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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
relative competenze di controllo. Ma essa stabiliva anche che, per le questioni accademiche, la competenza di vigilanza è esclusivamente del ministero dell’università. Di fatto, oggi ci troviamo dinanzi a una università non statale fi- nanziata quasi al 100% dalla Provincia autonoma di Bolzano. Su ció, e su altre ragioni di ordine prevalentemente politico, si fon- da la pretesa della Provincia di influire sostanzialmente sulla direzione dell’università, rispettando tuttavia la libertà accademica

Con Teccezione delle scienze della formazione primaria, per tutti i corsi è stato previsto, fin dall’inizio, il trilinguismo: italiano, tedesco e inglese. Ció comportava la necessità della nomina di professori stra- nieri, consentita da un’apposita norma di legge che limita il numero di tali docenti al 70% dei posti di ruolo. La stessa legge consentiva anche la fondazione di un’università non statale, e ne rendeva possibile il finanziamento da parte della Pro- vincia autonoma di Bolzano, con

al ministero; infine, attraverso la nomina di 7 dei 19 membri del consiglio del- l’università; a questo proposito, c’é da dire che, secondo quanto stabilito dallo statuto dell’università, dei 19 membri del consiglio, soltanto 11, tra cui anche i 7 nominati dalla Provincia, possono con- correre alla carica di presidente o vicepresidente. Tra Paltro, questi 11 membri sottostanno alla proporzionale etnica, ma non si tratta di professori o studenti, i quali non sono soggetti alla proporzionale. Nella

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Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 586 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
e la salvaguardia delle nostre alte scuole di formazione sono attendibi- li soltanto nella misura in cui muovano da una cognizione sufficiente della situazione in cui versa, oggi, il sapere scientifico; e ció non sol- tanto in relazione al “quadro operativo” in cui si svolgono la ricerca e rinsegnamento, ma, innanzitutto, rispetto all’elemento a cui la scienza ancora è, e deve essere, vincolata, ossia la verità - intesa, peró, non eome operativa misura di performance (cioé, ancora, come valore

), ma quale sfera di tempratura di ogni genuina conoscenza e formazione. Tuttavia, si può ancora parlare, oggi, della verità, cioé di una verità al singolare? Non viviamo forse nel tempo delle molte “verità” relati- ve, delle infinite interpretazioni del reale, la cui concorrenza alimenta un altrettanto infinito gioco di convergenze e contrapposizioni? Non si tratta, innanzitutto, e ancora una volta, di mediare fra tali interpreta- zioni? Certo. Eppure, nei luoghi di ricerea come nelle aule, le scienze

naturali e quelle umane, le etiche e le epistemologie, le scienze “specu- lative” e i saperi “applicati” continuano a richiamarsi a una (perlopiú implicita) intesa del vero, che resta vincolante per Tidea e per la pratica della scienza. Persino il fattivo mezzo di imposizione del già deciso sradicamento della ricerca e deirinsegnamento scientifici dal loro ter- reno di crescita e di coltura - la valutazione 1 , per indole cieca rispetto al vero - poggia su una pretesa di verità: la pretesa che i metodi

di rile- vamento e di computo impiegati siano, appunto, veritieri. Perché Tagire che istituisce e regge Puniversità non sia a sua volta cieco e irresponsabile, si tratta quindi di verificare, a ogni passo, se la diagnosi che orienta il processo di riforma universitaria sia o meno all’altezza del problema della verità e della libertà cosi come essi si pongono oggi; infatti, proprio da quella diagnosi trae la sua luce l’idea stessa di università che si vuole concreta. È indicativo - e forse segno

di un inconfessato imbarazzo - che, in ambito tedesco, quando sia questione della valutazione dei risultati, ad esempio, nel campo della ri- cerca e della formazione, si privilegino le dizioni Evalmtion ed Evaluiemng, al posto delle corrispondenti dizioni tedesche formate su Wert. Eppure, si puó mostrare come il pensare per valori, che guida ogni forma di valutazione, sia attendibile solo in forza della sua derivazione dal pensare che pone valori, elaborato da Friedrich Nietzsche muovendo dalla posizione

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Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 52 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
la sola via per la quale il mondo potrà eventualmente progredire (con buona pace dei sostenitori del risultato immediato!). Qui si aprono scenari di ricerca e di formazione che reclamano almeno la pari dignità delle discipline e delle competenze operative nell’università europea, a partire dal superamento definitivo della di- scriminazione tra saperi umanistici e saperi scientifico-economici (evi- tare la balcanizzazione dei saperi), Se poi ci poniamo con forza il problema della verità dell’uo

- mo, l’urgenza dell’unitario coneorso dei saperi diviene ancora piú ineludibile e invoca il trascendimento dell’uso puramente strumen- tale della ragione e la rimessa in gioco del significato della ricerca scientifica e della tecnologia, in quanto intrinsecamente legato al significato stesso dell’uomo. II grande tema della vita dell’uomo, legato ai problemi scientifici aperti con lo sviluppo delle biotec- nologie, non puó rimanere estraneo al grande dibattito e alle scelte culturali dell’università. Sullo

stesso piano va posta l’analisi critica dei modelli dominanti e possibili dello sviluppo economico, delle forme dell’azione politica, degli assetti della convivenza sociale, nonché l’analisi e la valutazione, con strumenti scientificamente adeguati, della società contemporanea, ormai eoinvolta in una dialettica storica che mette in gioco tutto un insieme di caratteri di unità, identità e pensiero. La società contemporanea, infatti, resa già articolata e complessa dalle diverse realizzazioni del

pensiero occidentale, viene oggi attra- versata da fenomeni migratori di proporzioni sempre piú rilevanti. L’università, ancora una volta, è richiamata alla coerenza della sua vocazione, con l’impegno, che deve farsi pragmatico, a risolvere il pro- blema della multietnicità culturale, anche andando oltre il paradigma del pluralismo moderno della semplice tolleranza, magari con l’abban- dono di quelle spinte alla neutralità procedurale, che sollecitando una società a-centrica, finisce col ridurre ogni

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Pedagogia, insegnamento
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Pagina 64 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
che necessariamente richiamano un ritorno alla dimensione “contem- plativa” (poi bisogna spiegare cosa significhi oggi questa dimensione!). Devo dire che, come qualche filosofo e sociologo ha sostenuto, oggi, come ultima spiaggia, come ultima speranza c’é quella di una euristica della paura che ci costringe a ritornare a riflettere proprio sull’urgenza di conciliare contemplazione e vita attiva. Quando dico questo, quando parlo della balcanizzazione del sa- pere, guardo innanzitutto airinterno

della cultura occidentale. È nella cultura occidentale che noi oggi sperimentiamo il rischio (é una parola molto forte) della balcanizzazione del sapere, che si presenta non sol- tanto nella contrapposizione tra Oriente e Occidente, ma addirittura come divisione interna alla cultura occidentale. Qui abbiamo degli scienziati che possono darmi una mano. Per parte mia propongo una nuova epistemologia. La dimensione rivolu- zionaria di questa terza fase, dopo avere colto tutti i frutti della fram

- mentazione, della parcellizzazione, della divisione irreparabile, non è tanto quella di imporre il valore dei saperi umanistici riproponendo uno scontro con i saperi scientifici, che non è nel nostro interesse. Nessuno di noi oggi puó sottovalutare i risultati che abbiamo ottenuto grazie al grande sviluppo della scienza e della tecnica. A me non interessa (ripe- to, parlo onestamente da umanista, cioé da filosofo) la rivincita (non so trovare la parola tedesca per dire questa rivincita) dei saperi

umanistici sui saperi scientifici. Non voglio rovesciare la situazione, riproporre un’egemonia dei saperi umanistici rispetto ai saperi scientifici, non è nell’interesse del- Yuniversitas e della cultura in generale. Quello che a me interessa è invece ritrovarci su un concetto nuovo di scienza. Ecco perché parlavo di epistemologia, cioé di un grande sforzo anche di elaborazione con- cettuale, teorica, per proporre una nuova epistemologia in cui i saperi, piu che scontrarsi tra di loro e annullarsi

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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 98 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
Prussia. E siccome è un uomo molto sagace, sa che il modo migliore per farlo è quello di intervenire sulla formazione. Dunque, sul piano politi- co, non mi fido neanche un po’ di questo Humboldt. La sua filosofia del linguaggio è un’altra cosa, in questo si è dimostrato un vero umanista. Ma l’università prussiana, con la sua finta unità tra ricerca e didattica, è una cosa che semplicemente non puó funzionare là dove ci sono anche solo due ordinari della stessa disciplina in competizione fra

loro, che si richiamano entrambi alla libertà della scienza - è una cosa impossibile. Dunque, Humboldt e forse anche il Ministro Olbertz farebbero meglio a dire che ci sono le ragioni di stato di cui le istituzioni pubbliche debbono tener conto: non è una vergogna, visto che queste istituzioni sono anche finanziate con i soldi pubblici dei contribuenti; e che accanto ad esse esi- ste il settore privato. Ma la libertà della scienza e Pautonomia, di fatto, all’università si trovano a dover combattere

tra loro ogni giorno, II risul- tato è positivo, ma non si tratta di un compromesso oppure di un sistema complementare. Bisogna reggere questa coesistenza. Per il resto, la cosa è anche accettabile, e Stendal e tutti gli sviluppi che la hanno riguardata vanno bene, ma credo che l’idea humboldtia- na di formazione sia stato uno dei vicoli ciechi, uno degli abbagli piú fatali, se non altro in un’università entrata ormai nel terzo stadio dello sviluppo della scienza. Perché, a dispetto dei miei buoni

propositi, ho preso la parola per la seconda volta nel corso della mattinata? È mol- to chiaro: il processo di Bologna non risolverà questo confiitto, sarà percepito come guinzaglio dall’Ovest, e come un rovesciamento dei paradigmi dall’Est. Ora la questione è se il processo di Bologna sarà in grado di sgan- ciare l’autonomia dalla sua prospettiva di piccola azienda, management ecc., cioé di fare delle università un partner, e se opporrà radicalmente la libertà della scienza (e qui arriviamo al nocciolo

del mio intervento) a una prima tesi. Non credo che, in ultima analisi, il depositario della libertà della scienza sia l’individuo. Esiste una libertà della scienza istituzionale, cioé l’università deve poter dire not in our name (penso ad esempio a diversi aspetti della tecnologia genetica, penso a certi aspetti delle scienze militari ma non solo, anche dell’ecologia, dell’antropologia ecc.), l’istituzione deve po- 66

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Pagina 306 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
Dunque la Sua osservazione era giusta, ma bisogna anche chiedersi perché le cose stanno cosi. Semplicemente, siamo in debito verso que- sti paesi, anche da un punto di vista morale. PROF. DR. ALBERTO GRANESE Vorrei chiedere al prof. Weber come si pone, in prospettiva, in Ger- mania, e nelle situazioni che conosce, il problema della formazione, del reclutamento, delTaggiornamento e delle funzioni del personale tecnico-amministrativo, del personale deli’organizzazione, che è parte importante

e cospicua anche nelle quantità della macchina universita- ria. In alcuni casi si è addirittura parlato di una parità di livello tra il personale dell’insegnamento e della ricerca, e il personale dell’ammi- nistrazione e dell’organizzazione. II Rettore D’Ascenzo, in sede di una riflessione sui problemi del- l’Università della Sapienza, diceva: «Ci deve essere una equipollenza di funzioni». Non so se questa sia un’esagerazione, peró certamente si pone il problema di una maggiore consapevolezza, da parte

del personale del- l’amministrazione e dell’organizzazione, delle finalità dell’insegnamen- to e della ricerca, e una maggiore attenzione da parte del personale della ricerca e dell’insegnamento nei confronti della macchina organizzativa, altrimenti le due cose rischiano di andare ciascuna per conto suo. Le chiedo: in Germania, o nelle situazioni che Lei conosce meglio di altre, come si pone in prospettiva il problema della formazione, del reclutamento e delle funzioni del personale

dell’organizzazione e del- I ’amministrazione? PROF. DR. WOLFGANG WEBER La ringrazio della domanda, tuttavia non posso dire di essermi fat- to un’idea della questione nel suo insieme. Posso soltanto fare alcune osservazioni su quel che succede in Germania, esaminando da vicino alcune situazioni. Non esiste alcun tipo di formazione specifica per il personale amministrativo delle università. Esiste invece una serie di offerte nel campo defl’educazione permanente, esiste ]’“osservazione 274

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Pagina 146 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
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Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
cioè rinsegnamento, la ricerca e la promozione delle giovani leve, vengo- no integrati, e diventa necessaria la ricerca di una nuova identità. Un esem- pio emblematico può essere visto nelle diverse concezioni riguardo alla promozione della ricerca. Mentre in Germania il sostegno della Deutsche Forschungsgemeinschaft continua ad essere essenzialmente improntato al principio delPautonomia della direzione scientifica, e si fonda su pareri intemi al mondo della scienza e alla relativa disciplina

, risultando cosi solo limitatamente aperto alle proposte formulate dalPesterno, i programmi quadro delPUnione Europea per la promozione della ricerca hanno alPop- posto previsto, come elemento imprescindibile, un chiaro orientamento dei progetti alla soluzione di problemi sociali ritenuti importanti. Con riguardo alPapertura delPuniversità nei confronti di pro- blemi di cui la società richiede un’urgente soluzione, si riscontra, in Germania, una curiosa difficoltà aggiuntiva, poichè, pur essendoci sempre

piü cooperazioni tra università e imprese, tali cooperazioni non sono sostenute da uno scambio di risorse umane. Soprattutto il regime pubblicistico della retribuzione, del rapporto di lavoro e di servizio, ma anche le tradizionali riserve psicologiche si oppongo- no, in Germania piü che negli altri paesi, a un efficace scambio del personale. Si tratta di un fatto particolarmente deplorevole, visto che proprio la permeabilità tra università, imprese e strutture politico- amministrative

è considerata un criterio di successo per una fruttuosa attività di ricerca e sviluppo. È ormai innegabile il forte avvicinamento del mondo dell’economia a quello dell’università. Mentre in passato la domanda statale di attività di ricerca era meno caratterizzata da applicazioni in campo economico o di altro tipo, orientandosi invece ampiamente alle idee sostenute dalle cerchie elitarie della società sull’istruzione individuale e sull’autonomia della personalità, oggi il governo, ramministrazione

e il parlamento ri- chiedono - anche se con accenti diversi - un return on investment. Molto spesso ormai ci si aspetta - piü al momento della richiesta di finanziamenti che non nella fase del loro successivo utilizzo - un’ar- gomentazione plausibile circa il fatto che la ricerca che si intende svol- gere sia adatta ad acquisire nuove conoscenze che possano assumere rilievo per la società o, in particolare, per l’economia, o, ancora piü 114

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Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
studenti universitari, avverti i suoi colleghi che il passerotto non do- vrebbe osare «esibirsi nel canto di fronte a un giovane pappagallo». Questo è da sempre il mio passo preferito. Per inciso, le trasformazioni della cultura didattica accademica, l’uscita di scena di tradizioni in parte centenarie, e l’introduzione di nuove forme di insegnamento fondate sulla comunicazione, ben presto fecero nascere l’esigenza di imparare Parte dello studio, Pesigenza di un insegnamento volto ad istruire

gli studenti nell’arte dello studio. Si tratta della famosa «odegetica», della quale non mi posso occupare oggi, ma che il professore di filosofia Karl Hermann Scheidler di Jena ha definito come «necessariamente correlata» alla libertà. Dunque, si trattava di istruire i giovani nell’uso della libertà, e di fare di ció il credo della pedagogia universitaria, invece di limitare la loro libertà. E solo parecchio tempo dopo, cioé colEidea umanistica delEuniversità, la pretesa di libertà nel pensiero

e nella ricerca scienti- fici fu formulata giuridicamente ed elevata a principio dello stato, alla stregua di un principio d’azione normativo. Alla fine del Settecento giunse al suo apice un processo il cui sog- getto, nella scienza, da tempo non era piu la struttura didattica cano- nizzata del Medioevo, e neanche la somma di una conoscenza enciclo- pedica, bensi il metodo per l’acquisizione della conoscenza; la scienza era diventata un metodo per l’acquisizione della conoscenza. Da un punto di vista

della pedagogia universitaria, tale convinci- mento accomunava ora docenti e discenti, uniti dalla scienza - era nata la comunità di docenti e discenti immaginata da Humboldt. Da allora, Eagenda è tutta incentrata sulla ricerca. Tra Taltro, per la pedagogia, che nel Settecento si dava per scontato comprendesse tra le sue materie anche le università, ciò significó praticamente la fine, giacché docenti e discenti non si dedicavano piu gli uni agli altri, per dirla con Humboldt, ma si dedicavano alla

scienza. Tra l’altro, probabilmente è questo il motivo per cui un professore oggigiorno non puó piú sperare di fare carriera grazie alTeccellenza del suo insegnamento. Anzi, al contrario, chi si impegna a favore della qualità dell’insegnamento, ben presto si espone al sospetto di non saper o non voler piú fare ricerca. 46

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Pagina 62 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
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parte degli studenti vengono dalle scienze economiche, appunto perché alla loro facoltà questi contesti sociali non sono contemplati. Vorrei sapere se è un argomento largamente discusso. PROF. DR. MARIO SIGNORE Ringrazio innanzitutto per l’attenzione dedicata alla mia prolusione. Innanzitutto ringrazio il Magnifico Rettore che ha voluto porre (peraltro è un problema che corre in tutte e tre le domande, in partico- lare in quella della collega von Trotha) il problema della legittimazione dell

’humanum. Forse possiamo tentare un terzo livello di riflessione, riflettendo sul fatto che, sicuramente, Funiversità è nata dalFistanza, forte in Europa, della legittimazione delYhumanum. Io ho insistito molto sulla valenza semantica, sul significato di uni- versitas. In realtà, Yuniversitas ha da sempre avuto come suo obiettivo primario quello di collegare insieme i saperi specialistici, enfatizzando il momento che noi oggi chiamiamo generalista, e che in effetti, nelle prime università, era

il momento della universalità del sapere. Non è facile il discorso, oggi, dopo la lunga stagione della moder- nità e poi della post-modernità, che ha portato alFesasperazione degli specialismi: ecco perché parlo di una terza fase. Noi abbiamo già spe- rimentato Funiversità degli specialismi, degli iperspecialismi, abbiamo sperimentato la suddivisione, la frammentazione dei processi formativi che va oltre qualsiasi pretesa di legittimazione delVhumanum. Perché? Chiaramente ha prevalso una nuova logica

, che è quella che noi filosofi smascheriamo all’interno della razionalità occidentale: la ragione oc- cidentale da ragione scientifica diventa ragione tecnica e, nel momento in cui diventa ragione tecnica, non puó che far prevalere Fistanza iper- specialistica. La terza fase, che io propongo, è il tentativo di rimettere insieme, per cosi dire, la dimensione contemplativa con la dimensione attiva. Oggi è proprio la dimensione attiva o Fattivismo di questa nostra epoea che produce dei guasti e degli

effetti (che sono peraltro quantificabili per gli appassionati della quantificazione, della misurazione) notevoli, 30

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Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
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Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
le clausole aderenti alla prassi concreta, previste in alcuni ordinamenti giuridici. Tra tali clausole rientra, ad esempio, l’impiego dello strumen- to di volta in volta «meno invasivo» (ai sensi del diritto amministrativo svizzero). Questa pratica riehiede una notevole conoscenza del «siste- ma» interessato, oltre all’analisi di «tutte le eircostanze del singolo caso» (ai sensi della procedura civile svizzera). Uanalisi e, a maggior ragione, Tindividuazione e la soluzione di un problema

di ricerca, sono guidati dai valori fondamentali, a prescindere dalla loro complessità. L’acritica denigrazione dell ní interesse conoscitivo”, in quanto neces- sariamente sospettato di una matrice ideologica, si riscontra oggi solamente in coloro che hanno rimosso o dimenticato la critica ideologica della metà del XX secolo. A mio awiso, gli influssi distorsivi sulla formazione delle ipotesi e sulla fase di rilevazione vengono eliminati da controlli critico- razionali del concreto progresso della

ricerca e della conoscenza. Questo almeno è quanto accade nel lavoro scientifico di una società aperta. Uno scienziato puó scegliere liberamente il problema da studiare; la giustezza delle sue teorie, dopo quanto detto sopra, non dipende in- vece da lui. Nemmeno la loro attuazione pratica dipende dai singoli ri- cercatori. Non è solo la comunità scientifica a stabilire (alToccorrenza) i limiti di un’applicazione pratica, bensi soprattutto lo stato di diritto democratico. Negli stati totalitari del

XX secolo, le cose andavano di- versamente, a causa del peso eccessivo e della sopravvalutazione della dialettica teoria-pratica (vestigia terrent, secondo Orazio - principiis obsta, secondo Ovidio). In un’era in cui, in Europa, le nazioni e le regioni sperimentano un processo di integrazione, pur mantenendo le loro identità nazionali e regionali, ció significa sicuramente che, ispirandoci all’analogia tra teoria e identità, è neeessario apprendere e applicare uno stile secolare di comunicazione

. Ad 4) Conclusioni Traggo infine le conclusioni dal punto di vista e nell’ambito del- Tattività scientifica vera e propria della sociologia, della sociologia di lingua tedesca, limitandomi ai problemi del nostro tempo, con cui io stesso ho continuato ad avere da fare nel corso della mia vita. 520

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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 86 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
a determinare la loro offerta formativa. II ministro della cultura dissentiva facendo presente che uno stu- dente che voglia rivendicare per vie legali il suo diritto a una forma- zione adeguata non muoverà causa al singolo ateneo bensi allo stato. Negli ultimi anni, in assenza deirobbligatorietà dell’approvazione, co- raggiosamente abolita dal governo precedente, era diventato comune introdurre in continuazione nuovi corsi di laurea, e poi segnalare al Land, dunque al governo regionale, che servivano piú

Ne risultava un sistema di piccole e piccolissime strutture che si contendevano le risorse e gli studenti, e che naturalmente avevano, per forza di cose, una dotazione inadeguata. Dal punto di vista del ministe- ro della cultura doveva dunque apparire ragionevole l’intento di con- centrare le risorse secondo profili e indirizzi dei singoli atenei, quindi di cercare delle sinergie per razionalizzare lo spettro dell’offerta. Inve- ce, gli atenei sostenevano che dovessero essere essi stessi

soldi per garan- tirne Tadeguata dotazione. Uesempio piu grave fu quello dei 200 studenti iscritti a un corso di «Mass media e giornalismo», che erano stati ammessi da un giorno all’altro, senza numero chiuso e senza un test attitudinale. In nessuna università della Germania si puó studiare quella materia senza superare una selezione. II risultato fu che studenti rifiutati altrove si iscrissero a quel corso e si concentrarono nella sede distaccata dell’Istituto su- periore di qualificazione

distribuisce equamente risorse per cosi dire tematicamente vincolate, e le collega tra loro in modo intelligente, si devono chiedere ai singoli atenei delle scelte che avranno degli effetti rilevanti per gli altri atenei - questo lo dico ovvia- mente in quanto uomo politico. Significa che le singole università, nel- l’ambito della loro pianificazione, devono fare delle scelte, attraverso 54

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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 460 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
nale. II Trattato di Maastricht ha per la prima volta affrontato questo aspetto agli articoli 27 e 28. La componente europea era cosi stata for- mulata, ma il suo possibile significato concreto è stato e viene discusso esternamente al Trattato, e ha oggi piú importanza che mai. II nocciolo della questione è il seguente: gli stati nazionali sono in grado di continuare a organizzare e proporre valori universali e forme che la scienza puo offrire mediante la ricerca, lo studio, i servizi

e Vinformazione pubblica, se gli stati stessi cedono sovranità e sostan- za nazionale a organizzazioni sovrastatali in una misura maggiore di quanto sia mai avvenuto finora? La risposta è sicuramente negativa, Ed è importante fare presen- te che Torientamento sovranazionale della formazione universitaria europea serve anche a preservare il settore pubblico delia formazione terziaria da una completa sottomissione alle regole di mercato e com- merciali dell’OMC e del GATS. La questione è di importanza decisiva

per l’Europa sud-orientale, ove si sta sperimentando il recupero dello stato nazionale. Questo non potrà peró mai piú assumere la forma che aveva nel XIX secolo, e soddisferà quindi le speranze dei cittadini in misura minore rispetto alla nuova Europa. II passo successivo di questa nuova era è stato rappresentato dalla dichiarazione della Sorbona dei Quattro Grandi, varata nel 1998 dai ministri della Germania, della Francia, della Gran Bretagna e dell’Ita- lia. Tale dichiarazione ha incontrato

le resistenze dei piccoli, tuttavia ha accelerato un processo che non poteva essere denominato di armo- nizzazione, ma che, di fatto, puntava alla standardizzazione: mobilità, assicurazione della qualità, graduazione dei diplomi e un sistema uni- tario di riconoscimento erano già allora al centro dell’attenzione. Nella rivolta contro i Quattro Grandi si sono poste le premesse di ció che doveva nuovamente assumere importanza nella Convenzione europea: o si procede tutti insieme, mostrando rispetto per

i paesi piccoli e rico- noscendo piú poteri agli stati grandi, oppure non se ne fa niente. Solo un anno dopo, a giugno del 1999, il documento di Bologna è diventato realtà: al nome di tale città è ora legato il massimo trion- fo simbolico della politica universitaria europea: i governi di 15 pae- si membri dell’UE e di 15 altri paesi europei hanno deliberato una strategia quadro, hanno cioé assunto la responsabilità che le università 428

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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 390 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
: quale tipo di salvezza può essere offerta? E la risposta veniva articolata con l’elaborazione della teologia della liberazione, della teologia politica, della teologia dello sviluppo, ecc. Oggi, invece, si sente l’esigenza di approfondire un’altra problematica, e cioé la problematica della fede. Allora, si sente il bisogno di elaborare una teologia che si occupi piú di Dio, della sua trascendenza, del suo mistero, di tutto quanto riguar- da piú da vicino il rapporto dell’uomo con Dio e di Dio con

docenti che insegnano nelle università europee si sono formati a Roma, sicché si puó dire che Roma influenzi la teologia europea piú di quanto la teologia europea non influenzi Roma. Coloro che, come il giovane Karol Woityla, vanno o vengono alla città eterna per “imparare Roma”, come diceva egli, rimangono sicuramente affa- scinati dall’esperienza di una teologia elaborata nel cuore della Chiesa universale, ed assimilano valori di ecclesialità e di cattolicità. Coloro, invece, che, come molti

studenti americani, frequentano esclusivamen- te la sessione inglese di qualche università ecclesiastica, rischiano di concludere la loro esperienza romana senza avere mai visitato una ca- tacomba o le classiche sette Chiese che San Lilippo Neri indicava come il cuore della Roma cristiana. Vengo all’ultimo punto, cioé ai problemi che sorgono dal cosiddet- to processo di Bologna, piu volte qui ricordato. II 19 settembre 2003 la 358

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Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 456 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
cosi com’è oggi? È ovvio che abbiamo bisogno di “buone” università. Da secoli si discute intensamente su cosa sia una “buona“ uni- versità: i risultati intermedi, le tregue e le conquiste dipendono sempre dal contesto. II nostro contesto è quello della globalizzazione, deirindi- vidualizzazione, della destatalizzazione e della crescente autonomia..., ma anche deU’autorità della scienza, della necessità di trovare delle so- luzioni dando prova della massima competenza, deH’universalizzazione dello

studio come elemento della promessa epocale di realizzare il prin- cipio di uguaglianza. E questo contesto include sempre concettualmente gli USA, senza menzionarli ogni volta espressamente - gli USA con il loro ruolo predominante nella ricerca, con la loro censura e con le loro attrattive; gli USA con le loro pretese egemoniche anche nel contesto europeo della scienza istituzionalizzata. Come in tutti gli scenari e in tutte le proiezioni, queste idee non sono prive di fondamento, anehe se peccano

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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 170 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
sociali differenti, avendo storie e speranze personali ben differenti - si rivolgono all’università per la loro formazione superiore. Una università di questo tipo è chiaro che non puó immaginare di avere una missione simile, ma si rivolge ad un numero molto maggiore di persone. II secondo punto, la seconda nuova missione che richiede attenzio- ne, è che non è piu pensabile che il sapere disciplinare si possa ritenere consolidato una volta appreso nell’arco della formazione iniziale, at- torno

ai vent’anni. Uaccrescimento delle conoscenze, la rapidità della variazione dei paradigmi conoscitivi, la varietà delle epistemologie, la richiesta da parte del mercato di lavoro di figure professionali sempre differenti e sempre diverse, necessita di un’università che non puó piú fidarsi dei grandi canoni della continuità disciplinare, anche se non li deve abbandonare. Deve invece avere una flessibilità ed una prontezza di risposta alle domande della società di cui la vecchia università, forse per sua

fortuna, non si poneva il problema. Terzo punto, completamente nuovo: le università sono parte di un grande sistema internazionale della cultura e della ricerca, per cui non si deve mai pensare alle università come elementi di sistemi re- gionali, nemmeno nazionali. A1 di là delle belle parole, le università sono diventate punti fondamentali della strategia del territorio in cui sono ubicate. Sono punti di forza del marketing territoriale. Un ter- ritorio che ha una buona università è un territorio

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Categoria:
Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 164 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
da l’autonomia delle università, ma che sia l’inverso. Nel momento in cui Tautonomia degli atenei è esercitata con eorrette forme, procedure di governo, cioé con una corretta governance, si puó affermare che il valore fondante della libertà intellettuale è meglio preservato ed eser- citato. II secondo valore, e non lo dico perché stiamo parlando d’Europa, ma perché ci credo davvero, è il valore europeo, è la dimensione eu- ropea. L’università come concetto nasce nel nostro continente

, in Eu- ropa, peró io voglio guardare al futuro, non al passato. Non giustifico TEuropa come ragione della storia, giustifico l’Europa come ragione del futuro. Faccio riferimento a quello che ha già detto nel suo belLinterven- to il Ministro von Trotha. Nel 2000 a Lisbona tutti i paesi europei si sono dati l’obiettivo, e leggo, che nel 2010 LEuropa sarebbe dovuta divenire «Teconomia basata sulla conoscenza piu competitiva e dina- mica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica soste- nibile

di Lisbona ed università non appare nella dichiarazione di Lisbona, ma in tutti i do- cumenti di accompagnamento e in uno, che io trovo bellissimo, della Commissione europea del febbraio 2003, in cui si dice: «Trovandosi ie università allo snodo tra ricerca, istruzione ed innovazione...», cioé tra i tre pilastri della società della conoscenza, «...esse sono la chiave della società della conoscenza e dunque i punti di forza su cui appoggiare Tobiettivo di Lisbona». Quindi un’Europa che nelle sue strategie

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Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 350 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
della piena capacità giuridica delle università austriache. Questa nuova disciplina legislativa si proponeva di realizzare - sullo sfondo della ridu- zione delle competenze e della regolamentazione statali - un rafforza- mento degli organi dirigenziali delle università, un incremento generale deirefficienza e una conseguente riduzione dei costi. Con rorientamento agli obiettivi strategici si voleva far fronte alla concorrenza (ad esempio quella delle università private) costantemente crescente

. La legge sull’università del 2002, attualmente vigente, trasforma gli atenei in autonome persone giuridiche di diritto pubblico, Viene eliminata la parziale capacità giuridica degli istituti e delle facoltà. Lo stato si limita a stabilire il quadro legislativo e alla vigilanza sul rispetto delle regole: al posto di una disciplina dettagliata vengono introdotti accordi sui risultati (o accordi di performance) come strumenti di coordinamento, stipulati tra il ministero federale delfistruzione, della

scienza e della cultura (bm.'bwk) e i singoli atenei. Le università ottengono un budget globale garantito per tre anni. Sotto il profilo organizzativo, vengono previsti solo pochi organi fondamentali con le relative fimzioni. I dettagli del loro ordinamento ven- gono stabiliti dalle stesse università. Un altro aspetto saliente della nuova capacità giuridica è rappresentato dal fatto che fa direttamente capo alle università il personale in servizio presso di esse (figura 1). Gli aspetti fondamentali

della legge sull’università del 2002, su cui si fonda la piena capacità giuridica degli atenei austriaci, sono: - Autonomia finanziaria Si ha cosi per la prima volta la possibilità di effettuare una pianifi- cazione pluriennale. Le università non sono piú tenute a svolgere una rendicontazione annuale, come previsto dal diritto di bilancio federale; possono essere costituite riserve ed effettuata una riallo- cazione delle risorse, ad esempio tra le voci di spesa per il perso- naie, per investimenti

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Pedagogia, insegnamento
Anno:
2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 166 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
dei giovani giustifica la ricerca. È un luogo di integrazione tra discipline, indubbiamente, lo ha detto Mario Signore. L’universalità delle discipline è Tintegrazio- ne delle discipline. È Tunico luogo in cui, se ci pensate bene, per definizione sono integrate le due grandi categorie della ricerca: la ricerca di base e la ricerca applicata. È un luogo di integrazione tra apprendimento ed insegnamento. L’università non è il luogo in cui si guarda solo al professore, né quello a cui si guarda solo

allo stu- dente. È un luogo in cui apprendimento e insegnamento convivono e si integrano. E potrei continuare a lungo su quanti sono i valori di integrazione. II quarto e ultimo valore, piu moderno, è il valore della valutazio- ne, la coordinata della valutazione. Un secolo fa non si sarebbe nem- meno capita la parola, perché per definizione l’autogoverno dei dotti generava la sicurezza della valutazione della qualità. Non possiamo piú dirlo, non sarebbe vero. Dobbiamo porci l’obiettivo serio

di una valutazione continua e stringente come chiave per aprire un legame tra gli universitari e i portatori di interesse, che sono tanti e variegati; solo un meccanismo di continua valutazione in tutti i suoi significati puó togliere quell’effetto di autorefenzialità della torre d’avorio che è tipica della storia dell’università. Quindi, autonomia responsabile, Europa, integrazione e valutazio- ne come stelle polari del nostro cammino espositivo e anche del futuro dell’università. Passo alla seconda

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Pedagogia, insegnamento
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2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 46 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
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Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
per concetti: da qui deriva ció che siamo e che oggi sembra andato in crisi: la modernità, la razionalità, la soggettività. Ma è da qui che parte Taltro concetto rivoluzionario a cui abbiamo accennato prima, e che riguarda il concetto di persona, che è un con- cetto chiave del Cristianesimo: l’uomo come persona con la connessa rivalutazione del corpo umano e della sua centralità. Ma c’é un altro fondamento della cultura occidentale che merita di essere sottolineato, e che si manifesta nell’età

moderna connotando lo sviluppo dell’università in Europa: si tratta della rivoluzione provocata dalla scienza e dalla tecnica. La forma mentis da cui è nata la scienza (come abbiamo detto pri- ma) è quella stessa da cui è nata in Grecia la filosofia. Rudimenti di scienza di una certa consistenza sono riscontrabili certo anche in altri popoli, prima dei greci. Ma si tratta appunto di rudimenti guadagnati a livello empirico e per scopi pratici, privi dello spessore e della consi- stenza di carattere

teoretico che ritroveremo dopo. Uesplorazione della scienza con le connesse cascate tecnologiche è iniziata peró in età moderna a partire da Galileo. Si tratta, questo va ricordato, di una connotazione spirituale dell’Europa dell’età moderna che si è estesa a livello planetario e ha conquistato un serie di conse- guenze imprevedibili nel bene e nel male. Sta di fatto che una tale connotazione spirituale ha trovato un ori- ginale luogo di cultura nelle università, la cui storia, in Europa, è la storia

di una continua, progressiva implementazione di questa istanza spirituale (almeno fino alla sua crisi, ascrivibile, guarda caso, proprio allo scolorirsi di questa connotazione che la poneva nelle condizioni ottimali per esprimere una sostanziale unità dei saperi: prima e oltre gli specialismi di cui dicevamo). Ma riprendendo questa idea di università va ribadito che l’aspira- zione aU’unità/universalità non puó fermare le dinamiche della cultura e della ricerca scientifica che non vanno rinchiuse

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Pedagogia, insegnamento
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Pagina 144 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
di azione imprenditoriale. Ogni università deve rendersi autonomamente conto della posizione che intende assumere in questo contesto. 8. II mondo scientifico tedesco continua a ritenere di essere parti- colarmente competente, e quindi qualificato, per decidere cosa valga la pena sapere - anche se fa relativamente poco per motivare tale decisione in modo convincente. E sebbene questo assunto non sia affatto ovvio, esso viene tuttora dato, in parte, per scontato, come avveniva in passato

. La libertà della didattica e della ricerca è legittimata dalla forza della scienza che scopre, ordina, orienta, trasmette e segue criticamente lo svilup- po della società. La scienza che non adempie questa funzione, non infrange nessuna norma giuridica, ma, sostanzialmente, nega alla società quel valore che giustifica il privilegio dell’autonomia riconosciuta all’università. Per attuare questa missione, l’insegnamento e la ricerca dovrebbero disporre durevolmente di risorse pubbliche, non direttamente

collegate all’aspettativa sociale di un ritorno concreto. I Lander partecipano con 1’89%, la Federazione eon il 9%, e il settore privato - attraverso l’eco- nomia, le fondazioni e i mecenati - con solo il 2% al costo complessivo delle università della Germania federale. Anche i finanziamenti di terzi, acquisiti dalle università, provengono a loro volta per due terzi dai bilanci pubblici, con una partecipazione prevalente della Deutsche Forschungsgemeinschaft, II restante terzo è rappresentato, per sei

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Categoria:
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2007
Quale Università per l'Europa? : XXVI. Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien ; governance, rapporti con il territorio, costituzione dei profili = Governance, regionale Ausrichtung, Profilbildung = ¬Eine¬ Universität für Europa :.- (Studi italo-tedeschi ; 26 )
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Pagina 468 di 608
Autore: De Gennaro, Ivo [Red.] ; Internationales Symposium Deutsch-Italienischer Studien (26 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXIX, 571 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. ; Literaturangaben
Soggetto: g.Europa ; s.Hochschulreform ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Segnatura: II 341.269
ID interno: 611986
IV L’allargamento dell’UE presenta notevoli difficoltà anche nell’ambi- to della formazione, e soprattutto in quello universitario: finora Bologna non ha raggiunto negli stati membri un grado di concretizzazione suf- ficiente da permettere di parlare di uno spazio della formazione effet- tivamente armonizzato. Si sono inoltre aggiunti dieci nuovi paesi assai diversi gli uni dagli altri, e che presentano quasi tutti, rispetto ai membri storici delEUE, sistemi universitari molto differenti. Per

i nuovi paesi è però di importanza decisiva partecipare al processo in corso in ambito universitario. La nuova Europa non si realizzerà mediante inviti ai nuovi stati che presentano strutture formative tradizionali, ma solo con il loro contributo. Abbiamo cosi toccato il nocciolo della discussione: L’integrazione dei nuovi membri, e con essa la possibilità di con- tribuire alla realizzazione della nuova Europa, non dipenderà solo dalla Costituzione, bensi dai rapporti tra le sue strutture politiche

, da un lato, e quelle sociali ed economiche dall’altro. Queste ultime non sono pen- sabili senza le università quali istituzioni stabili della società civile, e senza di esse le riforme sono impossibili. Proprio nell’ex blocco socialista, da cui provengono molti dei nuo- vi membri, vale il principio secondo cui la formazione universitaria e la scienza istituzionalizzata avevano assunto un peso relativo maggiore rispetto all’Occidente, ove il settore terziario appare molto piú sconta- to, e risulta piü

indistinto nel tessuto sociale. II post-comunismo è un compito paneuropeo non solo per i nuovi paesi. E anche il vecchio Oc- cidente non esiste piú. Belgrado si trova approssimativamente al centro della nuova Europa. II regime socialista, fortemente articolato, ha sen- sibilmente integrato le università e le accademie delle seienze nel pro- prio sistema, creando con esse un paesaggio variopinto di dipendenze funzionali, privilegi e anche limiti di sistema. II mero recepimento dell’interpretazione

occidentale della stan- dardizzazione risulta inopportuno per vari motivi: innanzitutto perché alcuni grandi stati membri occidentali dell’UE attraversano essi stessi una fase di crisi sotto il profilo scientifico: la Francia e la Germania sono affette da forti crisi strutturali, in Gran Bretagna le tasse scolasti- che sono al centro delle dispute politiche, in Austria l’attuazione di un modello radicalmente rinnovato solleva problemi considerevoli, e qua- 436

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