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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 221 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: 1 Karte
Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
al Giudizio di Caldaro e amministrati congiuntamente, per modo che da quel momento si parlö solo di Giudizio di Caldaro-Laimburg. In un documento del 1596 e detto: Vadena cosituisce un Giudizio a se stante del tutto particolare anche se incorporato in quello di Caldaro; Piccolongo e Monte, invece, appartengono al Giudizio di Caldaro.» 76 Verso il 1400 Caldaro, unico Giudizio dell'area tedesca, adottö lo Statuto tridentino e lo conservö fino al 1681, quando l'imperatore Leopoldo lo sostitui con

l'Ordinamento tirolese. Nel 1447 Caldaro divenne persino sede del vescovo Giorgio Hack. Fin dal tardo Medioevo gli affari delle varie comunitä erano disciplinati dalle cosiddette Regole, che erano una sorta di Regolamento comunale. Le Regole, composte da 100 articoli, che Caldaro si diede nel 1439 si sono conservate fino ai nostri giorni. Esse disciplinavano la manutenzione delle strade, i mestieri e le professioni, il diritto d'abitazione, il servizio antincendio e quello a protezione delle acque

di Caldaro fecero perö ricorso perche a loro dire era stata ceduta ai Tänzl per una somma troppo esigua e chiesero al principe regionale di poterla riscattare. Evidentemente la comunitä di Caldaro, Laimburg e Vadena dalla somma di 6000 fiorini aveva tratto un inadeguato vantaggio. Ai Tänzl fu anche rimproverato che i loro funzionari si rifiutavano di vendere cereali agli abitanti del luogo, preferendo venderli fuori del Giudizio. 79 1 Caldaresi nel 1525 si lamentarono inoltre perche i giudici, i notai

e i messi giudiziari, da qualche anno non venivano piü nominati, come in passato, col loro consenso. Nel 1534 titolari dell'amministrazione di Caldaro erano sempre i Tänzl . M Essi riscuotevano la «Grande Decima» tramite funzionari. Ai Tänzl subentrarono i Liechtensteiner, i quali furono a loro volta amministra- tori di Caldaro dal 1490 al 1624. Intomo al 1577 la grande decima divenne appannaggio del margravio Giorgio Federico di Brandemburgo (1539-1603). In seguito essa passö alle sorelle Maria

un equivalente di 40 staia di frumento e 1200 uova. 81 Fra i funzionari governativi si annoverano: Adam Teutsch (1577), Hans Leis (dal 1578), Hans Ruedl (1595), il figlio di quest'ultimo Christof Ruedl ed il nipote Hans Ruedl; infine Niklas Greif. Dopo Wolfgang von Liechtenstein l'amministra- zione passö al conte Francisk von Lodron, che su Caldaro nel 1630 ottenne una lettera di pegno. Nel 1644 l'arciduca Karl Ferdinand diede in pegno 1'amministrazione ed il Giudizio di Caldaro-Laimburg, la grande decima

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 219 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
viene citato espressamente anche un giudice di Caldaro e Termeno. 57 Solo il 14 novembre 1362 Mainardo III, figlio di Ludovico,diede al maestro di corte Enrico V di Rottemburgo il Giudizio di Caldaro-Termeno assieme alla relativa potestä giudiziaria e alle corrispondenti entrate, quäle pegno per il prestito di 1200 fiorini, nell'intesa che esso sarebbe stato riscattato dal vescovo eletto col suo consenso. Poco prima infatti (4.1.1359) Margherita e suo marito Ludovico avevano ordinato

di restituire la Pieve ed il Giudizio di Caldaro al vescovo di Trento. Questa restituzione riguardava i territori, fra i quali c'erano anche Laimburg e Caldaro, di cui si era appropriato Ludovico di Brandemburgo, e costituiva l'atto di riparazione preteso fin dal 1357 dal papa, quäle prezzo per l'annullamento della scomunica comminata a Margherita e a Ludovico Wittelsbach. Il prezzo del pegno del 1362 risultava quindi formato in parte dall'equivalente del riscatto dei Giudizi di Caldaro e Termeno in pegno

ad Heinrich Campäner ed in parte dal prestito fatto a Margherita, moglie di Mainardo. 58 Nel gennaio del 1363, prima ancora della cessione della regione da parte di Margherita Maultasch, suo figlio il margravio Meinhard III confermö ad Enrico di Rottemburgo tutti i diritti conferitigli da Ludovico di Brandemburgo. 59 Anche dopo il settembre 1363, data di passaggio del Tirolo sotto la sovranitä austriaca, il Giudizio di Caldaro rimase in pegno ai Rottemburgo. Questi, tuttavia, al pari di non pochi altri

nobili locali, dovettero rinunciare a favore del nuovo sovrano Rodolfo IV d'Asburgo a diverse rendite acquisite illegalmente negli ultimi anni di regno di Margherita, fra cui al censo di 640 ettolitri di vino di Termeno. Il vescovo di Trento peraltro nominö Enrico di Rottemburgo suo Capitano regionale. Per via del Giudizio di Caldaro sorse una contesa fra il vescovo ed il principe del Tirolo Leopoldo. La Chiesa di Trento aveva sempre considerato i Giudizi di Appiano, Caldaro-Laimburg ed Enna come

propri feudi imperiali. In un documento del 3 aprile 1391 Enrico V di Rottemburgo dichiarava che il Giudizio di Caldaro gli fu ceduto in pegno per 25 anni dal vescovo Alberto di Trento (1363-1390); tale pegno fu trasformato dal vescovo Giorgio in vitalizio a favore del suddetto Enrico e dei suoi figli. 60 Il duca Leopoldo IV nel 1396 riconfermö ad Enrico V i feudi di Laimburg e Castelchiaro. Secondo Stolz di quest'atto si e conservato solo un frammento. 61 Dal momento che il Giudizio di Laimburg era

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 378 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Nel 1604 Jacob Tschuegg acquistö il secondo maso da Niclas Stafler, consorte di Christina Lännserin. In quel- 10 stesso anno si addivenne alla definizione dei confini del bosco tra Jacob Tschuegg di Greit e a Valtin Pfan- zelter del maso Pelhamer. In quell'occasione viene menzionato anche un pendio abbandonato sotto il maso, appartenente all'Ospizio di Caldaro e in affitto ad uno dei proprietari del maso Pelhamer. 13 Jacob Tschuegg nel 1610 fece costruire una nuova casa a Greit. L'allora

fienile, il novale e i prati a Vadena «al di la del lago». De Jeronimi doveva versare annualmente all'ufficio di Caldaro a titolo di censo fondiario: 10 staia di segala, 3 di frumento, 3 ome di mosto e 17 capponi. A titolo di canone d'affitto doveva inoltre versare metä del vino , bianco o rosso che fosse, e 4 ome di mosto per la casa e i campi. Al momento del recesso doveva ri- consegnare, come da inventario, il bestiame e l'attrezzatura ricevuti. Lui e i suoi eredi garantivano con tutti i loro averi

. La disdetta del contratto doveva avvenire nel giorno di S. Giorgio. 16 Funzionario amministrativo a Caldaro a quel tempo era Hans Ruedl. 17 11 vecchio fienile fa pensare ad un piü antico maso ; nel catasto tributario teresiano si parla di ««vecchio maso» e viene identificato nelle particelle fondiarie 312, 313 e 315. Nell'elenco delle imposte del 1633 il maso viene descritto come segue: 2 edifici abitativi e, un po' discosti, fienile, stalla, giardino e bosco. Tutt'intomo 30 iugeri di arativi e vigneti

, di cui 1/3 in pendio. Presso il fiume Adige, inoltre, 50 Tagmahd di prati e paludi. Nel suo insieme il maso versava annualmente all'ufficio di Caldaro 6 ome di mosto, 2 staia di frumento, 20 di segala, 2 di miglio, 34 capponi, 2 capretti e 30 uova. 18 Il 1649 vide sorgere una nuova contesa per la legna. Rosina Tschueggin era andata sposa ad Hans Pedranz di Caldaro. Con ciö uno dei masi di Greit passö dalla famiglia Tschuegg alla famiglia Pedranz. 11 ' Rosina Tschuegg cessö di vivere giä nel 1647

. Lasciö 5 figli, i quali nel febbraio dello stesso anno si divisero pacifica- mente il maso cedendone metä ai fratelli Gotthart e Hanns Pedranz. Tale metä fu a propria volta suddivisa fra i due fratelli, senza tuttavia fissare dei nuovi confini e conservando la coabitazione. Paul Pedranz, figlio di Hanns, fino al 1674 scritturale e dal 1688 giudice a Caldaro, vendette nel 1674 la sua quarta parte dell'intero maso, cosi come l'aveva ereditata dal padre, a Johann Baptist Remich von Weißenfels di Caldaro

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 220 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
opposto una tenace resistenza. 68 Alla fine perö il Rottemburgo dovette sottomettersi al principe regionale Federico e cedergli i due manieri. Perse altresi il Giudizio di Caldaro che aveva in pegno, quello di Laimburg che aveva in feudo, ed inoltre i Giudizi di Enna e Kaldiff, di Cortaccia, di Gries e Bolzano ed altri ancora. Enrico VI mori nella primavera del 1411. Le rendite che i Rottemburgo ricavavano dai loro beni si trasmisero imme- diatamente al principe regionale. Questi censi costituivano

la cosiddetta «grande decima», la quäle era gestita da un apposito ufficio amministrativo che il principe assegnava separatamente dal Giudizio. Il duca Federico prese a feudo il Giudizio di Caldaro dal vescovo di Trento e ne avocö a se l'amministrazione insieme a quella dei castelli. 69 Fra gli orrori di quel periodo ci fu anche la peste che nel 1407 infuriö a Caldaro e dintomi. 70 In seguito alla sentenza dell'imperatore Sigismondo, Federico IV fu dichiarato colpevole e costretto a restituire tutti

di rendere nuovamente abitabile e confortevole Laimburg e di risiedervi. Questo fatto costituirebbe la riprova che nel 1410 il castello fu effettivamente distrutto e reso inabitabile. Nel 1433 divenne amministratore Rudolf Kampaner di Caldaro. 71 Anche in seguito il principe regionale ha continuato a nominare i vari amministratori dei due fortilizi; nel 1446 fu cosi la volta del cavalier Hillbrand von Weineck, nel 1454 di Balthasar di Liechtenstein e nel 1465 di Werner Fuchs. 71/1 Nel 1465 il Giudizio

di Laimburg venne unito a quello di Caldaro. Amministratori e giudici di Caldaro furono: Marx Strobl (1412-1414), Bartolomeus Ritzon (1416-1421), Marx Strobl (1422-1433), Hans von Castelbarco (1434), Heinrich Campener (1438-1446) - nel frammezzo: Bernhard Wolf (1443), in qualitä di giudice assoldato 7l/2 -, Burkhart von Mareit (1453) 7I/3 , Bernhard Wolf (1453-1460), Hans von Ransperg (1459), Wemher Fuchs von Fuchsberg (1465), il quäle riuni il Giudizio di Laimburg-Vadena a quello di Caldaro, Hans Ramung

(1466-1469), Cristof Firmianer (dal 1470), Daniel Khuen (dal 1478), Hans Baumgartner (dal 1488), Matheus von Liechtenstein (dal 1490). Gli appartenenti a quest'ultima casa conservarono l'amministrazione di Caldaro fino al 1624. (Zingerle riporta in parte altri nomi.) 71 L'amministrazione di Castelchiaro continuö, invece, a venir assegnata separatamente e precisamente a : Hans Homburger (dal 1469), Matthäus barone von Castelbarco (dal 1478), Kaspar Maltiz (dal 1481), Heinrich Mertensdorfer (dal 1482

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 375 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
volta. Il primo verrä incendiato e distrutto durante il conflitto che vide il duca Federico IV contrapposto ad Enrico VI di Rottemburgo. 3 Maggiori particolari in merito si possono leggere nel capitolo dedicato alla sto- ria delTagricoltura. Intorno al 1469 il maso superstite viene ripetutamente citato per via di una lite scoppiata fra il comune di Caldaro e i fratelli di Gereut. 4 Caldaro, 1469. L'intera comunitä di Caldaro si rivolge al locale amministratore dolendosi perche i fratelli abitanti

a Gereut avevano fatto legna nel bosco di sua comune proprietä. Essa afferma che nel suddetto bosco era stata scorta una persona sospetta mentre faceva legna abusivamente e di nascosto. La comunitä caldarese chiede che ven- gano interrogati i fratelli di Gereut, ma questi non si presentano. Essi trasportano invece la legna nel loro ma so. Gli abitanti di Caldaro dichiarano di non voler togliere ai fratelli di Gereut ciö che appartiene loro, per averlo ricevuto dal Principe regionale e dai Rottemburgo

, ma di voler ricordare ad essi i limiti dei loro legitti- mi diritti. I Caldaresi sostengono che i suddetti fratelli non sono al servizio del Principe regionale, ne presta- no servizio armato ne pagano tasse. A quel tempo amministratore a Caldaro era Hanns Ramung. Egli diede ragione agli abitanti di Caldaro e negö ai fratelli di Gereut il diritto di fare legna nel bosco contestato. Per niente soddisfatto della sentenza Anthoni Gereut si rivolse senza indugio al Principe regionale. Il 28 giu- gno 1469

da Hall Eleonore di Scozia, prima moglie del granduca Sigmund, risottopose la questione all'atten- zione del proprio amministratore in Caldaro ed il granduca Sigmund dispose un supplemento d'indagine. Caldaro, 21 novembre 1469. 5 Poiche era sorta una lite tra il comune di Caldaro e i fratelli di Gereut: Anthoni, Jörg e Peter a causa di certa legna fatta da quest'ultimi, il principe regionale Sigmund incaricö l'amministratore Hanns Ramung di ascol- tare le parti in causa, di interrogare dei testimoni

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 281 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
e a Piccolongo. La prima citazione a me nota del Comune o, meglio, della frazione di Vadena quäle parte del Comune di Bronzolo, e datata 1813. A quel tempo Vadena apparteneva perciö al Comune di Bronzolo, che era retto da un sindaco 1 . In quell'anno (1813) nel Regno d'Italia fu introdotta la nuova ripartizione amministrativa napo- leonica. Vadena di sotto e Vadena di sopra vennero aggregate al Comune di Caldaro; quest'ultimo insieme a Termeno e ad Appiano formava il cosiddetto Cantone di Caldaro, il quäle

di Caldaro e Laimburg del conte Josef Anton von Giovanelli (p. 215). Vadena paese e Vadena di sotto facevano parte del Comune di Caldaro. Con decreto imperiale del 14 agosto 1819 anche l'attivitä dei Comuni fu sottoposta a regolamento. Laimburg-Vadena divenne Comune autonomo, amministrato da un sindaco, due consiglieri, un tesoriere ed un esattore. 3 Gli uffici comunali erano situati nell'edificio municipale del maso Castello. Giovanni Miori nel 1900 li tra- sferi nel proprio maso Birti (numero civico

si pensö di suddividere il territorio comunale di Vadena tra Laives,Bronzolo e Ora. La delibera consigliare del 28.1.1928 optö, invece, per l'aggregazione di Vadena di sopra a Laives e di Vadena di sotto (a sud di Carnel) a Caldaro. A seguito dell'accorpamento suddetto l'archivio municipale fu trasferito a Laives e ha fatto ritorno a Vadena solo nel 1944. In quella occasione furono per errore trasportati a Vadena anche documenti appartenenti a Laives. Fra gli svariati compiti del Comune si annovera

la manutenzione delle strade e dei ponti. Il Governo Tirolese nel 1600 diede ordine di apportare migliorie alla strada che da Monte conduce a Caldaro. Se ne deduce che tale arteria rivestiva importanza non solo locale. Notizie piü particolareggiate su di essa possia- mo apprenderle dai libri copiali. Nel 1602 il giudice amministratore su istanza del sindaco autorizzö il pro- prietario del maso Klughamer ad esporre la «Tabella dei dazi». Ciö significa ch'egli aveva l'incarico di incas- sare fedelmente

i pedaggi e di riversarli al Comune (vedi il capitolo sul Maso Klughamer). In quella localitä quindi il Comune di Caldaro esigeva dei diritti di transito. Avendo nel 1624 acquistato la proprietä del sud-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 305 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Maso Dal Lago (Rosi) N. C. 12 P. ed. 49 La Chiesa di Vadena ha acquistato questo maso intorno al 1500 dagli eredi Told. 1 Anch'esso era tenuto a versare all'ufficio di Caldaro gli usuali tributi e censi. La Chiesa di Vadena prima ancora del suo acquisto percepiva annualmente dal maso 10 libbre di rendita; in seguito lo diede in affitto per un canone di 13 fiorini all'anno, da pagarsi il giorno di S. Martino. Dal 1585 fino 1587 affittuario e «Vilg Raimann,oste in Vadena» 2 , il quäle lo era

contemporaneamente anche dell'Urfer di sopra. I contratti d'affitto venivano stipulati dal rappresentante laico della chiesa, ovverosia dall'amministratore del Giudizio di Caldaro-Laimburg. Nel 1589 Balthasar Camentari, amministratore di Caldaro-Laimburg, e Hans Leis, funzionario margraviale di Caldaro lo diedero in affitto ad Anthoni Schatt. 3 Il maso era composto da un casolare con annesse costruzioni per i famigli, un vigneto, alcuni prati al di lä dell'Adige, un campo in localitä Neupruch, un terreno incolto

ed infine il pendio del monte a ridosso del maso vero e proprio. Per Neupruch deve intendersi un campo dissodato di recente. Il fittavolo doveva corri- spondere alla chiesa S. Maddalena in Vadena 13 fiorini, all'ufficio di Caldaro per conto dei proprietari 3 staia di sorgo oltre alle solite tasse e gabelle. Il maso poi doveva al Beneficio S. Biagio di Castel Firmiano la deci- ma sia «liquida che solida». Nel limite dei mezzi a disposizione del maso il fittavolo doveva infine tenere in ordine la strada

. Proprietario del maso nel 1610 risulta Mathias Pfesl di Laives. 5 Nell'urbario di Castel Firmiano del 1632 il maso e intestato al nome dei fratelli Marthin e Simon Pfösl. Interessante al riguardo t la descrizione dei confini: «a levante e delimitato dal maso Tröpfl, che ora si trova al di lä del fiume Adige, a meridione confi- na con la proprietä di Hans Jacoben Khuens von Aur Mayrhof, a ponente con i comuni di Appiano e Caldaro e a settentrione col maso Urfer». Se ne deduce che agli inizi del XVI secolo

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 366 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Ha inoltre l'obbligo di trasportare a Caldaro il fieno che egli deve a titolo di censo fondiario. Al Florian, a dif- ferenza del suo predecessore, non e concesso asportare l'erba che cresce nei vigneti e nei campi. Il proprietario mette a disposizione 80 staia di segala da semina e 18 staia di frumento, che il fittavolo s'im- pegna a restituire al momento del recesso. Quest'ultimo riscuote il canone annuo corrisposto dai Fiemmesi per poter pascolare le loro greggi sui terreni paludosi

posto troviamo invece i Johanneser di Salorno. Nei catasto tributario la propritä e descritta in dettaglio come segue: Johann Isac Johanneser von und zu Salurn e proprietario per metä del maso di sopra in localitä Monte. La casa colonica sorge nei pressi dell'argine dell'Adige. Ad essa appartengono l'ovi- le, situato un po 1 in disparte, e i connessi «diritti di pascolo» dei Fiemmesi. Nelle vicinanze della palude di Caldaro c'e una profonda cantina e presso la chiesetta di Monte una torre e una

piccionaia. Al maso appartie- ne il boschetto estendentesi nella parte bassa del Monte di Mezzo e al di sopra dell'ovile si trova un vigneto «attualmente invaso dalle erbacce». I campi e i prati sono contraddistinti ognuno con un proprio nome e quel- lo chiamato Kandl ricade sotto la giurisdizione di Termeno. Sull'intero maso gravano i seguenti oneri: 9 orne e 2 Pazeiden di vino all'ufficio di Caldaro, 7 orne di vino, 2 capponi e 48 Kreuzer alla Parrocchia di Caldaro; alPamministratore di Caldaro sono

e precisamente: la locanda, la stalla per i buoi e i cavalli, un piccolo casolare per i giornalieri ed una minuscola distilleria, la cantina esti- va presso la palude di Caldaro, diversi campi, prati e vigneti. Nei catasto teresiano del 1775 e scritto: «Gli eredi di Anton von Johanneser e Carl Franz von Luterotti pos- seggono congiuntamente il Mayrhof in localitä Monte, formato da una casa colonica con stalla e fienile ed un secondo casale anch'esso con stalla e fienile detto «an der Clausen«. 20 © L’osteria

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 253 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
e pere selvatiche, corniole, pece, ecc. Degne di essere ricordate sono inoltre le carbonaie in localitä Greit di cui abbiamo notizia nel 1469 e piü tardi nel 1599. Nel 1850 l'allora principesco bosco di Castelchiaro venne ripartito tra i Comuni di Caldaro e Termeno in ragione di 2/5 ciascuno, e Vadena per 1/5. Quest'ultimo cedette la sua parte al Comune di Caldaro per 2300 fiorini allo scopo di finanziare la costruzione del ponte in legno sul fiume Adige. 24 Il Convento dei padri Francescani

di Caldaro pote dimostrare di essere in possesso del diritto di legnatico sul bosco suddetto fin dall'anno 1639. Esso conservö tale diritto fino al 1818, dopodiche lo sostitui con un Relutum, vale a dire un compenso annuo in moneta. Al momento della spartizione del bosco fra i tre Comuni di Termeno, Caldaro e Vadena si giunse all'intesa col Convento di Caldaro di reintrodurre il diritto di far legna nella misura di 272 m 3 . Metä di questa legna spettava al Convento stesso e l'altra metä

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 208 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Finsterwalder che «il nome e certamente preromano». La prima sicura citazione scritta di Vadena e quella contenuta nella cosiddetta epistola di Vigilio (855-1022), con la quäle un certo Senico di Vadena fece dono alla chiesa di S. Maria in Caldaro di un terreno di 12 iugeri in localitä Muraza («Senico dedit Uattina XII iugera terre a Muraza»). 3 A proposito di questo documento Franz Hüter scrive: «Si tratta di un insieme di atti, riguardanti l'istituzione, la dotazione e la fissazione dei confini della

parrocchia di Caldaro, e attribuibili al periodo che va dall'855 al 1022. Le donazioni alla chiesa di Caldaro risalgono in effetti al secolo decimo.» Hüter, per la veritä, nella sua cortese comunicazione dei 9. 8. 1988 si esprime con cautela e afferma invero che la donazione di Senico da Vadena «potrebbe forse risalire al X secolo». Altri studiosi invece (Reich, Gerola, Santifaller, Atz-Schatz) la ritengono molto anteriore e cioe coeva al vescovo Udalschalk di Trento (855-864). In tal caso

perciö al Principato vescovile di Trento. La successiva menzione di Vadena dell'anno 1181 riguarda il vescovo Salomone di Trento, al quäle i conti Federico ed Enrico di Appiano cedettero numerosi beni fra cui due masi in quel di Vadena. 4 Nel 1211 i conti di Appiano riebbero in feudo i suddetti masi dal vescovo di Trento 5 , dal quäle giä nel 1185 avevano ottenuto una parte dei territorio tirolese. 6 Possiamo dedume, senza peraltro la prova di documenti scritti, che Laimburg e lo stesso Caldaro

appartenevano ai conti di Appiano. 7 Dopo il declino di questi e l'ascesa dei conti di Tirolo, durante la seconda metä dei XIII secolo, anche i feudi trentini dei primi, fra cui Caldaro e Laimburg, passarono ai secondi.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 369 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Campi al Lago (Klughamer) N. C. 40-42 P. ed.15 II maso di Campi al Lago e situato in riva al lago di Caldaro sul territorio del comune di Vadena. II 25 aprile del 1516 esso viene assegnato dal Principe regionale in feudo ereditario. «II giorno dell'evangelista S. Marco dell'anno 1516 Simon Tänzl zu Trazberg concede a Martin Tisner in nome del Principe regionale il maso in localitä Campi al Lago detto Gasshof. Esso confina ad Oriente col maso Greit e il monte, a meridione con la li- nea

immaginaria che dalla cima di quest'ultimo va in direzione del lago, ad occidente con la strada comunale e a settentrione col territorio del comune di Caldaro e di nuovo col maso Greit. Il censo fon- diario e rappresentato da un carico di vino pari ad 8 orne. In caso di vendita l'ufficio amministrativo del Prin cipe regionale si riserva il diritto di prelazione sul prezzo di cessione, scontato di una libbra veronese.» 1 Il 27 dicembre 1555 Steffan Klueghammerer abitante nel maso rilascia ad un certo Gail

zu Liebenstein per 2350 fiorini. 11 Poiche il maso era peraltro gravato da censo a favore dell'ufficio prediale di Caldaro e a «decima ordinaria» a favore della omonima amministrazione, esso venne per primo offerto al relativo amministratore, che a quell'epoca era Wolgang von Liechtenstein. Questi fece uso della prelazione e di conseguenza cedette in affitto il maso per un anno ad Hans Malet. Hans Malet vi rimase perö fino al 1609. Successivamente Wolgang Liechtenstein «Giudice a Caldaro e Laim burg» affitto

nuovamente il maso con contratto annuale a Jacob Florian di Piccolongo. Il fittavolo aveva l'ob- bligo di procurare ogni anno tre carrate di scandole nuove, ma poteva al tempo stesso prelevare dal 1 ago di Caldaro tutte le canne necessarie alla copertura dei tetti. Corrispondeva un canone di 80 fiorini ed inoltre ce-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 365 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
un imbuto per fare lo Strauben, da un orologio con suoneria, da un letto a rotelle e dallo stemma dei Prett in- comiciato a mo' di quadro. Nel ruolo delle imposte del 1633 il maso Monte viene descritto per la prima volta in maniera particolareggia- ta: casa d'abitazione con annessa locanda, 25 iugeri di arativi e vigneti, 18 Tagmahd di prati senza viti e 2 Tag mahd con viti, 20 Tagmahd di prati e 3 iugeri di terreno rivierasco,- per questi prati il maso versa aH'ammini- strazione di Caldaro

metä del fieno e del grumereccio. Per un iugero di terreno nei pressi di Stadio e per un ap- pezzamento di 2 staia presso Kleisl versa metä del vino, compreso il suo trasporto a Caldaro, e per il maso complessivamente: 2 orne di vino piü 1 fiorino e 51 Kreuzer, 1 spalla di maiale, 29 staia di segala, 2 gailine, I capretto e 30 uova. Dei proprietari del maso nel diciasettesimo secolo non si sa nulla di preciso. Nel 1597 e nel 1603 si fa il nome di Peter Vintschger, che ha ereditato il maso da suo

di subaffitto e all'ufficio di Caldaro il censo fon- diario e le imposte. Nell'inventario dei beni mobili vengono elencati: 16 letti in svariate camere, 85 staia di sementi di segala, 4 di frumento e 12 di avena. Uno staio di segala viene valutato 1 fiorino e 12 Kreuzer. Nel- la chiesetta vi sono 11 statue. Nel 1620 proprietario del maso Monte e un non meglio precisato signore An der J,an di Cortaccia. Da tempo doveva esserci un apposito traghettiere, il quäle abitava nelle vicinanze del maso Monte

. A quell'epoca il tra- ghettiere Jacob Florian stava in lite coi Giudizi di Caldaro, Termeno e Cortaccia, perche per i servigi di tra- ghetto da lui svolti esigeva il doppio ed anche il triplo della tariffa ammessa. Per antica consuetudine egli po- teva esigere: per una persona un quattrino, per un cavallo 2 quattrini e per un carro 1 Kreuzer. 18 Nel 1634 Felix Feigenputz sottoscrive un contratto di affittanza con Valtin Gällänten. Degno di attenzione e anche il contratto del 1660 col quäle Magdalena Ruedlin

ha affittato ad Hans Pedranz di Campi al Lago un podere in Monte. Il locatario ha l'obbligo di raccogliere i bruchi. La Ruedlin riserva per se il ricavato della ven- demmia, che dev'essere portato a Caldaro dal fittavolo. Il prodotto dei campi e dei prati rimane invece di spettanza di quest'ultimo. Per la buona conduzione del maso egli riceve anche una remunerazione, ma a sua volta deve interrare annualmente 300 tälee di vite. Nel 1671 figurano proprietari del maso i figli minori del defunto Franzisg Paris

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 370 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
della loro residenza gentilizia di Caldaro. Poco tempo dopo perö Niclas zu Salegg riacquistö il maso in localitä Campi da Wolgang von Liechtenstein, ex amministratore a Caldaro. Nel 1624 Christoff von Zill zu Salegg, tutore di Simon von Zill, figlio di Niclas, per colpa dei troppi debiti si vide costretto a vendere il maso, in passato chiamato Gasshof, a Bartime Selva, sindaco di Caldaro, e ad altri sette rappresentanti del comune stesso per la somma di 3220 fiorini. Al maso appartenevano circa

8 iugeri di campi ed inoltre vigneti, bosco ed alcuni prati in riva al lago. 14 Nella dichiara- zione dei redditi del 1633 si afferma che i campi e i vigneti avevano un'estensione di 6 iugeri e mezzo. Ciö la- scia supporre che nelle precedenti denunce i proprietari dei terreni avessero dichiarato una superficie inferio re al vero. Dal 1624 quindi proprietario del maso ai Campi era il comune di Caldaro, il quäle lo dava in affitto. Nel 1631 Caspar Marcuel corrispondeva al comune 100 fiorini e due botti

di vino Kretzer, equivalenti a 27 orne. Nel 1669 Lorenz Pärolär, borgomastro di Caldaro, previo consenso dell'intero consiglio comunale, stipula con Hans Waid un contratto d'affitto della durata di due anni. 15 In base a quest'ultimo atto il maso risulta titolare oltre al resto anche di diritti di uso comune. In esso erano poi dettagliatamente descritti gli obblighi dell'af- fittuario in ordine alla coltivazione dei vigneti. I costi per la messa a dimora di nuove viti andavano divisi a metä

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 218 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
furono saccheggiate. 51 Ludovico perö passö al contrattacco. Nella notte tra il 24 ed il 25 giugno dei 1347 assali a Termeno l'esercito dei vescovo di Trento Ulrico di Coira (Chur), in marcia verso Merano e la Val Venosta per recar soccorso ai forti assediati dal Brandemburgo. Il vescovo fu fatto prigioniero. 52 Sull'onda di questo successo Ludovico prosegui fino a Trento e l'occupö. Fra i suoi oppositori devono esserci stati anche alcuni signorotti di Caldaro, perche nel 1348 egli cedette al proprio

di tutti gli altri Giudizi limitrofi, non era rappresentato alle Diete significa che esso era proprietä e feudo nobiliare e quindi non sottostava al potere dei principe territoriale. 53 ' 1 Nel 1338 Enrico IV donö al convento di S. Giorgio in Fiecht 10 carri di vino dei propri possedimenti allodiali in riva al lago di Caldaro. 54 Nel 1349 Enrico IV ottenne pure il Giudizio di Caldaro ed inoltre la gente ed i beni ch'egli aveva acquistato per 165 marchi veronesi dai Genau e che erano appartenuti

ai signori von Arz. 55 Ludovico di Brandemburgo tuttavia nel 1351 diede in pegno ad Heinrich Campäner il Giudizio di Caldaro e Termeno per 30 fiorini. Nel 1353 lo riscattö, ma giä il 21 febbraio dello stesso anno lo ridiede in pegno, insieme al diritto di pesca nella fossa emissaria dei lago di Caldaro, al medesimo Heinrich Campäner per 400 fiorini. 56 Ciö farebbe pensare che il Rottemburgo avesse ceduto detto Giudizio, non a caso nel 1359 oltre a lui

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 372 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Anche questo maso figura aver cambiato spesso fittavolo,- nel 1681 Leonhardt Luggin 16 , nel 1713 Bemart e pri ma di lui Franzischg Floreth. 17 Alla morte di Floreth (1713) venne fatto un inventario. Nel catasto tributario del 1749 il maso ai Campi e descritto come segue: »Il Clueghamerhof appartiene al co- mune di Caldaro ed e formato da una casa d'abitazione con permesso di tenere osteria, due fienili, una stalla e 70 staia di bosco. Un campo ed un vigneto di 30 staia, situati un po' piü

a sud e chiamato col nome di «vecchio maso», fa supporre che in precedenza in quel posto esistesse un'altro maso. Un campo ed un vigne to di 14 staia fra la strada ed il lago; un'altro campo e vigneto, chiamato Rauth e vasto 50 staia, al di lä della strada maestra. Un prato di 2 staia ed un secondo di 16, quest'ultimo giä di pertinenza del menzionato «vecchio maso». Il nostro maso, che per il catasto teresiano del 1775 risultava appartenere ancora al comune di Caldaro, poco tempo dopo figura

di proprietä di Josef Morandell. 18 Josef Morandell (1770-1843) era stato un fidato compagno d'armi di Andreas Hofer durante la lotta di liberazione del 1809. Anche in affari, come abbiamo avuto modo di vedere nel caso dell'acquisto dei terreni paludosi in riva al lago di Caldaro, gli fu accanto come persona di fiducia. Possedeva numerosi beni in Caldaro e acquistö oltre al Klughamerhof anche il maso Greit e il Vogl- mairhof. Nel 1841 fu nominato comandante degli Schützen col grado di maggiore. Dal

della Sovrintendenza provinciale ai beni culturali. 20 © Cornice in Stile romanico della porta d’ingresso alla parte vecchia del maso ® Campi al Lago sulla sponda orientale del lago di Caldaro, prima dell’assalto edili- zio. I vigneti e il bosco sottostanti a Castelchiaro venivano chiamati «Im alten Hof » (D Al maso Campi al Lago c’era un’osteria molto frequentata (1910) ® Portone con cornice gotica in pietra (D Un’antica porta del maso murata

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 214 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
, vassalli nella rocca di Waltema all'entrata della Val di Sole e un Gregor in particolare nel 1517. Lo stemma dei Laimburg presenta uno scudo diviso da una fascia obliqua destra munita di tre stelle. 26 Il primo dei Rottemburgo compare a Caldaro fin dal 1286: ««Dominus Henricus des Roatenburgo magister curie domini Meinhardi ducis Carinthie et comitis de Tirolo capitaneus Caldarii et Trameno». 27 Enrico I di Rottemburgo, originario della bassa Valle dell'Inn, era maestro di corte di Mainardo II a Castel

Tirolo e suo capitano a Caldaro e a Termeno. I Rottemburgo risultano al servizio di Mainardo II fin dal 1274. Fra i vari beni di Enrico figurano anche i forti di Laimburg e di Castelchiaro. 28 A quel tempo Mainardo II aveva quindi giä strappato i Giudizi di Laimburg e Caldaro al vescovo. Non trova conferma invece la notizia, riportata da Troyer nella sua Cronaca di Bolzano, secondo la quäle nel 1295 entrambi i castelli furono distrutti dal vescovo di Trento Filippo. Oswald von Wolkenstein peraltro

la figlia del sovrano di Boemia, egli si attribui di propria iniziativa il titolo di re. Durante il suo regno i nostri due castelli rimasero nelle mani dei Rottemburgo e cosi pure i Giudizi di Laimburg e di Caldaro. Nel 1334 il Rottemburgo oltre che quarto maestro di corte e anche iudex de Caldario, dal che si deduce che colä esercitava pure le funzioni di giudice per conto del principe territoriale. 29 Sotto Enrico ogni incarico amministrativo era una lucrosa fonte di guadagno. 30 Egli mori senza

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 296 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
Caratteristica di tutti i masi di Vadena e quella di dover pagare le imposte prediali all'ufficio censuario e al- l'amministratore di Caldaro. Verosimilmente il tributo da versare al primo corrispondeva alla «grande deci- ma», la quäle era stata assegnata dal principe regionale separatamente da quella dovuta invece al Giudizio. Se ne deduce che la decima gravava in origine sui numerosi beni della giurisdizione di Caldaro-Laimburg appartenenti ai Rottemburgo i quali ne ricavavano delle rendite

fondiarie. 15 Dopo l'ingloriosa fine di Enrico VI, ultimo dei Rottemburgo, nel 1411 la suddetta giurisdizione ritornö al principe regionale che si appropriö dei relativi beni. Verso la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo in possesso di questa grande decima trovia- mo Georg Friedrich, margravio di Brandemburgo, il quäle la amministra a mezzo di propri funzionari in Caldaro,• fra questi compaiono Hans Leys 16 e Hans Ruedl 17 . Nell'elenco del 1634 dell'urbario del Beneficio di S. Biagio di Castel

Firmiano (vedasi il capitolo dedicato alle chiese) il maso Urfer e compreso fra quelli soggetti alla decima,- il rappresentante del Consorzio, Peter Truth di Ebenstain, riconosce a tale titolo dovuto tutto il frumento e il vino prodotti. Oltre a ciö il maso e tenuto ad «assicurare, osservando un certo ordine, il trasporto a Caldaro del fieno ricavato dai terreni prossi- mi al lago omonimo». 18 Secondo questo urbario il maso Urfer si chiamava maso «Mohrer». Chissä se questa denominazione ha a che fare

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 299 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
risulta dovere all'ufficio di Caldaro un censo di 30 grossi (Groschen), 2 capponi e 3 staia di saggina. Con ciö puö darsi che i Niederthor fossero proprietari del maso a titolo ereditario e che a loro volta lo abbiano ceduto ad un fittavo- lo, oppure altrettanto verosimilmente, che i Niederthor corrispondessero a Linhard Unger la rendita che essi ricavavano dal maso Unger . Ulteriori importanti riferimenti alle entrate dei Niederthor, relativamente agli anni 1489/1534, possiamo ricavarli dagli urbari

di Sigmund Gerstl e di suo figlio Andre. 4 Nel 1469 si ha notizia anche di un certo Christoff Unger di Vadena, in quanto compare in qualitä di teste in una lite per della legna fra il comune di Caldaro e i fratelli di Novale. 5 Tuttavia, non dovrebbe trattarsi della stessa persona che coltivava l'omonimo maso, perche nel 1489, stando all'urbario di Gerstl, a versare un censo di 37 libbre annue a Ugo (Hawge) Niedertor sono gli eredi di Oswalt Robenär. Sigmund Gerstl annotava nei suoi registri sia

di 1 Gulden. Stando a quanto e scritto sotto il 1521 i Gerstl compartecipano anche alle spese del fittavolo, per cui versano ad Hasler 3 libbre a titolo di mercede per la legatura dei tralci, 7 libbre per la vendemmia, 1 libbra di compenso per i bagni degli operai e altre gratificazioni varie a favore del clero. Sulla scorta delle registrazioni contabili riportate nell'urbario del 1529-34 si sa che Gerstl versava ai Niederthor 27 libbre per il maso Unger. All'uffi cio di Caldaro Gerstl versava inoltre per

il medesimo maso 30 Kreuzer, 3 staia di saggina e 2 capponi. Il maso era peraltro gravato anche da altri oneri: il censo ordinario e la cosiddetta grande decima che doveva essere pagata nell'ufficio di Caldaro. A far tempo dalla cessione ipotecaria del 1497 la decima andava a favore dei fratelli Jakob e Simon Tänzl. Molto piü pesante era poi la rendita censuaria che il maso versava ai

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 265 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
parrocchiale sono ancor oggi conservati i libri di entrambe le istituzioni, riportanti i nomi dei singoli membri aderenti e le rispettive quote associative annue versate. Neppure le confraternite di Vadena ebbero perö lunga vita ; anch'esse furono vittime dello spirito riformatore dell'impe- ratore Giuseppe II e il loro capitale di fondazione, ammontante a 6000 fiorini, afflui al fondo delle Confraternite del Giudizio di Caldaro. Le riforme di quel periodo presentano molte analogie con le tendenze

rinnovatrici della Chiesa dei nostri giorni. Nei registri contabili del 1786 entrambe le confraternite risulta- vano giä sciolte. Nel 1836 vennero peraltro rifondate e ottennero ancora una volta una notevole diffusione. 77 La chiesa di S. Maddalena fu nuovamente invasa dalle acque nel 1751 e nel 1757. Una lettera del giudice di Caldaro diretta all'ufficio distrettuale e datata 17. 3. 1789 cosi descrive la situazione: «E giä piü volte suc- cesso che il prete all'altare non fosse affatto al sicuro,per cui

proprietä dei Menz,la stessa sorte toccö anche alle tre vecchie campane. Le due piü grandi furono acquistate dal bolzanino Johann Zach per 1059 fiorini, la piü piccola fu comperata dalla parrocchia di Caldaro per 132 fiorini. Sulla scorta di uno scritto del parroco Anton von Sterzinger del 30.1.1799 indirizza- to al Giudizio di Caldaro, apprendiamo che la «ben dipinta» Via Crucis della vecchia chiesa avrebbe dovuto essere trasferita nella nuova sede, al posto di quella antiquata colä esistente, oppure

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Pagina 252 di 404
Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
diritti avevano una origine assai remota, perche quelli dei Fiemmesi sui terreni paludosi di Caldaro e Termeno, ad esempio, sono citati giä in un documento dell'anno 1247.1 Nonesi di Fondo venivano alloggiati in Vadena di sopra per due anni presso il maso Birti e per 1 anno presso il maso Castello. Qui essi avevano diritto ad una stalla e ad una casera per la lavorazione del latte. Per il loro mantenimento i proprietari dei masi ricevevano latte e siero per un valore equivalente. Come giä detto

i Nonesi potevano pascolare le loro pecore su tutti i prati di Vadena di sopra da metä marzo fino a S. Giorgio. 14 Nel 1740 questi diritti di pascolo vennero soppressi ma in luogo di essi i masi di Vadena dovettero per molti anni versare un corrispettivo a quelli di Fondo tramite l'ufficio dell'amministratore di Caldaro. 15 I Fiemmesi arrivavano fin su a Greit. Secondo un contratto di locazione del 1601 il contadino del maso Monte aveva diritto di riscuotere da essi un canone annuo per il pascolo sulle

paludi comuni e per l'uso della stalla e della casera (vedasi il capitolo dedicato al maso Monte). Quest'ultime, alquanto discoste dal maso, si trovavano piü verso la palude di Caldaro. Nel 1745 un pastore fiemmese addisse le vie legali per vedersi riconoscere a titolo di usucapione il diritto di ospitalitä per 100 capre, dai primi di marzo fino a Pentecoste presso il maso Greit. 16 Riguardo alla soppressione di tali diritti non sono riuscito a reperire alcu- na notizia sicura,- presumibilmente perö

essi - al pari di quelli dei Fiemmesi da Bronzolo fino ad Ora - sono stati eliminati solo nel corso di questo secolo (1927-1947). I diritti in argomento hanno sempre dato luogo a contese. Giä nel 1459 ebbe luogo una causa presso il giudice di Caldaro e il Giudizio di Laimburg perche quelli della Val di Fiemme facevano pascolare i loro ovini lungo l'Adige a sud di Monte su terreno paludoso di proprietä dei Caldaresi. 17 In tempi non molto remoti alcuni contadini hanno tentato di liberarsi di queste

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
1991
Vadena : paesaggio e storia
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Autore: Tengler, Georg [Red.] ; Kiem, Maria Luise / Red.: Georg Tengler. Con saggi di: Maria Luise Kiem ... Ed. a cura del "Comitato per la realizzazione di una monografia su Vadena"
Luogo: Bolzano
Editore: Casa Ed.Athesia
Descrizione fisica: 395 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
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Soggetto: g.Pfatten ; s.Heimatkunde ; f.Aufsatzsammlung
Segnatura: II 122.101
ID interno: 134910
del sito di ritrovamento, sul pendio tra lo Stadlhof/Maso Stadio e Laimburg, potrebbe parlare a favore di questa ipotesi, ma non sono da escludere altre possibili interpretazioni. II ripostiglio di Vadena/Caldaro 623 , oltre ai due vasi in lamina di bronzo (situle), conteneva tre asce di bronzo, sedici o diciasette frammenti di ascia, uno scalpello con impugnatura piena, uno scalpello con impugnatura a cannone, dieci grandi dischi di lamina bronzea con borchia centrale, due dischi a calotta

1971 l'autore ha trattato brevemente il deposito di Vade- na 628 ; solo nel 1973 Hans Nothdurfter ha messo chiaramente in luce l'appartenenza dell'ascia costolata al deposito 629 . L'ambito cronologico dei bronzi, provenienti dal ripostiglio di Vadena/Caldaro, e in certo quäl modo ben chiaro, anche se la datazione precisa della deposizione pone ancora qualche dubbio. Le forme del deposito sono molto limitate: le asce ad alette costituiscono il grosso dei reperti, numerosi sono anche i dischi lami

. al 6° sec.a.C. circa. Un piü accurato esame tipologico rivela, perö, che le forme presenti nel deposito di Vadena/Caldaro si possono confrontare solo genericamente con le asce rinvenute al di fuori dell'area sudalpina, e ciö sta a significare che qui compaiono soprattutto forme locali 631 , la cui provenienza rimane circoscritta essenzialmente alle valli dell'Adige, Isarco e Rienza. Il pezzo, integro, con dorso a cresta appena accennata, occhiello laterale, larga spalla arretrata e lama legger- mente

proprietario 642 . Lo scalpello a cannone 643 del deposito di Vadena/Caldaro si colloca ancora del tutto nella tradizione del periodo dei campi di ume. Sebbene siano poco noti parallelismi diretti tanto per questo pezzo quanto per il

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