l'orgoglio. Come a Verona abbiam trovato le tracce di Catullo e a Padova c’imbattemmo nei Mani di Livio, cosi qui Cincinniamo riverenti davanti al nome di Virgilio, il cantore dell’ Emide , clic nelle sue Georgiche immortalò le verdi pianure mantovane e nelle Bucoliche ne fece così elegante dipintura. Ma anche nelle mille vicende, che tennero dietro al crollo dell’impero romano, in tutte le guerre, che il medio evo rovesciò sull’Italia, Mantova ebbe parte importantissima. Di qui Alboino e Alitati
del hello; e lo dicono i dipinti di Giulio Romano c del Mantegna e le costruzioni di Leon Battista Alberti, suscitati dalla parola di quegli splendidi me cenati, che per Mantova furono quel che i Medici per Firenze. L'aspetto materiale della città è poco gradevole ; essa è costruita sopra due isolette del lago, in cui qui s'impaluda il Mincio, che la circonda di ogni parte. Sorgendo così dalle acque, in ter reno basso e umido, cinta c ricinta da bastioni e da fosse, chiusa da porte ferrate e ponti
ai capolavori, che la splendidezza dei Gonzaga accumulò nell’interno della città. Notevole vi è il Duomo, in parte rifatto su disegno di Giulio Romano , ma più notevole assai la basilica di S. Andrea , opera di Leon Battista Alberti, elegantemente disegnata e ricca di marmi; i freschi, clic decorano l’interno, sono in gran parte di Giulio Romano. E Giulio Romano primeggia ancora nell’antico Palazzo du cale , dei Gonzaga - ora palazzo reale - da lui ricostruito e ornato di freschi raffiguranti scene della