— 19 — a «Bodoledo» [ivi, 48, 2); a sua volta Corradino, medico di Santonico, offre e dona in remissione dei suoi peccati alla cappella di 8. Tomaso una terra che aveva in «Bodoledo» (ivi, 48, 2) 1 ). Nel 1230 Liabardino e fratelli, figli del sig. Curazone di Caldaro, 'danno un appezzamento di terreno «cum capalo et pascalo et iuris- 4ictione» al suddetto Giovanni, rettore di S, Tomaso (ivi, 48, 2). Nel 1241 il figlio del suddetto «dominus» Giovanni Bisolo, Guarimberto, è liberato dal vescovo
Aldrighetto dalla scomunica, in cui era incorso per furti da lui commessi (Kink, 1. c. p. 374), Altro «dominus» Nicolò Bisolo venne investito nel 1263 della decima di Curone (Bop. 61, 25). Nel 1247 Sodegerio de Tito, podestà imperiale di Trento, decise una questione fra il comune di Caldaro e quello di Flemme, il qual ultimo aveva diritto di pascolo intorno al lago di Caldaro nei prati di «Sango- nara» e al «Masot». Molti nomi personali italiani contengono gli urbari del capitolo di Trento degli anni 1244
-47 (C. Schneller, Tridenti- nisehe Urlare ecc., Innsbruek, 1898, p. 79 e sgg.) in Eppan e in Cal daro, come Concio de Rubinego, Pizolo, Mazulino, Mazoco, Peregrino, Rubeo de Dosso, Minego, Giovanni di Pasquale, Graziadeo, Piginago, Pezolo, Menego, Bisolo, Anzio, Ianexo ecc. Nel 1282 aveva feudi vescovili in Caldaro un Tridentino del fu Odori co della signora Grisa di Trento, feudi che il vescovo Enrico da Castelmani, in lotta con Mainardo II, diede al fedele Erardo di Zwin- genstein (Rep, 57, 70). Quattro anni
dopo nel 1286 troviamo già capitano in Caldaro il tedesco Enrico di Rottenburgo. In un atto fatto in Caldaro, 8 no vembre del 1286, Coancio del fu Enrico di Arcelo è chiamato gastaldione di Termeno per il signor Enrico di Roattenburg, maestro della curia del signor Mainardo, duca di Carinzia e conte di Tirolo, capitano di Cai- ■darò e di Termeno per il detto signor duca (Rep. 79, 1). Se il capi tano ora era tedesco, la popolazione era e rimaneva italiana. Parla chiaro il seguente documento
: 2 ) *) L’ egr. prof, don Luigi Rosati dice che ciò fu nel 1222 e porta il nome della località i Redoliti», invece che «Bodoledo», ed aggiunge che queste donazioni fanno te' stimonianza dell’importanza che gli abitanti di vai d’Adige attribuivano all’ospizio ■( di 8. Tomaso), la quale proveniva dalla frequente comunicazione con vai di Non per il passo della Mendola e per i molti possessi stabili dell’alta vai di Non su quel di Caldaro e di Termeno. (L'antica chiesa e l'ospìzio di S. Tomaso presso Romeno