come un fatto, e quindi una re- altà oggettiva

, della ragione. Cose di fatto sono gli oggetti dei concetti, di cui puó essere provata la realtà oggettiva sia mediante la ragione sia me- diante l’esperienza. Ora «ciò che è molto notevole», afferma Kant «é, che tra le cose di fatto si trovi anche un’idea della ragione (che in sé non è ca- pace di alcuna esibizione dell’intuizione, e quindi di nessuna dimostra- zione teoretica della sua possibilità); ed è questa l’idea della libertà, la cui realtà, come una specie particolare di causalità (il cui

concetto sarebbe trascendente dal punto di vista teoretico), si puó dimostrare mediante leg- gi pratiche della ragion pura e, conformemente a queste, nelle azioni reali, e quindi nell’esperienza. Tra tutte le idee della ragion pura è l’unica di cui l’oggetto sia una cosa di fatto, e debba essere messa tra gli scibilia» (27), come oggetto di sapere, quindi, e non di mera opinione o credenza. Nonostante sia impossibile esibire un’intuizione corrispondente al concetto della libertà (e l’esibire ha appunto

il significato del dimostrare in senso teoretico), la libertà deve avere tuttavia uno specifico modo di accessibilità, che si caratterizza proprio come sapere, dotato di non mi- nore cogenza dimostrativa di quella legata all’intuizione empirica in sede teoretica. Tale forma di accessibilità si rende visibile solo se ci volgiamo ai caratteri dell’atto della ragione che sta unitariamente alla base tanto della ragione teoretica quanto della ragion pratica. «La ragion pratica» in- fatti, afferma Kant, «ha per

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 491 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
sere temporale. Con questo si introduce in essa l’organizzazione. Ella è il Regno di Dio, il presente conquistato, la vita, conservazione e piacere dello Spirito» (90). In questa misura la Chiesa ha eliminato dall’intemo l’indirizzo polemico della comunità iniziale riguardo ad una mondanità esistente fuori di essa e ha re-introdotto le istituzioni dell’eticità: la fami- glia, la proprietà, le leggi e il governo. Quindi: «si tratta che si configuri dal seno della stessa Chiesa una vita libera

, una vita politica e di diritto privato a partire da principi etemi, un impero razionale mondano confor- me all’idea della libertà e all’assoluto del diritto». Non si tratta di una teocrazia. Infatti: «nella misura in cui la legge, il razionale e l’universale appartengono cosi al mondano, alla Chiesa le resta la cura delle anime dei singolari, della soggettivitàparticoiare; l’universale mondano si converte in una cosa autonoma» (91). Secondo le Lezioni del 1824 la realizzazione della fede cristiana

nella storia porta nel presente mondano quella riconciliazione che nel piacere eucaristico si proiettava in un aldilà, in un cielo ultraterreno, in un passato e in un futuro. Tuttavia per arrivare a tale riconciliazione nel presente mondano «il Regno di Dio nella comunità» deve traversare la tripla og- gettività del cuore, delTintelletto e del Concetto. Nell’oggettività del cuo- re, cioé nel rude mondo medievale la Chiesa lotta con il mondano e cade corrotta dalla mondanità. Nella oggettività della

riflessione si presentano due tappe. Nella prima, le istituzioni dell’eticità (famiglia, proprietà e Stato) ottengono «la testimonianza dello Spirito di essere rapporti essen- ziali», contro Tautorità della Chiesa che rivendica i tre aspetti della vita monacale (castità, povertà e ubbidienza). Nella seconda tappa non solo si discute Tautorità della Chiesa ma anche la sua dottrina. II dogma della Trinità, il processo della grazia, Tunità della natura divina e umana sono eliminati in nome delTidentità

astratta della religione maomettana (92) e della religione dellTllustrazione (93). Davanti a questo svuotamento pro- dotto dalla riflessione «il contenuto religioso si fuga nel concetto» per trovare li la sua giustificazione o, per contro, si rifugia «nella forma del sentimento o della sensazione... rinuncia a sapere un contenuto, di manie- ra che la santa Chiesa non possiede già piú nessuna comunione (Gemein- schaft) e si disgrega in atomi» (94). In quest’ultimo caso il sentimentali- smo

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Pagina 230 di 554
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIII, 514 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Segnatura: II Z 759/15(1978)
ID interno: 62143
Ma proprio nella pagina del Crepuscolo, attraverso una piú ampia e approfondita conoscenza della letteratura tedesca, si annunzia un muta- mento di prospettiva storica, che contribuisce a determinare un’incri- natura nella visione di un’armonica collaborazione fra cultura germa- nica e cultura latina, Già in un articolo anonimo su Tieck (1853) il ro- manticismo è defmito negativamente come periodo reazionario, di disimpegno sociale, di fuga dalla realtà, di rifugio in fatue chimere del passato

. Ma decisivo in questo senso appare lo studio di Tullo Massa- rani su Enrico Heine e ilmovimento letterano in Germania(\%51), Sulla scia di Heine il Massarani delinea un quadro polemicamente negativo del romanticismo tedesco in contrapposto all’immagine idillica ed entusiastica della Staél: la conclusione del romanticismo tedesco è «l’abiura della materia, l’assorbimento della personalità umana e del- l’esistenza terrena nella contemplazione estatica dell’infinito», E’ evi- dente l’influsso della

concezione naturalistica della vita e dell’arte che si stava affermando anche in Italia. Massarani ne fa campione in Ger- mania Heine, che «bandisce la protesta della forza e della bellezza con- tro il nichilismo degli asceti, la riscossa degli istinti operosi dalla para- lisi del misticismo». 24) Ma intanto tutto un filone della spiritualità e della letteratura germanica appare irriconciliabile con l’anima latina e viene favorita la sensazione di un contrasto radicale, e forse irriducibi- le fra

De Sanctis. Non tanto sul piano delle dichiarazioni programmatiche, quanto su quello concreto della critica e della storiografia letteraria, egli sviluppa l’azio- ne di affiatamento della cultura italiana con la cultura europea, inizia- to dai romantici lombardi e proseguito dagli scrittori dell’Antologia, del Politecnico,della Rivista europea,de\ Crepuscolo, respingendo ogni forma di nazionalismo «chiuso». Nel periodo fra il ’60 e il ’70 a una grande ammirazione per la «scien- za» tedesca si unisce una

certa diffidenza, o paura, per la potenza ger- manica e per lo spirito nazionalistico che la sostiene. Dopo il ’70 e la sconfitta della Francia si accentua la consapevolezza del contrasto fra 194

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Pagina 61 di 244
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: XII, 225 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Soggetto: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Segnatura: II Z 759/10(1970)
ID interno: 62122
«punto di vista trascendentale», Hegel assolutizza la formula con la quale questo «punto di vista» si enuncia. Ma in ciò muta la natura stessa della questione: infatti non è piú neces- sario per Hegel ricercare le condizioni della scienza, poiché questa con- sistendo nella unità di sé con se stessa come unità «raggiunta» a partire dall’idea della scienza, haperció in se stessa le sue condizioni; e pertanto non si dà piu il problema della «fondazione scientifica dell’esperienza», bensi l’altro

, di portare alla luce la ragione immanente per la quale l’e- sperienza non puó esser altro che la scienza stessa (il sapere), che nel «raggiungimento di sé», dice la sua storia. Dalla «critica della ragione pu- ra» a quello che si potrebbe chiamare il «sistema della ragione storica», quel che c’è di mezzo è la natura che, da problema quale precedentemen- te costituiva, si fa il tema svolgibile entro l’orizzonte della deduzione per- messa da quella «ragione storica», la quale è sufficiente, nel suo princi

- pio, a spiegare la natura corna momento della vita di se stessa, Per tale via si compie nell’800 il raggiungimento della «forma» propria di un «contenuto» - l’esperienza - che l’illuminismo aveva offerto come base immediata del conoscere, e come immediata condizione di progres- so, cioé come essoterico, vale a dire corne il «positivo» a livello non scientifico bensi del «senso comune»: a quel livello ove l’esperienza, accrescendosi quantitativamente, in ció esaurisce tutta la richiesta della

scienza stessa. Hegel capovolge il postulato illuministico all’atto in cui 10 illumina all’intemo dei suoi «contenuti»; non nella esperienza come somma di dati che cresce su se stessa, sta la possibilità della storia e del progresso, ma la condizione necessaria della storia e del progresso sta nel sapere che, nel suo termine, raggiunge il suo principio ed in ciò è suffi- ciente a «separare» da sé, ma in sé, la natura, onde puó recuperarla in un risultato ove l’essenza della natura è Idea. Si cancella

cosi radicalmente il senso naturalistico del processo del sa- pere, nel concetto di sapere come processo storico in quanto ideale; la sto- ria e il progresso si affidano al sapere che si sa nel suo principio, non al sapere che si accresce nel tempo. Cio spiega come in Hegel la storia non puó essere vista che nel suo sviluppo ideale (storia della filosofia) e come 11 costituirsi delle stesse scienze altrimenti non sia coglibile che in una «filosofia della storia». In tal senso Hegel è il punto

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Libri
Categoria:
Storia , Storia culturale, folclore, musica, teatro , Filosofia, psicologia , Linguistica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Pagina 140 di 254
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Luogo: Meran
Editore: [k.A.]
Descrizione fisica: 43 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Segnatura: II Z 759/12(1972)
ID interno: 62128
8) II che è pur quello che mi si chiede di fare quando la circolare di invito rivoltomi a tenere una relazione sull’argomento stabilisce che «il tema generale sarà trat- tato nel campo della storia, della storiografia, della letteratura e della critica let- teraria, della filosofia e della pedagogia, della politica e del diritto, delle scienze e della religione», e che «ciascun relatore illustrerà, limitatamente al suo settore di competenza, il rinnovamento culturale del Rinascimento nella

considerazione dell’uomo e della natura». 9) E. GARIN, L’umanesimo italiano cit., p. 253. 10) E. GARIN, La cultura del Rinascimento, U. L., Bari, 1967, pp. 9 - 10. 11) J. BURCKHARDT, Sullo studio della storia cit., p. 85. 12) J. BURCKHARDT, Lezioni sulla storia d’Europa cit., p. 113. 13) J. BURCKHARDT, Sullo studio della storia cit., p. 86. 14) J. BURCKHARDT, Lezioni sulla storia d’Europa cit., p. 140. 15) J. MICHELET, Histoire de France au seizième siécle: Renaissance, Paris, 1855

, pp. 14 - 15: La découverte du monde et la découverte de l’homme. 16) J. BURCKHARDT, La civiltà del Rinascimento in Italia cit., p. 327. 17) Ibidem, p. 514. 18) Cfr. R. MONDOLFO, II Rinascimento italiano e il suo influsso sul pensiero moderno, in Figure e idee della filosofia del Rinascimento, Firenze, 1963, p. 258. 19) B. SPAVENTA, Della nazionalità della filosofia italiana, in Lafilosofia itali- ana e le sue relazioni con lafilosofia europea, nuova ed. con note e appendice di documenti, curata da G. GENTILE, Bari, 1908

Rinascimento nella storia della cul- tura dell’Ottocento, Roma, 1962, cap. I (Neoumanesimo e Rinascimento: G. W. Hegel), pp. 7 segg.. 122

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 20 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
nel modo migliore ed esprime l’augurio di un proficuo lavoro. La Dr. MARIA SERENA POMPILI porge un cordiale saluto a no- me del Commissario del Governo della Provincia di Bolzano spia- cente di non essere presente per motivi di salute. «II suo interesse per i convegni culturali organizzati dalLAccade- mia è sempre stato altissimo e la mia presenza qui è testimonianza di questo, soprattutto quando le cose vengono fatte ad un un cosi alto li- vello quale quello espresso in questa sede

All’inaugurazione del eonvegno internazionale di studi italo-tede- schi, il Sindaco di Merano GIUSEPPE ROSSI porta ai convenuti il saluto della città: «Città che è orgogliosa di poter annoverare fra i tanti momenti di cultura anche questo convegno di studi italo-tede- sehi, arrivato alla XXI edizione. Un’edizione nel corso della quale l’argomento che verrà trattato ed approfondito è un argomento a tutti molto caro, quello della libertà». II Sindaco è certo che Merano accoglierà i convegnisti

». La dottoressa Pompili conclude rinnovando i saluti alle Autorità e ai congressisti e augurando buon esito ai lavori di studio. Prende la parola il Dr. THIETMAR BACHMANN Vice Console della Repubblica Federale di Germania a Milano: «Signor sindaco, egregi partecipanti, signore e signori, è un grande piacere per me poter essere presente all’apertura del XXI congresso dell’Accadenqa degli Studi italo-tedeschi di Merano in rappresentanza del Console Generale della Repubblica Federale di Germania il quale

, purtroppo, è stato trattenuto da altri impegni. II congresso verte sul te- ma «II pensiero della libertà nelle culture dell’area italiana e tedesca». Lo spunto in virtü del quale proprio questo tema è stato scelto per il simposio dell’anno 1989 dev’essere ricercato in un avvenimento che trae la sua origine al di fuori delle culture dell’area linguistica italiana e tedesca ma che successivamente le ha influenzate in modo duraturo. Quest’anno si celebra il 200esimo anniversario della Rivoluzione Fran

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Libri
Categoria:
Storia , Filosofia, psicologia
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Pagina 288 di 564
Autore: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XV, 540 S.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Segnatura: II Z 759/21(1989)
ID interno: 62158
La posizione della realtà fenomenica è infatti logicamente connessa in Kant con la posizione della realtà noumenica: la natura del fenomeno è tale da implicare la di- pendenza da qualcosa che non è fenomenico, da una realtà in sé, noumenica. Ora, per il fatto stesso che il meccanicismo naturale è limitato da Kant alla sfera feno- menica, l’uomo nella sua essenza noumenica, è già sottratto a tale meccanicismo, è già riconosciuto nella sua piena autonomia, nella sua intrinseca, assoluta libertà

. II modo di «apparire» dell’azione umana nel tempo è soggetto al meccanicismo, ma la radice ultima di ogni azione umana è fuori del tempo, è una scelta unica, assoluta, quella «scelta del destino» che già Platone adombrava nel mito di Er. Ripeto che qui l’affermazione della libertà umana, operata da Kant, non è un sem- plice, se un pur pregnante, postulato morale, ma una schietta inferenza teoretica, una vera e propria asserzione metafisica. Tale asserzione metafisica ha tuttavia in Kant un limite

, e giustamente pertanto il Prof. Chiereghin parla della metafisica come conoscenza del limite. II limite è questo: che, pur potendo noi conoscere 1’esistema di una nostra radice noumenica - e l’esi- stenza in essa della nostra libertà - non possiamo conoscere la sua intrinseca costitu- zione (innere Beschajfenheit). Ma qui bisogna intendere bene ció che vuol dire Kant quando parla di conoscenza delTintrinseca essenza di un oggetto. È necessario rife- rirsi alla conoscenza matematica. Noi possiamo, ad esempio

, conoscere l’intrinseca costituzione di un triangolo, perché noi stessi lo costruiamo, e da questa sua costru- zione possiamo dedurre tutte le sue proprietà con assoluta necessità logica. Questo tipo di conoscenza non è però realizzabile in una metafisica che assume come oggetti l’io noumenico, il sostrato intelligente della natura e Dio, perché la loro intrinseca es- senza non è stata certo costruita da noi e non possiamo quindi conoscerla esaustiva- mente e dedume tutte le proprietà. Nel caso della

libertà possiamo riconoscere l’esi- stenza, ma non possiamo vederla scaturire daila nostra essenza noumenica. Ma allora è chiaro che la metafisica che Kant nega è la metafisica del razionalismo modemo, in particolare la metafisica di tipo spinoziano che pretendeva realizzarsi more geometrico. Non era questa la pretesa della metafisica classica, che era ben consapevole del proprio limite. Pertanto, nell’atto di negare la possibilità della meta- fisica come scienza di tipo geometrico, Kant non viene

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Libri
Categoria:
Storia culturale, folclore, musica, teatro , Giurisprudenza, politica
Anno:
[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Pagina 418 di 554
Autore: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Luogo: Meran
Descrizione fisica: XXXIII, 514 S. : Ill.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Soggetto: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Segnatura: II Z 759/15(1978)
ID interno: 62143
chiamare „la barbarie della ragione”. Da piu parti infatti si levano le voci per denunciare gli eccessi dell’estremo consumismo, come delle unilaterali preoccupazioni economiche, le minacce di un militarismo portato ad oltran- za e di uno strapotere politico, ma anche con la piu precisa indicazione che, in ogni caso, si tratta sempre di salvaguardare l’uomo, e di ricondurre quindi il valore dell’educazione a quel piano della „dignità” che assai raramente coin- cide con il piano della „potenza

”. Non sono mancate recentemente voci che hanno riconosciuto che, quale che sia l’obiettivo proposto al programma educativo, sempre l’educazione, per essere tale, deve muoversi secondo le linee indicate dalla „bellezza”, cioé a dire dall’armonia, daH’equilibrio, che comporta tolleranza, sul piano etico-sociale, e responsabilità personale come fondamento della stessa responsabilità collettiva della società e dello Stato. Si assiste in questi ultimi tempi certamente alla riaffermazione della dimen

- sione socio-politica dell’educazione, ma non per subordinare l’educazione alle istanze necessariamente transeunti e mutevoli dell’economia o della po- litica, bensi piuttosto per riconoscere che l’uomo è quel „politico”, di cui la piu autentica tradizione umanistica di Platone e di Aristotele avevano già n- conosciuto ed esplicitato il significato. Ma insieme si riconosce che il politico non puó certamente soffocare l’umano, e che, per parlare autenticamente di educazione è pur necessario che venga

considerato esplicitamente il soggetto dell’educazione, che è da considerare l’uomo come valore, nel fondamento e nella esplicitazione della sua personalità, non certo strumento ad altro, bensi piuttosto kantianamente, il fine, a cui tutto deve essere ricondotto. È significativo che, lungo questa linea, si sia mosso il recente Congrésso Internazionale di scienze pedagogiche, svoltosi un anno fa a Grent (Belgio), e che le preoccupazioni della formazione della personalità siano state messe al centro del

dibattito internazionale, anche e soprattutto nel confronto non soltanto con le tradizionali correnti della pedagogia europea, ed extra- europea, ma anche con le nuove pedagogie dell’Africa, dell’Asia, dell’Ame- rica meridionale. Anche in questi Paesi - il cosiddetto Terzo Mondo - si impone il problema che preoccupa la cultura europea, e cioé il rapporto tra tecnologia e umanesimo, il pericolo di vedere subordinato l’uomo alla tec- nica e di vedere l’umanità unicamente preoccupata di un proprio

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