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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1899
¬I¬ Principi tridentini ed i Conti del Tirolo
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Pagina 153 di 161
Autore: Pilati, Silvino / Silvino Pilati. Con appendice Il Trentino nella confederazione germanica
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 159 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trient <Hochstift> ; g.Tirol<br>g.Trentino ; g.Deutschland ; z.Geschichte
Segnatura: II 102.520
ID interno: 240670
Dopo tutto questo io, potrò ritornare alla prima conclusione: che anche la separazione del Trentino, fatta dal primo Imperatore Romano-Germanico, non ha mutate le nostre antiche condizioni e che il no stro paese dopo questo cambiamento è restato ter ritorio italiano, estraneo all’ Impero tedesco. 4. È un fatto ammesso dagli storici più eruditi e più profondi, che il Regno Italico, ad onta di tutto il lavorìo tedesco, abbia di diritto esistito fino alla cessazione del Sacro Romano Impero (1806

). Conforme a questo principio era la universale opinione in Germania dove altrimenti non devesi pen sare: perchè egli è unicamente sulla continuazione del Régno Italico, che poteansi fondare gli utili rap porti politici fino a questi tempi professati dalla Germania, verso l’Italia. *) Ed il già citato dottissimo Sprunner conviene benìssimo in questo principio - ed aggiunge anzi: « che se fra le cose più indubitate vi ha; il Sacro Romano Impero essere sussistito Ano a quei tempi e di esso fino al 1806 nel

diritto pubblico europeo essersi riconosciuta T esistenza, per conseguenza sta fra le cose più certe, che si riconoscesse fino a questo secolo un Regno Italico, senza il quale potea bensì esistere un Impero Germanico, non mai un Sacro Romano Impero; giacché aveva esistenza e nome per esservi in esso il Regno Italico. » 8 ) Se pubblicisti italiani, o scrittori trentini aves sero ragionato in questa maniera intorno ai diritti del 8. R. Impero, o sarebbero caduti in disgrazia 1) Conring - De finibus

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1864)
Archiv für Geschichte und Alterthumskunde Tirols ; 1. 1864
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Pagina 347 di 410
Luogo: Innsbruck
Editore: Wagner
Descrizione fisica: 400 S.
Lingua: Deutsch
Commenti: Bestand: 1864 - 1869<br />Erscheinungsverlauf: 1.1864 - 5.1868/69 (1869)<br/>Index: Register zu den Zeitschriften Sammler für Geschichte und Statistik von Tirol, Archiv für Geschichte und Alterthumskunde Tirols, Zeitschrift des Ferdinandeums<br />Forts.: Forschungen und Mitteilungen zur Geschichte Tirols und Vorarlbergs
Soggetto: g.Tirol;s.Geschichte;f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 229/1(1864)
ID interno: 475124
mit Grafen Meinhard von Görz erzeugt, um das Schloss Ulten und Allem dem, was zwischen dem Vern und der Scharnitz liegt, durch Abgang Grafen Ulrichs von Ulten dem Reiche heim- gefallen. 49. — 1253. Eine Urkunde, wie Ezelin de Romano die Possess gegeben worden des halben Schlosses, Burgstalls und Bergs zu Arco und vieler eigenen Leute, von Riprand von Arco erkauft, 50. — 1253. Frau Eisbet, Tochter des Hrn. Nicolaus von Enn seligen verkauft die ihr von weiland Hrn. Riprand von Arco verschriebenen Güter

an Ezelin de Romano um 18,000Pf.B. — Ebenso auch tritt Frau Cuniza, Wimve des besagten Hrn. Riprands von Arco alle ihre Rechte darauf dem Ezelin de Romano um 8000 Pf. B. ab. 51 . — 1254 am 10. November. Ein Spruch zwischen Graf Meinhard von Görz und Graf Gebhard von Hirschberg wegen der Theilung der Lande, Leute, Hab und Gut ihres Schwähers, Grafen Alberls von Tirol seligen, und ist Graf Gebharden von Hirschberg und dessen Gemahlin Elisabet an ge fallen alles Land angefangen von Ulrichs

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1821
Tirol unter Friedrich von Österreich
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Pagina 592 di 610
Autore: Brandis, Clemens ¬zu¬ / Klemens Brandis
Luogo: Wien
Editore: Selbstverl.
Descrizione fisica: XXIV, 484 S.
Lingua: Deutsch
Segnatura: II 102.371
ID interno: 338521
Urkundenbu ch. 56/ Item . . . qualiter facta investitura ipsiparisio de omnibus suprascriptis... et dimissis in manibus pro fati domini Episcopi Caneellaria priuilcgiis investi- turarum antiquarum de dicto castro romano et om nibus aliis Juribus et honorancijs. Idem Episcopus nullatenus dare voluit . . parisio supraseripta priui- legia sua, ymo ipse penes se reseruauit in Jacturam et fraudem ipsius parisij. Item .... qualiter Episcopus Recusauit exibere priuilegmminuestiture facere per eum ipsi

parisio de castro romano etc. et lioc In grande incomodum et dampnum suprascripti parisij de Lodrono. Item . . . qualiter post premissa dum idem pa- risius videns , se depositum de dicto officio vicari- ato Judicarie In suspenso teneri de prouisione pro custodia castri Roche et in alijs duci per longas mo ras, ipse autem parisius horatores suos direxit ad... Episcopum ad requirendom promissiones sibi adim pleri. Qui vero Episcopus lingetis se velle omnia facere, que promiserat et comisit lioraloribus

tueri nequiuit, Quibus sic obstantibus.. episcopus vsurpando spoliauit Ipsum parisium supra scriptis castro romano et castro roche et multis armis et bonis mobilibus ac capliuos habuit Iratrem nepotem et filios ipsius parisii tenendo ipsos captiuos in graixem iacturam et grande exterminium et detrimentum supra scripti parisij.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1824
Discorso sopra un'iscrizione Trentina del tempo degli Antonini.- (Intorno all'origine e condizione antica di Trento ; [1])
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Pagina 89 di 108
Autore: Giovanelli, Benedetto / del Conte Benedetto Giovanelli
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 105 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 89.156/1
ID interno: 175827
municipio a quel di Colonia, perchè, come dice Aulo Gel ilo (89) e. con esso lui il M. Maffei la condizion di Colo nia, ben eli è più subordinata c men libera, appaiava però piu desiderabile per la maestà del popolo romano, di cui le colonie parcano (piasi piccali simulacri e sembianze; ma ninno di Colonie r da’ Prenèslini in. fuòri,.che avessero chiesto di essere trasferite a quello di Municipio. Forse nell’enun ciate iscrizioni ai vorrà inteso il Municipio della Colonia, quasi la parte del

tutto, cioè per Municipio i Decurioni e quelli che delle cose-pubbliche nella Colonia si occupava no, o forse gli stessi abitanti, ma non mai eh’ima parte ai reggesse colle leggi di Romane con le proprie l’altra* Fatto Sta che dichiarati per la legge di Antonino Crt- racalla tutti cittadini quegli uomini liberi, che trovavano nell’orbe Romano (90), s’incominciarono a tenere per municipi tutte le città di questo; cosicché Ugnano scrisse (91), che a suo tempo diceVansi abusivamente municipali tutti

. di (89) L. 16. c. i3. (90) Vip. I. 17 . ff. de Slot- hom. In orbe Romano qui siint, eoa cònstitvtione Jmp. Antonini , cives. Romani effècti siint . (91) L i. D. ad municip. et incoi..

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1824
Illustrazione del monumento eretto dalla città di Trento al suo patrono Caio Valerio Mariano
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Pagina 119 di 198
Autore: Tartarotti, Girolamo ; Stoffella DellaCroce, Bartolommeo Giuseppe / opera postuma dell'ab. Girolamo Tartarotti. Supplita nella parte mancante dall'ab. Bart. Gius. Stoffella dalla Croce
Luogo: Rovereto
Editore: Stamperia Marchesani
Descrizione fisica: XVI, 180 S. : 1 Portr.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Marianus, Valerius Gaius
Segnatura: III 39.802
ID interno: 215787
Mariane. I Cavalieri ..fatti Publìcani. Slato dell’Ordine Equestre a’ tempii dell’Im pero. I. Equo publi'co. Se per la tarda origine e poca menzione, sdie gli autori ne fecero, restò molto oscura , e dagli eruditi poco trattata la carica di Curatore della città, per motivi del tutto con trari! dehbe tornarci involta in qualche oscurità la dignità di Ca valiere Romano significata dalla frase: EQVO PVBLIGO. Ella é cioè tanto antica, e tante mutazioni sofferse, e sotto tanti aspetti se ne parla dagli

di pensare si po trà conciliare col distinguere accuratamente i tempi,, e a ciascuno attribuire quello, che gli si conviene. Per ciò ho divisato di for mar quasi una storia del Cavalierato Romano, la quale spiegando ne l’origine i progressi e le varie modificazioni, alle quali sog giacque, ci ponga in istato di -formarci una chiara idea della di gnità , c he adornò il nostro G. Valerio Mariano. Per maggiore chiarézza dividerò la narrazione in quattro epoche secondo i tem pi, che apportarono

al Cavalierato Romano le più importanti mu tazioni. Diri, perciò prima dell’Origine, poscia da Servio Tullio sino ai Gracchi, da questi a Mario, e da Mario sino ai tempi posteriori. IL Noii v’ha dubbio, che i Cavalieri romani ebbero la loro origine da Romolo : tutti gli Storici ne assicurano di ciò: valga pér tutti Livio al Lib. I. 13 . Eodem tempore et een furine tres equitum comcrìptae sunti Ramnenses ab Romulo , ab Tito Tatto Titìensesf

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1824
Illustrazione del monumento eretto dalla città di Trento al suo patrono Caio Valerio Mariano
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Pagina 136 di 198
Autore: Tartarotti, Girolamo ; Stoffella DellaCroce, Bartolommeo Giuseppe / opera postuma dell'ab. Girolamo Tartarotti. Supplita nella parte mancante dall'ab. Bart. Gius. Stoffella dalla Croce
Luogo: Rovereto
Editore: Stamperia Marchesani
Descrizione fisica: XVI, 180 S. : 1 Portr.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Marianus, Valerius Gaius
Segnatura: III 39.802
ID interno: 215787
attendevano, questi, come ho detto, appigliavansi o alle cariche civili, o alle militari. Non discorrerò di tutte de cariche, alle quali era aperto l’adito per ogni cittadino Romano, e quindi eziandio per ogni Cavaliere. Que sto solo .dirò., che il sommo grado d’onore per lo Cavaliere Roma no era la Prefettura del Pretorio, come può vedersi da Svetonio in Tito al Cap. VI.. Una concessione straordinaria di Augusto diede a’ Cavalieri il diritto di chiedere il Tribunato della Plebe. Così Dio ne 'pag. 587

- L’officio pai, che propriamente al Cavaliere Romano s’addiceva, era quello di Giudice, del quale abbiamo pai-lato : non però in modo, che ogni Cavaliere fosse anche Giudice, come acconcia mente osserva il Ch. Dottor Lahus; ma anzi singolare virtù si ri chiedeva in collii, che o dal Censore e dall’Imperatore (per l’au- ' to-rità censoria) a questa carica veniva eletto. Egli è dunque bensì vero., che i Giudici delle cinque Decurie erano Cavalieri , ma non tutti i Cavalieri erano Giudici. Questa differenza

s’incontra anche nelle Iscrizioni, ove con altro nome si disegnano i Cavalieri Ro mani, con altro i Giudici. XX. Veniamo ora a considerare il Cavalierato Romano de’ tem pi dell’Impero nèlTaspetto militare: poiché, come diceva, del gran numero de’ Cavalieri Romani non pochi anche alla milizia dava no opera. Questi per altro erano ben lontani dal servire quai sol dati volgari. Noi esaminando le Iscrizioni, e gli Scrittori antichi li troveremo la più parte o a canto -a’ Comandanti e agli Impera tori, come

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino : dalle origini fino al secolo XVI
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Pagina 288 di 377
Autore: Inama, Vigilio / di Vigilio Inama
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: VII, 366 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; z.Geschichte Anfänge-1500<br>g.Sulzberg <Talschaft> ; z.Geschichte Anfänge-1500
Segnatura: II 102.606
ID interno: 272018
, nominato, come già tcntrionale. — Quando più lardi in questa parie estrema e ancora selvag gia doli' Auamiia venne a costituirsi un Comune (Coni un Una) e, coll'intro duzione del Cristianesimo, mia Pieve o parrocchia, l'uno e l'altra, vennero delti, dal nome appunto del castello romano, che quivi esisteva od era e- sistilo, Comune e Pieve di Caslelfondo. 11 castello medieevale poi, sorto certamente p.iù tardi, dal nome del Comune e della parrocchia, entro il cui territorio esso stava, fu detto

: castello di Castel fondo (Caslrum Castri/muli). I/Aussorcr c il Ecidi invoco suppongono, elio sull’altura, o dosso, su cui sta il castello nostro, sia esistito un villaggio, andato poi distrutto, il quale si sarebbe venuto formando intorno all’ antico castello romano, e per esso sarebbe sialo detto (villaggio) Gas tei fon do; da questo villaggio avrebbe preso il nome il castello medioevale. Ma di tale villaggio non abbiamo nò traccia sicura, nè ricordo alcuno, c manca quindi ogni prova di' esso sia mai

eguali che in documenti poste riori possono aversi, sono troppo incerti per trovare in essi prove dell’esi stenza di un villaggio. Se questo d’altronde fosse esistilo in tempi relati vamente così tardi, dopo il secolo XIII, poteva esso andar distrutto, per pestilenza, incendio od altro, senza dio ne rimanesse proprio nessuna memoria ? Si noti poi anche die non é punto probabile clic il castellimi romano sia stato sul dosso, dove ò oggi il castello ; giacche i. romani costruivano le loro castella

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