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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 82 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
APPENDICE. Del castello di s, Pietro di Mezo scrive il D.r Giusto De Vigili, il quale si occupa con grande amore delle notizie storielle della sua patria, che non era sul poggio della Por reseli a, e nemmeno sul colle di s. Pietro, ma sibbene sul dosso Serafino precisamente nel luogo del presente castello di Mezolombardo (Archivio Tren tine i, Vili, I, p. 67). Poi, che Mainardo investì del castello di Àltmetz (Mezolombardo), che riteniamo essere il suddetto, nel 1294 Pirico figlio di Orai andò

di Salorno, come da relativo documento esistente nell' archivio del castello di Mezolombardo (hi, p. 74), e che nel 1335 Wolcmaro di Burgstall, Signore del castello di Sporo Minore, fu investito di esso castello di Metz (Mezolombardo) e della Signoria di Fai, come risulta da documento come sopra (ivi, p. 65). Che questo Wolcmaro, essendosi estinta la famiglia dei Signori di Sporo, fu investito dei loro beni e che fu lo stipite dei presenti conti Spaur, e che egli nel 1333 ricevette ordine dal conte del

Piroio Enrico, di cui era capitano provinciale e bur gravio, di fabbricare un castello sul dosso fra il Ponte Alpino (oggi ponte di s. Cristoforo, detto così dall' ospizio e dalla chiesetta un tempo ivi esistente della quale già si parlò) ed il castello Visione (costrutto dai Phurm era in questo tempo in mano di Wolcmaro e rimase ai suoi discendenti gli Sporo, finché lo dovettero cedere, come si dirà più avanti) e di fortificare la chiusa. In fine che Wolcmaro, potente Signore di Spor Minor (castello

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1988)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 12. 1988
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Pagina 129 di 300
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 295 S. : Ill., graph. Darst., Kt., Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Arbeitsbericht 3 zum Ald I = Relazione di lavoro 3 per l'ALD I / Roland Bauer ..., 1988</br> Crazzolara, Claudia: ¬La¬ tragica fine di G. B. Alton / Claudia Crazzolara, 1988</br> Diekmann, Erwin: Ergebnisse einer Umfrage im bündnerromanischen Sprachgebiet zur Akzeptanz des "Rumantsch Grischun" als gesamtbündnerromanische Schriftsprache / Erwin Diekmann, 1988</br> Kattenbusch, Dieter: Rätoromanisch oder Ladinisch? : Dolomitenladinisch = Sellaladinisch = Zentralladinisch = Zentralrätoromanisch? ; einige Bemerkungen zu einem terminologischen Streit / Dieter Kattenbusch, 1988</br> Lindner, Christine: Libr por i foresti nell Ciastell Trafoi : das Wiener Gästebuch von Franz A. Rottonara / Christine Lindner, 1988</br> Lunelli, Clemente: Nuovi documenti e musiche di Giovanni Battista Runcher / Clemente Lunelli, 1988</br> Munarini, Giuseppe: Proverbi e detti del Comelico / Giuseppe Munarini, 1988</br> Palla, Luciana: Processi di tedeschizzazione e di italianizzazione dei Ladini dolomitici nel periodo della grande guerra e dell'annessione all'Italia / Luciana Palla, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sul castello di Andràz / Bepe Richebuono, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sulle chiese della Ladinia fino alla metà del 1500 / Bepe Richebuono, 1988</br> Toth, Alfred: Historische Grammatik der Mundart von La Plié da Fodom (Pieve di Livinallongo, Buchenstein) / Alfred Toth, 1988
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/12(1988)
ID interno: 355106
Bepe Richebuono AGGIUNTE ALLE NOTIZIE SUL CASTELLO DI ANDRÀZ Sul castello di Andràc a Fodóm (Andràz di Livinallongo) hanno già scritto in molti.In attesa di una monografìa completa e in occasione dei re stauri, ora finalmente in corso, mi permetto di aggiungere qui alcune mie ipotesi, notizie trovate negli archivi e trascrizioni di documenti e inventari. L’origine del castello Non esistendo documenti, ognuno ha detto la sua. Secondo me nessuno aveva interesse a spendere un mucchio di soldi per

costruire e mantenere un castello in quell’angolo sperduto fra le Dolomiti, a 1750 metri d’altezza, se non il vescovo di Bressanone, poco dopo l’inizio del suo potere temporale nel 1027. Tutti i principi erigevano rocche presso il confine del loro territorio, preferibilmente lungo le vie di accesso e di comunicazione, per dimostrare la loro sovranità e difendere e controllare i sudditi. Ritengo più che proba bile che abbia fatto cosi anche il principe vescovo die Bressanone, edifi cando Castel Andràz

al confine con Ampezzo e il Cadore, Rocca di Piétore al confine con l’Agordino, e Castel Torre in Val Badia per attestare il suo dominio sul versante ovest di quella valle (ove si apre una via per Bressa none) quando il versante est apparteneva ancora al conte della Posteria. L’importanza Fino all’avvento dell’artiglieria pesante (del resto diffìcile a traspor tare fin lassù) il castello era considerato pressoché inespugnabile e vi si rifugiarono perciò in momenti critici alcuni vescovi di Bressanone

, p.es.Ul rich Putsch nel 1431, il celebre Nicolò Cusano in varie riprese dal 1454 al 1460, Speranzio nel 1525 durante la ’’guerra dei contadini” in cui la sua resi denza di Bressanone fu infatti presa e occupata dai ribelli. 1) Favai Pietro, Notizie storiche, topogra fiche e religiose di Livinallongo, 1828. Manoscritto nel Museum Ferdinan deum di Innsbruck. Loss Giuseppe, Livinallongo e il Castello di Andràz, 1858. Ristampa 1986 (citato qui: Loss). Vailazza Isidoro, Livinallongo, 1914. Ristampa Belluno

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 12 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
ai suoi successori la stessa corona de Mes sotto la stessa pena, se per loro negligenza avessero a perderla. Il Vescovo promette ai fratelli Arnoldo, Anselmo e Eodogerio che nella suddetta co rona de Mez non porrà senza il loro consiglio nessun castellano, e che non porrà nella casa che vi ha nessun gastaldione, nè alcun altro per custodire detta corona, che loro possa arrecar danno (Kink, p. 51). Questi due documenti ci portano la certezza che il castello in parola, la corona cioè di Mezo

od il castrum Mezi è tutto una cosa, e che da corona fu generato il nome che si diede a quella parte dell’ abitato che si trova e si trovava dispersa in masi e casali sulla sinistra del Kos, dominata dal castello (dalla corona) collocato a grande altezza nella parete del monte soprastante, poi che questa parte dell' abitato, al basso dove erano i due ca sali, comincia a portare o portava appunto il nome di Corona di Mezo, ove il Vescovo aveva pure la sua casa nella quale era solito mettere il gastaldione

. Da ciò risulta dunque ancora cbe la sede del gastaldo od il centro della gastaldia, e quindi la suc citata canipa erano veramente in Mezocorona. Donde dunque questa denominazione? Non certo da altro che dalla corona o dal castello soprastante a Mezo, alla pianura, il quale castello o corona non era cbe quello che si trova tuttodì come annidato nel masso, ed ora è detto di s. Gottardo. Il vocabolo latino corona con verbo relativo significa cin ger all’ intorno,. e si dice per lo più per assediare

, corona par lando di mura, è il risalto col quale si ornano e muniscono i bastioni e baluardi, corona è quindi un luogo fortificato, circon dato da muro all’ in giro, in fine un castello. Chi osserva anche da lontano il luogo dove è collocato il castello di s. Gottardo non può dubitare cbe sia stato quasi inaccessibile corrispondente all’ idea di corona ; chi poi volesse portarsi fin lassù, cbè la fa tica dell’ ascesa sarebbe rimunerata da una bellissima vista, ve drebbe che dalla parte esterna lungo

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 20 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
castello di s. Pietro di Mezo. Nella citata vita di Egnone (Zeit- schrift cit. p. 83) si dice che Egnone investì in questo anno, ai 20 marzo, Wolfelino di Sebriach, plenipotenziario del conte Mai- nardo del Tiralo, a nome di questo del castello dì s. Pietro di Mezo, morto essendo Àdelpreto del fu Vaia di Mezo. Che il ve scovo Egnone infeudò de castro s. Petri in Metz il maestro della Curia di Mainardo, Wolfelino a nome di quegli si riporta anche altrove (Bep. 21,2 e Begesti citati

, N. 96). Ci troviamo dinanzi ad un nuovo castello, posto a Mezo s. Pietro. La sua posizione non è accertata. Del resto nelle carte medioevali si fa presto a chiamar castello anche un abitato che non aveva 1’ aspetto che noi sogliamo attribuire ad un castello. In ogni modo questo ca stello è pure a Mesa, che è pur sempre la denominazione comune, per tutto il piano. 1 Una più importante notizia ci porta lo stesso anno 1271, dalla quale si perviene alla prima, chiara ed indiscutibile sepa razione della pianura e dell

dall'Adige fino alla sommità del monte e dalla chiusa di Mezo all’ ingiù (il suddetto Punchelmandel), e poi tutto quello che hanno in Cortineg (Cortina), col patto che in detti 1 Di questo castello e dei suoi giurisdicenti v. in fine 1’ Appendice,

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 51 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
al castello di Mezo Corona, significhi appunto dinasti ; fin ad ora abbiamo ri scontrato il titolo di dominus preposto al nome personale, non al castello, per il che si ha a ritenere che i Mezocorona, o meglio tradotto ora in tedesco Cronmez (come appare anche dalla sud detta lapide) abbiano avuto la giurisdizione, per cui il nome di Mezocorona viene a significare ora, non più soltanto 1’ antico ca stello, la villa, il casato antico dei Mez, ma anche la giurisdi zione che si estendeva, dal castello alla

che in questa investitura del 1391 i feudi locali sono detti di Mecio s. Tetri e di Mezio Corona . Dal grande numero di beni feudali sparsi per tutto il paese si dimostra che potente era il casato dei Mez o Cronmez, il quale ci vìen nominato d’ ora in poi sempre con questo ultimo nome. Un Giorgio, altrove Gasparo, Schenk era nipote del ric chissimo Nicolò Vintler, il possessore del noto castello di Rungel- stein (Zeitschrift cit. del 1866) ; nel 1400 Nicolò Vintler comperò per sè e per suo nipote

Giorgio una porzione del castello Formi- 1 Pubblicata in fotografia nelle Notizie eco., e riprodotta nel testo tedesco e volgarizzato negli Schiarimenti eco, p. 104, 2 Vedi anche la carta geogr, delfini eh.

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 29 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
Àdelpreto di Mezo appunto il castello di Mezo e di Corona di Mezo, per 150 marcile nel 1293 (ivi), ed inoltre tutti i suoi diritti in Castelcuco 1 e Castellano (Duine 1. c. p. 115). Questa sarebbe la prima notizia dell’ esistenza del castello posto ai piedi dell' an tico castello Corona, cbe oggi è castel Firmian. 2 Sembra che Mai- nardo abbia poi, come soleva con feudatari da cui comperava, dati ancora ai Mez dì due castelli, perchè li troviamo in pos sesso degli stessi, 3 ma non più come

sudditi diretti del Principe di Trento, ma del Conte di Tirolo, e da quest 1 epoca Mezo Corona cominciò a germanizzarsi. Mainardo II morì nel 1295 e gli successero i suoi figli Ottone,-Luigi ed Enrico, l’ultimo fu quello che sopravvisse agli altri. Al loro tempo fioriva nel 1305 un Nicolò pievano di Mezo, perchè la residenza della parecchia col cambiamento del Signore feudale del castello o dei due castelli, non si cambiò, nè 1’ alta dipendenza di Mezo Corona per il feudo comunale dal Vescovato

questo castello non fu mai ente feudale durante il tempo elio lo ebbero i Mez. "V. anello " Schiarimenti „ eco. p, 97, ove esso apparisce come possesso allodiale della famiglia dei Mez e poi Firmian, per le disposizioni di carattere pri vato fattevi da Dorotea di Mez e da Nicolò Firmian. 3 Un Arnoldo, figlio di Ugone o Utone di Mez, era capitano in castel Porgine por Mainardo nel 1291 (Doc. di Pine).

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 85 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
m MEZ0C010NA 81 la regolaneria maggiore, e che questa passasse coi suoi feudi a Wolcmaro ed ai suoi successori è cosa usuale ed ovvia. Il titolo di Burgstall che porta Wolcmaro e che conserva rono i suoi successori (signori di Sporo e di Burgstall) non deriva in origine per quello che loro spettava come feudo in Mezolom- bardo, per il dosso cioè del Castelaz (detto in tedesco Burgstall) coll'annessa, limitata, giurisdizione sull’antico castello di s. Pietro di Mezo, ma da altro Burgstall di cui

sotto. Ma sta a vedere se il presente castello di Mezolombardo sorga veramente sui ruderi dell’ antico, e sul dosso del Castelaz. Sappiamo soltanto che nel 1609 c’ erano i ruderi dell’ antico e che del presente castello solo ima torre è di natura feudale; occorrerebbe conoscere la storia della sua costruzione. Il risultato di ulteriori ricerche sul dosso detto il Castelaz ci allontana dall’ammettere che l’ antico castello sia stato su uno dei tre colli suddetti, e ci in ver te con vera sorpresa l’an

ed altri oggetti. Del dosso quasi intieramente spianato non esiste ora che ima piccola parte verso sera, lungo la strada. La sua posizione non è però tanto rialzata e non soddisfa all’idea che ivi sia stato collocato un castello, a meno che il paese di Mezo s. Pietro non si estendesse anticamente a settentrione dei Castelazi, nel luogo detto la Calcara, come asserisce in più luoghi il D.r G. De Vigili, e a mezzodì degli stessi nel luogo detto le Nogarolle, ove quando -si costruirono i nuovi argini del

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 86 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
Quel dosso poteva in questo caso portare un castello che custodisse la via. Queste circostanze, la mantenuta denominazione popolare del Castelaz, come la rinvenimmo nel 1517 ed anche poi, indi il significato della parola tedesca di Purgstall, che vuol dire sito ove sorge un fortilizio o castello, ed in fine 1’ esser quella località passata e posseduta fino ad oggi dai discendenti- degli Sporo sono argomenti non ispregievoli per ritener quel luogo come punto ove sorgeva l’antico castello di Mezo

). Il dosso del Castelaz, che aveva riscontro nel dosso di Cantatone e nella collina di Grumo, per il successivo alzarsi del suolo scomparve quasi nel piano, come anche questi due ul timi ora di poco lo sovrastano. Anche a Fai esiste un dosso detto il Castelaz, che può esser stato V antica residenza del dinasta, ma che non può aver che far nulla col castello di Mezo s. Pietro. Per Wolcmaro di Burgstall, capostipite degli Spaur (an ticamente Spore), stralciamo dalla monografia di lui scritta dal

P. Ladurner (Archiv fur Gesch. u. AUerth. Tiróls , Innsbruck, 1865, p. 134-180) le seguenti notizie. Fu oriundo del villaggio di Piroio e sembra esser stato imparentato colla famiglia tirolese dei no bili di Rovina. Prese attiva parte agli avvenimenti del paese e fu favorito di Enrico conte di Piroio, duca di Carinzia ed ex re di Boemia, il quale gli affidò nel 1312 la custodia e la giurisdi zione del castello di Sporo (minore), o di 8. Anna, detto in do cumenti del 1385 ed altrove castrum Spuri Rovinae

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 88 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
di Sporo che dopo il 1371, quando si estinse intieramente quella degli antichi nobili di Sporo. Lo dovico dì Brandenburgo aveva fatto occupare dopo la morte di Wolcmaro tutti i suoi feudi : Molten, Visione, la Rocchetta, Sporo, Valer; Molten e Visione ottenne Corrado di Schemi a ; più tardo però, dopo il 1346, ottenne Baldessare eastel Sporo e gli altri feudi di ritorno, non più però 1’ avito castello di Burgstall vi cino a Molten. Può essere che per ricordare 1’ avito castello sia stato dato il nome

di Burgstall a quello che era stato il castrum s. Petri de Mezo ? Ma dove questo era precisamente, come si è detto, noi non sappiamo ; se al Castelaz, sul dosso di s. Pietro, su quello della Porr escila o sul dosso Serafino, 1 ove sorge il moderno castello di Mezolombardo. 1 II citato documento del 1517, il cui testo ci fu gentilmente co municato all’ ultima ora, conferma che 1’ antico castello era sul dosso Se rafino. Riproduciamo quello che in proposito abbiamo chiesto, cioè i, confini del dosso ove

fu il castello : “ .... Dicimus et pronuntiamus : Dossum buschìvum dictum et no minatum el Castelaz, quod lingua Alemanica appellatur Pufgstol, ut con stat in investitura eiusdem, in quo alias fuit certum castrum situm in pertinentiis villae Mecii saucti Petri infra hos confines; videlicet versus, mane apud viam eomunum, que tendit usque ad iufrascrìptos terminos terminantes infrascriptum casale nominatum el casal de Seraphin; versus meridiem apud quendam tor.entem seu alveum, per. quem aliquando dis currit

9
Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1988)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 12. 1988
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Pagina 130 di 300
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 295 S. : Ill., graph. Darst., Kt., Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Arbeitsbericht 3 zum Ald I = Relazione di lavoro 3 per l'ALD I / Roland Bauer ..., 1988</br> Crazzolara, Claudia: ¬La¬ tragica fine di G. B. Alton / Claudia Crazzolara, 1988</br> Diekmann, Erwin: Ergebnisse einer Umfrage im bündnerromanischen Sprachgebiet zur Akzeptanz des "Rumantsch Grischun" als gesamtbündnerromanische Schriftsprache / Erwin Diekmann, 1988</br> Kattenbusch, Dieter: Rätoromanisch oder Ladinisch? : Dolomitenladinisch = Sellaladinisch = Zentralladinisch = Zentralrätoromanisch? ; einige Bemerkungen zu einem terminologischen Streit / Dieter Kattenbusch, 1988</br> Lindner, Christine: Libr por i foresti nell Ciastell Trafoi : das Wiener Gästebuch von Franz A. Rottonara / Christine Lindner, 1988</br> Lunelli, Clemente: Nuovi documenti e musiche di Giovanni Battista Runcher / Clemente Lunelli, 1988</br> Munarini, Giuseppe: Proverbi e detti del Comelico / Giuseppe Munarini, 1988</br> Palla, Luciana: Processi di tedeschizzazione e di italianizzazione dei Ladini dolomitici nel periodo della grande guerra e dell'annessione all'Italia / Luciana Palla, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sul castello di Andràz / Bepe Richebuono, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sulle chiese della Ladinia fino alla metà del 1500 / Bepe Richebuono, 1988</br> Toth, Alfred: Historische Grammatik der Mundart von La Plié da Fodom (Pieve di Livinallongo, Buchenstein) / Alfred Toth, 1988
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/12(1988)
ID interno: 355106
La rocca di Andràz divenne nota in tutta l’Europa quando il cardinale Cusano (vescovo di Bressanone dal 1450 al 1464) vi dimorò ininterrotta mente dal luglio del 1457 all’aprile del 1458. Che egli abbia fatto impiccare il capitano Gabriele Brack ad una finestra del castello per non avergli prestato aiuto durante l’assedio di Brunico è però certamente una leggenda. Egli sa peva bene che un drappello di ladini male armati non avrebbe mai potuto fronteggiare l’esercito ed i cannoni del duca

pare, ad opera dei Bellunesi, il castello di Andràz era il più importante caposaldo del Principato di Bressanone al confine sud. Il capitano esercitava anche l’alta giurisdizione per la Val Badia e il suo potere giungeva perciò fin quasi a San Lorenzo in Posteria. Inoltre egli aveva il controllo delle ricche miniere di ferro di Colle Santa Lucia, del trasporto del minerale e l’amministrazione di tutto il distretto di Livinallongo. Il capitano veniva scelto fra i più fidati e quotati nobili del

principato e del Tirolo. Nella soffitta della rocca si tenevano la polvere da sparo e le armi per la difesa del territorio; in luogo adatto i documenti, il danaro e le der rate che i ’’sudditi” erano tenuti a versare. Nel castello si svolsero numerosi processi, di cui parecchi capitali. La prima costruzione Il primo castello era certo piuttosto rudimentale; ma dobbiamo ammi rare la genialità dell’architetto, che riuscì ad erigere su un masso dolomi tico molto irregolare un robusto edificio, adattandolo

magistralmente al sasso e creando la base per tutti i rimaneggiamenti posteriori. Con tutta probabilità il castello restò più o meno invariato fino al famoso e unico assedio del 1350, quando esso fu strappato agli Avoscano e restituito al vescovo di Bressanone. Quando gli assediati si arresero per fame, come sembra, la rocca non fu distrutta. È possibile, se non probabile, che il nuovo capitano, lo Stuck di Bru nico che vi risiedette per quasi trent’anni, abbia fatto eseguire lavori di mi glioria

e di innalzamento; ma solo indagini accurate dei restauratori po tranno documentare le varie fasi successive delle tecniche murarie e datarle attendibilmente, in mancanza di documenti. Altri restauri considerevoli avvennero dopo il 1426, anno in cui il castello, dopo secoli di infeudamenti, tornò alle dirette dipendenze del ve scovo, che da allora in poi lo affidò a capitani nominati da lui direttamente ed amovibili. Il vescovo Putsch, per rimettere in sesto i castelli di Tor e di Andràz, investi, come pare

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Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 15 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
staldione ed il campano ed anche quelli sui quali aveva diretto dominio feudale, o gli uomini patrimoniali in Mese, che è anche qui nominato per 1’ abitato sottostante alla corona od al castello. L’ esser stato questo saccheggiato ci induce a credere che i ca stellani tennero però, malgrado il bando avuto, le parti del Ve scovo. Di questo stesso anno 1210 il Repertorio dell' archivio vescovile ci istruisce {Bei). 28,9) che, forse subito dopo la guerra, furono manifestati i beni ed i diritti del

Principe vescovo in Mez, e non dicendosi niente altro che ne aveva anche in Mez “ dalla parte verso Corona „ anche qui è da ritenersi il Mez per denominazione generica per tutto il piano, che sembra quindi (almeno fino a quest 1 epoca) avere formato un complesso di abi tato senza altra determinazione che quella di Mez, il piano cioè, verso il castello o la corona, ove era, dal detto di sopra, la gu stai dia e la canipa vescovile. 1 Però (jRep. ivi) è nominata allo stesso anno 1210, una 1 La gastaldia

e la canipa non potevano essere nella Corona, es sendo ciò evidentemente impossibile per la postura e la ristrettezza del luogo. Si ritiene così anche dal Thtinn, che la canipa sia stata nei fab bricati che si trovano ai piedi della Corona vale a dire nelle antiche can tine Firmian, passate ai Chini, poi Thunn ed ora Martinelli, che sono di costruzione antichissima anteriore al sesto acuto, quindi forse del secolo X al XII, o forse in quella piccola parte dell' odierno castello Firmian che mostra

costruzione del medio Evo con grosse muraglie, cioè le cantine e gli avvolti del piano terra (Thunn). V. a proposito Schiarimenti alle No tizie della Chiesa di Mezzotedesco dello stesso autore don C. ZATJOLLO, Ala, 1890 : a p, 87 e 96. A p, 99 inette come probabile sede di uno dei suddetti casali 1’ antico caseggiato o castello alle Tre Torri, ora palazzo Thunn. A settentrione di dette Caneve, fra esse ed il moderno castello Firmian, passava 1’ antica strada che saliva rasentando 1' altura posta sotto

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1988)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 12. 1988
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Pagina 131 di 300
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 295 S. : Ill., graph. Darst., Kt., Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Arbeitsbericht 3 zum Ald I = Relazione di lavoro 3 per l'ALD I / Roland Bauer ..., 1988</br> Crazzolara, Claudia: ¬La¬ tragica fine di G. B. Alton / Claudia Crazzolara, 1988</br> Diekmann, Erwin: Ergebnisse einer Umfrage im bündnerromanischen Sprachgebiet zur Akzeptanz des "Rumantsch Grischun" als gesamtbündnerromanische Schriftsprache / Erwin Diekmann, 1988</br> Kattenbusch, Dieter: Rätoromanisch oder Ladinisch? : Dolomitenladinisch = Sellaladinisch = Zentralladinisch = Zentralrätoromanisch? ; einige Bemerkungen zu einem terminologischen Streit / Dieter Kattenbusch, 1988</br> Lindner, Christine: Libr por i foresti nell Ciastell Trafoi : das Wiener Gästebuch von Franz A. Rottonara / Christine Lindner, 1988</br> Lunelli, Clemente: Nuovi documenti e musiche di Giovanni Battista Runcher / Clemente Lunelli, 1988</br> Munarini, Giuseppe: Proverbi e detti del Comelico / Giuseppe Munarini, 1988</br> Palla, Luciana: Processi di tedeschizzazione e di italianizzazione dei Ladini dolomitici nel periodo della grande guerra e dell'annessione all'Italia / Luciana Palla, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sul castello di Andràz / Bepe Richebuono, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sulle chiese della Ladinia fino alla metà del 1500 / Bepe Richebuono, 1988</br> Toth, Alfred: Historische Grammatik der Mundart von La Plié da Fodom (Pieve di Livinallongo, Buchenstein) / Alfred Toth, 1988
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/12(1988)
ID interno: 355106
di lamiera, frecce e scudi, ma anche già i primi archibugi (15), 90 libbre di piombo e 89 libbre di polvere da sparo. Anche il cardinale Cusano fece assumere un inventario del castello nel 1458; ma all’archivio di Stato di Bolzano non c’è più; è stato asportato dai soliti ignoti. Per fortuna il Vallazza potè ancora consultarlo e ne riporta il contenuto; corrisponde quasi completamente con il secondo originale, che ho trovato a Innsbruck. 2) L’arredamento è ancora ridotto al puro necessario ed il Cusano

all’interno del castello da 80 a 100 persone, il che era assai pericoloso per la sicurezza della rocca. Il vescovo Georg Golser (1464-1488) ordinò di eliminare la cap pella interna e di costruirne una nuova all’esterno. 5) Nello stesso anno 1483 un disastroso incendio distrusse il castello quasi interamente; lo si deduce dal fatto che lo si dovette ricostruire quasi ex novo. Siccome la disgrazia era stata provocata da un fulmine, il vescovo scrisse che la colpa non era di nessuno; per fortuna il fuoco non

aveva fatto vittime. 6) Il nuovo castello del 1488 La ricostruzione fu affidata ad un architetto di indubbia competenza, addirittura ad uno dei maestri comacini, allora tenuti in grande considera zione. Nel 1484 fu steso un regolare contratto, che riporto in appendice nel testo originario; il contenuto è riferito bene dal Vallazza, a cui rimando. 7) 2) Vailazza, pag. 113 e 114; dall’Archivio di Stato di Bolzano, Atti di Bressa none, Cassa 70, fascicolo 22. Tiroler Landesarchiv, Inventare, A 200

che prima il castello fosse an cora piu alto; si dice che ora bastano 4 piani.

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 13 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
DI MEZOCORONA 9 come vi si intenda, come è, il castello. Lo stesso-si trova in un documento posteriore, del 1210, (Kink, p. 190) quando il vescovo Federico Vanga nella pace che fece coi cittadini di Trento, dice, che “ essi avevano ingiustamente occupata la corona vescovile di Mezo, „ Non c' è dubbio quindi che questa corona significhi il ca stello od il luogo fortificato di Mezo. Riscontro alla corona di Mezo ha un simile castello che sta sopra Flavon, alto nella parete perpendicolare della

„ (Rep. 35,5) Il vocabolo poi è conservato nella lingua del popolo, specie in Val di Non ed anche a Mezocorona, ove si dice crona ì crone per intender luoghi dirupati, inaccessibili ; crona, cronella vuol dir ili Val di Non la cornice (per lo più di piètra), che separa esterna mente i piani dei campanili. Così è stabilito che la corona diede il nome alla terra e che a Mezocorona, ossia a Mezo ove era la corona od il castello vescovile, era la residenza del gastaldione, e la canipa dei red diti

anni posteriore, cioè nel 1199. Il vescovo Corrado investì Albertino e Manfredino di Tono del dosso di Visione acciò vi costruissero un castello ; erano presenti all' atto Adelpreto di Mezo e suo fratello ; anzi Adelpreto è incaricato di farne T investitura;

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 54 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
e distretto di Trento, e poi chiaramente, pieve di s. Maria del castello Mezo Corona (v. anche Archivio cit. p. 77). * Coloro che di queste cose si occuparono, scrivono che la parecchia di Mezo s- Pietro decadde talmente per queste de vastazioni che fu ridotta a curazia (De Vigili Mem. stor. cit. p. 10; così la Gronichetta Eccles. p. 9), malgrado che Tovazzi e Bonelli non abbiano mai ritrovato una parecchia colà prima del se colo XVII. Anche recentemente ( Archivio cit.) scrive il D.r Giusto De Vigili

non ci riguardano che indirettamente, diremo ancor per incidenza che il campanile, che sovrasta maestoso e snello il colle e la chiesa di s. Pietro a Mezolombardo, fu costrutto nel 1425 da due maestri di Como, come da relativa iscrizione ; è strano e mal si combina, almeno secondo le idee dei nostri tempi, che si abbia costruita tal fabbrica in un tempo nel quale lamentavano tanta miseria e penuria. Il corso delle notizie ci trasporta all' antico castello della Corona il quale, come il paese

di Mezo Corona, viene a ricevere in quest’ epoca una nuova denominazione, cioè quella di castello e di villaggio di s. Gottardo. Il nome viene dalla chiesetta de dicata a s. Gottardo che si trovava nel recinto dell' antico castello. Quando vi fu costruita ? Non si sa. La troviamo citata la prima

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 22 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
proprio in quest’anno 1271. E si spiega anche dalle circostanze. Egnone pressato dall' instancabile Mainando gli dovette cedere il castello dì s. Pietro, che Adeìpreto del fu Vaia di Mezo aveva avuto in possesso dal Principe di Trento. Il documento relativo è riportato nella dotta opera di Fran cesco de Filos ( Discorsi sopra qualche punto della Storia Trentina, Rovereto, 1839, p. 32 e seg.). Vi è detto che Wolfeìino viene in vestito, in assenza di Mainando, del castello di s. Pietro in Mete

e di quelle altre cose che furono feudo del fu Àdelperio del fu Vaia de Metz a nome del Vescovato (v. Appendice). Il Vescovo lo concesse a retto feudo per Mainando e per ì suoi successori, salvo però il diritto di tutti gli uomini e le persone, e che il Conte ed i suoi successori fossero obbligati a difendere il Vescovo e la sua Chiesa ed i canonici in tutti i loro diritti, ragioni, azioni e giurisdizioni loro appartenenti e spettanti nel distretto dì detto castello e della pieve di Mete (plebatus Metz

). Da ciò risulta che Mainardo non otteneva che il puro castello ed i feudi della estinta famiglia di Àdelperio, non la giurisdizione estesa a tutta la pieve di Mezo. Ma il Filos prende errore (p. 33), quando crede che Gennaro, priore della chiesa di santa Maria Coronata, che era uno dei testimoni all' infeudazione, sia stato il priore della chiesa di Mezocorona, e quando attribuisce il plebatus di Metz a Mezo* lombardo, il cui titolare parocchiale dice sia stato s. Pietro, e quello di Mezotedesco santa

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Libri
Categoria:
Linguistica
Anno:
1891
Toponomastica storica di Mezzocorona
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Pagina 84 di 90
Autore: Reich, Desiderio / Desiderio Reich
Luogo: Trento
Editore: Marietti
Descrizione fisica: 85 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Archivio Trentino ; 10,1
Soggetto: g.Mezzocorona ; s.Ortsnamenkunde
Segnatura: II 89.165
ID interno: 165420
di Mezolombardo scrivono al ve scovo Carlo Madrnzzo che i baroni di Sporo, come regolani di detto Comune si arrogavano il diritto di segare una certa palude. Gli Sporo rispondono che duecento anni prima Baldessare di Sporo e di Purgstid, castello situato nelle pertinenze di Mezo s. Pietro, come lo dimostrano ancora i ruderi , il quale aveva ottenuto la regolaneria maggiore dal nob. Girìamdo di Mezo Corona (sic), era stato informato con giuramento dagli uomini di Mezo s. Pietro dietro sua richiesta elei

diritti dei regolani maggiori, in base ai quali essi potevano da tempo immemorabile a beneplacito (?!) se gare sul comune e nelle paludi ecc. (Bop. 102,35). Il castello è detto in quest’anno 1609, come nel 1517, Piirgstalì , e vi erano ancora ruderi ; era l’antico castel s. Pietro questo Castelaz o Burgstall del 1517 e del 1609 ? Riteniamo di sì, perchè fu sempre in possesso della stessa famiglia feudale, il cui capostipite fu Wolcmaro di Burgstall. Ma strana ed invero simile è la reminiscenza storica

allegata dagli Sporo nel 1609, che cioè Baldessare di Sporo abbia ottenuto la regolaneria mag giore de! nob. Girlando di Mezo Corona, perchè questo Girlando o Graiando era di Salorno, e discendeva da quel Ulrico che nel 1294 aveva ottenuto il castello di s. Pietro da Mai nardo, e morì, come si dirà più avanti, nel 1335 senza eredi maschi, e i suoi feudi passarono allora appunto a Wolcmaro di Burgstall. Gralando non compare mai come nobile di Mezo Corona, ma sempre di Mezio, così nel 1325 è Gradante

di Mecz (v. sopra), così ser Garlando de Mezio come possessore eli beni confinanti con quelli del comune di Trento nella designazione fatta nel 1339 (v. Gar, Statuto di Trento, p. 322), nel qual anno è citato come già morto. Che es sendo egli dinasta in castello Mezo s. Pietro vi abbia avuto anche

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1988)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 12. 1988
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Pagina 140 di 300
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 295 S. : Ill., graph. Darst., Kt., Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Arbeitsbericht 3 zum Ald I = Relazione di lavoro 3 per l'ALD I / Roland Bauer ..., 1988</br> Crazzolara, Claudia: ¬La¬ tragica fine di G. B. Alton / Claudia Crazzolara, 1988</br> Diekmann, Erwin: Ergebnisse einer Umfrage im bündnerromanischen Sprachgebiet zur Akzeptanz des "Rumantsch Grischun" als gesamtbündnerromanische Schriftsprache / Erwin Diekmann, 1988</br> Kattenbusch, Dieter: Rätoromanisch oder Ladinisch? : Dolomitenladinisch = Sellaladinisch = Zentralladinisch = Zentralrätoromanisch? ; einige Bemerkungen zu einem terminologischen Streit / Dieter Kattenbusch, 1988</br> Lindner, Christine: Libr por i foresti nell Ciastell Trafoi : das Wiener Gästebuch von Franz A. Rottonara / Christine Lindner, 1988</br> Lunelli, Clemente: Nuovi documenti e musiche di Giovanni Battista Runcher / Clemente Lunelli, 1988</br> Munarini, Giuseppe: Proverbi e detti del Comelico / Giuseppe Munarini, 1988</br> Palla, Luciana: Processi di tedeschizzazione e di italianizzazione dei Ladini dolomitici nel periodo della grande guerra e dell'annessione all'Italia / Luciana Palla, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sul castello di Andràz / Bepe Richebuono, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sulle chiese della Ladinia fino alla metà del 1500 / Bepe Richebuono, 1988</br> Toth, Alfred: Historische Grammatik der Mundart von La Plié da Fodom (Pieve di Livinallongo, Buchenstein) / Alfred Toth, 1988
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/12(1988)
ID interno: 355106
ELENCO DEI CAPITANI DI ANDRAZ Questa serie comprende solo i capitani titolari, parecchi dei quali non risiede vano effettivamente ad Andràz, ma affidavano il castello ad un ’’vicecapitano” o ad altro delegato. Si rimanda ad uno studio successivo l’elenco sia dei sostituti dei capi tani che dei loro giudici di Livinallongo, in gran parte ladini. Fino alla metà del 1400, ove non indico in nota la fonte a me nota, riporto (con benefìcio d’inventario) i dati del Vailazza. 18) 1142-1155 1155-1195

, pag. 164-167, in parte non mi sembrano molto precisi. 19) Giacomo di Avoscano assume il ca stello di Andràz nel 1337. HA 4143. 20) Konrad Goebel, capitano di Carlo IV, insedia Konrad Stock nel 1350. HA 11512. 21) Friedrich, vescovo di Bressanone, concede il castello di Buchenstein in feudo ereditario a Joachim von Vil- landers nel 1388. HA 11765. 22) Johann von Villanders nel 1426 ac cetta dal vescovo 1500 marche e gli consegna i castelli di Buchenstein e di Tor. HA 4139. Fin qui il castello

. Vedi HR 1445, n. 253, 267, 355. 24) Sparrenberg ceda il castello a Pròtei von Caldes, nuovo capitano. HR 1446, n. 498. 25) Mordax, HR 1448, n. 721. 1449: Ar chivio parrocchiale di Badia. 26) Documentato nel 1453, HR n. 750 e nel 1457, HR n. 910.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(1988)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 12. 1988
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Pagina 142 di 300
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 295 S. : Ill., graph. Darst., Kt., Noten
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: Arbeitsbericht 3 zum Ald I = Relazione di lavoro 3 per l'ALD I / Roland Bauer ..., 1988</br> Crazzolara, Claudia: ¬La¬ tragica fine di G. B. Alton / Claudia Crazzolara, 1988</br> Diekmann, Erwin: Ergebnisse einer Umfrage im bündnerromanischen Sprachgebiet zur Akzeptanz des "Rumantsch Grischun" als gesamtbündnerromanische Schriftsprache / Erwin Diekmann, 1988</br> Kattenbusch, Dieter: Rätoromanisch oder Ladinisch? : Dolomitenladinisch = Sellaladinisch = Zentralladinisch = Zentralrätoromanisch? ; einige Bemerkungen zu einem terminologischen Streit / Dieter Kattenbusch, 1988</br> Lindner, Christine: Libr por i foresti nell Ciastell Trafoi : das Wiener Gästebuch von Franz A. Rottonara / Christine Lindner, 1988</br> Lunelli, Clemente: Nuovi documenti e musiche di Giovanni Battista Runcher / Clemente Lunelli, 1988</br> Munarini, Giuseppe: Proverbi e detti del Comelico / Giuseppe Munarini, 1988</br> Palla, Luciana: Processi di tedeschizzazione e di italianizzazione dei Ladini dolomitici nel periodo della grande guerra e dell'annessione all'Italia / Luciana Palla, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sul castello di Andràz / Bepe Richebuono, 1988</br> Richebuono, Giuseppe: Aggiunte alle notizie sulle chiese della Ladinia fino alla metà del 1500 / Bepe Richebuono, 1988</br> Toth, Alfred: Historische Grammatik der Mundart von La Plié da Fodom (Pieve di Livinallongo, Buchenstein) / Alfred Toth, 1988
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/12(1988)
ID interno: 355106
0 ’ Georg von Waltenhofer 361 Anton von Brandis Wilhelm von Wolkenstein Burkhard von Brandis Kaspar von Thun Christof Römer von Maretsch Leonhard Fondayer Christof Prack von Asch Georg von Waltenhofen (figlio del suo omonimo) Anton Schenk von Schenkenstein Christof Prack von Asch (la seconda volta) Ladislaus Prack von Asch (figlio del precedente) Franz Wilhelm Prack zu Asch (fratello del precedente) 27) Il Cardinal Cusano scrisse nel 1457, HR n. 924: Ludwig Sparrenberg è morto. Il castello

di Buchenstein è conferito a Kaspar von Oberwein per; suo sostituto è Matthäus Mars- perg. Gabriel Brack era capitano a Tor; è documentato quale capitano di Andràz soltanto dall’inventario del 1458 già visto. 28) 1461: Tiroler Landesarchiv, Inven tare, A 200/3. Resa dei conti di Lien hard per il 1460-1461. HA 27808. 29) Sua resa dei conti 1462 (HA 27808) e 1468 (HA 27815). 30) Sua resa dei conti 1470 (HA 27809). 31) Jorgen Furmianer ceda il castello a Reichart Klieber; HA 1472, f. 19. Klieber è malato

, HA 1473, ff. 30, 51, 56. Lo sostituiva nel 1472 Gabriel Brack (Inventare, A 200/4). 32) Lichtensteiner; HR 1475, f. 166. Le sue rese dei conti sono documentate anche nel 1466-1467 (HA 27816); era solo incaricato dell’amministra zione? 1474: Inventare, A 200/5. 33) Lichtensteiner ceda il castello a Ga briel Brack. HR 1477, f. 308. 34) Gabriel Brack consegni Andràz a Ruprecht Rindsmaul; HR 1484, f. 667 e 268. Dopo di lui, nell’elenco del Loss, 1986, pag. 29, si trovano Giorgio e Giovanni Rubatsch, senza

indicazione delle fonti. Dagli atti della Hofregistratur mi pare di ca pire che Hans senior (non Giorgio) capitano a Tor, a Livinallongo era solo sostituto; vien detto ’’Anwalt anstatt eines Hauptmanns” (HR 1484, f. 282) o ’’Verweser” (HR 1487, f. 301). ’’Hans Rubatsch der junge” vien chiamato ’’Diener in Puchen- stain”; egli consegna il castello a ”Jorg Waltenhover” nel 1488 (HR f. 21 e 22). 35) Leubenecker: HR 1486, f. 293. HR 1487, f. 261. 36) Da Georg von Waltenhofer fino a Matthias Schàrdinger

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