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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 184 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
sbarrava la strada alle loro conquiste e l’ignoto, purtroppo ad essi fatale, che vi stava dietro — dovettero portare nella attuale valle Lagarina, il ricco corredo della loro coltura, delle loro istituzioni; cosicché, come ben dice un modesto illustratore della valle Lagarina— «quando i Rezi spaventati ammiravano il rapido e terribile avanzarsi delle romane legioni, condotte da Druso, poteano degli abitanti della valle Lagarina, rivolgersi ai romani soldati c dir loro con diritto: Non toccate

questa terra che dessa è terra d’Italia sacra agli dei: Haec est Italia Diis sacra. » I Romani in valle Lagarina hanno lasciato prove durature del loro passaggio, della loro dominazione. La via militare romana Claudia-Augusta, che dalla valle del Po metteva in quella del Danubio, percorreva la valle Lagarina in tutta la sua lunghezza; anzi, è accertato che dalla Chiusa veronese fino a Trento, due fossero le strade romane percorrenti questa valle: Luna sulla destra e l’altra alla sinistra dell’Adige

. Sepolcreti, iscrizioni, medaglie, armi, mo nete romane, trovate in ogni parte della valle, provano la consistenza e l’importanza data da Roma a questa sua colonia prealpina. II nome attuale, valle Lagarina, lo deve al medio evo, alla conquista longobarda: la prima nozione scritta che di valle Lagarina si ha, è in Paolo Diacono, accennante ad un Regilone comites de Pagare, che governava il paese ed aveva la sua sede in lolla, clic fu detta de Pagare e poscia Lagarina. Nell’invasione franca la valle

Lagarina passò sotto il dominio feudale dei marchesi di Trento: come appare dal Piacilo temuto da Ludovico II, in Trento nell’845 — rammentato dal Muratori — ed al quale intervennero uomini di Marco, di Avio, Castione, Mori, Tierno e Lenzina, terre tutte della valle Lagarina, che al marchese di Trento facevano atto di vas sallaggio. Per troncare certe questioni che tenevano in armi i valvassori, signorotti di vari castelli della regione, Corrado il Salico nel memorando placito erigente Trento

in principato vescovile, assegnava il dominio della valle Lagarina alla Mensa vescovile di Trento: ed i principi vescovi la divisero in vari capitanati con sedi a Pradaglia, Lizzana, Castelbarco e Scr- ravalle. Ma i capitani una volta installati colle loro famiglie nei ricchi feudi della ridente vallata, tentarono, e vi riescirono il più delle volte, di rendersi indipendenti dalla curia vescovile di Trento: di qui le guerre continue, le interminabili contese delle varie famiglie feudali di valle Lagarina

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 162 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
degnamente questo singolare paese: ch’io, stretto dal tempo e per non dare agio ai sospetti dell’imperiale regia polizia di alimentarsi e prendere corpo, più che visto, ho appena intravisto — come a Mosé (perdonate la poca modestia del paragone) accadde per la Terra Promessa. Delle alte valli del Trentino — le quali però non ho rinunciato alla speranza di visitare — una delle più rinomate e battute dai tourisli è la valle di Non : 'estendetesi per tutta quella regione che'anticamente fu detta Anaunia

, dai Romani ■ conquistata, colonizzata, fertilizzata, civilizzata al punto da vedere i suoi cittadini — come appare dalla famosa tavola clesianà, conservata nel -Museo 'di Trento e della 'quale si é ripetutamente parlato — elevati alla dignità, allora importante, di cittadini romani. La valle di Non dividesi attualmente in due denominazioni ben distinte: valle di Non propriamente detta e valle di Sole. La valle di Non, tiene, diremo cosi, tutta la parte inferiore della vallata, seguendo

la direzione da nord a sud: mentre la valle di Sole comincia all’angolo acuto, che al disopra di Cles, è fatto dal Noce, e prosegue in direzione di est ad ovest, fino ai piedi del gran ghiacciaio di Presanella e del monte del Tonale, che la dividono dalla Valcamonica, e sui quali passa l’attuale linea di Confine col Regno d’Italia. In tutta la sua lunghezza l’Anaunia (valle di Non) e valle di' Sole, che n’é la continua zione, è percorsa dal fiume Noce, uno dei maggiori tributari dell’Adige, che scende dal

Corno dei Tre Signori, una delle più alte cime della valle di Sole, ricevendo a destra ed a sinistra una quantità di affluenti, fra i quali le acque tutte scendenti per questo versante dai monti del Tonale, e dai gioghi di Campiglio nelle Giudicarle : lo scolo della valle della Mare o di Pejo, il Saent, ed altri minori, in gran numero. 5 Nella valle di Non, propriamente detta, corrono'due strade di grande importanza: quella 'che da Trento per Mezzolombardo, Rocchetta, Cles, porta a Male, invai

di Sole, e di là per il valico del Tonale in Valcamonica. L’altra più recente, detta „della Mendola, dal valico che fa di questo monte — e che scende da Bolzano e Fondo a Cles, tenendo la sponda, sinistra del Noce — si unisce còlla prima a Rocchetta. Cles è il capoluogo della valle di Non: borgo antichissimo: sede della giudicatura distret tuale — ricco di memorie storiche. Nelle sue vicinanze, ai Campi Neri, si rinvennero molte antichità'romane, fra le quali resterà mai sempre famosa la tavola

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 192 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
i88 Italia Irredenta di montagne, che staccandosi dal Pasubio, prendono i nomi di Farina, Fontana d’oro, Monte Alba, Zollata, Preaforà —■ curiosissima a vedersi dalla parte di Arsiero — ed il monte Sumano, che scende fin presso a Schio a dividere la valle del Leogra da quella dell’Astico. Le due punte più elevate di questo gruppo, come s’è detto, sono il Colsanto, che piu precisamente giace fra le valli del Cheserle e di Zuccheria, raggiungendo l’altezza di 2110 metri: ed il Pasubio, ché nero

, gigantesco e triste nella sua nudità, si alza dal Piano della Fugazza toccando l’altezza di 2232 metri sul livello del mare. Grandissimo è il numero delle piccole valli scendenti dai fianchi dì questi due - monti e complicanti il sistema oro-idrografico del gruppo. Cito le principali: valle d’Acciaio, valle Buse e Zuccheria sboccanti in valle di Terra gnolo: valle di Cellaraste, di Serrapache, del Rio e Boale'di Pasubio, tributarie alla valle di Posina: valle del Cheserle, di Pozzacchio, Valmorbia, Fieno

ed altre minori tributarie di 'Val- larsa: infine, valle di Canali — ove ha la sua origine il Leogra' — Reine dei Conti e Santa Caterina in valle dei Signori. Quasi fronteggiante il Pasubio, sulla riva sinistra del Leno in Vallarsa, si erge mae stosa fino a 2263 metri, la Cima di Posta, come la chiamano gli alpinisti tridentini e vicentini — o Carega, come la designano le carte militari e le popolazioni circonvicine. — Essa è la vetta più alta di quel gruppo di montagne che sorge alla sinistra del Leno

di Vallarsa, e finiscp in valle d’Adige collo Zuna, ed ha il suo versante meridionale nella valle dei Ronchi: vista in distanza colla lunga sfilata delle sue cinte ignude, bizzarramente frastagliate dà, se non l’illusione, il ricordo delle fantastiche formazioni dolomitiche del gruppo di Brenta. Si sale alla. Cima di Posta tanto da Vallarsa che da valle dei Ronchi: e lassù il panorama della Podesteria e della pianura veneta che si stende davanti all’osservatore, senza' ulteriori ingómbri, appare più che

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 190 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
Il Finonchio divide la Folgaria dalla valle di Terragnolo, ove ,scorre uno dei rami del torrente Leno, quello cioè che scende dal Colsanto e dal versante occidentale del Pasubio. La valle di Terragnolo che dal paese di Trambileno, presso Rovereto — ove i due rami del Leno, prima di gettarsi in. Adige si uniscono, si spinge in direzione d’oriente fino al confine col Regno d’Italia; col quale, per il passo di Laste o per quello della Borcola, e per il Doppio Pas, di fianco al Pasubio, ha facile

comunicazione — e ben lo sanno gli infaticabili spal loni —■ scendendo da Posina per le valli dell’Astico, ad Arsiero e Schio. Una strada carreggiabile discreta, percorre la valle di Terragnolo nella sua lunghezza, fiancheggiando la sponda destra del torrente Leno: si alza fino al passo della Borcola (1252) per discendere nel Regno, per la vai di Posina. Chiesa, paesello ad ottocento metri sul livello del mare e sul percorso di questa strada è il capoluogo del Comune di Terragnolo formato da un numero

grandissimo di piccole fra zioni e di casali sparsi lungo lo stradone od il corso del torrente, o sui fianchi del Finonchio, del Pasubio, del Colsanto. Questa alpestre e solitaria valle, scarsamente abitata, non ha memorie storiche proprie di qualche importanza. Nelle vicende dei tempi essa segui ognora le sorti della valle Lagarina' e più ancora di Rovereto a cui si tenne sempre collegata. Il Finonchio è il monte che domina la valle del Leno di Terragnolo nella maggiore sua lunghezza. È per • la sua

forma tipico fra i monti che circondano il bacino di Rovereto. E circoscritto dalla valle di Terragnolo, dall’alti piano della Serrada e dalla valle di Folgaria. È tutt’al più alto 1600 metri, ma la sua ascensione è raccomandata al touriste che visita la valle Lagarina, perchè è motivo d’una escursione deli ziosissima: coronata dal risultato finale d’un panorama stupendo della intiera valle Lagarina e del gruppo del Brenta. Ben più importante della precedente è la Vallarsa, nella quale nasce il ramo

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 181 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
in Valsugana. La solitudine quasi primitiva delle sue pendici, chiama in Vaisorda frequenti gli erborari ed i botanici, presentando essa una flora delle più interessanti, curiose e rare. Oltre l’imbocco della Vaisorda la vallata si restringe sempre più: a Mattarello, ultimo villaggio del circondario di Trento, lo Sconuppia ed il Bondone s’avvicinano tanto, che sembra quasi si vogliano toccare : Adige, strada postale e ferrovia, passano appena nello stretto fondo della valle: ed é qui che

comincia, colla strétta di Mattarello ed alla chiusa del Murazzo, quella cospicua parte del Trentino inferiore ch’é detta Valle Lagarina. Lo Sconuppia, il Finonchio, lo Zuna, il Castelberto e 1 ’Aquilio alla sinistra dell’Adige, ed il Bondone ed il Baldo a destra del fiume stesso, sono i monti fra i quali è circoscritta la valle Lagarina. Lo Sconuppia ed il Bondone dominano la valle dalla parte superiore. Il Baldo nell’inferiore, dividendola dal lago di Garda. Lo Sconuppia — la cui vetta maggiore tocca

i 2148 metri — è come la vicina Maranza sulla sponda sinistra dell’Adige : e la sua formazione è di dolomite principale. Sta fra la vallette di Vigolo e la valle di Besenello. La sua sommità è divisa in tre punte, cioè : il Hecco della Carriola, ad occidente: il Becco di Filadonna ad oriente ed il Cornetto nel mezzo, fra le due. Sui suoi fianchi vi sono quattro malghe o cascine: delle quali la maggiore è detta il palalo: ha pascoli e selve abbastanza estese nel suo versante settentrionale: la sua

base ha un’esten sione considerevole, che va dalla valle di Centa fino al paese di Besenello e al rivo Golia, che nasce sul Cornetto e si scarica in Adige, presso Calliano. Le vette dello Sconuppia sono assai visitate nella stagione estiva dagli alpinisti tridentini, vicentini e veronesi, perchè offrono allo sguardo bellissimi panorami. Gli amatori della flora alpina vi trovano parecchie buonissime specie, fra le quali frequenti YAstrantia minor e la Carex baldensis di Linneo : nonché l’anemone

centosettantasei metri, ed il monte Vason. Fra l’Orto di Abramo ed il Cornetto havvi un altipiano bellissimo, coperto di prati fertilissimi e di boschetti: fra i quali sorgono le cascine dei Fragari, degli Albi, delle Pozze e numerose villette di signori trentini e roveretani. Dalle vette del Bondone, dell’Orto d’Àbramo, del Cornetto e del Vason si gode un panorama meraviglioso, che dalla valle più vicina corre fino alle cime del gruppo del Brenta, ed oltre queste fino ai ghiacciai immensi dcH’Adamello. Visto

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 49 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
dello statuto della valle di Ledro pon è se non una trascrizione, ed ■ in molti punti anche una riduzione dello statuto di Trento: la seconda è più appropriata alla località e d’indole affatto amministrativa. In molte cause civili anche oggidì i giudici di valle di Ledro fanno capo e si attengono a questo statuto. Ciò ch’è prova , della sua bontà. Ritornata insieme alle Giudicane ed a Riva in potestà del Principato vescovile di Trento, la .valle di Ledro segui senza avvenimenti rilevanti

le sorti di questi: e nel 1866, fu il teatro principale delle fazioni garibaldine sì gloriosamente iniziate, e si tristamente troncate dall’ordine regio che tutti sanno, di coprir Brescia, da nessuno minacciata.... I paesi della valle di Ledro sono pochi, e questi pochi, per la maggior jftirtc di menoma importanza. Venendo da Riva la prima terra che si trova è Biacesa con meno di 300 abitanti; indi Prè con quasi 400, Molina con altrettanti, poi la piccola e povera frazione di Mezzolago, Pieve di Ledro

— terra antichissima della quale si hanno notizie nel secolo XII — Bezzecca, nome che tanti ricordi e tanti rimpianti solleva in ogni cuore d’italiano; Locca, Enguiso, Lenzumo, villaggi alpestri che si addentrano nella valle di Conzei, e i due Tiarno, ^inferiore o disotto, il più cospicuo, e quello disopra. Come centro 'di popolazione Tiarno disotto è il paese più importante. di tutta la -valle di Ledro, contando quasi mille abitanti. È paese assai , noto per la sua bella ed alta posizione : per gli

edifici che lo adornano, fra cui il maestoso nuovo campanile, tutto in tonalità: per le belle fontane gettanti.acqua eccellente, freschissima, ed abbondante: per la. cortesia dei suoi- abitatori e la leggiadria tutta lombarda delle sue donnette. Tiarno superiore è l’ultimo paese della valle di Ledro, da cui , andando verso Storo si entra nella valle d’Ampola. Tutto sommato, la popolazione della valle di Ledro è di circa 5000 anime: gente buona e laboriosa, amante oltre che del lavoro anche dello

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 187 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
, di mettere in fuga il duca Federico d’Austria — 1 impo nendogli una pace per cinque anni con un trattato che fu segnato a Bolzano. Una volta bene stanziati in valle Lagarina i Veneziani non potevano accontentarsi del retaggio relativamente piccolo lasciato loro da Azzone: ed accampando ragioni che non man cano mai a chi si sente forte e non guarda per il sottile, cominciarono ad assediare Rovereto, difeso da un terzo Aldrighetto di Castelbarco ed a prenderlo, il 4 ottobre 1416: indi nel 1439, per non

avere alle spalle fortezze che potevano in caso di guerra servire di buon rifugio ai nemici, smantellarono il castello di Lizzàna— insigne per tante-memorie, per tanti fasti nel secolo precedente — presero i castelli d’Albano e di Nomesino, ond’è che rimasero padroni di tutta la valle Lagarina, nonché delle sue grandi tributarie, le valli di Arsa, Terragnolo e Folgaria: confinando i Castelbarco — fuor di Beseno, che tennero ancora — oltre la sponda destra dell’Adige, nella valle di Gresta, cd ai tre

castelli più sopra nominati. La fortuna dei Veneziani 'in valle Lagarina durò fino al 1487. In quest’anno cominciò la loro parabola discendente. Il 23 aprile 1487, Sigismondo, arciduca, che alla chetichella aveva radunati in Bolzano circa dodicimila uomini, per la maggior parte svizzeri tedeschi, fece proditoriamente imprigionare i mercatanti veneziani accorsi come di consueto alla fiera che in quell’epoca colassù tenevasi. Quest’atto di prepotenza fu la sfida lanciata contro Venezia.- La Serenissima

la raccolse ed in breve tutta la valle fu in armi. Dopo varie vicende i Vene ziani toccarono a Calliano la rotta della quale s’è già parlato, perdendovi uno de’ migliori loro capitani, Roberto Sanseverino. Una pace firmata il 13 novembre dello stesso anno, in Venezia, ritornò le cose di valle Lagarina alle condizioni di prima. Ma per poco : nel 1507 l’imperatore' Massimiliano riprese la guerra contro Venezia: la Lega di Cambrai, alla quale parteciparono l’imperatore, il papa Giulio II, il re di Francia

, e fra gli altri prificipotti italiani anche il duca di Savoia, mise in forse, per un momento, l’esistenza della'gloriósa repubblica, che ad Agna- dello' o Ghiara d’Adda (14 maggio 1509) aveva subita una sanguinosa sconfitta: e fu allora che i Veneziani per difendersi da tanti e sì potenti nemici dovendo raccogliersi, abbandonarono Rovereto e la valle Lagarina'portando i quindicimila uomini di truppa che vi tenevano, in Lom bardia e lungo il Po, dove più forte era il loro bisogno. Più tardi

7
Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 175 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
ed il loro superficiale raffronto bastano per mostrare, anche al meno filologo fra i lettori, la grande differenza del linguaggio esistente fra gli abitatori delle due parti della valle di Fassa, e come di corruzione in corruzione la bella lingua d’Italia, la lingua del sì, va perdendosi in quella del ja, nella lingua tedesca. L’essersi conservato fra queste popolazioni della valle di Fassa c di altre valli contermini l’idioma ladino — che a malgrado dei suoi barbarismi è pur sempre una evidente

del Rosengarten, altro fra gli imponenti massicci dolomitici del Trentino, offre per l’alpinista quanto di emozioni, di bellezza e di studio gli si può domandare. Secondo la descrizione che l’autore già citato ne fa, la via da lui percorsa, per valicarlo, e dalla valle di Fassa passare nell’altro versante, dev’essere delle più interessanti. Fra i punti principali sui quali l’attenzione del viaggiatore si ferma c’è: la valle di Dona, meravigliosa per il verde cupo dei boschi di pini che tutto

all’ingiro la chiudono, e pel verde smagliante delle fresche praterie che formano il suo fondo: popolatissima nella stagione estiva per il taglio dei fieni, che a quell’altezza oscillante fra i duemila e duemilaquattrocentò metri sul livello del mare e su terreni vulcanici, crescono lussureggianti, mentre sulle ghiaie delle dolomiti vicine, in valle di Antermoja, la vegetazione si fa sterile, penosa, mancante affatto — più l’occhio od il piede del visitatore si accostano alle cime severe e squallide per

la loro nudità di pietra, o per le nevi e pei ghiacciai, di cui le più alte sono ricoperte. Nella valle d’Antermoja, triste e severa, s’apre il largo bacino d’un laghetto alpestre, più cupo e severo della valle stessa, poiché'lo specchio delle sue acque azzurrine è eternamente rattristato dal riflesso di tutte le cime circostanti,, cupe e minacciose per la loro forma biz zarra, per le ombre strane e profonde che proiettano all’intorno, per la desolante nudità delle loro pareti, per il rimbombo delle

piccole e delle grosse valanghe che si staccano dai loro fianchi, pei crepacci che si formano con sorde detonazioni nel ghiacciaio, pei macigni, che con rovinio immenso precipitano dalle loro vette giù nel fondo della valle. Dalla cima di Antermoja, tutto il crinale del Rosengarten si presenta allo sguardo ammirato del touriste: una quantità di punte passa sotto il suo esame: e l’orizzonte più vago, più ampio, che si possa desiderare gli si spiana davanti.

8
Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 176 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
La discesa più facile dal crinale del Rosengarten sul versante tedesco è quella che ad occidente del Kesselkogel, per la Sella del Principe conduce in valle di Grassleiten: il Tarn- bosi però ne cercò un’altra, meno lunga, ma più difficile, strisciando quasi sulla parete ver ticale del Kessel, per la quale potè giungere nella valle di Grassleiten. È questa una delle più orride valli che offrano le dolomiti, e particolarmente il fondo formato dalle ripide pareti del Molignon e della Cima

d’Antermoja da un lato e dalla Grassleitenspitze dall’altra, col burrone che sale fino alle gigantesche pareti del Kesselkogel, è in una parola sola, stupendo. Dalla valle di Grassleiten a quella di Ciamin, dove alle prime malghe si trova il sentiero battuto, e fino a Tiers, la strada appare oltre ogni dire interessante, poiché su di essa isolato, maestoso, incombe il superbo gruppo del Rosengarten, al quale il viaggiatore si rivolge di sovente con quella entusiastica ammirazione che sanno destare in chi

lasciare, senza mai fermarvisi a lungo, le loro ossa sulla terra d’Italia. Armati, con idee di conquista — speria molo — non saliranno più alla vetta dell’antico monte, per discendere o nella valle del Po, od in quella del Danubio, mentre la vaporiera col suo sibilo festoso, trasvolando di valle in valle, sopra viadotti che di fronte all’immanità del monte sembrano giocattoli di fanciulli* ad ogni nuovo viaggio ribadisce un nuovo anello alla catena della fratellanza dei popoli, e segna un passo avanti

cittadini dell’un paese e dell altro, che confi denti si porgono la destra, l’antica strada militare Claudia-Augusta percorsa dalle legioni d’Augusto e di Varo, e dagli eserciti di tanti imperatori teutonici, è ormai abbandonata e deserta: un po’per volta vi cresceranno su le eriche e le male erbe, ed i ruderi anneriti dei castelli e dei templi che su per la triste valle dell’Isargo, a guardia della strada vi eressero e Caracalla e Settimio Severo e i re e gli imperatori tedeschi, dalle solitarie pùnte

9
Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 177 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
— siamo in piena tedescheria. Bolzano sorge in una prominenza formatasi ■ alla confluenza dell’Etsch e dell’Isargo, od Aicha, come dicono i valligiani, fino a Bressanone conservanti ancora nel loro linguaggio nomi, parole e desinenze ladine — od Eysak, come dicono e scrivono i tedeschi veri: e dove l’Adige prende il suo nome italiano — Bolzano è dunque in un punto importantissimo allo sbocco di due grandi vallate, quella dell’Isargo, che porta al Brennero: e la valle Venosta, grandissima

, importantissima valle, che va a finire appiedi dei ghiacciai dell’Engadina e dei Grigioni. Se nella valle dell’Isargo — specie nelle vailette secondarie che ne completano il sistema — fino a Bressanone ed oltre ancora, vivono dialetti ladini o romanci ad attestare della ininter rotta latinità della razza de’loro abitatori, in valle Venosta queste ultime traccie delle origini antiche nel suo popolo sono del tutto scomparse. All’opera dell’intedeschimento della valle Venosta, intrapreso tre secoli sono dagli

Absburgo, ha giovato assai l’aiuto del clero. Un austriaco puro sangue, che nessuno sognerà mai di ritenere qual lautore della nazio nalità italiana, l’Egger nel suo libro Die Tyròler und Vorarbelger, ha, sulla germanizzazione della valle Venosta, questa pagina interessante: « La reazione contro la Riforma guadagnò al germaniSmo una provincia della quale esso «non potè rendersi padrone per tutto il medio evo, cioè la 'vai • Venosta. Nell’alta Venosta « il romanismo era ancora in fiore sul principio

gli abitanti « della valle Venosta dà quelli dei Grigioni, divenuti Calvinisti ed avversari della Casa di Absburgo. « Chiesa e scuola agirono nello stesso senso, e trovarono appoggio nei rapporti avviatisi nel « frattempo tra gli abitanti della vai Venosta e quelli oltre la Malser Heide. Così con molta

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 188 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
quasi un secolo, all’imperatore Massimiliano — il quale, per il primo atto della sua benignità fece bombardare Rovereto, quantunque lo sapesse sgombro affatto dal presidio veneto. Da quel momento la valle Lagarina fu divisa fra varie piccole dinastie: Beseno toccò ai Trapp: Nomi e Castellano ai Lodrone: Castelcorno ai Lichtenstein — tutte famiglie tedesche devote all’imperatore. I vescovi principi di Trento, che avevan ognora soffialo nella discordia tra l’imperatore ed i Veneziani, furono

compensati coi quattro vicariati di Arco, Ala, Mori e Brentonico: ai Castelbarco, caduti quasi in disgrazia, non rimase che Gresta e la povera sua valle. In seguito, ritornati nelle grazie dei principi vescovi di Trento i Castelbarco vennero di nuovo investiti dei quattro vicariati suddetti: e ne goderono la sovranità fino alla calata delle truppe repubblicane francesi, nel 1796, che spazzarono via tutti cotesti rimasugli dell’antico feudalismo. Durante l’epopea — poiché s’é convenuto di chiamarla cosi

— napoleonica, la valle Laga rina fece parte del Dipartimento dell’alto Adige. La restaurazione reazionaria del 1815 la diede all’Austria che la incorporò, come tutto il rimanente del Trentino, nella provincia del Tirolo. Attualmente è tagliata assai irregolarmente, dalla linea di confine tra la monarchia austro- ungarica ed il Regno d’Italia, che del territorio geograficamente spettante alla valle Lagarina, possiede i comuni di Ossenigo, Peri, Dolce e Ceraino alla sinistra dell’Adige, Belluno, Bren- tino

, Rivolta e Canale, alla' destra, e giù, giù fino alla Chiusa di Verona. Le maggiori valli formanti il sistema della valle Lagarina, ed a questa tributarie, sono tre, e tutte sulla sponda sinistra dell’Adige, cioè: Folgaria, e le due valli del Leno, cioè di Ter ragnolo e Vallarsi. - Sono due le strade che conducono nella valle ed all’altipiano di Folgaria: l’una, per chi viene da‘Trento, fa capo a Calliano: l’altra, che partendosi da Rovereto, passa per Noriglio, Beccachè, bivio di Teragnolo e Serrada

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 46 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
altitudini varie, sempre superiori ai 1600 e toccanti colla cima di Cadria i 2250 metri. È naturale quindi che con fina cornice di questa fatta, la Valle di Ledro .si presenti con un aspetto completamente alpino, .ed ; in molti punti addirittura con semplicità selvaggia, quale vanno ormai perdendo le vallate percorse dalla vaporiera, o* ‘diventate, mercè le raffinatezze, i ruffianesimi della industria albergatrice, ritrovi alla moda della società elegante, fuggente l’afa estiva nelle città. Proprio

niente di tutto quello che è desiderato dalle gaudenti comitive e dagli alpinisti da salotto. In valle di Ledro, specie nella parte centrale e nella parte supe riore,. vèrso la valle d’Àmpola, all’aspetto totalmente alpestre del paesaggio, quanto più lo si possa desiderare, si accoppia la poca densità ideila popolazione e la vastità dei boschi — che quasi ne fanno una regione vergine dalle profanazioni umane. Mancano i ghiacciai, è vero, a completare l’orrido dello sfondo di certe vallate,' di certi

di cure e d’amorosi stùdi per parte di 'modèsti scienziati paesani, affigliati alla patriottica Società Alpina Tridentina, ed in ispecie del signor Pietro Giacomelli, delle cui notizie, a corredo della rapida mia escursione in questa valle,, mi sono giovato. Non mi sprofonderò certo qui in disquisizioni scientifiche, ma solo per dare un’idea della struttura geologica di valle Ledro, sia per chi si vuol rendere un’idea meno superficiale del paese, sia per chi si interessa dello studi.0 nobilissimo

della geologia, dirò, colla scorta dell’autore citato, che in questa valle non si trovano formazioni primitive, se non in esemplari insigni ficanti, allo stato erratico, portativi dall’antico ghiacciaio del Chiese. La dolomia principale • occupa la maggiore estensione nella vallata, e tutte le cime più alte sono costituite da questa formazione. Vengono poi, per gradazione, YInfr alias (strato calcare od avicola contorta ): i Lias

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 155 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
, a sinistra dell’Avisio e sopra una roccia di porfido quarzifero, isolata nel mezzo della valle, sorgono ancora gli avanzi dello storico castello di Segonzano,, eretto da Rodolfo Scancio nel 1216, intorno ad una rocca d’origine romana e della quale, benché minacciante rovina, si vede anche oggi l’annerito e mozzo torrione. Il punto impor tante nel quale il castello di Segonzano e quindi anche l’antica rocca sorgevano, a cavaliere, cioè, d’un’antica strada di scorciatoia per chi da Bolzano voleva scendere

lieve dispendio —• il castello di Segonzano giace in completo abbandono, e va man mano minando. Generalmente gli alpinisti ed i‘turisti percorrono il territorio di Cembra per recarsi nella bella e selvaggia valle di Fiemme o per compiere l’ascensione del monte Corno, la più in teressante per lo splendido, sorprendente panorama ch’essa presenta, di quante si possono compiere nei dintorni. ^ Il monte Corno veramente non appartiene al distretto di Cembra, bensì a quello di Cavalese in valle dì Fiemme

. È però il primo che forma la grande catena dei monti racchiudenti la piccola valle ài Cembra. Dalla destra dell’Avisio, che bagna le sue falde, sale ad oltre mille ottocento metri, terminando in uno spazioso altipiano. Per la maggior parte è coperto di boschi di larici e di pini, fra i quali trovasi ancora qualche campione di cembro. Oltre la regione boschiva ha fertili pascoli che si spingono fino alla sua vetta. Dal pionte Corno, elevantesi in posizione isolata e centrale, senza che altre maggiori

vette troppo vicine gli dieno ombra, si ^ode incantevole il panorama, in tutti i suoi particolari, dell’alta valle dell’Adige, da San Michele in vai Venosta sino a Merano, o castel Tirolo ; poiché questa superba valle ■si apre proprio davanti al monte Corno: poi si vedono le sorgenti del versante orientale del Brennero fino a Bressanone; le cime dei monti e dei ghiacciai delle Giudicarle, la Tosa, l’Ada-

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 48 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
Ponale dà pure movimento, presso Biacesa ad una piccola cartiera, ed a numerose segherie di legname: talché, salendo da Riva o discendendo al lago, s’incontrano numerosi i carri che trasportano questo ricco e ricercato prodotto, ridotto in tavole, à Riva, ove per la maggior parte è imbarcato ed introdotto nello Stato italiano. Per la parte storica la valle di Ledro non ha molto risalto. La sua storia modesta e semplice si addossa, nei tratti principali, alla storia della 1 regione di cui

: e tramontata la fortuna dei signori di Verona, senza che il bel sogno di Dante si avverasse, la valle del Ledro fu presa dai Veneziani, che ne fecero una delle loro vie,-per Brescia e Bergamo: vi diedero battaglie, tra le quali* una presso LenzuiAo, nél 1440, ove Niccolò Piccinino condottiero delle truppe del Duca di Milano, affrontò il Sanseverino capitano dei Veneziani. Gli eserciti da ambo le parti non eran numerosi, ma la battaglia fu accanita e la strage grande, tanto che il numero'dei morti rimasti

sul campo fece dare a quella piccola valle il nome di Val de’Morti, che conserva anche oggidì. Durante il dominio veneto i comuni della valle di Ledro ed il popolò di questa godettero franchigie ^ privilegi. Per molto tempo, cotesti valligiani trovarono in Venezia — come fu giudei Bergamaschi in Genova — speciali protezioni e franchigie, nel lavoro proficuo e continuato, del carico e dello scarico delle navi. Sino dal secolo XIV la valle di Ledro era retta da statuto speciale, che si conserva

ancora nel testo latino: lo stesso statuto fu nel 1590 modificato é voltato in lingua italiana, ed approvato dal vescovo principe di Trento,-Ludovico di Madruzzo. Un’altra riforma agli statuti della valle di Ledro fu fatta nel 1777 — nel quale anno, agli statuti vecchi si incorporarono tutte le disposizioni venute in appresso ed a quel momento tuttavia vigenti. La prima parte

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 169 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
La valle di Fassa, che. come abbiamo visto, seguendo l’alto corso dell’Avisio, s’apre ai piedi della Marmolata, è per le valli del Trentino una delle più caratteristiche, ed una di quelle ormai fattesi rare, nelle quali vigono ancora incarnate certe abitudini, certi usi nazionali che le danno un’impronta tutta propria. Degni di nota sono ancora i costumi nuziali di questi valligiani, fra i quali, le cerimonie matrimoniali prendono tutta l’importanza d’una festa pub blica, e vi intervengono

rappresentanze con bandiere e stemmi umoristici dagli altri paesi della valle ove i fidanzati hanno parenti. Generalmente ogni matrimonio in valle di Fassa viene accompagnato da una specie di ( farsa, ove nel dialetto del paese, italianizzato in quel modo che ognuno può figurarsi per la circostanza,' prendono parte personaggi allegorici quali il principe o re di Settebena — figu rante il capo della valle — il presidente comunale, con codazzo di consiglieri e funzionari: arlecchini: ufficiali 'd’artiglieria

- compilatori dell ’Annuario degli Alpinisti Tridentini. Dalle valle di Fassa, per Gries e Canazei, il tounste o l’alpinista che non fosse ancor sazio di emozioni per la vista o per la compiuta ascensione della Marmolata, può adden trarsi nella stretta e cupa vallata di Livinallonga, percorsa dal Cordevole — fiancheggiata sempre da alte e scoscese montagne, e di là passare in valle d’Ampezzo- — ove nasce il

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 45 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
Trento ed il Trentino 41 Anticamente — ma non tanto poi, prima cioè clic fosse aperta la via attuale ■ in tondo al burrone di Ponale, appiè della cascata c’cra- un piccolo villaggio, del quale si veggono ancora le case diroccate ed abbandonate, oltre un piccolo ponte sulla fiumana. Da questo vil laggio .si partiva a rampe, a gradinate, a scaglioni, la strada mulattiera - costiutta, dicesi, al tempo degli Scaligeri — unica comunicazione della valle di Ledro col lago e Riva. Quivi, nel piccolo

seno di Ponale, affluivano le barche con vela, 0 senza, a portare ì viandanti, a cari care i prodotti della valle. Oggi di tutto ciò non v’ha più nulla. — 11 paesello-è-scomparso; dncor pochi anni, eppoi di lui non resterà più traccia nè memoria — nessuna voce umana ripercuotendosi fra quegli spechi de solati e coperti di muschi verdastri, si unirà all’incessante mugghiare del Ponale cadente, mentre, in alto, sulla vetta del monte sco sceso, passeranno carri e viandanti, veicoli della ricchezza

e del commercio dei popoli uniti, immemori ormai od inconsci del pas sato penoso, e collo sguardo fisso alle spe ranze dell’avvenire. * * * E cosi, lasciata alle spalle. anche la ca scata di Ponale, si entra nella valle di Ledro, propriamente detta. Essa è indubbiamente delle più belle e pittoresche del Trentino, di una importanza geologica incontestata, per la struttura e per il bel -lago morenico, chiudente nel suo centro. Dai dirupi del- Ponale, ove l’abbiamo vista cominciare, questa valle, alta

, stretta, sinuosa, interessante, misura una lunghezza serpeggiante di oltre venti chilometri, giungendo fin^ piesso a Storo, sbocco della valle d’Ampola, ove termina. È chiusa fra due catene di monti, che corrono quasi parallele fra di loro per lungo tratto — poi s allargano in elissi, nel bacino centrale, ov’è il lago: si restringono ancora a 1110’ di budello, procedendo oltie il paese di Mezzolago : per allargarsi di nuovo nella bella vallata di Pieve e di Bezzeccà, fino a Tiarno, dando agio allo

sbocco di altre vallette, non meno pittoresche ed interessanti, fra le quali è da ricordarsi la bellissima Vài di Coniti. Le cime principali che formano il-sistema della valle di Ledro, sono a mezzodì, o ( a sinistra G. Chiesi —■ Italia Irredenta.

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 204 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
ziani, che l’occuparono subito e la tennero fino alla loro definitiva ritirata dalla valle Lagarina, nel 1509. L’imperatore Massimiliano la diede ai vescovi principi di Trento, sotto il cui dominio ebbe sorti, comuni col rimanente della regione. Oggi Ala è borgata fiorente per gli utili che ritrae dal transito ,dei. forastieri, dalla dogana e stazione internazionale di cui è sede. Un secolo e mezzo fa invece fioriva per le fabbriche di velluti che possedeva, impiantatevi in origine da alcuni

' mercanti, genovesi, le-quali produ cevano annualmente tremila e seicento pezze di velluto da venticinque braccia l’una; cosa allora ritenuta come stupefacente, e che bastava per il commercio dell’Alto Tiralo e di buona parte del Veneto. Dal 1772, tale industria andò sempre piu decadendo: ed oggi può dirsi affatto scomparsa da Ala, uccisa come tante altre dalla produzione strabocchevole dei grandi centri manifatturieri. A settentrione di Ala ed in direzione circa di nord-est, si apre la pittoresca valle

dei - Ronchi — l’ultima delle valli del Trentino propriamente detto — percorsa dalla strada che da Ala porta a Recoaro, in sette ore di marcia. La valle dei Ronchi è formata dal versante meri dionale del gruppo dolomitico di Cima di Posta o Carega, e punte minori, fino allo Zuna, e dal lato opposto da quel gruppo minore di Prealpi veronesi, che si . spinge verso il Baldo fin quasi a toccarlo alla Chiusa di Verona. Il torrente Ala, che scende dalla vetta di Posta, percorre in tutta la sua lunghezza

questa vallata, che nella sua regione alta si fa malinconica e selvaggia. Il punto' culminante della valle dei Ronchi, dal quale poi si discende in territorio italiano, è il passo di Revòlto, che tocca l’altitudine di 1558 metri. Dal passo di Revolto, per la valle di Progno ed il passo di Lora si giunge a Recoaro. Sulla riva destra dell’Adige, di fronte ad Ala, il Baldo s’innalza più maestoso che mai mostrando i larghi suoi fianchi, or diruti e brulli, or verdeggianti per pascoli e boscaglie seminati

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 183 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
novecento metri sul livello del mare: sono curiosi a visitarsi i laghetti che sul suo fondo si sono formati. Da uno di questi laghetti di Cei scende il Rivo che percorre la bella ed alpestre valle d’inferno, passando presso i villaggi di Cimone ed Aldeno: presso l’ultimo dei quali finisce in Adige, precipitando cosi, in breve tratto da un’altezza di oltre ottocento metri, per una sequela di scaglioni e cacate di bellissimo effetto. Aldeno, piccolo paese sull’Adige, all’imbocco della vallata

di Rivo d’inferno, alle falde del Bondone e di fronte a quelle dello Sconuppia, può dirsi, per chi viene da Trento la prima terra della valle Lagarina. È un paese antichissimo, tanto, che il suo nome si ritiene derivato dalle parole- etrusche Aliena od Alluna. Non ha nessuna importanza, e come Nomi — sull’antica via romana, che dalla vallata del Po conduceva a quella del Danubio, ad un’ora di distanza da lui — dipende per ogni funzione giuridica ed amministrativa dal distretto di Villa Lagarina

, che scende dai monti e dalla valle di Folgaria — della -quale a suo tempo sarà detto. * . • ' -X- # • Come tutto il Trentino, fino alle pendici delle Rezie, la valle Lagarina fu colonia romana — e colonia che data, secondo Mommsen, non daH’impero, ma dalla repubblica. Cotesta valle mediana dell’Adige fu certamente la prima terra conquistata dai Romani in questa plaga prealpina: e prima che quei grandi colonizzatori spingessero più oltre le loro aquile vittoriose, per for marsi una buona e sicura

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 47 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
(inferiore e superiore) : il giurassico bruno : l’ammonitico rosso, le formazioni calcaree. Come s’é detto mancano le formazioni primitive : eoceniche, mioceniche, plioceniche : ma per com penso l’epoca glaciale ha lasciato in questa regione traccie numerose, con immensi blocchi di granito sienitico, sparsi qua e là per la vallata o lungo il pendio dei monti — e dei quali gli abitanti industri dei paesi della valle si servono come materiali accessori da costruzione utilissimi. Per esempio

, il bel campanile di Tiarno disotto, è fatto in gran parte di questo granito sienitico^ lonalitc, come più frequentemente è chiamato dai geologi. La flora di questa vallata, umida e riparata, è bella, ricca, rigogliosa. Quivi l’opera sacrilega dei diboscatori finora ebbe minore slancio che non altrove: tuttavia ' dalla part,e alta della valle cala continuamente a Riva, da un lato e nel Bresciano, dall’altro, molto legno da costruzione, da lavoro, da ardere. Bellissime boscaglie di pini, di abeti

, di faggi, di ontani, di betulle e di olmi, Coprono molti monti dalla sommità alla base: ei terreni non’boschivi, e quelli non coltivabili, in fondo alla vallata, sono adibiti ai pascoli: e gran copia di foraggi scende da questa valle, per il Garda, in Italia. La pastorizia, stante la bontà e l’abbondanza dei pascoli, vi dovrebbe essere tenuta in maggior conto : ma il desiderio* di più larghi guadagni fa discendere questi valligiani alla città, e moltissimi-he fa emigrare in America. Così dicasi

metodi primitivi, irrazionali; è naturale quindi che questa industria, per tanti paesi alpini tonte di grandi ricchezze, qui sia intristita e ridotta ‘ai soli bisogni del consumo locale. Fra le industrie dì maggior conto in questa valle, havvi la lavorazione del ferro* cioè fabbricazione dei chiodi, bullette e bolloni, nonché degli oggetti più comuni d’uso domestico ed agricolo. La materia prima é ritirata tanto dal Bresciano che dal Trentino: e gli opifici f ■ \ adibiti a. siffatte lavorazioni, sono

progresso delle 'scienze chimiche, raggiunto uno sviluppo considerevole: ed i suoi prodotti, gareggiano in perfezione e finezza-coi-prodotti inglesi. Sono circa ottocento quintali di carbonato di magnesia, che si producono e si esportano ogni anno da questa valle, con discreto incremento della ricchezza locale. Oltre che alle fabbriche di chiodi, ai molini,, alla macine di sommacco e di scorza per concerie, l’acqua del

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 36 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
cura in queste valli, un di dominio feudale dei Castelbarco. Poi, su questa valle percorsa anche dalla strada postale tra Riva e Mori, sboccano tutte le vallette secondarie formanti il sistema idrografico del Loppio : fra cui è importante ed interessante ad un tempo, la valle di Gresta, a metà della quale sopra un poggio, presso il paesello detto di Valle, veggonsi ancora i ruderi del castello di Gresta, che edificato nel secolo XIII dai signori di Gardumo, passò poscia ai Castelbarco, e fu origine

— rende sempre più odioso, ingiusto e brutale il dominio straniero che vi sta sopra. , . Loppio, il piccolo paese che dà il nome al lago poc’anzi lasciato, è nel centro della vallata. Nulla che interessi all’infuori della bella villa che v’hanno tuttavia i Castelbarco, della quale è specialmente notevole la serra di fiori e frutta: un vero giardino, un pomerio; chiuso entro un palazzo di cristallo. Passato Loppio, la strada si fa migliòre, la valle si allarga e si fa ognora più ridente, finché sbocca

nella vallata dell’Adige presso Mori, ove s’ha un panorama stupendo. Mori è uno dei centri importanti della valle Lagarina, forse il più importante dopo Rovereto. È paese di origine antichissima, tal che lo vediamo citato in cronache e documenti assai prima del .mille, nell’epoca carolingia. Sopra un poggio nelle sue vicinanze si veggono le*ròvine di Castel Albano.— altro feudo dei Castelbarco, che diede il proprio nome ad un ramo secondario di quella famiglia — e che i Veneziani incendiarono

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 164 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
di fronte alla volontà deH’imperiale alleato, meditava di aprirsi una strada sulla Venezia — degna continuazione della rapida gloriosa epopea dei Cacciatori delle Alpi, cominciata a Varese e finita a Treponti — passando appunto per la valle di Sole. Gli avam posti garibaldini erano arrivati al Tonale : Medici, ch’era all’avanguardia, preparavasi a varcare il con fine, quando la notizia del vergognoso armistizio di Villafranca — vergognoso tanto che Cavour, il ministro più devòto ed illuminato della

monarchia sabauda, la quale a lui, più che ad/altri deve il Trentino — Castel Bragherio, o Bragher, in valle di Non. _ - Regno, piuttosto che accettarlo e sottoscriverlo preferì dimettersi, telegraficamente, indignato — lo raggiunse in Edolo. La ritirata delle truppe garibaldine dalla Valcamonica, allora, non fu che il preludio di quella ben più triste e dolorosa, che per.le medesime cause, pochi anni dopo, nel 1866, all’indomani della, battaglia vinta di' Bezzecca, i garibaldini furon costretti fare

! * * * 'N., Interessantissimo sistema di vallate è quello segnato dal corso dell’Avisio, che scendendo dalla Marmolata — la celebre fra dolomiti trento-agordine, sul confine orientale del Trentino — si getta in Adige dalla 'Sponda sinistra, presso il paese di Lavis. Questo sistema è formato dalla valle di Fiemme che è l’inferiore e dalla valle di Fassa che è la superiore. La valle di Primiero, per tante ragioni celebrata nei fasti dell’alpinismo tridentino, s’apr'e al congiungimento delle valli di Fiemme e di Fassa: presso

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