Giovanni .P&ATL . 5. zoni, il Torti, il Grossi furono padrini delV Eclme negarda: Senza sentir più redine, Senza voler più freno, Corsi a Milan col rotalo D'Edmenegarda in seno, E a ricercar mi mossi Manzoni, il Torti, il Grossi, E, assunto al tabernacolo, Fissai la trinità, Ed ella austera e candida, Come le sante cose, Al novo catecumeno Covò le prime rose. i/Edmenegarda appassionò molle fanelli l le, p a ci fico molte famiglief confortò ■ mólti prigionieri di -Stato e fu cagione di una mezza
involuzione nel semina rio di Milano, ove i chierici si erano sollevati con tro il rettore, perchè ne aveva toro vietata la lettura. Nella prefazione che un valente critico scrisse al l 'edizione milanese delle Opere edite od inedite di Giovanni Prati si legge: Quando uscì Z'Edmenegarda, il Correnti, scontratosi col Tenca, (defunto da poco) giovine allora come il Prati, gli disse : « lìahemus pontificem, » Al che il Tenca,: « Neppur per ombra. » E in un giornale di mode continuò a far guerra contro