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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 266 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
si scostarono d’un punto dalla politica del padre. La causa venne dì nuovo portata a Roma; e il giudice Gabriele de’ Gabrieli, Vescovo di Capodistria, condannava in contu macia i Walsoe, senza clic questi , si lasciassero atterrire dalle nuove pene 'ecclesiastiche minacciate. Finalmente però il 10 dicembre del 1459 Volfango e Ram berto s’indussero ad eleggere a loro procuratori Nicolò de Fora mine (Luogar), capitano di Duino e del Carso,- Tommaso Elacher, castellano di Senosczza, ed altri loro familiari

, per venire ad una transazione col Vescovo c col capitolo di Trieste. Quest’ ultimo con siderato che 1’ esito della causa sarebbe stato dubbio, e trovandosi impotente a proseguirla, nella transazione del 15 giugno 1403 sì dichiara costretto a porre un termine allo diiferenze per lo chiese del Carso, alle guerre ed oriiicidii seguiti fra i magnifici signori di Walsoe e la magnifica comunità di Trieste, alle speso che V hanno ridotto all’ estremo, alle conteso od agli altri scandali av venuti

, ed accetta la mediazione di Andrea de Leo, cittadino di Trieste e familiare dei Walsee. Sul suo consiglio s’induce a cedere verso uit’ annua pensione, da pagarsi dai parochi, il patronato delle chiese del Carso convertite in parecchie. E il Piccolomini già in volto nella lite come Vescovo di Trieste, fu quegli che, come Papa Pio II, sanciva la transazione nella sua bolla del 21 luglio 1464, pochi giorni innanzi alla sua morte. Così finiva colla vittoria dei Walsee una guerra tramandata dal padre a’suol

Cercata opportuna occasione, fu tentato di cogliere alla sprovveduta il Vescovo e di mettergli sopra le mani; a stento egli potè salvarsi raccomandandosi alla celerità del suo cavallo. Vani riuscivano gli sforzi di ricondurre la pace nel 1437 e dopo il 1450; vana l’intromissione di Federico III, per non essere seguita la dieta intimata nel 1450. In questo frattempo moriva Rami)erto II di Walsoe che, istigato da’suoi aderenti, fu l’autore della lite; ma i due fratelli Volfango e Ramberto III non

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 345 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Carso, la qual carica poi cedette per ordine del conte Giovanni di Gorizia a suo nipote Febo il Giovane 3 , Come capitano di Pordenone ricevette dall’ Imperatore, Federico, in premio de suoi fedeli e generosi ser vigi , in ispecie nel tempo di’ egli (Federico III) era assediato dal Duca Alberto d'Austria nella stia imperiale residenza di Vienna , il feudo della villa di Comen o la decima di S. Giacomo nel Carso con tutto le sue adiacenze, come già le avevano possedute i conti di Cilla \ Sappiamo

quello della cui discendenza rimasta estinta dobbiamo ora breve mente occuparci per conoscere meglio chi fosso Nicolò della Torre, intimamente legato coll’ ambasciatore cesareo, il barone Francesco. Febo IV detto il Vecchio , ottenuta la confermazione delle investiture feudali anche a nome do’suoi nepoti i figli di Tom maso ebbe pure da Federico III Re dei Romani in affitto il capitanato di Pisino coi castelli di Fraiana, Lavrana e Berschez 1 . Fu anche consigliere e capitano di Gorizia c del

' stati della Croazia che tumultuariamente inclinavano a sottoporsi 1 Arch. di Duino, 1457, sabato di Passione, Gorizia 1471, 13 dicembre, Gorizia, 1 Ivi, 1447, giorno di S. Erardo, Vienna. • • * Ivi 1458, Gorizia. . 4 5 Ivi, 1463, primo giorno dell’anno, Neustadt: il Ferrucci, scambia' S. Giacomo al Carso con Duìno e S. Giovanni al Carso. • . 5 A nome degli altri suoi parenti ottenne dal conte di Gorizia e dal ■ luogotenente veneto d’ Udine i feudi Torriani. Ivi 1484, 10 agosto, Lienz (Ti- rolo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 61 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
essi nella sanguinosa contesa col capitolo triestino per reiezione dei parochi del Carso. Passo quindi il patronato nei duchi d’ Austria o lilialmente noi Torriani c negli Hohenlohe 5 , 1 Indicazioni per riconoscere le cose storiche del Litorale. Confrontati i diversi passi del Kandier su questo punto sembra di’ egli non se ih sia for mata un’idea precisa e stallile. Ricordo di passaggio aver egli ammesse due chiese al Timavo: una dei ccnohiti, l’altra della plchania (la csagona dov’era secondo lui

Il medesimo sig. Kandier è d’avviso, che fino dal secolo MI S. Giovanni fosso paroccliia, benché in altro luogo 1 * egli indichi il 1188 corno Tanno dell’ asserto, sua erezione. Noi ricordammo che al principio del secolo XII il Patriarca Uldarico donava a S. Gio vanni al Timavo la Plebo Marcelliana il perchè non è improbabile che a quel tempo ed anche prima S. Giovanili fosso chiesa di rango più elevato o che perciò ad essa siasi potuto incorporare la Marcelliana. Il plcbano di S. Giovanni

.sarà stato da principio sem plice rappresentante, anche amovibile, del Monastero; in sèguito sarà diventato stabile, cioè vero paroco, però con dipendenza dalla Boligua, che lo eleggeva e vi mandava uno de’ suoi, come s’è potuto vedere dai tre esempi recati più addietro \ E anche noto, che la pa recchia, siccome una delle più illustri ed antiche, venne in pro gresso di tempo inalzata al grado di Arcidiaconalo , cioè senza vescovo e capitolo proprio, ma con estesa giurisdizione sopra gran tratto del

Carso. Nei mutamenti posteriori c a noi più vicini se ne costituì un Decanato, con sedo nel soppresso convento dei Padri Serviti di Duino; ma sarebbe un errore il credere che Duino e S, Giovanni formassero e formino parecchio distinto Dal Mona stero della Boligua i diritti sulla parecchia si vedono passare no* suoi avvogari, i signori di Daino, e convertirsi sotto i Walsoe loro successori in gius patronato; oltre un prete Tommaso, fu pa roco sotto di loro il nobile Giorgio Obcrnburgor, collegato con

, dove si compiono le mag giori solennità. Quindi è clic le nozze illustri, di cui parleremo più innanzi, furono celebrate a 8. Giovanni. 5 Ardi, di Duino, Sezione Cose ecclesiastiche. Il giuspalronato, secondo inventario giudiziale del 1849, si stende inoltre sulle Vicarie di Xabresina, Iamiano, Sella, Oppacchiasclla, Drestovizza, Goreansca, Mauclngna, S. Pollay, Sgonico (ora parocchia), Zella, Tomai, Scoppa, Crainavass, Stiore, Marza na, Gabria, Novavilla, Slama, Samotorza e la cappella di Sisliamr.

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 84 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
di antri e di spelonche, dove trovansi i più begli esemplari di stalattiti, riempiono in gran nu mero quei profondi recessi c vi prolificano tutto V anno. Meno perseguitati, ma tanto più importuni, vivono nei fori'del Carso il gufo c gli altri uccellacci notturni, quasi in residenza di loro diritto. Intorno agli scogli di Duino svolazzano roteando in ampie spire certi falchctti del color gridellino e delle roocie ove s’annidano, i quali, benché ladri quant’ altri mai, trovano protezione presso

è ben naturale. Tuttavia quelle riservate della signoria di Duino, so non offrono la quantità di selvaggina d’altro volte, danno qualche compenso colla loro varietà. Il mare e lo risaie portano il tributo di anatre e di beccacce palustri; lo pernici, le quaglie, i colorili, le beccacce montane, oltre le lepri e più raramente i ca prioli, attraggono gli amatori della caccia sui sassi appuntiti dei colli ; dilettevole al sommo è il tiro dei palombi selvatici, i quali, essendo il Carso abbondante

1’ eccelsa Castellana, clic li dico Calunniati a torto o si compiace di vederli da’suoi veroni fare, graziosamente equilibrati nell’aria, le loro larghe vòlte intorno alla ròcca. La scena è vie maggior mente allietata dal canto dei merli e degli usignuoli della sotto posta pendice c da quello del passero, che solitario dimora sui tetti del castello. ’ Ma por tornare al parco, esso conta un’estensione di qua ranta ingerì, ossia circa venti tre ettari. Dalla rotonda elio v’ ha nel mezzo, circondata

da gruppi di lecci più folti ed antichi, par- , tono a modo di raggi concentrici tanti viali, in cui Vecchio si perde, Diccsi quindi quel centro la stella del parco, a cui motte anche , una via sotterranea con antri spaziosi esplorati anni fa, ma poi richiusi. Il viale maggiore elio dalla porta del parco conduce in retta linea fino al mare,: finisce in un ridotto munito con vallo c feritoie, dove nell’ ultime guerre venne piautata una batteria di cannoni a difesa della costa. Quivi la vista del castello

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 242 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
erano allodiali d’antico e di nuovo acquisto; sopra tutto v’era Duino eolia corona dei castelli del Carso che i Duinati fino ad Ugonc VI riconobbero di tenere dalla Chiesa d’ Aquilcia. Ora l’investitura del 1400 di cui tutti parlano, ma elio sarà difficile rinvenire fra le disperse carte di Fiume, si riferisco ai feudi di Boia, cioè la città e i castelli fiumani 3 ; però resta dubbio so Ugono stesso abbia riconosciuto quel feudo. I feudi austriaci avevano parimente bisogno di nuovo conferimento

, ed è probabile che, essendo in gran parto compere di Ugone VI, venissero ai Walsee confermati, sebbene in partico lare non lo sappiamo che di quello dì Senosozza. Duino e gli altri territorii del Carso, considerati ormai come allochi; i beni liberi e forse temporariamentc i pegni austriaci 4 , passarano ai Walsee per le disposizioni del Duinate. Rispetto a quest’ultima parte d’eredità i Walsee dinanzi ai Duchi d’Austria si trovavano nell’ identica posiziono dei Duinati, e non avevano bisogno se non

di chiedere il rinnovamento dei privilegi concessi ad Ugone VI nel 1366, quando * Àrch. Irnp. di Vienna. . . 4 Almanacco di Fiume a. 1309. ~ 3 Nell’Opuscolo in onore del Piccolomini, il Kandier nomina il Vescovo Guido che avrebbe data la nuova investitura ai Walsee. 4 Della contea di Pisino e dei castelli di Piemonte e di Freyen v’ avrebbe nel 1407 una concessione speciale dell’Austria a Ramberto di Walsee. Pisino veniva ricuperato dall’Imperatore. Federico III nel 1471. Vedi l’Opuscolo citato

e le Indicazioni del Kandier. . .

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 275 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
a qualsivoglia diritto e pre tensione che dopo la mia morte potessero i detti mici eredi accam pare sui nominati beni del Carso e deli’ Istria, c intendo e voglio che questa mia disposizione a favore di Sua Grazia Imperiale e dei suoi eredi sia fedelmente e puntualmente eseguita. In fede di che io sopraindicato^Volfango di Walsse confermo la presente scrit tura col mio proprio suggello pendente. Testimonii dell’ atto furono - per mia preghiera i nobili Signori, Signori Ramberto e Ruperto fratelli di Polhaim

ville poste sul Carso e nell' Istria, quali sono S. Vito di Fiume , castello e città , anche la città di Castua e i qui descritti castelli di Veprinaz, Moschenìzze, Sabinach al monte e il castello di Guteneck coi sudditi, feudi ecclesiastici e secolari e tutte le altre appartenenze comunque si chiamino e mdla eccettuato, come li possedevano mio padre e i miei avi è a me son pervenuti nella divisione fatta col nobile Signore Ramberto di Walsse mio caro fratello, secondo il contratto divisorio

e giuramento anello a Sua Grazia Imperiale o a chi Essa ' manderà per ricevere il giuramento. E dopo la mia morte tutti i beni annunziati, sieno castelli, città, borgate o ville, o quant’ altro mi è toccato nolla divisione sul Carso c nell’ Istria, devono perve nire al prefato mio graziosissimo Signore l’Imperatore, ed a tutti i suoi eredi, di guisa eh 1 essi devano usarne come degli altri loro retaggi, senza impedimento de 1 miei eredi. Rinuncio quindi per me e per tutti i miei eredi in ogni tempo

e il nobile e strenuo cavaliere Giovanni di Pirhing, i quali parimente lo muniscono del loro suggello pen dente, senza danno di loro medesimi e dei loro eredi. Dato in Linz,

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 263 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
elio fossero indipendenti dalla Car inola. Restava la questiono gravissima intorno al patronato delle chiose del Carso, la quale s’ agitò ancora per molti anni, prima di ricevere una soluzione *. Non per nulla il fiero cavaliere Mattia Hofer, vissuto nel secolo seguente, volle avere copia autentica delle sentenze da noi mentovate. Vedremo in fatti qual guerra accanita s’accese di nuovo fra lui c Trieste per la medésima causa, quaud’ egli fu capitano per l’Austria del castello di Duino. Ma ora

è tempo di dire qualche cosa intorno alla disputa sanguinosa eh’ ebbero i Walsec colla chiesa di Trieste. 4. Controversie coi Vescovi e co! capitolo triestino. La lite pel patronato dello chiese del Carso è così celebre, che mi scusa dall 1 addentrarmi vi; particolarmente dacché il eli. cav. 1 I Triestini l’ebbero dai Goriziani per attirare da quella parte il commercio alla loro città, e lo perdettero nella guerra seguita dappoi coi Veneziani. 2 Ardi, ili Duino, 1450, 2G gennaio, Neustadt (copia

risoluta colla sentenza del 1450 *, dando ragione a Ramberto II di Walsec, siccome quello eli 1 2 era stato turbato nel suo possesso da’ Triestini. Però nel sèguito l’Imperatore non mancò di favorivo il commercio di Trieste in altri modi: nel 14G1 le dogane di Proseco c Moccò si trasferirono a Trieste; i castelli stessi furono affidati alla cu stodia dei Triestini, e quando questi nella guerra del 14G3 per dettero Moccò, Castelnuovo c S. Servolo, Federico III concesse loro altri privilegi e tenne fermo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 276 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
o pretese a danno di Sua Grazia, saremo garanti io e i miei eredi di ogni cosa e La renderemo immune d’ogni danno; e quando non lo facessimo, potrà Sua Grazia risarcirsi sugli altri 1 Arch. Imp. Cod, 17 (sec. XV) fol. 105 a. Il Kandier, Indicazioni ccc. narra che nel 1471 un Enrico di Walsee avrebbe venduto a Federico III le sue castella del Carso c dell'Istria. Intese parlare di Pisino e del castello di Piemonte, eh’erano dell’Imperatore e tornarono all’Imperatore? Lo sospetto per quello ch’egli dice

1 settembre, mille quattrocento sessanta cinque dopo la nascita eli Cristo« ■ Sott 1 altra forma sett 1 anni più tardi fece una cessione con simile Ramberto III, fratello di Yolfango. »Io Ramberto di Wallsse, dic’ egli, supremo maresciallo del- 1’ Austria, scalco supremo della Stiria e capitano deirEnno supe riore, confesso per me e tutti i miei eredi e dichiaro pubblicamente con questa scrittura a tutti coloro che la vedranno o la senti ranno leggere, che io con buon volere e matura

riflessione, nel ' tempo in cui poteva farlo onestamente, ho venditio al serenissimo Principe e Signore, Signor Federico Imperatore romano (ccc. ecc.) mio graziosissimo Signore ed ai suoi eredi i miei beni liberi e pro prii del castello di Duino superiore ed inferiore, S. Giovanni posto ivi preèso Duino, Senosezza col castello e la dogana, Primano , con tutte le loro ville, ufficìi, sudditi, beni, utili, rendite , affitti , gabelle e lutto il resto che v appartiene , coi feudi ecclesiastici e secolari

, giurisdizioni , avvogherie, selve boschi, eaccie, acque , diritti signorili e gindiziarli ed ogni.. altra cosa eh’ io teneva o potessi tenere sul Carso e nell' Istria, nulla eccettuato nè trascurato ; c ciò per una somma di denaro, della quale, con mia piena soddisfazione sono stato interamente pagato senza alcun mio danno a tempo debito da Sua Grazia Imperial. Ho quindi consegnato alla medesima gl’ indicati castelli, ròcche, dogane, dazii, ville uffici], beni, utili e .rendite con tutto ciò che

nell’opuscolo in onore del Piccolomini, pag. 15,ch'end 1471 Federico III ricuperava Pisino. Ma d’onde ha preso questo Enrico di Walsee? .. ... ,

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 258 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
la soggezione spontanea, promettendo di farlo governare secondo i suoi statuti Il conte di Gorizia caduto pri gioniero del marchese b 1 Uste nell’ assedio di Dividale, dovè riscat tarsi con grossa somma e fu poi rimesso no’suoi diritti e posse dimenti per la mediazione dei Duchi d 1 Austria, che d’ accordo coi Veneziani unirono ai loro territorii alcuni luoghi dell’ Istria e del Carso appartenuti al Patriarca. b,- ■■ V ; : 3. Controversie dei Walsee col comune di Trieste. Dei tre fratelli Walsee venuti pei

bensì il territorio di Zaino, ma non quello di Duino. INolT Istria sì combattè sullo terre dei Veneziani e del Patriarca; i paesi neutrali J 1 quelli del Duca d’ Austria, furono rispettati anche al passaggio da Monfalcone nell’Istria. Del resto intorno allo scambio di Duino con Zumo abbiamo già indicati altri esempi. La caduta del governo temporale dei Patriarchi non si fece molto attendere; Lodovico di Teck ricorse in dann alla protezione del Pontefice Martino V ed a nuovi aiuti del

He Sigismondo. I nobili che stavano alla riva destra del . Tagliainento, s’ erano già soggettati prima al dominio della Repubblica; decisivo fu quindi l’esempio dato da Dividale colla sua spontanea dedizione, dopo spirata' la tregua di Castclluto; Feltro, Belluno, il Cadore, l’Istria, gli altri luoghi del Friuli e finalmente il loro centro, la città di Udine, dovettero fare altrettanto; di Monfalcone il comune confi nante con Duino, conservasi 1’ atto con cui il doge Tommaso Mo- cenigo ne accetta

primi a Duino, Rodolfo , già tutóre dei minori Duinati, fu nel 1395 successore di Ugone VI nel capitanato di Trieste e cessava di vivere sui primordii del secolo seguente. La tragica fine di Federico poco dopo avvenuta, si mare in diversa maniera: chi lo dice strangolato; chi lo crede saltato in aria per lo scoppio della polvere da cannone raccolta sotto la sua stanza. Rimase Ramberto, marito, come vedemmo, di Caterina .figlia di Ugone VI di Duino, iU qualo coll 1 inaridirsi di tutti gli altri rami

della famiglia, fu il solo che ancora ne conti nuasse la stirpe fino al principio del seguente secolo. Rodolfo di Walsee aveva già cominciato a piatire fino dal 1395, quale tutore 1 Ardi, di quel comune, 1420, 18 luglio, Venezia, originale, edito nel Cod. Dipi. Islr.

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Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 60 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
giurisdizione primitiva, quando il Carso, dal- l’Isonzo fino a Fiume, denn da Corrado Imperatore donato alla Chiesa d’Aquilcia. Verisimile gli sembra che nel 1028, allorché Capodistria fu data alla Chiesa triestina, questa cedesse ad Àqui- leia la paro echi a di 8. Giovanni, conservando l’offerta predetta come diritto di ricognizione dell’ antica maternità 5 . D’incendio dell’ archivio parocchiale ci toglie di approfondire anche siffatta questione; ma qualche dubbio sulla congettura del Kandier non può

venuti in mano dei Duinati, un po’ alla volta la badia di Dcligna rimase spogliata di tutti gli acquistati privilegi e diritti, tranne la dogana del mercato animale di 5. Giovanni, passata più tardi al capitolo d’Àquileia, quindi agli Hofer ed ai Torriani, o finalmente alla Camera Austriaca. e) LA PAROCCHIA. .* Oltre gli abati di Dcligna e i signori di Duino, trovasi un terzo, clic per più secoli esercitò diritti sopra S. Giovanni del Ti mavo: il capitolo di Trieste. Ciò avveniva, porche

un tempo i pos sessi di S. Giovanni giacevano in parte su terra di S. Giusto quindi spettava come conso ai canonici triestini, cioè di S. Giusto, la metà dell’ offerta che facovasi a S. Giovanni nella festa del Pa trono, intervenendo quel giorno alla Messa solenne, una parte del capitolo. Da questo tributo durato fino allo scorcio del secolo XV, deduce il Kandier che, so anticamente 8, Giovanni appartenne alla diocesi d’Àquileia, dev’essere passato più tardi a quella di Trieste e clic tornò forse alla

a meno di sorgere, quando si legge l’atto di confinaziono fra Trieste e Duino del 1139 o il diploma più addietro citato del Pa triarca Uldarico a , il quale dice che più volto i suoi predecessori, f quali vi esercitarono giurisdizione, ristaurarono la chiesa di S. Gio-, vanni cadente por vetustà; il che, se 1’asserto del Kandier fosse vero, sarebbe piuttosto toccato ai Vescovi triestini. Accertato non rimane quindi se non il censo spettante ai canonici di Trieste. ' : 1 Ardi, di Trieste. Atto

di eonfiuazione fra Duino e Trieste del 20 giugno 1139: qitaérlam pars Ecclesiae Sancti Johannis Je Tuba tacet super terram Sancti Insti. Sembra elio alludasi alla Valle di Sìstiana, die per qualche tempo, o giustamente o ingiustamente, appartenne al territorio triestino. 3 Vedi gli articoli dell 5 “Istria,, sopra la chiesa di S. Giovanni. L’of ferta straordinaria nel giorno del santo Patrono della paroechia si continua anche oggi pei bisogni della chiesa,' . . . * Vedi pag, 48. i

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Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 47 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
, die, nascendo all’Albio, dopo alcun tratto 8*ascondo nelle grotte del Carso e ricomparisco a S. Giovanni per gettarsi di là nel mare. a È singolare il caso che un fi ri in e intero, sebbene (li non lungo corso, bagni lo terre di un solo padrone, come il Timavo iptcllc della Principessa di Hohenlohe. 3 Quando il tempo si volge alla pioggia, vi si prendono grosse e sa poritissime anguille; a 5 tempi andati, dove F atipia mescolavasi colmale, ciano celebri i branzini (Lupus laneus, Terea punctata L.) divenuti

Mantova occasione di descrivere con una stupenda onomatopoa il fragore doli 1 * acque sonanti^ del Timavo, il quale, erompendo dalle profonde caverne, si gitta per nove bocche nell 1 Adriatico • c pare Che porti guerra, non tributo al mare L’enfasi con cui parla Virgilio delle rigonfie bocche del Ti mavo, le quali, anche oggidì navigabili, mettono in movimento il gran mulino americano di S. Giovanni, giustifica l 1 asserzione che lo acquo del Ti in avo, chiamato la fonte del mare, insieme con

quelle del Po rendessero dolci per lungo tratto lo onde dell’Adriatico. Nove secondo il Marone, sette secondo Marziale e Strabone, erano que ste bocche, le quali dovevano in parte cercarsi nel Lacus Timavi. Dopo un alto rimbombo nell’intorno del monte, rigurgitavano pei fori dei sassi e precipitavano al mare con tanto impeto, che si accavalcavano Fune sull 5 altre, diffondendo pei campi il Hutto sonoro. Nel nostro tempo le bocche a S. Giovanni non sono clic tre; e quella soltanto eli è più vicina

a Duino, inonda talora la vecchia stiada, iicordando da Iunge F imponente, ma esagerato spettacolo delle antiche stagióni Altii piodigi ricorda la iavola di quell’acquo e della selva saera soprastante, dedicata a Giunóne o a Diana. Tanta era la pace in quelle foreste, clic ì lupi feroci vivevano in dolce amistà coi timidi agnelli: le onde del fiume - così fredde, da generare la morte; pesci non vi potevano vivere 3 * ma por le sue sponde ag- giravansi i coccodrilli e gli alligatori, innocui essi pure

: l’età dell’oro. Quantunque la storia più antica del Timavo sia ravvolta nello tenebre, liavvi però qualche barlume, il quale c; guida a soor- 1 Eneide I, 242 e segg. jinteno r potuit, metiris elapsus Adii eis, Illyricos penetrare sinus, atipie inUnm iutns licgnu Lybunwrum et fontem- superare Timavi , Unde per ora novem, misto cum murmure montis, Jt mare proruptum ct pelago premit arva sonanti. Molto bene distingue Virgilio le fonti, il corso sotterraneo noi monti c la foce (ora novem) del Timavo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 309 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
avendo da lui ricevuta in amministrazione la signoria di Duino, lo cui rendite non tutto spettavano al capitano pignoratario. La difficoltà di riscuotere i molti consi dello vario signorie del Carso, consistenti per lo più in tributi naturali, il continuo bisogno di denaro e il compensò dovuto a quelli ebe prestavano i loro ser vigi al principe, furono le cagioni che indussero il medesimo, come per lo passato così anche al tempo degli Hofor, a continue vendite e pegni. Ciò era già avvenuto

sotto il padre di Mattia ed ora si rinno vava sotto Mattia'medesimo, quando l’Àrcidnca Carlo, morto nel 1564 F Imperatore Ferdinando, ebbe nella divisione degli Stati austriaci le provincio meridionali. La parte maggiore della signoria di Duino rimase in pegno agli Ilofor *; altre terre più discoste dal castello, come il bosco di Trape presso Gabria, alcuno in S. Michele in Cre- scholiano, in Palitz furono alienate *. Ma tutti questi conti dì Mattia Hofer colla camera arciducale erano anche

in connessione col feudo di Danzano c cogli altri beni feudali 1 4 posseduti dai signori Ilofer nella contea di Gorizia, i quali all’ estinzione della linea maschile sarebbero tornati in mano del principe. Ora nè Mattia nè Stefano suo cugino, figlio di Francesco, ebbero prole maschile; quegli nel 1572 ai morire di Lucrezia d’ Arco nella giovanissima età di ven ticinque anni \ dopo soli cinque dì matrimonio, era rimasto con due figlio Chiara Orsa e Lodovica; questi ne ebbe una soia, Dorotca , sposata

in Volfango di KUnburg, alla quale famiglia successero i conti Strasoldo. Por evitare quindi l’incamorazione, Mattia Hofer fece contratto colla camera dell’Arciduca Carlo, affino di ottenere cho i feudi Hoferiani rimanessero nella sua linea femminile. E l’Arciduca gli mandava un rescritto del seguente tenore*. »Noi Carlo per la grazia di Dio Arciduca d’Austria, Duca della Borgogna, della Stiria, Carinzia, Carniola, Wirttemberg ecc. Conte del Tirolo e Gorizia ecc. Confessiamo di avere fatto un con vegno

col. Nostro consigliere capitano di Duino il Nostro fedele e caro Mattia Hofer, in forza del quale il medesimo Hofer ci ha devotamente dati a prestito venticinque mila fiorini renani senza interessi, i quali devono essere aggiunti all’ altra somma per la quale gli è stata impegnata la signoria di Duino; e verso questo 1 Arch. di Duino, 1570, Graz. • - 2 Ivi, 1570, 18 e 21 aprile, 13 maggio, 10 giugno (orig.l * Che furono le decime e terre di Piava e Locawifz, la villa di Comen, le decime

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 375 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
le spese essi ottennero di porvi anche una barriera per la gabella stradale. Quanto primitive però dovessero essere queste vie costrutto attraverso i massi del Carso nel secolo decimoscsto, raccoglicsi dal gran numero di buoi che occorrevano per tirare i carri, clic a stento con sei animali pote vano fare il viaggio. Varii progetti d’abbellimento trovansi a mezzo il seicento, al tempo del conte Uldarioo della Torre, il quale, non contento di vedere interamente i-istaumto F interno del castello

esigeva spedite comunicazioni anche dalla parte di terra. Questa fu quindi cura precipua anche dei castellani duinesi, c poiché a poca distanza da S. Giovanni ora il dominio veneto su quel di Monfalcone, F antica strada romana e patriarcale che d’Àquileia conduceva nell’ Istria, rimase negletta, cercandosi invece di toner aperta la via del Vallone per Gorizia od il Predil. Stendendosi la si gnoria di Duino da Morna a Proseco, a quel tratto di via provvedevasi dai suoi signori; c per sostenerne

ed ornato di stuccature e pitture, con un presidio di bella gente e ben pagata, attese a drizzare le vie, ad accrescere la popolazione del borgo, massimamente d’ artefici, ad erigere un vago giardino fra il borgo ed il bosco della Coni izza', ad ornare di pilastri la via fra Duino e S. Giovanni c quella elio condueova a Sistiana, a piantar gelsi in tutto il contorno ed a formare un porto più adatto in Duino stesso. Tutti i diritti e i doveri del capitano di Duino orano in scritti nei rotoli dell

’ amministrazione chiamati tir b arii. In essi apparivano anzitutto i beni formanti la signoria, divisi in comuni, e le contribuzioni che dovevano pagarsi dai sudditi. Eravi pure F elenco dei sudditi che possedevano vigne su quel di Trieste, fo mite, come vedemmo, di continui litigi. Il capo del comune, detto decano o stipano, era scelto dal capitano, tranne quello di S. Gio vanni che eleggevasi dai comunisti. Al decano era assegnato un fondo proprio, esente da decima e da altre imposte. Aveva 1’ ob bligo

d’ ospitare il signore co’ suoi servi e cavalli, quando condu- cevasi alla visita del comune. Le taglie o rabote imposte ai sudditi erano del pari segnate per ogni comune a parto. Primo loro do vere era quello di provvedere alla posta, per la quale era pre scritto ad ogni decania un dato numero di viaggi. Quando il signore andava alla caccia, essi l’accompagnavano, portandogli dietro le reti per la presa dello lepri, e servendolo in quanto altro occorreva. Determinato era il numero dei carri e dei buoi

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 82 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
, non avessero cooperato a far gitto di questa ricchezza, presidio ed ornamento del Carso 2 . Scomparvero i celebri luchi dei colli soprastanti al Timavo; scomparvero i pingui pascili dello vivaci puledre che rendevano fecondo F equile diomeclco; scomparvero i vigneti che diedero fama mondiale a Fucino; abbandonata giaco una parte del suolo dui- uose; ma da portutto rimangono lo traccio dell’antica cultura. Non sono ancora due secoli, secondo che ci apprendono lo carte topografiche esistenti nell

— 75 * sind srotjli e pietre in (anta abbondanza ein pare quel monte ìtna sol pietra! 1 Son poche lo piaggio più ridenti od ubertose di quelle che s’ aprono longo la sua costa; rado è che s’incontri, anco in più fertile suolo, una vegetazione più lussureggiante, di quella folta boscaglia di lecci c di carpini, clic ancor oggi è rimasta! Verissimo è che la mano devastatrice dell 1 uomo ha la sciato anche a Duino le vaste sue orme. Si accusarono del danno lo guerre; ma il bosco della Ccrnizza

(la muraglia, va facendo ogni anno rapidi progressi e si avvia a formare un nuovo folto bosco di lecci e di carpini; laddove la parto abbandonata dimostra bensì quello che fu in antico, per non essere ancora interamente divelto le radici degli alberi, ma non presenta che. bassi sterpi e cespugli sparsi, con tinuamente tormentati dagli animali e dagli uomini. Il resto è rì- • Pag. 440 e segg, • 2 Avvertano però i botanici non doversi immaginare tutto il Carso coperto di folti boschi ad alto fusto, come

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 39 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
donne del Carso. Rodolfo, che, come dicemmo, era occupato nella sua spedizione contro la Boemia, si rivolse al Ito Lodovico dell’ Ungheria, per ottenere una tregua; e 1 In questa occasione vuoisi a tulio clic il Patriarca coniasse la me daglia commemorativa di cui ho parlato alla pag. 7. 5 L’archivio di Duino conserva una copia da antico libro di Giu lio Savorgnano, che ricorda molle particolarità della prigionia sofferta dal Pa triarca Lodovico; sono documenti che potrebbero retti tirare alcune

Rodolfo, s’ affretto d’unirsi co’suoi ai ribolli friulani; alla fine dell’ agosto 13G1 arrivarono a Cormons anche i Duchi Rodolfo e Federico. Manzano c Butrio cadono in loro potere; 1’ abate di Ra gazzo li segue; ma venuti sotto le mura di Udine, si trovano ingannati nella speranza dì prenderla per sorpresa Prima di fare nuovi tentativi, era necessario che il Duca Rodolfo si con- giungesse coll 1 Aufienstci»; ina intanto Lodovico nel settembre del 1361 s’era indotto a chiedere un armistizio

, che lo pose alla balia di Rodolfo, o segnò il momento più disastroso del suo go verno. La pace doveva conchiudorsi a Vienna e Lodovico con dursi colà con ostaggi, promettendo di stare alle decisioni dell’Im peratore. Mentr 1 egli muoveva a quella volta, il Duca Rodolfo profittò del tempo, per istringerc accordi coi naturali nemici del Patriarcato. Andò difilato a Venezia, che lieta dei danni del Pa triarca, e sperando aver in Rodolfo un buon alleato no 1 suoi disegni sulla terra ferma, l 1 accolse

guerre, es sendo frattanto andato in rotta coll 1 Imperatore. Ma lo città del Friuli indignate della cattività di Lodovico, avevano ripigliato lo armi c, strappato Butrio e Manzano ai Goriziani, vennero a porre l’assedio a Cormons, Quindi entrata 1’ oste nel territorio del conte, trascorso fino a Duino, commettendo saccheggi o rapine, finché da Vintero di Duino e da Uldarico di Rcifemberga fu costretta a ritirarsi, lasciando indietro gran numero di morti od abbandonando i prigioni alla vendetta delle

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 129 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
sotto nomo o spoglie montilo, quoll' uomo sconosciuto o misterioso era ad un tempo il terrore del Carso o dell’ Istria; e si narravano a bassa voce le aggressioni e lo piraterie più atroci, ch’egli andava commettendo per terra e per mare. Un giorno i suoi masnadieri, corseggiando fra Grado e Trieste, avevano senza conoscerla uccisa una nobile fanciulla, sorella delia sua fidanzata. Questa, udita la nuova impazzì pel doloro. Pallida e stralunata, colla cliioma di- sciolta, la donna s’ aggira per

le stanze di Duino, ed ora con flebile accento chiama la morta sorella, ora s’ avventa furiosa contro le ancelle atterrite o spumando di rabbia, colla scarna mano e col- F unghie acute si lacera a brani le vesti, si strappa a ciocche i capelli. Quanto volto 1’ alba la sorpreso poggiata al verone, immobile e fredda come il marmo del davanzale, colle pupille fisse sul mare! Quanto volte, rifiutando ostinata ogni cibo c bevanda, sarebbesi precipitata nell’ onde, se una mano crudelmente pietosa non l’avesso

trattenuta. Alcune lune appresso un assassino stava per essere condotto al supplizio. I giudici, incerti s’ egli fosse veramente il cercato ma snadiere, lo fecero passare sotto gli òcchi della pazza. Lotario! sciamò l’infelicissima donzella. No, Giovanni Sbogarì risponde egli; e la fanciulla calle estinta a’ suoi piedi ‘. Neppure le vòlte sotterranee del castello antico sono senza lacrime. Segnata in fronte dal suggello delia prossima morte, ma con angelico sorriso sul labbro, un’ altra fanciulla sul

fior degli anni si tiene accosciata sopra duro giaciglio. Sta presso di lei una fida compagna, clic fra mal compressi singhiozzi ne asciuga i sudori letali. Da cinque mesi quella poveretta soffre rassegnata il martirio di sì orrida tomba, dacché il signore del luogo, fattala rapire dai suoi scherani, indarno tentò colle più lusinghiero promesse o colle più crude minaccio di renderla infedele al suo fidanzato. Un tozzo di pane ammuffito e una vena d’acqua fangosa, che geme dalla roccia, furono

il suo nutrimento; suo conforto mia croco che le pende dal collo. Ma fuori del carcere aveva vegliato su lei la fida ancella; la quale venutane in cerca nel covo stesso del suo car- 1 Nun feci clic il compendio d’uu prolisso romanzo francese di Carlo Nodier clic, trovato in Daino luogo opportuno per la sua azione, particolar mente pei suoi pretesi amplissimi sotterranei, vi acconciò un avvenimento troppo .moderno, infiorandolo delle più inverisimili avventure. I conoscitori della let teratura

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 86 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
si riscontrano nei circostanti territorii, ma anche ■. alcune specie tutto affatto particolari di questo sito. Oltre il leccio y o l’ulivo, si osserva fra quei ciglioni l’alloro, il mirto, il laurotino, il ginepro a bacche rosse, la smilace, la rosa sempre viva, che abbelliscono la pendice di perenne verdura. Vi sono la cenfanria carstiana o, • come meglio la chiama il Tommasini, centauria car- ■ sii ensis, distinta dalla ccnlaurìa crìstala del Carso rimanente. Fra l’innumerevole quantità d’ alberi

parimente prosperasse la vite pucina. Ivi lo specchio dell’onde, il riverbero del sole, il tepore dell’ acqua marina o il riparo completo dalle bufere del settentrione e doli’ori ente permettevano ancora nel ■ secolo XV al capitano dei Walsee, Giovanni de Roiehonburg già mentovato 1 di tenervi in gran copia gli agrumi, di cui faceva lucroso commercio. E in vero la posiziono è così felice, che vi ere- • scoilo rigoglioso non pure le pianto più delicate dei climi meri dionali, quali non

ed arbusti a foglia caduca attrag gono l’occhio i graziosi ed olezzanti fiori del cappero, (Capparis spinosa), di cui son coperte lo muraglie e i torrioni del castello. In primavera si veggono lo roecic sottoposte verso il maro vestirsi delle più belle violedocche giallo, rosse, purpuree, violacee con tutte 10 altre gradazioni di tinto, disseminatovi da natura, clic i botanici raccolgono con avidità nei loro erbarii, quale memoria dei colori smaglianti, con cui s 1 adornano lo vaglie ninfe della corto

di Flora sugli »asprissimi scogli« dumosi, dal P. Ireneo cotanto sprezzati. Per completare il quadro della rara famiglia di piante ali- ; . . montato dal suolo e dal solo di Duìno, non dobbiamo dimenticare 11 melagrano , il quale sopra le foci del Timavo cresco a cespugli pei dirupi e i gioghi anche più alti, la liquirizia che, per essere, „ come osserva il cav. Tommasini, indigena della Sicilia, della Spagna, ' della Grecia e degli altri paesi più caldi, è da tenersi introdotta dai monaci

di S. Giovanni. Il Filiasi loda ì famosi pomi eie pero che altra volta crescevano a Duino, e che forse sarebbero le bat-, tiane, ricercate c pagato a caro prezzo fino in Roma \ Hawi - ' inoltrò una rara specie di graminacea, la gandìnia fragilis , la quale indarno cercasi altrove in questi contomi, mentre forma bell’or- : - »amento dei prati lungo il Timavo presso la Valle Catina. Fu già notato dal Bcriui \ che lo Scopoli aveva osservato sui sassi c sui tronchi dei legni contigui all’acqua del Timavo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 24 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
suo Santo per isiupendi prodigi. Voglia quello spirito eletto continuavo la sua protezione alla illustro Prosapia clic ha segnato la vita del Beato Antonio della Torre fra le più belle glorie della sua Casa Erede dell’umiltà di Antonio fu il Cardinale Michele della Torre , la cui effigio nella Sala dei Cavalieri non va dimenticata, Discese anch’egli dalla stirpe di Napo diffusasi in Udine, Vicenza, Padova, Cremona, Ascoli c Macerata. Mi duolo di non potermi disten der© a narrare per singolo

lo prestantissime qualità che l’adornavano, di cui furono testimonio per più anni l’alma Città, e quella di Peru gia, che Michele resse come legato; ma principalmente i segnalati servigi eh’ egli rese alla Gli iosa dopo che, assunto da Paolo IV al Vescovado di Con oda, sedotto fra i Padri del Concilio di Tronto e fu spedito alle Corti di Enrico II c di Carlo IX di Francia, finché da Gregorio XIII fu insignito della romana porpora. Un solo tratto della sua vita è sufficiente a mostrare chi era Mi chele della

Torre *. Morto Gregorio XIII, o conosciutosi clic sopra '* Vedi Giambattista Cotta — Vita del Beato Antonio della Torre — •Aquila J7B0, Non meno di cinquantaduc autori parlarono più o meno distesa mente di questo Beato. ; • . ’ ' v 1 Archivio di Duino, Carteggio di Raimondo Paolo della Torre ed Apogr. A. pag. 228 e segjr. Fa meraviglia che il dotto Barone de Hübner nella sua opera Sis.de- Quint, abbia omesso o, se si vuole, appena toccato di volo a pag. 203 del voi. I. questo importante episodio del

Conclave, da cui usci elètto Sisto V. Del resto si potrebbero tenere come inesatte le noiizic concordi su questo punto forniteci dal Lainpuguano, dal Cicarclli, dal Platina, Vite dei . Pontefici, Sisto'V e da altri, se non le confermassero i documenti di Duino. 2

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 277 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
— 270 — nostri beni. Cedo inoltre alla medesima ogni diritto ch'io ho o potessi avere al castello di Guteneck 1 * e sue appartenenze , come pure alle ville o \^ossessioni comunque nomate e dovunque giacciano sul Carso o nell' Istria, seìiza eccezione di cosa alcuna. In fede di cbe io sopranominato Ramberto dì Walsco rilascio al predetto mio graziosissimo Signore, l’Imperatore Romano questa scrittura munita del mio proprio sigillo pendente ; e per accrescervi fede ho pregato i nobili signori

, signor Michele del Sacro Romano Impero burgravio di Maidburg e conte di Hardegk e signor Ruggero di Starile rnberg mio caro cognato di volervi aggiungere il loro suggello, però senza danno di loro e dei loro erodi. Mi obbligo quindi per me ed eredi dì mantenere esattamente quanto stà scritto nella presente, data in Vienna il 12 marzo dell’ anno mille quattrocento c settanta duo dopo Cristo« h Stimai opportuno trascrivere per intero la traduzione di questi due documenti, tanto per completare

c correggere il molto cbe se n’ è detto da tanti senza averli sott’ occhio, lasciandoci incerti sotto qual titolo 1’ Imperatore acquistasse Duino, quanto per indicare con esattezza questo secondo passaggio di proprietà del castello dumose. La prima trasmissione fu quella di tigone VI di Duino ai Walsco ; la terza sarà (picila degl 1 Imperatori Ferdinando III o Leopoldo I ai Ternani. Volfango ebbe nella divisione la parte che apparteneva agli antichi feudi fiumani dei Duinati: Ramborto III ciò che i signori

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 262 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Walsee. Il Vescovo Piccolomini poi era spinto da motivi speciali ad unir la sua causa, di cui parleremo, con quella della città: egli sperava che dopo tante contraddittorie sentenze del Papa e del concilio di Basilea, una‘soluzione più pronta sarebbe potuta otte nersi compromettendo la causa in Federico III, giudice più vicino e più potente. Ma nella sua aspettazione trovossi deluso- poiché l’Imperatore, benché costituito arbitro dalle 'clue parti, se già nel resto, qui più che mai mostrassi

peritoso e colla sua dilazione rese inutile il suo tentativo. Federico dichiara essere nate controversie fra il Walsee e il comune di Trieste, come pure fra il venerabile Enea (Piccolomini) Vescovo triestino e il detto de VFaZsse, intorno ad alcune vigne, decime, clazii ed altri diritti ed al giuspatronato di alcune chioso. Giudicando quindi sulle medesime, stabilisce primamente, quanto alle vigno del Walsee o de’suoi sudditi, le quali i Triestini non solo oceupai’ono, ma vendemmiarono e soggettarono

a nuove im posizioni, che il Walsee vigne e delle decime ad c i suoi rimangano in possesso delle esso spettanti, vietando ogni molestia dei Triestini ed ogni nuova imposizione. Ilispotto ai dazii della villa di Proseco, osserva averne i Triestini pretesa Y esazione in forza deFlaudo del Duca Ernesto (del 1424), perché dentro i con fini della loro giurisdizione; laddove secondo il Walsee non meno il defunto signore di Duino (Ugono VI), che il padre del Walsee ed egli stesso prima c dopo il predetto

poi alla contesa fra il Vescovo, triestino ed il Walsee pel gius- patronato di quattro chiese sul Carso, nota Federico che\ le due partì si sono già accordate nell’ eleggerlo ad arbitro assoluto, ed annuirono eh 1 egli convochi una dieta di prelati, dottori o periti, affinchè udite le parti, tentino comporre il litigio amichevolmente; se ciò non riesce i delegati pongano fine alla contesa con giusta, definitiva sentenza. À questo scopo egli intima la dieta pel giorno dopo la festa dì S. Giacomo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 88 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
di essere calati colla via ferrata dagli aridi gioghi alpini del Carso, il deliziarsi a Duino in questi vaghi prospetti; vedere il dilatarsi gradatamente dell’orizzonte e il suc cedere agli aspri monti le forme più miti dello colline che ci an nunziano 1’ ampia distesa della veneta pianura, c finalmente con templare innanzi a se in tutta la sua maestà l’immenso spazio del pelago Adriatico, dove l’occhio non trova più confine! 9.’ Il castello antico di Duino. Quando noi .contempliamo quell* arduo

O' singolare, Quasi venisse dal firmamento a posarsi sopra lo scoglio, tu prima osservi un’orifiamma isolata svolazzante nell’azzurro del cielo; sotto questa nasce e va allungandosi un’alta e solida torre; adagio adagio va cingendola all’intorno un ampio bastiono colle sue lunette c batterie; quindi sorgono le punte del vallo inferiore, il vallo in tero, i torrioni, la terza cinta, i controforti; finalmente le mura della borgata, che, venuti piu vicino, tornano a nasconderci un’ultima volta

in ordine inverso tutto il castello. Chi invece viene da Monfalconc, lo crederebbe ora circondato da nuda scogliera, ora cretto in mezzo y a fitta boscaglia, secondo il continuo ondeggiar del terreno. Più fantastico ancora doveva presentarsi il castello, quando il monto sovrastante, clic assai spiccato si vede dalla pianura friulana, era coperto dell’antica sua selva; ma per contemplarlo in tutta la sua - - grandiosa maestà, conviene venire a Duino dalla parte del mare, E quanto bene non fa, dopo

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